LA RIVISTA DELLO SCI MIGLIORE AL MONDO
INVERNO 2012/13
CORRERE CON UN GRUPPO VELOCE | PURA PRIVACY | GENERAZIONI | LA CLASSE DEGLI DEI
UN RAPPORTO CON
LA PERFEZIONE
È LA MIGLIOR ESPERIENZA SCIISTICA SU QUESTO
PIANETA. Senza dubbio. Ecco ciò che porta la gente a CMH
per la prima volta e anno dopo anno. Ma con ogni visita,
scoprono che è molto più di questo. È l’entrare in contatto
e far parte di qualcosa di molto speciale e renderlo parte
integrante della propria vita.
È rapportarsi all’esperienza, alla scarica incredibile di
adrenalina che proviene dallo scivolare tra gli alberi di una
radura perfettamente spaziata o dal librarsi senza sforzo giù
per il pendio di un picco alpino, dominando ciò che una volta
era solo un sogno.
È rapportarsi con questi posti incantati, prendersi il
tempo sulla cima per guardare attraverso le valli come fiordi
ricoperte dalla nube del mattino, verso cime lontane, solo
per scoprire le tracce lasciate il giorno prima. Sentirsi piccoli
sotto un cedro gigante che è più vecchio del tuo bisnonno, o
traversare sotto i muri tagliati di una guglia di granito che
sono più vecchi del tempo.
È rapportarsi con il miglior gruppo di guide alpine
professioniste in assoluto che fanno questo viaggio da tutta
la vita. La loro passione è presentare al loro mondo i nuovi
arrivati pieni di speranze, guidarli con sicurezza in luoghi che
hanno solo sognato e vedere la magia che ne scaturisce.
Ed è anche un gruppo ugualmente impegnato al lodge
che si dedica ad assicurarsi che ogni aspetto della vostra
esperienza con noi sia come dovrebbe essere. Il nostro stile
unico di accoglienza montanara è informale e allo stesso
tempo altamente personalizzato, professionale e autentico.
Non esistono guanti bianchi a CMH! Arriverete come ospiti,
ma speriamo ritornerete come amici.
È rapportarsi con un mondo di compagni sciatori di heli-ski
che condividono con voi la stessa passione e gusto della vita.
Dopo una bellissima giornata sulle montagne si sviluppa un
cameratismo unico, quando poi le avventure e disavventure
vengono rivissute nel caldo comfort del lodge, con i tuoi
nuovi migliori amici, mentre ti attardi alla fine di un pasto
sontuoso. Quando vi siete mai sentiti così rilassati?
E infine, è rapportarsi con una parte speciale di se stessi.
Passiamo la vita sempre impegnati con mille cose, ma quante
di queste sono davvero significative? Per tutti noi ci sono quei
rari e singolari momenti con la famiglia e gli amici, facendo
ciò che ci appassiona veramente e che definisce la vera parte
di noi. Molti dei nostri ospiti sono professionisti devoti o
uomini d’affari, ma in fondo al cuore sono anche sciatori di
heli-ski. È ciò che sono.
Ed è ciò che siamo noi. Benvenuti nel nostro mondo di
heliski CMH. Non vediamo l’ora di condividerlo con voi.
Rob Rohn
Direttore Generale e Direttore delle Operazioni Montane
CMH La rivista dello sci migliore al mondo
Inverno 2012/13
PO Box 1660, 217 Bear Street
Banff, Alberta
T1L 1J6 Canada
(403) 762.7100
(800) 661.0252
www.cmhski.com
[email protected]
Gestione progetto: Mark Piquette, Marty von Neudegg
Editore: Kevin Brooker ([email protected])
Manager produzione: Patty Zinck
Corrispondenti: Shelley Arnusch, Topher Donahue, Aaron Teasdale
Fotografia: Dick Barrymore, Kevin Boekholt, Topher Donahue, John
Entwistle, Dan Griffith, Roger Laurilla, Thomas Leufen, Craig McGee,
Russ Peardon, Michael Welch
Designers: Pryor Design Company – Scott Pryor, Laura Vernon |
www.prydesign.com
04
LUNGHEZZE D’ONDA
La nostra raccolta di tecnologia include ARVA, risorse micro-idroelettriche
e radio.
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FLASHBACK
Come è nato, per caso, lo snowboarding di alta montagna a CMH.
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PURA PRIVACY
All’inizio, le guide e gli sciatori vagavano a loro piacimento. E lo fanno
ancora.
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FUMO E MAGIA
Lo chef Richard “Smokie” Benson mostra il suo attrezzo di cucina preferito.
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CORRERE CON UN GRUPPO VELOCE
Il velocista, ex-campione di Coppa del mondo Luc Alphand insegna ai suoi
amici francesi come si fa.
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GENERAZIONI
A CMH, il lavoro dei dipendenti esperti nell’istruire le nuove guardie non
finisce mai.
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LA CLASSE DEGLI DEI
Powder U consegna la laurea ad un altro gruppo di sciatori con una
conoscenza intensa della curva a balzo (the bounce).
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ANNUARIO CMH
Un gruppo di dipendenti e ospiti che ci fanno sempre sorridere.
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UNO SCI TROVA CASA
Benvenuti nel nuovissimo lodge CMH K2. Non spaventatevi per lo Yeti.
LUNGHEZZE D’ONDA
Nemmeno queste montagne imponenti possono
ostacolare la marcia inesorabile dell’alta tecnologia.
E’ VITA DURA LÀ FUORI PER UN
ELETTRONE
La prossima volta che siete frustrati per il download dati internet in uno
dei lodge CMH, pensate prima di tutto a come quel miracolo è possibile.
«È sicuramente un lavoro complesso fornire un buon servizio Internet
a tutte le nostre località», dichiara Russ Peardon, Direttore Sistemi
Informatici di CMH, che è tornato recentemente dopo un’interruzione
di sei anni. «Il mio lavoro si incentrava sui sistemi radio usati dallo
staff, ma viste le aspettative dell’ospite di oggi significa che ora è tutto
incentrato nel fornire collegamenti Internet migliori». Su queste note,
la squadra di Russ ha recentemente migliorato il servizio microonde
nei difficili Bugaboos e Bobbie Burns, e testato e promesso un nuovo
servizio satellite a Monashees. Nel frattempo, quei ripetitori in cima al
crinale, prendono delle belle batoste. «A volte dobbiamo letteralmente
volare sui ripetitori per togliere il ghiaccio», ha detto Peardon.
04
LUNGHEZZE D’ONDA
CONTROLLANDO IL BATTITO
DEGLI ARVA
Con una serie di 652 dispositivi, CMH è il più grande
utilizzatore singolo di ARVA. Per questo, il feedback che
riguarda l’uso reale è inestimabile per il produttore degli
ARVA scelti da noi, i Barryvox Pulse. Rob Whelan, ViceManager di CMH K2, è la guida che ha la responsabilità
di lavorare con il gruppo di sviluppo di Barryvox. «Questi
rilevatori sono in realtà dei mini-computer», ha detto
Whelan, «e visto che abbiamo dei protocolli di sicurezza
molto rigorosi, siamo in grado di utilizzare un software che
raccoglie i dati di prestazione di cui Barryvox ha bisogno
per monitorare e migliorare costantemente il prodotto. Ad
esempio, abbiamo chiesto di passare dalle batterie alcaline
che sono tossiche a quelle al litio, migliori per l’ambiente, e la
scorsa stagione siamo stati i primi ad usarle».
ENERGIA PULITA PER UN MONDO PIÙ
BIANCO
Presso CMH abbiamo iniziato ad essere «off the grid», ovvero autosufficienti
e alla ricerca di risorse energetiche naturali, molto tempo prima che il termine
diventasse di moda nei circoli ambientalisti, quindi siamo sempre alla ricerca di
soluzioni energetiche nuove e intelligenti. La buona notizia di questa stagione
è che i risparmi operativi del micro-generatore idroelettrico del lodge Galena
ci hanno permesso di recuperare i $450.000 che sono serviti per installarlo
nel 2005. Come spiega l’esperto di manutenzione di Galena, Luke Crawford:
«Fornisce oltre l’80 per cento dei nostri bisogni di energia elettrica. Ci piacerebbe
fare meglio, ma purtroppo alla metà di febbraio il flusso del torrente rallenta
fino a diventare un filo d’acqua. Nonostante tutto, risparmiamo 50.000 litri di
gasolio per stagione». Ahh... se solo potessimo utilizare l’energia illimitata degli
sciatori al bar che si vantano di quanto bravi sono stati durante la giornata.
06
LUNGHEZZE D’ONDA
STO FACENDO LO YODEL, MI SENTI?
È ufficiale: le radio bidirezionali rimangono a disposizione per tutti gli ospiti
di CMH. La scorsa stagione ha segnato la prima volta che la norma è entrata
in vigore a livello universale. In precedenza, le guide erano preoccupate
che ci fosse troppo chiacchericcio per la singola frequenza con la quale
comunicano costantemente informazioni critiche per la missione. Erano
preoccupate anche che il falso senso di sicurezza tecnologica potesse indurre
gli sciatori a trascurare le abilità di gruppo comprovate nel tempo, come
il vocalizzo costante e il mantenimento di contatto visivo. «Ma quando
abbiamo fatto la riunione delle guide dopo la stagione», ha detto Todd Guyn,
Manager della sicurezza montana di CMH, «il feedback sulle radio è stato
positivo al 100 per cento». Mentre il nuovo sistema è risultato perfetto per
sci persi, partner separati e incontri con le cavità intorno agli alberi, non ci
sono state notizie di conseguenze non previste.
