Studio Paolo Simoni
Dottori Commercialisti Associati
i
Dott. Paolo Simoni
Dott. Grazia30
Marchesini
Dott. Alberto Ferrari
Dott. Federica Simoni
Bologna, 14/01/2013
•
Rag. Lidia Gandolfi
™
Dott. Francesco Ferrari
Ai Signori Clienti
Loro Indirizzi
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CIRC. N. 2/2013 – LEGGE DI STABILITA’ PER IL 2013: NOVITA’ IN
MATERIA DI FATTURAZIONE
La legge di Stabilità per il 2013 (L. n. 228 del 24 dicembre 2012), in cui è
stato trasfuso l’art. 1 del D.L. 216/2012, ha apportato novità significative in
materia di fatturazione, sia in ambito nazionale che intracomunitario, applicabili
alle operazioni poste in essere a partire dal 1 gennaio 2013.
Il contenuto della nuova fattura
Il comma 325 della legge di Stabilità ha riscritto i commi da 1 a 6 dell’art. 21
del decreto IVA, commi che contenevano (e contengono) le disposizioni per il
corretto assolvimento dell’obbligo di fatturazione.
In base al nuovo comma 2 dell’art. 21, la fattura deve contenere i seguenti
elementi:
a) data di emissione;
b) numero progressivo che la identifichi in modo univoco;
c) ditta, denominazione o ragione sociale, nome e cognome, residenza o
domicilio del soggetto cedente o prestatore, del rappresentante fiscale
nonché ubicazione della stabile organizzazione per i soggetti non residenti;
d) numero di partita IVA del soggetto cedente o prestatore;
e) ditta, denominazione o ragione sociale, nome e cognome, residenza o
domicilio del soggetto cessionario o committente, del rappresentante
fiscale nonché ubicazione della stabile organizzazione per i soggetti non
residenti;
f) numero di partita IVA del soggetto cessionario o committente ovvero,
in caso di soggetto passivo stabilito in un altro Stato membro dell'Unione
europea, numero di identificazione IVA attribuito dallo Stato membro di
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stabilimento; nel caso in cui il cessionario o committente residente o
domiciliato nel territorio dello Stato non agisce nell'esercizio d'impresa,
arte o professione, codice fiscale;
g) natura, qualità e quantità dei beni e dei servizi formanti oggetto
dell'operazione;
h) corrispettivi ed altri dati necessari per la determinazione della base
imponibile, compresi quelli relativi ai beni ceduti a titolo di sconto, premio
o abbuono di cui all'articolo 15, primo comma, n. 2;
i) corrispettivi relativi agli altri beni ceduti a titolo di sconto, premio o
abbuono;
l) aliquota, ammontare dell'imposta e dell'imponibile con arrotondamento
al centesimo di euro;
m) data della prima immatricolazione o iscrizione in pubblici registri e
numero dei chilometri percorsi, delle ore navigate o delle ore volate, se
trattasi di cessione intracomunitaria di mezzi di trasporto nuovi, di cui
all'articolo 38, comma 4, del decreto-legge 30 agosto 1993, n. 331,
convertito, con modificazioni, dalla legge 29 ottobre 1993, n. 427;
n) annotazione che la stessa è emessa, per conto del cedente o prestatore,
dal cessionario o committente ovvero da un terzo.
Come si può evincere, quindi, rispetto alla precedente formulazione della
norma, occorre ora indicare, oltre agli altri elementi obbligatori: il numero di
partita IVA del cliente nazionale (ovvero il codice fiscale laddove lo stesso sia
un “privato”), il numero di partita IVA attribuito da un altro Stato UE nel caso
in cui il cliente sia stabilito in un altro Stato membro della UE e il numero
progressivo della fattura che la identifichi in modo univoco.
Con riferimento all’ultimo aspetto, si sottolinea che la norma non si
riferisce più alla numerazione progressiva per anno solare, ma ad una
numerazione che aiuti ad identificare univocamente ciascun documento. Ciò
nonostante, in base a quanto previsto dalla Risoluzione dell’Agenzia delle
Entrate n. 1/E del 10/01/2013, “il contribuente può continuare ad adottare il sistema
di numerazione progressiva per anno solare, in quanto l’identificazione univoca è, anche
in tal caso, comunque garantita dalla contestuale presenza nel documento della data”. La
medesima risoluzione consente altresì di adottare una numerazione progressiva
che, partendo da 1, prosegua fino alla cessazione dell’attività senza tener conto
degli anni solari.
