Massimo Lucchesi
ORGANIZZAZIONE
GEOMETRICA
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PARTE PRIMA
I PRINCIPI
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CAPITOLO 1
ORGANIZZAZIONE
GEOMETRICA: NASCITA
ED EVOLUZIONE DI UN
NUOVO MODELLO
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1.1 LE FASI NEL GIOCO DEL CALCIO.
PREMESSA FONDAMENTALE
Per poter perseguire gli obiettivi di squadra, sia in fase di possesso che non
possesso è fondamentale riuscire a superare gli ostacoli che l’avversario ci
pone davanti.
Tali obiettivi possono essere perseguiti sfruttando sia le abilità individuali sia
una efficace collaborazione tra i giocatori.
LE FASI NEL GIOCO DEL CALCIO
E’ indubbio che esista una stretta correlazione tra fase di offesa (quando la
squadra ha il pallone) e fase di difesa (quando il pallone è in possesso degli
avversari), tant’ è che l’una influenza l’altra e viceversa.
Nel calcio moderno tale legame è ancora più marcato rispetto al calcio di trenta
anni fa.
A prescindere da ciò e volendo dare un significato ed una definizione alle due
fasi possiamo dire che:
1) La fase offensiva è il periodo in cui la squadra dispone del pallone ed
ha come obiettivo assoluto quello di segnare un goal all’avversario
2) La fase difensiva è il periodo in cui l’avversario è in possesso del
pallone e l’obiettivo assoluto diventa quello di recuperare la sfera
evitando naturalmente di subire goal.
A sua volta, ognuna di esse, come vedremo più avanti nel dettaglio, può essere
ulteriormente disgiunta in periodi diversi.
Ad esempio, durante lo sviluppo dell’azione d’attacco ed una volta consolidato
il recupero della sfera, sono identificabili tre ulteriori sottofasi: costruzione,
rifinitura e finalizzazione.
Tali sottofasi possono per altro essere associate a due distinti processi:
preparazione ed affondo.
Il primo processo (preparazione) ha la finalità di preparare il secondo (affondo)
ed entrambi sono strettamente correlati con l’eventuale pressing difensivo nel
caso in cui gli avversari riescano ad interrompere la nostra trama ed intercettare
la sfera.
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1.2 IL MODELLO GEOMETRICO: UNA NUOVA
TENDENZA NEL CALCIO MODERNO.
Dopo aver fatto chiarezza sulla tempistica, ciò che ci preme evidenziare in
questo capitolo è come sia possibile sviluppare la collaborazione tra i giocatori
all’interno di una organizzazione di gioco.
Per consentire ai giocatori di dialogare efficacemente sul campo e poter
esprimere quello a cui tutti aspiriamo, ovvero il gioco di squadra, è
fondamentale dar loro dei riferimenti sui quali potersi orientare ed esprimere.
Il sistema di gioco, ovvero la disposizione dei giocatori sul campo è, sin dalle
origini del calcio, il mezzo attraverso il quale gli stessi possono rapportarsi gli
uni con gli altri.
Ciò conferisce ordine ai giocatori e consente agli stessi di relazionarsi tra loro
ed effettuare delle scelte, secondo quelli che sono i riferimenti/principi insiti
nell’organizzazione di gioco ideata dal tecnico.
In fase offensiva il modulo di gioco viene, ancora oggi, articolato in diversi
percorsi (sviluppi di gioco) che servono al giocatore per orientare le
proprie scelte.
Per molti tecnici, da un punto di vista strategico, quando due moduli si
confrontano sul campo l’efficacia di una azione di attacco dipende
essenzialmente dalla capacità dei giocatori nel riuscire ad interpretare il
contesto globale ed a scegliere l’opzione più opportuna in relazione alla
contrapposizione difensiva avversaria (possesso finalizzato).
Con un esempio banale e superficiale, utile però a rendere l’idea, se si
confrontano sul campo una squadra schierata con il 4-3-1-2 e l’altra con il 4-42, i flussi di gioco saranno spesso opposti: da una parte la squadra con il rombo
in mezzo al campo cercherà di sfruttare i vertici, alto e basso, del centrocampo
e quando sarà possibile cercherà di verticalizzare. La squadra schierata con il
4-4-2 proverà invece a sfondare sulle fasce e gli scorrimenti di palla saranno
preferiti, in fase di impostazione, alle verticalizzazioni.
Un modulo ben organizzato prevede che in ogni istante, durante lo sviluppo
dell’azione, il possessore possa scegliere le opzioni di passaggio a lui
“riservate” in funzione della posizione e del contesto. Ciò avviene quindi sia
durante la fase di costruzione che durante la rifinitura e spesso, come già
evidenziato, i due stadi sono strettamente connessi e consequenziali.
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In funzione del contesto il giocatore potrà quindi scegliere se, tra le opzioni a
disposizione, sia preferibile verticalizzare, giocare orizzontalmente o
all’indietro e soprattutto sul lungo o sul corto.
In sostanza il giocatore dispone di diverse soluzioni e la scelta, passaggio dopo
passaggio, dell’opzione migliore consente alla squadra di guadagnare tempo
e/o spazio per poter arrivare a concludere la manovra.
E’ possibile affermare che l’organizzazione del modulo per opzioni di
gioco correla l’efficacia dell’azione alle scelte sequenziali dei giocatori,
passaggio dopo passaggio.
Naturalmente in base a tutto ciò, meno sono i passaggi necessari per arrivare a
finalizzare e minori sono le probabilità di sbagliare con la ovvia conseguenza
che più elevate sono le possibilità di portare a termine l’offensiva.
A ciò è correlato il fatto che se una squadra difende bene e riesce a recuperare
la palla in zone di campo favorevoli (magari non dovendo snaturare
completamente il modulo di gioco) maggiori sono le probabilità di attaccare o
contrattaccare con efficacia.
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Per concludere è logico pensare che l’organizzazione del modulo per
opzioni di gioco subordina il dialogo (prolungato) tra i giocatori alla
ricerca dello sviluppo offensivo.
I giocatori si muovono infatti in relazione allo sviluppo da attuare e non sempre
tale azione prevede che i giocatori si sostengano gli uni con gli altri.
Per altro però, quando la concatenazione dei passaggi che determina la trama di
gioco risulta congrua, l’azione è spesso diretta ed efficace.
Da una ideologia che ha origine nel passato ma che, in particolare negli ultimi
anni, è stata rivista e proposta in modo marcato dal Barcellona e dalla scuola
iberica, un secondo modello organizzativo, più fine ed evoluto, ha
affiancato e sta sostituendo la visione tradizionale.
Il sistema di gioco non viene infatti visto nella suo insieme, ma in relazione
alla disposizione dei giocatori ed alla loro interazione, destrutturato in figure
geometriche (triangoli e rombi) che servono al giocatore per orientarsi e
facilitare il dialogo.
In altre parole la tipologia di organizzazione del collettivo basata sugli
sviluppi del modulo si è ulteriormente raffinata ed un nuovo modello
didattico, che si delinea attraverso l’interazione, all’interno del sistema di
gioco, delle figure geometriche del triangolo e del rombo, ha preso piede.
I principi che sostengono l’organizzazione di gioco correlata con le figure
geometriche, che i giocatori vanno dinamicamente a rappresentare sul campo,
sono sostanzialmente differenti da quelli strettamente correlati al sistema di
gioco.....