Come è stato inventato lo snowboarding
big mountain a CMH, praticamente prima
dell’invenzione dello snowboard stesso.
flashback
NEL 1981, BLAKE BARRYMORE STAVA FACENDO SURF CON
SUO PADRE vicino alla casa delle vacanze della famiglia nella penisola
di Baja del Messico. Si tratta di Dick Barrymore, ovviamente, il defunto
cineasta americano di film sullo sci le cui distribuzioni annuali
rivaleggiavano con quelle di Warren Miller. Blake, nel frattempo, era un
giovane dio che spesso sciava per la videocamera di suo padre.
Tra un’onda e l’altra si stavano scambiando idee per la stagione
imminente nella quale Dick aveva prenotato un soggiorno prolungato
presso CMH Monashees. Un’ambientazione così drammatica avrebbe
richiesto una delle trovate ugualmente drammatiche per le quali
Barrymore era famoso. Nel 1979, ad esempio, aveva filmato il surfer
Mike Doyle che sperimentava il monosci e catturato, per la prima volta,
uno sciatore andare dritto su un campo di neve fresca. Ma fare surf sui
muri turchesi del Pacifico ha dato a Blake Barrymore un’altra idea. «E
se portassimo una tavola da surf su uno di quei ghiacciai e la usassimo
come su una grande onda a Waimea»? ha chiesto. «Figliolo», ha risposto
Dick, «questa è un’idea fantastica».
Blake, che ora è sui cinquanta e che ancora va alla grande a Sun Valley,
ricorda vividamente lo sviluppo del segmento. «Ho inventato il nome
Ted Shred», ricorda. «Di quei tempi chiamavamo le persone stupide
Ted, e “shred” era una parola di slang dei surfisti che stava diventando
di moda.
«All’inizio, immaginavo che la neve fresca si potesse percorrere con
una vecchia tavola da surf con la pinna», dice Blake. «Poi abbiamo
imparato che la gente stava già sperimentando (con) lo snow surfing, ma
con tavole completamente diverse». In effetti, quello che è diventato lo
snowboarding è incominciato con una sorta di evoluzione parallela, con
sperimentatori indipendenti come Winterstick a Salt Lake City, Sims in
California e Jake Burton in Vermont. Senza conoscere le loro esperienze,
Blake ha raccolto un gruppo di prototipi e si è diretto a CMH.
«Beh, erano tutti pessimi», ha detto Blake dei suoi primi tentativi di
fare surf sulla neve vicino a Invermere, vicino ai Bugaboos. «Avevano
queste pazzesche cinghie di gomma, e lame schifose. Erano difficilissime
08
FLASHBACK
da controllare». E proprio quando Ted Shred era pronto ad arrendersi,
Dick ha indicato l’ultima tavola della collezione e ha chiesto: «Cosa ne dici
di quella piccola? L’hai provata?» Era il prototipo di quella che sarebbe
stata nominata in seguito la Burton Backhill, lunga appena 100  cm, con
due pinne di acciaio e una corda sulla punta per controllarla.
Anche se era lontana dalla cannonata che si immaginava, Blake,
brontolando l’ha provata. «Sono salito calzando un paio di vecchi
scarponi da sci Sorel, e sono partito. In effetti era controllabile». Così è
incominciato il primo filmato al mondo sullo snowbord big mountain.
Come Barrymore senior più tardi ha ricordato: «Blake non ha mai avuto
una curva brutta su quella cosa».
Potete giudicare voi stessi, visto che la sequenza di quattro minuti che
è stata inserita nella versione finale della Canadian Mountain Odyssey
(Odissea montana canadese) del 1983, che tuttora ha un sacco di visioni
su YouTube, contiene quasi tutte le corse che Ted Shred ha fatto sulla
sua Burton da $40. Non che fare le curve fosse all’ordine del giorno.
Ted è passato velocemente a scendere dritto sui ghiacciai aperti delle
Monashee, e ci sono diverse riprese di lui che va come un razzo attraverso
un gruppo di sciatori, facendo sì che venissero “fiammati dallo Shred
Baron,” come riporta la scherzosa voce fuori campo. (Perciò, non solo
le montagne Monashees di CMH sono state la culla dello snowboard di
alta montagna, ma hanno rappresentato la prima istanza della rivalità tra
sciatori e snowboader che continua tuttora).
In una corsa terrificante, Blake ricorda: «Ho fatto un ruzzolone e ho
iniziato a prendere una velocità allucinante. Dopo abbiamo fatto due
calcoli e ci siamo resi conto che stavo andando a 86 miglia all’ora (quasi
150 km/h). Potete vedere nel filmato, non è uno spruzzo a coda di gallo,
è un dannato sentiero di vapore».
Ironicamente, Blake Barrymore non ha più fatto snowboard. Lo sci è
semplicemente troppo radicato nei geni familiari; suo figlio, Wing Tai, è una
delle promesse olimpiche americane nello sci halfpipe. «Ma se qualcuno mi
desse una riproduzione di quella tavola e un’altra corsa con l’elicottero nelle
Monashees, lo rifarei in un baleno. Sarebbe un sogno divenuto realtà».
A sinistra: Blake Barrymore si spaventa da solo
mentre si avvicina ai 150 km/h su uno snowboard
primitivo Burton.
In questa pagina: Sciatori che stanno per essere
“fiammati dallo Shred Baron.” La rivalità tra sci e
snowboard è iniziata proprio qui.
privacy
PURA
Tutti sanno che gli sciatori CMH sono gente socievole. Ma come scopre TOPHER DONAHUE, non
ci sono parole per descrivere cosa significa condividere l’esperienza solo con alcuni amici intimi.
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PURA PRIVACY
STO IMPARANDO, CON NON POCA GIOIA, CHE SCIARE COME
UN NOMADE DI CMH SIGNIFICA VIAGGIARE INDIETRO NEL
TEMPO. Se solo potessi ignorare la presenza dei moderni sistemi di
sicurezza, i report sul tempo via internet, gli sci larghi, e, ovviamente,
gli alloggi lussuosi, allora sarebbe facile immaginare di vivere questa
stessa avventura mezzo secolo fa, quando l’heliski è stato inventato.
Anche noi usciamo con una compagnia intima di sciatori, il nostro
elicottero e pilota, un paio di guide e una missione semplice: vagare
molto liberamente e poi sciare le vie più allettanti.
Il programma privato di sci Nomads è nato, riscoperto se volete,
circa 20 anni fa quando le guide Dave Cochrane e George Field, mentre
sciavano in primavera con un gruppo avventuroso a McBride dopo
che gli altri lodge CMH avevano chiuso, hanno deciso, per sfizio, di
deviare verso sud. Hanno volteggiato da un lodge CMH ad un altro,
nel frattempo scomprendo e poi squarciando, piste a scelta tra i vasti
375  chilometri di paradiso di sci tra McBride e le Bugaboos.
Gli sciatori privati moderni ora hanno due scelte: Nomads Nord,
che naviga tra le Monashees, Gothics e Adamants, e Nomads Sud, il cui
terreno include Revelstoke, CMH K2, Galena e Bugaboos. In entrambi
i casi, il modo è lo stesso: le guide discutono l’itinerario proposto con
le altre aree CMH, si scambiano informazioni sul tempo e le condizioni
della neve, e poi, con le dovute limitazioni di sicurezza, permettono
agli ospiti di scegliere che tipo di sci vogliono fare durante la giornata.
Dove li porterà il loro desiderio è sempre uno stupendo lavoro in corso.
La magia dell’heliski Nomads è che permette, per definizione,
un’esperienza unica al mondo. Nessun viaggio è uguale ad un altro, e
nemmeno la pressione di stare al passo con qualcuno o di trovarsi in
un posto determinato, a parte il lodge-du-jour in tempo per l’aperitivo.
Per noi questo significa sciare corse che sembrano infinite tra gli
alberi come Glade Runner a CMH K2, e poi arrivare a precipitarsi in
incredibili discese alpine vicino alle guglie spettacolari, ma raramente
viste dei Pinnacoli delle Monashees a sud. Come spiega il Manager di
Nomads Jeff Bodnarchuck: «Sciamo in tre catene di montagne e quattro
aree, a volte nello stesso giorno. Arriviamo a ciascun atterraggio con
un nuovo panorama in ogni direzione e nessuna traccia all’orizzonte.
Per me questa è l’essenza dell’heliski».
Anche il giro turistico sembra migliore quando il volo è più un
viaggio che un andare avanti e indietro. Non è strano per gli sciatori di
heliski vedere una coppia di alci, come è successo un pomeriggio, ma
vedere un raro scoiattolo nordico volante che scivola dalla cima di un
albero mentre curviamo sorpassando una montagna gigante a forma di
covone nel confine sud remoto di CMH Revelstoke, quello è come un
regalo esclusivo per noi.
Nevicate epiche rendono il tutto ancora più piacevole. Una mattina
sentiamo la voce degli ingegneri gracchiare alla radio: «Non ho ancora
trovato l’elicottero!» Nel mio diario di quel giorno si legge: «Ho
appena sviluppato un livello di rispetto ancora più alto per la neve del
British Columbia. Mentre mi rilasso nelle sorgenti calde di Halcyon,
durante una nevicata di quattro centimetri all’ora di neve, ogni fiocco
è abbastanza grande che, quando tocca l’acqua, mantiene la sua forma
prima di sciogliersi nel liquido. E oggi non doveva neanche nevicare».
Può darsi ci sia qualcosa di vero per quanto riguarda il leggendario
contenuto di litio delle sorgenti, perché l’ultimo giorno, giuro, ho visto
tre fiocchi di neve che erano perfettamente uguali. La nostra cena
finale è, senza dubbio, il pasto più divino che abbia mai mangiato in
vita mia. Lo chef di Halcyon, Tyler Leeson sta affilando i coltelli in
preparazione di un concorso di chef a livello nazionale, e il menu che
ci prepara—un antipasto di costicine con gelatina di miele e chipotle
con insalata di crescione, seguito da filetto di vitello in crosta con
riduzione di vino rosso e ciliegie, e per finire un dessert di pavlova di
cocco e mandorle con crema di ananas e concentrato di lamponi—è il
finale perfetto di un lungo giorno di sci ripido tra gli alberi attraverso
le foreste leggendarie di Galena.
