LA PRODUZIONE INDUSTRIALIZZATA ECOINNOVATIVA PER IL RETROFIT EDILIZIO
Carolina Girardi
Università degli Studi di Napoli Federico II
Dipartimento di Progettazione Urbana e di Urbanistica
ABSTRACT: The evolution in the design approach to sustainable building refurbishment is mainly
due to an increased level of performance required to meet the targets set by current legislations in
terms of reduction of CO2 emissions and energy consumption. The paper outlines the industrial
production trends for the retrofit in Europe, with particular focus to the UK, where the development of
eco-innovative construction products is showing substantial results in relation to mass retrofitting
interventions onto existing buildings.
Keywords: Eco-innovation, construction products, mass retrofitting
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1. Verso una produzione industriale “eco-innovativa”
A fronte della contrazione degli investimenti in atto da alcuni anni nel settore delle costruzioni, le
attuali dinamiche al suo interno mostrano segnali che annunciano una ripresa nel prossimo ciclo
edilizio; il CRESME, nell’ultimo rapporto congiunturale di recente pubblicazione, prevede che i
driver di un possibile cambiamento possono essere individuati nell’eco-efficienza, nell’innovazione
tecnologica, nella progettualità qualificata e nella riqualificazione edilizia, fattori chiave per poter
direzionare gli investimenti dell’industria delle costruzioni verso nuove aree di mercato. In effetti,
una crescente sensibilizzazione nei confronti di tali tematiche pervade da tempo il settore delle
costruzioni, tra i comparti produttivi maggiormente “impattanti” in termini ambientali.
L’industria edilizia, per essere competitiva sul piano dell’offerta produttiva e per adeguarsi agli
obiettivi fissati dalla Comunità Europea, si trova oggi ad affrontare una riorganizzazione del proprio
know how in funzione degli obiettivi di salvaguardia ambientale, uso razionale delle risorse
materiali ed energetiche, salubrità e comfort abitativo, attestandosi su strategie di sviluppo
industriale appropriate rispetto alle esigenze delineate, in cui i fattori ambientali assumono un ruolo
propulsore e dominante.
Tra le priorità contenute nei recenti ordinamenti di politica governativa comunitaria, rientra
l’emanazione di nuovi indirizzi di politica tecnica, ambientale ed economica finalizzati ad una
drastica riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera e ad un miglioramento del rendimento
energetico degli edifici. La combinazione di questi due obiettivi, unitamente alla necessità di
affrancarsi dalla dipendenza da fonti energetiche non rinnovabili, determina lo sviluppo di un
mercato di prodotti edilizi eco-innovativi caratterizzati da elevate prestazioni in termini ambientali
ed energetici. I nuovi target imposti dalla normativa internazionale, volti ad una più razionale
gestione delle risorse disponibili nella progettazione e realizzazione di edifici “zero energy” e “zero
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carbon”, determinano una nuova sfida nel settore delle costruzioni. L’obiettivo è ripensare le
modalità e le procedure d’intervento, fornendo un contributo significativo alla riduzione di gas serra
e dei consumi energetici.
Tra gli operatori del settore edilizio, i primi a muoversi in direzione di tali obiettivi sono stati i
produttori di materiali, componenti e sistemi per l’edilizia: incorporare le istanze ambientali è oggi
uno degli imperativi di numerose imprese, spinte da precisi disposti normativi e dalla possibilità di
beneficiare dei conseguenti vantaggi di tipo competitivo.
Tuttavia, il mondo della produzione industriale non può muoversi in maniera isolata per ottenere
risultati tangibili ed offrire i necessari apporti per un’architettura di qualità. Da un lato, si
richiedono alcune, ormai non più eludibili, azioni di sostegno all’innovazione, individuabili in un
quadro legislativo che sia certo e uniforme, in procedure semplificate per gli investimenti e le azioni
nel campo del rendimento energetico, nell’introduzione di premialità derivanti dall'adozione di
soluzioni innovative e sostenibili e nella formulazione di programmi tendenti ad incentivare la
competitività delle imprese in vista di nuovi posizionamenti strategici sul mercato. Dall’altro, la
riformulazione delle modalità di intervento in funzione dei nuovi requisiti ambientali richiesti
dall’utenza e, in maniera più estesa, dall’intero sistema politico e socio-economico, mostra il chiaro
avanzamento culturale verso una maggiore sensibilità nei confronti delle tematiche ambientali. In
particolare, gli attuali sviluppi dell’innovazione tecnologica nel campo della produzione industriale
per l’edilizia vedono spinte di mercato e sollecitazioni di carattere etico e ambientale indirizzate a
coniugare aspetti di efficienza economica ed ecologica , favorendo processi produttivi caratterizzati
da impatti ridotti nelle modalità di utilizzo delle risorse, di organizzazione dei cicli produttivi e di
gestione del ciclo di vita dei prodotti.
