FACOLTA’ DI AGRARIA
Corso di Laurea in
Agricoltura Ecologica
Testo della Prova Finale
“Aspetti tecnici, economici e commerciali
della produzione di pappa reale”
Relatore: Prof. Silvio Franco
Laureando: Sergio Vignali
Anno Accademico 2004-2005
Ringraziamenti
A Bruno Pasini e Maria Teresa Falda
Per la loro disponibilità e
per aver messo a disposizione
i loro dati e le loro fotografie.
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INDICE
Introduzione
pag. 4
1. Aspetti qualitativi
pag. 5
2. Aspetti produttivi e commerciali
pag. 10
3. La produzione di pappa reale:
aspetti tecnici
pag. 16
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Premessa
Storia della pappa reale
Caratteristiche fisiche e organolettiche
Composizione chimica
Proprietà ed usi
Conservazione e confezionamento
Cenni sul COPAIT
Dati statistici
Aspetti normativi
Cenni alla produzione biologica
Metodo di produzione amatoriale
Metodo di produzione intensivo
Cenni sulla selezione delle regine
Requisiti per la produzione professionale di pappa reale
Descrizione delle attrezzature
Descrizione delle operazioni
Descrizione del metodo “verticale”
Descrizione del metodo “orizzontale”
Considerazioni sui metodi di produzione
Cenni sulla profilassi veterinaria contro Varroa destructor
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4. La produzione di pappa reale:
aspetti economici
pag. 34
Conclusioni
pag. 49
Bibliografia
pag. 50
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Dimensionamento del processo produttivo
Costi fissi
Costi variabili
Impiego di lavoro
Risultati produttivi
Determinazione dei risultati economici
Produzione di pappa reale per il consumo finale
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Introduzione
Questo lavoro affronta una tematica non molto conosciuta in apicoltura
e in tutto il settore agricolo. Negli anni passati, in Italia, la produzione di
pappa reale non ha avuto molto successo, rispetto ad altri paesi in cui si è
investito di più per migliorare la tecnica di produzione e per selezionare
regine in grado di fornire api nutrici capaci di secernere un quantitativo
maggiore di questa gelatina.
Ci sono stati alcuni tentativi in passato da parte di apicoltori per
organizzarsi e lavorare in questo ambito, ma sono falliti anche perché
entrava sul mercato il prodotto cinese ad un prezzo troppo competitivo. Così
fino a pochi anni fa in Italia la produzione di pappa reale è rimasta un’attività
sporadica, con piccole produzioni e un prezzo troppo elevato per poter
competere con il prodotto importato dall’Asia orientale. Oggi si riscontra un
interesse sempre maggiore per il prodotto italiano, anche perché quello
importato dalla Cina è spesso contaminato da antibiotici e non garantisce i
requisiti merceologici e sanitari richiesti.
Questa situazione ha spinto alcuni apicoltori a formare un’associazione
per la valorizzazione e la produzione di pappa reale fresca italiana, con
l’intento di promuovere e diffondere tra gli altri operatori del settore questo
tipo di produzione che negli anni non si è sviluppata, ma che date le sue
potenzialità potrebbe dare lavoro a molti nuovi apicoltori e sostenere il
reddito di quelli già presenti, data l’aleatorietà dei raccolti (legata agli
andamenti climatici tendenzialmente sfavorevoli nelle ultime stagioni) e
l’andamento del mercato del miele.
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1. ASPETTI QUALITATIVI
Premessa
La pappa reale, a differenza della propoli e del miele che sono una
rielaborazione di essenze prelevate in natura, è una sostanza esclusivamente
animale. Viene prodotta dalle api operaie, di età compresa tra il 5° e il 14°
giorno, come secrezione delle ghiandole ipofaringee e mandibolari e serve
per nutrire tutte le larve nei primi tre giorni di vita.
Quando le api decidono di allevare una nuova regina, nutrono la larva
per tutto il suo ciclo con la gelatina e continuano a fornirgliela anche durante
tutta la vita allo stadio di insetto. Quindi è proprio questo eccezionale
alimento che permette di far nascere da una larva un’ape regina anziché
un’ape operaia, di far sviluppare all’insetto l’apparto riproduttore e quello
per deporre le uova e di prolungargli la vita (5-6 anni rispetto a 1-6 mesi
delle operaie).