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CAPITOLO 2
NUOVI RIFERIMENTI:
FIGURE E TERMINOLOGIA
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Strutturare la propria squadra secondo i principi dell’organizzazione
geometrica o comunque per mezzo di una metodologia diversa da quella
comunemente conosciuta significa dover specificare “nuovi” riferimenti ed una
terminologia ad hoc.
Attraverso questo capitolo cercheremo far luce e determinare questi
importantissimi aspetti
2.1 SITUAZIONE DI 2 CONTRO 2: MARCO O
COPRO – VENGO O VADO.
Nelle situazioni di 2 contro 2, al difensore che si contrappone all’avversario
senza palla viene solitamente chiesto di rapportarsi al compagno potendo
optare tra un posizionamento difensivo più consono alla copertura ed uno
invece più orientato alla marcatura dell’avversario diretto.
Quali sono invece i riferimenti da fornire al giocatore con la palla ed a quello
in appoggio?
E' solitamente il giocatore senza palla, colui che deve leggere la situazione e,
con il tempo giusto, determinare, attraverso il movimento, le opzioni di gioco a
disposizione del possessore (aprire una linea di passaggio).
Da un punto di vista strategico ma anche pratico, il giocatore senza palla deve
decidere se:
1) muoversi/posizionarsi per aprire un dialogo – vengo;
2) muoversi/posizionarsi per ricevere una giocata – vado.
Sostanzialmente nel processo di preparazione la giocata si concretizza sul
lungo ed il dialogo si apre sul corto mentre nell’affondo, quando gli spazi si
restringono, le giocate ed i dialoghi avvengono su spazi solitamente ristretti.
Indipendentemente dagli spazi a disposizione il mezzo più importante per
il giocatore senza palla è il movimento.
Il giocatore senza palla, per ottimizzare la propria scelta, deve:
1) riconoscere il contesto (palla coperta/scoperta ed angoli di giocata);
2) effettuare, conseguentemente, il movimento ottimale;
3) ottimizzare (eventualmente) la propria scelta (funzione) in relazione a
quella di un ulteriore compagno senza palla (per assicurare al
possessore l’opzione o le opzioni di gioco più consone al contesto).
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Tutto questo deve essere fatto a tempo, ciò è assolutamente fondamentale.
NEI DETTAGLI: PALLA APERTA O CHIUSA (SCOPERTA O COPERTA)
Per il giocatore senza palla è importante saper leggere il contesto.
Il fatto che la palla sia coperta o scoperta dipende da:
 distanza fra possessore e ricevitore e, nel caso la palla debba essere
giocata in profondità, dal campo disponibile;
 dall'opposizione avversaria sul possessore.
La posizione del giocatore sul campo, in riferimento al possessore, determina
degli angoli di giocata che limitano le zone di ricezione e scremano le opzioni
per la scelta del movimento opportuno.
2.2 SITUAZIONE DI 2 CONTRO 2: IL GIOCATORE CON
LA PALLA… MANDO O COLLABORO ? APRO IL
DIALOGO O EFFETTUO LA GIOCATA?
Il giocatore con la palla è colui che deve leggere la situazione e, con il tempo
giusto, determinare, attraverso le proprie scelte (trasmissione, passaggio,
conduzione, dribbling, tiro), l’ottimale sviluppo dell’azione.
Se è vero che sono i giocatori senza palla a fornire le opportunità di gioco è
altrettanto vero che è il giocatore con la palla a determinare il successo e
l’efficacia di una azione scegliendo tempo di giocata ed indirizzando,
prevalentemente con la trasmissione, il flusso del gioco.
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Il mezzo più frequentemente utilizzato del giocatore con la palla è infatti il
passaggio.
Il giocatore con la palla, per ottimizzare lo sviluppo, deve effettuare una
trasmissione precisa, pulita e con il giusto tempismo.
IL PASSAGGIO DA UN PUNTO DI VISTA STRATEGICO
Circoscrivendo l'attenzione a ciò che si verifica in pratica sul campo, il
possessore deve scegliere, in funzione dei movimenti dei compagni, a chi
passare la palla.
La scelta, da un punto di vista strategico, può essere limitata a:
 consolidare il pallone appena recuperato
 mantenere il possesso
 preparare l’affondo
 affondare
In relazione alla scelta strategica il giocatore può quindi optare per:
 aprire un dialogo - collaboro
 effettuare una giocata - mando
Questa prima breve premessa ci è servita per capire alcuni aspetti essenziali
all’ampliamento della riflessione e per poter finalmente determinare riferimenti
e terminologia specifica sia per il giocatore con la palla sia per quelli senza.
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ANALISI, RUOLI E COMPETENZE
GIOCATORE SENZA LA PALLA
DEL
2.3 I RUOLI NEI PROCESSI DI MANTENIMENTO
E PREPARAZIONE.
Durante i processi di mantenimento e preparazione, quando non è possibile e
consigliabile “forzare” l’affondo, i ruoli, in riferimento alla posizione del
possessore sono distinguibili in comodino e testimone.
In conseguenza a quanto detto in precedenza, se quindi il giocatore senza palla
si muove per sostenere il possessore ed aprire un dialogo quest’ultimo viene
identificato come COMODINO.
Se il giocatore si muove per ricevere una giocata viene definito come
TESTIMONE.
Il termine comodino è indicato per indicare il supporto, comodino appunto, su
cui si è soliti appoggiare le cose care per poterle facilmente recuperare.
Il termine testimone è invece mutuato dalla staffetta ed indica il passaggio
della consegna tra un corridore e l’altro.
I giocatori non coinvolti vengono definiti elementi di raccordo, con però
importanti funzioni strategiche come quelle di aprire ed allungare le maglie
difensive avversarie.
In riferimento alla disposizione del possessore ad alla porta avversaria è
possibile affinare ulteriormente la classificazione i comodini e testimoni,
delineando i ruoli evidenziati dalla tabella e dalla figura a pagina successiva:
I RUOLI DEI GIOCATORI NEI PROCESSI
DI MANTENIMENTO E PRAPARAZIONE
COMODINO
-
TESTIMONE
appoggio
aiuto
sostegno
-
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vertice alto
opposto
vertice basso
Dal punto di vista dell’organizzazione geometrica i comodini, unitamente al
possessore, creano uno o più triangoli (come mostra la figura) mentre i
testimoni rappresentano i vertici del/i rombo/i.
2.4 I RUOLI NEL PROCESSO DI AFFONDO.
Dopo aver predisposto adeguatamente il campo attraverso un adeguato
processo di preparazione, si potranno riconoscere le condizioni per affondare.
Mentre durante mantenimento e preparazione il giocatore può effettuare il
passaggio, in avanti, lateralmente o all’indietro, su “diversi livelli” di
profondità (come già mostrato dalla precedente figura), nell’affondo gli spazi
generalmente si riducono.
Tale restringimento di spazi determina anche una riduzione delle funzioni
strategiche (ruoli) interpretabili dal calciatore che vengono circoscritte in
relazione alla dislocazione sui diversi livelli di profondità, occupati dagli stessi
sul campo.....
