Università degli studi di Pavia
Facoltà di Lettere e Filosofia, Scienze Politiche, Giurisprudenza, Ingegneria, Economia
Corso di laurea Interfacoltà di Comunicazione Interculturale e Multimediale
LA MODA E LA MUSICA ROCK: VIVIENNE WESTWOOD, MADRINA DEL PUNK STYLE
Relatore:
Chiar.ma Professoressa Katia Ferri Melzi d'Eril
Correlatore:
Chiar.mo Professor Leonardo Terzo
Tesi di Laurea di: Susanna Moro
Anno Accademico 2010/2011
Rock in Fashion
Moda e musica, una coppia indissolubile
Ragazzi di ogni generazione hanno basato le loro
scelte in fatto di moda sullo stile del loro gruppo o
cantante di riferimento e questo, i marchi di moda,
lo hanno capito benissimo.
Antesignana di questo “pensiero” Vivienne
Westwood, che contribuì al fenomeno punk,
incarnato in modo impeccabile dai “suoi” Sex
Pistols.
Una volta capita la potenza del veicolo, gli stilisti
non hanno avuto dubbi sul fatto che valesse la
pena sborsare cifre da capogiro per far indossare le
proprie creazioni a gruppi e cantanti.
Rock and Roll
Rock e moda. Un connubio inscindibile.
Dalla nascita del Rock 'n Roll, negli anni '50, con il
relativo movimento stilistico dei Rockers, la moda
diventò un carattere dominante per chiunque seguisse
un certo genere di musica.
Bill Haley, Little Richard e Elvis: le nuove icone
stilistiche.
Lo stile “Greasy”: Elvis e la famosa “coda d’anatra”
alla Brillantina per i ragazzi e gonne corte e camicette
per le ragazze.
.
Anni ‘60: continui cambienti dal Rock and Roll, al mod
degli Who, allo stile glamour adottato dai Beatles con i loro
tagli “mop-top”, giacche con ampi colletti e stivaletti alla
caviglia.
Il potere del Rock: ciò che indossava un artista diventò
importante quanto la musica stessa.
Fine Anni ’60: nasce lo stile Hippie: la giacca Nehru,
completi fluo e camicie con jabot, influenzano gran parte
dello stile 1960.
Fu proprio in questo periodo che iniziò a farsi strada nel
mondo del fashion design Vivienne Westwood:
•
Rivalutazione dello stile anni ‘50 (Teddy Boys e harleisti);
•
Rivisitazione delle mode del passato per prospettive future.
Bio
Nata nel 1941 a Tintwistle, piccolo villaggio del
Derbyshire in Inghilterra, Vivienne dimostrò
subito di avere velleità artistiche in gioventù,
fabbricando da sola i suoi orecchini e accessori.
L’incontro che le cambia la vita è con Malcolm
McLaren, destinato a diventare il manager di
New York Dolls, Sex Pistols, e diverse altre band
nel corso degli anni '70/'80.
Nel 1971 insieme aprirono il loro primo negozio,
Let it Rock, al 430 di King's Road, Londra.
Negli anni '70 Vivienne Weswtood contribuì a creare lo
stile punk, con creazioni stravaganti e provocatorie.
Contro lo stile Hippie, la Westwood decise di sovvertire la
moda, affrontare le convenzioni e creare un nuovo stile.
Per dar libero sfogo alla sua creatività, lei iniziò a
fabbricare
articoli
di
bigiotteria
che
vendeva
a
Portobello Road, per mantenersi.
L’unione con Mc Laren fu fortemente caratterizzante
per entrambi, che, unendo la creatività e l'arte di
Vivienne con la capacità imprenditoriale di Malcom,
diedero
inizio
precedenti.
ad
un
sodalizio
artistico
senza
Let it ROCK!
Nel 1971 la coppia aveva una bancarella su Kings Road, dove
vendevano dischi della estensiva collezione di Malcom e accessori creati
da Vivienne. Quando il negozio rock che loro frequentavano spesso, il
“Paradise Garage” fallì, i due lo rilevarono, ponendo i pilastri per aprire la
loro boutique di abbigliamento e accessori, ribattezzandolo “Let it Rock”.
Vivienne iniziò a copiare le tendenze dei giovani: pantaloni a tubo che
scuciva per capirne il taglio sartoriale, i cappotti monopetto drappeggiati e
cuciti in colori brillanti.
