L’universo dionisiano: struttura
gerarchica del mondo secondo
ps. Dionigi Areopagita
Autore: Renè Roques
6_2_2008
Maura Contini
Presentazione di Claudio Moreschini
• Il saggio viene pubblicato più di 50 anni fa
• Allora ricevette tutti giudizi favorevoli, ma
che non centrarono gli aspetti essenziali
• Si concentrarono più sull’aspetto poco
ortodosso della teologia di Dionigi, su
quelle sue dottrine “poco cristiane”
• E non sul grande contributo dato dal
Roques alla conoscenza di Dionigi stesso
• Roques inquadra Dionigi in modo
convincente nella tradizione della filosofia
greca ( questo soprattutto nel I capitolo )
• Riguardo al problema del rapporto di
Dionigi con il neoplatonismo
restituisce alla filosofia pagana il giusto
peso e la giusta funzione nella
speculazione dionisiana
• Grazie alla traduzione perfetta, le
citazioni testuali, l’attenzione al lessico
e alle fonti
• Roques individua nell’esigenza di
sottolineare l’importanza dell’ ordine
nella struttura del mondo ( esigenza di
tutta la cultura classica ) la spinta di base
dell’universo dionisiano
• come per Aristotele, il mondo appare allo
Pseudo-Dionigi come il luogo dell’ordine
• Come per i neoplatonici, un ampio ruolo
è dato alla demonologia (o angelologia)
• C’è una corrispondenza per i caratteri
dell’ordine gerarchico
Introduzione
• Il mondo gerarchico dello Pseudo Dionigi
si colloca in una tradizione di pensiero
detta “ visione alessandrina del mondo “
• È una concezione dell’universo e delle
intelligenze che riceve gli influssi della filosofia
platonica e aristotelica, di Filone, della gnosi
e dei neoplatonici
• Consiste in una rappresentazione
graduale dei diversi ordini della realtà, a
partire dal primo principio dal quale
procedono tutti
• Il mondo gerarchico di Dionigi non è
cosmologico, ma è il mondo delle
intelligenze, a cui corrisponde una
gerarchia sacra (fa riferimento lo stesso al
vocabolario cosmologico, ma è un mondo
spirituale)
• Individua due tipi di gerarchie: la gerarchia
celeste, delle intelligenze pure, e la
gerarchia ecclesiastica, delle intelligenze
umane.
• Nel cap III La Gerarchia celeste la gerarchia
viene definita ordine sacro, scienza e
operazione, il cui fine è l’assimilazione e
l’unione a Dio.
• La ricerca di Roques si concentra non
sulla teologia, ma sulle parti meno
conosciute, al fine di «contribuire in tal
modo, benchè in maniera indiretta,
all’identificazione ancora incerta, del
misterioso Areopagita»
• Si svolge in 4 fasi:
• Nella prima (quella che ci interessa)
definisce i 3 caratteri costitutivi del mondo
dionisiano
• Nella seconda come questi si sono
realizzati nel mondo delle pure intelligenze
• Nella terza come invece si sono realizzati
nel mondo delle intelligenze umane
• Nella quarta il ruolo del Verbo Incarnato in
questo doppio universo delle intelligenze
angeliche e umane
Cap I Il mondo come ordine: il
vocabolario e le sue fonti
• I sistemi antichi vengono definiti filosofie
dell’ordine. L’anima, la città visibile e la società
devono riprodurre l’ordine che presenta loro
l’universo. In questo modo nasce l’accordo,
l’armonia delle parti e la coesione dell’insieme,
si costituisce l’unità, fonte di vera bellezza
• Il pensiero di Dionigi viene influenzato da
questi concetti tipici della filosofia antica,
in più presenta elementi di provenienza
biblica, patristica e ecclesiastica
• La ricerca del Roques procede attraverso
lo studio di alcuni termini e temi che
definiscono l’ordine dionisiano, per
individuare in tal modo il groviglio di
influenze, cogliere l’originalità di Dionigi e
