DAL LAVORO DOMESTICO
AI SERVIZI SOCIO-ASSISTENZIALI:
L’EVOLUZIONE ECONOMICO-SOCIALE
di
LUIGI GOLZIO
INDICE
I.
II.
III.
IV.
V.
VI.
VII.
VIII.
IX.
X.
Il mercato del lavoro domestico
Il mercato dell’assistenza familiare
Le assistenti familiari straniere e italiane
Il welfare comunitario ibrido
La crisi: lo stato delle famiglie, l’adattamento, le modalità di copertura dei
servizi assistenziali
La sostenibilità del costo dei servizi: il circolo vizioso della collusione
La sostenibilità e l’equità economiche: la discriminazione delle famiglie
La sostenibilità del costo dei servizi: il circolo virtuoso del reciproco interesse
Due modelli di welfare a confronto: la tax security versus lo sviluppo umano
Bibliografia
IL MERCATO DEL LAVORO DOMESTICO (I)
L’Italia è considerata un esempio di buona pratica in Europa, con il più antico
Contratto Collettivo Nazionale di lavoro per il settore domestico (1974) e che copre
tutti gli aspetti del rapporto di lavoro domestico.
IL LAVORATORE DOMESTICO: LE TIPOLOGIE
La normativa distingue il personale domestico in:
 lavoratori con mansioni impiegatizie (precettori, maggiordomi, governanti,
bambinaie diplomate ecc.);
 prestatori d'opera manuale specializzata o generica (cuochi, giardinieri,
domestiche tutto fare, ecc.), tra i quali COLF e BADANTI.
IL LAVORO DOMESTICO (O SERVIZIO PERSONALE DOMESTICO) (II) PER
LA FAMIGLIA
È una prestazione continuativa rivolta alle esigenze della vita familiare sia di un
datore di lavoro singolo sia di un gruppo familiare (coabitazione). L’attività è svolta
nell’abitazione del datore di lavoro o del familiare destinatario della prestazione
assistenziale.
IL LAVORATORE DOMESTICO
“Lavoratori di ambosessi che prestano a qualsiasi titolo la loro opera per il
funzionamento della vita familiare sia che si tratti di personale con qualifica
specifica, sia che si tratti di personale adibito a mansioni generiche”. (Legge
339/1958, art. 1).
IL MERCATO DEL LAVORO DOMESTICO (I):
Ha notevoli dimensioni, con sfasamento tra domanda e offerta
ANNO
OFFERTA
(Lavoratori domestici)
2001
1.083.000
2013
1.655.000 +53%
(830.000 assistenti familiari)
2030 (previsione)
2.151.000 + 98%
2008 (decreto flussi)
65.000 nulla osta di Colf e Badanti
Fonte: CENSIS - ISMU 2012 IRS NL Settembre 2013
DOMANDE
(Famiglie)
2.600.000 lavoratori domestici
400.000 domande di richiesta
normativa di Colf e Badanti
IL MERCATO DEL LAVORO DOMESTICO (II):
L’Italia è tra i tre più grandi mercati di lavoro domestico in Europa, costituito da:



lavoratori immigrati in prevalenza, (il 77,3% del totale) rispetto a quelli italiani
(22,7%);
donne, l’82,4% del totale, rispetto agli uomini (17,6%);
lavoratori, per il 92,8% dei quali il lavoro domestico è l’attività principale
(lavoratori intervistati del campione CENSIS).
Fonte: indagine Censis-Ismu 2012
Il segmento di mercato dell’assistenza familiare (Colf e Badanti), è comune in
Europa ai paesi mediterranei (Spagna, Portogallo, Grecia), all’Austria e, in modo più
ordinato, in Germania.
IL MERCATO DELL’ASSISTENZA FAMILIARE (I):
Lo sfasamento tra domanda e offerta di assistenza familiare persisterà perché:
 aumenterà il numero degli anziani bisognosi di cura. L’indice di vecchiaia è
passato da 127,1 (2001) a 142,8 (2008);
 la domanda è anelastica per la metà delle famiglie, percepita non più come
libera scelta, ma come un vincolo. L’Italia è il paese europeo con il minor
numero di anziani ospitati in case di riposo.
PREVISIONE FAMIGLIE SUI SERVIZI ASSISTENZIALI NEI
PROSSIMI 5 ANNI
SI
NO
TOTALE
Maggiori difficoltà per sostenere il costo dell’assistenza
familiare?
49,4 %
50,6 %
100
La famiglia non potrà più permettersi un’assistenza
familiare?