È per queste proprietà ed effetti che la pappa reale ha sull’ape che
l’uomo ha cominciato a considerare la gelatina come un possibile alimento e
ha scoperto i benefici che porta anche al suo organismo.
Storia della pappa reale1
Facendo una ricerca sui libri del nostro passato non si trova alcun
riferimento sulla pappa reale fino al XVII secolo, a differenza del miele il
quale è un prodotto conosciuto fin dall’antichità.
La prima citazione relativa alla pappa reale è dello scienziato olandese J.
Swammerdan (1637-1680) il quale, nel suo libro “Biblia Naturae”, ne
1
Le informazioni riportate sono state tratte dal sito www.mieliditalia.it/pappareale
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descrive il sapore. Anche il fisico francese Reamur (1683-1757) ne descrisse
il sapore nei suoi scritti sulla “Storia degli insetti”.
Un passo in avanti fu fatto dal naturalista svizzero F. Huber (1750-1831)
il quale attribuì alla “sostanza biancastra e gelatinosa con cui vengono nutrite
le api regine” il termine di gelatina reale. Nel secolo successivo Perez
osservò che questa sostanza veniva data a tutte le larve di ape nei primi tre
giorni di vita, mentre a quelle destinate a diventare regine veniva fornita per
tutta la vita.
Nel 1912 lo studioso tedesco J. Langez scoprì che questa sostanza
veniva prodotta dalle ghiandole ipofaringee delle api nutrici.
Caratteristiche fisiche e organolettiche
La pappa reale si presenta come una sostanza semifluida, omogenea e
gelatinosa, di colore biancastro tendente al beige.
Ha un sapore acido e un odore pungente e di tipo fenolico.
Si possono riscontrare delle differenze di tonalità di colore, ma ciò
dipende dal tipo di polline e di miele con cui le api si nutrono in quel periodo
e non è indice di un prodotto scadente se questo è stato ben conservato.
Composizione chimica
La composizione della pappa reale fresca è descritta in tabella 1.
Componente
Presenza
Protidi totali
44,0% ± 0,4%
Lipidi totali
7,9% ± 0,3%
Acidi grassi saturi e insaturi
1,4% ± 0,2%
Zuccheri totali
37% - 43 %
Altro
Tabella 1 – Composizione della pappa reale
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Per quanto riguarda gli acidi grassi, la pappa reale ne contiene circa 31
tra saturi e insaturi, ma ha un quantitativo maggiore di acidi grassi insaturi
rispetto ai saturi.
Un particolare acido grasso insaturo, il 10-HDA (Acido trans-10idrossiD2-decenoico), è contenuto esclusivamente nella gelatina reale ed esercita
attività antibatterica e antitumorale. La concentrazione di questa componente
molto preziosa diminuisce man mano che il prodotto invecchia, è quindi
importante consumare il più possibile pappa reale fresca e proprio la
presenza di questo acido nella gelatina è indice di freschezza del prodotto.
Sono stati individuati anche altri acidi grassi ma restano tuttora sconosciuti.
Gli zuccheri più rappresentativi sono:
•
glucosio + fruttosio: dal 33% al 43%
•
saccarosio: dallo 0% al 6%
•
maltosio: dallo 0% al 1,4%
Tra le altre sostanze presenti nella pappa reale rientrano: gli
oligoelementi, tra cui calcio, potassio, magnesio, sodio e zinco; quasi tutte le
vitamine conosciute; tracce di ormoni; enzimi; fattori colinergici. Contiene
inoltre anche granuli di polline, elemento che permette di identificarne
l’origine geografica.
Oltre a tutte le sostanze descritte, il 2,8% del contenuto della pappa
reale non è ancora conosciuto, per questa ragione non si è ancora riusciti a
ricostruire artificialmente in laboratorio questo prodotto.
La pappa reale ha un pH compreso fra 3,5 e 4,5 ed un’umidità
compresa tra il 64 e il 68%.