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CAPITOLO 3
L’UTILIZZO DI SEGMENTI
E FIGURE COME
ELEMENTI E RIFERIMENTI
FONDAMENTALI NEI
PROCESSI OFFENSIVI
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Nel primo capitolo abbiamo filosofeggiato sulle differenze concettuali relative
all’organizzazione collettiva imperniata su catene e modulo nel suo complesso
e quella invece correlata sulle varie figure geometriche che è possibile
estrapolare per mezzo della scomposizione della complessità del sistema di
gioco.
In questo capitolo, anche alla luce di terminologia e concetti esposti in
precedenza, vedremo invece come dar forma alla collaborazione geometrica tra
due e più giocatori.
Il ricevitore può mettersi a disposizione del possessore e viceversa quando
nessun avversario va ad interferire sul segmento immaginario che li unisce.
Se i giocatori potenzialmente uniti da questi segmenti immaginari sono tre o
più, ecco che prendono forma le figure geometriche a cui abbiamo fatto
riferimento sin dal primo capitolo.
Naturalmente ciò è pura teoria in quanto la partita prevede la presenza di
undici avversari che, durante i nostri processi offensivi, faranno opposizione
cercando sia di “tagliare” quelle che comunemente definiamo le linee di
passaggio sia di togliere ampiezza ed in particolare profondità ai nostri sviluppi
di gioco.
Diventa quindi fondamentale istruire i nostri giocatori su come sia possibile
utilizzare i riferimenti geometrici del segmento e del triangolo per mantenere la
palla, preparare l’affondo e finalizzare l’azione.
In maniera analitica andiamo adesso a visualizzare le diverse modalità con le
quali è possibile collaborare per mantenere il pallone.
Sostanzialmente il mantenimento del pallone avviene facendo scivolare la palla
in collaborazione con un compagno o all’interno di una struttura geometrica
(triangolo).
In situazioni di superiorità numerica evidente i giocatori si passano
semplicemente la palla, muovendola con precisione e velocità (cura della
trasmissione).
Se si riesce a far circolare il pallone con lucidità, velocità e precisione è molto
difficile per l’avversario organizzare il pressing in quanto il pallone può
muoversi sul campo con più velocità rispetto a qualsiasi avversario.
Questo è un concetto fondamentale e grazie ad una ottimale circolazione del
pallone all’interno dei triangoli sarà possibile sia stancare fisicamente e
mentalmente l’avversario che creare le condizioni per affondare.
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Qualora però la densità avversaria aumenti è necessario che i giocatori,
all’interno delle figure geometriche di riferimento, non soltanto sappiano
muovere efficacemente il pallone ma, allo stesso tempo, collaborino al
mantenimento spostandosi loro stessi.
Ciò impedisce che gli avversari “taglino” la linea di passaggio e conferisce alla
sequenza di gioco mobilità (e spesso anche imprevedibilità), complicando i
compiti a coloro che ci ostacolano.
I mezzi attraverso i quali è possibile conferire mobilità al mantenimento
del pallone sono essenzialmente legati ad un idoneo utilizzo di rotazioni ed
incroci.
A seguire andremo ad esporre le possibili soluzioni basate sulla capacità di
superare le interferenze avversarie in caso di collaborazione a 2 e 3 giocatori.
COLLABORAZIONE DI DUE GIOCATORI
3.1 LA COLLABORAZIONE A DUE GIOCATORI:
PROCESSO DI MANTENIMENTO.
Il mantenimento del possesso palla tra due compagni, contrastato dalla
presenza di un avversario impegnato a tagliare la linea di passaggio e a mettere
in zona d’ombra il ricevitore o sotto pressione il possessore, avviene attraverso
lo scivolamento come esposto negli esempi raffigurati a pagina successiva.
Nel primo caso è il ricevitore che scivola e si apre in zona luce mentre nel
secondo caso è il possessore che dopo aver trasmesso palla scivola a sua volta
per ricevere il passaggio di ritorno.
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MOVIMENTO DI SCIVOLAMENTO
MOVIMENTO DI SCIVOLAMENTO
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Quando invece la pressione sul possessore è veramente ravvicinata e
comunque tale da impedirne la trasmissione, il mezzo più efficace per
scambiare il pallone con il compagno è l’incrocio.
Il giocatore con la palla conduce verso il compagno (che si muove incontro) ed
incrociandolo cede palla a quest’ultimo che ha quindi modo di proseguire
l’azione spostando la sfera verso zone di campo con minore densità avversaria.
INCROCIO
3.2 LA COLLABORAZIONE A DUE GIOCATORI:
PROCESSO DI PREPARAZIONE ED AFFONDO.
I DETTAGLI DA CONOSCERE
PREPARAZIONE ED AFFONDO
SUI
PROCESSI
DI
Prima di procedere con i principi di gioco in grado di sostenere un dialogo
efficiente nei processi di preparazione ed affondo è fondamentale ampliare e
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dettagliare alcuni concetti inerenti proprio a tali processi.
Come completamento di una azione manovrata, l’affondo può essere generato
quando un giocatore nei pressi dell’area avversaria ha l’opportunità di servire
un compagno in condizioni di battere a rete.
Il rifinitore può trovarsi sia fronte, sia lateralmente che spalle alla porta.
Nel caso in cui il rifinitore si trovi fronte alla porta la rifinitura solitamente
viene concretizzata tramite passante o filtrante.
Nel caso in cui il rifinitore sia in posizione laterale la rifinitura è realizzata per
mezzo di cross o traversone mentre quando il rifinitore è spalle alla porta la
rifinitura è determinata da sponda.
Facendo però un passo indietro è importante sapere come, attraverso il
processo di preparazione, si ha l’opportunità di creare le condizioni (preparare)
per l’affondo.
Fondamentalmente l’affondo può essere innescato da una di queste iniziative:
- Imbucata (per il giocatore spalle alla porta)
- Apertura (per il giocatore in posizione laterale)
- Appoggio indietro (per il giocatore fronte alla porta)
- Inserimento palla al piede (preceduta da una eventuale rotazione del
giocatore che si trova spalle alla porta)
Facendo ancora un passo a ritroso, durante i processi di mantenimento e
preparazione, la sequenza di informazioni che i giocatori devono riuscire a
leggere ed interpretare è la seguente:
1) il giocatore senza palla (appoggio, vertice, scarico, opposto) si mette a
disposizione del possessore per aprire un dialogo o ricevere una
giocata;
2) il giocatore con la palla, tenendo conto delle varie opzioni a
disposizione, valuta a sua volta il contesto ed effettua il passaggio
decidendo se:
a) mantenere la palla con la collaborazione di un compagno:
 vicino e/o all’interno della figura geometrica di origine
 lontano e/o attivando una figura geometrica alternativa
b) muovere la palla verso un riferimento che ha le potenzialità per
attivare l’affondo.....
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PARTE SECONDA
LA DIDATTICA
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CAPITOLO 4
IL PROCESSO DIDATTICO:
COMPETENZE INDIVIDUALI,
DIALOGO ED
ORGANIZZAZIONE
DI SQUADRA
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SPARTITO OD ORCHESTRA? SOLISTA O COMPLESSO?
Pur non essendo un musicista credo sia possibile affermare che uno spartito
eccezionale non varrebbe niente senza una orchestra in grado di eseguirlo così
come un ottimo complesso non riuscirebbe a suonare dell’ottima musica senza
una traccia comune.
Spartito ed orchestra sono quindi due elementi strettamente correlati tra loro e
la straordinarietà del “prodotto finale” dipende non solo dalla composizione
dello spartito ma anche e soprattutto dalla bravura dei musicisti e dalla loro
sintonia.