Gli anni ‘60, così irrequieti e provocatori, avevano radicalmente scosso la
morale e lo stile di vita in cui siamo tuttora radicati. Nonostante il
benessere economico, gruppi sempre più folti di giovani misero sotto
critica la società patriarcale e dei consumi, proponendo nuovi modelli,
rivoluzionandola.
In questi anni di tumulti e cambiamenti, Londra
diventò meta principale di pellegrinaggio giovanile,con
punto focale la boutique di Miss Westwood.
I must-have erano scarpe con suole alte,
winklepickers, i famosi stivaletti appuntiti, alti sino alla
caviglia, cappelli cheesecutter (la coppola), Day-Glo
socks, i calzini alla caviglia, e t-shirt fatte da Vivienne.
Lei fu addirittura denunciata per aver creato la
celeberrima maglietta “Longhorns Dance” che
rappresenta due cowboys nudi.
La clientela abituale era molto eclettica, e contava
Teddy Boys, Spivs, fighetti di Chelsea
Kings Road acquisì la fama di culla delle nuove
ondate culturali della gioventù londinese. Quello fu
la genesi di uno stile straordinario che continua a
stupire e inventare nuove frontiere della moda ancora
oggi.
La nascita del Punk
L'incontro con Mc Laren diede una scossa non indifferente alla vita della Westwood; Lasciò libera la natura
‘anarchica’ e di matrice situazionista, fortemente influenzata dal movimento filo-anarchico in voga negli anni
Settanta. La moda della Westwood puntava allo scandalo, in particolare contro la società benpensante dell’epoca,
la gente-bene.
Anni ‘70: l’obiettivo era scandalizzare il più possibile. Nella vita quotidiana, nei modi di essere e soprattutto nella
moda. Londra iniziava a scoprire la cultura punk rock, quella che nella musica si presentava con nomi come Sex
Pistols, Ramones, Clash; nella moda, inutile obiettare, il nome di riferimento era solo uno: Vivienne Westwood.
Vivienne Westwood riuscì a tradurre in espressione artistica quelli che fino ad allora erano solo pensieri e
gesti di estrema politicizzazione. Iniziò anche a collaborare con la punk band americana “New York Dolls”, creando
anche per loro linee di abbigliamento con uno stile.
DA SUBCULTURA A MAINSTREAM
La moda Punk è una "decostruzione", una "cultura del rifiuto e dei rifiuti“.
Come il movimento Dada aveva provato a distruggere l'istituzione dell'arte, in tal modo i punks hanno
sempre spinto sulla distruzione dell'istituzione stessa del concetto di fashion. In fondo, è dalla
distruzione e demolizione del vecchio pensiero che si ottiene nuova arte.
La moda di Vivienne Westwood è una miscellanea di suggestioni e influenze di vario tipo, dal
sadomaso, al revival scherzoso delle decorazioni naziste, fino ai vestiti che ricordano lo stile delle
infermiere. Ogni abito è come un gesto politico: ha la funzione di scardinare e demolire i tabù e i
valori delle vecchie generazioni, creando scompiglio, curiosità e paura.
La moda della Westwood è perciò radicale, trasforma l'anatomia del corpo, ne ridisegna l'immagine,
secondo ciò che vuole esprimere.
New York Dolls
Nei primi anni 70 si respirava aria di rivolta e
cambiamento, tanto a New York quanto a Londra.
Gruppi rock locali stavano reinventando la loro
musica e il lo stile per protestare contro quella
mentalità diffusa in America già da qualche anno,
che
stava diventando sempre più star-centred,
appariscente ed elitaria delle bands degli anni 60,
super-gruppi come i Rolling Stones e i Beatles.
Queste band locali, come i New York Dolls e il
controverso atrista e performer Richard Hell, hanno
via via abbattuto queste barriere di “razzismo
musicale e stilistico”.
La prima fanzine originale dell'epoca, “PUNK”, fu
pubblicata per la prima volta a New York City ed è
accreditato con il primo uso del termine che
avrebbe
poi
descritto
un'intera
generazione.
Nel 1971 McLaren entrò in contatto con i New York
Dolls, una delle band di spicco della scena
newyorchese
del
momento,
capitanata
dall'istrionico Sylvain Sylvain, che andò subito
d'accordo con Malcom e Vivienne.