le sue fonti
• Allo stesso tempo si preoccupa di stabilire
le tradizioni dottrinali che Dionigi riprende
o da cui trae ispirazione
Ταξις
• Il termine ha due significati: nell’accezione
materiale sta per assetto esterno,
nell’accezione imperativa sta per
ordine,disposizione
• Per Dionigi sta a significare sia
disposizione santa di Dio, sia legge divina
• Ora, ogni gerarchia ha un assetto
ordinato ( non c’è né disordine, né
mancanza d’amore, né confusione, ma
armonia, ordine e felice equilibrio)
• Ma l’ordine realizzatosi nelle gerarchie
non è un caso, bensì l’espressione stessa
della volontà divina
• Infatti Dio stesso è ordine e principio
d’ordine
• Dunque dalle disposizioni divine l’ordine
è inseparabile
• Se ordine e legge divina sono sempre
legati, allora …
• Accettare e volere l’ordine significa
eseguire la legge divina, vivere nel bene e
essere in se stesso divino
• Trasgredire o spogliarsi dell’ordine vuol
dire invece rompere con la legge divina,
vivere nel male e allontanarsi dal divino
• Il male risiede nel disordine: è rottura di
quell’ ordine assetto che è anche l’ordine
comando di Dio (esempio del monaco
Demofilo, dalla Lettera VIII)
• La ταξις è una forma di θεσμος: violare la
prima equivale a violare la seconda
• L’ordine, sia nella gerarchia, sia
nell’anima, è un’immagine dell’ordine che
regna nella divinità ed è legge di Dio che
quest’ordine sia rispettato
Κόσμος
• Questa nozione è strettamente legata a
quella di ταξις e indica l’assetto, il buon
ordine, la convenienza e l’universo che
realizza tali qualità in modo perfetto
• Ora, Roques ci mostra gli aspetti di questa
nozione che Dionigi eredita dalle altre
filosofie
• Secondo Aristotele, la natura, l’intelligenza e
non il caso è la causa dell’ordine
• Inoltre, egli distingue due regioni a seconda che
quest’ordine sia rispettato o meno: il mondo
sopralunare, dove regna una regolarità perfetta,
e il mondo sublunare, dove regna il provvisorio e
il cambiamento, pur essendoci comunque una
gerarchia
• Secondo gli Stoici l’universo non è
gerarchico: tra le cose c’è coordinazione e
coesione, non subordinazione.
• Dal fatto che tutti i suoi elementi hanno
un’essenza affine, si ricava l’unicità
dell’universo, che è sufficiente a se stesso
(autarchia perfetta)
• L’ordine con cui il mondo regola tutti gli
avvenimenti e le volontà si identifica con la
necessità
• Il saggio dirige le sue azioni in conformità
ad essa
• Il Corpus Hermeticum mantiene gli stessi temi
della cosmologia, la quale è però sempre più
subordinata alla soteriologia, ovvero alle
tecniche per la salvezza personale
• Ognuno all’interno della gerarchia conserva il
rango che gli è stato assegnato
• La vera filosofia consiste nell’istruirsi partendo
da quest’ordine universale
• Il compito dell’uomo non si limita alla sola
contemplazione, ma deve anche mantenere e
sviluppare l’ordine, cooperando così con la
volontà di Dio
• Così come il mondo stoico, anche quello
dell’ermetismo è immutabile: i cambiamenti
riguardano solo le parti, senza che nulla
perisca o sia distrutto, mentre il tutto resta
costante e immortale
• L’eclettismo ermetico riprende dunque temi
stoici e gli sviluppi classici sulla
convenienza del termine κόσμος, per i quali
l’idea di ordine rimane essenzialmente
legata a quella di κόσμος
• I Neoplatonici riprendono i temi
cosmologici cari alla tradizione greca
• Giamblico integra la teurgia nel quadro
della cosmologia predominante.
• L’universo è assimilato a un unico Vivente,
ad un grande Corpo, nel quale i mali
parziali servono l’armonia del tutto.