Negli ultimi anni credo che in Italia gli allenatori si siano eccessivamente
concentrati su spartito ed orchestra e troppo poco sui musicisti che invece
svolgono un ruolo, “il ruolo”, fondamentale.
Spesso tale linea non è comune alla dirigenza dei clubs più propensi ad
acquistare il solista senza verificare se sia o meno funzionale al complesso.
A prescindere da queste considerazioni più teoriche che pratiche ritengo, in
particolare a livello giovanile, indispensabile il conformare i processi didattici
a quei modelli che riescano a sviluppare contemporaneamente sia le
competenze individuali che l’organizzazione collettiva.
Tutto ciò viene coltivato all’interno dei più importanti centri di formazione
giovanili europei, da quello del Barcellona, del Bayern Monaco, del Borussia
Dortmund, dell’Ajax, dell’Anderlecht.
CALCIATORE: QUALI COMPETENZE?
Prima di addentrarci nell’analisi è importante identificare in maniera chiara ed
inequivocabile le competenze del calciatore, al fine di agevolare
l’”inquadramento” delle stesse abilità individuali all’interno delle varie
proposte che vanno a stimolare “le sinapsi” del gioco collettivo.
Ciò è preludio ad un auspicabile arricchimento della proposta didattica esposta,
che potrà e dovrà poi essere supportata e completata da apposite e specifiche
esercitazioni, prevalentemente basate sul dominio funzionale del pallone, non
esposte all’interno di questa pubblicazione.
Nella tabella esposta a seguire sono raggruppate ed evidenziate le varie
competenze che il giocatore deve possedere in fase di possesso e non possesso,
senza per altro l’ulteriore scomposizione a cui andrebbe sottoposta ognuna di
esse qualora la finalità del libro fosse incentrata sullo sviluppo delle abilità
individuali.
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In questo ambito ci accontentiamo invece di suddividere i compiti e le
opportunità tecnico-tattiche del giocatore e consideriamo la ricezione come lo
spartiacque logico della classificazione.
FASE OFFENSIVA
FASE DIFENSIVA
Smarcamento
Presa di
posizione/Orientamento
Marcamento
Presa di posizione
Ricezione
Anticipo
Difesa di palla
Passaggio
Conduzione / Dribbling
Tiro
Contrasto (Duello)
Dominio
In fase di possesso il giocatore, prima della ricezione, dovrà ottimizzare il suo
comportamento tattico prendendo una posizione adeguata agli sviluppi che
vuole imprimere all’azione.
Nel caso in cui il potenziale ricevitore sia nello stretto raggio di intervento di
un avversario che “lo cura” da vicino andremo a parlare di smarcamento.
Qualora invece non ci sia la necessità di doversi svincolare dalla marcatura
avversaria, al potenziale ricevitore sarà sufficiente ottimizzare la propria
posizione ed il proprio orientamento all’interno dello spazio di gioco.
Una volta effettuata la ricezione, che ripetendo quanto poc’anzi esposta dovrà,
alla stregua di tutte le altre competenze, essere adeguatamente scomposta nelle
varie gestualità specifiche, il giocatore potrà essenzialmente passare il pallone,
tirare verso la porta avversaria o mantenerne il possesso per limitare la
pressione (difesa di palla), per guadagnare metri sul campo (conduzione) o per
superare l’opposizione avversaria (dribbling).
Naturalmente, nel corso della propria azione, il giocatore potrà o dovrà
eseguire tali competenze anche in maniera combinata una di seguito all’altra.
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In aggiunta a ciò credo sia opportuno identificare con la parola “dominio”, la
capacità del giocatore di “muovere” il pallone per aprirsi lo spazio di giocata.
Il dominio è infatti da considerare a se stante, preludio ad una giocata
successiva e come tale magari anche su un piano diverso da quanto classificato
in precedenza.
Quanto finora identificato in fase di possesso ha la sua corrispondenza opposta
in fase difensiva.
Prima che l’avversario diretto entri in possesso palla, il difendente dovrà
ottimizzare presa di posizione e/o marcatura. Nel momento in cui
all’avversario è stato indirizzato il pallone il difendente potrà opporsi con
l’anticipo mentre una volta che l’avversario è in possesso palla il difendente
dovrà limitare e ridurre al minimo il ventaglio o la gamma delle competenze o
opportunità di gioco del possessore ottimizzando il contrasto.
Abbiamo anticipato in precedenza che per ottimizzare la collaborazione tra
possessore e ricevitore nei processi di mantenimento, preparazione ed affondo
è fondamentale che gli stessi conoscano e sappiano interpretare i vari ruoli ed
utilizzare le “armi” strategiche a loro disposizione: il movimento per ciò che
compete al ricevitore ed il passaggio per il possessore.
Naturalmente la dinamicità del gioco fa si che i giocatori debbano dover
interpretare tutte e due le figure e per queste ragioni è necessario preparare
elementi ecclettici, tecnicamente e tatticamente capaci.
ORGANIZZAZIONE DI SQUADRA: QUALI OBIETTIVI?
Dopo aver sommariamente ma anche logicamente evidenziato e classificato i
pilastri delle competenze individuali, spostiamo la nostra attenzione all’ambito
collettivo definendo e delineando gli obiettivi di squadra.
La grafica mostra, in riferimento a recupero e perdita del possesso, quali siano i
vari contesti temporali da allenare.
In particolare una prima classificazione può essere fatta scomponendo la fase
offensiva tra il periodo di transizione positiva e quello in cui viene sviluppata
l’azione elaborata.
Tale principio può chiaramente e doverosamente poter essere applicato anche
alla fase difensiva.
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In base alla premessa poc’anzi esposta è logico pensare che il tecnico debba
lavorare sia sulla capacità della squadra di attaccare (ripartenza o contrattacco)
nell’immediatezza del recupero del pallone (post-conquista), sia sull’abilità di
sviluppare una manovra ragionata o elaborata quando non vi sono le condizioni
per il contrattacco.
In merito all’azione offensiva elaborata è possibile suddividere la stessa in
processi di mantenimento, preparazione ed affondo.
Processo di Mantenimento.
Il periodo di mantenimento è quello in cui la squadra, mantiene e muove il
pallone con la finalità di consolidare il recupero del pallone e,
successivamente, di far correre l’avversario.
Il periodo di mantenimento non ha particolare valenza sull’efficacia della fase
offensiva mentre è un tempo che può incidere in maniera importante sia sul
ritmo di gara che sulla gestione del dispendio energetico del calciatore.
La slide esposte nelle pagine a seguire, estrapolate da una mia conferenza
tenuta presso il Museo del Calcio di Coverciano il 13 Dicembre del 2010,
evidenziano come il Barcellona, già allora bravissima nell’espandere il
processo di mantenimento con un possesso palla prolungato, fosse in grado di
tenere i ritmi di gioco più bassi rispetto a quelli avversari e come tale dato
avesse poi incidenza sul minutaggio dei giocatori nell’arco della stagione.
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Processo di preparazione.
Strategicamente connesso con l’efficacia della fase offensiva, il processo di
preparazione ha la finalità di creare presupposti e condizioni per l’affondo.