I New York Dolls erano eccentrici, con le loro
parrucche voluminose e scompigliate, il rossetto
fiammante,
zatteroni
vertiginosi,
camicie
che
trasudavano crinoline e pantaloni dolorosamente
super attillati, erano la perfetta mescolanza tra
l'attitudine anarchica di Iggy Pop, la brutalità
verbale e lirica di Lou Reed, e un giusto street
sense.
Un “mascara-massacre” guidato dal leader Sylvain
Sylvain, istrionica ascia della band, sostenuto
magistralmente dal batterista Billy Murcia, con il
quale aprì anche una boutique di abiti alternativi
chiamata “Truth and Soul”.
La coppia Mc Laren - Westwood disegnò per loro
delle tutine in latex verniciate di rosso, pantaloni
estremamente attillati ai corpi magri dei musicisti,
canottiere in viscosa monospalla e boa di struzzo,
utilizzando il simbolo sovietico di falce e martello
per allestire i palchi delle loro esibizioni live.
Con il nuovo look proposto dalla coppia di Londra
calcarono le scene per diverso tempo, raggiungendo il
top, quotati nelle poll della rivista musicale “Creem”
come la miglior band dell'anno 1973. Fu la loro epoca
d'oro, fino al 1975 quando Sylvain lasciò la band e gli
altri componenti preseto strade diverse; McLaren fece
ritorno in Inghilterra, ma con in testa un vortice di nuove
idee, ansioso di esternarle e svilupparle assieme alla
socia-compagna Vivienne.
Sex Pistols
Decidendo di supportare il nuovo lifestyle nascente nell'Inghlterra della seconda metà degli anni '70, Vivienne lo fece
nell'unico modo in cui meglio sarebbe ruscita a dimostrare il suo dissenso verso il potere e la società, usando l'arma
dell'abbigliamento. E quale modo migliore per far sentire al massimo la sua voce, se non vestire la band di punta
delpanorama punk dell'epoca? Fu così che Vivienne divenne il primo esempio di “fashion coach” della storia, con i Sex
Pistols.
I Sex Pistols emersero come risposta a ciò che era sempre visto come più eccessivo, come il rock progressivo e le
produzioni pop della metà degli anni settanta. Il gruppo creò molte controversie durante la sua breve carriera, attirando
l'attenzione su di sé, ma mettendo spesso in secondo piano la musica. I loro show e i loro tour erano ripetutamente
ostacolati dalle autorità, e le loro apparizioni pubbliche spesso finivano disastrosamente. Il singolo del 1977 “God Save
the Queen”, il loro "manifesto”, un voto alla ribellione e all'anticonformismo, pubblicato appositamente durante il giubileo
d'argento della regina d'Inghilterra, è stato considerato un attacco alla monarchia e al nazionalismo degli inglesi.
Gli abiti indossati dai Sex Pistols nel video di “God Save The
Queen” arrivavano direttamente dal negozio “Sex”. La Westwood
si occupò di vestire la band con abiti fortemente provocatori,
magliette strappate, spille da balia, spandex e pantaloni in pelle
attillatissimi e il celeberrimo “Schott Perfecto”, meglio conosciuto
come “chiodo”.
Nel videoclip del pezzo “God Save the Queen” si vede bene lo
zampino di Vivienne negli abiti della band. Il video, girato in un pub
in cui spesso i quattro si trovavano a suonare, si incentra
totalmente sul lavoro della band sul palco, dando quindi maggiore
possibilità di attenzione allo stile dei singoli componenti.
Sid Vicious appare perfetto nello stile studiato per lui da Miss Westwood,una
sorta di uniforme che consisteva in una t-shirt molto aderente, a maniche
corte e completamente nera, salvo poi alternarla con altre creazioni sempre
“Made in Seditionaries”, un paio di jeans attillatissimi, di denim chiaro, con
diversi strappi all'altezza del ginocchio e della coscia. Scarpe di tela Converse
All Star, che più si mostravano usate e vissute, più erano considerate “in”;
questo mix, unito alla capigliatura spiky corvina e all'immancabile trademark
di Sid, una catena d'acciaio con lucchetto usata come collana, completato
dall'immancabile Chiodo in pelle nera, composero la “divisa ufficiale” del
musicista, che si presentava in pubblico con quel'abbigliamento.