41,7 %
58,3 %
100
Fonte: IRS, Badanti 2008
IL MERCATO DELL’ASSISTENZA FAMILIARE (II):
 l’offerta delle assistenti familiari sarà limitata dal costo del lavoro e dalla crisi
economica subita dalle famiglie, dalle preferenze delle nuove badanti per il
lavoro non convivente rispetto a quello in co-residenza.
Costo lavoro (paga base + contributi) annuale medio di un’assistente familiare
CATEGORIA CONTRATTUALE
NON CONVIVENTI 25 ORE
SETTIMANALI
CONVIVENTI 54
ORE SETTIMANALI
BS assistenza autosufficiente
€ 9.849
€ 14.187
CS assistenza non autosufficiente
(non formato)
€ 10.818
€ 15.728
DS assistenza non autosufficiente (formato)
€ 12.845
€ 21.087
Fonte: ASSINDATCOLF 2013
IL MERCATO DELL’ASSISTENZA FAMILIARE (III): BASSE TUTELE
Per le lavoratrici, specie quelle straniere che rappresentano la quasi totalità:
 badanti straniere 747.000 (su 830.000, il 90%);
 con contratto di lavoro regolare 283.860 (38%);
 irregolarmente presenti in Italia, o regolarmente presenti, ma senza contratto
463.140 (62%).
Le badanti straniere non regolari (in nero e in grigio) sono il 62%, 6 su 10, pari a
463.140 su 747.000.
Fonte: IRS, News Letter Settembre 2013
IL MERCATO DELL’ASSISTENZA FAMILIARE (IV): LE CONDIZIONI
CONTRATTUALI
Prevalente applicazione irregolare delle condizioni contrattuali (secondo il campione CENSIS)
CONDIZIONE CONTRATTUALE
ASSISTENTI
ITALIANE
ASSISTENTI
STRANIERE
TOTALE
Totalmente regolare
26,4%
36,9%
34,5%
Parzialmente regolare (non rispettato il contratto)
11,5%
16,2%
15,1%
9,0%
26,7%
22,7%
Irregolare (contributi non versati)
53,1%
20,2%
27,7%
TOTALE
100,0
100,0
100,0
Parzialmente regolare (versamento irregolare contributi per
ore dichiarate inferiori a quelle effettive)
Fonte: CENSIS – Ismu, 2012
LE ASSISTENTI FAMILIARI: LE COMPETENZE
Il profilo professionale delle lavoratrici è qualificato da competenze prevalentemente
di basso livello:
 semplici, manuali per il 41,6% (degli intervistati del campione), che si occupa
delle sole faccende domestiche;
 medie per il 41,1%, che alle competenze semplici aggiunge la cura di base a
persone della famiglia;
 medio-alte per il 13,9% che ha le competenze per l’assistenza a persone non
autosufficienti;
 alte per il 3,45% che ha le competenze specialistiche per erogare servizi
specialistici e di cura.
Fonte: indagine Censis-Ismu 2012
LE ASSISTENTI FAMILIARI STRANIERE: IL PROFILO PERSONALE
 ondate migratorie qualitativamente distinte (532.000 ante 2005, 168.000 post
2005);
 provenienza Est europeo e Sud America (51,3% Est e 33,7% S.A ante 2005, 64%
Est e 29% S.A post 2005);
 età più giovane (42 anni ante 2005, 37 anni post 2005);
 intenzione a risiedere stabilmente in Italia (24% ante 2005, 28% post 2005);
 preferito lavoro a ore riguardo la co-residenza (70,4% assistenti familiari in coresidenza ante 2005, 65,4% post 2005) perché offre la retribuzione più alta,
previene il non rispetto del contratto da parte del DL, dà più libertà.