All’interno del primo capitolo, rifacendomi a quanto già pubblicato in altri libri
in passato, ho definito questo periodo come fase di costruzione (successiva alla
post-conquista), specificando che in questi frangenti l’azione della squadra era
quella di muovere la palla in direzione della porta avversaria con la finalità di
poter quindi rifinire la manovra.
Al momento preferisco utilizzare il termine preparazione proprio perché il
termine rende meglio l’idea dell’obiettivo che la squadra sta cercando di
raggiungere: preparare l’affondo.
Infatti mentre il termine costruzione (i cui sinonimi sono ad esempio
edificazione, realizzazione ecc.) specifica solitamente un processo di
progressivo completamento di un oggetto, con il vocabolo preparazione si può
intendere lo svolgimento di una operazione che può avere al suo interno anche
delle fasi di verifica e ritorno ad uno step antecedente.
Quando infatti non è possibile trasformare la preparazione in affondo
l’obiettivo è quindi quello di mantenere il possesso all’interno delle figure
geometriche.
In fase di costruzione, l’organizzazione di gioco da conferire alla squadra, deve
quindi essere strutturata su due processi:
-
Mantenimento della palla all’interno delle figure geometriche.
Dal mantenimento all’affondo: l’accensione di una figura geometrica
all’interno della quale siano riscontrabili le condizioni dell’affondo.
Oltre a questi due vincoli è essenziale che la squadra sappia eventualmente
“tornare indietro” (da affondo a preparazione) quando non si riesce a cogliere il
tempo per affondare.
Da un punto di vista organizzativo la fase di preparazione prevede che il
possessore di palla debba valutare su quale struttura geometrica “appoggiare” il
flusso e se lo stesso è finalizzato al mantenimento o alla preparazione
dell’affondo.
Sostanzialmente ciò invece non avviene in fase di affondo in quanto in quel
caso la figura geometrica è utilizzata come piattaforma per l’attacco.
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Processo di affondo.
Il processo di affondo ha lo scopo di concretizzare l’azione precedentemente
preparata. Se nel periodo di preparazione l’intento è quello di muovere palla ed
avversari per procurarsi dei vantaggi, nell’affondo si ha l’obiettivo di
finalizzare il tutto.
L’affondo è quindi costituito e si compone dell’unione di quelle sottofasi che
nelle altre pubblicazioni avevo classificato come rifinitura e conclusione.
Abbiamo visto in precedenza che l’affondo può concretizzarsi a seguito di
queste soluzioni:
- Imbucata (per il giocatore spalle alla porta).
- Apertura (per il giocatore fronte alla porta).
- Appoggio indietro (per il giocatore fronte alla porta).
- Inserimento palla al piede (dopo eventuale rotazione - giro su se
stesso).
I PROCESSI DELL’AZIONE OFFENSIVA ELABORATA
MANTENIMENTO – Possesso palla strategicamente non finalizzato
PREPARAZIONE – Possesso palla finalizzato a creare i presupposti
dell’affondo
AFFONDO – Concretizzazione del processo di preparazione attraverso la
finalizzazione
Nel capitolo successivo andremo prima ad identificare i vari mezzi che il
tecnico può utilizzare per allenare ed affinare l’organizzazione di gioco e
quindi ad esporre una serie di proposte didattiche utili al miglioramento dei
processi offensivi poc’anzi descritti, con l’obiettivo di formare e consolidare la
collaborazione tra due o tre giocatori sfruttando i principi geometrici e la
piattaforma costituita dall’interazione dinamica di tre elementi (triangolo
mobile).
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CAPITOLO 5
METODOLOGIA DIDATTICA
E MEZZI DI ALLENAMENTO
117
5.1 FINALITA’ E PERCORSO DIDATTICO.
Una volta determinati gli obiettivi della didattica e compresi i principi
dell’organizzazione geometrica è necessario riuscire a trasferire gli stessi alla
squadra per mezzo di esercitazioni appropriate.
Da un punto di vista geometrico un step sarà quello di consentire ai giocatori di
familiarizzare con le strutture geometriche e sviluppare la collaborazione
all’interno delle stesse.
La squadra, una volta acquisite e consolidate le abilità per mantenere il
possesso del pallone all’interno della singola struttura geometrica dovrà
sviluppare le stesse competenze all’interno di più strutture geometriche
interconnesse.
L’obiettivo successivo è quello di sviluppare un possesso idoneo e funzionale
sia al processo di mantenimento che alla creazione delle opportunità di
affondo.
Il mantenimento del possesso palla è agevolato quando le distanze consentono
un ottimale scivolamento del pallone a cui gli avversari fanno (fisicamente e
mentalmente) fatica ad opporvisi.
Distanze troppo brevi agevolano infatti la qualità e la tempistica della
trasmissione ma allo stesso tempo facilitano il pressing avversario mentre
distanze troppo accentuate rendono complicati i passaggi.
A prescindere da ciò è chiaro come sia indispensabile fornire ai giocatori
conoscenze e competenze per operare in spazi ristretti in quanto in diverse
situazioni può rendersi necessario saper dialogare “sul corto” allo scopo di
attirare gli avversari per poter trovare spazi in altri settori del campo.
Ciò è preludio al processo di affondo che, come già evidenziato, è un processo
correlato alla preparazione ovvero ad un utilizzo razionale del possesso,
finalizzato alla ricerca di una soluzione preliminare (imbucata, apertura,
inserimento con palla, appoggio) alla finalizzazione della manovra.
Una volta acquisite tutte le competenze e le abilità indispensabili per il
processo di preparazione la didattica si concentra nello specifico proprio
sull’affondo.
Dopo aver lavorato in maniera specifica sui singoli aspetti (mantenimento /
circolazione, preparazione ed affondo) diventa fondamentale riprodurre
situazioni analoghe a quelle di partita.
In questo modo si stimolano i giocatori a consolidare le competenze
complessive in contesti reali e strettamente correlati con la gara.
118
5.2 MEZZI OPERATIVI: GLI ESERCIZI.
Gli esercizi di cui ci avvarremo per trasferire ai calciatori le competenze sinora
descritte sono raggruppabili in queste categorie:








Sequenze di gioco.
Rondos.
Esercizi di mantenimento palla.
Giochi di posizione.
Azioni combinate.
Sviluppi in posizione.
Esercizi a pressione.
Partite tattiche o a tema.
SEQUENZE DI GIOCO
Abbiamo in precedenza notato come le interazioni tra i giocatori all’interno del
modulo di gioco, nel suo complesso, siano riproducibili per mezzo di una serie
di triangoli o rombi ipotetici i cui vertici sono rappresentati dai giocatori,
mentre le linee di passaggio riproducono i vari segmenti che uniscono i tre o
quattro vertici.
E’ possibile allenare e migliorare le interazioni tra i giocatori attraverso una
serie di esercitazioni che hanno l’obiettivo di riprodurre gestualità e sviluppi
tipici.
Queste esercitazioni sono chiamate sequenze di gioco ed hanno la finalità di
allenare gli “scivolamenti” del pallone all’interno di una o più figure senza la
presenza di avversari.
Attraverso le sequenze di gioco si ricerca al contempo anche l’allenamento ed
il perfezionamento delle gestualità tecniche del controllo, del passaggio e della
conduzione (dominio dinamico), non però fini a se stesse o in contesti dissimili
a quelli di gara.