• Il fine della preghiera e dei sacrifici non è
di turbare l’ordine del mondo o degli dei,
ma di conformarci ad esso, facendoci
adorare gli esseri celesti secondo il loro
rispettivo ordine
• Proclo eredita alcuni temi a cui unisce
nuovi elementi per la sua cosmologia
• La particolarità di maggior importanza per
la struttura delle gerarchie dionisiane è
che egli ripartisce l’insieme delle
intelligenze e degli dei in una moltitudine
di gruppi triadici
• I Padri della Chiesa sviluppano il tema
apologetico dell’ordine del mondo opera
del Dio unico
• I loro sviluppi cosmologici provengono
dalle filosofie dell’Antichità pagana
• Per Basilio l’ordinamento del mondo
visibile è l’opera di una ragione
industriosa, che altro non è che il Dio
unico del Cristianesimo
• Artigiano divino, dona la propria coesione
a questo universo
• L’ordine del mondo diventa un tema
apologetico e anagogico che deve
riempirci di ammirazione e devozione per
il Creatore
• Dio viene lodato per la sua azione
creatrice e per l’ordine perfetto che regna
nel mondo
• L’ordine e la proporzione sono condizioni
di bellezza: l’ordine trova il proprio
splendore nel tutto, così come il tutto
realizza il proprio splendore nell’armonia
delle parti che lo costituiscono
• Il termine e la perfezione della creazione è
l’uomo
Il Κόσμος dionisiano
• L’idea di κόσμος si è arricchita di una lunga
tradizione, sia pagana, sia cristiana
• Dionigi, a differenza degli altri filosofi, non
nutre interesse per l’universo sensibile, ma
solo per un universo spirituale
• Universo che non si è ancora liberato dalla
cosmologia e si definisce in riferimento alle
idee cosmologiche predominanti
• In conformità alla rivelazione giudaicocristiana, Dionigi afferma un Creatore
unico
• Non esistono altre cause creatrici all’infuori
di Dio, un Dio unico crea e governa tutto
• La divinità non si esaurisce in questa
funzione cosmologica, assume un nuovo
significato che raccoglie gli attributi sia del
Creatore che del Salvatore
• Nell’universo dionisiano la cosmologia si
incontra con la soteriologia
• Il ruolo di Salvatore è quello di ricondurre il
disordine all’ordine e la bruttezza alla
bellezza
• Dio è infatti impegnato personalmente
nell’ordine e nella bellezza delle
intelligenze, a tal punto che il loro
disordine e la loro mancanza di armonia
sono per lui un’offesa
• Il vocabolario resta cosmologico, ma il suo
significato si è caricato delle più alte
risonanze morali e religiose
• I diversi ranghi della gerarchia celeste sono
chiamati eukosmoi
• In essi, come nella gerarchia ecclesiastica, non
c’è nulla di contrario al buon ordine
• L’ordine e l’armonia delle cose divine sono in
effetti universali
• L’ordine e la bellezza del mondo sussistono
grazie ad una certa parentela dei suoi elementi
• Il simile può entrare in rapporto di conoscenza e
amore solo con il suo simile
• Questa legge vale per l’universo sensibile e
ancor più per l’universo spirituale
• La Bontà divina ha il ruolo di legame
onnipotente che riunisce a se e divinizza
la gerarchia delle intelligenze
• Unità senza confusione: questa è la regola
dell’azione divina sulle intelligenze
gerarchiche
• Questa unità che armonizza e avvicina le
nature al punto da renderle simili è una
unità di comunione e amicizia
• Queste sono un dono del Bene supremo
che rende felice l’accordo degli elementi e
delle intelligenze
• L’universo si articola così alla maniera di
un grande vivente che respira all’unisono e
che è teso in un medesimo sforzo
• Come già detto, è la Saggezza divina a
realizzare questo capolavoro che è l’unica
respirazione e l’accordo unico del tutto
• Questo accordo universale trova la propria
espressione più completa negli Inni
sull’amore
• L’universo di Dionigi ha mantenuto l’antico
ordinamento cosmologico nutrendosi allo
stesso tempo di autentica linfa cristiana
I derivati di μέτρον e di λόγος
• L’ordine e la bella disposizione non sono
possibili se non attraverso la misura
• Quale tipo di misura adotta Dionigi? Dio
solo è la misura di tutti gli esseri
• Allo stesso modo di come abbiamo visto
essere principio ordinatore, Dio sarà la
misura trascendente di ogni cosa, a cui le
intelligenze, angeliche o umane, fanno
costante riferimento
• La misura negli esseri (συμμετρία) varia da
un’intelligenza all’altra. Da cosa dipende
questa differenza?