L’unico modo per descrivere tutto ciò è uno stato di beatitudine
trascendentale. L’autore e sciatore appassionato Ernest Hemingway
può aver scritto A Moveable Feast (Festa mobile), ma per quanto mi
riguarda, solo CMH Nomads lo ha perfezionato.
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PURA PRIVACY
«La magia
dell’heliski
Nomads è che
offre, per
definizione,
un’esperienza
unica al
mondo».
COME GRUPPO, GLI CHEF CMH SONO CONSIDERATI
TRA I MIGLIORI IN CANADA. Potrebbero trovare
facilmente lavoro in qualsiasi ristorante o hotel di lusso a
scelta in città. Quindi perché, a parte per lo sci, decidono di
lavorare in una zona remota del B.C.?
«È facile», dice Rick Carswell, Responsabile ristoro
di CMH. «È perché hanno una totale indipendenza. A
differenza di tante cucine, i nostri chef ordinano gli alimenti
che vogliono e creano i piatti esattamente come vogliono.
Fanno anche delle spedizioni di shopping in città ogni
autunno per assicurarsi di avere tutte le spezie esotiche e
altri ingredienti necessari per la stagione».
La stessa politica vale anche per le attrezzature di cucina
specializzate, ed è così che, lo scorso ottobre, per lanciare
la sua seconda stagione ad Adamants, Richard “Smokie”
Benson ha chiesto a Carswell di procurargli ciò che lo chef
ritiene uno strumento essenziale per far apparire la sua
magia in cucina: un affumicatore elettrico Bradley (da lì il
suo soprannome “Smokie”).
«Sono uno di quegli chef cui piace spingersi a fare qualcosa
di avventuroso ogni giorno», spiega Smokie. «Per come la
vedo io, gli ospiti sono là fuori a praticare lo sci migliore
al mondo, quindi è meglio che io qui prepari del cibo che
possa uguagliare quegli standard». Ecco perché, mentre si
va e viene nel lodge Adamant, si sente l’occasionale zafata
di legno di melo o di noce americano che brucia mentre sta
profumando frutta secca, pesce o filetti di carne.
«Negli ultimi cinque o sei anni, mi sono messo veramente
a creare pasti incredibili con l’affumicatore e anche salumi in
generale», ha detto Benson, 33, diplomato presso il Programma
di arti culinarie a Camosun College in Victoria, B.C.
«Ci sono così tante variabili da provare, come ad esempio,
utilizzare prima la salamoia oppure no, o scegliere tra il
fumo caldo o freddo». La piccola scatola incredibilmente a
bassa tecnologia di Benson è raramente priva di una qualche
prelibatezza: «Vediamo, ho affumicato mandorle, aglio,
pomodori, tacchino, tonno e ovviamente, salmone candito».
E non è una sorpresa che gli sciatori adorino queste
prelibatezze. Ma tutto ha un prezzo, dice Smokie. «Da
quando ho cominciato ad affumicare con hickory le
costicine di maiale per la serata di martedì “costine e ali
di pollo”—dove in realtà incomincio il procedimento tre
giorni prima—ho dovuto raddoppiare gli ordini di carne. La
gente impazzisce per quelle costine».
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FUMO E MAGIA
FILETTO DI CARNE ALLA SMOKIE
Affumicare a freddo un pezzo di carne di qualità conferisce un sapore
delicato ma incredibilmente aromatico. Smokie ti insegna come farlo
a casa: «Pulisci il filetto, legalo con lo spago e affumicalo a freddo per
due ore. La temperatura ideale è di 3°C, quindi è ovvio che va fatto di
fuori, in inverno. Come legno, per la carne mi piace il mesquite. Una
volta che è fuori dall’affumicatore, sfregalo con pepe nero macinato, rosmarino,
timo e una spruzzata di olio di oliva, poi mettilo in frigo fino a sei ore. Infine,
rosola il filetto nella pentola più calda cha hai, metti una buona dose di sale,
e metti in forno a 200°C fino a quando la temperatura interna non raggiunge
i 50°. Quindi lascialo riposare per 30 minuti prima di servire». A Smokie piace
servirlo con gnocchi di patate, purè di cipolle dolci Walla Walla e bastoncini
di carote colorate, coltivate da semi antichi. Per quanto riguarda il vino di
accompagnamento, Smokie consiglia Mission Hill Oculus, un robusto cabernet
sauvignon. «È la versione canadese del Bordeaux, con molti aromi di frutta. Per
quel che mi riguarda è uno dei vini migliori della valle di Okanagan».
Il famoso campione del mondo Luc Alphand affronta la neve
fresca nello stesso modo in cui affrontava le discese più difficili:
con un impegno totale e un sorriso che non si spegne mai.
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CORRERE CON UN GRUPPO VELOCE
Il velocista multi-sport Luc Alphand
ha segnato il passo, ma come riporta
KEVIN BROOKER, la sua allegra banda
di sportifs francesi ha avuto pochi
problemi a stargli dietro.
Mais oui, sciamo anche lì.
«QUALCUNO CONOSCE L’AMBASCIATORE FRANCESE IN
CANADA?» In due decadi a Gothics, il manager del lodge Claude
Duchesne si è appigliato a degli strani temi per un discorso post-cena,
ma mai ad un tema strano come quello di martedì. «C’è stato un ritardo
al confine», continua Duchesne. «Alcuni della nostra gang»—indica
un tavolo di francesi corpulenti e fischianti, il cui abbigliamento per la
cena, per qualche ragione, consiste solo dei loro accappatoi bianchi—
«hanno spedito alcune scatole di alimenti speciali da casa, a Tolosa,—
il miglior cassoulet, mi dicono—che adesso dovrebbe essere qui. Ma la
gente alla dogana, apparentemente, pensa che i pacchi che arrivano dal
sud della Francia sono sospetti. Potremmo avere bisogno dell’intervento
di autorità superiori».
Autorità superiori? Bene, che ne dite di quel tipo che siede laggiù e che
sta mangiando sushi con un sorriso da un orecchio all’altro. Sì, proprio
Luc Alphand, uno dei più grandi campioni di sci di tutti i tempi che poi
è diventato uno dei più grandi piloti di rally di tutti i tempi. È l’ospite
speciale che ci sta insegnando come attaccare le grandi montagne,
quando ballare sul tavolo senza camicia e, in breve, come divertirsi più
di quanto si sia mai divertito un uomo sui quaranta. Ma Luc deve anche
andare a sistemare quegli idioti della dogana?
Assomiglia molto a Hahnenkamm, ma molto più divertente.
PROMEMORIA PER COLORO CHE STANNO CERCANDO DI
CONVINCERE I LORO AMICI A METTERE INSIEME UN GRUPPO
PER UN VIAGGIO CMH: invitate semplicemente una leggenda vivente
che ha raggiunto il meglio in almeno due degli sport più sexy al mondo,
e preferibilmente uno la cui carriera atletica è ancora in salita mentre si
imbarca in una terza disciplina.
Questo è praticamente quello che ha fatto Thomas Leufen di
Destination Poudreuse, l’agente di CMH residente a Parigi che ha
rieducato gli sciatori francesi sullo sci migliore al mondo per oltre
20 anni. «Appena abbiamo annunciato che Luc veniva», ha detto Leufen,
«il viaggio si è riempito». Per questo 32 dei nuovi migliori amici di Luc
(un 33mo è stato obbligato a ritirarsi; per favore, non fategli leggere questo
articolo) si trovano ora nel mezzo dell’ultima e forse la miglior settimana
della stagione 2011-12.
Si può vedere dal primo giorno quando Duchesne dice al gruppo:
«Penso sia il sabato più veloce in cui abbiamo portato il gruppo al lodge,
abbiamo dato loro il pranzo ed erano subito pronti a sciare». E perché
no? Duchesne sottolinea che è il primo giorno azzurro e limpido dopo
un mese di nevicate continue. «È aprile, la temperatura è -5, c’è neve
fresca dappertutto. Non si può chiedere di meglio».
Mezz’ora dopo, il gruppo di professionisti sta per capire di cosa sta
parlando. Sono allineati e pronti per librarsi in una discesa perfetta tra
gli alberi sparsi di Monashee, quando l’uomo stesso fa una confessione
scioccante. «Veramente, è la prima volta che faccio heliski», dice Luc
casualmente, l’ultima cosa che ti aspetteresti da un uomo ricoperto da
sponsor e con un paio di sci larghissimi Dynastar del prossimo anno.
Ma qualsiasi pensiero che sarà uno sciatore meno sorprendente è
istantaneamente dissipato quando si fionda sulle code di Duchesne, con
curve mostruose in neve fresca alta fino al ginocchio, prima di lanciarsi
in un salto improvvisato, aggirando con arte un immenso fungo di neve.
È come se qualcuno avesse sparato il colpo di inizio gara. Il resto del
gruppo va alla carica, tutti felici mentre intrecciano la discesa come rock
star in questo terreno che ti toglie il respiro. Ciò imposta un tono positivo
che dura tutta la settimana: non è mai successo che così pochi sciatori
cadessero, o che si agitassero goffamente o che si lamentassero del male
alle gambe. «Sto sciando con un campione di Coppa del mondo» sta
rapidamente diventando: «Sto sciando come un campione di Coppa del
mondo».
Alcune ore più tardi, il sole primaverile è ancora alto nel cielo, e sulla
terrazza calda, gli sciatori stanno facendo amicizia, bevendo birre gelate.