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Come di consueto, in caso di operazioni che comprendono beni o servizi
soggetti all’imposta con aliquote diverse, la natura, qualità, quantità,
l’imponibile e l’imposta vanno indicati distintamente secondo l’aliquota
applicabile.
Le annotazioni per particolari operazioni
Il nuovo comma 6 dell’art. 21 del decreto IVA contiene ora alcune
disposizioni in merito alle annotazioni da indicare con riferimento ad alcuni tipi
di operazioni. In particolare, la fattura è emessa anche per le tipologie di
operazioni sotto elencate e contiene, in luogo dell'ammontare dell'imposta, le
seguenti annotazioni con l'eventuale indicazione della relativa norma
comunitaria o nazionale:
a) cessioni relative a beni in transito o depositati in luoghi soggetti a
vigilanza doganale, non soggette all'imposta a norma dell'articolo 7-bis,
comma 1, con l'annotazione "operazione non soggetta";
b) operazioni non imponibili di cui agli articoli 8, 8-bis, 9 e 38-quater,
con l'annotazione "operazione non imponibile";
c) operazioni esenti di cui all'articolo 10, eccetto quelle indicate al n. 6),
(ossia operazioni relative all’esercizio del lotto, lotterie nazionali, giochi e
concorsi, etc.) con l'annotazione "operazione esente";
d) operazioni soggette al regime del margine previsto dal decreto-legge 23
febbraio 1995, n. 41, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 marzo
1995, n. 85, con l'annotazione, a seconda dei casi, "regime del margine beni usati", "regime del margine - oggetti d'arte" o "regime del margine oggetti di antiquariato o da collezione";
e) operazioni effettuate dalle agenzie di viaggio e turismo soggette al
regime del margine previsto dall'articolo 74-ter, con l'annotazione "regime
del margine - agenzie di viaggio".
Inoltre, sono stati introdotti due nuovi commi, ossia il comma 6-bis e 6-ter.
Il comma 6-bis dispone che i soggetti passivi stabiliti nel territorio dello Stato
devono emettere la fattura anche per le tipologie di operazioni non soggette
all'imposta ai sensi degli articoli da 7 a 7-septies e devono indicare, in luogo
dell'ammontare dell'imposta, le seguenti annotazioni con l'eventuale
specificazione della relativa norma comunitaria o nazionale:
a) cessioni di beni e prestazioni di servizi, diverse da quelle di cui
all'articolo 10, nn. da 1) a 4) e 9), effettuate nei confronti di un soggetto
passivo che è debitore dell'imposta in un altro Stato membro
dell'Unione europea, con l'annotazione "inversione contabile";
b) cessioni di beni e prestazioni di servizi che si considerano effettuate
fuori dell'Unione europea, con l'annotazione "operazione non soggetta".
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Infine, il comma 6-ter prevede che le fatture emesse dal cessionario di un
bene o dal committente di un servizio in virtù di un obbligo proprio devono
recare l'annotazione "autofatturazione".
Momento di effettuazione dell’operazione
La fattura va emessa al momento dell'effettuazione dell'operazione
determinata a norma dell'articolo 6 del decreto IVA (consegna beni mobili,
pagamento del corrispettivo, etc.). La fattura cartacea è compilata in duplice
esemplare di cui uno è consegnato o spedito all'altra parte.
Tuttavia, la regola generale prevede delle deroghe in alcuni casi. In
particolare:
a) per le cessioni di beni la cui consegna o spedizione risulta da
documento di trasporto o da altro documento idoneo a identificare i
soggetti tra i quali è effettuata l'operazione ed avente le caratteristiche
determinate con decreto del Presidente della Repubblica 14 agosto 1996, n.
472, nonché per le prestazioni di servizi individuabili attraverso idonea
documentazione, effettuate nello stesso mese solare nei confronti del
medesimo soggetto, può essere emessa una sola fattura, recante il
dettaglio delle operazioni, entro il giorno 15 del mese successivo a quello
di effettuazione delle medesime;
b) per le cessioni di beni effettuate dal cessionario nei confronti di un
soggetto terzo per il tramite del proprio cedente la fattura è emessa entro il
mese successivo a quello della consegna o spedizione dei beni;
c) per le prestazioni di servizi rese a soggetti passivi stabiliti nel
territorio di un altro Stato membro dell'Unione europea non soggette
all'imposta ai sensi dell'articolo 7-ter, la fattura è emessa entro il giorno 15
del mese successivo a quello di effettuazione dell'operazione;
d) per le prestazioni di servizi di cui all'articolo 6, sesto comma, primo
periodo, rese o ricevute da un soggetto passivo stabilito fuori dell'Unione
Europea, la fattura è emessa entro il giorno 15 del mese successivo a
quello di effettuazione dell'operazione. Si tratta in questo caso delle
prestazioni di servizi ex artt. 7-ter, 7-quater e 7-quinques del decreto IVA.
