UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO
Facoltà di Agraria
Corso in Valorizzazione e Tutela dell’Ambiente e del Territorio Montano
LE CULTIVAR DI MELO IN VALTELLINA:
LINEE GUIDA DELLA MATURAZIONE E DELLA
CONSERVAZIONE
Relatore: Professoressa Ilaria Mignani
Tesi di laurea di
CRISTIAN MORETTI
Anno Accademico 2012-2013
INDICE
Introduzione
1.
I,II
CAPITOLO 1
LA STORIA DI MELAVI’: DALLE ORIGINI AL
RICONOSCIMENTO IGP …………………………………………………………………….1
1.1. ORIGINI DELLA FRUTTICOLTURA VALTELLINESE
1
1.1.1 IL SUOLO VALTELLINESE
2
4
1.1.2 IL CLIMA
6
1.2. SOCIETA’ COOPERATIVA AGRICOLA MELAVI’
8
1.2.1 LA NASCITA DI MELAVI’
1.3. LA MELA DI VALTELLINA IGP
2.
CAPITOLO 2
12
LE VARIETA’ COLTIVATE SUL SUOLO VALTELLINESE…...16
2.1. ASSETTO VARIETALE DELLA FRUTTICOLTURA VALTELLINESE DAGLI ANNI
’50 AD OGGI
16
2.2. SCHEDE POMOLOGICHE
18
2.2.1. RED DELICIOUS
18
2.2.1.1. JEROMINE
18
2.2.1.2. RED CHIEF
20
21
2.2.1.3. SUPERCHIEF SANDIDGE
2.2.2. GOLDEN DELICIOUS
23
2.2.2.1. GOLDEN DELICIOUS CLONE B
23
2.2.2.2. GOLDEN DELICIOUS SMOTHEE
25
2.2.3. GALA
27
27
2.2.3.1. GALA SCHNITZER-SCHNIGA
2.2.3.2. BUCKEYE GALA
29
2.2.3.3. GALAXY
31
2.2.3.4. MONDIAL GALA
33
2.2.3.5. ROYAL GALA
35
2.2.3.6. ANNAGLO
37
2.2.4. FUJI
39
2.2.4.1. FUJI KIKU 8
39
2.2.4.2. FUJI ZHEN AZTEC
41
2.2.4.3. FUJI KIKU FUBRAX T337
42
43
2.2.5. MORGENDUFT (IMPERATORE)
43
2.2.5.1. DALLAGO
2.2.6. GRANNY SMITH
45
47
2.2.7. RENETTA DEL CANADA
49
2.2.8. MODI’
50
2.3. IMPOLLINATORI, PORTINNESTI E SETI D’IMPIANTO DELLE CULTIVAR
2.3.1. IMPOLLINATORI
50
2.3.2. PORTINNESTI
51
53
2.3.3. SESTI D’IMPIANTO
2.4. MATURAZIONE DELLE VARIETA’ TRATTATE: DESCRIZIONE E DISCUSSIONE
SUI DATI RACCOLTI IN LABORATORIO E SUL CAMPO NELL’ANNATA 2012
56
60
2.4.1. ANALISI CON PIMPRENELLE DI GOLDEN E RED DELICIOUS
2.4.2. TEST DI MATURAZIONE EFFETTUATI SUL CAMPO SULLE PRINCIPALI
65
CULTIVAR
2.5. INDICI DI RACCOLTA UTILIZZATI PER LE ANALISI
69
74
2.6. MODALITA’ DI CONSERVAZIONE DELLA MELA DI VALTELLINA
3. CAPITOLO
3
LA MATURAZIONE E LA GRANDINE…………………………..76
3.1. EFFETTI DELLA GRANDINE DEL LUGLIO 2012 SULLA MATURAZIONE DELLE
76
CULTIVAR
81
3.2. METODI DI DIFESA DALLA GRANDINE
4. CAPITOLO
4
LA DIFESA FITOSANITARIA………………………………………83
4.1. PROGRAMMA DI DIFESA FITOSANITARIA ADOTTATO DA MELAVI’
83
96
4.2. IL PROBLEMA RELATIVO AI RESIDUI FITOSANITARI
Bibliografia
Sitografia
101
102
INTRODUZIONE
Il tirocinio presso la Cooperativa Ortofrutticola Melavì, svolto da agosto fino ad ottobre 2012 è
stato incentrato principalmente sull’analisi della maturazione delle varie cultivar di melo presenti
sul territorio della cooperativa che comprende l’intero conoide di Ponte in Valtellina, la piana e le
pendici di Villa di Tirano e Bianzone e infine il conoide di Tovo S.Agata e Lovero. I numerosi soci
della cooperativa coltivano le principali varietà del melo come, in ordine di quantità prodotte, ‘Red
delicious’, ‘Golden delicious’, ‘Gala’, ‘Fuji’, ‘Morgenduft’, ‘Renetta’, ‘Granny Smith’ e ‘Modì’.
Molti frutteti sono coltivati con sesti di impianto moderni e su portinnesti nanizzanti; altri, invece,
risultano essere ormai molto vecchi e scomodi soprattutto per le modalità di lavorazione. Per questo
la cooperativa sta cercando di rinnovare l’intero comparto frutticolo in modo da ottenere una
maggiore qualità del prodotto.
Durante il tirocinio sono state valutate le ultime fasi di maturazione delle varie cultivar con continui
test di maturazione in modo da definire il più correttamente possibile il momento giusto per la
raccolta; di tutte le cultivar trattate da Melavì vengono definite le caratteristiche principali, l’epoca
di maturazione (estiva, autunnale o invernale), l’utilizzazione (mensa, trasformazione industriale,
impollinatori), i portinnesti più utilizzati (MM106, M9, M26, P1, P2,) e la loro relazione con qualità
e quantità del prodotto nonché delle caratteristiche della pianta, i sesti d’impianto più indicati per
ciascuna cultivar, le forme di allevamento adottate dalla cooperativa, la disposizione degli
impollinatori e infine la parte principale, ovvero la maturazione e la raccolta indicando le fisiopatologie possibili, i vari indici di maturazione adottati sia direttamente in campo, sia in laboratorio
(colore di fondo, compattezza della polpa, degradazione amido, contenuto zuccherino, degradazione
clorofilla, indice Thiault e indice di Streif). La strumentazione Pimprenelle è stata utilizzata per la
valutazione di grandi quantità del prodotto e i dati rilevati (compattezza della polpa, grado
zuccherino e acidità titolabile) sono stati integrati con l’analisi della degradazione dell’amido
tramite l’utilizzo della soluzione di Lugol e riscontro con la tavola di Planton. Sono stati anche
affrontati i problemi derivanti dalla raccolta anticipata e da quella ritardata, le norme di qualità da
adottare (commerciali e fisiologiche), le modalità di conservazione relative a ciascuna cultivar e le
possibili alterazioni ottenibili durante questa fase delicata.
Il tirocinio è stato svolto in un’annata piuttosto sfavorevole a causa della grave grandinata dell’11
Luglio, che ha danneggiato quasi completamente il comparto di Ponte in Valtellina. Le percentuali
di danno alle mele sono state rilevanti (fino al 95%) e hanno indotto variazioni nella maturazione e
richiesto modalità di trattamento per prevenire gli eventuali marciumi del frutto; la raccolta è stata
anticipata rispetto al livello ottimale di zucchero e la destinazione del prodotto ormai compromesso
e non più vendibile è stata la trasformazione industriale (principalmente succhi e sidro). Una parte
del tirocinio ha riguardato, inoltre, l’attuazione di adeguate tecniche di difesa dalle varie avversità
del melo. Ho quindi contribuito attivamente alle decisioni riguardanti i trattamenti chimici da
effettuare e alle valutazioni sul campo con continue e regolari visite alle trappole a feromoni sparse
su tutto il territorio. Vengono perciò descritte le tecniche di difesa adottate da Melavì contro le varie
avversità e le analisi relative ai residui fitosanitari presenti eventualmente sul prodotto e i valori
indice per la commercializzazione della “Mela di Valtellina”.
Quindi l’obiettivo principale del mio elaborato è stato quello di definire le caratteristiche delle
cultivar di melo presenti in Valtellina e il loro adattamento al clima di questo territorio, analizzando
pregi e difetti di ognuna di queste; descrivere le modalità di analisi della maturazione del prodotto
in modo da determinare la giusta epoca di raccolta e, in seguito, le tecniche di conservazione;
definire le modalità di intervento da adottare in presenza di un prodotto ormai compromesso dalla
grandine e infine le linee guida della difesa fitosanitaria in melicoltura con un’attenzione particolare
al periodo di carenza e di conseguenza alle richieste commerciali del prodotto maturo.
Questa tesi si propone, perciò, come un vero e proprio manuale per conoscere ciascuna delle
svariate cultivar di melo presenti sul terriotorio valtellinese, con precise indicazioni sulle
caratteristiche degli impianti, dei trattamenti chimici necessari a contrastare le numerose avversità e
delle condizioni necessarie e sufficienti per un corretto stacco del frutto maturo. L’elaborato
dimostra quindi come le odierne e moderne tecniche di impianto, trattamento, analisi, raccolta e
conservazione di questo particolare frutto garantiscano l’ottenimento di un prodotto
qualitativamente ottimo e sicuro, dotato di qualità organolettiche soddisfacenti per la maggior parte
dei consumatori. Il mercato di tale prodotto è complicato dalla presenza di frutti di qualità
sicuramente superiore (Mela della Val di Non) ma la “Mela di Valtellina” presenta caratteristiche
tali che le permettono di competere quasi alla pari con i frutti migliori. I continui studi effettuati dai
tecnici di Melavì in collaborazione con la Fondazione Fojanini di Sondrio permetteranno
sicuramente, negli anni futuri, di ottenere frutti sempre più buoni e caratteristici di questo
meraviglioso territorio, continuando a tramandare e sviluppare una tradizione ormai presente da più
di mezzo secolo, una tradizione che ha permesso alla Valtellina, assieme ad altri numerosi prodotti,
di farsi conoscere in tutto il mondo come una valle non solo fantastica per le sue bellezze naturali
ma anche ricca di prodotti straordinari.
CAPITOLO 1
LA STORIA DI MELAVI’: DALLE ORIGINI
AL RICONOSCIMENTO IGP
1.1 ORIGINI DELLA FRUTTICOLTURA VALTELLINESE
Il melo in Valtellina ha origini antiche, infatti già in epoca medioevale e moderna, il
melo era compreso tra “gli alberi da frutto” di cui era particolarmente ricco il territorio
valtellinese, soprattutto sul versante retico. Già nel 1752, infatti, si riscontrano, nei
“Ragionamenti d’Agricoltura”, un primo esempio di manuale di agronomia redatto dallo
studioso Pietro Ligari, riferimenti alle tecniche colturali per i “pomi”, che nel mese di
marzo devono essere potati, insieme ai peri e agli altri frutti.
Durante tutta la prima metà del secolo scorso la frutticoltura valtellinese era presente
solo con coltivazioni di tipo familiare per l’autoconsumo e il commercio locale ed era
caratterizzata da una gamma varietale molto ampia di mele, pesche, pere, susine e
ciliegie. Le varietà coltivate venivano scelte con cura in modo da differenziare, nell’arco
delle stagioni, il periodo di maturazione e quello di raccolta. I sesti d’impianto erano
praticamente inesistenti; le piante crescevano isolate nei campi e nei vigneti e senza
particolari cure di difesa. Solamente le famiglie più abbienti e facoltose destinavano un
appezzamento di terreno per la coltivazione della frutta; questo terreno veniva detto
brölio e solitamente veniva circondato da apposite recinzioni per evitare possibili furti.
Le varietà di melo coltivate in quel periodo erano la Renetta del Canada (presente
tutt’oggi), la Rosa Mantovana, la Belfiore rossa, la Pearmain dorata e la Calvilla bianca.
Durante il periodo compreso fra il 1940 e il 1950, a Ponte in Valtellina, cominciarono a
diffondersi numerosi imprenditori decisi ad iniziare un processo di trasformazione dei
vigneti, dei prati e degli incolti in coltivazioni specializzate ed organizzate e puntarono
decisamente su un solo tipo di coltura: il melo. Da questo derivarono immediatamente
numerosi vantaggi economici che portarono alla nascita delle prime forme associative
che andarono poi a costituire il Consorzio Ortofrutticolo di Ponte in Valtellina, il 9
novembre del 1952. Negli anni successivi seguirono poi le fondazioni di altre
cooperative sparse per tutta la provincia; il 7 dicembre 1961 fu costituita l’Associazione
Valtellinese delle cooperative frutticole, trasformata poi in Consorzio il 18 dicembre
1967 in modo da creare un’impostazione unitaria alla frutticoltura provinciale e
coordinare le vendite, l’acquisto di concimi e prodotti antiparassitari. Questo aspetto
quindi, ovvero l’associazionismo, ha sempre caratterizzato la coltivazione del melo in
Valtellina e ha saputo portare la “mela di Valtellina” ad una posizione di primo piano e
di competitività a livello nazionale.
Naturalmente, col passare degli anni, numerose cultivar andarono a perdersi per far
spazio ad altri tipi che si adattassero meglio al territorio ed al clima valtellinese. Per
questo la scelta cadde sulle cultivar americane Red e Golden Delicious. Anche le
tecniche di allevamento vennero modificate in modo da garantire una maggiore
produzione, una migliore qualità del prodotto ed una maggiore facilità di lavorazione
grazie anche alla diffusione di nuove tecnologie nel campo agricolo. I coltivatori
valtellinesi presero spunto da realtà frutticole già affermate come il Trentino e l’Emilia
Romagna. Essi impararono le tecniche di potatura, di raccolta e conservazione del
prodotto. Numerosi incontri serali venivano organizzati per insegnare e diffondere le
nuove modalità di lavorazione. In seguito, grazie alle collaborazioni universitarie, si
delineò definitivamente la struttura dell’attuale frutticoltura che rimane comunque
penalizzata dall’eccessivo frazionamento della proprietà più che dalla giacitura dei
terreni.
COOPERATIVE
PONTE IN
VALTELLINA
ANNO DI
FONDAZIONE
1952
SOCI ALLA
FONDAZIONE
28
SOCI
ATTUALI
557
COMUNI
INTERESSATI
Ponte in
Valtellina,
Chiuro,
Tresivio,
Piateda,
Poggiridenti
Lovero
Villa di Tirano
1953
40
LOVERO
1959
62
244
VILLA DI
TIRANO
1961
16
Tirano
TIRANO
1961
78
Tovo, Vervio,
TOVO
Mazzo
S.AGATA
1979
29
393
Da Tirano a
ALTA
Grosio
VALTELLINA
(COAV) *
*Tirano, Tovo e Lovero sono confluite nella Coav rispettivamente nel 1991 e nel 1992
1.1.1 IL SUOLO VALTELLINESE
Le principali zone frutticole sono distribuite sul versante retico e si sviluppano
principalmente da Sondrio a Mazzo; solo poche aziende sono disposte sul versante
orobico in particolare a Tovo S.Agata, Tirano, Postalesio e Talamona. I frutteti sono
disposti su pendici di varia esposizione e pendenza e presentano condizioni climatiche
favorevoli a questo tipo di coltivazione. In particolare, la fascia altimetrica in cui si
sviluppa la melicoltura valtellinese, è quella fra i 300 e i 700 m.s.l.m.
I tre comprensori principali (Ponte, Villa di Tirano, Tovo) sono dislocati su conoidi di
deiezione di origine morenica o alluvionale esposti a sud, nel caso di Ponte e Villa di
Tirano o a nord nel caso di Mazzo e Tovo. Questi conoidi si sono formati grazie alla
presenza di corsi d’acqua torrentizi, periodicamente soggetti a piene, nel corso delle
quali finivano a valle grosse quantità di materiale proveniente dagli argini erosi o da
frane di valli laterali. Il conoide più vasto è quello di Ponte in Valtellina posizionato
davanti all’impervia valle di Rhon. Esso presenta una superficie di circa 4 km2 ed uno
sviluppo che parte da una quota altimetrica di 750 metri fino al fondovalle. La tessitura
dei conoidi di deiezione varia da sabbioso-franca a franco-sabbiosa e gli elementi che la
costituiscono sono per lo più grossolani e rappresentativi della zona di provenienza.
Sono terreni poco profondi, ricchi di scheletro e sabbia (circa il 70%), con ridotta
capacità di trattenuta idrica e di elementi nutritivi, facilmente esposti al dilavamento e a
deficit idrico. Queste caratteristiche sono ovviamente negative e penalizzano lo sviluppo
della frutticoltura e di moderni sistemi irrigui in grado di soddisfare le esigenze delle
piante in qualsiasi momento della stagione.
Le pendenze caratterizzanti i terreni coltivati a melo sono comprese fra il 10% e il 35%
e favoriscono la creazione di un microclima ideale alla coltivazione del melo che risulta
quindi meno soggetta a bruschi abbassamenti di temperatura che potrebbero
compromettere la qualità del prodotto. I terreni sono ben dotati di sostanza organica con
reazione da acida a subacida; essi non sono limitanti per la coltivazione del melo, la
quale viene invece influenzata maggiormente dalla quantità di calcio presente. I suoli
valtellinesi, infatti, sono prevalentemente acidi e poveri di calcio, la cui carenza può
provocare numerose fisiopatie quali butteratura amara, plara e problemi durante la
conservazione. Per questo motivo l’intervento con distribuzioni fogliari e l’aggiunta di
calcio al terreno sono d’obbligo per l’ottenimento di un buon prodotto.
I suoli presenti nel fondovalle, invece, presentano caratteristiche totalmente differenti.
La loro ampiezza è determinata dallo sviluppo dei conoidi e in molti casi, essa, si riduce
al solo alveo del fiume Adda che percorre la valle in tutta la sua lunghezza. I terreni
sono pianeggianti o sub-pianeggianti e le pendenze sono minime ed in molti casi
praticamente nulle. Il fondovalle valtellinese è di origine glaciale ed è stato
successivamente riempito da sedimenti di origine fluviale. Perciò il materiale che lo
costituisce è in prevalenza grossolano, con predominanza di elementi ghiaiosi e
sabbiosi, la cui deposizione è avvenuta in concomitanza alle ultime alluvioni. Dal punto
di vista idrico il fondovalle è dotato di una falda freatica che determina in certi casi
problemi di saturazione idrica al terreno, soprattutto durante i periodi piovosi.
Considerando invece lo stato nutrizionale questi suoli si differenziano da quelli del
conoide per una minore presenza di sabbia, un pH più elevato e un minor contenuto in
fosforo e potassio.
Sabbia %
Limo %
Argilla %
pH
Sostanza organica %
Azoto totale (g/kg)
Fosforo assimilabile
(P2O5) (ppm)
Potassio scambiabile
(K2O) (ppm)
Calcio scambiabile
(Ca) (ppm)
Magnesio
scambiabile (MgO)
(ppm)
Ponte in Valtellina
67
28
5
6.07
3.69
1.71
78
Villa di Tirano
70
25
5
6.53
3.28
1.60
96
Lovero
67
27
6
6.65
4.75
2.47
104
199
201
307
1260
1400
2012
146
192
220
1.1.2 IL CLIMA
La Valtellina è una delle numerose valli alpine con orientamento est-ovest e il suo clima
è di tipo continentale, con una circolazione di grandi masse d’aria fredda e asciutta
provenienti dall’Europa centrale e di quelle umide provenienti dal Mediterraneo e
dall’Atlantico. Per questo il clima è molto variabile, a causa anche della presenza del
vicino lago di Como. Dal punto di vista termico si possono osservare temperature
massime durante i mesi di luglio e agosto (34°C) mentre le minime si hanno nei mesi di
gennaio e febbraio (-10°C).
Molto interessante è il fenomeno dell’inversione termica
determinato dallo scivolamento verso il fondovalle di
grosse masse d’aria fredda provenienti dai versanti delle
valli laterali e dalla dispersione del calore per
irraggiamento da parte dell’atmosfera. Questo accumulo
di aria fredda influisce notevolmente sulla formazione di
gelate primaverili con ripercussioni sulle colture presenti.
Per questo la cooperativa adotta sistemi di protezione, il
più diffuso dei quali è l’irrigazione anti-brina che
consente di mantenere le piante a temperature stabili
intorno allo zero termico. I fattori che influenzano però
maggiormente le coltivazioni di mele sono la luce, l’aria e
le ampie escursioni termiche giorno-notte durante il
periodo estivo. Le temperature invernali non raggiungono
quasi mai livelli di pericolo per cui l’unico inconveniente è legato solamente alle
possibili gelate primaverili. Inoltre, l’assenza di nebbie e la frequente ventilazione,
consentono di creare un ambiente sfavorevole allo sviluppo di malattie crittogamiche.
Le precipitazioni oscillano mediamente sui 1000mm annui mentre quelle nevose sono
poco rilevanti a livello delle zone coltivate a melo. Il vento caratteristico della valle è la
cosiddetta breva che percorre la valle dai primi di marzo fino a giugno; questo soffia
verso l’interno della valle impedendo all’aria di condensare il vapore acqueo e perciò di
determinare abbondanti piogge. Un altro vento caratteristico è il fohn, un vento di aria
calda che spira a volte d’inverno e in primavera in direzione nord-est, influenzando la
temperatura e l’umidità dell’aria. La piovosità, perciò, risulta essere molto scarsa grazie
anche alla presenza, lungo tutto il corpo della valle, di alcune alture (Dazio, Teglio) che
impediscono alle correnti d’aria del lago di Como di determinare un influsso sulla
piovosità. In alcuni anni si osservano inoltre fenomeni di siccità primaverile ed estiva
che vengono aggravati dalla scarsa profondità del terreno, soprattutto nella zona dei
conoidi. Per questi motivi la cooperativa ha sviluppato un complesso ed efficiente
sistema di irrigazione che permette di intervenire e sostenere lo sviluppo delle piante
coltivate. Nella zona compresa tra Tresivio e Villa di Tirano viene adottato il sistema di
irrigazione per aspersione che comporta l’erogazione di acqua sottoforma di pioggia
artificiale mediante l’impiego di apposite apparecchiature. Nei due comprensori
l’approvvigionamento è organizzato in maniera differente: Tresivio e Ponte si
riforniscono da un apposita “presa” posizionata in località Premelè a 1036 m.s.l.m. ,
attraverso la quale l’acqua viene prelevata direttamente dal torrente Fontana ed immessa
nelle condotte. Per Bianzone e Villa di Tirano, invece, è stato creato un bacino
artificiale in località Somasassa, a 700 m.s.l.m., periodicamente alimentato dall’acqua
che viene pompata dal torrente Fontana. L’invaso ha una capacità di circa 90.000 m3 e
sopperisce alla portata del torrente, insufficiente a soddisfare entrambi i comprensori.
L’ente che distribuisce l’acqua ai diversi utenti è il Consorzio di Miglioramento
Fondiario “Sponda Soliva” sito a Ponte in Valtellina.
Il bilancio idrico
La metodologia tradizionale utilizzata tutt’oggi per determinare il fabbisogno idrico delle
colture frutticole è quella basata sulla determinazione del bilancio idrico semplificato. Lo
scopo è far sì che il quantitativo di acqua che si va a somministrare alla pianta sia
rapportato al quantitativo di acqua perso dal sistema suolo – pianta – atmosfera (bilancio
apporti – asporti).
Le variazioni di umidità del suolo sono date dalla differenza tra gli apporti dovuti
all’irrigazione e alla pioggia e le perdite dovute all’evapotraspirazione (traspirazione
pianta + evaporazione suolo):
bilancio idrico = [(pioggia utile) + (irrigazione)] - (evapotraspirazione)
Spesso, durante il periodo irriguo, si verificano intervalli di tempo particolarmente secchi
per cui la voce relativa alla pioggia viene meno. In questi casi l’input sarà dato
esclusivamente dagli apporti irrigui e l’output dall’evapotraspirato.
Per la gestione dell’irrigazione si opera considerando il bilancio idrico il quale viene
redatto secondo la divisione del territorio in comizi, ciascuno dei quali viene identificato
da un numero. Per la compilazione del bilancio idrico sono state studiate le
caratteristiche idrologiche dei terreni. L’acqua richiesta viene calcolata in funzione
dell’evapotraspirazione reale (ETR), mentre l’offerta è rappresentata dalla riserva idrica
del suolo, cui si aggiungono le piogge e le eventuali irrigazioni.
Per stimare l’evapotraspirazione, somma dell’acqua persa per evaporazione dal terreno
e per traspirazione della vegetazione, si utilizzano gli evaporimetri di classe A. Le
piogge, invece, si misurano con pluviometri posti in centraline di rilevamento diffuse
lungo tutto il territorio della valle.
1.2 SOCIETA’ COOPERATIVA AGRICOLA MELAVI’
La "Società Agricola Melavì - Società Cooperativa Agricola" è, ai sensi e per effetti del
Regolamento CE n. 2200/96 del 28 ottobre 1996, un'Organizzazione di Produttori.
La Società Agricola Melavì, Società Consortile per azioni, nasce il 07/07/2004, poi
trasformata in consorzio di cooperative con atto notarile del 07/10/2009. E’ riconosciuta
come Organizzazione di Produttori ai sensi dell’art. 11 Reg CEE 2200196 con Decreto
della Regione Lombardia n.18653 del 28/10/2004.
La Società ha per oggetto la valorizzazione delle produzioni agricole, nonché dei
derivati della loro lavorazione e trasformazione. La Società ha inoltre lo scopo di
promuovere le procedure, anche tecniche, di tracciabilità del prodotto, di promuovere
pratiche colturali e tecniche di produzione che rispettino l’ambiente, in particolare per
tutelare la qualità delle acque, dei suoli e per preservare e favorire la biodiversità. La
Società occupa circa 130 persone suddivise tra dipendenti fissi e stagionali, arrivando ad
un totale di 160 durante il picco della raccolta nei mesi di Settembre e Ottobre.