Ho sciato con Luc Alphand, e ho il filmino della videocamera sul casco che lo prova.
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CORRERE CON UN GRUPPO VELOCE
Potete caricare l’elicottero più veloci, per favore?
Più di uno dice già : «Le discese migliori della mia vita». Luc, intanto,
sta intrattenendo gli ospiti con i suoi racconti nella Jacuzzi. Ad un certo
punto, però, esce dalla vasca per rotolarsi nella neve. Peccato che la
superficie mezza sciolta sia troppo dura al di sotto, così Luc si accoccola
semplicemente come un bambino, grattandosi le zampe piano sul viso
come un gattino. Poi ritorna nella vasca e dice praticamente: «Se esiste
un paradiso, è proprio qui».
QUANDO SI TRATTA DI UNA TRADIZIONE ALPINA
BRILLANTE, è difficile superare la nazione che ha prodotto l’incredibile
Jean-Claude Killy più lo “ski extrême” di Patrick Vallençant e un mucchio
di temerari venuti dopo. Certo, le Alpi francesi possono vantare qualsiasi
caratteristica desiderabile in una catena montuosa con un’eccezione
rilevante: non hanno l’heliski.
Non c’è da meravigliarsi se quei membri del gruppo che hanno già fatto
heliski—circa un terzo—hanno dei curriculum di viaggio così vari. Ad
esempio Didier Caillol e Lucile Brugede, che vivono vicino a Marsiglia,
hanno fatto heliski più di una dozzina di volte e si sono spinti fino in
Kazakhstan, Utah e Groenlandia, più diverse volte a CMH. «È bello
per una volta essere in un gruppo che parla solo francese, specialmente
Pronti... partenza... via!
uno così sympathique», dice Caillol, che ammette che la Francia non è
stata così diligente come gli altri paesi europei nell’insegnare l’inglese
ai ragazzi.
Il personale del lodge, principalmente anglofono, cerca di fare la
propria parte in qualità di cittadini di un paese bilingue. Durante la
prima cena si sono tutti presentati in diversi facsimili di francese, anche
se non tutti sono bravi come la guida Pierre Hungr, che parla bene il
francese visto che ha frequentato la scuola full immersion francese a
Vancouver e fatto la guida a Chamonix. Anche lo chef Yoshi Chubachi
esce dalla cucina per augurare il bienvenue agli ospiti in un francese
elegante, anche se con un leggero accento giapponese.
C’è un altro grosso vantaggio nell’ospitare un gruppo tutto gallico.
Come molti ospiti CMH, tendono a portare diverse prelibatezze da casa
per condividere con gli altri. A questo riguardo, chi ha inventato la parola
gourmet sono—quelle surprise—in una classe a parte. Questa settimana,
nessuno è più popolare di Rodolphe Peters e Stephane Billiot, titolari
di case rivali di Champagne. Sono incredibilmente equipaggiati con
numerose bottiglie magnum dei loro vini frizzanti d’annata. Ad un certo
punto, Peters stringe gli occhi a Billiot mentre si riempie bicchiere dopo
bicchiere per i suoi grati compaesani. «Loro lo fanno con le uve Pinot
20
CORRERE CON UN GRUPPO VELOCE
Alla faccia della joie de vivre: sia sulla neve, che
volandoci vivacemente sopra, o rilassandosi vicino,
questi francesi si sono rivelati formidable in ogni
aspetto di una vacanza di heliski.
Noir», grugnisce «mentre noi usiamo solo Chardonnay. Dovremmo
essere nemici mortali». Ma poi il suo viso si illumina e i due si scambiano
un esuberante high-five. «Invece siamo grandi amici sciatori!»
E come si fa con il vino senza il formaggio? Ci sono otto forme grandi
di Saint-Nectaire di prima qualità, un formaggio classico a pasta semimorbida della regione vulcanica dell’Alvernia, nel centro della Fancia,
che tutti concordano, è il perfetto finale alla cena. Il benefattore è Francis
Charbonnel, proprietario di diversi negozi sportivi attraverso i quali ha
conosciuto Luc a livello sociale. Per una persona come lui, che ha già
sciato 60 giorni questa stagione, fare questo viaggio con alcuni amici non
era un problema. La Francia, conferma, è un paese matto per lo sport, e
non è sorpreso che oltre che essere sciatori forti, questo gruppo ha anche
un certo numero di esperti di tennis, ciclismo, motociclismo, alpinismo
e vela—in breve, persone proprio come Luc Alphand. Da parte sua,
lo status di Charbonnel quale ex-velocista competitivo è in completa
esposizione sulle montagne. E quale comproprietario di una società di
touring in elicottero, ha appena espresso un nuovo obiettivo: «Quando
torno a casa, mi faccio il patentino di guida degli elicotteri».
E poi ci sono i bei fusti del gruppo Cassoulet, come vengono
chiamati, nonostante il fatto che le loro preziose scatole di haricots,
maiale e salsicce non siano ancora arrivate. Questa dozzina di strani
copains sono giocatori di rugby veterani, ma ancora molto in forma,
di Tolosa—o più precisamente, Saint-Girons, una città vicina di cui
cantano con venerazione gagliarda. In effetti, i Cassoulet si lanciano,
improvvisamente, in canzoni a squarciagola, abilmente diretti dal
membro più piccolo, un tuonante tenore di nome Hubert de Thoisy che
arrossisce quando gli si chiede se è un cantante lirico professionista.
«No», ride, «In realtà dirigo una fabbrica di scarpe». Ha anche vissuto in
Nuova Zelanda, ed è per questo che ha insegnato ai Cassoulet la versione
francese dell’haka, il canto di guerra Maori reso famoso dalla squadra di
rubgy All Blacks. All’improvviso iniziano a cantare anche quello.
MENTRE TRASCORRE LA SETTIMANA, diventa sempre più chiaro
che c’è solo un problema a stare con Luc Alphand. Per noi meri mortali è
difficile stare al passo. Questo è un gruppo molto forte, sia al bar che sulla
neve, ma quando l’ultimo uomo sull’improvvisata pista da ballo è anche
22
CORRERE CON UN GRUPPO VELOCE
il primo nella sala stretching il mattino dopo (anche se, bien sur, dopo la
sua corsa all’alba), hai il tuo bel da fare. Bicchierini di Jagermeister? Luc
ci sta. Quando i fanatici del video si riuniscono intorno al filmato GoPro
dopo ciascuna giornata sugli sci, indovina chi è in prima fila. Biliardo?
Ping pong? La vittoria è sicuramente sua. E non provare nemmemo a
batterlo su quel couloir super ripido laggiù.
D’altronde, con i suoi occhi ammiccanti, il sorriso permanente e un
entusiasmo vulcanico, è tutto ciò che vorresti in un compagno di sciata.
Quindi quando un fronte caldo passa di lì, alla fine della settimana,
rendendo lo sci meno che appetibile, Luc non batte ciglio. E, ovviamente,
così fanno tutti gli altri. È di aiuto il fatto che Claude Duchesne abbia la
brillante idea di trasportare in elicottero tutto il gruppo su una montagna
vicina per un bel pranzo alla griglia. «Non è esattamente procedura
standard», dice alla banda, «ma non possiamo stare a bighellonare al
lodge. Dobbiamo uscire e fare qualcosa di divertente».
Anche il pilota, Roger Hoogendoorn, si lascia coivolgere. Mentre tutti
stanno mangiando hamburger e bevendo birra, lui prende una pala e
costruisce un grande salto su una discesa ripida. Si scopre che ha portato
quei tappetini di plastica che usano i bambini e incomincia a slittare a tutta
velocità giù per il declivio, a pancia in giù, per dimostrare che le sue abilità
incredibili di pilota non hanno bisogno di macchinari pesanti. Quattro o
cinque missili umani lo seguono prima di Luc, schiena rotta e tutto il resto,
che stabilisce la distanza standard. Il conseguente sbarramento di francesi
volanti dura più di un’ora, ma ci vorrà l’aerodinamica di un corpulento
attaccante di rugby rimasto in mutande per eclissare la linea di Luc.
Proprio in quel momento Duchesne prende una chiamata dal lodge
sulla radio. «Hey, ragazzi», chiama, «il cassoulet è appena arrivato!»
Proprio al punto giusto Hubert, questo richiede tre o quattro canzoni di
celebrazione da parte dei Toulousains.
Come previsto, l’ultima sera della stagione tutto il lodge arriva a
mangiare ciò che molti canadesi descrivono come “il cibo migliore
mai uscito da una scatola”. Sono rimaste anche alcune magnum di
champagne per brindare ad una settimana che non verrà dimenticata
tanto facilmente. Qualcuno chiede a Luc: «Pensi di voler tornare il
prossimo anno?»
Domanda stupida. «Absolument» risponde senza esitazione.
LUC
MANO
FREDDA
Uno degli sportivi più grandi al mondo, Luc Alphand è un
eroe nella sua nativa Francia. Figlio di una guida alpina
di Briançon, lo sci potente di Luc gli ha guadagnato un
posto nella squadra della Coppa del mondo francese nel
1984. Nella metà degli anni novanta, dominava le displine
di velocità, guadagnando 12 vittorie e 23 podi. Nel 1997
è divenuto il primo sciatore a vincere il titolo completo
della Coppa del mondo correndo esclusivamente la
discesa e il Super G.
Luc ha poi trasferito le sue abilità alle corse in auto, con
10 partecipazioni a Le Mans e 11 nel rally più massacrante
al mondo, la Parigi-Dakar. Naturalmente, ha vinto anche
lì, nel 2006. Purtroppo, la sua carriera di corridore è
quasi arrivata ad una tragica fine nel 2009 quando si
è danneggiato gravemente la colonna vertebrale in
un incidente con la motocicletta. Nonostante tutto, ha
sconfitto la sorte e ha combattuto per tornare in salute.