Nell’ambito delle politiche di ricerca e sviluppo attuate nel settore delle costruzioni, puntare su
istanze di carattere eco-efficiente come possibili driver dell’innovazione tecnologica vuol dire
favorire i processi produttivi che consentano un ridotto impatto nelle modalità di utilizzo delle
risorse e della gestione dei processi orientati al ciclo di vita dei prodotti, avvalendosi delle migliori
tecniche disponibili (BAT ) e producendo vantaggi di tipo economico. In un’ottica eco-orientata,
direzionata dall’attuale quadro normativo, la sostenibilità dei prodotti e dei processi produttivi in
edilizia si connota come pre-condizione, non più come valore aggiunto, con la conseguente
maggiore diffusione di prodotti efficienti dal punto di vista ecologico e ambientale.
Una risposta è data dall’eco-design, un approccio metodologico-progettuale tendente a
“rimodellare” il prodotto in funzione della prevenzione e riduzione degli impatti ambientali. In
questo modo la sostenibilità ambientale diviene una strategia di marketing, un’opportunità
economica che consente di massimizzare i profitti puntando sul green-appeal dei prodotti ecoefficienti.
A fronte delle complesse motivazioni che connettono l’eco-efficienza e l’innovazione tecnologica,
quanto è da tempo promosso a livello europeo trova riscontro operativo nella formulazione del
concetto di “eco-innovazione” dei prodotti operato dal mondo della produzione per l’edilizia.
Nel processo di rilancio industriale dei paesi occidentali industrializzati, basato sulla green
economy, la proposta di soluzioni costruttive eco-innovative stimola la crescita d’impresa, offre un
superiore valore aggiunto ed attrae nuovi clienti, favorendo il posizionamento competitivo rispetto
ai prodotti convenzionali e costituendo così un fattore di differenziazione fra prodotti alternativi. La
versatilità delle linee produttive, le politiche di soddisfacimento delle esigenze dei soggetti
interessati (imprese, progettisti, utenti), le innovazioni orientate alla flessibilità, ma anche alla
specializzazione dei prodotti, rappresentano alcuni dei punti significativi di una convergenza fra
cultura ambientale e cultura industriale.
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Mettere in relazione l’innovazione della produzione industriale per l’edilizia con le caratteristiche o
le implicazioni di carattere ecologico dei prodotti induce a ricercare un connubio efficace fra
comportamenti di responsabilità ambientale ed esigenze del mondo delle costruzioni, nonché fra
esiti dei processi di trasformazione e azioni dei vari operatori del processo edilizio.
2. Prodotti eco-innovativi e retrofit edilizio
L’“innovazione eco-efficiente”, nell’ambito di processi, prodotti e soluzioni tecnologiche,
rappresenta una scelta auspicabile sia per le nuove costruzioni sia per il patrimonio edilizio
esistente, notoriamente caratterizzato da un elevato grado di obsolescenza fisica e funzionale e da
inadeguati livelli prestazionali in termini di rendimento energetico e comfort abitativo.
Interventi diffusi di rinnovo del patrimonio edilizio, promossi a livello comunitario dalla Direttiva
2010/31/UE del Parlamento e del Consiglio Europeo, consentirebbero di avviare un percorso di
green renewal in grado di perseguire il raggiungimento degli obiettivi europei fissati per il 2020. Un
ruolo propulsore potrà dunque essere rappresentato dagli interventi di retrofit tecnologico ed
energetico del costruito, tesi ad “elevare il tasso tecnologico” degli edifici esistenti attraverso
l’impiego di nuove tecnologie, finalizzate a contrastarne il decadimento prestazionale e/o ad
introdurre prestazioni da essi originariamente non possedute, oltre ad operare una riformulazione
delle azioni strategiche e delle modalità di intervento in funzione di nuovi e più attuali requisiti di
progetto.
Tali questioni, mentre nel nord Europa cominciano a far parte di prassi operative consolidate,
tardano ancora ad essere assimilate in Italia, dove il problema dei consumi energetici degli edifici
riguarda oltre 28 milioni di alloggi.
I recenti strumenti normativi di tipo cogente destinati alla riqualificazione edilizia ed energetica del
patrimonio esistente, nel nostro paese prevedono incentivi in caso di azioni virtuose e buone
pratiche del costruire legate ad interventi sull’involucro, sul sistema edificio-impianti o sulla
volumetria stessa dell’edificio. La gestione di tali azioni è oggi attuata nel nostro paese in base agli
incentivi di legge, prevalentemente su iniziativa della committenza familiare e privata.