Fonte: IRS, Badanti: la nuova generazione 2008
LE ASSISTENTI FAMILIARI ITALIANE (I):
Tenuta dell’occupazione femminile (2012)
INDICATORI
VALORI
% donne tra 20-64 anni con impiego
30,9% Turchia
50,4% Italia
76,8% Svezia
Tasso di disoccupazione generale
10,67%
Donne occupate nell’economia italiana
9.500.000 milioni
Nuova occupazione donne italiane (rispetto a 2011)
+ 110.000 unità
% donne quali principale fonte di reddito per coppie sposate con figli
5% (2008)
8% (2012)
Fonte: EUROSTAT, ISTAT, 2012
LE ASSISTENTI FAMILIARI ITALIANE (II):
L’aumento della occupazione femminile, si concentra nel settore del lavoro
domestico: +3% nel 2011 rispetto al 2010. (Fondazione Leone Moressa)
SERVIZI FAMILIARI
ITALIANE
STRANIERE
TOTALE
Governo della casa
67,4%
88,1%
83,4%
Assistenza semplice alla persona
33,8%
61,0%
54,8%
Assistenza semplice alla persona non autosufficiente
17,8%
32,8%
29,4%
Assistenza ai bambini
36,4%
13,0%
18,3%
Assistenza specializzata a persona non autosufficiente
13,8%
15,7%
15,3%
N.B. Possibili più risposte
Fonte: CENSIS, Elaborazione, 2013
IL WELFARE COMUNITARIO IBRIDO (I)
SERVIZI FINANZIATI
FINANZIAMENTO E FINANZIATORE
FRUITORI
Servizi residenziali (RSA) + Case
protette
Assegni di cura (Regione);
Convenzioni con società;
Cooperative sociali (Comune che si carica
eventuale insolvenza anziano).
Famiglia che presta il lavoro dei
componenti;
Famiglia che paga tariffa per anziano
non autosufficiente;
Società e Cooperative convenzionate.
Centri diurni assistenziali,
Assistenza domiciliare sociale,
integrata
Voucher, Bonus convenzioni con Coop.
(Regioni e Comuni).
Famiglia che co-finanzia e che sostiene
ulteriore costo badante, Coop.con.
Finanziamento diretto
non condizionato da condizione
economica
Indennità di accompagnamento
(INPS)
Anziano non autosufficiente
Progetti (es. comunità alloggio,
portierato sociale)
Bonus o affitto sociale, Fondi FSE (Regione e
Comuni)
Anziano
IL WELFARE COMUNITARIO IBRIDO (II): IL COSTO DEI SERVIZI 2009
TIPO DI SERVIZI
% UTENTI > 65 ANNI
Ricovero in strutture residenziali
3,0%
n.d.
Servizi di assistenza domiciliare
(SAD)
1,8%
344
Assistenza domiciliare integrata
(ADI)
3,3%
1.035
Indennità di accompagnamento
9,5%
12.200
Assistenti familiari
6,9% (stima)
9.800 (stima)
Fonte S. Pasquinelli, Prospettive Sociali e Sanitarie, N. 6, 2011
COSTO (MILIONI DI €URO)
IL WELFARE COMUNITARIO IBRIDO (III): IL COSTO DELLA INDENNITA’ DI
ACCOMPAGNAMENTO 2009
L’ indennità di accompagnamento è un costo:
 gestito a livello centrale;
 in costante aumento negli anni, mal controllato;
 di entità doppia rispetto al costo di tutti i servizi sociali dei comuni italiani, pari a
6,6 miliardi di euro nel 2008 (ISTAT, 2010);
 con criteri di assegnazione variabili;
 corrisposti a anziani non autosufficienti con turn-over del 25% annuo.
IL WELFARE COMUNITARIO IBRIDO (IV):
COSTO WELFARE
PUBBLICO
VALORE
COSTI WELFARE
FAMILIARE
VALORE
Costo Indennità
accompagnamento
10 miliardi (2008)
12,2 miliardi (2009)
13,2 miliardi (2011)
Costo di fruizione dei servizi
di assistenza domiciliare
9.800 miliardi
(escluso il valore del lavoro
prestato dai membri della
famiglia) al 2010.
6.900 miliardi di risparmio
derivanti da assistenza
domiciliare.
Fonte: IRS, Badanti, 2008 ISTAT 2010
LA CRISI (I): LO STATO DELLE FAMIGLIE
ANNO
IMPOVERIMENTO
POVERTA’ RELATIVA
POVERTA’ ASSOLUTA
2010
15,3% famiglie non arriva a fine mese
11% famiglie
(8.272.000 persone)
4,6% famiglie
(3.129.000 persone)
2011
16% famiglie non arriva a fine mese
11,1% famiglie
(8.173.000)
5,2% famiglie
(3.415.000)
2013
non disponibile
12,7% famiglie
(9.536.000)
6,8% famiglie
(4.814.000)
Costo medio servizio assistenziale
Incidenza % del costo sul reddito mensile dalla famiglia
Difficoltà a coprire il costo dei servizi assistenziali
Fonte: Indagine CENSIS Ismu 2012
Nord
€ 751,4
Centro
€ 693,1
29,1%
32,4%
Sud
€ 531,1
Totale
€ 667,8
27,7%
29,5%
NO 43,6%
SI 56,4%
LA CRISI (II): L’ADATTAMENTO DELLE FAMIGLIE ITALIANE
 Aumento della convivenza (figli giovani e adulti). Nel 2011: il 41,9% dei giovani
tra 25 e 34 anni viveva in famiglia contro il 33,2% del 1994; il 7% degli adulti tra 35
e 44 anni di età viveva in famiglia contro il 3,5% del 1994;
 Riduzione dei consumi;
 Utilizzo dei risparmi e diminuzione della propensione al risparmio (dal 16% del
reddito nel 2008 al 12% nel 2011);
 Ricorso fisso al welfare dei nonni, quando possibile:
«E’ stato calcolato che in Italia gli aiuti tra parenti, non solo monetari, aumentano il
reddito del +111%, (valorizzazione del lavoro dei componenti ndr) dato del 2008,
precedente la crisi».