Il marchio collettivo MELAVI’ (prodotto in Valtellina da 3 cooperative) garantisce
qualità controllata, assicura bellezza, profumo, sapore E certifica il rispetto della tecnica
di produzione integrata. Ricca di elementi utili per il nostro benessere, la mela Melavì è
prodotta tramite produzione integrata, che limita l’uso dei fitofarmaci e utilizza metodi
ecologici; la mela matura con ritmi naturali, più profumata e ricca di sapore. Si
aggiunge la superiorità qualitativa della mela di montagna, dove l’aria pulita,
l’escursione termica giorno-notte, l’alto rapporto fototermico luce-calore ne esaltano le
caratteristiche.
Per circa 50 anni i 3 comprensori principali (Ponte, Villa di Tirano, Tovo) sono rimasti
separati sia dal punto di vista legale sia amministrativo. Ciascun comparto, una volta
ottenuto il prodotto dai soci conferenti, lo stoccava nelle proprie strutture e la
lavorazione seguente avveniva nello stesso luogo. Da alcuni anni, invece, il prodotto
veniva spostato da un comprensorio all’altro soprattutto grazie alla presenza di nuove
tecnologie e apparecchiature di controllo e lavorazione. Per esempio, l’apparecchiatura
Pimprenelle necessaria alla valutazione della maturazione, è presente solamente nello
stabilimento di Tovo S.Agata per cui la totalità dei campioni provenienti dai 3
comprensori viene conferita nello stabilimento COAV. Per quanto riguarda il succo,
invece, questo viene prodotto nel solo stabilimento di Ponte in Valtellina (circa 200.000
litri totali) per cui la materia prima necessaria viene qui conferita anche dalle altre 2
cooperative. Ciascun comprensorio, comunque, possiede una propria sala di
lavorazione, delle proprie celle ad atmosfera controllata, apposite strutture di
conferimento del prodotto e specifici magazzini di stoccaggio dei materiali e dei
prodotti fitosanitari necessari alla creazione ed alla gestione dei propri frutteti. Le
cooperative sono così ripartite:
•
COOPERATIVA DI PONTE IN VALTELLINA: La Cooperativa Ortofrutticola
di Ponte in Valtellina e' una Cooperativa di 557 soci che possiedono una
superficie di 220 ettari coltivati a melo e una produzione media di 90/100.000
tonnellate di mele. La cooperativa è nata come Consorzio nel 1952 e il
03.09.1960 si è trasformata in Cooperativa, si è ampliata e modernizzata ed ora
possiede un magazzino diviso in 39 tra celle frigorifere e ad atmosfera
controllata della capacità di circa 12.000 tonnellate (10.000 in A.C. e 2.000 solo
frigorifere). La sala di lavorazione dispone di una linea di lavorazione
elettronica con selezionatrice a calibro, colore e difetti con registrazione
computerizzata delle scelte e gestione della tracciabilità dal prodotto
confezionato al socio; la sua potenzialità è di circa 10/14 tons/ora. L'azienda ha
alle sue dipendenze: 6 impiegati,7 salariati fissi e 60 avventizi. Per garantire
ulteriormente il processo dell’azienda dal settembre 1999 la società è certificata
UNI EN ISO 9001.
Produzione: Mele stark 55% - Mele golden 35% - Mele Gala 5% - Altre varietà
(Fuji, Morgen, Stayman, Granny) 5% - Succo di mela senza conservanti
(200.000 litri circa). Le mele per la maggior parte vengono inviate alle catene di
distribuzione confezionate: 40% in sacchetti, 15% in vassoi, 15% in cartoni; il
restante 30% viene fornito sfuso in casse o in cassoni.
La cooperativa si sta specializzando anche nella produzione di succo di mela
prodotto esclusivamente con la spremitura di mele di Valtellina, pastorizzato
senza aggiunta di zuccheri e conservanti. Questa semplice ma accurata
lavorazione permette di ottenere un prodotto di qualità, con elevato valore
aggiunto e molto gradito dal consumatore.
•
COOPERATIVA DI VILLA DI TIRANO: La società FVT Soc. Coop. Agr. è
una cooperativa agricola con sede in Villa di Tirano, via Nazionale 1. Fanno
parte della cooperativa 244 soci che conferiscono mediamente 60/65000 quintali
di mele delle varietà Golden, Stark e Gala coltivate su circa 170 ettari di
superficie, nei comuni di Villa di Tirano, Bianzone, Tirano e Teglio. Vengono
conferite inoltre modeste quantità di patate. L’attività principale della società
consiste nella raccolta e commercializzazione della frutta conferita
esclusivamente dai soci e remunerata secondo il meccanismo di acconto e saldo
in base agli andamenti gestionali. Pertanto tutta la materia prima raccolta da
FVT Soc. Coop. Agr. proviene da aziende agricole ubicate in Provincia di
Sondrio e quindi in Lombardia.
•
COOPERATIVA DI TOVO S.AGATA: La C.O.A.V. s.c.r.l. fondata nel 1979,
ha sede in Tovo di Sant’ Agata. I soci sono circa 400 e conferiscono in media
100.000 quintali di mele. La zona di produzione è la Valtellina, da Tirano (470
m.s.l.m.) a Grosotto (550 m.s.l.m.). Questo comprensorio è dotato del più grande
stabilimento della società, con di sale di lavorazione all’avanguardia e un
laboratorio utilizzato dai tecnici per la valutazione dello stato di maturazione
delle mele. Costituirà, in futuro, l’unico stabilimento di lavorazione del prodotto
che sarà qui conferito dalle altre 2 cooperative.
1.2.1 LA NASCITA DI MELAVI’
Il 23 marzo 2013 si conclude, con la firma dell’atto di
fusione, il processo di integrazione cooperativa, che
prevede la fusione delle tre cooperative storiche
valtellinesi in Melavì. Si tratta della COOPERATIVA
ORTOFRUTTICOLA di PONTE in VALTELLINA
s.c.a., con sede in Ponte in Valtellina, operativa da oltre
60 anni, della cooperativa FRUTTICOLTORI VILLA DI
TIRANO s. c. a., presente da più di 50 anni nella zona di
Villa di Tirano, Bianzone e Teglio, e dela COOPERATIVA ORTOFRUTTICOLA
ALTA VALTELLINA s.c.a., costituita nel 1979 e attiva nelle quote più elevate, da
Tirano fino a Mazzo in Valtellina. Il processo di integrazione cooperative rappresenta
un passo storico per tutta la frutticoltura della Provincia di Sondrio e per tutto il settore
agricolo locale.
I SOCI
Le tre cooperative assieme rappresentano attualmente circa 1150 soci, di cui attivi e
conferenti circa 700. Il comparto è rappresentato da aziende professionali con
dimensioni variabili dai tre fino ai dieci ettari, con grande professionalità, forti
investimenti in macchinari e attrezzature, e che ricorrono anche all’apporto di
manodopera stagionale, soprattutto per le operazioni di raccolta. Vi è poi una larga base
di aziende condotte part-time da persone che svolgono un'attività lavorativa di altro tipo,
generalmente lavoro dipendente, ma che dedicano una quota rilevante del loro impegno
lavorativo anche alla conduzione dei terreni e che hanno conseguito una buona
professionalità, anche grazie all'impegno dei servizi di assistenza tecnica delle
cooperative.
I PRODOTTI
Il principale prodotto
to dal marchio collettivo
rodotto commercializza
comm
tivo Melavì è la mela tipica e
di qualità coltivata nelle terre
te valtellinesi, conferita esclusivamente
sivamente dai
da circa 700 soci
per un totale di oltre 30.000
30.
tonnellate gestite annualmente
ente dai tre stabilimenti di
produzione.
Le varietà principalmente
cipalmente coltivate
c
sono:
Red delicious
Golden delicious
Gala
Fuji
Morgenduft
Granny Smith
Renettaa del Canada
ANNO
Quantità
prodotta
(quintali)
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
217.788
308.936
263.150
294.937
312.155
252.263
283.6
283.663
279.791
281.543
Circa la ripartizione
zione delle varietà
v
e la loro produttività si rileva che:
•
Golden ricopre il 47%
4
della superficie con una media produttiva
produt
di 135.000
quintali nel periodo 2003-2011;
•
Stark ill 40% della superficie
s
con una media di quasii 105.000 quintali;
qui
•
Gala il 9% della superfi
sup cie con una media di 16.000 quintali;
Le altre varietà (Fuji,
Morgen,
Granny,
Renetta) coprono il
rimanente 4% della
produzione.
L’altitudine a cui
vengono lavorati i
circa 800 ha di
superficie investita é
una
caratteristica
peculiare della mela valtellinese
valtel
che la rende particolarmente
ente profumata,
profum
croccante e
ricca di sapore. Ed é proprio
propri grazie al clima favorevole, al terreno coltivato
coltiv in pendenza
e ben esposto al sole, al metodo di coltura mediante produzione integrata
in
a basso
impatto ambientale
entale che la
l mela di Valtellina é cosi buona, nutriente
nutrie
e sana. E’
facilmente riconoscibile
onoscibile grazie al bollino a marchio Melavì applicato su ogni frutto che
garantisce la qualità,
ualità, la provenienza
pro
e la salubrità del prodotto. Altra peculiarità della
Mela di Valtellina
llina IGP é rappresentata
ra
dalla colorazione molto
olto intensa dei frutti e dalla
e; caratteristiche esaltate dall’irraggiamento
solare
forma allungata,
ta, molto attraent
a
irragg
particolare ottenuto
enuto per esposizione
esp
orografica unica della Valtellina.
altellina.
Le specificità del territorio e le capacità dell’uomo, che ha saputo mantenere
mant
negli anni
tecniche di coltivazione
ltivazione nel
ne rispetto e nelle tutela delle vallate
late e delle m
montagne, hanno
contribuito allaa larga diffusione del prodotto presso i consumatori
matori italian
italiani ed esteri.
LA COMMERCIALIZZAZI
LIZZAZIONE
I prodotti di Melavì
elavì vengono
vengo commercializzati a livello nazionale,
azionale, fatta
fat eccezione per
un 5% circa destinato
estinato al mercato
m
estero. A livello italiano
o il 60% del
de prodotto viene
Distribuzione Organizzata con la quale è necessaria una
commercializzato
ato dalla Grande
Gra
continua e costante
ostante collaborazione
c
per raggiungere lo scopo fi
f nale: la piena
soddisfazione del consumatore,
consumat
sempre più attento alla qualità
lità del prodotto.
prodo
Per questo i
tecnici di Melavì
avì effettuano
effettuan continue analisi su campioni di ciascuna cul
c tivar in modo
da determinare i residui presenti
pre
e poter così garantire un ottimo
ttimo prodotto
prodot di qualità che
rientri all’interno
no dei parametri
param
comunitari stabilti.
LA FILIERA PRODUTTIV
DUTTIVA
La mela della Valtellina è prodotta dagli agricoltori valtellinesi
linesi che da più di vent'anni
aderiscono al Regolamento di Autodisciplina in frutticoltura
ra della Provincia di Sondrio
adottando le più
iù innovative tecniche di coltura atte a ridurre l'impatto
'impatto ambientale
am
e a far
vivere il frutteto
to in simbiosi
simbios con la natura e l’ambiente circostante. Tutti i passaggi della
filiera, dal campo fino alla ta
t vola, vengono certificati garantendone
tendone qualità
qual e salubrità.
I soci vengono affiancati durante tutta la stagione dai 5 tecnici di Melavì (2 nel
comprensorio di Ponte in Valtellina, 1 a Villa di Tirano e 2 a Tovo) che monitorano
periodicamente le fasi vegetative della pianta, controllano i parametri climatici e quelli
relativi alle avversità che possono interessare il melo al fine di scegliere le strategie di
contenimento più efficaci nel corso della stagione effettuando controlli di campagna in
tutte le fasi di produzione.
I tecnici di campagna svolgono diverse azioni quali l’attività di programmazione delle
produzioni, la riduzione dei costi di gestione e l'introduzione di tecniche rispettose
dell’ambiente tramite l’utilizzo di prodotti ammessi in agricoltura biologica in
alternativa a quelli chimici come la confusione sessuale e il disorientamento per il
contenimento della Carpocapsa.
Durante il periodo di raccolta, che va da Agosto a metà Ottobre, le mele vengono
conferite dai soci ai tre stabilimenti, dove vengono conservate, selezionate, confezionate
e infine commercializzate. La conservazione del prodotto in via di distribuzione viene
mantenuta in celle frigorifere ad atmosfera controllata dove moderni impianti ad alta
tecnologia consentono di mantenere inalterate le qualità della mela che conserverà le
proprie qualità organolettiche per tutto l’anno. Per la commercializzazione le mele
vengono confezionate utilizzando tutte le più moderne tecnologie che ne garantiscono
la massima protezione.
Tutti i passaggi della filiera si contraddistinguono per l’elevata professionalità degli
operatori che con cura e maestranza danno origine ad un prodotto di elevata qualità,
eccellenza del settore agroalimentare valtellinese.
DATI AZIENDALI ED ECONOMICI
I volumi di fatturazione realizzati da Melavì negli ultimi tre anni oscillano tra i 20 ed i
23 milioni di euro, così ripartiti:
Mele tra 17 e 20 milioni di euro
Succo di mela circa 200.000 euro
Vendite agli spacci aziendali circa 500.000 euro
I prodotti per la gestione delle aziende agricole dei soci circa 2.500.000
euro
Servizi alle azienda agricole dei soci circa 200.000 euro
Vendite al punto vendita affiliato CONAD 3.500.000 euro
Il capitale sociale supera gli 800.000 euro ed il patrimonio netto sfiora i 7.800.000 €.
Melavì dà lavoro a circa 130 persone, con un costo lavoro di poco inferiore a 3 milioni
di €, rappresentando quindi dal punto di vista occupazionale una azienda rilevante
dell’agroalimentare in provincia di Sondrio.
Il gruppo Melavì nell’ultimo quadriennio ha realizzato importanti investimenti, per oltre
9 milioni di €, in particolare:
Interventi volti al mantenimento delle strutture e all’eliminazione dell’eternit
dalle coperture, con una spesa di quasi 1,5 milioni di €;
Interventi sulle celle di frigoconservazione e sugli impianti di produzione del
freddo, comprese tecnologie per il risparmio energetico, per oltre 1,8 milioni di
€;
Ammodernamento delle linee di confezionamento e macchinari specifici,
compresa una nuova linea per i trasformati (succhi) per quasi 1,4 milioni di €;
Quasi 20.000 nuovi cassoni per la raccolta per un valore di quasi 1,5 milioni di
€;
Tre impianti fotovoltaici posti sulle coperture aziendali, con una spesa di quasi
1,8 milioni di €;
Investimenti commerciali (nuovi punti vendita, attività promozionali e nuove
tecnologie) per quasi 800.000 €.
In questi anni sono state sostenute spese rilevanti anche per ottenere le certificazioni di
processo e di prodotto (ISO 9001, IGP, GLOBALGAP), per ricerche di mercato e studi
di fattibilità, per la sicurezza sui luoghi di lavoro, per la formazione del personale, per la
partecipazione a mostre e fiere, per la riqualificazione dell’assistenza tecnica alle
aziende (in collaborazione con la Fondazione Fojanini e il Centro di San Michele
all’Adige - Fondazione E. Mach).
1.3 LA MELA DI VALTELLINA IGP
La “Mela di Valtellina” ha ottenuto il riconoscimento comunitario IGP che valorizza
questo importante prodotto e gli sforzi di tutti i frutticoltori della Valtellina nel produrre
un prodotto di eccellenza dovuto all’esperienza e alla peculiarità del territorio.
L’iter per il riconoscimento europeo inizia nel 2002; nel 2005 viene approvato il
disciplinare di produzione con l’audizione pubblica per il consenso da parte del
territorio. Ottenuta l'approvazione, la pratica é stata portata avanti dal Ministero delle
Politiche Agricole Alimentari e Forestali e il 30 novembre 2006 e stata concessa la
protezione transitoria. Oggi, con regolamento (UE) n.171/2010 del 1° marzo 2010 della
Commissione, l’Europa ha iscritto la Mela di Valtellina nel registro delle denominazioni
di origine protette e delle indicazioni geografiche protette. La denominazione "Mela di
Valtellina" e riservata ai frutti che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal
disciplinare di produzione. L’Indicazione Geografica Protetta della Mela di Valtellina è
riservata ai frutti costituiti dalle seguenti varietà e loro cloni (R1):
Red Delicious
Golden Delicious
Gala
La "Mela di Valtellina" si contraddistingue per colore e sapore particolarmente
accentuati, polpa compatta ed alta conservabilità. Al momento dell’immissione al
consumo i frutti devono essere interi, di aspetto fresco, puliti ed in possesso dei requisiti
stabiliti, per i frutti delle Categorie di qualità Extra e I, dalle Norme di Qualità per i
Prodotti Ortofrutticoli e Agrumari definiti sulla base della normativa Comunitaria
vigente.
Inoltre devono possedere le seguenti caratteristiche:
RED DELICIOUS
Epicarpo: spesso, poco ceroso, di colore rosso intenso brillante, con estensione
del sovraccolore superiore all’80% della superficie, liscio, esente da rugginosità
ed untuosità, resistente alle manipolazioni;
Forma: tronco-conica oblunga, con i caratteristici cinque lobi e profilo
equatoriale pentagonale;
Calibro: diametro minimo 65 mm;
Tenore zuccherino minimo: superiore a 10° Brix;
Polpa: bianco-crema, fine, fondente, succosa, molto aromatica, poco acidula.
GOLDEN DELICIOUS
Epicarpo: poco ceroso, di colore giallo intenso a maturazione, talora con
sfaccettatura rosa nella parte esposta al sole, a volte soggetto a rugginosità,
sensibile alle manipolazioni;
Forma: sferoidale o tronco-conica oblunga, leggermente costoluta in sezione
trasversale;
Calibro: diametro minimo 65 mm;
Tenore zuccherino minimo: superiore a 11.5° Brix;
Polpa: giallina, fine e soda, compatta, croccante, succosa, gradevolmente
aromatica, di eccellenti qualità gustative.
GALA
Epicarpo: rosso brillante, con estensione del sovraccolore rosso, minimo sul
30% della superficie per la Gala standard e sul 65% nei cloni migliorativi;
Forma: tronco-conica breve, con i cinque lobi apicali abbastanza pronunciati;
Calibro: diametro minimo 65 mm;
Tenore zuccherino minimo: superiore a 11° Brix;
Polpa: bianca, croccante, molto succosa, dolce e poco acidula.
La zona di produzione e di condizionamento della “Mela di Valtellina” comprende i
seguenti Comuni della provincia di Sondrio: Albosaggia, Andalo Valtellino, Ardenno,
Berbenno di Valtellina, Bianzone, Buglio in Monte, Caiolo, Castello dell'Acqua,
Castione Andevenno, Cedrasco, Cercino, Chiavenna, Chiuro, Cino, Civo, Colorina,
Cosio Valtellino, Dazio, Delebio, Dubino, Faedo Valtellino, Forcola, Fusine, Gordona,
Grosio, Grosotto, Lovero, Mantello, Mazzo di Valtellina, Menarola, Mese, Mello,
Montagna in Valtellina, Morbegno, Novate Mezzola, Piateda, Piantedo, Piuro,
Poggiridenti, Ponte in Valtellina, Postalesio, Prata Camportaccio, Rogolo, Samolaco,
San Giacomo Filippo, Sernio, Sondalo, Sondrio, Spriana, Talamona, Teglio, Tirano,
Torre di Santa Maria, Tovo di Sant'Agata, Traona, Tresivio, Verceia, Vervio, Villa di
Chiavenna, Villa di Tirano.
Le forme di allevamento impiegate sono principalmente: spindelbush, palmetta, vaso
tradizionale, a V e a doppia V. Per favorire coltivazioni rispettose dell’ambiente e alla
salute dell’uomo, si utilizzano tecniche di produzione a basso impatto ambientale, come
la produzione integrata e la produzione biologica. I terreni su cui si coltiva la “Mela di
Valtellina” sono situati nelle vallate che si estendono ad altitudini comprese tra i 200 ed
i 900 m s.l.m. Le caratteristiche degli impianti sono finalizzate a massimizzare la
permeabilità della chioma alla radiazione luminosa, al fine di ottenere un’ottimale
colorazione dei frutti ed un prodotto di qualità superiore. L’ampiezza dell’interfila non
deve essere inferiore ai 3 m, con disposizione su fila unica o doppia, mentre la distanza
degli alberi sulla fila non deve scendere sotto gli 0,5 m. La densità massima non deve
comunque superare i 4000 alberi per ettaro. Le principali operazioni colturali, per il
mantenimento di un impianto efficiente e produttivo, sono rappresentate da interventi di
potatura in primavera-estate sul verde ed in inverno sul secco, che garantiscano il
corretto equilibrio vegeto-produttivo della pianta e l’ottimale esposizione dei frutti. Il
diradamento dei frutti viene effettuato in funzione del carico produttivo presente, al fine
di mantenere sulla pianta la quantità ottimale per ciascuna varietà. La produzione di
mele IGP non deve essere comunque superiore, per ogni singola varietà, alle seguenti
quantità:
Red Delicious: 65 Tons/ha
Golden Delicious: 68 Tons/ha
Gala: 65 Tons/ha
L’inizio del periodo di raccolta coincide con il momento in cui la mela raggiunge la
maturazione ottimale stabilita dai tecnici addetti; i frutti delle varietà devono inoltre
avere un valore di durezza della polpa non inferiore a 5 Kg/cm2. Per ottenere la qualità e
la conservabilità ottimale delle diverse varietà, la raccolta viene eseguita mediante
stacco manuale delle mele e secondo il seguente calendario:
Red Delicious: seconda decade di settembre-seconda decade di ottobre.
Golden Delicious: seconda decade di settembre-fine ottobre.
Gala: seconda decade di agosto-seconda decade di settembre.
La conservazione della “Mela di Valtellina " avviene attraverso la tecnica della
refrigerazione normale (AC), low oxigen (LO), ultra low oxigen (ULO) in particolare;
Temperatura delle celle destinate alla conservazione delle mele compresa,
secondo le varietà, tra 0,2°C e 2°C
Contenuto di O2 tra 1% e 3%;
Contenuto di CO2 tra 1,2% e 3%;
Umidità relative tra 90% e 98%
Il periodo di conservazione della “Mela di Valtellina” è variabile per ciascuna varietà:
Red Delicious dalla raccolta e fino a luglio dell’anno successivo
Golden Delicious dalla raccolta e fino ad agosto dell’anno successivo
Gala dalla raccolta e fino a maggio dell’anno successivo
La dicitura “Mela di Valtellina” IGP, deve essere apposta in modo chiaro e
perfettamente leggibile, con dimensione prevalente sulle altre diciture presenti, sulle
confezioni sigillate o sui singoli frutti. Laddove sia presente la bollinatura dei singoli
frutti essa non può interessare meno dei 70 % dei frutti presenti in confezione.
Il logo è rappresentato dalla dicitura “Mela di Valtellina” Indicazione Geografica
Protetta . Gli indici colorimetrici sono i seguenti: Rosso (pantone red O25), Verde
(pantone 355) e Nero ( 100%). Il carattere da utilizzare è il Futura Bold.
CAPITOLO 2
LE
E VARIETA’
VARIETA COLTIVATE
TE SUL SU
SUOLO
VALTELLINE
LTELLINESE, LA MATURAZIONE
URAZIONE E LA
LORO CONSERVAZIONE
AZIONE
2.1 ASSETTO
SETTO VA
VARIETALE DELLA
A FRUTTICOLTURA
FRUTTIC
VALTELLINESE
TELLINESE DAGLI ANNI ’50 AD OGGI
L’assetto varietale
etale tipico della
d
frutticoltura valtellinese è caratterizzato principalmente
da cultivar a maturazione autunnale (Red Delicious, Golden
lden Delicious,
Delicio
Morgenduft,
Renetta del Canada,
anada, Granny
Grann Smith) con attitudine alla lunga
nga conservazione,
conserva
anche se,
nell’ultimo decennio,
cennio, si è sempre più diffusa la varietà Gala con maturazione
ma
tardoestiva. A questa
ta varietà si è poi affiancata anche la Fuji, unaa mela di origine
ori
giapponese
di buon sapore,
e, dolce e con
co colorazione rosso-verdastra che
he matura nel
ne periodo tardoautunnale. Negli
gli ultimi 2-3 anni, invece, alcuni soci, insieme
eme alla Cooperativa,
Coo
hanno
cominciato ad utilizzare la varietà Modì, una cultivar resistente
tente alla ticchiolatura
tic
molto
succosa, croccante
ante e dolce.
9%
4%
Golden Delicious
D
47%
Red Delicious
Delic
40%
Gala
Morgen, Granny,
G
Renetta,
Fuji, Modì
Le prime varietà,
età, durante i primi anni di vita della Cooperativa,
rativa, erano allevate a vaso
semplice, caratterizzato
tterizzato dalla
dal presenza di 3 branche principali
ipali con distanze
dist
d’impianto
vastissime (6X6), in quanto venivano coltivate su portinnesti vigorosi (franco). In
seguito cominciò a diffondersi la forma a palmetta a branche oblique, che permetteva un
minore intervento dal punto di vista della manodopera e favoriva perciò la
meccanizzazione dei processi produttivi quali potature e trattamenti antiparassitari. Un
aspetto originale di quel periodo fu la tecnica di sostituzione dei vigneti con i campi
coltivati a melo. Infatti, a causa della scarsa vigoria del portainnesto “franco” e di
conseguenza dela lenta messa a frutto, le piante erano messe a dimora scavando singole
buche nel vigneto stesso ed eliminando solo i ceppi di vite che servivano per creare lo
spazio necessario; ciò con il preciso intento di sfruttare alcune vendemmie, in attesa del
reddito derivante dal melo. Anche negli impianti su terreni liberi (prati, seminativi), la
preparazione del terreno non prevedeva la lavorazione totale, in quanto ritenuta troppo
costosa. Oggi, invece, nei nuovi frutteti allevati a Spindel, vengono utilizzati portinnesti
nanizzanti con sesti d’impianto sempre più stretti (3.50-4.00x1.00-1.20 oppure
3.50x0.50 negli ultimi impianti) che permettono di avere una maggiore densità di piante
e perciò una maggiore produzione per ciascun terreno. Gli alberi sono, rispetto al
passato, di dimensioni ridotte, entrano molto velocemente in produzione e garantiscono
una migliore e più agevole gestione colturale (potature, diradi manuali, difesa
fitosanitaria, raccolta).