In relazione a tutto quanto detto con una sola esercitazione, a carattere analitico
o semi-situazionale, si vanno a stimolare sia le competenze tecnico-tattiche del
giocatore che il dialogo e la collaborazione tra gli stessi, riproducendo inoltre
le condizioni (distanze e dislocazione geometrica) tipiche della gara.
Le sequenze di gioco sono semplici quando utilizzano una sola figura
geometrica o composte quando viceversa le figure geometriche sollecitate sono
più di una.
119
RONDOS
I rondos sono esercizi prevalentemente tecnici che stimolano ricezione
orientata, precisione e velocità nel passaggio e pressione difensiva individuale
e rappresentano un mezzo molto utilizzato all’estero per iniziare la seduta.
A differenza dei nostri torelli, i rondos possono essere connotati da elementi
tattici di base che consentono ai giocatori di familiarizzare, attraverso
un’attività ludica, con le strutture geometriche di base e rafforzare le relazioni
socio-affettive all’interno del gruppo.
ESERCIZI DI MANTENIMENTO PALLA
Gli esercizi di mantenimento palla allenano in maniera situazionale, grazie alla
presenza di avversari, l’interazione tra i giocatori all’interno delle figure
geometriche tipiche.
A differenza dei giochi di posizione, che come vedremo prevedono lo
schieramento dei giocatori sul campo in base al ruolo, negli esercizi di
mantenimento si ha l’obiettivo di allenare la capacità dei giocatori di
rapportarsi all’interno delle figure di riferimento indipendentemente dal ruolo.
La finalità principale di queste esercitazioni è infatti quella di allenare le
competenze relative a posizionamento, controllo orientato e trasmissioni,
stimolando il dialogo tattico in situazione di partita.
Infatti, come anticipato, sia la presenza dei comodini che garantiscono la
superiorità numerica che quella di una squadra avversaria attiva che ostacola il
tentativo di far scivolare il pallone sui vertici delle figure geometriche
rappresentate sul campo, rende l’esercizio molto simile alle problematiche con
le quali il giocatore dovrà cimentarsi durante i processi di mantenimento e
preparazione.
GIOCHI DI POSIZIONE
I giochi di posizione sono uno step successivo rispetto alle sequenze di gioco e
rappresentano un “affinamento” degli esercizi di mantenimento. Da un punto
di vista strettamente geometrico infatti i triangoli/rombi che si vengono a
creare sono numericamente identici a quelli della partita essendo la squadra, o
parte di essa, schierata sul campo secondo la disposizione consueta.
Sotto il punto di vista tecnico ed organizzativo i giochi di posizione sono
esercitazioni situazionali che riproducono in modo estremamente fedele le
problematiche di campo e che vanno a stimolare passaggio e controllo
contrastati da una opposizione avversaria.
120
AZIONI COMBINATE
Le proposte sono strutturate in maniera del tutto simile alle sequenze di gioco
precedentemente illustrate ed inducono i giocatori a dialogare e collaborare,
affinando competenze tecniche e conoscenze.
La differenza con le sequenze di gioco consiste essenzialmente nel fatto che le
figure geometriche di riferimento fungono adesso da “piattaforme dinamiche”,
funzionali alla realizzazione ed allo sviluppo dell’affondo.
Oltre ad allenare il dialogo tra i giocatori, i principi collettivi e le abilità
individuali è importante evidenziare che il contesto della proposta è
strettamente correlato (per spazi e tempi di gioco) alla partita.
ESERCIZI A META
Gli esercizi a meta allenano in maniera situazionale, grazie alla presenza di
avversari, l’interazione tra i giocatori per l’utilizzo delle figure geometriche
come piattaforme per affondare e guadagnare il punto.
I giocatori, non schierati obbligatoriamente per ruolo, migliorano quindi sia le
competenze di base (posizionamento, smarcamento, trasmissione, ricezione)
che le modalità con le quali dialogare per trasformare le strutture geometriche
in figure per affondare.
SVILUPPI IN POSIZIONE
La struttura dell’esercizio è del tutto simile a quella relativa ai giochi di
posizione.
Mentre però i giochi di posizione hanno essenzialmente la finalità di sviluppare
nei giocatori la capacità di far scivolare e mantenere il pallone all’interno delle
figure geometriche (processo di mantenimento), attraverso gli sviluppi in
posizione si ha l’obiettivo di accrescere la capacità dei giocatori di switchare
(passare/deviare) dal processo d mantenimento a quello di preparazione e
quindi di affondo.
ESERCITAZIONI A PRESSIONE
Quando è necessario allenare aspetti o processi altamente specifici in un
contesto competitivo (di gara) occorre utilizzare proposte che abbiano la
peculiarità di riprodurre le situazioni di gioco in maniera fedele sia per ciò che
riguarda gli spazi che per ciò che concerne i tempi.
121
In particolare la ripetitività della situazione (“martellamento tecnico-tattico”)
determina un naturale adattamento nelle risposte del giocatore.
PARTITE TATTICHE O A TEMA
Le partite a tema sono un mezzo utile a circoscrivere situazioni specifiche pur
schierando la squadra nel suo complesso.
Attraverso l’utilizzo di vincoli, jolly, suddivisione del campo in settori ecc. si
riescono ad allenare aspetti specifici pur con tutta la squadra schierata.
TEST MATCH
Definite anche partite amichevoli, servono per finalizzare la preparazione
complessiva con avversari di pari livello o di livello superiore o inferiore.
122
PREPARAZIONE
A trasmissione, ricezione e presa di posizione viene aggiunta la conduzione,
preludio del passaggio del processo di mantenimento a quello di preparazione,
ed i concetti di imbucata e testimone, anch’essi fondamentali per il passaggio
dal processo di mantenimento a quello di preparazione ed affondo.
A seguire sono mostrate una serie di esercizi all’interno dei quali, gli appoggi
sono “intercalati” dalle imbucate e delle conduzioni in avanzamento, preludio
all’affondo.
Da un punto di vista tecnico, oltre agli aspetti già delineati in precedenza,
occorre prestare attenzione al corretto utilizzo delle tecnica con la quale il
possessore effettua il cambio di direzione.
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134
RONDOS
I rondos sono esercitazioni che consentono al giocatore di perfezionare le
gestualità di trasmissione e ricezione in ambito ludico.
Uno o più avversari cercano infatti di recuperare la sfera per invertire la
posizione con colui o coloro ai quali è stato intercettato il pallone.
A differenza dei cosiddetti “torelli”, nei rondos i giocatori impegnati a
mantenere il pallone sono dislocati in maniera tale da consentire agli stessi di
interagire attraverso le figure geometriche di base.
Ciò rafforza il dialogo ed il vincolo socio-affettivo tra i giocatori, a differenza
di ciò che accade nei “torelli” dove la finalità prioritaria del gioco è
prettamente individuale e correlata al fatto di non “finire in mezzo” per doversi
adoperare nella riconquista della palla.
Gli esercizi possono essere eseguiti ad 1 tocco obbligatorio o a più tocchi
obbligatori (ciò agevola il tempo della pressione difensiva).
A seguire vengono proposti alcuni esempi di rondos e rondos moviles (in
movimento), preceduti dall’identificazione dei vari aspetti che si vanno a
stimolare.
136
139
ESERCIZI DI MANTENIMENTO PALLA
Attraverso gli esercizi di mantenimento del pallone si abbina l’allenamento
delle competenze tecniche di trasmissione e ricezione con la capacità dei
giocatori di rapportarsi tra di loro all’interno delle varie strutture geometriche
che triangoli e rombi vanno a formare.