Se la gelatina si presenta con una umidità inferiore al 64% vuol dire che
il prodotto è vecchio o è stato mal conservato; se l’umidità è superiore al
68% il prodotto potrebbe essere stato sofisticato. Si sono verificati dei casi in
cui delle partite di prodotto provenienti dall’Asia orientale ammuffivano
perché erano state sofisticate con l’aggiunta di acqua distillata o yogurt.
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Proprietà ed usi
Sono molti i benefici e le proprietà riconosciuti alla pappa reale, ma i
suoi componenti non bastano a spiegare gli effetti che esplica sull’organismo
umano; questi sono dovuti o ad una qualche sostanza non ancora identificata,
o al naturale equilibrio e all’effetto sinergico dei diversi componenti.
Al suo consumo viene associata un’azione generale di stimolo su tutto
l’organismo, che si traduce in una sensazione di maggior benessere psicofisico, una maggiore resistenza alla fatica fisica e intellettuale e un aumento
dell’appetito. Proprio per queste caratteristiche l’uso della gelatina reale è
particolarmente consigliato ai bambini, agli anziani, agli sportivi, agli
studenti e a tutti coloro sottoposti per qualsiasi motivo ad uno stato di stress.
Solitamente viene consumata nella quantità di circa 250 mg al giorno,
al mattino a digiuno, un po’ prima della colazione, meglio se viene
mantenuta al di sotto della lingua dove viene parzialmente assimilata senza
subire il trauma della digestione. Può essere ingerita pura o stemperata in un
cucchiaino di miele. È sconsigliato ingerirla la sera, perché l’euforia che
spesso trasmette può far insorgere una piccola insonnia.
Conservazione e confezionamento
La pappa reale fresca non è un alimento che si conserva facilmente,
dato il suo alto contenuto in acqua e la particolare composizione chimica.
Teme l’ossigeno dell’aria, la luce e l’attacco di muffe, mentre si difende
bene dall’attacco dei batteri. Tuttavia se è ben conservata si difende bene da
sola dall’attacco dei patogeni.
Bisogna conservarla in frigo, ad una temperatura compresa tra 0 e 5 °C,
e durante i trasporti si deve mantenere la catena del freddo per non far
decadere qualitativamente il prodotto ed evitare che si denaturino le proteine
in essa contenute. Seguendo queste accortezze la pappa reale si può
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conservare, senza che perda le sue caratteristiche biologiche, fino ad un
massimo di 18 mesi.
La gelatina viene stoccata in sacchetti di alluminio plastificato per
alimenti, opachi, della capacità di 1 kg, in modo da non essere esposta alla
luce, e chiusi con una termosigillatrice per evitare il contatto con l’aria.
Per la vendita al minuto viene confezionata in flaconi da 10 g chiusi
con un tappo ermetico; questi flaconi vengono poi mantenuti all’interno di
un contenitore in polistirolo espanso per evitare gli sbalzi termici quando il
prodotto viene portato fuori dal frigo. All’interno del contenitore in
polistirolo si trova anche la palettina per il prelievo della quantità giusta
(circa 250 mg). All’esterno della confezione viene incollata l’etichetta del
produttore e la tabella con i valori nutrizionali della pappa reale fresca
italiana.
Dall’analisi di un campione medio di pappa reale di produzione
nazionale sono stati ricavati i dati relativi ai valori nutrizionali e sono poi
stati esposti come richiesto dal Decreto Legislativo 77/93 sull’etichettatura
nutrizionale dei prodotti alimentari (vedi tabella 2).
Valore energetico
573 kJ =135 kcal
Proteine
14,3 g
Carboidrati
18,2 g
Grassi
0,5 g
Tiamina (vitamina B1)
0,4 mg (25%)*
Niacina
6,6 mg (37%)*
Piridossina (vitamina B6)
0,5 mg (27%)*
Biotina (vitamina H)
0,2 mg (107%)*
Acido pantotenico
14,0 mg (233%)*
Tabella 2 - Valori nutrizionali medi per 100 g di prodotto°
*Tra parentesi la percentuale della razione giornaliera raccomandata (RDA)
°Analisi svolte dalla dr.ssa Maria Lucia Piana per l’associazione COPAIT
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2. ASPETTI PRODUTTIVI E COMMERCIALI
In Italia la produzione di pappa reale inizia negli anni 1960-1965 e ha
un forte incremento negli anni 1970-1975 anche grazie all’azienda “Piana”
che la utilizza come materia prima nei suoi prodotti di cosmesi.