La produzione attuale è incentrata sulle 2 varietà principali: Red Delicious e Golden
Delicious. La prima è una mela di origine americana a buccia rossa, scoperta nello stato
dello Iowa nel 1861. In seguito i vivaisti Stark ne acquistarono i diritti di propagazione,
lanciandola nel 1895 con il nome di Stark Delicious. L’ambiente valtellinese,
caratterizzato dalla vicinanza delle montagne, ne esalta il colore, il sapore e ne accentua
la caratteristica forma a 5 punte. La Golden Delicious, anch’essa una varietà di origine
americana, proviene invece dalla Virginia ed è stata diffusa, come la Red Delicous, dai
vivaisti Stark, nel 1914. Essa è una mela succosa, con polpa croccante ed una
caratteristica buccia gialla.
Nella fascia altimetrica valtellinese (500-800 m), i frutti di questa varietà acquisiscono
caratteri inconfondibili come la forma tipica allungata, la buccia priva di rugginosità e
la sfumatura rosata, la cosiddetta “faccetta”, che rende questa mela non solo più bella
alla vista ma anche più dolce al suo interno. Le due varietà vengono utilizzate
contemporaneamente dalla quasi totalità dei soci in quanto si fecondano
reciprocamente, affidando alle api presenti sul territorio un adeguato trasporto di polline
di fiore in fiore. Infatti, fra la Cooperativa Melavì e l’APAS (Associazione Produttori
Apistici Sondrio), esiste un accordo che prevede la dislocazione degli alveari nei frutteti
durante il periodo di fioritura, a patto che non vengano utilizzati prodotti fitosanitari
durante la permanenza degli alveari nei campi. Nel corso degli anni, i tecnici della
Cooperativa, hanno permesso lo sviluppo e la coltivazione, fra i soci, delle migliori
selezioni delle 2 varietà, scelte tra quelle di rapida messa a frutto e con tonalità di colore
più accentuate ed uniformi. Per quanto riguarda le Red Delicious prevalgono ora i cloni
standard Jeromine, Red Velox, Roat e il clone spur Red Chief. Per la Golden, invece, i
cloni più diffusi sono Smoothee (ormai non più utilizzato) sul fondovalle e Golden B
per le zone più elevate. Considerando, invece, la varietà più recente, ovvero la Gala, i
primi impianti venivano realizzati con i cloni Mondial e Royal mentre oggi si punta su
selezioni migliorative, per la colorazione più regolare e stabile dei frutti, come ad
esempio Galaxy, Schniga, Annaglo e Buckeye. Fuji presenta, invece, impianti coltivati
con cloni KIKU 8 e Zhen Aztec mentre quelli di recente costruzione prevedono
l’utilizzo del clone Fubrax, mutazione di Kiku 8, con le stesse caratteristiche
organolettiche, ma dotato di una colorazione superiore e migliore. Per la varietà
Morgenduft si predilige l’uso del clone Dallago mentre per le altre varietà, Renetta,
Granny Smith e Modì, si utilizzano i cloni tipici di tali cultivar.
2.2 SCHEDE POMOLOGICHE
2.2.1 RED DELICIOUS
2.2.1.1 JEROMINE
JEROMINE: mutazione di Erovan/“Early
Red One®” individuata in Francia e diffusa nel 1990.
(Brevetto UE n. °6599)
Albero:
- vigore: medio, medio-scarso con habitus standard
- portamento: assurgente
- messa a frutto: rapida
- produttività: buona ma alternante
- fioritura: intermedia, leggermente più precoce di Golden Delicious
- principali impollinatori: Gala, Golden Delicious, Granny Smith
Maturazione:
- epoca: intermedia (-5 giorni rispetto a Golden Delicious)
- uniformità: preferibile la raccolta in almeno 2 stacchi
- cascola in pre-raccolta: presente
Frutto:
- forma: in genere tronco conica-oblunga ma anche breve, discretamente omogenea
- peduncolo: di lunghezza e spessore medi
- colore epidermide: giallo
- sovracolore: rosso scuro vinoso sulla totalità del frutto
- tipo di sovracolore: uniforme
- rugginosità: in genere assente
- polpa: di colore crema, fine, abbastanza croccante, succosa, di buona consistenza
- sapore: buono mediamente dolce, poco acido, aromatico
- serbevolezza: discreta
- note: soggetti al riscaldo e a butteratura amara
Parametri qualitativi e di maturazione medi alla raccolta:
peso medio
(g) 219
% di estensione del sopraccolore
97
zuccheri espressi in gradi Brix
13.3
acidità (g/I di acido malico)
2.2
Durezza al penetrometro puntale 11 mm (kg/cm2) 6.8
giudizio complessivo : clone migliorativo di Early Red One con colorazione rossovinosa più intensa ed estesa. Presenta alcuni difetti tipici delle Red Delicious quali
buona produttività ma alternante, la sensibilità alle scottature da sole, alla butteratura
amara e al riscaldo. Questo clone è particolarmente apprezzato dai frutticoltori
valtellinesi per le caratteristiche estetiche quali la colorazione intensa e la classica forma
allungata a 5 punte.
2.2.1.2 RED CHIEF
RED CHIEF: Mutazione di
“Starkrimson” individuata da F. Campbell
nel 1967 in USA e diffusa nel 1972. Varietà
libera da brevetto.
Albero:
- vigore: medio-scarso con habitus spur
- portamento: assurgente
- messa a frutto: rapida
- produttività: buona, ma alternante
- fioritura: intermedia
- principali impollinatori: Golden Delicious, Granny Smith, Gala
- note: sensibile al cancro rameale
Maturazione:
- epoca: intermedia (- 5 giorni rispetto a Golden Delicious)
- uniformità: preferibile la raccolta in 2 stacchi
- cascola in pre-raccolta: presente
Frutto:
- forma: tronco conico-oblunga, discretamente omogenea
- peduncolo: di lunghezza e spessore medi
- colore epidermide: giallo
- sovracolore: rosso scuro intenso
- tipo di sovracolore: striato
- rugginosità: in genere assente
- polpa: di colore crema, fine, abbastanza croccante, succosa, di buona consistenza
- sapore: buono mediamente dolce, poco acido, aromatico
- serbevolezza: discreta
- note: soggetti al riscaldo e a butteratura amara
Parametri qualitativi e di maturazione medi alla raccolta:
peso medio
(g) 222
% di estensione del sopraccolore
90
zuccheri espressi in gradi Brix
11.2
acidità (g/I di acido malico)
2
Durezza al penetrometro puntale 11 mm (kg/cm2) 7.9
giudizio complessivo: varietà Spur di scarso vigore caratterizzata da buona produttività
ma alternante. La pianta è sensibile al cancro rameale mentre i frutti alla butteratura
amara ed al riscaldo. Come per la Jeromine i frutti vengono apprezzati per le loro
caratteristiche estetiche come la forma allungata, la presenza delle 5 punte e la
colorazione rosso brillante striata.
2.2.1.3 SUPERCHIEF/SANDIDGE
SUPERCHIEF/SANDIDGE:
mutazione di “Red Chief” individuata da Arden
C. Winkel presso Hartford Michigan (USA) e
diffusa nel 1984. (Brevetto Europeo n.° 2282 del
2008)
Albero:
- vigore: scarso (inferiore a Red Chief) con habitus spur
- portamento: assurgente
- messa a frutto: rapida
- produttività: buona, ma alternante
- fioritura: intermedia
- principali impollinatori: Golden Delicious, Jonathan
Maturazione:
- epoca: intermedia (- 5 giorni rispetto a Golden Delicious)
- uniformità: preferibile la raccolta in 2 stacchi
- cascola in pre-raccolta: presente
Frutto:
- forma: tronco conica-oblunga, discretamente omogenea
- peduncolo: di lunghezza e spessore medi
- colore epidermide: giallo
- sovracolore: rosso scuro intenso sulla quasi totalità del frutto
- tipo di sovracolore: leggermente striato
- rugginosità: in genere assente
- polpa: di colore crema, fine, abbastanza croccante, succosa, di buona consistenza
- sapore: buono mediamente dolce, poco acido, aromatico
- serbevolezza: discreta
Parametri qualitativi e di maturazione medi alla raccolta:
peso medio
(g) 225
% di estensione del sopraccolore
93
zuccheri espressi in gradi Brix
13.3
acidità (g/I di acido malico)
1.8
Durezza al penetrometro puntale 11 mm (kg/cm2) 7
giudizio complessivo: clone di Red Chief migliorativo per avere una colorazione più
intensa ed estesa. Mantiene i difetti tipici delle Red Delicous già descritti in precedenza
oltre che la sensibilità al cancro rameale. Apprezzato per le sue caratteristiche estetiche
di colorazione e forma.
2.2.2 GOLDEN DELICIOUS
2.2.2.1 GOLDEN DELICIOUS CLONE B
GOLDEN DELICIOUS –
CLONE B: Semenzale individuato
alla fine del 1800 da A.H. Mullins a
Winfield in Virginia (USA),
successivamente introdotto in Svizzera e poi
risanato e diffuso dal NAKB dell'Olanda.
Varietà libera da brevetto.
Albero:
- vigore: medio-elevato
- portamento: espanso, ben ramificato
- messa a frutto: rapida
- produttività: elevata e costante
- fioritura: intermedia
- impollinatori: Gala, Red Delicious, Granny Smith, Fuji
Maturazione:
- epoca: intermedia (seconda-terza decade di settembre)
- uniformità: elevata
- cascola in pre-raccolta: nulla o scarsa
Frutto:
- forma: tronco conica oblunga, circolare, asimmetrica
- peduncolo: di buona lunghezza e spessore intermedio
- colore epidermide: giallo-verde, vira al giallo intenso a maturazione
- sovraccolore: assente ad eccezione delle zone vocate, come la Valtellina, dove
assume un attraente sopraccolore rosa a faccetta
- rugginosità: soprattutto nella zona peduncolare ma in talune annate diffusa su tutto il
frutto
- lenticelle: piccole e ben evidenti
- polpa: di colore bianco-crema, fine, abbastanza croccante, succosa, di media
consistenza e con un buon rapporto zuccheri-acidi
- sapore: ottimo, molo dolce, acidulo, aromatico
- serbevolezza: buona
Parametri qualitativi e di maturazione medi alla raccolta:
peso medio
(g) 240
% di estensione del
sopraccolore
20 % nel caso sia presente
la caratteristica faccetta rosata
zuccheri espressi in gradi Brix
14.5
acidità (g/I di acido malico)
5.2
(kg/cm2) 7-8
Durezza al penetrometro
puntale 11 mm
Giudizio complessivo: Clone di Golden Delicious tra i più diffusi per le ottime
caratteristiche agronomiche e l’eccezionale qualità dei frutti. Presenta un albero di
medio vigore, con portamento espanso e di facile gestione; la messa a frutto è molto
rapida e presenta una buona e costante produttività. Il contenuto in zuccheri è molto
elevato, con valori massimi che possono raggiungere i 15 ° Brix. I frutti presentano una
buona pezzatura, sono dolci, leggermente aciduli, aromatici e abbastanza serbevoli;
sono molto sensibili alle manipolazioni (in Valtellina, durante la raccolta, viene ancora
utilizzata la classica e storica “preponta” per evitare il contatto mela-mela che
rovinerebbe il prodotto). In Valtellina la colorazione raggiunge facilmente la tipica
faccetta rosa (fiammatura) tanto apprezzata dai consumatori. L’unico aspetto negativo
di questo clone è l’elevata sensibilità alla ruggine che ne rende sconsigliabile la coltura
in pianura e nel fondovalle.
2.2.2.2 GOLDEN DELICIOUS SMOOTHEE
GOLDEN DELICIOUS
SMOOTHEE: Mutazione della
“Golden Delicious” rinvenuta in U.S.A.
(Pennsylvania) da C.B. Gibson nel
1958 e diffusa commercialmente nel
1967. Varietà libera da brevetto.
Albero:
- vigore: medio-elevato, (un po’ maggiore del Clone B)
- portamento: espanso, ben ramificato
- messa a frutto: rapida
- produttività: elevata e costante
- fioritura: intermedia
- impollinatori: Gala, Red Delicious, Granny Smith, Fuji
Maturazione:
- epoca: intermedia (seconda-terza decade di settembre)
- uniformità: elevata, in genere necessita di un solo stacco
- cascola in pre-raccolta: nulla o scarsa
Frutto:
- forma: globoso-conica, circolare, simmetrica
- peduncolo: di lunghezza e spessore medi
- colore epidermide: giallo-verde con buccia mediamente spessa, cerosa, liscia
- sovraccolore: buona sfaccettatura di colore rosa in Valtellina anche se inferiore al
clone B
- rugginosità: diffusa soprattutto nella zona peduncolare ma anche estesa su tutto il
frutto
- lenticelle: piccole, numerose e ben evidenti
- polpa: di color crema, fine, abbastanza croccante, succosa, di media consistenza
- sapore: ottimo, molo dolce, leggermente acido, aromatico
- serbevolezza: buona ma sensibile alle manipolazioni
Parametri qualitativi e di maturazione medi alla raccolta:
peso medio
(g) 232
% di estensione del
sopraccolore
10 % nel caso sia presente
la caratteristica faccetta rosata
(inferiore al clone B)
zuccheri espressi in gradi
Brix
13.9
acidità (g/I di acido
malico)
4.7
Durezza al penetrometro
puntale 11 mm
(kg/cm2) 6.5-7.5
Giudizio complessivo: Molto simile alle caratteristiche morfologiche del clone B e di
poco inferiore per caratteristiche organolettiche e gustative. Rispetto al clone B è meno
sensibile alla rugginosità e per questo, in Valtellina, viene utilizzata negli impianti di
fondovalle che risultano molto più sensibili. Come il clone B, anche se inferiore per
estensione, in Valtellina assume una classica faccetta rosata molto apprezzata dai
consumatori.
2.2.3 GALA
2.2.3.1 GALA SCHNITZER-SCHNIGA
GALA SCHNITZERSCHNIGA: La varietà “Schniga“ deriva da
una mutazione gemmaria dal clone Tenroy (“Royal
Gala”), che è stata scoperta da Franz Schnitzer di
Tirolo. Brevetto n° 18759 UE del 2007.
Albero:
- vigore: medio-elevato superiore a Golden Delicious
- portamento: leggermente assurgente
- messa a frutto: intermedia
- produttività: elevata e costante
- fioritura: intermedia
- principali impollinatori: Golden Delicious, Red Delicious, Granny Smith, Fuji e
Braeburn
Maturazione:
- epoca: precoce (-35-40 giorni rispetto a Golden Delicious)
- uniformità: necessità di essere raccolta in almeno 2 stacchi
- cascola in pre-raccolta: nulla o scarsa
Frutto:
- forma: tronco conico-breve o rotonda, omogenea
- peduncolo: lungo e spesso
- colore epidermide: giallo
- sovraccolore: rosso brillante
- tipo di sovraccolore: striato in modo marcato
- rugginosità: talvolta in prossimità del peduncolo
- lenticelle: piccole e poco evidenti
- polpa: di colore bianco-crema, fine, abbastanza croccante, succosa, di buona
consistenza
- sapore: ottimo, molo dolce, poco acido, aromatico
- serbevolezza: buona
- note: può presentare spaccature al peduncolo
Parametri qualitativi e di maturazione medi alla raccolta :
peso medio
(g) 168
% di estensione del sopraccolore
78
zuccheri espressi in gradi Brix
12.3
acidità (g/I di acido malico)
3
Durezza al penetrometro puntale 11 mm (kg/cm2) 9.5
Giudizio complessivo: Clone di Gala che si differenzia per l'intensità e brillantezza del
sovraccolore rosso brillante caratterizzato da ampie striature ben evidenti che si
estendono sulla quasi totalità dei frutti anche se non esposti alla luce. In annate molto
calde la colorazione tarda a comparire. La pianta è di vigore medio-elevato, con
portamento assurgente di elevata e costante produttività. Per favorire la pezzatura dei
frutti, è necessario un precoce ed energico diradamento. I frutti di pezzatura media sono
di ottimo sapore, consistenti, croccanti, molto dolci e poco acidi e serbevoli.
2.2.3.2 BUCKEYE GALA
Buckeye Gala: Mutazione di Imperial
Gala individuate da Simmons in Hoio (USA) e
diffusa nel 1994. Brevetto n° 12034 UE del 2003.
Albero:
- vigore: medio-elevato superiore a Golden Delicious
- portamento: assurgente
- messa a frutto: intermedia
- produttività: elevata e costante
- fioritura: intermedia
- principali impollinatori: Golden Delicious, Red Delicious, Braeburn, Fuji
Maturazione:
- epoca: precoce (-35/40 giorni rispetto a Golden Delicious)
- uniformità: necessità di essere raccolta in almeno 2 stacchi
- cascola in pre-raccolta: nulla o scarsa
Frutto:
- forma: tronco conico-breve o rotonda
- peduncolo: di lunghezza e spessore medi
- colore epidermide: giallo
- sovracolore: rosso brillante
- tipo di sovracolore: uniforme con leggere striature
- rugginosità: talvolta in prossimità del peduncolo
- lenticelle: numerose ed evidenti
- polpa: di colore bianca, fine, abbastanza croccante, succosa, di buona consistenza.
- sapore: ottimo, molo dolce, poco acido, aromatico
- serbevolezza: buona
- note: può presentare spaccature al peduncolo
Parametri qualitativi e di maturazione medi alla raccolta:
peso medio
(g) 164
% di estensione del sopraccolore
85
zuccheri espressi in gradi Brix
13.2
acidità (g/I di acido malico)
3.2
Durezza al penetrometro puntale 11 mm (kg/cm2) 10.1
Giudizio complessivo: Recente clone di Gala caratterizzato da un sovraccolore rosso
brillante molto intenso ed esteso. La colorazione, che compare molto precocemente, è di
tipo uniforme con qualche leggera striatura che lo pone in una posizione intermedia tra i
cloni striati e quelli completamente uniformi meno apprezzati dal mercato. La pianta è
di vigore medio-elevato, con portamento assurgente, di elevata e costante
produttività. Necessario un precoce diradamento dei frutticini. I frutti di pezzatura
media sono di ottimo sapore, consistenti, croccanti, molto dolci e poco acidi, serbevoli.
2.2.3.3 GALAXY
Galaxy:
mutazione spontanea di Royal Gala
selezionata in Nuova Zelanda nel 1985.
Albero:
- vigore: elevato superiore a Golden Delicious
- portamento: assurgente
- messa a frutto: precoce
- produttività: elevata e costante
- fioritura: intermedia
- principali impollinatori: Golden Delicious, Red Delicious, Braeburn, Fuji
Maturazione:
- epoca: precoce (-35/40 giorni rispetto a Golden Delicious e pochi giorni prima
rispetto a Mondial Gala)
- uniformità: necessità di essere raccolta in almeno 2 stacchi
- cascola in pre-raccolta: nulla o scarsa
Frutto:
- forma: tronco conico-breve, sferoidale, simmetrica
- peduncolo: di lunghezza e spessore medi
- colore epidermide: colore di fondo giallo
- sovracolore: rosso intenso vinoso
- tipo di sovracolore: striato su tutta la superfice
- rugginosità: talvolta in prossimità del peduncolo
- lenticelle: numerose ed evidenti
- polpa: di colore bianca, fine, abbastanza croccante, succosa, di buona consistenza
- sapore: ottimo, molto dolce, poco acido, aromatico
- serbevolezza: buona
- note: può presentare spaccature al peduncolo
Parametri qualitativi e di maturazione medi alla raccolta:
peso medio
(g) 220
% di estensione del sopraccolore
85
zuccheri espressi in gradi Brix
12
acidità (g/I di acido malico)
3.9
Durezza al penetrometro puntale 11 mm (kg/cm2) 7.5
Giudizio complessivo: Il clone, migliorativo, oltre a raggiungere elevate ed apprezzate
percentuali di sopraccolore, ha una striatura marcata anche sui frutti meno esposti;
questa sua caratteristica permette di concentrare le operazioni di raccolta in pochi
stacchi a differenza di altre varietà dove le operazioni risultano più complesse e
durature. Esso veniva utilizzato in Valtellina nei primi impianti Gala di oltre 10 anni fa;
rappresenta uno dei primi cloni utilizzati e ormai in disuso.
2.2.3.4 MONDIAL GALA (IMPERIAL GALA)
Mondial Gala (Imperial
Gala): mutazione di Gala selezionata in Nuova
Zelanda; difficilmente distinguibile da Royal Gala.
Albero:
- vigore: elevato superiore a Golden Delicious
- portamento: aperto
- messa a frutto: precoce
- produttività: elevata e costante
- fioritura: intermedia e molto resistente ai freddi primaverili
- principali impollinatori: Golden Delicious, Red Delicious, Braeburn, Fuji
Maturazione:
- epoca: precoce (-35/40 giorni rispetto a Golden Delicious/dalla seconda metà di
agosto)
- uniformità: necessità di essere raccolta in almeno 2 stacchi
- cascola in pre-raccolta: nulla o scarsa
Frutto:
- forma: tronco conico-breve
- peduncolo: di lunghezza e spessore medi
- colore epidermide: colore di fondo giallo chiaro
- sovracolore: rosso
- tipo di sovracolore: si estende per circa il 70-80% della superficie della mela; in
ambienti vocati la colorazione del frutto è maggiore su questo clone che su Royal Gala
- rugginosità: talvolta in prossimità del peduncolo
- lenticelle: numerose ed evidenti
- polpa: di colore bianca, fine, abbastanza croccante, succosa, di buona consistenza
- sapore: ottimo, molto dolce, poco acido, aromatico
- serbevolezza: buona
- note: può presentare spaccature al peduncolo
Parametri qualitativi e di maturazione medi alla raccolta:
peso medio
(g) 210
% di estensione del sopraccolore
80
zuccheri espressi in gradi Brix
12
acidità (g/I di acido malico)
3.8
Durezza al penetrometro puntale 11 mm (kg/cm2) 7
Giudizio complessivo: Clone difficilmente distinguibile da Royal Gala per la pezzatura
e le caratteristiche organolettiche e gustative; il colore risulta ben distribuito sulla
superficie della mela, ma soggetto a regressione per motivi genetici.
2.2.3.5 ROYAL GALA
Royal gala:
mutazione di Gala selezionata
in Nuova Zelanda.
Albero:
- vigore: elevato
- portamento: aperto
- messa a frutto: precoce
- produttività: elevata e costante
- fioritura: intermedia e molto resistente ai freddi primaverili
- principali impollinatori: Golden Delicious, Red Delicious, Braeburn, Fuji
Maturazione:
- epoca: precoce (-35/40 giorni rispetto a Golden Delicious/dalla seconda metà di
agosto)
- uniformità: necessità di essere raccolta in almeno 2 stacchi
- cascola in pre-raccolta: nulla o scarsa
Frutto:
- forma: tronco conico-breve
- peduncolo: di lunghezza e spessore medi
- colore epidermide: colore di fondo verde chiaro-giallo
- sovracolore: rosso
- tipo di sovracolore: striato e si estende per circa il 70-80% della superficie della mela
- rugginosità: talvolta in prossimità del peduncolo
- lenticelle: numerose ed evidenti
- polpa: di colore bianca, fine, abbastanza croccante, succosa, di buona consistenza
- sapore: ottimo, molto dolce, poco acido, aromatico
- serbevolezza: buona
- note: può presentare spaccature al peduncolo
Parametri qualitativi e di maturazione medi alla raccolta:
peso medio
(g) 200
% di estensione del sopraccolore
78
zuccheri espressi in gradi Brix
12.2
acidità (g/I di acido malico)
4
Durezza al penetrometro puntale 11 mm (kg/cm2) 7.6
Giudizio complessivo: Presenta le stesse caratteristiche di Mondial Gala sia per gusto
che per colorazione. La percentuale di sopraccolore di questo clone raggiunge
percentuali inferiori rispetto ai cloni migliorativi.
2.2.3.6 ANNAGLO
Annaglo:
clone
neozelandese
migliorativo di Royal Gala. (Brevetto
europeo n.° 11961 del 2003)
Albero:
- vigore: medio-elevato
- portamento: assurgente
- messa a frutto: rapida
- produttività: elevata e costante
- fioritura: intermedia
- principali impollinatori:Golden Delicious, Granny Smith, Red Deliciuos, Braeburn,
Fuji
Maturazione:
- epoca: precoce (-35/40 giorni rispetto a Golden Delicious)
- uniformità: necessità di essere raccolta in almeno 2 stacchi
- cascola in pre-raccolta: scarsa
Frutto:
- forma: tronco conico-breve o rotonda, omogenea
- peduncolo: lungo e spesso
- colore epidermide: giallo
- sovraccolore: rosso brillante
- tipo di sovraccolore: striato
- rugginosità: talvolta nella cavità peduncolare
- lenticelle: piccole e poco evidenti
- polpa: di colore bianca, fine, abbastanza croccante, succosa, di buona consistenza
- sapore: ottimo, molto dolce, poco acido, aromatico
- serbevolezza: buona
- note: soggetta a spaccature vicino al peduncolo
Parametri qualitativi e di maturazione medi alla raccolta:
peso medio
(g) 185
% di estensione del sopraccolore
79
zuccheri espressi in gradi Brix
13.3
acidità (g/I di acido malico)
3
Durezza al penetrometro puntale 11 mm (kg/cm2) 9.3
Giudizio complessivo: Clone neozelandese migliorativo di Royal Gala caratterizzato
da una colorazione
rosso brillante di tipo striato. Non appare un ulteriore
miglioramento rispetto ai cloni di Gala striati di riferimento attualmente consigliati. In
annate molto calde la colorazione tarda a comparire favorendo fenomeni di spaccatura
vicino al peduncolo. Le altre caratteristiche della pianta e del frutto non
differiscono in modo significativo dalla tipica tipologia del gruppo.
2.2.4 FUJI
2.2.4.1 FUJI KIKU 8
Fuji Kiku 8: Mutazione di
Fuji selezionata nel 1990 da
Braun A. presso l’azienda Miura di
Aomori in Giappone. Varietà libera
da brevetto.