Il D.M. 19 febbraio 2007, già modificato dal D.M. 26 ottobre 2007 e coordinato con D.M. 7 aprile
2008 e con D.M. 6 agosto 2009, attuativo della Legge Finanziaria 2008, meglio nota come “Decreto
edifici”, prevede “disposizioni in materia di detrazioni per le spese di riqualificazione energetica del
patrimonio edilizio esistente”, con una detrazione d’imposta pari fino al 55% delle spese sostenute
per la realizzazione di interventi di riqualificazione energetica o semplicemente volti al
contenimento di consumi energetici. Tale provvedimento, in seguito all’approvazione della legge 13
dicembre 2010, n. 220 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello
Stato” (Legge di stabilità 2011), ha ottenuto una proroga a tutto il 2011 (e successivamente a tutto il
2012), con la novità che quanto speso sarà detraibile al 55% in 10 anni, anziché in 5 come in
precedenza.
Analogamente, il Piano Casa, decretato con provvedimento del Presidente del Consiglio dei
Ministri del 6/3/2009, destinato all’edilizia residenziale, prevede bonus volumetrici e detrazioni
fiscali in caso di ridotti consumi energetici e impiego di materiali eco-compatibili negli interventi di
riqualificazione edilizia; affinché tali interventi possano essere classificati come “meritevoli”,
occorre effettuare una verifica di sostenibilità applicando il Protocollo Itaca Sintetico Regionale.
L’attuale mercato italiano della riqualificazione del costruito e le previsioni sul suo futuro
andamento sono meglio definibili e interpretabili con il supporto del confronto con la realtà
europea, in cui si rilevano interessanti esperienze di rinnovo dello stock immobiliare esistente. Per
qualificarsi rispetto agli obiettivi prefissati dall’Unione Europea, dovranno necessariamente essere
implementati programmi di mass retrofitting come quelli di recente implementazione in paesi come
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Francia e Regno Unito, che, per essere efficaci, richiedono interventi diffusi sul patrimonio esistente
e prodotti capaci di restituire gli alti livelli prestazionali richiesti.
Sul piano della politica tecnica europea per la riduzione degli impatti ambientali, la promozione di
prodotti edilizi eco-innovativi fornisce un interessante contributo per il raggiungimento degli
obiettivi di sostenibilità fissati dall’UE.
La nuova sfida del settore delle costruzioni è “ripensare”, ancora una volta, le modalità e le
procedure d’intervento destinate al settore edilizio, dando un contributo significativo al
raggiungimento dell’obiettivo delle riduzioni di gas serra e dei consumi energetici. Il problema che
si pone è su come raggiungere tali obiettivi. La scommessa su tali prodotti, con particolare
riferimento al retrofit edilizio, dovrà essere in grado di riportare vantaggi evidenti a sostegno degli
obiettivi europei di politica ambientale, dimostrando capacità di produrre valore aggiunto e
competere sul piano internazionale con un’alta qualità del prodotto.
In particolare, mentre il nostro paese risente dei limiti imposti da indirizzi di politica tecnica poco
strutturati e da un mercato che mostra difficoltà ad affrontare in maniera non episodica la crisi
ambientale, nel Regno Unito gli interventi di riqualificazione del patrimonio residenziale appaiono
in crescita rispetto alla media europea e alle singole realtà nazionali, evidenziando una stretta
correlazione tra azioni strategiche di politica tecnica e interventi sull’esistente. In tale contesto, i
principi di eco-efficienza e innovazione tecnologica sono applicati secondo prassi realizzative di
tipo collaborativo tra progettisti ed enti di ricerca grazie a specifici indirizzi di politica tecnica, dove
i recenti orientamenti nel campo della produzione industriale per l’edilizia determinano punti di
convergenza tra nuovi bisogni del mercato e obiettivi di riduzione degli impatti ambientali imposti
dalla normativa internazionale in materia ambientale.
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3. Un esempio europeo: la politica tecnica nel Regno Unito
Negli ultimi anni, l’approccio collaborativo assunto tra il Governo Britannico e il mondo della
produzione ha determinato la diffusione di nuovi prodotti prestazionalmente evoluti, capaci di
fornire risposte più efficaci in termini ambientali alle nuove richieste dell’utenza, assicurandosi, in
questo modo, riscontri favorevoli da parte del mercato.