Johnny Rotten, il cantante, indossa degli anfibi da
motociclista, in cuoio, neri con doppia fibbia laterale. un
paio di pantaloni a tubo neri, attillatissimi, in lurex lucido,
una maglia bianca long sleeved, con ganci metallici in
corrispondenza delle clavicole, dei gomiti e dei polsi, i
bordi scuciti, il fondo strappato quasi a creare dei volant
intorno alla vita, le maniche talmente lunghe da coprire
totalmente le mani, stampata sul davanti con il logo della
svastica, un cristo in croce voltato a testa in giù, e la
scritta “Destroy” sanguinante sotto al colletto.
Per i chitarrista Steve Jones fu scelto un look particolare: il
ragazzo sfoggia una maglia a rete in garza bianca, morbida, con
maniche scampanate che terminano legate con dei nastrini sui
polsi, con collo volutamente sdrucito e penzolante, ottenendo
un'immagine quasi piratesca; per completare l'effetto “mozzo”,
Jones si legò in testa una bandana bianca, facendo un nodo su
ogni angolo.
Paul Cook, il batterista, decise che almeno lui avrebbe
dovuto “portare alta la bandiera della sua
terra”, e
decise di farlo indossando una t-shirt smanicata in
cotone, con la stampa della Union Jack. Non una
semplice maglietta con bandiera: su di essa infatti, la
Westwood aveva applicato cerniere e fatto tagli per poi
richiuderli con spille da balia, e aveva stampato scritte
di protesta come “No future” e “Fuck the system”.
Malcolm Mc Laren dichiarerà una volta che fu lui ad inventare il punk, affermazione che gli venne più volte
contestata da che invece asseriva che lui fosse piuttosto il responsabile della sua
spettacolarizzazione verso il grande pubblico, con l'operazione Sex Pistols, che fu a tutti gli effetti
un grande boom mediatico. Se lui fu abile ad intuire le potenzialità di successo di un gruppo di
scapestrati ragazzini, la sua socia in affari e compagna di vita, Vivienne Westwood, che negli stessi anni
rinnovava il suo celebre negozio in Kings Road, fu la sua controparte nell'identificare le potenzialità della moda
provocatoria dei punk, che divenne parte integrante della sua espressione stilistica, di allora come delle
collezioni attuali.
Il punk fu sia un prodotto sia una vittima del tardo capitalismo; la più rapidamente digerita tra le
subculture nate in quell'epoca, in quanto, dalla sua nascita arrivò immediatamente alla fruizione, per cadere
quindi vittima del marketing di massa in meno di tre anni. Fu una meteora come ideologia, ma è ancora
persistente come moda. La moda punk è stata più volte fonte d'ispirazione per l'haute couture.
Dalla piccola boutique alle passerelle internazionali, Vivienne Westwood diventerà ben presto una delle più
quotate firme della moda internazionale, riconosciuta persino con onorificenze dallo stato britannico.
Gli Anni '80
Quando agli inizi degli anni '80 Vivienne Westwood presenta la prima collezione, la sua clientela è costituita da
persone legate esclusivamente alla cultura di strada. Gli abiti di Vivienne Westwood diventano più strutturati,
più femminili e di ispirazione storica.
Le collezioni seguenti “Savage” (primavera/estate 1982), “Buffalo” (Autunno/inverno1983) , “Punkature”
(Primavera/Estate 1984), e “Clint Eastwood” (autunno/inverno 1984-85), insieme all'apertura del suo secondo
negozio, “Nostalgia of Mud” a Parigi, denotano la ricerca di Vivienne verso nuovi mondi fashion. Quel periodo,
dal 1988 al 1992, fu soprannominato "gli anni Pagan" durante il quale "Vivienne cambia lo stile degli eroi del
punk: gli straccioni adesso indossavano abiti della classe superiore, come una sorta di parodia"Il periodo dal
1993 al 1999 fu denominato "Anglomania" e quello dal 2000 ad oggi - "Exploration".
Queste collezioni combinavano l'immagine “primitivista” con un taglio sartoriale informale, fabbricazioni
innovative, giustapposizioni di underwear e outwear, utilizzando elementi come i corsetti non più come
indumento intimo ma come accessorio per completare il look. Il corsetto emerse come elemento chiave di
questo periodo artistico della Westwood, costituendo un nuovo linguaggio delle forme, assieme con indumenti
modellanti, crinoline e scarpe dalla suola e dal tacco altissimo, spalline oversize e bustiers contenitivi .