Albero:
- vigore: elevato superiore a Golden Delicious
- portamento: espanso
- messa a frutto: intermedia
- produttività: elevata ma molto alternante.
- fioritura: intermedia
- impollinatori: Granny Smith, Gala, Golden Delicious, Red Delicious
Maturazione:
- epoca: tardiva
Ottobre)
(+ 30 giorni rispetto a Golden Delicious/dalla prima decade di
- uniformità: necessità di essere raccolta in 2 o più stacchi
- cascola in pre-raccolta: presente
Frutto:
- forma: sferoidale, cilindrica un pò appiattita, eterogenea
- peduncolo: corto e spesso
- colore epidermide: verde-giallo
- sovracolore: rosso slavato
- tipo di sovracolore: striato per il 75-80% della superficie anche nella zona rivolta
all’ombra
- rugginosità: in genere al picciolo ma anche diffusa soprattutto nei primi anni di
produzione
- polpa: di colore bianco crema, particolarmente croccante e molto succosa
- sapore: molto buono, molto dolce, poco acido
- serbevolezza: ottima, possibile la presenza di vitrescenza
- note: i frutti sotto chioma presentano colorazione scarsa e così pure il sapore
Parametri qualitativi e di maturazione medi alla raccolta:
peso medio
(g) 280
% di estensione del sopraccolore
75
zuccheri espressi in gradi Brix
14-15.5
acidità (g/I di acido malico)
3.8
Durezza al penetrometro puntale 11 mm (kg/cm2) 7-9
Giudizio complessivo: E' la mela attualmente più coltivata al mondo soprattutto
in Oriente da cui proviene. Pianta di vigore elevato, con portamento espanso, di
elevata ma molto incostante produttività. La regolazione della carica assieme
all'ottenimento di una colorazione attraente sono i principali problemi agronomici
ancora non del tutto risolti; per tali motivi, nonostante la buona richiesta del
mercato, c'è uno scarso interesse alla sua coltivazione da parte dei frutticoltori
valtellinesi. I frutti sono di elevata pezzatura non sempre di bell'aspetto estetico
(colore scarso, opaco, rugginosità, disformità) ma presentano un ottimo sapore e
eccellente croccantezza, succosità e serbevolezza. La Fuji Kiku 8 è tra i cloni striati,
assieme a Fuji Raku Raku, quello che colora meglio anche nella parte del frutto non
esposta.
2.2.4.2 FUJI ZHEN AZTEC
Fuji Zhen Aztec:
Mutazione
gemmaria di Fuji. (Brevetto N° 20814
del 2007)
-
albero:
vigore: elevato superiore a Golden Delicious
portamento: espanso
messa a frutto: intermedia
produttività: elevata, ma molto alternante
fioritura: intermedia
impollinatori: Granny Smith, Gala, Golden Delicious, Red Delicious
maturazione:
- epoca: tardiva (+40 giorni rispetto a Golden Delicious)
- uniformità: necessità di essere raccolta in 2 o più stacchi
- cascola in pre-raccolta: presente
-
frutto:
forma: sferoidale, cilindrica un po' appiattita, eterogenea
peduncolo: di lunghezza e spessore medi
colore epidermide: giallo
sovracolore: rosso vinoso slavato
tipo di sovracolore: uniforme
rugginosità: in genere al picciolo ma anche diffusa soprattutto nei primi anni di
produzione
polpa: di colore bianco crema, particolarmente croccante e molto succosa
sapore: molto buono, molto dolce, poco acido
serbevolezza: ottima, possibile la presenza di vitrescenza
Parametri qualitativi e di maturazione medi alla raccolta:
peso medio
(g) 255
% di estensione del sopraccolore
81
zuccheri espressi in gradi Brix
14.8
acidità (g/I di acido malico)
3.1
Durezza al penetrometro puntale 11 mm (kg/cm2) 8.2
Giudizio complessivo: E' la mela attualmente più coltivata al mondo soprattutto in oriente
da cui proviene. Pianta di vigore elevato, con portamento espanso, di elevata ma molto
incostante produttività. La regolazione della carica assieme all'ottenimento di una
colorazione sufficiente sono i principali problemi agronomici ancora non del tutto
risolti; per tali motivi nonostante la buona richiesta del mercato c'è uno scarso interesse alla
sua coltivazione.
I frutti sono di elevata pezzatura non sempre di bell'aspetto
estetico (colore opaco o cupo, rugginosità, difforme) ma presentano un ottimo sapore e
eccellente croccantezza, succosità e serbevolezza. E' il miglior
clone tra quelli
uniformi e quello che in assoluto colora meglio.
2.2.4.3 FUJI KIKU FUBRAX T337
Fuji Kiku Fubrax:
mutazione di
Fuji Kiku 8, clone virus esente creato dal
settore
R&S
(ricerca
e
sviluppo)
dell´altoatesina KIKU srl, detentrice della Fuji
KIKU®8 Brak(S).
Albero:
- vigore: medio-forte con ramificazioni robuste
-
portamento: espanso
messa a frutto: elevata
produttività: elevata, ma molto alternante, influenzata da un corretto diradamento
fioritura: medio-tardiva; elevata fecondità dei fiori
impollinatori: Granny Smith, Gala, Golden Delicious, Red Delicious
maturazione:
- epoca: tardiva (+25 giorni rispetto a Golden Delicious)
- uniformità: necessità di essere raccolta in 2 o più stacchi
- cascola in pre-raccolta: presente
-
frutto:
forma: sferoidale, cilindrica un pò appiattita, eterogenea
peduncolo: di lunghezza e spessore medi
colore epidermide: giallo
sovracolore: rosso rubino
tipo di sovracolore: striatura molto fine
polpa: di colore bianco crema, particolarmente croccante e molto succosa
sapore: molto buono, molto dolce, poco acido
Giudizio complessivo: È una pianta ad elevata vigoria, rapida messa a frutto e ottima
produttività. Dopo un abbondante raccolto è soggetta ad alternanza. Risulta sensibile
alle gelate primaverili, normalmente sensibile a ticchiolatura, mentre è poco sensibile a
oidio, colpo di fuoco e cancro. Migliore rispetto a Fuji Kiku® 8 Brak, ha un frutto dal
colore rosso-striato molto attraente e pezzatura medio-grande. Il sapore è dolce, poco
acido, la polpa è fine e croccante di colore bianco-crema. Ha una buona conservabilità:
in cella fino a marzo, in atmosfera controllata fino a giugno. E’ il clone maggiormente
utilizzato negli ultimi impianti Fuji di Melavì.
2.2.5 MORGENDUFT
2.2.5.1 DALLAGO
Morgenduft (Imperatore)
Dallago: Mutazione gemmaria di
Morgenduft (Imperatore) individuata nel 1970 nell'azienda Dallago a Laives, nel
bolzanino. Varietà libera da brevetto.
Albero:
-
vigore: medio-elevato, superiore a Golden Delicious
portamento: molto espanso
messa a frutto: rapida
produttività: elevata e costante
fioritura: tardiva
principali impollinatori: Golden Delicious
Maturazione:
- epoca: tardiva (+25 giorni rispetto a Golden Delicious)
- uniformità: uniforme, di norma raccolta in un unico stacco
- cascola in pre-raccolta: presente
Frutto:
- forma: sferoidale, appiattita
- peduncolo: spesso, di lunghezza media
- colore epidermide: giallo-verdastro
- sovracolore: rosso brillante
- tipo di sovracolore: striato
- rugginosità: in genere assente
- polpa: di colore bianco crema, croccante alla raccolta ma tende a farina in conservazione
- sapore: abbastanza buono, molto dolce, poco acido, aromatico
- serbevolezza: buona anche se sfarina oltre ad essere soggetta a riscaldo e disfacimento
- note: varietà a duplice attitudine (mercato fresco e industria)
Parametri qualitativi e di maturazione medi alla raccolta:
peso medio
(g) 235
% di estensione del sopraccolore
80
zuccheri espressi in gradi Brix
12
acidità (g/I di acido malico)
3-4
Durezza al penetrometro puntale 11 mm (kg/cm2) 8
Giudizio complessivo: Pianta di vigore medio-elevato, con portamento espanso, di elevata
e costante produttività. I frutti sono di elevata pezzatura e per tale motivo raramente è
necessario il diradamento chimico. I frutti sono di buon sapore, consistenti croccanti alla
raccolta, ma successivamente sfarinano rapidamente. La colorazione è gialla con un
sovraccolore rosso brillante striato che si estende su quasi tre quarti del frutto. Il consumo
fresco di questa mela è in diminuzione, ma la sua ottima attitudine all'impiego industriale e
la generosità produttiva ne fanno una mela ancora interessante. In Valtellina viene già da
qualche anno sostituita con impianti di Fuji o Renetta del Canada, varietà che garantiscono
maggiori guadagni.
2.2.6 GRANNY SMITH
Granny Smith: Varietà australiana
individuata da un semenzale di French Crab
all'inizio del '900 ad opera di T. Smith. Varietà
libera da brevetto.
-
Albero:
vigore: medio-elevato superiore a Golden Delicious
portamento: assurgente nei primi anni e successivamente molto espanso
messa a frutto: intermedia
produttività: elevata ma non sempre costante
fioritura: medio-precoce
impollinatori: Golden Delicious, Fuji, Gala
Maturazione:
- epoca: tardiva (+ 30 giorni rispetto a Golden Delicious)
- uniformità: elevata, raccolta in un unico stacco
- cascola in pre-raccolta: nulla o scarsa
Frutto:
- forma: sferoidale o tronco conica-breve
- peduncolo: di lunghezza e spessore medi
- colore epidermide: verde
- sovraccolore: assente. Ingiallimenti o sovraccolore rosa o rossastro sono considerati
difetti
- rugginosità: in genere assente, talora nella cavità peduncolare
- lenticelle: numerose di colore bianco, molto evidenti
- polpa: di colore bianca, fine, abbastanza croccante, succosa, di buona consistenza.
- sapore: buono, mediamente dolce, molto acido
- serbevolezza: buona anche se è soggetta a riscaldo
Parametri qualitativi e di maturazione medi alla raccolta:
peso medio
(g) 214
% di estensione del sopraccolore
0
zuccheri espressi in gradi Brix
12.1
acidità (g/I di acido malico)
7.2
Durezza al penetrometro puntale 11 mm (kg/cm2) 8.5
Giudizio complessivo: Pianta di vigore medio-elevato, con portamento assurgente in fase
giovanile e in seguito espanso, di elevata produttività anche se non sempre costante. I frutti
presentano caratteristiche peculiari sia per colorazione della buccia verde priva di
sovraccolore, sia per il sapore particolarmente acido che limita la percezione di presenza
di zuccheri. La polpa è di colore bianco, consistente e croccante. La serbevolezza è
ottima anche se è varietà sensibile al riscaldo. Molto adatta ad essere coltivata in
pianura dove più difficilmente l'epidermide si sfaccetta di rosa (considerato un difetto). Per
questo è una varietà poco impiegata dai soci della cooperativa; infatti in Valtellina la
maggior parte dei frutti di questa varietà, soprattutto quelli più esposti, presentano una
caratteristica colorazione rosata rendendo quindi di poco valore il prodotto. In tutti e 3 i
comparti non esiste un vero e proprio “campo” coltivato con questa varietà; essa viene per
lo più utilizzata per l’impollinazione e il suo prodotto raccolto e conferito alla cooperativa
in scarse quantità. E’ varietà richiesta dai mercati del nord-Europa che gradiscono mele
croccanti dal sapore acido.
2.2.7 RENETTA DEL CANADA
Renetta del Canada: origine incerta anche
se si ritiene provenga dalla Normandia.
Albero:
- vigore: elevato
- portamento: con portainnesto M9 pianta molto chiusa e alta
- messa a frutto: lenta
- produttività: buona talvolta irregolare
- fioritura: medio-tardiva
- impollinatori: Idared, Jonathan, Golden Delicious, Morgenduft
Maturazione:
- epoca: metà o fine settembre (8 giorni dopo Golden Delicious)
- uniformità: raccolta in un unico stacco
- cascola in pre-raccolta: presente
Frutto:
- forma: appiattita, globosa
- peduncolo: molto corto e spesso
- colore epidermide: verde-giallo con eventuale faccetta rosa sulla parte soleggiata;
lenticelle grandi e rugginose
- sovracolore: assente
- tipo di sovracolore: assente
- rugginosità: caratteristica tipica di questa varietà; in molti casi ricopre quasi
totalmente il frutto
- polpa: giallastra e mediamente succosa
- sapore: molto dolce e poco acidulo
- serbevolezza: buona
- note: problemi con butteratura amara, sensibile alla ticchiolatura ed oidio. Tessitura
fine tendente alla farinosità
Parametri qualitativi e di maturazione medi alla raccolta:
peso medio
(g) 277
% di estensione del sopraccolore
0
zuccheri espressi in gradi Brix
16.5
acidità (g/I di acido malico)
3.4
Durezza al penetrometro puntale 11 mm (kg/cm2) 4.2
Giudizio complessivo: varietà sempre più diffusa in Valtellina per le sue caratteristiche
produttive e la richiesta sul mercato. Viene utilizzata in impianti 4.00x0.50 con portinnesti
M9 che consentono di avere piante molto vicine e sviluppate in altezza con una migliore
facilità durante il dirado a mano e la raccolta. E’ molto sensibile alla manipolazione, alla
butteratura amara, alla ticchiolatura e tende alla farinosità. Sul territorio valtellinese
presenta la caratteristica faccetta rosata che ne aumenta la qualità complessiva.
2.2.8 MODI’
Modi’ Civg 198: Deriva da un'incrocio tra
Gala e Liberty ottenuta nell'ambito dei programmi
di miglioramento genetico del Consorzio Italiano
Vivaisti (CIV). E’ stata presentata domanda di
brevetto n°2005/0312.
-
Albero:
vigore: intermedia
portamento: espanso
messa a frutto: rapida
produttività: elevata e costante
fioritura: precoce.
principali impollinatori: Gala
Maturazione:
- epoca: intermedia
- uniformità: media necessita di un paio di stacchi. Il periodo per la raccolta è stretto
- cascola in pre-raccolta: presente
-
Frutto:
forma: tronco conico oblunga o ovoidale, omogenea
peduncolo: di lunghezza e spessore medi
colore epidermide: verde-gialla
sovracolore: rosso vinoso talvolta molto scuro
tipo di sovraccolore: uniforme
rugginosità: diffusa prevalentemente nella zona peduncolare ma anche diffusa sul frutto
polpa: grossolana, abbastanza croccante e succosa, molto consistente.
sapore: buono, dolce, acidulo, abbastanza aromatico
serbevolezza: molto buona
Parametri qualitativi e di maturazione medi alla raccolta:
peso medio
(g) 207
% di estensione del sopraccolore
95
zuccheri espressi in gradi Brix
13.4
acidità (g/I di acido malico)
3.3
Durezza al penetrometro puntale 11 mm (kg/cm2) 9.5
Giudizio complessivo: E' una nuova varietà che presenta norme molto precise di
coltivazione e di commercializzazione. Varietà resistente alla ticchiolatura e in genere
piuttosto rustica che matura una settimana prima di Golden Delicious. Presenta una pianta
di vigore contenuto, di facile gestione. La produttività è elevata e costante; presenta una
certa cascola in pre-raccolta. La conservabilità è molto buona. Il frutto è molto sodo, di
buon sapore, dolce e poco acido. Presente solo da pochi anni sul suolo valtellinese grazie
all’intraprendenza di alcuni frutticoltori e della cooperativa che possiede un proprio campo
coperto da moderne reti antigrandine. E’ una mela che garantisce un’ottima produzione con
notevoli guadagni ma richiede anche particolari spese per la sua gestione (obbligo di reti
anti-grandine per evitare di avere un prodotto poco pagato sul mercato).
2.3 IMPOLLINATORI, PORTINNESTI E SESTI D’IMPIANTO
DELLE CULTIVAR
2.3.1 IMPOLLINATORI
In Valtellina l’impollinazione, in frutticoltura, è sempre stata effettuata affiancando campi
piantati con diverse cultivar o addirittura creando impianti costituiti da file di differenti
varietà. Ben diffusi sono gli impianti coltivati metà a Golden Delicious e metà a Red
Delicious; sono inoltre presenti campi completamente coltivati ad una varietà dotati di
piante della propria varietà impollinatrice disposte qua e là lungo i filari. Come già detto in
precedenza, infatti, le piante di Granny Smith (cultivar impollinatrice della quasi totalità
delle varietà) venivano e vengono tutt’ora posizionate all’interno dei filari per garantire
un’ottima impollinazione. In tempi più recenti, comunque, si sta diffondendo anche in
Valtellina l’utilizzo di cultivar di meli da fiore da utilizzare come impollinatori inserendoli
nei nuovi sesti d’impianto. Nei moderni campi di Golden B, Jeromine, Red Chief, Fuji e
Modì infatti, vengono introdotte le piante di Evereste e Golden Gem che garantiscono un
potere di impollinazione superiore rispetto alla semplice cultivar da frutto. L’intero
processo di impollinazione, comunque, non sarebbe possibile senza la presenza delle api;
queste vengono garantite dai numerosi apicoltori che, in Valtellina, sfruttano la fioritura del
melo per rinforzare gli alveari uscenti dall’invernamento e garantir loro un’ottima
disponibilità di alimento in modo tale da preparare gli sciami alle seguenti e più importanti
fioriture (Acacia, Castagno, Rododendro). Dal servizio impollinazione, quindi, ne traggono
giovamento sia i soci della Cooperativa sia gli apicoltori; per questo i contatti fra l’APAS e
Melavì sono molto frequenti e permettono di garantire ogni anno un apporto di alveari
sufficiente a sostenere l’impollinazione di tutto il territorio coltivato a melo.
Di seguito è riportata la tabella degli impollinatori di ciascuna cultivar utilizzati da Melavì,
sia con Cv da frutto sia con Cv da fiore.
CULTIVAR
Cv DA FRUTTO
GOLDEN DELICIOUS
Red Delicious
Granny Smith
RED DELICIOUS
GALA
FUJI
MORGENDUFT
MODI’ CIV G 198
RENETTA DEL
CANADA
GRANNY SMITH
Gala
Granny Smith
Fuji
Red Delicious
Fuji
Granny Smith
Red Delicious
Golden Delicious
Granny Smith
Gala
Red Delicious
Gold Rush
Gala
Idared
Jonathan
Golden Delicious
Red Delicious
Gala
Morgenduft
Golden Delicious
Fuji
Gala
Cv DA FIORE
1/3 Evereste
1/3 Prof.Sprenger
1/3 Golden Gem
1/3 Evereste
1/4 Crimson Gold
1/3 Golden Gem
1/3 Evereste
1/3 Prof.Sprenger
1/3 Golden Gem
1/3 Evereste
1/3 Prof.Sprenger
1/3 Golden Gem
2/3 Evereste
1/3 Golden Gem
2/3 Evereste
1/3 Golden Gem
Non utilizzati
Non utilizzati
2.3.2 PORTINNESTI
Nella progettazione di un meleto, per ottimizzare l’equilibrio vegeto-produttivo, è di
fondamentale importanza la valutazione delle caratteristiche del terreno (tessitura, fertilità,
coltura precedentemente ospitata, disponibilità irrigua), la vigoria e le caratteristiche della
varietà che si vuole coltivare. Quest’ultimo aspetto dipende essenzialmente da un unico
fattore: il portainnesto. Di questo ne esistono una grande quantità ma la scelta varia in base
alle condizioni in cui si troverà il nuovo impianto e dipende inoltre dalla cultivar
considerata. I frutticoltori valtellinesi utilizzavano, in passato, cultivar innestate su Franco,
M7 e M27, portinnesti ormai superati; essi non si preoccupavano più di tanto di questo
aspetto concentrandosi, invece, più attentamente, alle altre fasi di produzione come
trattamenti, diradi e raccolta. Le piante erano vigorose e molto alte (venivano utilizzate
scale lunghe addirittura 5-6 metri per cogliere i frutti alla sommità della pianta) mentre i
frutti risultavano piccoli, con colorazioni non uniformi e regolari e con caratteristiche
organolettiche scarse. Con lo sviluppo della cooperativa e la sempre più incalzante presenza
di tecnici preparati e intraprendenti, nel corso degli ultimi decenni i nuovi impianti di melo
valtellinesi sono stati creati con cultivar innestate su precisi ed efficienti portinnesti dotati di
caratteristiche atte a migliorare la qualità del prodotto e a facilitare le tecniche di
lavorazione dei soci. Attualmente vengono scelte varietà innestate solo su M9, MM106,
M26, P1 e P2. Questi permettono di avere piante piuttosto piccole ma cariche di frutti di
ottima qualità.
Il portainnesto più utilizzato nell’allestimento dei nuovi impianti in Valtellina è M9, di cui
esistono alcune selezioni clonali diverse per vigoria e capacità pollonifera. Il clone finora
maggiormente impiegato è il T337, di origine olandese. Fra gli altri disponibili, finora poco
utilizzati, ci sono:
• Pajam 1 (Lancep), con vigoria simile a T337
• Pajam 2 (Cepiland), EMLA e KL29 (Ni 29) di vigoria leggermente superiore.
I cloni Kl29 e Pajam 2 presentano numerosi abbozzi radicali e una buona attività
pollonifera, caratteristiche interessanti per la produzione in vivaio. In certe situazioni viene
utilizzato anche M26, purchè il portainnesto sia liscio e senza abbozzi radicali per avere una
maggiore omogeneità di sviluppo delle piante.
I cloni dei gruppi Gala e Fuji sono caratterizzati da elevato vigore e richiedono la
combinazione con il clone di M9 più debole a disposizione: il T 337. Golden Delicious, di
vigore intermedio, si adatta bene sia a M9 vigoroso, sia al più debole in funzione del grado
di fertilità del terreno. Il mutante di riferimento nella tipologia “standard” delle Red
Delicious è Jeromine il quale necessita di una buona spinta vegetativa per migliorare la
pezzatura dei frutti e garantire un buon equilibrio vegeto-produttivo. Per questa varietà si
utilizzano M9 vigorosi: EMLA o Pajam ® 2 Cepiland. Più complicato è invece il discorso
per le Red Delicious “spur”. L’elevata sensibilità a Phytophthora spp. limita l’impiego del
tradizionale MM106 esclusivamente nei terreni poco soggetti a questo patogeno. Molti
frutteti sono stati creati con M9 ma i frutti presentavano un’eccessiva pezzatura mentre la
pianta un insufficiente rinnovo vegetativo. Diffusi sono infatti i terreni con piante “spur”
molto piccole e dotate di frutti di enorme ed eccessiva pezzatura, risultato, forse, di
un’eccessiva rapidità ed ingenuità nell’utilizzo di questo connubio. Il clone M26, a riguardo
,si comporta meglio e non è pollonifero, ma è soggetto a emissione di abbozzi radicali e in
generale a elevata difformità del materiale con significative differenze di vigoria e sviluppo
delle singole piante che pregiudicano l’omogeneità vegeto-produttiva del meleto.
VIGORIA DEI PORTINNESTI UTILIZZATI
Portinnesto
Vigoria rispetto a M9
Cultivar
+
MM106
Red Delicious (spur)
(terreni di media fertilità)
M26
Red Spur, Morgenduft
M9:clone EMLA, clone
KL29 (Ni 29), clone
Pajam 2
Gala, Golden Delicious
(terreni poco fertili)
M9: clone T337, clone
Pajam 1
Gala, Golden Delicious,
Fuji, Red Delicious,
Renetta Canada
_
MIGLIOR COMBINAZIONE D’INNESTO
Gruppo varietale
Portinnesto
Gala
Fuji
Golden Delicious
Terreni vergini/dopo actinidia: M9 T337
Reimpianto: M9 EMLA
Terreni fertili: M9 T337
Terreni fertile: M26 NAK-T
Terreni sciolti, non soggetti a
Phytophthora spp.: MM 106
M9 EMLA
M9 EMLA o M26 NAK-T
M9 EMLA
M9 EMLA
Red Delicious (spur)
Red Delicious (standard)
Morgenduft Dallago
Renetta del Canada
Granny Smith
2.3.3 SESTI D’IMPIANTO
I sesti d’impianto presenti sul territorio coltivato dai soci di Melavì sono di differenti
caratteristiche. Infatti sono ancora presenti numerosi campi ormai “vecchi” e scomodi nella
lavorazione a differenza di altri, creati nell’ultimo decennio, di ottima fattura e mirati a
sostenere al meglio le esigenze sia della pianta sia del coltivatore. Sono sesti con piante
molto vicine fra loro ed interfile strette che consentono il passaggio di nuovi trattori
specifici per la frutticoltura e carri-ponte da raccolta moderni. Il 95% del territorio è
accessibile con mezzi agricoli mentre solo il 5%, principalmente ubicato in cima ai conoidi,
presenta delle difficoltà nella lavorazione che spingono i coltivatori ad utilizzare ancora
strumenti a mano sia durante i trattamenti fitosanitari (lance a mano) sia durante la raccolta
(scale). I tecnici stanno comunque spingendo i soci della cooperativa ad una sempre più
adeguata organizzazione dei campi creando dei veri e propri modelli di perfetta
coltivazione. La gestione del frutteto, infatti, richiede interventi sempre più specializzati
rispetto al passato, e tutte le operazioni colturali devono essere effettuate tempestivamente e
con consapevolezza da parte del frutticoltore. Questi aspetti sono variabili per le cultivar
trattate e di conseguenza il coltivatore deve prendere coscienza che ogni varietà va gestita
in modo specifico, sia per l’adattabilità ambientale, che per le cure in fase di allevamento e
produzione. Per questo motivo il punto di partenza in frutticoltura, ovvero la creazione di
un impianto, risulta essere un passo fondamentale ed importantissimo per la conseguente
produzione frutticola. Di seguito sono perciò riportate le caratteristiche ottimali dei sesti
d’impianto relativi a ciascuna cultivar che, ovviamente, richiede differenti modalità di
coltivazione.