Oggi vive con la sua famiglia a Hautes-Alpes, dove
opera una fabbrica di birra artigianale con suo fratello
Lionel. Estelle, la figlia diciasettenne di Luc, porta avanti
la tradizione sciistica di famiglia e la scorsa stagione ha
vinto quattro medaglie ai primi giochi olimpici invernali
della gioventù.
Intanto, anche a 47 anni, la carriera sportiva di Luc è
tutt’altro che finita. «Ho appena firmato un contratto
di tre anni per pilotare lo yacht più veloce al mondo,
l’Hydroptère DCNS», ha detto ai suoi amici sciatori a cena
nel lodge Gothics. «È un trimarano che, ufficialmente, ha
raggiunto quasi 53 nodi, ma è andato anche più veloce.
Il grosso rischio, però, è che può saltare in aria a quella
velocità». Luc si sta attualmente allenando per prendere
il timone in traversate oceaniche alla caccia di record. «È
una sfida molto grande essere al timone, di notte, in mari
con onde di tre metri, andando più veloci possibile».
Ma aspettatevi che Alphand passi da apprendista ad
esperto molto velocemente, come fa in tutte le cose.
«Questi sport sono molto diversi per quanto riguarda la
tecnica», rimarca, «ma hanno una cosa in comune: devi
fare affidamento alla tua capacità visiva e alla tua abilità
di analizzare ciò che sta arrivando. Beh, niente ti prepara
meglio dello sci».
Anche alpinisti senza tempo alla fine devono fermarsi. Come riporta AARON TEASDALE,
a CMH il compito di passare il testimone attraversa tutte le discipline.
generazioni
QUANDO LO INCONTRI, È DIFFICILE CREDERE CHE LA
GUIDA CMH DAN GRIFFITH ABBIA 61 ANNI. Un orso alto,
con i capelli bianchi, il sorriso da ragazzo e il vigore baciato dal sole
mascherano la sua maturità. Non c’è da stupirsi che solo sei anni fa, tra
una stagione sciistica e l’altra, abbia stabilito il Guinness mondiale per
l’ascesa più veloce (189 giorni) delle sette cime, le montagne più alte in
ogni continente. Griffith è un archetipo instancabile di ciò che dovrebbe
essere una guida.
Alimentato da un amore mai venuto meno di portare la gente sulle
montagne, Griffith ha fatto da guida per 33 anni (14 anni con CMH).
La sera in cui è stato intervistato per questo articolo, era più interessato
a parlare di una coppia di spagnoli con cui aveva appena passato la
giornata che del mestiere di guida. Era la loro prima volta nelle montagne
selvagge del Canada. «Avresti dovuto vedere la donna, era radiosa», dice,
una cosa che non si stanca mai di vedere.
Quando gli abbiamo chiesto del futuro, Griffith non ha esitazioni:
«Non sono ancora pronto a fermarmi». Anche se sa che non sarà in
grado di continuare all’infinito, fa notare che la guida più vecchia in
assoluto di CMH ha lavorato fino all’età di 75 anni. Eppure, mentre la
dipartita futura di Griffith sarà una perdita innegabile per CMH, ha già
preparato la società lasciandoci la sua cosa migliore, suo figlio.
Guardando indietro, sembra inevitabile che Luke Griffith sarebbe
diventato una guida alpina di sci. Alla tenera età di 18 mesi, sciava le
rampe di neve del giardino. All’età di quattro anni, è andato a fare heliski
per la prima volta, che deve essere un record di per sè. «Ci piace dire
che ha 31 anni, ma che ha fatto heliski per 27», dice Dan con il suo
caratteristico sorriso enorme.
24
GENERAZIONI
Mentre passava gli inverni come velocista, il piccolo Griffith ha
incominciato ad accodarsi al padre in avventure in montagna sempre
più estese. L’estate dei suoi tredici anni l’ha passata al villaggio Mount
Cook in Nuova Zelanda mentre suo padre faceva da guida, e a 19 anni ha
fatto da assistente in una spedizione di 17 giorni attraverso le Himalaya
indiane. «Sono così tanti i posti dove mi ha trascinato mio padre che a
volte non li ricordo tutti», dice Luke. «Poi, quando vengono menzionati
durante una conversazione, dico «Oh, sì,ci sono stato».
L’estate dei suoi 19 anni, Luke, che è una versione più giovane e più
giocosa di suo padre, ha iniziato a lavorare come guida alpina a CMH.
Era il 1999 e appena in tempo per sperimentare gli anni del tramonto
dell’era d’oro dell’heliski. «Sono stato davvero fortunato a poter passare
del tempo con Hans e Leo e ad incontrare le persone che sono le guide
leggendarie del nostro tempo» dice Luke dei signori Gmoser e Grillmair,
i fondatori di CMH e gli autori originali della joie de vivre che è al cuore
della società anche oggi.
«I Griffiths sono i primi
—e ancora unici—padre
e figlio guide alpine
nella storia canadese».
Quanti possono dire di aver cominciato a fare heliski a 4 anni? Solo Luke.
Vacanze estive, stile Griffith: i ragazzi posano in cima all’Aconcagua, 6969m.
Tale padre, tale figlio: i Griffiths nel loro habitat naturale.
Un giorno come un altro in ufficio per Todd Guyn.
26
GENERAZIONI
Dopo 37 anni di lavoro, Colani Bezzola se ne va con fiducia.
È più complicato di consegnare semplicemente le chiavi: i piloti Jim Barker e Doug Dykeman.
Alcuni anni dopo, nel 2005, Luke ha incominciato come guida di
heliski per CMH. Quando ha conseguito il suo certificato di guida alpina
ACMG nel 2009 aveva solo 29 anni, la stessa età di suo padre quando
conseguì il suo. È il livello di certificazione più alto che una guida può
ottenere, un processo rigoroso che si impiega come minimo cinque anni
per completare. Così i Griffiths sono diventati i primi—e ancora gli
unici—padre e figlio guide alpine nella storia canadese.
«Non ho mai conosciuto nessuno con una passione così grande per le
montagne come mio padre», dice Luke con ovvia ammirazione. «Amo
le montagne, ma sicuramente non come lui. Quella passione—amare
qualcosa così tanto—non è solo una cosa che riguarda la montagna, ma
riguarda la vita».
È chiaro comunque, che non poca della passione del padre è passata
geneticamente a Luke, che ammette di essere «un maniaco degli sci fin da
quando ero piccolo». A Dan piace raccontare la storia di quando Luke,
che aveva sette anni, è andato a sciare con la scuola a Lake Louise. Un
maestro ha portato i bambini in un’area difficile e remota e si è fermato
a chiedere: «Cosa si deve sempre fare quando si scia nella neve fresca?»
Il giovane Luke ha alzato immediatamente la mano e ha detto: «Essere
primi!», prima di voltarsi e buttarsi giù per la montagna.
Anche se ha dimostrato questo buon senso non comune per un
bambino—e, come fa notare Dan: «Quando fai una cosa fin da bambino,
hai in un certo senso una conoscenza innata, istintiva che puoi anche
non realizzare di avere»—sia padre che figlio sono abbastanza umili da
realizzare che non sapranno mai tutto. «Ogni momento di ogni giorno
continui ad impare là fuori—più impari e più migliori», dice Luke.
«Molte guide sono qui alle Monashees da oltre 10, 15 anni. È bellissimo.
Ci sono così tante persone da cui puoi imparare».
CMH è conosciuta perché mantiene le sue guide, i piloti e gli altri
dipendenti per decenni. È una cultura in cui per le brave persone è
facile rimanere. Ma quando sei in voga da quasi cinque decadi come
CMH, anche quelli che stanno più a lungo devono prima o poi ritirarsi,
permettendo alla nuova generazione di rimpiazzarli. Questo passaggio
di fiaccola generazionale è successo in un paio di aree vitali delle
operazioni CMH nella scorsa stagione.
Per quasi tre decadi, Jim Barker è stato Capo Pilota della società
partner di CMH, Alpine Helicopters, sovrintendendo ogni aspetto del
lavoro relativo agli elicotteri che portano gli sciatori nelle montagne.
Quando si è ritirato nell’inverno 2011/2012, Doug Dykeman è stato
la scelta ovvia per sostituirlo. Un pilota veterano e ingegnere di
manutenzione aeromobili, Dykeman vola per Alpine e CMH dal 1988.
Del suo nuovo ruolo dice: «Ora ho 45 piloti da sorvegliare». Ciò
significa radunarli tutti in autunno, dopo estati di solito passate a
spegnere incendi nelle foreste o nei boschi, per un training di ripasso e,
come dice Dykeman, «per abituare la loro testa all’inverno».
Non lo dice con leggerezza. Pilotare un elicottero in un ambiente
La cosa che sta più a cuore a Todd Guyn, a parte sciare forte, è sciare sicuri.
montano in inverno è una delle cose più difficili al mondo. Ci vogliono
un set di abilità perfezionate e una mente di acciaio, e solo i migliori
vengono assunti per volare a CMH. Anche così, i piloti possono passare
fino a cinque anni come assistente pilota prima che sia loro permesso di
pilotare un gruppo di ospiti in un Bell 212, gli affidabili uccelli biturbina
che sono il punto di forza della flotta CMH.
«Abbiamo piloti che ci sentiamo di mandare fuori in quasi ogni
situazione», dice Dykeman. Aggiunge che sia che stia valutando le
capacità di un pilota o consegnando i compiti della stagione, ha una sola
preoccupazione. «Da queste parti, la sicurezza è tutto», dice, prima di
aggiungere, senza giochi di parole, «gira tutto intorno a questo».