Adam And the Ants
Una delle band nate in quel periodo che finì sotto
l'ala manageriale di McLaren furono gli “Adam and
the Ants”. Nel 1979 vide la luce il primo album di
Adam and the Ants, “Dirk wears white sox”
catalogato ancor oggi da molti siti specializzati sotto
la voce new wave. Dopo il lavoro di Vivienne
sull'immagine dei componenti della band e in
particolare sul frontman Adam, saranno proprio i
corti calzini bianchi, i mocassini neri, i blazer
sgargianti pieni di pizzi e lustrini ispirati ai corpetti
settecenteschi e lo stridente make up da indiano
metropolitano, miscela davvero stravagante ma
armonizzata dall’innegabile fascino del bellissimo
Adam,
che
andranno
dell’estetica
new
sopravvivere
felicemente
a
costituire
romantic,
nel
i
cardini
destinata
corso
a
dell’intero
decennio successivo e che non manca di suscitare
tentazioni revivaliste anche ai giorni nostri.
Bow Wow Wow
Nacque in quegli anni anche la band Bow Wow Wow, uno dei primi esempi di new wave,
creata in principio, appositamente per promuovere la nuova linea new romantic di Vivienne.
Quella dei Bow Wow Wow è una storia di marketing moderno, perché è legata a un progetto
che oggi rientrerebbe in quella che le aziende moderne chiamano “immagine coordinata”.
Dietro a questo gruppo – nato nella Londra New Romantic del 1980 – non c’è infatti una
gavetta passata a provare in cantina, non c’è neanche una storia d’amicizia ad accomunarne
i membri, ma si cela il programma di un “deus ex machina” che ha fatto la storia del costume
inglese tra gli anni Settanta e il decennio successivo: il binomio Westwood-Mclaren.
Il progetto Bow Wow Wow è organizzato né più né meno che come qualunque altra
campagna pubblicitaria per il lancio di un prodotto. In questo caso per una linea di
abbigliamento neoromantico.
Il Vestiario
Camicie con spalle larghe rinforzate da spalline in gommapiuma, stampe regolari, a
quadretti e forme geometriche, i primi baggy trousers, indossati dai componenti
uomini, che poi sarebbero andati a costituire la divisa dei new romantics degli anni
seguenti, e occhiali da sole a specchio. Annabella Lwin sfoggia una capigliatura da
mohicano piena di treccine, berretto con bandana applicata, e una t-shirt oversize
senza maniche, stampata con motivi geometrici che ricordano i colori africani, che lei
porta come abito, fermato in vita da una cintura in cuoio marrone. Questo fu il culmine
dell'opera avviata da McLaren per dare visibilità alle nuove collezioni della Westwood,
visibilità raggiunta a livello planetario, grazie alla continua trasmissione del
videoclip sulla neonata rete musicale MTV.
New Romanticism
Il “New Romanticism” è un movimento pop nato nel Regno Unito, tra il 1979 e il 1980. Era basato sulla musica new wave e gli
esponenti di questo genere sfoggiavano un abbigliamento sgargiante ed eccentrico. Molti artisti dell'epoca adottarono il new
romantic come stile di vita, che divenne noto grazie ad esponenti illustri quali appunto Bow Wow
Wow, Ultravox, Visage, Duran Duran e Boy George, diventati così delle icone fashion del decennio.
Uso del sintetizzatore, musica visionaria e d'ambiente combinata con l'impatto visivo live, coadiuvato
da luci tenui e macchine da fumo, ma soprattutto con il look dei musicisti, li portò in vetta alle chart
inglesi, e li aiutò a scalare le classifiche prima americane e poi di tutto il mondo; fenomeno questo
chiamato “Second British Invasion”.
Questo Nuovo Romanticismo non è altro che una naturale reazione al dilagante movimento punk,
un revival del glam rock degli anni '70. di Roxy Music e David Bowie.
In termini di stile infatti, il New Romantic respinge l'austerità e l'anti-fashion adottato precedentemente dal punk, valorizzando le tinte
pastello, i completi due pezzi eleganti e il make up.
Entrambi i sessi vestivano in totale androginia, facevano largo uso di cosmetici come eye-liner,
rossetti accesissimi, ombretti nelle tonalità del blu e fard.
La moda di questi anni, ancora una volta, si basò molto su questo
nuovo movimento, portando in passerella elementi di matrice neoromantica, in particolare camicie in seta morbida, completi
glitterati e capigliature tinte di rosso mattone, alla Bowie.