RED DELICIOUS (STANDARD e “SPUR”)
Alle Red Delicious Spur vanno destinati i terreni più caldi e fertili, dove la crescita
vegetativa risulta
sufficiente a garantire una produzione quantitativamente e
qualitativamente adeguata, impiegando portinnesti deboli come M9 ed M26.
Le distanze d’impianto e la scelta del clone sono legate all’ambiente in cui viene realizzato
il frutteto e nel caso delle spur, dipendono anche dal portinnesto impiegato.
•
Red Delicious Spur:
- M9 (3,00 x 0,50) m
- M26 (3,00 x 0,70) m
•
Red Delicious Standard:
- (3,30 x 0,90) m
•
Early Red One (Erovan) su M9:
- fondovalle (3,30 x 0,80) m
- zone più elevate (3,30 x 0,70) m
GOLDEN DELICIOUS
Si adatta bene sia ad ambienti di fondovalle che di collina dove riesce ad esprimere le
migliori caratteristiche organolettiche ed estetiche. Vanno evitati gli areali che
predispongono alla comparsa di rugginosità sui frutti (zone fredde e umide).
Le distanze di impianto sono le seguenti:
•
•
fondovalle (3,30 x 0,90 - 1,00) m
zone più elevate (3,30 x 0,80 – 0,90) m
GALA
Gala è una varietà estiva che presenta una certa resistenza ai freddi primaverili
permettendone quindi l’impianto anche in zone meno adatte ad altre varietà come
Golden e Red Delicious. Presenta produzioni costanti se diradata in modo ottimale e si
adatta sia alle zone di fondovalle che di collina fino ai 500-600 m s.l.m.. Alle altimetrie
più elevate lo sviluppo vegetativo delle piante è minore e questa caratteristica incide
sulla produttività degli impianti, in quanto la pezzatura dei frutti ne viene negativamente
condizionata. Per ottenere pezzature sufficienti alle quote più elevate si deve ridurre
la carica delle piante in maniera molto accentuata.
Sesti d’impianto migliori per questa varietà:
•
•
fondovalle (3,30 x 0,80-0,90) m
zone più elevate (3,20-3,30 x 0,70-0,80) m
FUJI
Fuji si adatta bene sia alle zone del fondovalle, che di collina; vanno evitati terreni
molto fertili che conferiscono una spinta vegetativa eccessiva in particolare nelle annate
di scarsa produzione. Anche i terreni più freddi e le esposizioni più sfavorevoli vanno
destinati preferibilmente ad altre varietà, in quanto Fuji presenta una modesta resistenza
ai freddi invernali e primaverili.
Sesti d’impianto:
•
•
fondovalle (3,30 x 0,90 – 1,00) m
zone più elevate (3,30 x 0,80 – 0,90) m
MORGENDUFT
Resiste molto bene alle gelate primaverili e presenta una fioritura abbastanza tardiva;
aspetti che la rendono adatta a zone fredde e umide, che mal si prestano alla
coltivazione di altre cultivar, sia in collina che in fondovalle. Il portinnesto
tradizionalmente più adatto ma sono disponibili da qualche anno piante innestate su M9,
che nei primi anni producono frutti con pezzature elevate poco apprezzate
commercialmente.
Sesti d’impianti consigliati:
•
•
portainnesto M26 (3,50 X 1,20) m
portainnesto M9 (3,30 x 0,8-1,0) m
RENETTA DEL CANADA
Per ottenere frutti con spiccata tipicità vengono preferiti terreni leggeri o di medio
impasto situati ad un’altitudine compresa fra i 400 e i 700 m s.l.m. evitando le
esposizioni a nord. Nelle zone meno vocate la mela non assume la caratteristica
rugginosità superficiale della buccia chiamata “grana”. La produttività degli impianti è
normalmente inferiore a quella di Golden perché, essendo una varietà triploide,
presenta in certe annate maggior difficoltà nell’allegagione e manifesta anche una
certa sensibilità alle gelate primaverili.
Sesti consigliati:
•
(3,30 x 0,80) m
GRANNY SMITH
Granny Smith si adatta bene ai terreni pesanti e di medio impasto di fondovalle ed,
avendo una certa resistenza al freddo, è possibile piantarla anche in zone soggette alle
gelate primaverili. Non è indicata per i terreni troppo sciolti.
Sesti d’impianti preferibili:
• (3,30 x 0,90 - 1,0) m
Va comunque ricordato che in Valtellina non esistono veri e propri campi coltivati con
questa varietà la quale viene coltivata esclusivamente per il consumo personale e
l’impollinazione.
MODI’
Nuova varietà resistente alla ticchiolatura. Viene coltivata sul fondovalle dalla
cooperativa e in zone più elevate dai soci. In entrambi i casi ha presentato ottime
colorazioni e caratteristiche organolettiche eccezionali. Necessita di reti antigrandine
per la sua elevata sensibilità alle avversità atmosferiche.
I sesti d’impianto utilizzati in Valtellina sono:
• (3.00 x 0.5-0.8) m
2.4 MATURAZIONE DELLE VARIETA’ TRATTATE:
DESCRIZIONE E DISCUSSIONE SUI DATI RACCOLTI IN
LABORATORIO E SUL CAMPO NELL’ANNATA 2012
La fase più delicata nel lavoro di un tecnico in frutticoltura, insieme alla stima ed alla
stesura di un buon piano di difesa fitosanitaria, è sicuramente la valutazione della
maturazione del frutto, operazione che viene svolta grazie all’utilizzo di particolari e
moderni strumenti i cui risultati devono essere però valutati in relazione a ciascuna
cultivar. Di conseguenza il raggiungimento di standard qualitativi adeguati e la buona
conservazione dei frutti dipendono strettamente dal corretto momento di raccolta;
questo “momento”, in Melavì, viene valutato considerando i test di maturazione relativi
a tutti e 3 i comparti, definendo per ciascuno di essi le date di inizio e fine raccolta. Più
che di un “momento”, però, si tratta di una finestra, che può essere più o meno ampia a
seconda delle varietà e dell’andamento stagionale. Per stabilirla si utilizzano indici
oggettivi, basati sui parametri che variano con l’approssimarsi della maturazione e che
siano costanti negli anni. Il residuo secco refrattometrico (gradi Brix), ad esempio,
cresce fino ad un massimo, che però varia da un anno all’altro, in funzione della tecnica
colturale e dell’età della pianta. Esso è un buon indice di qualità, ma piuttosto
approssimativo per la predizione della raccolta. In passato veniva utilizzato solo questo
parametro per definire il corretto momento della raccolta ma ovviamente venivano
esclusi tutti gli altri indici che si possono valutare e ottenere grazie a tecniche di
laboratorio. Per questo, in Melavì, l’indice del grado zuccherino viene utilizzato
solamente per le misurazioni sul campo, effettuate con rifrattometro, che necessitano
quindi di una certa rapidità a discapito della precisione dei dati. Queste misurazioni
sono antecedenti a quelle in laboratorio e servono essenzialmente al controllo della
maturazione e alla definizione del giusto momento per la raccolta dei campioni da
analizzare in seguito. Gli indici più affidabili sono la degradazione dell’amido
contenuto nella polpa e la durezza. Il primo viene effettuato anche sul campo grazie
all’utilizzo del Lugol (soluzione acquosa iodo-iodurata di colore marrone chiaro e
inodore) che viene vaporizzato sulle sezioni dei vari campioni in modo da definire,
dopo circa 5 minuti e grazie all’utilizzo di apposite tavole, il corretto valore di
degradazione. A questi indici si affianca inoltre l’acidità totale, il cui valore scende
progressivamente con l’approssimarsi della maturazione. Di conseguenza, a causa della
necessità di avere dati sempre più specifici e dettagliati, Melavì si è dotata da qualche
anno di uno strumento utile ed indispensabile per la corretta definizione della
maturazione in frutticoltura: la Pimprenelle. Questa permette di ottenere numerosi dati
relativi a ciascun frutto relativi a differenti parametri quali: durezza, acidità, grado
zuccherino, peso medio e indice thiault (combinazione del tenore di zucchero e acidità).
I campioni vengono “caricati” su di un piatto rotante che consente alla macchina di
intervenire su ciascun frutto misurandone prima la durezza ed in seguito acidità e grado
zuccherino. I dati di ciascuna mela vengono poi raccolti in un apposito computer per poi
essere stampati e valutati.
L’unico difetto di questa eccezionale macchina è sicuramente l’incapacità di definire la
degradazione dell’amido, operazione che può essere effettuata comunque con una
particolare tecnica. Infatti fra la misurazione della durezza della polpa, che avviene
esternamente alla macchina, e la misurazione di zuccheri e acidità, che invece avviene
all’interno, esiste un intervallo di tempo, circa 5-8 secondi, in cui la mela rimane al di
sopra del piattello principale prima di cadere all’interno. In questo momento è perciò
possibile ricavare dal campione una fetta, solitamente la parte centrale del frutto, che
sarà poi analizzata con la soluzione di Lugol mentre le restanti due parti cadranno
all’interno della macchina per essere analizzate. Questo ingegnoso stratagemma
consente, quindi, di ottenere una serie di dati completi su ciascun frutto in modo da
determinare ancora più correttamente il grado di maturazione. L’utilizzo di Pimprenelle,
in Melavì, viene effettuato principalmente durante i mesi di agosto e settembre con più
di una misurazione su ciascun campione. Ogni tecnico, infatti, raccoglie 12 mele
campione per ogni terreno che viene valutato, mele che devono essere al centro della
pianta, non troppo esposte nè troppo all’interno, con una giusta colorazione ed una
grandezza il più omogenea possibile. Vengono perciò scelti circa 20 soci Melavì per
ogni comparto e per ognuno di questi si va a valutare il grado di maturazione. Le 12
mele vengono posizionate sulla Pimprenelle, vengono raccolti i dati e si procede poi alla
valutazione dell’amido. In seguito si considerano i 10 campioni più omogenei andando
quindi ad eliminare il più acerbo ed il più maturo. A questo punto si creano
semplicemente dei valori medi per ogni indice che definiscono le caratteristiche delle
mele di ciascun socio analizzato. Alcuni indici possono poi essere combinati tra di loro
per ottenere indici composti. Tra questi i più importanti sono:
•
•
•
•
rapporto RSR/acidità
indice di Streif (durezza/RSR x amido)
indice di Jager [(durezza x 11 - amido)/RSR]
indice di Thiault (zuccheri + acidità x 100)
Gli indici utilizzati dai tecnici di Melavì sono principalmente Thiault e Streif. Il primo
viene calcolato direttamente dalla Pimprenelle mentre il secondo è utilizzato solo da un
paio d’anni su suggerimento dei tecnici dell’Istituto Agrario di San Michele all’Adige.
Questo, in particolare, è stato interpretato in 2 modi differenti; inizialmente si è basata
l’intera analisi su un valore indicativo e noto per questo indice ovvero 0,09 per Golden
Delicious e 0,17 per Red Delicious. In seguito però, grazie all’importante presenza del
tecnico IASMA dott.Nardin, il valore indicativo utilizzato è stato variato leggermente. I
consigli dell’esperto dottore hanno permesso infatti di valutare un range di valori che
considera la lieve ma seppur importante maturazione dei frutti durante la raccolta. Le
prime mele raccolte saranno infatti meno mature rispetto alle ultime per cui è necessario
stabilire una fascia di valori entro cui l’indice di Streif sia accettabile. Per Golden
Delicious si ha un intervallo compreso fra 0,10 e 0,05 (inizio-fine raccolta) mentre per
Red Delicious si ha 0,16 e 0,07 (inizio-fine raccolta). Ovviamente 0,10 per Golden e
0,16 per Red Delicious rappresentano i livelli ottimali di maturazione per cominciare la
raccolta; frutti che presentano un grado di maturazione molto più basso, e quindi con
indice di Streif vicino al valore minimo, saranno da raccogliere immediatamente in
quanto già in completa maturazione.
INDICE DI STREIF:
•
•
GOLDEN DELICIOUS 0,09
RED DELICIOUS 0,17
INDICE DI STREIF (DOTT. NARDIN)
•
•
GOLDEN DELICIOUS (0,10-0,05)
RED DELICIOUS (0,16-0,07)
Per le varietà Red Delicious e Golden Delicious sono stati effettuati almeno 2 test di
maturazione con Pimprenelle oltre a quelli effettuati sul campo. Le altre varietà, invece,
sono state valutate in maniera differente. La maturazione di Gala, Morgen e Fuji è stata
misurata inizialmente sul campo e in seguito, solo per Gala, anche con Pimprenelle.
Renetta del canada e Granny Smith, invece, non sono state analizzate in quanto, a causa
della forte grandinata, il prodotto era ormai tutto compromesso e destinato all’industria.
La varietà Modì, dotata di apposite reti antigrandine, è stata analizzata solamente con
Pimprenelle assieme a Golden e Red. Questo sistema di analisi permette di monitorare
in modo costante l’andamento della maturazione in modo da non “perdere” il momento
esatto per lo stacco del frutto. Di seguito sono riportati alcuni dei numerosi dati raccolti
durante la campagna 2012; sono essenzialmente i più significativi ed i più interessanti
che permettono di definire correttamente il lavoro effettuato durante questa fase
delicata. Sono divisi in 2 gruppi in relazione a quelli raccolti sul campo con il solo
rifrattometro e quelli provenienti dalle analisi di laboratorio. Questi ultimi sono integrati
inoltre dalle foto che mostrano i test con la soluzione di Lugol effettuati sempre in
laboratorio. Inoltre la presenza di più dati in periodi differenti, ricavati su campioni
derivanti dagli stessi terreni, permette di osservare il progresso della maturazione nel
tempo e perciò la velocità di maturazione dei frutti.
Per Golden e Red Delicious vengono quindi riportati i dati esatti derivanti dalle analisi
con Pimprenelle. Sono presenti la provenienza, la data dell’analisi, la durezza, gli
zuccheri, l’amido, il peso medio e per alcuni anche indice Thiault e indice di Streif.
2.4.1 ANALISI CON PIMPRENELLE DI GOLDEN E RED
DELICIOUS
GOLDEN DELICIOUS
COOPER
ATIVA
SOCIO
LOCALITA'
VARIETA'
COPV
F.LLI
FRANCHET
TI
PARIROLO
GOLDEN
COPV
AZ. COOP
PIATEDA
GOLDEN
PESO INDICE
AMIDO MEDIO
DI
(gr)
STREIF
DATA
ZUCCHE
RI
DUREZZ
A
28-ago
10,9
7,9
1,8
194
0,201
158
04-set
10,7
7,6
2
202
0,178
148
THIAULT
10-set
12,3
7,1
2
257
0,144
161
28-ago
10,4
6,4
1,8
188
0,171
150
04-set
11,2
7
1,8
204
0,174
154
10-set
11,5
7
1,9
227
0,160
156
28-ago
10,6
7,4
2,3
193
0,152
152
04-set
10,6
7,3
2
195
0,172
143
10-set
11,5
6,9
2,2
248
0,136
151
COPV
ZECCA
CORRADO
COPV
ANDREOSS
I
PORCINA
09-ago
8,8
8,7
169
142
COPV
AZ.COOP
FIORENZA
GOLDEN
09-ago
10
7,8
182
153
COPV
AZ.COOP
MURANICI
GOLDEN
09-ago
9,7
7,7
177
151
TEGIACCHE
GOLDEN
09-ago
10,1
7,7
208
163
RAULE'
GOLDEN
09-ago
8
7,9
158
135
ORGNONI
DARIO
S. MARTINO
GOLDEN
04-set
11,9
7,5
2
0,158
10-set
12,2
6,8
1,7
0,164
SOBRINI
ADRIANO
BOALZO
04-set
11,6
7,2
1,8
0,172
10-set
12,4
7,2
2
0,145
MORELLI
EUGENIO
PIANI VILLA
04-set
12,5
7,6
1,8
0,169
10-set
12,6
7,1
1,7
0,166
28-ago
10,4
8
1
192
0,385
153
60
s.pietro SERNIO
04-set
10,9
7,6
1,6
219
0,218
154
10-set
11,3
7,2
1,8
228
0,177
160
04-set
10,6
7,3
2,1
195
0,164
147
10-set
11,3
7,6
2,1
205
0,160
155
04-set
10,3
7,3
1,7
216
0,208
147
10-set
10,9
7
2,2
224
0,146
153
04-set
10,9
7,2
1,5
197
0,220
155
10-set
11,8
7,3
1,7
196
0,182
168
04-set
10,2
7,2
1,5
207
0,235
140
10-set
10,9
7,2
2
225
0,165
149
COPV
COPV
FVT
FVT
FVT
COAV
COAV
COAV
COAV
COAV
AZ.COOP
PASINI
ANDREA
TRESIVIO
GOLDEN
GOLDEN
GOLDEN
GOLDEN
GOLDEN
673
san gottardo
SERNIO
673
cimitero
SERNIO
GOLDEN
buè SERNIO
GOLDEN
670
681
panoramica
LOVERO
GOLDEN
GOLDEN
Osservando attentamente i dati relativi alla maturazione delle Golden Delicious si
possono notare numerosi aspetti interessanti. Innanzitutto si può notare la variazione
delle analisi effettuate a distanza di 6 giorni l’una; gli zuccheri aumentano
progressivamente come anche il livello di degradazione dell’amido mentre la durezza
diminuisce leggermente. Il peso del frutto aumenta considerevolmente grazie alla
crescita della pezzatura del frutto. Si può inoltre notare come l’indice di Thiault si alzi
ad ogni analisi, in quanto l’acidità del frutto (non indicata e non considerata dai tecnici)
si abbassa notevolmente ma contemporaneamente all’aumento degli zuccheri e di
conseguenza la sommatoria aumenta leggermente. Questo indice viene poco impiegato
dai tecnici in quanto molto variabile da frutto a frutto; nella tabella si nota infatti la
discontinuità dei valori. Considerando, invece, l’indice di Streif si può notare come tutti
i valori siano ormai prossimi allo 0,10, indice di completa maturazione del prodotto
entro una settimana circa per tutte e 3 le cooperative. Il valore, infatti, diminuisce
progressivamente ogni 6 giorni come è ben visibile dalle analisi per cui, basandosi sulle
indicazioni del dott. Nardin, la raccolta può essere cominciata nella settimana seguente
l’ultima analisi in quanto ormai il frutto avrà raggiunto il valore ottimale, considerando
la fascia indicata (0,10-0,05). Questa valutazione deve considerare comunque anche il
livello di degradazione dell’amido. Come si può infatti notare, il valore medio di tutti i
campioni è circa 2 (durante le analisi si è utilizzata una scala da 1 a 5 per cui il valore 2
corrisponde a 4 nella tavola di Planton), un valore abbastanza basso che indica la
presenza nel frutto di una considerevole quantità di amido. Per cui l’epoca di raccolta
dovrà essere ulteriormente posticipata, in modo da garantire una corretta degradazione
di questa sostanza che, nella Golden, dovrebbe assumere valori prossimi al 3,5-4. Anche
per gli zuccheri vale lo stesso discorso; la Golden Delicious necessita, a completa
maturazione, di un valore pari a 14,5 gradi Brix e, osservando i dati, si nota come la
media sia intorno agli 11 gradi Brix, molto basso rispetto al valore ottimale. Questo
permette quindi di prevedere una raccolta non prima di 2 settimane in modo da garantire
la massima qualità del frutto. La valutazione della maturazione deve essere perciò
eseguita osservando la totalità degli indici utilizzati, in quanto osservandone solo uno di
questi si potrebbe sbagliare completamente il momento della raccolta. Dalla tabella si
evince inoltre un altro dato interessante. Se si osservano, infatti, gli indici di
maturazione di FVT si può notare come questi siano notevolmente superiori e migliori
delle altre 2 cooperative. Avendo analizzato campioni totalmente omogenei tra loro
(utilizzando mele più mature rispetto ad altre si falserebbe la valutazione) questo aspetto
indica probabilmente la presenza di condizioni ambientali migliori sul territorio di tale
cooperativa che favoriscono lo sviluppo della Golden Delicious. Per COPV, inoltre,
sono stati effettuati test anticipati sulla Golden Delicious, esattamente il 9 Agosto,
quindi 2 mesi circa prima della raccolta. Come si può notare i valori indicanti le
caratteristiche del frutto indicano ancora frutti acerbi, poco dolci e con polpa molto
dura. Tali misurazioni sono state effettuate principalmente per osservare la maturazione
del prodotto grandinato, che richiede valutazioni differenti da quello di qualità.
RED DELICIOUS EROVAN
socio
localita'
varieta'
743
dosso
TIRANO
erovan
2010
550
PASINI ANDREA
F.LLI FRANCHETTI
panoramica
COLOGNA
EROVAN
MURO
EROVAN
PARIROLO
Erovan
2010
BORSERIO EDOARDO CAMPAGNA EROVAN
POLINELLI FABRIZIO
BOLAZO
EROVAN
data
peso
indice di streif
zuccheri durezza amido medio
thiault NOTE
durezza/(amido*2)*IR
(gr)
28-ago
9,6
8,3
1
205
0,432
04-set
9,4
7,7
1,2
218
0,341
10-set
10,2
7,7
1,5
04-set
8,9
7,3
1,2
215
0,342
105
10-set
9,3
6,9
1,6
219
0,232
109
28-ago
7,7
7,5
1,7
162
0,286
89
04-set
8,2
7,3
1,8
187
0,247
92
10-set
8,5
7,2
2
206
0,212
96
28-ago
9,2
7,6
1,5
204
0,275
111
04-set
8,1
7,1
2
204
0,219
113
10-set
10,6
6,7
2
249
0,158
121
04-set
8,2
7,3
1,3
0,342
10-set
8,8
7,3
1,5
0,277
04-set
8,2
7,3
1,7
0,262
10-set
9,6
6,6
1,5
0,229
COAV
0,252
COAV
COPV
COPV
FVT
FVT
Per quanto riguarda le analisi su Red Delicious bisogna inizialmente operare la
divisione per cloni. La tabella precedente raccoglie i dati analizzati su campioni Erovan.
Come per Golden Delicious sono stati analizzati a distanza di 6 giorni e le valutazioni
sono numerose. Inizialmente gli zuccheri risultano essere ancora bassi rispetto al livello
ottimale per questo varietà (11-12 gradi Brix) ma sono comunque prossimi ad esso.
Questo permette di prevedere un’imminente raccolta, antecedente rispetto a Golden
Delicious. I valori di durezza della polpa (6,6-7,5) sono accettabili cosa che non accade
invece considerando la degradazione dell’amido. Essa, infatti, dovrebbe essere
superiore a 2 e i dati non confermano tale condizione. Siamo quindi in presenza di frutti
di giusta consistenza ma ancora poco dolci e ricchi di amido. Se si osserva invece
l’indice di Streif, che per Red Delicious deve essere all’interno della fascia 0,16-0,07 si
nota come la quasi totalità dei campioni sia molto lontana dal valore minimo di raccolta.
Solo un campione di COPV, evidenziato in giallo, presenta un valore accettabile ma,
considerando il livello dei restanti, si può valutare come un’analisi errata, quasi
sicuramente su frutti raccolti nella maniera sbagliata dal tecnico. Altro dato interessante
è il grado di maturazione dei 2 campioni appartenenti ad impianti recenti, in particolare
del 2010. Questi campioni mostrano un maggiore livello di maturazione derivante
principalmente dalla giovane età delle piante e dalla conseguente presenza di una
minore quantità di frutti, più grossi e dolci. La maturazione risulta essere inoltre
omogenea per tutte e 3 le cooperative senza sostanziali differenze. L’indice Thiault,
infine, presente solo in alcuni campioni, risulta anche in questo caso in aumento da
un’analisi all’altra, segno di una costante e regolare maturazione del frutto.
RED DELICIOUS RED CHIEF
socio
localita'
varieta'
ANGELA
COLOGNA
550
RED
CHIEF
MADONNA DI
TIRANO
545
SERTORI
GIUSEPPE
RED
CHIEF
CASTELLANICO
ROGGERI
AUGUSTA
COLDANE
TOGNOLI
AMEDEO
PIANO VILLA
POLETTI
RIZ
DAVIDE
S. MARTINO
RED
CHIEF
data
zuccheri durezza amido peso medio (gr)
indice di streif
durezza/(amido*2)*IR
thiault
28ago
8,4
8,4
1,3
192
0,385
100
04-set
9,2
8
1,7
220
0,256
106
10-set
28ago
10
8,1
1,8
228
0,225
117
9
8,6
1
204
0,478
110
04-set
8,4
8
1,2
217
0,397
102
10-set
28ago
9
7,6
1,6
7,3
7,6
1,7
207
0,306
90
04-set
8,1
7,1
2
200
0,219
91
10-set
7,6
7,5
2
232
0,247
86
note
0,264
RED
CHIEF
04-set
9,5
7,9
1,7
241
0,245
112
10-set
11,3
7,8
1,8
291
0,170
127
RED
CHIEF
04-set
9
7,5
1,5
0,278
10-set
10,4
7,1
1,7
0,201
RED
CHIEF
04-set
8,2
7,5
1,5
0,305
10-set
8,9
7,5
1,8
0,234
Per quanto riguarda il clone Red Chief si può notare come i valori di maturazione siano
in linea con quelli di Erovan, senza sostanziali differenze fra i 2 cloni (Red Chief,
solitamente, colora prima delle varietà standard, ma matura 6-7 giorni più tardi). Inoltre,
come in precedenza, tutti i campioni delle 3 cooperative sono molto simili, indice di una
condizione climatica omogenea su tutto il territorio valtellinese. Il livello di zuccheri
risulta scarso per tutti i campioni a parte quello appartenente COPV (Roggeri Augusta);
esso presenta una quantità di zuccheri accettabile, una corretta compattezza della polpa
ma uno scarso valore in amido. L’indice di Streif risulta al limite ed indica il
raggiungimento della maturazione ideale in pochi giorni. I restanti campioni sono molto
simili e necessitano perciò di 1-2 settimane di maturazione. Da notare sicuramente
l’elevata ed omogenea pezzatura dei frutti. Red Chief, infatti, presenta frutti con un peso
medio all’incirca di 222g mentre i campioni presenti superano di gran lunga tale valore,
indice di frutti molto grossi.