La scorsa stagione, la seconda grande transizione a CMH è stata
un’altra figura chiave dietro le quinte. Jon “Colani” Bezzola ha lavorato
per 21 anni come primo e unico Responsabile sicurezza montana. Una
guida svizzera che è venuta per la prima volta a CMH nel 1975, Bezzola
ha passato le ultime due decadi viaggiando da lodge a lodge e come
un fanatico sul manto di neve. Ne ha studiato i cristalli e gli strati,
standardizzando le tecniche usate dalle guide per valutare la stabilità, e
ha aiutato a creare un sistema innovativo ad alta tecnologia di raccolta
dei dati della neve e del tempo, che aiuta le guide a prendere le decisioni
migliori su dove portare gli sciatori ogni giorno. In riconoscimento dei
28
GENERAZIONI
suoi sforzi pionieristici, a Bezzola è stato dato il premio Servizio dalla
Canadian Avalanche Association (Associazione canadese valanghe)
nel 2010.
La guida alpina Todd Guyn ha avuto l’opportunità di lavorare spesso
con Bezzola durante i 17 anni come guida CMH e poi come Vicedirettore del lodge Revelstoke. Ma negli ultimi inverni il loro rapporto
è cambiato. Con un occhio puntato verso la pensione, Bezzola ha preso
Guyn—allora presidente del Mountain Safety Advisory Group di CMH
e Direttore tecnico dell’Associzione delle guide alpine canadesi—sotto
la sua ala protettrice e ha incominciato a insegnargli le sfumature del
suo lavoro. Nell’inverno 2011/12 Guyn è diventato il nuovo Rseponsabile
della sicurezza montana.
«Era molto bravo in quello che faceva—portava con sè 25 anni di
esperienza. Lo ammiro, sicuramente», ha detto Guyn della sfida di
seguire a Bezzola. «È rimasto fino alla fine di dicembre per aiutarmi. È
stato un bravo mentore».
Ora che è il responsabile, Guyn si sta concentrando a portare i sistemi
di sicurezza CMH al livello successivo, sia che significhi dare agli ospiti
le radio o incorporare le tecnologie più avanzate nella previsione delle
valanghe. «La nostra sfida è sempre quella di trovare nuovi modi per
rendere l’heliski più sicuro. Ciò che apprezzo è che non c’è mai un
Inevitabilmente, però, queste icone se ne andranno. E quando
succederà, CMH farà ciò che sa fare meglio—sostituirà persone con
esperienza guadagnata con il sudore, assumendo altre persone con anni
di esperienza guadagnata col sudore. Per CMH, società costruita su una
base di guide esperte, piloti e esperti di sicurezza, ciò significa, di solito,
promuovere all’interno. È sempre stata una società basata sulle guide,
come dimostrato dalle diverse guide di lungo corso che ora occupano
posizioni manageriali di rilievo.
Non tutti aspirano a diventare manager, però. «Io sono contento di fare
la guida, di far divertire gli ospiti e di portarli a casa sani e salvi», dice Luke
quando gli chiediamo i suoi piani futuri. «La gente mi chiede ‘Cosa farai
da grande?’ e io rispondo: ‘Questo’. Questo è ciò che facciamo io e mio
padre. Facciamo le guide».
È come se avesse parlato di CMH. Sin dai suoi inizi audaci, la società
è stata guidata dalla passione di portare la gente sulle montagne e di dare
loro l’avventura di una vita.
«Siamo tutti qui perché amiamo sciare», dice Luke e, senza volerlo,
riassume ancora una volta il zeitgeist di CMH. «Poter portare la gente in
posti dove non avrebbero mai immaginato di potersi spingere, con la neve
fresca fino sopra la testa, e sentire le risate e tutti che battono i bastoncini.
Ecco il succo della questione».
Questo potrebbe bastare per farvi fare heliski fino a 75 anni, o chi lo sa,
anche più avanti. La storia è un tempo lungo, lungo.
VERDI DI INVIDIA
«È semplice. Siamo
tutti qui perché
amiamo sciare».
UN GRUPPO DI SURFISTI AUSTRALIANI FAMOSI
MOSTRA CHE ANCHE LORO SONO BRAVI
QUANDO SI TRATTA DI INFIERIRE SULLA NEVE
problema finanziario. Ogni anno spendiamo quello che serve per rendere
il tutto più sicuro possibile. È il fulcro della nostra società e sono piuttosto
deciso a fare in modo che sia sempre così».
Detto questo, Guyn è il primo a riconoscere che non è possibile
rimuovere tutti i pericoli dallo sci nella natura selvaggia. Sciare con CMH
non è come lavorare a maglia. «Dobbiamo avere voglia di rischiare», dice,
«o non faremmo heliski».
Nel business, la gente spesso parla di memoria istituzionale, ma a CMH
è più di un concetto astratto. La profondità del loro impegno è dimostrata
dal fatto che tutti coloro che passano la torcia non vanno veramente in
pensione. Barker è, al momento, vice-capo pilota,e lavora tutti i giorni
con Dykeman per assicurarsi che le operazioni di volo continuino come
prima. Bezzola non è più Responsabile della sicurezza montana, ma è
ancora una presenza regolare negli uffici CMH a Banff nel suo nuovo
ruolo di consulente, per fare in modo che i suoi 33 anni di esperienza
siano ancora a disposizione nel momento del bisogno. Poi c’è Dan Griffith,
che non passerà nessuna torcia per un bel po’, per fortuna.
Molti gruppi uniti sono diventati un insediamento
permanente sul calendario CMH, ma pochi sono
regolari o zelanti come il gruppo di surfisti australiani
che dal 1994 domina CMH Galena per un periodo di
due settimane chiamato settimana 0. Il gruppo verde,
come li chiama il personale, è un gruppo di amici con,
all’interno, più di una celebrità dell’industria globale
del surf, inclusi i cofondatori di Quiksilver Alan Green
e John Law, più Brian Singer e Doug Warbrick, che
hanno costruito Rip Curl. «Galena è il punto intorno al
quale gira il resto dell’anno», dice Singer del proprio
gruppo, in cui sia amici che famigliari riempiono i 33
posti anno dopo anno. «Il fulcro originale è composto
più che altro da sciatori ora sessantenni, mentre i più
giovani tendono a fare snowboard».
«Sono tutti delle cannonate e veramente molto
simpatici», conferma Mike Welch di CMH, che li guida
ogni anno. «Organizzano un sacco di serate in maschera,
grigliate all’australiana, arrosti di maiale—qualsiasi cosa
facciano, la fanno fino in fondo». Riporta che lo scorso
dicembre, per nessuna ragione evidente, «alcuni di
loro hanno deciso all’improvviso che dovevano avere
dei tagli di capelli alla moicana». Per quanto riguarda
il rischio inerente alle prenotazioni di inizio stagione,
non gli importa. «Un anno ci hanno detto, ‘non
venite, le condizioni non sono ottime», ricorda Singer.
«Ma abbiamo detto, chi se ne frega, veniamo lo stesso.
E ci siamo divertiti un sacco ugualmente».
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QUANDO PENSO A TUTTO CIÒ CHE HO IMPARATO A POWDER U—ed è
stato veramente tanto—la cosa che ricordo di più è il balzo (“bounce”). Il balzo, vedete,
definisce il successo sulla neve fresca. Gli sciatori esperti di pista hanno bisogno di
tecniche per far presa, macinare e curvare su piste battute. Ma ciò non serve granché su
discese di neve fresca fino al ginocchio o fino al bacino. Lì ti devi scordare la maggior
parte di ciò che hai imparato nelle stazioni sciistiche, devi mantenere gli sci con il peso
ben distribuito, e saltare da curva a curva come un coniglio senza preoccupazioni. Una
volta che hai capito il balzo, tutto inizia a girare per il verso giusto.
Che audacità anche solo pensare di mettere i miei sci sulla rastrelliera di un
elicottero senza conoscere il balzo. Ma questo è proprio il punto di Powder U, la serie
di programmi CMH studiati con l’obiettivo di insegnare e sviluppare capacità invece
di contare i piedi verticali. Proprio come un curriculum universitario, i programmi
Powder U incominciano con il livello introduttivo Powder 101 e Powder 101: Girl’s
School, poi progrediscono verso l’alto (èhm, verso il basso) da lì. Programmi più
avanzati coprono tutti i tipi di tema, dalla sicurezza nei posti remoti ai filmati, dai tipi
di terreno specifici tipo alberi, dirupi e le discese a cuscino. C’è anche un programma
di “laurea”, Powder 707: The Masters, per i veterani che vogliono ritornare al balzo
originale.
Lo scorso marzo questa studentessa ingenua (e novizia di heliski) si è iscritta a
Powder 101: Girl’s School, organizzata da CMH Revelstoke. Avevo proprio l’agitazione
della matricola. Per molte donne, anche sciatrici provette da stazione sciistica, e io
non sono tra loro, esiste un fattore senza dubbio intimidatorio nell’heliski. Come
molti novellini avevo paura di essere buttata all’arembaggio, assegnata ad un gruppo
di scavezzacollo che si lanciano su una discesa come bombe, con la pretesa di stare
al passo o di sopportare la vergogna di dover rallentare il gruppo. Per fortuna, la mia
esperienza non poteva essere più diversa di così.