Il processo di trasformazione culturale attivato dalla diffusione dei criteri dello sviluppo sostenibile
ha comportato, in primo luogo, il passaggio dalle modalità di produzione standardizzata, focalizzata
su poche linee di prodotti, verso una produzione personalizzata, più snella e flessibile, basata
sull’ottimizzazione delle risorse disponibili. La diffusione nel mercato britannico di prodotti evoluti,
versatili e dotati di elevati livelli prestazionali, supportata da un’adeguata analisi delle prestazioni
raggiungibili, dei campi di applicazione appropriati, dei costi-benefici legati all’utilizzo di
tecnologie di punta, costituisce uno dei terreni fertili per far confluire in maniera proficua i
differenti know-how provenienti dai settori della ricerca e della produzione. Tali prodotti
costituiscono l’oggetto di numerosi studi da parte di alcuni tra i più noti centri di ricerca del Regno
Unito; in particolare, se finora l’offerta merceologica nel settore edilizio si è dimostrata omogenea e
poco differenziata nella destinazione d’uso dei prodotti da costruzione, utilizzabili
indifferentemente per l’ex novo e per il recupero del patrimonio esistente, nell’ambito di recenti
programmi di ricerca co-finanziati dal Governo Britannico, assume rilevanza il tema della
riqualificazione dello stock immobiliare esistente mediante l’impiego di soluzioni e prodotti ecoinnovativi tarati sulle specifiche istanze della riqualificazione edilizia.
Il Governo britannico, nell’ambito del quadro programmatico degli obiettivi emanati all’interno del
Climate Change Act del 2008, punta a ridurre in maniera vincolante dell'80% le emissioni di gas
serra entro il 2050 rispetto ai livelli del 1990. La politica tecnica governativa finalizzata al
raggiungimento degli obiettivi strategici delineati e tesa all’efficientamento energetico del
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patrimonio edilizio residenziale britannico, è il Green Deal. Il programma, il cui lancio è previsto
per l’autunno del 2012, prevede che siano le utility a farsi carico degli interventi, recuperando i
costi sostenuti direttamente dal risparmio sui consumi energetici delle abitazioni, incentivando le
economie locali e generando un cospicuo volume di investimenti privati.
Sulla scorta di tale iniziativa, il Technology Strategy Board, Ente promotore dell’innovazione
tecnologica in tutto il Regno Unito, ha lanciato Retrofit for the Future, un programma finalizzato
all’implementazione di interventi di retrofit edilizio sui diversi tipi edilizi ricorrenti nello stock
immobiliare britannico, mediante l’impiego di sistemi innovativi. L’obiettivo è di incentivare la
diffusione di un know how sulle modalità di intervento appropriate in relazione ai diversi tipi
edilizi, epoche di fabbricazione, stato di conservazione degli edifici, fornendo delle linee guida per
il trasferimento di prassi operative destinate alla riqualificazione energetica del costruito.
Accanto a queste iniziative sono nati di recente alcuni centri di ricerca e divulgazione sul tema della
riqualificazione del costruito: il CoRE (Centre of Refurbishment Excellence, Stoke on Trent) o il
National Refurbishment Centre (Garston) rappresentano i nuovi poli di sviluppo di pratiche di
eccellenza legate al retrofit e alla riqualificazione sostenibile degli edifici; entrambi prevedono delle
aree dedicate in cui testare e certificare nuove tecnologie e prodotti destinati al retrofit.
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Primo utilizzo di isolamento dinamico a recupero di calore passivo in un intervento di retrofit nel Regno Unito; il
sistema consiste in una lastra isolante che presenta una serie di cavità per consentire il guadagno solare e smaltire il
calore in eccesso; l’aria in ingresso viene riscaldata e poi ridiretta all’interno dell’edificio mediante l’utilizzo di
appositi sistemi di ventilazione. Le lastre isolanti vengono poi intonacate. (PRP Architects, Rampton Drift,
Cambridgeshire).
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1. Posa dello strato
impermeabilizzante e del nuovo
canale di gronda in alluminio.
2. Aggiunta dei punti di raccordo
in corrispondenza dell’aggetto in
copertura.
3. Inserimento dei pannelli isolanti in
EPS al di sotto del canale di gronda.
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Il sistema di gronde proposto dallo studio Prewett Bizley Architects è stato appositamente progettato e testato in
collaborazione con l’impresa di produzione, per consentire una corretta integrazione con l’isolamento a cappotto
esterno; il sistema sarà a breve disponibile sul mercato (Prewett Bizley Architects, Balham House, Londra).
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Isolamento a cappotto interno con impiego di materiali innovativi: matertassini ultrasottili in Aerogel (PRP Architects,
Follett Street, Londra).