L'emergere del nuovo movimento romantico nel mainstream
coincise con la presentazione di Vivienne Westwood della sua
"Pirate Collection", con capi già promossi da Bow Wow Wow e
Adam and the Ants, che erano gestiti da McLaren.
La collezione offriva un look romantico con un forte revival
dell'abbigliamento marinaresco dei pirati inglesi del XX secolo,
rievocava il periodo dei saccheggi e della conquista del Terzo
Mondo; Vivenne fece una estenuante ricerca sugli abiti storici
dell'epoca, mantenendone i tagli originali, apportando modifiche per
concordarli al fashion sense attuale. Questo nuovo stile interessò
parecchi artisti dell'epoca, che seguendo l'esempio dei Bow Wow
Wow, fecero incetta dei prodotti firmati Westwood. Da ricordare gli
Spandau Ballet che indossarono delle t-shirt coloratissime, con
stampe in oro, prese da World's End, e i Depeche Mode, che per i
primissimi anni della loro carriera seguirono la moda romantica
lanciata
dalla
Westwood,
esibendosi
indossando anche pesante make up.
abbigliati
da
ussari,
Gli Anni '90
La separazione da McLaren aprì a Vivienne dei
nuovi orizzonti; dopo la ricerca di nuove tendenze,
durante il decennio Vivienne si ritrovò spesso, di
nuovo, a collaborare col mondo della musica. Nel
1993 si occupò di creare l'outfit per il tour di una
delle band che in passato contribuì a lanciare,
ormai diventati leggenda, i Duran Duran. Già negli
anni '80 la boyband si era interessata molto ai
prodotti in uscita da World's End, seguivano le
collezioni e stimavano molto Madame Westwood;
apparvero, nel 1984, sulla copertina della rivista
musicale più famosa al mondo, “Rolling Stone”, con
degli outfit di matrice “weastwood-iana”, simile a
quella proposta anche per Adam and the Ants: il
leader Simon LeBon in primo piano indossa un
completo in ecopelle nero, con giacca a spalline
ampie, rinforzate, che sembrano quasi ali, camicia
a quadri bianca e nera, pantaloni a sigaretta e
mocassini neri su calzino bianco, dettaglio che sarà
molto in auge negli anni '80; anche Michael
Jackson ne farà un elemento base del suo look,
sostituendo però il calzino in spugna in un calzino in
paillettes e strass.
Nick Rhodes, il tastierista dai capelli biondo cenere, sfoggia una tuta, che sembrerebbe quella di un operaio, non
fosse che è completamente a stampa leopardata, con scarpe da ginnastica bianche.
Il bassista John Taylor, chiodo in pelle, sfoggia “the Mullet”, la pettinatura
che farà strage negli anni '80, ottenuta tagliando i capelli più corti in cima
alla testa e lasciandoli leggermente più lunghi dietro. Il resto della mise è la
stessa di Roger e Andy Taylor, anche loro in completo giacca-pantaloni in
pelle
Lei in seguito creò per loro una linea di abiti variopinti, d'ispirazione dandy,
romantici, che perfettamente si sposavano al loro modo di essere e alla
loro musica. Westwood curò gli abiti indossati dalla band durante il tour
promozionale di “The Wedding Album” nel 1993, così come
gli outfits
sfoggiati nei videoclip di “Come Undone” e “Too Much Information”, e della
hit “Ordinary World”, nel cui video, ambientato durante un matrimonio, la
band sfoggia completi in raso nero, camicie da pirata con jabot e crinoline,
cravatte sottili in pelle nera e giacche eleganti in cuoio.
I Duran Duran si affezionarono molto allo stile creato per loro da Vivienne,
tanto che anche in seguito sfoggiarono abiti new romantici creati da lei.
Girl Power
Sono molte le musiciste ispirate dalla Westwood.
Un esempio è la voce dei No Doubt, Gwen Stefani. La
platinata vocalist ha infatti più volte dichiarato la sua
ammirazione per le collezioni e gli abiti della Westwood,
spesso apparendo sul tappeto rosso dei vari VMA e
premiazioni indossandone le creazioni, a volte fatte
apposta per lei. Dichiarò anche di essersi ispirata proprio a
Vivienne, quando decise di creare una propria linea di abiti
e disegnando i costumi per i video di “What you Waiting for”
e “Rich Girl”, tratti dal suo album solista “Love. Angel.
Music. Baby”.