GALA E MODI’
socio
localita'
varieta'
data
zuccheri
durezza
amido
peso medio (gr)
thiault
9/08/2012
10.8
8.5
3.5
202
127
note
ZECCA CORRADO
CASA
GALA
COPV
MURANICI
GALA
9/08/2012
10
8
3
197
124
sotto rete
COPV
MURANICI
GALA
9/08/2012
10.3
8.3
3
188
123
fuori rete
DELLA PATRONA RICCARDO
RAULE'
GALA
9/08/2012
9.3
7.9
2
250
121
FANCHI FABIO
POIANO
GALA
9/08/2012
9.4
8.6
1.5
178
119
COPV
MURANICI
MODI'
10/09/2012
12
8.2
2.5
224
166
sotto rete
SERTORI GIUSEPPE
CASTELLANICO
MODI'
04/09/2012
10.9
9
2.3
211
153
fuori rete
Le analisi effettuate su Gala e Modi’ permettono di trarre numerosi considerazioni su
queste 2 differenti varietà. Partendo da Gala le analisi sono state fatte lo stesso giorno e
circa 10 giorni prima della raccolta. I dati mostrano frutti di notevole pezzatura
considerando che il valore medio di Gala si aggira intorno a 170g di peso. Al contrario
gli zuccheri sono molto bassi e indicano frutti poco dolci nella totalità dei casi. Allo
stesso modo il livello di degradazione dell’amido è molto basso considerando che
dovremmo avere valori intorno al 6-7 ad eccezione dei primi 3 campioni. La durezza
mostra invece frutti di buona consistenza e ormai pronti per la raccolta. L’indice
Thiault risulta essere omogeneo per tutti i campioni ma un dato interessante è
sicuramente quello relativo ai 2 campioni provenienti dalla stessa zona: Muranici. Essi
sono stati selezionati da campi adiacenti ma uno di questi è ricoperto da reti
antigrandine. Considerando anche la forte grandinata del 2012 non sono visibili
sostanziali differenze fra i 2 campioni, anzi, essi sembrano essere completamente uguali
per tutti gli indici di maturazione utilizzati. Questo discorso non vale però per l’altra
varietà considerata: Modì. Infatti i campioni sono stati prelevati da frutteti distanti
poche centinaia di metri con uno solo di essi ricoperto da reti antigrandine. Come si può
notare, in quest’ultimo, la maturazione risulta essere molto avanzata e dipende
probabilmente dalla maggiore forza delle piante che non hanno subito stress da
grandine. Durezza e amido sembrano essere in linea fra loro ma se consideriamo gli
zuccheri i campioni non grandinati risultano essere molto più dolci e appetibili.
Entrambi presentano comunque una pezzatura superiore al valore medio della varietà.
Con i dati provenienti dalle analisi con Pimprenelle si evince perciò un’ottima e
costante maturazione dei frutti. Essi presentano quasi tutti un’ottima consistenza della
polpa e quantità in zuccheri prossime ai valori ottimali. Saranno quindi frutti molto
croccanti e dolci ma soprattutto di elevata pezzatura. Questo è infatti il dato più
interessante e risulta essere lo stesso per tutti i campioni. La campagna 2012, infatti, pur
presentando una grande quantità di prodotto ormai compresso dalla grandine è stata
caratterizzata da un’elevata pezzatura dei frutti, derivante dall’ottimo lavoro di tecnici e
coltivatori. Altro aspetto interessante è sicuramente l’utilizzo dell’indice di Streif, un
valore molto importante per identificare l’esatto momento della raccolta, rendendo i
tecnici sempre più efficienti durante questa fase delicata. E’ stato inoltre possibile
notare la quasi completa omogeneità di maturazione delle cultivar su tutto il territorio,
ad eccezione della Golden Delicious, molto più adatta alla zona del tiranese. Questo,
probabilmente, deriva dalla conformazione della valle; infatti Ponte in Valtellina e Tovo
S.Agata si trovano in prossimità di due valli molto lunghe, la Val Fontana e la Val
Poschiavo. Queste valli si collegano direttamente al territorio svizzero creando dei veri
e propri corridoi per il passaggio delle perturbazioni fra le Alpi Retiche. Questo porta ad
un elevato rischio di forti precipitazioni di carattere temporalesco, interessando proprio
entrambi i conoidi e rovinando le coltivazioni presenti. Anche l’aria fredda uscente dalle
valli stesse porta ad avere reazioni differenti delle piante e dei frutti coltivati La zona di
Bianzone e Villa di Tirano, invece, risulta essere più coperta e sicura da questi stress
atmosferici e probabilmente rappresenta un territorio molto più adatto per la
coltivazione di cultivar molto sensibili come appunto la Golden Delicious.
2.4.2 TEST DI MATURAZIONE EFFETTUATI SUL CAMPO
SULLE PRINCIPALI CULTIVAR
RED DELICIOUS GOLDEN E RENETTA DEL CANADA
Data
Nominativo
Socio
Località
appezzamento
Zona
Varietà mele
Età
impianto
Stadio
dell'amido
Contenuto in
zuccheri
Note
22ago12
Andreossi Diego
Arbost
2
Er M9
4
1,5
9,3
grandinato
22ago12
Roggeri Augusta
Tasera
2
Jer M9
3
1,5
9,0
grandinato
22ago12
Morellini
Maurizio
Arbost
2
Er M9
4
1,5
10,0
grandinato
22ago12
Cavazzi Graziella
Boida
2
RCh M26
12
1,5
8,5
grandinato
22ago12
Zecca Corrado
Tresivio
2
Er M9
2
1,7
11,2
grandinato
22ago12
Flli. Franchetti
Parirolo
2
Er M9
2
1,0
9,5
grandinato
22ago12
Maffina Gisella
Agneda
2
Er M26
8
1,7
8,6
grandinato
22ago12
Pasini Andrea
Raulè
2
Er M9
2
1,3
10,4
grandinato
22ago12
Pusterla Stefano
Tegiacche
2
Er M9
3
1,7
9,5
grandinato
22ago12
Pusterla Stefano
Tegiacche
2
Golden
3
2,0
12,0
grandinato
22ago12
Zecca Corrado
Tresivio
2
Golden
2
1,0
11,9
grandinato
22ago12
Roggeri Augusta
Tasera
2
Golden
3
2,0
12,0
grandinato
22ago12
Flli. Franchetti
Parirolo
2
Renetta
1
1,0
10,9
grandinato
22ago12
Zecca Corrado
Tresivio
2
Renetta
2
1,0
12,5
grandinato
22ago12
Zecca Corrado
Tresivio
2
Renetta
2
1,0
12,5
grandinato
I dati raccolti sul campo sono molto più generici e meno precisi rispetto a quelli di
laboratorio. Essi sono comunque molto più facili e veloci da ottenere e permettono,
inoltre, di rapportare immediatamente il livello di maturazione ottenuto con le
condizioni e le caratteristiche dell’impianto. L’analisi sul campo si riduce
semplicemente al livello di degradazione dell’amido, che si effettua con Lugol, e gradi
Brix di ciascun frutto tramite l’utilizzo di rifrattometro. A differenza della Pimprenelle
sul campo, per velocizzare l’analisi, si utilizzano solamente 5-6 frutti campione, colti
dalla parte mediana della pianta, non troppo all’interno e neppure troppo esposti; si
cercano perciò i frutti con caratteristiche medie fra quelli presenti nell’impianto. Se
l’impianto ha una superficie inferiore ad 1 ha si stabiliscono 3 punti di prelievo su
piante omogenee; in caso contrario, saranno necessari 5 punti di prelievo da segnare ed
utilizzare nuovamente nell’analisi seguente per avere dati sempre più precisi e
dettagliati. Inizialmente si taglia una fetta lungo l’asse equatoriale del frutto, che sarà
utilizzata per il test con il Lugol. Successivamente si procede alla lettura della
degradazione dell’amido con la tavola di Planton (scala 1 a 10). Le due parti restanti
vengono spremute e una goccia del succo viene utilizzata per il test con rifrattometro,
che indica il grado zuccherino del campione. L’unica accortezza è una corretta pulizia
del rifrattometro ad ogni analisi, per evitare sgradevoli contaminazioni fra i vari succhi.
In seguito si registrano i dati e le caratteristiche dell’impianto analizzato. Dai dati
presenti sulla tabella si possono trarre numerosi considerazioni. Partendo da Red
Delicious si nota come la degradazione dell’amido sia omogenea per tutti i campioni,
sia Red Chief sia Erovan, con un valore medio di circa 1,5. Anche il contenuto in
zuccheri è omogeneo e abbastanza elevato, ma ancora lontano dal livello ottimale di
maturazione. Solo uno di essi supera il limite minimo per Red Delicious ma
probabilmente deriva da campioni troppo esposti e di conseguenza molto più ricchi di
zucchero. Importante considerazione riguarda i campioni derivanti da impianti molto
vecchi e rispettivamente un Red Chief di 12 anni e un Erovan di 8. Di questi si nota
sicuramente la lenta maturazione e i livelli molto bassi di zuccheri e amido, segno di
piante ormai vecchie o gestite nella maniera sbagliata dal coltivatore. I frutti sono infatti
molto ricchi di amido e poveri di zuccheri, valori totalmente opposti da quelli necessari
per un prodotto di qualità.
Per quanto riguarda Golden Delicious si può notare una perfetta omogeneità fra i dati,
sia per gli zuccheri sia per l’amido. Anche l’età dell’impianto è la stessa ma, a parte
questi aspetti, si può affermare tranquillamente una situazione ancora lontana da quella
ottimale, con frutti ancora ricchi in amido (livello per Golden 6-7) e poco dolci.
Considerando però l’epoca del test si può comunque accettare tale condizione, proprio
perché la raccolta è ancora molto lontana. I frutti sono comunque potenzialmente ottimi
e di buona qualità con l’unico difetto dei danni da grandine.
Renetta del Canada presenta invece campioni molto ricchi di amido, quindi lontani dai
valori di riferimento, ma sicuramente molto dolci, con picchi di 12,5 gradi Brix. Questo
porta a considerare una raccolta molto vicina ed un frutto di ottima qualità.
FUJI E MORGENDUFT
Data
Nominativo Socio
Località
appezzamento
Zona
Varietà mele
Età
impianto
Stadio
dell'amido
Contenuto in
zuccheri
Note
27-set-12
Az. Cooperativa
Gianasso
2
Fuji
3A
3,0
14,0
piantine
27-set-12
Az. Cooperativa
Gianasso
2
Fuji
>10
4,0
13,0
piante adulte lato ovest
(verdi)
27-set-12
Fiori Carla
Fiorenza
2
Fuji
>10
3,0
13,0
27-set-12
Zecca Corrado
Tresivio
2
Fuji
7A
3,0
15,2
piante adulte
27-set-12
Zecca Corrado
Tresivio
2
Fuji
2A
3,5
15,0
piantine
27-set-12
Az. Cooperativa
Muranici
1
Fuji
6A
2,8
15,3
verdi
27-set-12
Balgera Gluigi
Tasera
2
Fuji
9A
3,0
14,0
verdi
27-set-12
Belottini Silvano
Girole
1
Morgen
>10
2,2
11,9
rosse
27-set-12
Mingardi Walter
Coldane
1
Morgen
3A
3,0
13,7
semi/rosse
L’epoca delle analisi su Fuji e Morgenduft risulta essere a fine settembre, quindi circa
10 giorni prima della raccolta. I dati, di conseguenza, raccontano di una condizione
ottimale e prossima ai livelli di riferimento. I campioni di Fuji, infatti, presentano gradi
zuccherini molto elevati e i livelli di amido sono potenzialmente molto buoni. I valori
dell’amido sono comunque poco indicativi nella cultivar Fuji la quale reagisce al Lugol
in maniera differente rispetto a tutte le altre cultivar. Fuji presenta quindi frutti molto
dolci e ormai pronti per la raccolta, con un unico difetto: il colore. L’annata 2012,
infatti, è stata caratterizzata per Fuji da frutti di ottime caratteristiche organolettiche ma
dotati di poca colorazione, quindi tendenti al verde. Anche Morgenduft presenta livelli
ottimali di maturazione, soprattutto per quanto riguarda gli zuccheri, e permette quindi
di prevedere l’imminente raccolta. Inoltre, a differenza di Fuji, la colorazione risulta
ottimale e a livelli qualitativi molto alti.
GALA
Data
Nominativo
Socio
Località
appezzamento
Zona
Varietà
mele
Età
impianto
Stadio
dell'amido
Contenuto
in zuccheri
Note
03-ago12
az. Cooperativa
Muranici
1
Gala
>10
1,3
10,3
sotto rete
AG
03-ago12
az. Cooperativa
Muranici
1
Gala
>10
1,8
10,3
fuori rete
AG
03-ago12
Della Patrona
Riccardo
Raulè
2
Gala
>3
1,5
9,9
grandinato
03-ago12
Fanchi Fabio
Poiano
2
Gala
>10
1,0
9,6
grandinato
03-ago12
Zecca Corrado
dv casa
2
Gala
>10
2,0
11,6
grandinato
03-ago12
Polinelli Diego
S. Martino
Gala
1,8
10,8
no
grandine
03-ago12
Merlo Cesare
Villa Centro
Gala
1,3
11,4
no
grandine
03-ago12
Poletti Riz
Bianzone
Gala
1,0
9,3
no
grandine
10-ago12
Roggeri
Augusta
Coldane
1
Gala
2A
3,5
12,6
cl. Schniga
10-ago12
Roggeri
Augusta
Coldane
1
Gala
3A
2,5
11,9
cl. Schniga
10-ago12
Roggeri
Augusta
Coldane
1
Gala
2A
3,0
10,9
cl. Schniga
13-ago12
F.lli Franchetti
S. Marta
1
Gala
6A
2,0
11,7
13-ago12
F.lli Franchetti
Parirolo
2
Gala
4A
2,5
11,6
Per quanto riguarda Gala, le considerazioni sono anche in questo caso numerose.
Innanzitutto i test sul campo sono stati effettuati in 3 periodi differenti e anche sul
territorio di FVT. Questo ci permette quindi di valutare le differenze fra i vari periodi e
fra zone differenti. I campioni analizzati il 3 Agosto presentano un contenuto in
zuccheri non ancora ai livelli di riferimento, cosa che accade sia nei campioni del 10
Agosto sia in quelli del 13. In una settimana circa, quindi, i frutti sono maturati in modo
corretto ed uniforme e sono perciò pronti allo stacco. Anche i valori dell’amido
aumentano notevolmente e indicano quindi frutti sempre più poveri di tale sostanza.
Altro aspetto interessante, già rilevato con Pimprenelle, è l’assenza di differenze di
maturazione fra campioni provenienti dallo stesso luogo ma coltivati in maniera
differente (uno di essi è coperto da reti antigrandine). Come si può notare la
maturazione è praticamente identica. Anche nel confronto fra zone differenti e molto
distanti, cioè quelle di FVT, non sono visibili sostanziali differenze. La cultivar Gala
coltivata nel tiranese, non soggetta a grandine, presenta la stessa maturazione di quelle
di Ponte e Tresivio, indice di una cultivar che non soffre particolarmente le condizioni
atmosferiche. Gala non è sensibile neppure al progressivo invecchiamento come invece
avviene per Red Delicious. Come si può notare, infatti, impianti decennali, dotati di
cloni vecchi come Mondial e Royal Gala, presentano livelli di maturazione in linea con
gli impianti più giovani i quali sono invece coltivati con nuove varietà e piante più
efficienti. Questa considerazione non vale per il clone Gala Schniga. Come si può
notare, infatti, esso presenta un livello di maturazione notevole, a differenza dei
campioni analizzati addirittura 3 giorni dopo. Questo porta a considerare la Schniga
come un ottima varietà per il territorio valtellinese con frutti molto dolci e di qualità,
sicuramente superiori a tutti gli altri cloni, sia vecchi sia nuovi.
2.5 INDICI DI RACCOLTA UTILIZZATI PER LE ANALISI
Il raggiungimento di standard qualitativi adeguati e la buona conservazione dei frutti
dipendono, come già dimostrato in precedenza, dal corretto momento di raccolta. Più
che di un “momento”, si tratta di una finestra, che può essere più o meno ampia a
seconda delle varietà e dell’andamento stagionale. Per stabilirla si utilizzano indici
oggettivi, basati sui parametri che variano con l’approssimarsi della maturazione. Il
residuo secco refrattometrico (RSR), ad esempio, cresce fino ad un massimo, che però
varia da un anno all’altro, in relazione alle tecniche colturali adottate o alle condizioni
atmosferiche. E’ quindi un buon indice di qualità, ma piuttosto approssimativo per la
predizione della raccolta, non
più ormai sufficiente per le
odierne esigenze.
Gli indici più utilizzati,
assieme al residuo secco in
zuccheri,
sono
la
degradazione
dell’amido
contenuto nella polpa e la
durezza. A questi si affianca
l’acidità totale, il cui valore
scende progressivamente con l’approssimarsi della maturazione.
Nelle varietà a bassa acidità, come ad esempio Fuji, ma anche Gala, è importante che
l’acidità non scenda sotto i valori ottimali, anche se gli altri parametri non rientrassero
ancora nella finestra di maturazione, pena lo scadimento qualitativo. Questo valore non
è stato però considerato durante i test di maturazione effettuati in Melavì in quanto
troppo variabile da frutto a frutto (indice di Thiault). Il test di Lugol, che misura la
degradazione dell’amido, è affidabile nella maggior parte delle varietà ad eccezione di
Fuji. Infatti l’amido contenuto nella polpa delle mele è costituito da due frazioni:
amilosio e amilopectina e solo il primo reagisce in modo efficace con la soluzione di
ioduro di potassio. Considerando il clone Fuji, in fase avanzata di maturazione, la
frazione preponderante è l’amilopectina, che non viene perciò “intercettata” dalla
soluzione di Lugol. Per questo il test dell’amido su Fuji è approssimativo e va integrato
con gli altri parametri di raccolta. Di notevole importanza, negli ultimi anni, è stato
l’indice di Streif che associa tutti i principali indici di maturazione come zuccheri,
amido e durezza; questo valore fornisce una valutazione molto precisa della
maturazione del frutto proprio perché considera la maggior parte dei dati rilevabili su di
esso. Di recente e probabile futuro utilizzo risulta comunque essere un indice di
maturazione che permette di evitare la distruzione dei frutti campione: il DA, Indice di
Differenza di Assorbanza, già in prova da qualche anno alla Fondazione Fojanini di
Sondrio. Messo a punto dall’Università di Bologna, misura la differenza di assorbanza
alle lunghezze d’onda dei picchi (nel campo del Vis-NIRs – infrarosso vicino) della
molecola della clorofilla, quantificandone il contenuto nell’epicarpo (meno clorofilla
c’è, più basso è il valore). La scala di misura è compresa tra valori di 1 a 0.2 - 0 per
frutti sovra maturi. Il DA-meter è uno strumento portatile che consente di misurare
rapidamente un numero elevato di frutti (50 – 100 frutti/campione) senza bisogno di
distruggerli, come invece accade per l’amido e gli altri parametri convenzionali. E’
possibile eseguire i rilievi direttamente in pianta e ottenere la media del campione
nell’appezzamento.
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I valori riportati in tabella sono quelli presenti nel libro di Kurt Werth “Colore e Qualità
delle mele in Alto Adige”. Essi sono stati utilizzati durante la campagna 2012 come
principali indici di maturazione ma sono comunque valori indicativi. Gli indici di
maturazione, infatti, variano da zona a zona, dalla pianura alla montagna, e di
conseguenza bisogna valutare molto attentamente quali indici soddisfano le esigenze del
territorio.
I valori di degradazione dell’amido, invece, vengono stabiliti tramite l’utilizzo di
apposite tavole, in particolare, nel caso di Melavì, è stata utilizzata la tavola di Planton
con scala da 1 a 5, di seguito integrata con quella da 1 a 10. Bisogna comunque
distinguere 2 tipi principali di mela in relazione alla degradazione dell’amido: il tipo
circolare, tipico di Granny Smith, Gala, Red Delidious e Renetta del Canada ed il tipo
radiale tipico di Golden Delicious e Fuji. Nel primo caso abbiamo una degradazione che
aumenta in modo circolare ed uniforme partendo dal centro del frutto e raggiunge valori
ottimali intorno a 8-9; nel secondo caso la degradazione è a forma di stella, parte
sempre dal centro e come nel caso precedente raggiunge un valore accettabile a 8-9.
Di seguito sono riportate entrambe le tavole di degradazione utilizzate durante i test. I
valori vengono spesso dimezzati in quanto la scala precedentemente utilizzata dai
tecnici, quindi facilmente paragonabile ai valori degli anni precedenti, presentava un
intervallo da 1 a 5.
TAVOLA DI DEGRADAZIONE DELL’AMIDO DELLE MELE DI TIPO
CIRCOLARE
TAVOLA DI DEGRADAZIONE DELL’AMIDO DELLE MELE DI TIPO
RADIALE
2.6 MODALITA’ DI CONSERVAZIONE DELLA MELA DI
VALTELLINA
Il mercato delle mele è caratterizzato da un’eccedenza di produzione determinata dalle
elevate rese ad ettaro determinando, perciò, la necessità dello stoccaggio di una grande
quantità di prodotto. In questa situazione la conservazione refrigerata ed in atmosfera
controllata (AC) diventa un mezzo indispensabile per diluire nel tempo l’offerta di mele
ai consumatori. Le moderne tecniche di conservazione permettono di avere, anche fuori
stagione, una mela con caratteristiche organolettiche e nutrizionali ottimali. Infatti, dopo
la raccolta, il frutto continua a maturare, a vivere; respira consumando ossigeno,
consuma gli zuccheri accumulati durante l’accrescimento e produce calore ed anidride
carbonica, andando così incontro ad un naturale processo di deperimento. Questo
determina sicuramente una diminuzione della qualità del frutto e del suo valore, con
variazioni di consistenza, sapore, colore, profumo e acidità. Questo processo di
senescenza può essere facilmente ed efficacemente rallentato mantenendo la frutta a
temperature prossime agli 0°C e modificando artificialmente le caratteristiche fisicochimiche dell’ambiente di conservazione (temperatura,umidità, ossigeno, anidride
carbonica). Il parametro fondamentale nella conservazione delle mele è sicuramente la
temperatura in quanto essa agisce
direttamente sull’intensità respiratoria del
frutto.
Durante
il
processo
di
raffreddamento, che avviene direttamente
in cella, è di grande importanza anche la
ventilazione, che assolve a 2 scopi
fondamentali,
ovvero
mantenere
l’uniformità di calore e distribuire l’umidità
relativa in modo uniforme. La tecnica di
conservazione attualmente utilizzata è quella dell’AC-ULO (ultra low oxigen), che si
ottiene con celle frigorifere a basso contenuto in ossigeno (1-1,4%).
Il settore della conservazione si è comunque evoluto nel tempo, rispondendo ad
esigenze sempre più varie e complesse in relazione alla coltivazione di nuove cultivar
ed alla necessità di tempi di conservazione sempre più lunghi. Le prime celle utilizzate
erano semplicemente dei grandi “frigor”, che permettevano di mantenere il frutto per
qualche mese. Ovviamente lo stoccaggio di quantità sempre maggiori di prodotto ha
portato a sviluppare tecniche sempre più moderne, che influenzano non solo la
temperatura del frutto ma anche tutte le sue caratteristiche organolettiche; tutt’oggi
esistono 3 diverse tipologie di atmosfera controllata:
AC tradizionale: 3-4% ossigeno, 3-5% anidride carbonica
AC tipo LO(low oxigen): 2-2,5% ossigeno, 1-3% anidride carbonica
AC tipo ULO (ultra low oxigen): 0,9-1,3% ossigeno, 0,2% anidride
carbonica
L’atmosfera controllata viene creata in apposite celle frigorifere con pareti impermeabili
e dotate di porte che escludono qualsiasi possibilità di contatto con l’aria esterna. La
perfetta tenuta ai gas è la condizione fondamentale per avere un’atmosfera controllata
efficiente e duratura. Tale cella presenta una capacità di 250-500 tonnellate di mele, le
quali proseguono il loro lento metabolismo, consumando ossigeno e producendo calore ,
anidride carbonica, etilene e vapore acqueo. La Cooperativa Ortofrutticola di Ponte in
Valtellina è dotata di 31 celle ad Atmosfera Controllata (100.000 Q.li) e di 8 celle
frigorifere normali (20.000 Q.li) per la conservazione delle mele.
Anche il tempo necessario al raggiungimento dell’atmosfera controllata determina le
caratteristiche finali del prodotto; per questo le celle vengono riempite rapidamente in
maniera omogenea, eliminando velocemente l’ossigeno in eccesso. Questa operazione
viene effettuata con apposite apparecchiature che immettono azoto prodotto da un
generatore, mentre la depurazione dell’anidride carbonica viene fatta con un apposito
assorbitore. Inoltre i valori di ossigeno e anidride carbonica vengono controllati
periodicamente tramite appositi e moderni strumenti elettronici. E’ inoltre nota
l’influenza negativa dell’etilene prodotto dalle mele durante il proseguimento della
maturazione; è stato infatti evidenziato che un mantenimento di tale sostanza a
concentrazioni minime permette di ottenere frutti qualitativamente migliori. Tale
processo può essere effettuato depurando la cella mediante un convertitore catalitico o
un assorbente chimico. Si è comunque dimostrato che l’AC di tipo ULO permette di
ottenere frutti con uno standard qualitativo molto più elevato rispetto a quelli conservati
con la semplice AC o quella di tipo LO. L’adozione dell’ULO permette, infatti, di
mantenere le caratteristiche di colore, durezza, succosità e acidità per più tempo ed è un
metodo di conservazione ideale per prodotti di elevata qualità. Si è inoltre dimostrato
che le mele di montagna a raccolta tardiva, avendo un processo di senescenza più lento,
presentano una migliore attitudine alla conservazione.
In Melavì, inoltre, si effettua un trattamento antiriscaldo con prodotti a base di
difenilammina (DPA) solo per le cultivar particolarmente sensibili (Red Delicious,
Granny Smith, Morgenduft) e sulle partite destinate a lunga conservazione. Le mele
trattate con DPA non possono essere commercializzate prima di 60 giorni dalla data del
trattamento. In alternativa è consentito un trattamento con 1 MCP (1-metilciclopropene)
contro il riscaldo e le malattie da conservazione mentre è assolutamente vietato l’uso di
fungicidi post-raccolta.