Il nostro gruppo era uno di quattro comitive CMH simultanee a
Revelstoke quella settimana. Anche se siamo rimasti tra di noi per lo sci,
tutto il resto—pasti, après-ski, chiacchierate ecc.—implicava unirsi agli
ospiti delle altre comitive. La nostra banda di 11 persone era un insieme di
ragazze sole, come me, e di coloro che viaggiavano in coppia. C’era Lucie,
un’elegante Québecoise dirigente di un’industria farmaceutica (e presto
nonna), con il suo partner, Louis. Anche se Lucie sciava con la grazia che
ci si aspetterebbe da una ex-modella, non era al livello di Louis, un maestro
di sci con una lista impressionante di viaggi CMH al proprio attivo. Fino
ad allora, si era rassegnato che l’idea di fare heliski fosse un affare per soli
uomini. Ma con l’opzione di far partecipare Lucie al pacchetto Girl’s School,
Louis era contento di poter avere il meglio dalle due situazioni—fare heliski
e stare con il suo cherie amour.
Allo stesso modo, Barbara, professore di psicologia del New Jersey, era
in un tour-de-poudre occidentale con il marito Mike, che sciava con un
altro gruppo. Nel loro caso, l’esperienza di Barbara era uguale a quella di
Mike—entrambi hanno non uno ma ben due tute da sci Arc’teryx date da
CMH come premio a coloro che accumulano uno sconcertante milione
di piedi verticali. Tuttavia, ora entrambi settantenni, e con doppi tutori
alle ginocchia, Barbara ovviamente è più lenta. Nonostante l’esperienza, la
sua sciata era più in linea con un gruppo dove la maggioranza erano tutte
principianti, come la sottoscritta.
A chiudere il nostro gruppo c’erano le sorelle Nara and Larissa, sfrontate
mamme californiane che provavano per la prima volta l’heliski, grazie al
padre, Norm, agile settantenne e mietitore stagionato di neve fresca. Tra
i single c’erano Carrie, una mamma dal Colorado, entusiasta ciclista di
mountainbike, Kate, loquace coach di alti dirigenti della Pennsylvania, e
Kim, avvocato importante della costa orientale del Canada, che ha potuto
anche far visita al figlio che è maestro di sci a Revelstoke. Nella lista c’erano
anche: due membri del personale CMH Sarah e Ellen, più due persone di
Calgary, tra cui la sottoscritta.
Anche se le guide-maestri della Girl’s School non sono sempre di sesso
femminile, durante questo viaggio tutto si è incastrato alla perfezione e ci
siamo trovate con due amazzoni alpine molto alla mano, Alison Andrews e
Lili Lambert. Abituate a stare in mezzo agli uomini, e dovendosi difendere
dalle battute maschiliste con stile forte e suadente, questo gruppo sarebbe
32
LA CLASSE DEGLI DEI
stato per loro sicuramente una cosa più soft. Tuttavia, non ci hanno
sicuramente offerto un trattamento con i guanti bianchi.
Mentre lo sci è, era e sempre sarà la raison d’être di qualsiasi viaggio CMH,
imparare le basi è la componente principale dell’esperienza Powder 101.
Il primo giorno abbiamo fatto il training obbligatorio sul pericolo di
valanghe e sicurezza sulla neve, seguito dalle dritte su come si entra e esce
dall’elicottero, come il famoso “heli-huddle,” una specie di abbraccio di
gruppo che mantiene tutti fuori dall’elicottero, nel campo visivo del pilota,
durante il decollo e atterraggio. Mentre l’istinto ti indica di coprirti come
uno struzzo quando il velivolo sta atterrando, Alison ci ha ricordato che la
cosa più intelligente da fare è di mantenere gli occhi al cielo e di prepararsi a
togliersi di mezzo in caso di improvvisa folata di vento.
C’è ancora molto da imparare una volta che si viene lasciati in cima alla
prima discesa innevata, a cominciare da come ci si equipaggia. Avete mai
provato a infilare gli sci in neve fresca alta fino alle ginocchia? Molto più
facile infilare le code degli sci nella neve per stabilizzarli prima di entrare
negli attacchi. Poi ci sono tutti i discorsi su come sciare con una guida e un
gruppo nella natura selvaggia non familiare e implacabile. Si impara a tenere
sempre d’occhio la guida e a fare dei rumori gioiosi per avvertire il gruppo su
dove ci si trova, il rumore può essere un grido, uno yodel, o una versione da
sotto la doccia del tuo inno preferito al potere delle donne (nel mio caso era
il coro di 4 Non Blondes’ “What’s Up?”).
Una volta che si è tutti attrezzati e scaltri come le guide, incomincia la parte
studio di Powder U. Per le assolute principianti della neve fresca, in quelle
prime curve ti sembra veramente di essere un cerbiatto ai primi passi. È una
sensazione nuova, strana ed emozionante, che ti lascia profondamente vigile,
con il fiato corto, un po’ perplessa e, nel mio caso almeno, completamente
euforica. Da lì in poi è tutto, incredibilmente, in discesa.
Guidate dall’intrepida coppia Lili e Alison, le compagne del Girl’s
School hanno sfruttato al massimo il tempo passato su questo campo
alpino, zigzagando tra gli alberi e giù per aperte distese di neve fresca fino
al ginocchio o alle cosce. Precipitazioni leggere come piume sono cadute
dal cielo giornalmente, cancellando le tracce lasciate in precedenza come
succede quando cancelli i disegni sulle lavagnette giocattolo. Con ogni
discesa il miglioramento collettivo era tangibile. Abbiamo imparato a
tenere le mani in avanti e i fianchi centrati, una posizione che è stata
Puoi ridere? Mangiare di gusto? Diventare amico della forza di gravità? Se è così, allora forse sei adatto a Powder U.
«Per molte donne,
anche le sciatrici
provette in stazioni
sciistiche—e io non
sono tra loro—esiste
un fattore senza
dubbio intimidatorio
nell’heliski».
34
LA CLASSE DEGLI DEI
memorabilmente, anche se volgarmente, descritta come sciare come se stessi (tosse
di imbarazzo) “facendo l’amore” piuttosto che (doppia tossita) “quando sei sul
gabinetto.” Ad ogni curva diventavamo più forti, le curve diventavano più rotonde
e più naturali, noi diventavamo più sicure, meno inclini ad assecondare l’impulso di
rallentare, e più inclini a lasciarci andare.
C’è un abbandono bellissimo nello sciare nella neve fresca che non deve essere
confuso con imprudenza. La neve profonda offre un controllo naturale alla velocità, e
una volta che lo accetti e ti rendi conto che puoi puntare i bastoncini in discesa senza
correre gli stessi rischi che correresti su una montagna coperta di neve compatta e
dossi, la montagna diventa un parco giochi soffice e accogliente. E se solo assomigli
alla nostra banda, ogni volta che scivoli e ti fermi ti metterai a ridere come un matto.
Ci sono state molte altre risate alla Girl’s School oltre a quelle legate alla fretta
di dominare la curva con balzo. La mentalità del “tutti per uno” del gruppo ha
incoraggiato un’atmosfera di supporto. Alla fine della prima giornata a tutti era stato
dato un soprannome: Lucie in the Sky with Diamonds, Two-Million Foot Barbara,
Killer Kim, Gnarly Narla. Larissa è stata chiamata The Torso «il tronco» per la sua
scelta di portare una giacca scura con pantaloni bianchi, che rendeva le sue gambe
invisibili nella neve. Ci siamo caricate una con l’energia dell’altra, abbiamo celebrato
i successi e i miglioramenti dell’una e dell’altra, e ci siamo aiutate quando siamo
cadute—anche se le cadute sono diventate sempre più rare man mano che passavano
i giorni.
Quando non eravamo sulle montagne, le sensazioni piacevoli continuavano.
Ci riunivamo per sessioni rumorose di replay dopo-sci, aiutate dal vino e da
bicchierini di liquore di fiori di sambuco. La Girl’s School reclamava lo stesso
tavolo ogni sera a cena, con un invito aperto ai partner e familiari di unirsi
al gruppo. È qui che abbiamo scoperto che Kate the Great è stata direttore di
una nave da crociera in una vita precedente e che Killer è stata un giudice.
Abbiamo sentito parlare di figli e mariti e fidanzati, dato e accettato consigli, e
siamo diventate sempre più allegre mentre ricordavamo i momenti salienti della
giornata con la seconda (e, OK, con la terza) bottiglia di vino.
L’ultima sera, la Girl’s School ha tenuto una sorta di cerimonia di laurea nella
stanza di Sarah, mentre ci preparavamo con accessori da discoteca presi dalla
collezione fornita di Ellen. Seguendo la nostra festa di danza privata abbiamo
fatto la nostra vistosa entrata nella sala banchetti con la colonna sonora dei
grandi successi di Donna Summer che proveniva da uno stereo portatile, il che
ha impostato il tono per il resto dei festeggiamenti della serata.
La mezza giornata di conclusione del viaggio ha visto Lili e Alison sciare in
boa di struzzo rosa shocking e occhiali glitterati alla Elton John presi al penny
store (incredibilmente buoni nella luce piatta, ha fatto notare Lili). Ormai
esperte nell’entrare e uscire dall’elicottero, e totalmente sicure nell’intagliare le
nostre scie individuali nelle distese di neve fresca, abbiamo fatto un paio di corse
memorabili prima di ritornare al lodge, per poi lasciarci come laureate e amiche
della Girl’s School.
Ora ripenso con malinconia alla mia classe tra le nuvole, dove ho imparato a
girare con il balzo e a sciare con abbandono. La cosa più importante che ho imparato
è anche che l’heliski non è solo per gente tosta, come pensavo. Certo, non puoi essere
un principiante sugli sci e certo, essere in buona forma fisica, aiuta. Ma la Girl’s
School è il tipo di ambiente accessibile e di supporto che tutti i novellini di neve fresca
dovrebbero avere la fortuna di poter provare la loro prima volta.
Per quanto mi riguarda, è l’inizio di una missione che spero risulti, un giorno,
nella mia prima tuta per il milione di piedi verticali (complimenti a te, Barbara, per
avermi anche solo fatto prendere in considerazione la possibilità). E oltre a tutto
questo, la Girl’s School ha dimostrato che, dopo tutto, la musica disco non è morta.