• La prima causa è Dio stesso. Avendo
creato gerarchie con ranghi diseguali, ad
una diseguaglianza iniziale nell’ordine
dell’essere corrisponde una
diseguaglianza nell’ordine della capacità
divina
• La seconda causa risiede nelle intelligenze
stesse. Pur essendo un dono di Dio, essa
deve meritatsi.
• L’intelligenza creata è realmente
responsabile delle sue proprie dimensioni,
della sua capacità divina
• Tre fattori intervengono da parte
dell’intelligenza a determinare il suo grado
di partecipazione al divino
• Il merito
• La misura, ossia dal punto di vista divino, la misura ideale
massima assegnata ad ogni essere e fissata da Dio per la
sua partecipazione al divino. La partecipazione è comune
a tutti gli esseri della gerarchia, ma la qualità resta
variabile da un rango gerarchico all’altro
• La ricettività (divina) per cui l’intelligenza deve adeguarsi al
dono che le è stato offerto
Άρμονία e i suoi derivati
• Abbiamo visto come Dionigi adotti i punti di
vista della scienza e della filosofia del suo
tempo, quando questi non contraddicono una
verità rivelata
• Egli viene sedotto da una rappresentazione
dell’universo dove rigore e armonia si
uniscono in modo così perfetto
• La sua indagine è sempre rivolta all’universo
spirituale e gerarchico, e non a quello cosmico,
a cui applicherà la vecchia nozione di armonia
• Dio è il principio e causa di ogni armonia
• Imprime a tutto l’universo una bella unità di
respirazione e armonia
• L’armonia stessa è divina e sacra
• La partecipazione al divino, mediata dalla
gerarchia, è sempre armoniosa
• Dionigi quando si tratta di determinare la
modalità della nostra partecipazione al
Trascendente parla indifferentemente di
ordine o di armonia
• Un altro aspetto contribuisce all’identificazione
delle nozioni di ordine e armonia
• La mancanza di armonia, come la
mancanza di ordine, costituisce l’essenza
del male
• Attraverso il male, l’angelo decade dall’armonia celeste
• Nella nostra gerarchia umana, similmente, le passioni,
che Dionigi qualifica come distruttrici e mortali, fanno di
noi degli esseri senza armonia
• In ogni gerarchia esiste un vero accordo, e
da una gerarchia all’altra, le
corrispondenze sono impressionanti,
poiché gli ordini inferiori sono immagini di
quelli superiori
• D’altro canto, l’armonia o l’ordine
dionisiano non è una riduzione sistematica
all’identità
• Ogni rango gerarchico, e ciascuna delle
gerarchie, mantengono il loro posto, le loro
caratteristiche e le proprie armonie
• Unità senza confusione, nell’ordine, nella
misura e nell’armonia: queste sono le
caratteristiche del mondo dionisiano
• Quest’ordine è essenziale per la gerarchia
e per la vita dei soggetti che la
costituiscono
• Dono di Dio alle intelligenze, non è
possibile se non per la libera adesione di
queste intelligenze, di cui mantiene e
comanda la distinzione e l’unità
• Benchè applicate all’universo delle
intelligenze gerarchiche, le nozioni di
ordine e armonia conservano i temi delle
cosmologie antiche, senza che sia
possibile assegnare sempre un’origine
precisa a ciascuna delle influenze subite
• Queste nozioni si iscrivono sia nella
tradizione ellenica
• Sia si ricollegano alle idee bibliche e
cristiane di creazione, provvidenza e
redenzione, che riprendono dai
commentari platonici dei Padri della
Chiesa ai primi capitoli della Genesi
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