PRINCIPIO
ATTIVO
DOSE
TEMPO
CARENZA
r.m.a.
ppm
TIABENDAZOLO
0,05%
30
5
1-MCP
620 ppb
-
0,01
DIFENILAMMINA
0,07%
30
5
PATOGENI CULTIVAR
E
MALATTIE
Gloeosporium
varie
a.
Riscaldo
varie
superficiale
Riscaldo
Golden
superficiale
Delicious
DIFENILAMMINA
0,15%
30
5
DIFENILAMMINA
0,20%
30
5
PYRIMETHANIL
0,05%
0
5
Riscaldo
superficiale
Riscaldo
superficiale
Botrytis,
Penicillium
Fuji
Red
Delicious,
Granny
Smith,
Morgenduft
varie
Ciascuna cultivar, inoltre, necessita di diversi parametri di conservazione in relazione
alle proprie caratteristiche di senescenza. Gala si conserva per pochi mesi mentre
Golden Delicious arriva addirittura a 8-9 mesi. La temperatura è per lo più omogenea
per tutte le cultivar mentre il livello di ossigeno e anidride carbonica è variabile. La
tabella seguente descrive in maniera dettagliata l’AC ottimale di ciascuna cultivar.
CULTIVAR
GALA
RED
DELICIOUS
GOLDEN
DELICIOUS
GRANNY
SMITH
FUJI
MORGENDUFT
TEMPERATURA O2 (%)
(°C)
0-0,5
1-1,5
0-1
1-2
CO2
(%)
2
1,4-3
CONSERVAZIONE
(mesi)
5-6
7-9
0,5-1
1-3
2-3
7-9
0-0,5
1-3
1,3-2
7-9
0-1
0-1
1,5-3
2-3
1,3-2
2
7-8
7-8
CAPITOLO 3
LA MATURAZIONE E LA GRANDINE
3.1 EFFETTI DELLA GRANDINE DEL 2012 SULLA
MATURAZIONE DELLE CULTIVAR
Le Mele della Valtellina hanno registrato nel 2012 un importante calo di produzione
(-11,43%) determinato da una grandinata che nel mese di luglio ha devastato gran parte
dei frutti coltivati nell’area di Ponte in Valtellina. La produzione di Mela di Valtellina
IGP, la quota di frutti che hanno le caratteristiche adeguate all’ottenimento della
certificazione, si è attestata a circa 11.000 tonnellate, contro le quasi 25.000 del totale
conferito. La grandinata di luglio 2012 ha determinato un aumento fisiologico dei frutti
destinati all’industria, infatti si registrano oltre 6.000 tonnellate destinate a questo
mercato, in netto aumento con la tendenza degli anni passati. Le tipologie di frutti
maggiormente coltivate si confermano ancora le Golden Delicious con circa 9.800
tonnellate, seguite dalle Red Delicious (circa 6.400 tonnellate) e le Gala (circa 1.500
tonnellate). Di seguito è rappresentata descritta l’intera produzione 2012 (al 22/11/2012)
con una particolare attenzione riguardo la percentuale di frutti destinati all’industria.
O.P.
Melavì
Mele
Golden
Delicious
Mele Red
Delicious
Mele
Gala
Mele Fuji
Mele
Morgen
Mele
Granny
Smith
Mele
Renetta
Mele
Braeburn
Mele
Pinova
Mele
Modì
Mele
Varie
(Stayman)
Mele
Cripps
Pink
Mele
Ticchiolat
ura
resistenti
Villa di Tirano
Tovo S.Agata
Acquisti
9.813.757
52,80
%
1.108.560
33,93%
3.322.327
58,66%
5.382.870
55,76
%
1.379.668
6.444.834
34,68
%
1.698.825
51,99%
1.301.740
22,98%
3.444.269
35,68
%
1.229.710
1.584.886
8,53%
247.415
7,57%
633.719
11,19%
703.752
7,29%
652.165
356.779
1,92%
94.080
2,88%
187.655
3,31%
75.044
0,78%
155.388
239.963
1,29%
78.095
2,39%
154.200
2,72%
7.668
0,08%
218.650
24.249
0,13%
4.740
0,15%
19.411
0,34%
98
0,00%
218.336
21.493
0,12%
10.305
0,32%
1.014
0,02%
10.174
0,11%
8.946
0,05%
0,00%
6.660
0,12%
2.286
0,02%
902
0,00%
0,00%
0,00%
902
0,01%
50.067
0,27%
14.350
0,44%
0,15%
27.224
0,28%
305
0,00%
305
0,01%
34.448
0,19%
9.435
0,29%
4.500
0,02%
1.220
0,04%
Totale
mele
commerc
iabili
18.585.12
9
Pro
quota
100,00%
Mele
Industria
6.357.489
totale
Ponte in Valtellina
24.942.61
7
100,00%
100,00
3.267.330 100,00%
%
17,58%
25,49
%
5.414.669
8.493
30,87
%
16,37
%
3,90
%
5,49
%
5,48
%
0,00
%
3,27
%
0,00
%
0,00
%
11.193.425
49,60
%
7.674.544
34,00
%
2.237.051
9,91%
512.167
2,27%
458.613
2,03%
242.585
1,07%
21.493
0,10%
139.140
0,62%
902
0,00%
50.067
0,22%
0,00%
0,00%
0,00
%
305
0,00%
25.013
0,44%
0,00%
0,00
%
34.448
0,15%
3.280
0,06%
0,00%
0,00
%
4.500
0,02%
5.663.512
100,00
%
30,47%
62,37%
130.194
34,63
%
Totale
626.166
9.654.287
100,0
0%
3.984.111
100,0
0%
22.569.240
100,0
0%
3,18%
22.248
100,0
0%
6.379.737
100,0
0%
51,95%
9,96%
316.654
8.681.999
6.289.677
9.970.941
34,81%
25,22%
39,98%
4.006.359
28.948.976
Come si può notare la quantità di mele destinate all’industria, nel comparto di Ponte in
Valtellina, ha raggiunto livelli elevatissimi, superiori a quelli delle mele commerciabili.
In particolare si è registrata una percentuale di prodotto compromesso pari al 62,37%.
Inoltre le mele grandinate, appartenenti a tutte le varietà, non erano semplicemente
intaccate dalla grandine ma completamente distrutte, come, del resto, le piante. Molti
impianti sono stati sradicati e l’intero raccolto perduto; molti altri hanno subito danni
fino oltre il 90%. La mappa seguente riporta le percentuali di danno registrato
nell’intero comparto di Ponte in Valtellina da parte dei tecnici.
Come si può notare dalla forma del conoide, le zone maggiormente interessate da tale
avversità atmosferica sono state quelle di fondovalle e la parte centrale, mentre le zone
limitrofe, sia a sinistra che a destra (Comuni di Poggiridenti e Castionetto) hanno subito
solo una minima parte di danno. I frutti ormai compromessi sono stati destinati
all’industria per la trasformazione in succhi e marmellate o altri prodotti secondari.
Ovviamente il guadagno è stato molto inferiore rispetto alle aspettative ma bisogna
considerare comunque punti di vista differenti. I coltivatori assicurati dai danni da
grandine, infatti, hanno paradossalmente guadagnato di più rispetto ad annate ottime in
quanto le percentuali di danno sono risultate molto elevate (nel caso di pochi danni
l’introito assicurativo è svantaggioso per il coltivatore). Essi, quindi, guadagnano sia
sulla produzione di mele “industriali” sia sugli incentivi assicurativi. Questo aspetto
riguarda inoltre quei frutticoltori che hanno investito sulla copertura degli impianti con
reti antigrandine, cosa che ha permesso loro di avere frutti qualitativamente eccellenti in
un’annata negativa, frutti paganti quindi molto di più dalla stessa cooperativa. Il
discorso non vale invece per i piccoli frutticoltori che non assicurano i propri terreni e
che quindi sono costretti a vendere i propri frutti con introiti molto inferiori rispetto alle
aspettative, subendo quindi le conseguenze negative della grandinata. In tutto questo,
comunque, l’unico vero “perdente” è la cooperativa, la quale riceve prodotti molto
scarsi, inutilizzabili, e vendibili a basso prezzo alle industrie di trasformazione. Inoltre
anche il marchio della Mela di Valtellina ne risente, avendo meno quantità di frutti
qualitativamente ottimi, e costringe la cooperativa a comprare e rivendere mele
provenienti da altre zone come il Trentino Alto Adige, vendibili semplicemente come
“Mele di Montagna” senza il proprio marchio Melavì. Dal punto di vista delle
valutazioni sulla maturazione dei frutti grandinati, ovviamente, i tecnici devono
comportarsi in modo differente rispetto alle consuete abitudini. Inizialmente vanno
valutati gli interventi chimici necessari ad evitare marciumi che, con le numerose
spaccature dei frutti, si potrebbero presentare in abbondanza. Una volta arginato il
pericolo delle patologie conseguenti l’avversità atmosferica si può iniziare a valutare la
destinazione del prodotto e in seguito le caratteristiche minime per tale impiego.
Avendo perciò definito una destinazione industriale la maturazione dei frutti grandinati
richiede il raggiungimento, principalmente, di uno solo dei valori indice della
maturazione: il grado zuccherino. Infatti l’industria necessita di frutti semplicemente
dolci, senza ulteriori considerazioni riguardo la durezza della polpa, il colore piuttosto
che l’acidità. La caratteristica fondamentale è quindi la quantità di zuccheri all’interno
dei frutti, legati, ovviamente alla degradazione dell’amido. Per questo motivo i test
effettuati su mele grandinate sono stati eseguiti esclusivamente sul campo con
rifrattometro e soluzione di Lugol, in modo da determinare la “finestra” di raccolta utile
per ottenere un prodotto dolce e povero di amido, seppur completamente rovinato. Ecco
quindi che la raccolta del prodotto grandinato è stata valutata in base al raggiungimento
del livello minimo di zuccheri per ciascuna varietà, cosa che ha portato addirittura alla
raccolta di Golden Delicious e Red Delicious in contemporanea a quella delle Gala (fine
agosto).
LOCALITA' VARIETA'
ETA'
AMIDO ZUCCHERI
IMPIANTO
DATA
SOCIO
22ago-12
Pusterla
Stefano
Tegiacche
Golden
3
2,0
12,0
grandinato
22ago-12
Zecca
Corrado
Tresivio
Golden
2
1,0
11,9
grandinato
22ago-12
Zecca
Corrado
Tresivio
Er M9
2
1,7
11,2
grandinato
13F.lli
ago-12 Franchetti
S. Marta
Gala
6A
2,0
11,7
grandinato
13F.lli
ago-12 Franchetti
Parirolo
Gala
4A
2,5
11,6
grandinato
10ago-12
Roggeri
Augusta
Coldane
Gala
2A
3,5
12,6
grandinato
10ago-12
Roggeri
Augusta
Coldane
Gala
3A
2,5
11,9
grandinato
03ago-12
Zecca
Corrado
dv casa
Gala
>10
2,0
11,6
grandinato
NOTE
Osservando i dati della tabella, e secondo le valutazioni precedenti, si può
tranquillamente stabilire la raccolta di questi frutti, proprio perché hanno tutti raggiunto
i livelli minimi di maturazione dal punto di vista del contenuto in zuccheri. Come si può
notare, la varietà Gala, analizzata il 3 Agosto, presentava già quantità minime sufficienti
allo stacco come accade ad esempio per le varietà autunnali come Golden e Erovan.
Queste ultime sono state analizzate il 22 Agosto, esattamente 2 giorni prima dell’inizio
della raccolta, effettuata quindi nel periodo tipico del Gala.
Per quanto riguarda, invece, la
sensibilità delle varie cultivar
rispetto ai danni da grandine
sono state osservate alcune
differenze. Per quanto riguarda
Gala, come già affermato nel
capitolo
relativo
la
maturazione, non sono state
valutate sostanziali differenze
fra i frutti sotto-rete e quelli
fuori-rete. Gli indici di
maturazione
risultano
pressoché
identici
e
identificano quindi una cultivar abbastanza resistente e poco sensibile a questa
avversità. Lo stesso vale per Red Delicious, la quale, avendo un epidermide molto
coriacea, ha subito di meno i danni da grandine rispetto invece alla Golden Delicious, la
varietà più rovinata durante il 2012. Essa, infatti, subisce già danni durante le
manipolazioni quindi la grandine ne distrugge e ne compromette completamente la
forma. Varietà più tardive, invece, come Morgenduft e Fuji, hanno subito meno
l’avversità atmosferica in quanto lo sviluppo del frutto, al momento del fatto (11
Luglio), era poco avanzato e perciò l’elevata durezza dei piccoli frutticini ha consentito
di contrastare abbastanza bene l’attacco. Ovviamente il danno secondario, sia su queste
varietà, sia su tutte le altre, è stato l’enorme caduta dei frutti che erano appena stati
diradati, lasciandone molto pochi sulla pianta. I coltivatori più lenti nel dirado o quelli
con più terreni, infatti, dopo la grandinata hanno abbandonato completamente la fase del
dirado manuale in modo da ottenere, a fine stagione, una maggiore quantità di frutti,
anche se di scarsa qualità. Tutto questo ha portato ad avere piante molto scariche, con
frutti danneggiati e deformi, senza nessuna possibilità di commercializzazione se non
alle industrie di trasformazione. Infine la cultivar Modì, che necessita già di reti
antigrandine nella creazione dell’impianto, non ha subito particolari danni in quanto
coperta appunto da apposite reti. Frutticoltori che non hanno avuto quest’accortezza si
sono invece trovati con un prodotto scadente e completamente invendibile.
La grandine, però, non ha solo compromesso la campagna 2012 ma anche quella
seguente. Le piante che hanno subito danni sono state, nella maggior parte dei casi,
completamente defogliate, creando quindi un indebolimento generale della pianta
stessa, con germoglia menti durante il periodo autunnale. Le riserve necessarie per
l’alimentazione invernale sono state dimezzate se non addirittura annullate e questo ha
portato in molti casi alla morte delle piante stesse e ad un generale ritardo della messa a
fiore. Le piante, indebolite, hanno prodotto nel 2013 pochi frutti per lo più di piccola
pezzatura, inferiori agli standard di qualità tipici della Mela di Valtellina. Ecco quindi
che la grandine rappresenta un vero e proprio ostacolo in frutticoltura, in quanto
influenza non solo la stagione presente ma anche quella futura, con notevoli
ripercussioni sia sui guadagni (frutti di minore qualità e in minor numero) sia sulle
spese (rimessa a nuovo degli impianti abbattuti e trattamenti più intensivi).
3.2 METODI DI DIFESA DALLA GRANDINE
Da metà degli anni ’90 si è assistito ad una notevole diffusione delle coperture
antigrandine. Tale incremento si spiega sia con l’accresciuta esigenza di ottenere un
prodotto con elevati standard qualitativi sia per il riconoscimento dei danni non sempre
adeguati all’effettiva perdita commerciale del prodotto ma anche grazie all’estrema
semplificazione a cui si è giunti nella costruzione degli impianti rispetto al passato.
Ovviamente la spesa per la creazione di un impianto del genere è notevole e può essere
sostenuta solamente da quei frutticoltori che possiedono una considerevole quantità di
appezzamenti. I guadagni a lungo termine compensano comunque la spesa iniziale in
quanto, in annate negative, il coltivatore dotato di reti antigrandine può garantire sul
mercato un prodotto qualitativamente migliore rispetto agli altri. Aspetto chiave nella
creazione di un impianto antigrandine è sicuramente la grandezza dell’appezzamento
che si vuol coprire. Non si può infatti pensare di intervenire su piccoli terreni, con poche
piante e disposte in modo errato. La creazione di reti antigrandine parte dalla nascita di
un nuovo impianto, con precise misure e disposizioni delle piante e dei pali tendi-rete,
considerando inoltre l’altezza massima delle cultivar utilizzate e il loro comportamento
nei confronti della luce. Durante l’apertura delle reti, infatti, si crea una vera e propria
schermatura nei confronti dei raggi solari, la quale influenza alcune varietà rispetto ad
altre.
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Varie sperimentazioni hanno evidenziato che il colore delle reti ha un’influenza
soprattutto nell’ambito del sovra-colore, poco influisce invece sui gradi Brix. Per le
specie frutticole non presenti in tabella, invece, si consiglia la rete nera in quanto è
quella che presenta una maggiore durata nel tempo e un minor impatto ambientale.
Inoltre bisogna valutare la larghezza dell’interfila, per il posizionamento delle reti, e
l’altezza delle macchine operatrici in dotazione, per evitare spiacevoli inconvenienti e
difficoltà durante le operazioni colturali.
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Melavì non presenta una grande diffusione di tali coperture fra i propri soci; in
Valtellina i principali utilizzatori di tale tecnica sono essenzialmente i grossi frutticoltori
privati, i quali, non essendo sostenuti da una forte cooperativa, necessitano di un elevato
guadagno annuale e di una certa sicurezza a fronte di ingenti spese per la coltivazione.
Nel comparto di Ponte in Valtellina solo qualche socio ha deciso di utilizzare le reti
antigrandine ma il primo vero esperimento è stato fatto solo pochi anni fa, proprio dalla
stessa Cooperativa, con la creazione di un impianto di Modì e Gala coperto da reti
antigrandine; esperimento che, nell’annata 2012, ha fruttato guadagni elevati per la
qualità dei frutti. Esistono principalmente 2 tipi di sistemi di copertura per contrastare la
grandine e sono esposti nella tabella seguente, con difetti e pregi di ciascuno. Gli
impianti presenti sul territorio valtellinese sono tutti a capannina semplificata, più
complicati, più costosi, ma molto più efficienti.
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CAPITOLO 4
LA DIFESA FITOSANITARIA
4.1
PROGRAMMA
DI
ADOTATTO DA MELAVI’
DIFESA
FITOSANITARIA
L’utilizzo dei composti chimici rappresenta il metodo più efficace per difendere la mela
dai parassiti in modo che non compromettano la qualità, intesa come aspetto esterno,
conservabilità e concentrazione di zuccheri nonché degradazione dell’amido.
Ovviamente l’utilizzo di prodotti chimici in frutticoltura ha destato sempre una certa
preoccupazione fra i consumatori portandoli, infatti, negli ultimi anni a scoprire e a
preferire prodotti biologici, i quali non presentano nessuna tecnica di difesa chimica e
risultano perciò completamente naturali. Questo discorso può essere tranquillamente
fatto per aziende piuttosto piccole, che non presentano quantità elevate di prodotti, ma
sicuramente non può essere associato ad un’azienda come Melavì, la quale deve
ottenere un prodotto il più omogeneo possibile (con l’agricoltura biologica sarebbe
impossibile per queste quantità) dal punto di vista della qualità (colore, zuccheri,
durezza, grandezza, forma). La legislazione stessa, relativa al consumo della frutta, non
consente di abbandonare completamente l’uso degli antiparassitari, necessari per
$
difendere il melo dalle numerose patologie. Di conseguenza la difesa chimica risulta
necessaria in questo contesto anche se negli ultimi anni sono state messe a punto
tecniche di difesa alternative o meglio complementari a quella chimica, per ridurre
notevolmente gli interventi con fitofarmaci e la presenza di eventuali residui. La
presenza di una legislazione specifica e gli attuali parametri di qualità richiesti dai
consumatori hanno perciò spinto i soci della cooperativa, insieme ai tecnici, ad un
razionale utilizzo dei prodotti fitosanitari; questo aspetto è stato dimostrato attraverso
l’adozione di un protocollo di autoregolamentazione che informi l’opinione pubblica
riguardo le tecniche di difesa adottate per la salvaguardia degli equilibri naturali
dell’ecosistema e della salute pubblica. Nel 1990, infatti, fu scritto e pubblicato per la
prima volta il Regolamento Provinciale di Autodisciplina, che definisce e certifica le
tecniche di difesa adottate dai frutticoltori valtellinesi, i quali, perciò, aderiscono ad un
programma molto restrittivo rispetto alla legislazione vigente in materia di trattamenti,
scelta dei prodotti e periodo di utilizzo. Questo ha portato i coltivatori a compilare
annualmente un “quaderno di campagna” dove vengono definiti, in modo dettagliato, i
trattamenti effettuati, la
quantità utilizzata, il giorno
esatto del trattamento, il
terreno interessato e le
cultivar trattate. I quaderni
di campagna vengono
redatti
dai
singoli
coltivatori e consegnati al
termine della raccolta per
essere controllato da organi
incaricati che, in questo
caso, sono la Regione
Lombardia (STAP) e la
Fondazione Fojanini di Studi Superiori di Sondrio. Inoltre, i coltivatori aderenti al
Regolamento, devono consentire in qualsiasi momento della stagione la visita dei propri
frutteti da parte dei tecnici competenti per le eventuali campionature ed analisi di
verifica.
Secondo il Regolamento di Autodisciplina i prodotti fitosanitari utilizzabili devono
avere caratteristiche di efficacia sufficienti ad ottenere la difesa delle produzioni a livelli
economicamente accettabili. A tal fine è preferibile l’impiego alternato di sostanze
attive a diverso meccanismo di azione per ridurre la possibile insorgenza di fenomeni di
resistenza. La protezione delle piante deve essere attuata utilizzando, nella minore
quantità possibile, i prodotti fitosanitari scelti fra quelli a minor impatto verso l’uomo,
gli animali e l’ambiente. Per questo motivo sono da privilegiare quelle tecniche
agronomiche e/o biologiche in grado di garantire il minor impatto ambientale.
L’esecuzione di interventi di difesa della coltura è in funzione della stima del rischio di
danno, di competenza dei tecnici autorizzati. La stima del rischio può essere effettuata
sulla base di osservazioni in campo e sistemi di previsione o di accertamento di
infezioni (malattie crittogamiche) o infestazioni (fitofagi dannosi, insetti vettori) che
sono potenzialmente dannosi per la coltura. La valutazione del momento ottimale per
l’esecuzione dei trattamenti dipende dalla natura e dalle caratteristiche dell’avversità da
contrastare. I controlli in campo consentono di verificare la situazione produttiva,
qualitativa, la presenza di insetti, acari e crittogame e di stabilire la necessità o meno di
specifici interventi fitosanitari.
DIFESA DALLE CRITTOGAME
La pericolosità di ticchiolatura, oidio, botrite e marciumi obbliga alla messa in atto di
valutazioni previsionali mirate e precise. I programmi di difesa per queste patologie
sono i seguenti:
•
valutazioni previsionali, tenuto conto dell’influenza dell’andamento climatico;
•
accertamento dei sintomi della malattie;
•
eventuale utilizzo di modelli previsionali.
DIFESA DAI FITOFAGI
I principali fitofagi del melo sono i seguenti: cocciniglia, psille, afidi, ricamatori,
minatori fogliari, maggiolino, carpocapsa, tignola orientale del pesco (Cydia molesta),
eriofidi, acari. Per ciascuno di questi il servizio tecnico comunica ai soci i criteri di
intervento sulla base delle valutazione effettuate in campo. I tecnici di Melavì
predispongono infatti sul territorio apposite trappole a feromoni, controllate
settimanalmente ed in modo costante in modo tale da determinare la popolazione del
fitofago presente e gli eventuali periodi di sfarfallamento.
Nel Regolamento Provinciale di Autodisciplina del 2011 vengono riportate le
caratteristiche necessarie per ciascun fitofarmaco utilizzato, che sono le seguenti:
•
efficacia nei confronti dell’avversità;
•
selettività per la coltura;
•
basso rischio tossicologico per l’uomo (tossicità acuta e cronica);
•
selettività nei confronti degli organismi utili;
•
persistenza nell’ambiente e sugli organi vegetali;
•
mobilità nel suolo;
•
residualità sulla coltura con particolare riferimento alla parte commestibile;
•
rischi di selezione di ceppi resistenti da parte degli organismi da combattere;
•
tipo di formulazione;
•
miscibilità.
Nella scelta dei principi attivi sono adottati i seguenti criteri:
•
•
esclusione o forte limitazione dei prodotti tossici (T+), molto tossici (T) e
nocivi (Xn), con frasi di rischio relative ad effetti cronici sull’uomo (R40,
R48, R60, R61, R62, R63, R68);
utilizzo di formulazioni non classificato (Nc), irritante (Xi) e nocivo (Xn)
quando della stessa sostanza attiva esistano anche formulazioni di classe
tossicologica T o T+
Per quanto riguarda i trattamenti fitosanitari effettuati sulle cultivar di Melavì non
esistono sostanziali differenze. Infatti nei trattamenti che vanno da Aprile ad Agosto è
consigliabile l’applicazione dei fitofarmaci su tutte le cultivar presenti in modo da
ottenere una difesa omogenea e completa di tutto il territorio. Questo consente di evitare
sgradevoli inconvenienti derivanti da terreni e cultivar non trattate che diventano
possibili focolai di infestazione. Solamente nel periodo tardo-estivo e all’inizio
dell’autunno vengono trattate solamente le cultivar a maturazione tardiva come ad
esempio le Fuji. Il mantenimento di una difesa efficace, infatti, deve essere fatto su
questa cultivar anche durante la raccolta delle altre varietà come Red e Golden
Delicious. In molti casi inoltre, considerando che in Valtellina la Red Delicious matura
10 giorni prima circa della Golden Delicious, la possibile presenza di piogge potrebbe
compromettere la qualità delle Golden, soprattutto dal punto di vista della ticchiolatura.
Ecco quindi che in questo caso il tecnico definisce un trattamento di difesa esclusivo per
una singola cultivar, con ovviamente una certa attenzione al prodotto utilizzato che deve
possedere un periodo di carenza relativamente basso, in modo da evitare possibili
residui chimici sui frutti raccolti in seguito. Questo aspetto deve essere valutato anche
nei confronti delle varietà estive come la Gala. In questo caso il tecnico deve far
attenzione ai trattamenti da effettuare nel mese di Luglio, in relazione ai periodi di
carenza dei fitofarmaci; di conseguenza durante il periodo antecedente alla raccolta di
questa varietà le cultivar trattate saranno esclusivamente quelle autunnali.