I giocatori non sono obbligatoriamente schierati per ruolo, ne le struttura
geometrica complessiva è necessariamente una porzione del modulo.
REGOLE
All’interno dei vari spazi di gioco la squadra in possesso palla gioca in
superiorità numerica grazie alla presenza di comodini o di compagni sponda.
I possessori hanno l’obiettivo di mantenere il possesso palla, rimanendo
ordinati e facendo scivolare la palla all’interno delle figure.
I difendenti sono invece impegnati a restringere gli spazi e chiudere le linee di
trasmissione.
Nel caso questi ultimi riescano a recuperare la palla il contesto di gioco si
rovescia e sono costoro a poter collaborare con i comodini o i compagni
sponda per il mantenimento della sfera.
Le proposte in cui è previsto il doppio spazio obbligano i difendenti, una volta
recuperata la palla, a giocare la stessa nel settore dove attendono i compagni.
Se il passaggio va a buon fine l’esercizio prosegue nel settore dove è stata
indirizzata la palla, con le squadre che hanno ovviamente invertito i ruoli.
La proposta rappresentata graficamente dalla fig.123 prevede infine quattro
porte al di fuori dello spazio di gioco.
In questo esercizio se i difendenti recuperano il pallone hanno quindi
l’obiettivo di fare goal. In particolare non può calciare direttamente in porta
colui che ha intercettato la sfera ma il tiro deve scaturire a seguito di almeno un
appoggio.
Ciò stimola ovviamente gli ex possessori ad aggredire immediatamente gli
avversari per impedire la segnatura e recuperare il pallone
OBIETTIVO: SCIVOLAMENTO E MANTENIMENTO DI
PALLA
Il lavoro è ludico e situazionale ed ha l’obiettivo di far prendere confidenza, ai
giocatori, con le strutture geometriche di riferimento (vedi fig. a seguire)
In aggiunta si allenano le competenze tecniche e tattiche correlate con
posizionamento, trasmissione e ricezione.
140
144
GIOCHI DI POSIZIONE
A differenza delle esercitazioni di mantenimento dove non sempre si fa
riferimento alla struttura complessiva del modulo, ne i giocatori sono
obbligatoriamente schierati per ruolo, nei giochi di posizione si rispettano
questi vincoli.
Ecco quindi che i giocatori schierati nei propri ruoli all’interno di una struttura
geometrica complessiva che può rappresentare sia il modulo nella sia interezza
che una porzione dello stesso.
Occorre precisare, come si evince anche dalla foto sotto nella quale sono stati
“oscurati” i reparti di attacco del Barcellona e difensivo avversario, che i
giochi di posizione hanno un’alta correlazione con la realtà.
Nell’immagine sopra è possibile notare come in partita i giocatori del
Barcellona siano schierati in modo ordinato ed il contesto di gioco è del tutto
similare alla proposta 5 vs 5 + 2 comodini.
A seguire andremo ad evidenziare un’ampia gamma di giochi di posizione
contraddistinti delle seguenti differenze:
 il lavoro è globale (10 giocatori impegnati nel mantenimento) oppure
specifico (porzioni di modulo);
 il gioco può svilupparsi in maniera unidirezionale o bidirezionale;
 la superiorità numerica è garantita dai comodini o da sponde esterne;
 il gioco si sviluppa in uno spazio oppure in due settori.
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REGOLE
Le regole sono identiche a quelle degli esercizi di mantenimento
precedentemente presentati.
I possessori di palla, in superiorità numerica grazie alla presenza di comodino o
sponde hanno l’obiettivo di mantenere il pallone all’interno delle figure.
I difendenti ovviamente si oppongono e sono impegnati nella riconquista.
E’ possibile rendere ludica la proposta associando il mantenimento palla ad un
obiettivo (es.n° di tocchi, effettuazione di un interscambio o di una rotazione,
muovere la palla da un giocatore ad un altro senza interventi avversari, ecc.).
Le dimensioni del campo possono variare notevolmente: restringere gli spazi
significa infatti migliorare l’intensità ed il ritmo della proposta “costringendo”
i giocatori ad ottimizzare il controllo del pallone.
Se viceversa gli spazi si allargano, l’incidenza della proposta può avere
importanza anche atletica e, da un punto di vista tecnico, la precisione ed il
tempismo della trasmissione diventano fattori determinanti.
Proprio per queste ragioni non inseriremo all’interno delle figure ne le
dimensioni dei campi ne i tempi.
Un riferimento però ritengo sia interessante fornirlo e nella tabella sono
riportate le dimensioni standard utilizzate dagli allievi della cantera del
Barcellona.
Gioco
Misure
4 vs 4 + 2
12 x 16 mt.
5 vs 5 + 2
15 x 20 mt.
6 vs 6 + 2
18 x 30 mt.
Infine, per ciò che concerne la resistenza speciale con il pallone, ecco
dimensioni degli spazi e tempi di gioco:
Struttura del gioco di posizione: 6 vs 6 + 2



1ª serie: spazio de 18 x 30 – 8 minuti
2ª serie: spazio de 20 x 35 – 10 minuti
3ª serie: spazio de 22 x 40 – 12 minuti
OBIETTIVO: MANTENIMENTO DI PALLA
Il processo didattico inizia destrutturando il modulo in parti, per allenare il
giocatore a dialogare con i compagni vicini all’interno delle figure geometriche
di cui è parte attiva (fig.132, 133, 134, 135 e 136).
E’ importante lavorare su tutte le varie scomposizioni del sistema di gioco
(“partizione arretrata”, “partizione avanzata”, partizione centrale”, “partizione
laterale” ecc.).
150
AZIONI COMBINATE
Obiettivo affondo! Dopo aver allenato conoscenze e competenze, sia in forma
analitica che situazionale, relative al processo di mantenimento l’attenzione
viene ora posta a preparazione ed affondo.
Le azioni combinate rappresentano il primo mezzo di allenamento utile ad
affinare le abilità tecniche specifiche ed a trasferire al calciatore le conoscenze
per dialogare efficacemente con i compagni allo scopo di utilizzare la figura
geometrica come “piattaforma” per affondare.
SVILUPPI A DUE GIOCATORI
Blocco 1
Inizialmente l’obiettivo è quello di far familiarizzare il giocatore con gli
sviluppi a due.
A seguire vengono riportati alcuni esempio di azioni a due sviluppate per
mezzo di rifinitura filtrante e combinazioni.
159
160
ESERCIZI A META
Dopo aver acquisito in maniera analitica, per mezzo delle azioni combinate, la
capacità di dialogare ed utilizzare le figure geometriche di riferimento per
generare l’affondo, si stimolano i giocatori, proprio attraverso gli esercizi a
meta, a riprodurre tali tracce di gioco in un contesto situazionale.
Attraverso la capacità di coordinare la propria posizione e la propria funzione
con quella dei compagni all’interno delle figure geometriche del rombo e del
triangolo, create dinamicamente durante il contesto di gioco, i giocatori
dovranno conseguire e realizzare l’affondo.
REGOLE
Struttura dell’esercizio e regole sono identiche a quelle degli esercizi di
mantenimento precedentemente presentati.
La differenza sostanziale è che adesso l’obiettivo è quello di guadagnare un
punto realizzando la meta.