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Progetto per il CoRE Building (Stoke on Trent); l’edificio è stato realizzato allo scopo di aiutare l’industria delle
costruzioni a sviluppare le capacità e le abilità necessarie ad intraprendere la sfida della riqualificazione edilizia su
tutto il territorio Britannico.
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Il National Refurbishment Centre (BRE Innovation Park, Garston) rappresenta il primo punto di riferimento, a livello
nazionale, nella ricerca di buone pratiche destinate agli interventi di retrofit del patrimonio residenziale nel Regno
Unito.
Gli spunti di riflessione che emergono dall’analisi dei programmi di riqualificazione attivati nel
Regno Unito sono molteplici. In particolare, una delle questioni chiave emergente dall’analisi degli
interventi di retrofit realizzati risulta essere la partecipazione attiva delle imprese di produzione
durante tutte le fasi di realizzazione delle opere. Si tratta di un tema particolarmente interessante,
alla luce delle istanze indotte dalla crisi economica ed energetica; sono numerosi, infatti, gli aspetti
connessi agli interventi di retrofit che richiederebbero lo sviluppo di nuovi prodotti e che
costituirebbero quindi un forte impulso nel campo della ricerca nel settore della produzione
industriale per l’edilizia. Quello del retrofit si rivela un comparto in crescita, capace di favorire
nuovi percorsi di green economy e una rinnovata cultura del rendimento energetico.
All’interno di un mercato competitivo, caratterizzato da una domanda sempre più specifica ed
esigente, l’industria delle costruzioni britannica tende a orientarsi verso una produzione che si
misura positivamente con le istanze di innovazione tecnologica e di eco-efficienza, promuovendo la
diminuzione dell’intensità materiale ed energetica dei processi e riducendo, nel contempo, l’utilizzo
di risorse non rinnovabili. In tale scenario, le azioni di retrofit sugli edifici esistenti costituiscono un
forte motore per lo sviluppo e la diffusione di prodotti eco-innovativi, attraendo cospicui
investimenti di natura materiale (fattore economico) e immateriale (fattore conoscenza) da parte di
alcune tra le maggiori imprese di produzione multinazionali del paese.
A partire dagli indirizzi di politica tecnica emanati in ambito governativo, sono sempre più
numerose le realtà produttive che decidono di puntare sul settore della riqualificazione edilizia,
riorientando le strategie di marketing e di immagine aziendale verso l’acquisizione di nuovi
segmenti di mercato. Se fino a pochi anni fa l’industria offriva gamme di produzione limitate, poco
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differenziate, concentrandosi su prodotti e componenti “neutrali” rispetto ai molteplici impieghi di
destinazione, oggi, nel Regno Unito più che in altre realtà europee, iniziano a diffondersi prodotti
caratterizzati da una spiccata attitudine a essere impiegati negli interventi di retrofit edilizio.
La capacità di coniugare i fattori legati al miglioramento dell’efficienza ecologica e
dell’innovazione tecnologica è una caratteristica propria di tutte le realtà imprenditoriali che
desiderano affermarsi nel settore della produzione edilizia per la riqualificazione. Esiste, infatti, una
significativa convergenza tra gli attributi richiesti ai prodotti per il retrofit e le caratteristiche dei
prodotti eco-innovativi; questi ultimi offrono un’interessante risposta alle tematiche emergenti con
cui ricerca progettuale e mondo della produzione tenderanno a misurarsi nei prossimi anni; d’altro
canto, il retrofit fa, per definizione, leva su tecnologie innovative destinate al miglioramento delle
prestazioni energetiche e ambientali degli edifici.
L’attuazione nel nostro paese di politiche tecniche analoghe a quelle implementate in Europa, e in
particolare nel Regno Unito, favorirebbe l’uscita dagli attuali scenari di crisi del settore edilizio,
fornendo risposte più concrete al problema della riduzione dei consumi energetici. In particolare,
l’attenta gestione di interventi di mass retrofitting, consequenziale alla realizzazione di interventi
pilota e all’attivazione di programmi incentivanti la riqualificazione dello stock immobiliare,
fornisce notevoli spunti d’interesse e al tempo stesso costituisce un’opportunità, da recepire nei
futuri indirizzi di politica tecnica in alternativa alle continue proroghe sulle detrazioni del 55%,
inadeguate a fronteggiare interventi sostanziali di miglioramento delle prestazioni energetiche del
patrimonio edilizio esistente.
Riferimenti bibliografici
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London: Earthscan Expert Series
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GIRARDI_aprile 2012 - Esempi di Architettura