IL PROGETTO ECODIAN
Negli ultimi anni i tecnici di melavì hanno sviluppato un programma di difesa incentrato
principalmente sull’utilizzo di prodotti di disorientamento e confusione sessuale,
utilizzati per la difesa da Cydia e Carpocapsa. Questo progetto mira alla riduzione
dell’utilizzo di prodotti chimici contro tali fitofagi e consente, con una distribuzione
omogenea di appositi “gancetti”, di controllare molto efficacemente la loro diffusione.
Per confusione sessuale e disorientamento si intende:
•
CONFUSIONE SESSUALE: numero di erogatori ad ettaro relativamente
limitato (600-1000); opera una saturazione dell’ambiente di feromone. Si ottiene
un mascheramento dei richiami naturali, perchè il maschio presenta un
affaticamento sensoriale, che non gli consente di raggiungere le femmine. Con
•
questa tecnica si utilizzano circa 200 gr di attrattivo a stagione e i migliori
risultati si ottengono in appezzamenti di diversi ettari e di forma regolare.
DISORIENTAMENTO: prevede l’applicazione di un numero maggiore di
erogatori (1200-2000) con carica ridotta, che originano all’interno
dell’appezzamento numerose “false tracce”, simili come intensità a quelle
femminili. Il meccanismo si basa sul principio che i maschi seguono le tracce di
attrattivo rilasciate dagli erogatori anziché seguire le scie del feromone emesse
dalle femmine. Buoni risultati anche in appezzamenti di 1-2 ettari.
La confusione sessuale è innanzitutto un metodo di controllo "biologico". Consiste
nell'impedire l'accoppiamento tra gli insetti e di conseguenza la nascita delle larve, che
sono responsabili dei danni alla produzione. Collocando nel frutteto degli specifici
diffusori (dispenser) che rilasciano un attrattivo (feromone) simile a quello emesso dalla
femmina in natura, si raggiunge lo scopo di "confondere" il maschio, che non riesce più
ad individuare la femmina per fecondarla. E’ uno strumento di difesa innovativo e
molto interessante e permette di ridurre notevolmente, e in qualche caso di eliminare,
l’impiego degli insetticidi nella lotta ai più importanti Lepidotteri del melo. Nei casi di
insetti resistenti agli insetticidi, rappresenta uno dei pochi mezzi di difesa utilizzabili ed
efficaci. Perché il successo sia pieno, la confusione richiede conoscenze precise e il
rispetto accurato delle norme di applicazione. Innanzitutto, ideata negli anni ’60, la
confusione sessuale ha avuto una concreta applicazione in Italia solo all’inizio degli
anni '80. L’Alto Adige è la zona di maggior diffusione del metodo, con circa i 2/3 della
superficie complessiva, seguita dal
Trentino ove il metodo è applicato su
circa 1.300 ha di meleto. In queste
aree sono stati sviluppati specifici
progetti, con incentivi economici per i
produttori che si sono impegnati. Si
tratta di regioni particolarmente
attente alla valorizzazione dei prodotti
tipici, con una forte vocazione
turistica e più in generale, con una
particolare attenzione alla qualità dell’ambiente. Le Cooperative della Valtellina hanno
concluso nel 2007 un progetto triennale su un’area di circa 70 ettari, con l’obiettivo di
stimolare la diffusione del metodo nell’ambito delle strategie di lotta integrata previste
dal Regolamento di Autodisciplina Provinciale ed anche in relazione alle nuove
problematiche (direttiva CE 91/414, ridotta efficacia di alcuni insetticidi, contenimento
dei residui tossici sulle mele, ecc.). Dal 2008 fu sviluppato un nuovo progetto, che
prevedeva la compartecipazione finanziaria dei produttori, coprendo una superficie
frutticola di circa 140 ha, con un graduale incremento fino a 350 ha previsto nei 2 anni
seguenti. La maggiore efficacia si ottiene con superfici omogenee e di una certa
ampiezza (oltre i 5 ha). I bordi sono le aree a maggiore rischio di danno, perché la
concentrazione del feromone risulta inferiore in seguito alle perdite per spostamenti
laterali della sostanza attiva ad opera del vento. In questi punti possono entrare femmine
fecondate provenienti da frutteti limitrofi in cui non si adotta la confusione, nei
confronti delle quali la confusione non ha più alcun effetto. Il numero di diffusori da
applicare dipende dal tipo di erogatore scelto e va comunque adeguato alle dimensioni
delle piante. Con i prodotti Shin-Etsu sono necessari, per il controllo della Carpocapsa,
1000 diffusori/ha, mentre per la Cydia ne servono 600/ha. Con questa concentrazione i
feromoni coprono un periodo di circa 120 gg. Per contrastare le perdite indicate in
precedenza, i bordi del frutteto devono essere maggiormente protetti, aumentando di
circa il 10 % il numero dei diffusori. L’installazione corretta è un’operazione molto
importante per il successo della difesa, ma poi non si deve pensare che tutto procederà
in modo automatico. Sono invece necessari campionamenti periodici ed accurati per
rilevare l’eventuale presenza di frutti danneggiati.
Negli ultimi anni i tecnici di Melavì si sono invece dotati di un prodotto molto utile e di
facile utilizzo: il gancetto Ecodian. Esso è un erogatore di feromone per azzerare o
ridurre al minimo gli accoppiamenti di C. pomonella e C. molesta con la tecnica del
disorientamento (“distrazione sessuale”);
permette perciò di unire entrambi i gancetti
precedentemente utilizzati in uno unico,
molto più facile da applicare ai rami delle
piante. Il diffusore è realizzato con un
materiale (bioplastica a base di amido di
mais completamente biodegradabile nel
terreno) che coniuga l’esigenza di avere una
costante erogazione di feromone con quella
della eco compatibilità.
Le modalità applicative sono le seguenti
•
Distribuire i diffusori prima dell’inizio dei voli.
•
Applicare i diffusori sui rami in modo uniforme, se possibile in zone
ombreggiate, proteggendo anche aree scoperte.
•
Con piante alte m 2,5 - 3, appenderli nel 3° superiore, con piante più alte
disporli alternati in posizione media/alta.
•
Applicare i diffusori anche sui primi 2 - 3 filari dei frutteti adiacenti, allargando
i bordi anziché rinforzarli.
Quanti diffusori applicare:
•
2000/ha: in condizioni ottimali, con esclusione dell’allargamento dei bordi.
•
2500-3000/ha: con piante alte (3-4 m) e vigorose e/o con elevata pressione del
fitofago.
Verifiche di efficacia – Trappole :
•
L’assenza di catture nelle trappole poste nell’appezzamento è una condizione
essenziale per garantire l’efficacia del metodo.
•
La presenza di catture deve essere presa in considerazione per individuare le
possibili cause e decidere gli interventi.
•
E’ consigliabile monitorare i voli dei fitofagi anche negli appezzamenti vicini
difesi in modo tradizionale.
Verifiche di efficacia-controllo degli attacchi:
•
Controllare periodicamente i frutti in diverse zone del frutteto e in diverse
posizioni sulla pianta, con particolare attenzione al terzo superiore della chioma.
•
La diffusione e l’entità degli attacchi dovrà far valutare la necessità di interventi
specifici.
•
Il buon esito della difesa con ECODIAN STAR è subordinato all’attenta
osservazione sia delle trappole che delle piante nel frutteto.
I punti di forza di questo prodotto sono i seguenti:
•
Erogazione costante nel tempo
•
Nessun effetto residuale nell’anno seguente
•
Controlli tempestivi grazie alle trappole spia (Traptest/Pomotrap)
•
Flessibilità d’impiego
•
Materiale biodegradabile (Mater-Bi®)
•
Dimensioni aziendali ridotte e/o in pendenza
L’utilizzo di tale prodotto non deve però essere considerato risolutivo e sostitutivo dei
trattamenti fitosanitari. Esso necessita di un continuo controllo attraverso le trappole a
feromoni installate su tutto il territorio. In particolare nel disorientamento le trappole
permangono attive e danno indicazioni sull’andamento del sistema. L’assenza di catture
indica che si verificano e persistono le condizioni di «disorientamento». Viceversa,
catture, anche sporadiche, devono essere prese in seria considerazione e ne devono
essere individuate le possibili cause (elevata pressione del fitofago, forti venti,
esaurimento dei diffusori, ecc.) per decidere eventuali interventi. L’assenza di catture
nelle trappole è un’importante segnale di efficacia del metodo, ma non sufficiente
perché, in determinate condizioni, potrebbero ugualmente verificarsi ovideposizioni
(es. per immigrazione di femmine già fecondate dai frutteti vicini o da eventuali zone
non adeguatamente protette).
Tornando a considerare l’intero programma di difesa i tecnici utilizzano una grande
varietà di fitofarmaci, ciascuno dei quali viene impiegato per specifiche patologie.
L’idea di fondo è comunque quella di utilizzare sempre più prodotti accettati anche
dall’agricoltura biologica, che non vadano quindi a creare pericoli di salute per il
consumatore. Inoltre, il tecnico, deve valutare per ciascun prodotto sia il periodo di
carenza, molto importante prima della raccolta, sia il dosaggio massimo ammesso, in
quanto eventuali sovradosaggi potrebbero portare al danneggiamento sia dei frutti che
della pianta stessa.
L’insieme dei fitofarmaci di cui si servono tutt’oggi i tecnici di Melavì è presente nelle
tabelle seguenti, ricavate dal “QUADERNO DI CAMPAGNA PER LA PRODUZIONE
INTEGRATA 2012” consegnato a tutti i soci delle 3 cooperative. Ciascun coltivatore,
quindi, può osservare direttamente tutti i prodotti ammessi in frutticoltura e avere
numerose informazioni riguardo ad essi. Questo è solo un ulteriore passo verso una
campagna sempre più mirata alla qualità e dotata di coltivatori competenti e coscienti
del proprio lavoro.
data
(ggmm)
5/6
prodotto
commerciale
impiegato
BANJO
tempo
carenza
60
27/6
FULLDINA 35
FL
FLINT
10
14
180
14
500
BUTTERFILL
9/7
70
500
BUTTERFILL
14/6
dose
hl
CORAGEN
14
20
MERPAN
WDG
21
160
500
BUTTERFILL
16/7
DUKE
IDROSSIDO
20
60
23/7
MERPAN
WDG
21
160
hl
Totali
appezzamenti interessati
SOLO I
NUMERI
ESCLUS
OI
NUMERI
TUTTI
SOLO I
NUMERI
ESCLUS
OI
NUMERI
TUTTI
SOLO I
NUMERI
ESCLUS
OI
NUMERI
TUTTI
SOLO I
NUMERI
ESCLUS
OI
NUMERI
TUTTI
SOLO I
NUMERI
ESCLUS
OI
NUMERI
TUTTI
SOLO I
NUMERI
ESCLUS
OI
NUMERI
TUTTI
SOLO I
NUMERI
ESCLUS
OI
NUMERI
TUTTI
SOLO I
NUMERI
ESCLUS
OI
NUMERI
TUTTI
SOLO I
NUMERI
ESCLUS
OI
NUMERI
TUTTI
SOLO I
NUMERI
ESCLUS
OI
NUMERI
TUTTI
avversità
varietà trattate
ticchiolatura
TUTTE
superamento soglia
di intervento
ESEMPIO PAGINA REGISTRO DEI TRATTAMENTI UTILIZZATO NEL 2012
NO
x
NO
plara
ticchiolatura
TUTTE
ticchiolatura
TUTTE
NO
x
NO
x
NO
plara
carpocapsa
ticchiolatura
X
TUTTE
NO
x
NO
plara
x
x
COLPO DI
FUOCO
ZONE A
RISCHIO
ticchiolatura
TUTTE
NO
NO
4.2 IL PROBLEMA RELATIVO AI RESIDUI FITOSANITARI
Durante la raccolta vengono effettuati a campione prelievi di mele, le quali vengono
sottoposte ad analisi per l’accertamento dei residui presenti e del rispetto della
normativa vigente. Per “residuo” si intende la quantità massima di principio attivo che
può essere tollerata all’analisi (RMA) nei frutti messi sul mercato, in modo da non
arrecare danni alla salute del consumatore. Il limite viene stabilito dal Ministero della
Sanità e risulta essere molto inferiori rispetto ai quantitativi di residui dannosi. Nel caso
in cui il frutto presenti una quantità di residui superiore al limite è previsto il ritiro dal
mercato, la distruzione immediata del frutto oltre che la denuncia penale. Di
conseguenza, per limitare ulteriormente il livello dei residui, i regolamenti di
produzione integrata prevedono l’utilizzo di tempi di sicurezza superiori a quelli imposti
dalla normativa. Per la tutela del consumatore, inoltre, l’eventuale residuo al momento
della raccolta dovrà essere inferiore al 50% del valore di legge. L’Amministrazione
Provinciale, quindi, rilascia ad ogni coltivatore un apposito attestato, che certifica le sue
mele come provenienti da “produzione integrata” (PI). Questo attestato è quindi un
insieme di misure che obbligano le aziende frutticole a seguire delle linee d’azione
chiare e definite, controllate in seguito da personale esterno. La PI rappresenta un
metodo economico per ottenere mele ottime dal punto di vista qualitativo, dando la
priorità ai metodi ecologicamente più sicuri, minimizzando l’utilizzo dei prodotti
chimici e migliorando la sicurezza per l’ambiente e per l’uomo. La corretta esecuzione
dei trattamenti deve essere integrata anche dall’utilizzo di macchine agricole sempre
efficienti ed operative. Questo aspetto è di grande importanza e, grazie al
coordinamento della Fondazione Fojanini, i mezzi agricoli di tutti i coltivatori vengono
controllati periodicamente per definirne ed accertarne la corretta efficacia.
I residui vengono analizzati in laboratori specializzati; i tecnici Melavì selezionano dei
campioni di tutte le varietà provenienti dai campi coltivati dai soci ed effettuano analisi
specifiche per poi comunicare i dati alle compagnie rivenditrici del prodotto
(supermercati, catene di distribuzione, cooperative). Ciascuna di queste compagnie
assume parametri di qualità differenti e di conseguenza accetta un prodotto con diverse
quantità di residui. Alcune sono estremamente restrittive mentre altre concedono una
certa flessibilità. Va comunque detto che la totalità dei residui risulta essere inferiore al
limite di legge; in caso contrario il prodotto verrebbe immediatamente eliminato. Per
quanto riguarda il mercato estero, invece, l’analisi dei residui risulta essere un dato
molto importante e fondamentale per la vendita del prodotto.
Per questo motivo, dal settembre del 2008, è entrato in vigore il Reg. n°149/2008 in
materia di residui di prodotti fitosanitari. Tale regolamento ha lo scopo di armonizzare a
livello europeo i residui massimi ammessi (LMR) di tutte le sostanze attive autorizzate
nell’Unione Europea. Questa rappresenta una svolta notevole ed importante in materia
di LMR, in quanto vengono superati i problemi relativi agli scambi commerciali fra i
paesi europei. Di seguito è riportata la tabella dei residui fitosanitari ammessi per il
melo presente nel libro: “Linee Tecniche 2009-Frutticoltura Sostenibile in PiemonteCReSO”.
Questi valori vengono utilizzati dai tecnici per definire correttamente il livello dei
residui che vengono calcolati dalle analisi effettuate sulle mele dei soci. Le analisi
vengono effettuate solitamente un paio di settimane prima della raccolta, in modo da
prevenire eventuali stacchi di materiale contaminato. In questo caso il socio viene
contattato ed il prodotto non viene conferito in cooperativa. Un ulteriore verifica viene
effettuata durante o appena dopo la raccolta dei frutti e permette di confermare l’assenza
dei residui già eventualmente prevista con le analisi precedenti. Queste, in particolare,
vengono fatte inviando il materiale a laboratori specializzati (ARPA) che analizzano i
frutti ricercando essenzialmente i multi residui di tipo A.
COAV
COAV
496 GA
MELA GALA
COAV 10
MELA GALA
GA
Lombardia
Lombardia
Lombardia
08-ago-12
09-ago-12
08-ago-12
08-ago-12
LABORATORIO
DATA ANALISI
ORIGINE
TIPOLOGIA
REFERENZA
MELA GALA
Lombardia
Ph
Ph
Ph
Ph
SOMMATORIA 100
COAV
COAV
652 GA
MELA GALA
P.A. RILEVATI,
PPM E %
SULL'RMA
COAV
COAV
550 GA
GRUPPI
RICERCATI
COAV
CODICE AZIENDA
AGRICOLA
FORNITORE
Di seguito sono riportati alcuni dei numerosi risultati delle analisi effettuate nel 2012 su
campioni provenienti dal territorio valtellinese. Sono presenti dati sia prima sia dopo la
raccolta e provenienti da tutti e 3 i comparti ed effettuati su varie cultivar. Inoltre sono
presenti anche dati totalmente al di fuori dei limiti di legge, i quali si riferiscono però ad
analisi effettuate quasi sicuramente su campioni appena “trattati” con fitofarmaci e di
conseguenza rappresentano un modo errato nell’analisi dei residui stessi. I dati più
interessanti e di principale riferimento sono quindi quelli effettuati durante la raccolta,
che non sono influenzati per nessun motivo dai trattamenti fitosanitari.
Multires. tipo A
Trifloxystrobine 0,048 mg/Kg (9,6%)
Thiacloprid 0,187 mg/Kg (62,3%)
Metossifenozide 0,034 mg/Kg (1,7%)
Dodina 1,31 mg/Kg (26,2%)
Ditianon 0,106 mg/Kg (3,5%)
Difenoconazolo 0,011 mg/Kg (2,2%)
Captano 0,917mg/Kg (30,6%)
136,1
Multires. tipo A
Trifloxystrobine 0,039 mg/Kg (7,8%)
Thiacloprid 0,361 mg/Kg (120,3%)
Dodina 1,57 mg/Kg (31,4%)
Ditianon 0,164 mg/Kg (5,5%)
Difenoconazolo 0,018 mg/Kg (3,6%)
Clorantranilipolo 0,056 mg/Kg (11,2%)
Captano 2,25mg/Kg (74,9%)
254,7
Multires. tipo A
Trifloxystrobine 0,015 mg/Kg (3,0%)
Thiacloprid 0,293 mg/Kg (97,7%)
Dodina 0,909 mg/Kg (18,2%)
Ditianon 0,110 mg/Kg (3,7%)
Difenoconazolo 0,019 mg/Kg (3,8%)
Clorantranilopolo 0,026 mg/Kg (5,2%)
Captano 0,890 mg/Kg (29,7%)
161,3
Multires. tipo A
Trifloxystrobine 0,011 mg/Kg (2,2%)
Thiacloprid 0,257 mg/Kg (85,7%)
Dodina 0,974 mg/Kg (19,5%)
Ditianon 0,161 mg/Kg (5,4%)
Clorantranilopolo 0,035 mg/Kg (7,0%)
Captano 1,28 mg/Kg (42,7%)
162,5
COAV
COAV
MELA GALA
557 GA 2
Lombardia
17-ago-12
Ph
Captano 1,58 mg/Kg (52,7%)
Dodina 0,407 mg/Kg (8,1%)
Dithianon 0,146 mg/Kg (4,9%)
Thiacloprid 0,14 mg/Kg (46,7%)
Clorantranilipolo 0,053 mg/Kg (10,6%)
Trifloxystrobine 0,029 mg/Kg (5,8%)
Difenoconazolo 0,014 mg/Kg (2,8%)
Multires. tipo A
131,6
Società
Agricola
MELAVI'
FVT
FVT2663
MELA
Multires.
tipo A
97,7
25-set-12
Ph
Multires.
tipo A
Dithianon 0,241 mg/Kg (8,0%)
Captano 1,63 mg/Kg (54,3%)
Clorantranilipolo 0,006 mg/Kg (1,2%)
Clorpirifos etile 0,050 mg/Kg (10%)
MELA GOLDEN Lombardia
LABORATORIO
Ph
DATA ANALISI
Lombardia 08-ago-12
Trifloxystrobine 0,013 mg/Kg (2,6%)
Thiacloprid 0,191 mg/Kg (63,7%)
Dodina 0,498 mg/Kg (10,0%)
Ditianon 0,062 mg/Kg (2,1%)
ClorpirifosEtile 0,006 mg/Kg (1,2%)
Clorantranilopolo 0,010 mg/Kg (2,0%)
Captano 0,482 mg/Kg (16,1%)
ORIGINE
TIPOLOGIA
GALA
SOMMATORIA 100
COAV
752 GA
P.A. RILEVATI,
PPM E %
SULL'RMA
COAV
GRUPPI
RICERCATI
Società
Agricola
MELAVI'
REFERENZA
CODICE AZIENDA
AGRICOLA
SUB FORNITORE 1
FORNITORE
Questi dati sono completamente derivanti da mele fuori-legge dal punto di vista dei
residui. Come si può infatti notare la sommatoria delle sostanze presenti supera in tutti i
casi la sommatoria 100, limite oltre il quale il prodotto non può più essere venduto. In
un caso particolare inoltre, nel campione COAV 652 GA, viene addirittura superato il
limite di RMA di Thiacloprid ammesso; questo limite, secondo la tabella precedente,
non dovrebbe superare lo 0,3 mentre qui siamo in presenza di un residuo del 120%
rispetto al limite, pari perciò a 0,361 mg/Kg. Va comunque considerata anche l’epoca
dell’analisi e la cultivar interessata; infatti, trattandosi di Gala analizzati il giorno 8
Agosto, circa 10 giorni prima della raccolta, questi dati al di fuori dei limiti possono
essere tranquillamente accettati per quanto riguarda la qualità del frutto (in quanto i
residui, durante la raccolta, saranno ormai calati e all’interno dei limiti di legge) ma
sono comunque da scartare in quanto effettuati su prodotti appena trattati dal coltivatore
e quindi ancora saturi di residui. L’utilizzo di materiale appena trattato, quindi inutile
dal punto di vista delle valutazioni, rappresenta uno sbaglio del tecnico ed una relativa
incomprensione con il proprio socio. Nell’ultimo campione, invece, la data di
riferimento dell’analisi, 17 Agosto, ed il relativo valore di residui superiore alla
sommatoria ci permette di affermare che queste mele, della varietà Gala, sono da
scartare completamente in quanto presentano residui molto alti durante la raccolta, a
danno quindi del consumatore. Questo campione deriva per cui da trattamenti sbagliati,
troppo vicini alla raccolta del frutto, e quindi deve essere completamente eliminato.
72,3
In queste analisi, invece, il valore di sommatoria non è superiore al limite di legge e
quindi all’apparenza sembrerebbero prodotti molto contaminati ma comunque non da
eliminare. Anche la data lo conferma in quanto è stato fatto circa 10 giorni prima della
raccolta e quindi ricade all’interno dei limiti di sicurezza. Partendo dal residuo COAV
752 GA il dato interessante è quello relativo al valore di Thiacloprid trovato durante
l’analisi. Ciascuna sostanza, infatti, non deve superare il 50% del proprio limite di legge
ed in questo caso siamo in presenza del 63,7%, quindi un valore superiore al limite
stabilito. Questo campione resta comunque accettabile grazie all’epoca in cui è stato
fatto ma se derivasse da un’analisi durante la raccolta verrebbe sicuramente scartato ed
eliminato, cosa che avviene, allo stesso modo, nel secondo campione. L’FVT2663,
infatti, presenta una sommatoria alta ma accettabile ma l’analisi riporta anche un valore
di Captano di poco superiore al 50%, quindi non accettabile. L’epoca di analisi risulta
comunque essere antecedente di circa 10 giorni alla raccolta e quindi permette di
accettare l’analisi e di vendere il prodotto in sicurezza.
Queste analisi sono stati gli unici risultati negativi di tutte quelle effettuate nell’annata
2012 su tutte le varietà di Melavì. Sono perciò 7 risultati negativi su un centinaio di
analisi e fra questi solo uno è stato eliminato completamente. Questo è indice di
un’ottima collaborazione da parte dei soci e dei coltivatori che permette di avere
prodotti sempre più controllati e di qualità. Del resto, tutti gli altri campioni analizzati,
presentano valori massimi di residui molto bassi, con una media delle sommatorie
intorno al 20-30. L’analisi seguente è perciò un esempio corretto di tale collaborazione
e consente la vendita di un prodotto di qualità senza conseguenze per il consumatore.
Società Agricola
MELAVI'
COPV
COPV
8009 ST
MELA
RED
DEL.
Lombardia
25-set-12
Ph
Multires.
tipo A
Dodina 0,034 mg/Kg
(0,7%)
Dithianon 0,037 mg/Kg
(1,2%)
Clorantranilipolo 0,005
mg/Kg (1,0%)
Va sottolineato il fatto che i campioni utilizzati dai tecnici appartengono a soci che
trattano le mele regolarmente, seguendo dei disciplinari molto restrittivi. Se infatti
venissero presi campioni da soci che saltano qualche trattamento si otterrebbero
solamente dati poco interessanti e notevolmente bassi, con un prodotto comunque molto
scarso qualitativamente (mele poco trattate o trattate nei momenti sbagliati = maggiore
sensibilità alle patologie e minore qualità del frutto).
1,9
BIBLIOGRAFIA
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Istituto Agrario di San Michele all’Adige, Tipografia Temi, 2007
Provincia di Sondrio, Regolamento di autodisciplina per la produzione integrata in
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frutticoltura, 2012
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CReSO-Consorzio di Ricerca e Sperimentazione per l’Ortofrutticoltura piemontese,
Frutticoltura sostenibile in Piemonte-Linee tecniche 2009, Tipolitoeuropa, Cuneo, 2009
CReSO-Consorzio di Ricerca e Sperimentazione per l’Ortofrutticoltura piemontese,
Frutticoltura sostenibile in Piemonte-Linee tecniche 2013, Tipolitoeuropa, Cuneo, 2013
Melavì, Quaderno di campagna per la produzione integrata 2012, Sondrio, 2012
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Melavì, Mela di Valtellina IGP-Piano dei controlli, Sondrio, 2007
Diego Zoia, Vite e Vino in Valtellina e Valchiavenna-La risorsa di una valle alpina,
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