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La fattura semplificata
La possibilità di emettere la fattura semplificata è contemplata nel nuovo
articolo 21-bis del decreto IVA.
È possibile emettere tale fattura in relazione alle operazioni e alle note di
variazione di ammontare non superiore a 100,00 euro.
Tale documento deve recare almeno le seguenti indicazioni:
a) data di emissione;
b) numero progressivo che la identifichi in modo univoco;
c) ditta, denominazione o ragione sociale, nome e cognome, residenza o
domicilio del soggetto cedente o prestatore, del rappresentante fiscale
nonché ubicazione della stabile organizzazione per i soggetti non residenti;
d) numero di partita IVA del soggetto cedente o prestatore;
e) ditta, denominazione o ragione sociale, nome e cognome, residenza o
domicilio del soggetto cessionario o committente, del rappresentante
fiscale nonché ubicazione della stabile organizzazione per i soggetti non
residenti; in alternativa, in caso di soggetto stabilito nel territorio dello
Stato può essere indicato il solo codice fiscale o il numero di partita IVA,
ovvero, in caso di soggetto passivo stabilito in un altro Stato membro
dell'Unione europea, il solo numero di identificazione IVA attribuito dallo
Stato membro di stabilimento;
f) descrizione dei beni ceduti e dei servizi resi;
g) ammontare del corrispettivo complessivo e dell'imposta incorporata,
ovvero dei dati che permettono di calcolarla;
h) per le fatture emesse ai sensi dell'articolo 26, il riferimento alla fattura
rettificata e le indicazioni specifiche che vengono modificate.
La fattura semplificata non può essere emessa per le seguenti tipologie di
operazioni: a) cessioni intracomunitarie di cui all'articolo 41 del decreto-legge
30 agosto 1993, n. 331; b) operazioni di cui all'articolo 21, comma 6-bis, lettera a)
(ossia cessioni di beni e prestazioni di servizi, diverse da quelle di cui
all'articolo 10, nn. da 1) a 4) e 9), effettuate nei confronti di un soggetto passivo
che è debitore dell'imposta in un altro Stato membro dell'Unione europea).
La fattura elettronica
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Come previsto dal nuovo comma 1 dell’art. 21 del decreto IVA, la fattura
può essere emessa, oltre che in forma cartacea, anche in forma elettronica, dove
“per fattura elettronica si intende la fattura che è stata emessa e ricevuta in un
qualunque formato elettronico”. In ogni caso, “il ricorso alla fattura elettronica è
subordinato all'accettazione da parte del destinatario”.
Pertanto:
• la fattura elettronica è equiparata alla fattura cartacea;
• il ricorso alla fattura elettronica richiede il consenso del
destinatario;
• la fattura elettronica si dà per emessa al momento della sua
trasmissione o della messa a disposizione del cessionario o
committente;
• il soggetto passivo ha l’obbligo di garantire l’autenticità dell’origine,
l’integrità del contenuto e la leggibilità della fattura dal momento
della sua emissione fino al termine del periodo della sua
conservazione;
• l’integrità del contenuto e l’autenticità dell’origine può essere
garantita dall’apposizione della firma elettronica qualificata o
digitale dell’emittente e dai sistemi EDI nonché da sistemi di
controllo di gestione in grado di assicurare un collegamento
affidabile tra la fattura elettronica e l’operazione ad essa riferibile.
Quanto alla conservazione delle fatture, è disposto che le fatture
elettroniche devono essere conservate in modalità elettronica, mentre le fatture
cartacee e le fatture create in modo elettronico possono essere conservate anche
elettronicamente.