Naturalmente potranno essere stimolate ed allenate tutte le varie tipologie di
combinazioni descritte nella parte teorica.
Ciò consente al tecnico, in relazione alle diverse esigenze, di poter costruire
innumerevoli proposte didattiche a partire dalla tracce esposte a seguire.
Come vedremo negli esempi è possibile utilizzare strutture complessive
formate da pochi elementi (fig.166, 167 e 168) oppure coinvolgere un numero
maggiore di giocatori (fig.169, 170, 171).
Per ciò che concerne la meta, è possibile stimolare i giocatori con proposte
unidirezionali (es.fig.167) o bidirezionali (es.fig.166).
E’ inoltre possibile determinare la meta all’interno del settore di gioco
(es.fig.169) o in particolari segmenti del perimetro come quando il punto viene
guadagnato attraverso l’innesco a seguito di interscambio con il giocatore
sponda.
Come già evidenziato in precedenza, le esercitazioni a meta, pur non
richiedendo i giocatori schierati secondo ruolo, sono estremamente utili nel far
assimilare gli sviluppi di gioco per l’affondo.
172
ESERCIZI A PRESSIONE
Attraverso questa tipologia di esercitazioni si riproducono aspetti specifici
della gara andando a stimolare il giocatore, il reparto, la catena ecc. al
risolvimento degli stessi.
Adeguando in maniera congrua spazi e tempi di gioco si persegue la finalità di
stimolare i principi e le competenze tecniche acquisite dal giocatore in un
ambito competitivo del tutto simile al contesto di gioco reale.
Le proposte didattiche, essendo estremamente mirate, possono essere
innumerevoli.
A seguire andremo a proporre alcune esercitazioni standard che fungono da
esempio e che ci consentono di specificare l’ambito di intervento di questa
tipologia di proposte.
ESEMPIO 1: tre contro due.
L’esercitazione viene effettuata in uno spazio di mt. 40 x 40.
I giocatori di ogni squadra sono schierati di fianco alla propria porta e si
affrontano in una serie di “tre attaccanti contro due difendenti”.....
179
PARTITE TATTICHE
Una ulteriore gamma di esercitazioni indispensabili per perfezionare
l’organizzazione del collettivo è relativa alle partite tattiche.
Mentre attraverso le esercitazioni a pressione il contesto di gioco è circoscritto
a singoli, catene o reparti, con le partite tattiche si allena la squadra nel suo
insieme.
Ovviamente, anche in questo ambito, i giocatori saranno impegnati a
collaborare e dialogare secondo i riferimenti acquisiti in precedenza.
Attraverso l’utilizzo di regole specifiche, l’impiego di jolly o comodini, il
demarcamento di zone o settori è possibile rendere questa tipologia di proposte
estremamente mirate.
A seguire andremo ad evidenziare, con una serie di esempi, le caratteristiche di
queste proposte.
ESEMPIO 1: Mantenimento + affondo........
183
SOMMARIO
L’AUTORE………………………………………..……………………………..……….......……….
RINGRAZIAMENTI………………………………..…………….……………………….…...…….
PREMESSA…………………………..……….……………………………………………….....……
1° CAPITOLO: ORGANIZZAZIONE GEOMETRICA: NASCITA ED
EVOLUZIONE DI UN NUOVO MODELLO.………………...........……....…...……
1.1 LE FASI NEL GIOCO DEL CALCIO………….……………………….………...…………
1.2 IL MODELLO GEOMETRICO: UNA NUOVA TENDENZA NEL CALCIO
MODERNO.……………………………………………………………………………...………..……
2°
CAPITOLO:
NUOVI
RIFERIMENTI:
FIGURE
E
TERMINOLOGIA…………………………………………...….…………………..……..………
2.1 SITUAZIONE DI 2 CONTRO 2: MARCO O COPRO – VENGO O
VADO.…………………….………………………………………………………………...………..…
2.2 SITUAZIONE DI 2 CONTRO 2: IL GIOCATORE CON LA PALLA… MANDO O
COLLABORO ? APRO IL DIALOGO O EFFETTUO LA GIOCATA?………….......……
5
7
9
15
16
17
23
24
25
ANALISI, RUOLI E COMPETENZE DEL GIOCATORE SENZA LA PALLA..………….
2.3 I RUOLI NEI PROCESSI DI MANTENIMENTO E PREPARAZIONE……...…….
2.4 I RUOLI NEL PROCESSO DI AFFONDO………………………………………...………
2.5 I MOVIMENTI: LE ARMI STRATEGICHE……………………………………...……….
27
27
28
34
ANALISI, RUOLI E COMPETENZE DEL GIOCATORE CON LA PALLA………..……..
2.6 I RUOLI NEI PROCESSI DI MANTENIMENTO, PREPARAZIONE ED
AFFONDO…………………………………………………………………………………….…………
2.7 I PASSAGGI: LE ARMI STRATEGICHE…………………………………………………..
42
3° CAPITOLO: L’UTILIZZO DI SEGMENTI E FIGURE COME ELEMENTI
E
RIFERIMENTI
FONDAMENTALI
NEI
PROCESSI
OFFENSIVI………..………..…………………………………………….....………………..……
COLLABORAZIONE DI DUE GIOCATORI………………………….....……………………..
3.1 LA COLLABORAZIONE A DUE GIOCATORI: PROCESSO DI
MANTENIMENTO…………………………………………………………..………………………..
3.2 LA COLLABORAZIONE A DUE GIOCATORI: PROCESSO DI PREPARAZIONE
ED AFFONDO………………………………………………………………..…………………..…..
COLLABORAZIONE DI TRE GIOCATORI…………………………..………………………..
3.3 LA COLLABORAZIONE A TRE GIOCATORI: PROCESSO DI
MANTENIMENTO………………………………………………………….………………………..
3.4 LA COLLABORAZIONE A TRE GIOCATORI: PROCESSO DI PREPARAZIONE
ED AFFONDO………………………………………………………………..…………………….…
4°
CAPITOLO:
IL
PROCESSO
DIDATTICO:
COMPETENZE
INDIVIDUALI, DIALOGO ED ORGANIZZAZIONE DI SQUADRA………….
191
42
46
55
57
57
59
67
67
71
109
5° CAPITOLO: METODOLOGIA DIDATTICA E MEZZI DI
ALLENAMENTO …….………………………………………………………………...………..…
5.1 FINALITA’ E PERCORSO DIDATTICO…………………………………………....……..
5.2 MEZZI OPERATIVI: GLI ESERCIZI…………………………………………………...….
SEQUENZE DI GIOCO…………………………………………………………………...………..
RONDOS…………………………………………………………………………………...…………..
ESERCIZI DI MANTENIMENTO PALLA…………………………………………...…………..
GIOCHI DI POSIZIONE………………………………………………………………....…………
AZIONI COMBINATE…………………………………………………………………..…………..
ESERCIZI A META……………………………………………………………………..…………….
SVILUPPI IN POSIZIONE…………………………………………………………....……………
ESERCIZI A PRESSIONE…………………………………………………………...……………..
PARTITE TATTICHE…………………………………………………………………...……………
117
118
119
123
136
140
149
159
172
176
179
183
CONCLUSIONI…………………………………………………………………………...….…….
BIBLIOGRAFIA……..……………………………………………………………..…….……….
189
190
192
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Massimo Lucchesi