G. Dalla Zuanna, 2013
LA CRISI (III): LE MODALITA’ DI COPERTURA DEL COSTO DEL SERVIZIO
ASSISTENZIALE DA PARTE DELLE FAMIGLIE ITALIANE
Modalità di copertura da parte
delle famiglie (in %)
NORD
CENTRO
SUD
TOTALE
Intaccato quota di risparmio
22,5%
26,6%
11,7%
20,2%
Ridotto spese di altro tipo
51,9%
57,9%
34,9%
48,2%
Contratto indebitamento
4,1%
3,9%
0,0%
2,8%
n.d.
Fonte: CENSIS - Ismu 2012
28,8%
LA SOSTENIBILITA’ DEL COSTO DEI SERVIZI (I): IL CIRCOLO VIZIOSO
DELLA COLLUSIONE
L’applicazione irregolare, l’elusione delle condizioni contrattuali e il sistema delle
detrazioni parziali, alimentano reciproche convenienze e rinunce tra il Datore di
lavoro e la badante, giudicate complessivamente soddisfacenti, a spese dello
Stato (tollerante o impotente nei controlli):
 la famiglia (il Datore di lavoro) riduce il costo del servizio e si espone alle
eventuali sanzioni (spesso in modo non pienamente consapevole);
 l’assistente familiare percepisce una retribuzione maggiore (in nero) e rinuncia
alle tutele («Non beneficerò mai dei contributi», «Non mi interessa perché rimarrò
poco in Italia»), percepisce sussidi e assegni familiari non dovuti («Non mi
consentirebbe di percepire sussidi e assegni familiari»).
LA SOSTENIBILITA’ E L’EQUITA’ ECONOMICHE (I): LA DISCRIMINAZIONE
DELLA FAMIGLIA.
La regolazione del lavoro domestico equipara la famiglia all’impresa, entrambi
Datori di lavoro che:
 stipulano il contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato con il
lavoratore;
 sostengono il costo del lavoro con la stessa struttura e componenti (paga base +
contributi).
La specificità di alcune clausole (a logica sottrattiva) del contratto di lavoro
domestico (ad esempio il periodo di prova e il licenziamento) non muta la
sostanziale equiparazione.
LA SOSTENIBILITA’ E L’EQUITA’ ECONOMICHE (II): LA DISCRIMINAZIONE
DELLA FAMIGLIA
La discriminazione consiste nel non:
 permettere al Datore di Lavoro della famiglia la detrazione del costo del lavoro
domestico dal proprio reddito (ad eccezione di caso, limitato, dell’assistenza per
anziani non autosufficienti e della deduzione parziale dei contributi previdenziali);
 riconoscere da parte dello Stato che l’assistenza sociale e sanitaria gestita dalla
famiglia è più conveniente di quella gestita dalle strutture pubbliche: 6.900 miliardi
derivanti da assistenza domiciliare (il Sole 24 Ore); più personalizzata rispetto ai
bisogni sociali e di cura; più funzionale a garantire un migliore benessere
all’anziano.
LA SOSTENIBILITA’ DEL COSTO DEI SERVIZI (II): IL CIRCOLO VIRTUOSO
DEL RECIPROCO INTERESSE
L’attuale regime delle deduzioni parziali dei contributi INPS e della detrazione del
costo per gli anziani non autosufficienti ha fallito come incentivo per l’emersione del
lavoro nero e della evasione fiscale
PERCHE’?