Effettuazione delle operazioni intracomunitarie
Tra le altre novità apportate dalla legge di Stabilità, vi è l’obbligo
generalizzato di integrazione delle fatture ricevute da soggetti passivi
comunitari. Le disposizioni di cui agli artt. 46 e 47 del D.L. 331/1993 si
applicheranno, quindi, non solo agli acquisti intracomunitari e ai servizi
generici ex art. 7-ter, ma anche per altri acquisti di beni e servizi da soggetti
passivi comunitari rilevanti nello Stato.
È stata inoltre prevista la modifica del momento di effettuazione delle
cessioni e degli acquisti intracomunitari.
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L’articolo 39 del D.L. 331/1993 prevede ora che le cessioni
intracomunitarie e gli acquisti intracomunitari di beni si considerano effettuati
all'atto dell'inizio del trasporto o della spedizione al cessionario o a terzi per
suo conto, rispettivamente dal territorio dello Stato o dal territorio dello Stato
membro di provenienza. Tuttavia, se gli effetti traslativi o costitutivi si
producono in un momento successivo alla consegna, le operazioni si
considerano effettuate nel momento in cui si producono tali effetti e comunque
dopo il decorso di un anno dalla consegna. Se la fattura relativa a una cessione
comunitaria è emessa prima dell’inizio del trasporto o della spedizione,
l’operazione intracomunitaria si considera effettuata, limitatamente all'importo
fatturato, alla data della fattura, mentre non assume più rilevanza il
pagamento anticipato, in tutto o in parte, del corrispettivo.
In base al nuovo art. 46, co. 2, del D.L. 331/1993 la fattura relativa alle
cessioni intracomunitarie di beni deve essere emessa entro il giorno 15 del
mese successivo a quello di effettuazione dell’operazione con l’indicazione, in
luogo dell’ammontare dell’imposta, che si tratta di operazione non imponibile e
con l’eventuale specificazione della normativa di riferimento. Tali cessioni vanno
annotate distintamente nel registro delle fatture emesse con riferimento al mese
di effettuazione dell’operazione e secondo l’ordine di numerazione.
Il successivo art. 47 del medesimo decreto legge disciplina, invece, gli
acquisti intracomunitari. In particolare, gli acquisti intracomunitari vanno
annotati distintamente nel registro delle fatture emesse:
• entro il giorno 15 del mese successivo a quello di ricezione della
fattura;
• con riferimento al mese precedente;
• secondo l’ordine di numerazione;
• con l’indicazione anche del corrispettivo delle operazioni espresso in
valuta estera.
Ai fini dell’esercizio del diritto alla detrazione, le fatture vanno annotate
distintamente anche nel registro degli acquisti anteriormente alla liquidazione
periodica o alla dichiarazione annuale nella quale viene recuperata l’imposta.
Con riferimento alla procedura di regolarizzazione in caso di mancata
ricezione della fattura da parte del cedente di un altro Paese Ue, il nuovo
comma 5 del succitato art. 46 prevede che se la fattura non è stata ricevuta entro
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il secondo mese successivo a quello di effettuazione dell’operazione, il
cessionario deve emettere un’autofattura entro il giorno 15 del terzo mese
successivo a quello di effettuazione dell’operazione. In caso, invece, di
ricezione di una fattura portante un corrispettivo inferiore rispetto a quello
reale, il cessionario ha l’obbligo di emettere una fattura integrativa entro il
giorno 15 del mese successivo a quello di registrazione della fattura originale.
Tanto l’autofattura quanto la fattura integrativa devono essere annotate entro il
termine di emissione e con riferimento al mese precedente. Per il diritto alla
detrazione occorre la distinta annotazione dell’operazione anche nel registro
degli acquisti anteriormente alla liquidazione periodica o alla dichiarazione
annuale nella quale viene recuperata l’imposta.
Emissione delle fatture tramite registratori di cassa
In base a quanto previsto dal comma 328 dell’art. 1 della Legge di Stabilità,
le fatture possono essere emesse anche mediante gli apparecchi misuratori
fiscali. In questo caso, ai fini dell’identificazione del cedente/prestatore,
possono essere indicati i dati identificativi in luogo delle generalità dello stesso.
Aliquota IVA dal 21% al 22% dal 1° luglio 2013
L’ultimo accenno è la previsione di innalzamento dell’aliquota ordinaria
dell’IVA dal 21% al 22% con decorrenza 1° luglio 2013.
Restano, invece, invariate le aliquote del 4% e del 10%.
Lo Studio è a disposizione per
eventuali chiarimenti e, con l’occasione, si porgono cordiali saluti.
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