La Stefani indossa abitini in tulle bianco,
calze a rete e sandali con tacco di 20cm simili a quelli
proposti dalla Westwood nella collezione presentata a
Parigi nel 1993, insossate in passerella da Naomi
Campbell, che cadde rovinosamente poiché le scarpe
erano troppo alte e troppo difficili da portare. Ancor più
ispirato alle collezioni di Vivienne è il video “Rich Girl”.
Quando la Stefani decise di avviare una propria linea di
abbigliamento, la L.A.M.B., fu proprio da Vivienne che
prese spunti e ispirazioni. Una collezione fresca e
graffiante, con modelle scelte apposta per esserle più
somiglianti possibile, un defilè di abiti che mischiano lo
stile romantico ai look più estremi di stampo rock, con
elementi etnici, proprio come le collezioni proposte negli
anni '80 da Vivienne Westwood.
Un'altra Stefani si è spesso servita delle creazioni della
dama britannica, sia per i suoi videoclip, ma soprattutto
per le esibizioni live e le apparizioni a premiazioni e red
carpet: Stefani Germanotta, meglio conosciuta come
Lady Gaga. Recentemente la controversa artista è
infatti apparsa in un completo firmato Westwood,
costituito da una giacca di taglio maschile in paillettes
argento e nere, tempestata di gemme scarlatte, a spalle
larghe, chiusa in vita con un bottone, abbinata a un paio
cortissimi e attillatissimi di hot pants con la stessa
stampa, calze a rete e decolletèes nere con tacco 15 e
plateau.
La platinata artista si serve spesso dalla boutique
Westwood per creare le sue mise da indossare durante
gli eventi pubblici. In tutti i suoi video e nelle esibizioni
live lo stile di Lady Gaga, shockante, trasgressivo,
spesso ai limiti della decenza, presenta spesso
familiarità con i prodotti dello stile nato col negozio
“Sex”:
accessori
pornografici,
mascherine sadomaso
catene,
pizzi
e
L'eccentrica e dirompente moda di Vivienne Westwood ha attraversato 3 decadi, radicando la sua
origine negli anni '70, quando il colorato e floreale universo sessantottino sembra inadatto alle
nuove tensioni della società, e lei sembra capirlo dando vita all'esteica punk quando e al suo
negozio fungeva da catalizzatore di tutte le tendenze anticonformiste e dirompenti della Londra più
libera e all'avanguardia.
Ultimamente la stilista fulvocrinita si è avvicinata al pensiero ambientalista, creando
collezioni a “impatto zero” e completamente violence-free, ma sempre fedele alle sue radici punk,
proponendo t-shirt con grafiche di forte impatto, in cotone naturale, chiamate Tree-shirt, stampando
su di esse frasi quali “Buy a Tree-shirt, plant a tree!”, nel perfetto stile “Seditionaries”.
Eclettica, poliedrica, sopra le righe, eccentrica, rivoluzionaria,
per Madama Punk potrebbero usarsi
appellativi all’infinito ma non si definirebbe ugualmente bene
il suo stile, la sua personalità e la sua
strabiliante carriera.
Madama Punk è l’altro nome
di Vivienne Westwood, l’eccentrica designer dalla
chioma rossa che ha avuto l’onore e l’onere di
trasformare una subcultura in moda.
Oggi si fregiano dell’etichetta Westwood quattro linee di abbigliamento: Gold Label, Red Label,
Men e Anglomania.
Lo stile Westwood può piacere come può non piacere affatto. C’è chi sostiene addirittura che gli
abiti di Madama Punk siano tutt’altro che moda e fashion ed eleganza. Ci vuole sicuramente
coraggio nell’indossare un capo firmato Westwood. E oggi il coraggio, anche quello di uscire al
di fuori degli schemi, è ciò di cui, forse, abbiamo tutti un po’ bisogno.
Tutti questi elementi costituiscono un patrimonio inestimabile, sia a livello meramente economico,
poiché tutte le idee della Westwood hanno creato un business mondiale che dura da quarant'anni,
ma soprattutto a livello artistico. La moda della Westwood ha avuto un impatto innegabile sullo stile
degli artisti suoi contemporanei e sulle generazioni seguenti; non solo stilisti, ma, come abbiamo
visto, ebbe grande impatto soprattutto nel mondo della musica, creando tra I due mondi un legame indissolubile,
un'influenza reciproca che ancora oggi si può notare nelle collezioni della stilista e nei videoclip dei musicisti.
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Tesi Susanna Moro - cim - Università degli studi di Pavia