SOLO LA DETRAZIONE/DEDUZIONE
NON INFERIORE 100% DEL COSTO DEL LAVORO O DEI CONTRIBUTI
DETERMINA L’INTERESSE A STIPULARE CONTRATTI REGOLARI
La letteratura e il dibattito tra gli addetti ai lavori indicano questi due interventi
alternativi con risultati non molto dissimili tra loro.
LA SOSTENIBILITA’ DEL COSTO DEI SERVIZI (III): IL CIRCOLO VIRTUOSO
DEL RECIPROCO INTERESSE
La deducibilità dell’intero costo del lavoro della badante ai fini del calcolo
dell’imponibile a condizione che sia stipulato il contratto di lavoro domestico
regolare (accompagnato da ferrei controlli e sanzioni per gli eventuali evasori):
Il calcolo: le minori entrate IRPEF dello Stato ridotte dalle maggiori entrate dei
contributi dovuti all’emersione e dal risparmio dei sussidi e assegni familiari oggi
non dovuti, alle quali si aggiunge il maggior costo delle prestazioni previdenziali
dovute, per ottenere il costo sociale che lo Stato si accolla.
Il consenso delle badanti richiederebbe la restituzione dei contributi (assegno, più
conveniente per lo Stato) anche in assenza dei requisiti per la pensione, rispetto
all’attuale corresponsione della pensione ai previsti limiti di età.
LA SOSTENIBILITA’ DEL COSTO DEI SERVIZI (IV): IL CIRCOLO VIRTUOSO
DEL RECIPROCO INTERESSE
La fiscalizzazione dell’intero ammontare dei contributi dovuti dal DL e dal
lavoratore, che sarebbero pagati dallo Stato a condizione che sia stipulato il
contratto di lavoro domestico regolare (accompagnato da ferrei controlli e sanzioni
per gli eventuali evasori):
Il calcolo: i contributi dovuti per ogni contratto di lavoro moltiplicato per il numero
dei contratti regolarmente stipulati determina il costo complessivo a carico dello
Stato (fiscalizzazione).
Il consenso delle badanti richiederebbe la restituzione dei contributi (assegno, più
conveniente per lo Stato) anche in assenza dei requisiti per la pensione, rispetto
all’attuale corresponsione della pensione ai previsti limiti di età.
DUE MODELLI DI WELFARE A CONFRONTO:
Lo status quo (detrazioni e deduzioni parziali) e quello delle deduzioni totali si
rifanno a due concezioni alternative di Welfare:
Il modello della tax security per il quale è la crescita economica del paese che
determina l’ammontare del Welfare sostenibile (i limiti: considera solo la produttività
economica e assume il lavoratore pronto all’impiego)
VERSUS
Il modello dello sviluppo umano per il quale è l’investimento nel Welfare che
stimola la crescita economica (il limite: i vincoli di bilancio statale alle spese di
welfare)
Le scelte anche questa volta sono culturali prima che tecniche.
BIBLIOGRAFIA (I).
ASSOCIAZIONE SERVIZI NUOVI, La collaborazione domestica e familiare, 2009
CENSIS, Elaborazione di un modello previsionale del fabbisogno dei servizi assistenziali
alla persona nel mercato del lavoro italiano, Roma 2013
Della Zuanna G., Il welfare dei nonni, Corriere della sera, 11/11/2103
E. De Marchi-R. Sarti, Lavoro domestico e di cura: nuovi intrecci tra pubblico e privato in
Sarti R. (a cura di), Lavoro domestico e di cura: quali diritti?, EDIESSE, 2010, Roma
ISFOL, Servizi alla persona, 2009, Roma
ISTAT, Famiglia in cifre, Milano, 2010
ISTAT, Il reddito e le condizioni di vita, Roma 2013
ISTAT, La povertà in Italia. Anno 2011, 2012, 2013 Roma
GRETA Econometric model, L’economia in Italia, Venezia, 2013
Pasquinelli S., Politiche per la non autosufficienza, Prospettive Sociali e Sanitarie, n.
6/2011
Pasquinelli S. G. Rusmini, Badanti: la nuova generazione, IRS, 2008, Milano
BIBLIOGRAFIA (II).
Pasquinelli S. G. Rusmini, (a cura di), Badare non basta, Ediesse, Roma , 2013
Prospettive Sociali e Sanitarie, Disegnamo il welfare di domani, executive summary,
n.20-22, 2011.
Prospettive Sociali e Sanitarie News letter 2011, 2012, 2013
Sarti R. (a cura di), Lavoro domestico e di cura: quali diritti?, EDIESSE, 2010, Roma
Scarica

Presentazione Luigi Enrico Golzio