Ad essere sincera, ciò che mancava erano i copricapi accademici da tirare in alto
insieme e un vigoroso saluto alla nostra bella alma mater, la vecchia Powder U!
ANNUAR
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ANNUARIO CMH
RIO CMH
Bruce Howatt
Manager di area, Bobbie Burns
Lo sci e l’alpinismo sono sempre stati al primo
posto per Bruce, nonostante sia un ragazzo delle
praterie proveniente da Edmonton, Alberta.
Ha fatto parte della prima ondata di guide
accreditate nate in Canada, ha fatto il suo primo
test all’età di 18 anni, ed è stato con CMH inverno
e estate per oltre un quarto di secolo. Bruce è
stato uno dei migliori arrampicatori tecnici del
Canada negli anni ottanta, ma ora presta la sua
esperienza nello sviluppo di vie ferrate e zipline
per offrire ulteriori sfide alle nuove generazioni
di sciatori di heliski che amano l’adrenalina.
Per quanto riguarda lo sci, il padre di due figli,
esperto di breakdance dice: «Mi sono infortunato
talmente tante volte che ho perso il conto, ma
ritengo di essere ancora una roccia».
Maria Hawkins
Agente prenotazioni, Banff
Siete in buone mani se affidate le
prenotazioni alla super atleta residente
nell’ufficio centrale CMH. Nata in Inghilterra
e cresciuta a Banff, Maria è “sbocciata”
tardi, visto che ha incominciato a correre
su strada in bicicletta all’età di 25 anni.
Ma solo cinque anni dopo ha partecipato
per il Canada alle Olimpiadi di Barcellona.
Da allora ha aggiunto al suo repertorio la
mountain bike e lo sci da fondo, e continua
anche a viaggiare intorno al mondo per
competere nelle fasce alte d’età. «Adoro
le competizioni lunghe come quella di
Vasaloppet, in Svezia» ha detto. «Certo
90km sono lunghi, ma ho la fortuna di
vivere nel posto perfetto per allenarmi».
Guy Clarkson
Guida, McBride
Anche se dice che le sue giornate sono
solo di 24 ore, il curriculum di Guy
racconta un’altra storia. I suoi secondi
lavori includono: pilota (di aereo e
elicottero), marinaio, rancher, produttore
cinematografico, addestratore militare e
produttore televisivo. Sciare, tuttavia, li
supera tutti. «Specialmente invecchiando,
mi ritengo un privilegiato», dice il padre
di quattro figli che sta iniziando la sua
33ma stagione come guida. «E ogni inverno
mi piace di più». Per la bassa stagione
(come se ne avesse una) Guy andrà in
Norvegia per prepararsi ad un reality TV
ambientato nell’Artico canadese. E per
concludere, ammette che la sua partner,
Judy, è «la moglie più comprensiva del
mondo».
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ANNUARIO CMH
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CMH YEARBOOK
Solve Sundsbo
Ospite, Londra, Regno Unito
Quanti fotografi di moda famosi possono
dire di aver tratto la loro ispirazione
originale da una rivista di sci? Solo lui.
«Ho sempre amato sciare», dice Sundsbo,
nato in Norvegia. «Ricordo quando a
13 anni lavoravo per fare esperienza in un
negozio sportivo e leggevo tutte le riviste
e guardavo tutti i video. Mi sono detto:
‘Un giorno scierò nelle Cariboos’». E lo ha
fatto, ma solo dopo esseresi affermato
nella sua professione con uno stile semplice
e artistico che è apparso dapperttutto,
in grandi pubblicità, nella rivista Vogue,
in un album dei Coldplay—e perfino su
un documentario del 2011 che ha vinto
un premio Emmy. Il suo prossimo sogno
«Portare i miei quattro figli a CMH».
Gary Tarna
Ospite, Tokyo, Giappone
Nato a New York, la famiglia di Gary si è
traferita a Tokyo quando aveva 14 anni,
dove, a parte quando ha studiato alla
University of Southern California, si è
sistemato nell’azienda di famiglia che
si occupa del commercio delle perle.
Con un passato da chiudipista nelle Alpi
giapponesi—è completamente bilingue—
Tarna aveva 32 anni quando ha fatto il suo
primo viaggio con CMH. Dopo quaranta
visite e circa sei milioni di piedi verticali,
le sue avventure due volte l’anno sulle
Monashees sono un rituale cui tiene molto.
E nonostante il suo commercio si sia esteso
a oggetti di lusso in generale, può ancora
individuare la gemma perfetta: «Non c’è
assolutamente niente di meglio per quanto
riguardo lo sci delle piste tra gli alberi nelle
Monashees».
UNO SCIsa
a
c
a
trov
Non soddisfatti di una breve
visita, le persone di K2 Sports
vanno fino in fondo. Ecco che
sta per nascere il lodge CMH K2.
NELLE ULTIME QUATTRO STAGIONI, i designer di sci e i freerider
di K2 Sports hanno mantenuto una data regolare nel calendario di
CMH. Riescono anche a giustificarlo come lavoro, visto che faticano
dall’alba al tramonto testando nuovi design di sci e grandi discese per
società come Warren Miller Films.
Beh, alla fine si scopre che una società gigante come K2 ha una
mentalità molto simile ad un guerriero ordinario di heliski visto
che, ad un certo punto del quinto giorno, invariabilmente la stessa
domanda viene fuori: «Perché non faccio questo tutta la stagione?» Per
cui, la scorsa primavera, quando CMH ha chiesto se a K2 avrebbe fatto
gola una residenza più permanente, la società ha risposto esattamente
come risponderebbe ogni sciatore, se potesse: «Ma certo, quando
cominciamo?»
Questa stagione vedrà quindi la nascita del lodge CMH K2 a Nakusp,
cittadina pittoresca sul lago, in precedenza chiamato CMH Kootenay.
«È stata un vendita facile», ha detto Mike Gutt, Manager marketing
globale di K2. «Abbiamo avuto un’esperienza così positiva, prima sulle
Monashees, e specialmente nelle ultime due stagioni a Kootenay. È un
posto magnifico dove tutto ha le stesse vibrazioni di K2—la cittadina,
la mentalità, il terreno. Il personale è stato molto ricettivo, ma così
sono stati anche gli altri ospiti la cui visita coincideva con la nostra.
Lo scorso anno più della metà di loro hanno chiesto quando saremmo
andati nella stagione successiva, in modo da poter prenotare la stessa
settimana».
Adesso sarà tutto molto più facile, secondo il direttore di strategia
del marchio di CMH, Marty von Neudegg. «Stiamo solo definendo i
dettagli», ha detto a luglio, «ma ci aspettiamo di funzionare tutte le
14 settimane con sessioni di tre, quattro e cinque giorni nelle quali
sciatori normali di CMH avranno la possibilità di stare a contatto con
professionisti K2 come Seth Morrison, Sean Pettit e Andy Mahre. Ci
saranno diversi temi tra cui scegliere, ad esempio lavorazione di film,
programmi per donne e test di attrezzatura». È una nuova idea per
tutti, dice, e sarà sicuramente un lavoro in corso. «Ma immagina una
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UNO SCI TROVA CASA
società di sci con il proprio lodge per l’heliski. Farà morire d’indivia
molte persone nell’industria sciistica».
Von Neudegg fa notare che le due società condividono un bel
po’ di DNA. «Abbiamo entrambi quasi la stessa età. K2 celebrerà il
50o anniversario nel 2013, e CMH lo farà nel 2015. Ed entrambi siamo
coinvolti nel freeride da decadi prima che il termine fosse inventato».
Ovviamente, il freeride è il fulcro dell’attività di sci e snowboard di
K2. La società non fa neanche sci da corsa, dice Gutt. «Tutto il mondo
sta andando verso l’etica del freeride, anche in Europa, dove la corsa
ha tradizionalmente guidato l’industria. Ma la scorsa stagione, per la
prima volta, il nostro volume in Europa ha superato quello del Nord
America».
Uno dei vantaggi principali per CMH sarà una ricerca e sviluppo
ancora più concentrati delle attrezzature future per la neve fresca.
«Il nostro parco sci K2 è già popolare tra i nostri clienti», dice von
Neudegg. «Questo in parte perché hanno avuto un posto fantastico per
testare tutti i tipi di flex, forme di rocker e diverse sciancrature, in più
hanno l’energia di perseguire sempre il meglio, per quanto riguarda
il design. Con questo processo che ora durerà tutta la stagione, non
possiamo che ottenere sci migliori».
L’altro incarico di rinnovo è il lodge stesso, che Gutt promette
riceverà una trasformazione totale nello stile pazzo di K2 che i lettori
di riviste di sci conoscono molto bene. «Non stiamo parlando di alcuni
poster qui e lì», ha detto. «Ogni stanza avrà il proprio arredo e sarà
veramente originale». Aspettatevi anche l’apparizione dello Sasquatch
K2, l’uomo delle nevi che guiderà i giri da bar a bar e le immersioni
improvvisate nelle acqua cristalline del lago Upper Arrow.
Non che questa occasione abbia bisogno di essere resa più attraente,
ma Gutt rivela un premio tangibile per ogni sciatore che prenota una
sessione al lodge CMH K2. «Riceverete un paio gratuito di sci a vostra
scelta tra gli sci K2 della stagione successiva, l’autunno seguente».
Come si dice nel business del co-branding, cosa ne pensate di questa
proposta di valore?
Potresti esserci anche tu tra di loro. E per dare il tocco finale, ogni ospite al lodge CMH K2 riceverà un paio di sci K2 gratuiti tra quelli del prossimo anno.
Di solito, giganti ominidi pelosi non danno ordini. Ma a K2, amano fare le cose in modo diverso.
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