Nel 1980 c’era stato un primo tentativo da parte dei produttori di pappa
reale di organizzarsi, ma questo fallisce sia per motivi imputabili a fattori
umani sia perché sul mercato nazionale arriva il prodotto cinese e di altri
paesi dell’Asia orientale con un prezzo troppo concorrenziale. In Italia, in
quel periodo, la produttività media per alveare era troppo bassa, 400-450 g
per alveare all’anno, mentre nei paesi sopra citati e in particolare in Cina, si
era perfezionata la tecnica di produzione ed era stato svolto un grande lavoro
di selezione per trovare api in grado di produrre un quantitativo maggiore di
gelatina. Ciò aveva permesso alla Cina di produrre un grande quantitativo di
pappa reale ed immetterlo sul mercato internazionale ad un prezzo molto
competitivo, dovuto anche al basso costo della manodopera.
Oggi in Italia si è formata un’associazione di produttori, il COPAIT,
con l’intento di istituire un consorzio di tutela per valorizzare il prodotto
nazionale. In questo modo la gelatina reale italiana, pur avendo prezzi molto
più alti di quella importata da altri paesi, può riuscire ad acquisire una
migliore posizione sul mercato in quanto fornisce garanzie sulla qualità, sia
per quanto riguarda la conservazione, sia per l’assenza di antibiotici, spesso
riscontrati nei prodotti importati.
Cenni sul COPAIT
Il COPAIT è l’associazione per la produzione e la valorizzazione della
pappa reale fresca italiana. La sede amministrativa si trova ad Alberese (GR)
nell’Azienda Agricola Regionale e quella operativa a Campagnatico (GR).
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Si è costituita in data 05/09/2003 e in meno di due anni ha raggiunto un
numero di associati pari a 139 distribuiti in tutte le regioni italiane, ad
eccezione della Valle d’Aosta laddove le condizioni climatiche rendono
l’apicoltura molto difficile.
Gli obiettivi dell’associazione sono:
•
riunire un gruppo di aziende italiane per produrre pappa reale sul
territorio nazionale;
•
garantire un supporto tecnico-produttivo e curare la formazione di
nuove aziende per farle produrre in modo efficiente;
•
seguire un progetto che ha come scopo la caratterizzazione del prodotto
“pappa reale italiana”;
•
realizzare altri progetti per la caratterizzazione del prodotto anche a
livello regionale;
•
costituire un consorzio di tutela per garantire il consumatore sul
prodotto che acquisterà attraverso il proprio marchio di tutela;
•
creare un coinvolgimento sociale attraverso la formazione e
riqualificazione di soggetti diversamente abili in modo da garantirgli una
certa redditività sia attraverso il lavoro indipendente che quello
dipendente presso aziende già formate.
Attraverso lo svolgimento di analisi di mercato l’associazione ha colto
la potenzialità di questo settore ad espandersi e a dare lavoro a molte aziende;
per questa ragione ha organizzato e svolto corsi di formazione in tutta Italia
per diffondere a livello nazionale gli obiettivi dell’associazione e per
insegnare agli apicoltori a produrre pappa reale. I corsi sono stati organizzati
dall’UNAAPI (Unione Nazionale delle Associazioni d’Apicoltori Italiani) e
finanziati dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali.
Inoltre il COPAIT ha cercato da subito di verificare la possibilità di
inserire in questo processo produttivo persone disabili, paraplegiche o
portatori di handicap. Questo perché la produzione di pappa reale non
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richiede particolari sforzi fisici e il 50% del lavoro si svolge da seduti in
laboratorio. In questo modo si possono creare e sviluppare nuove realtà
imprenditoriali capaci di rendere indipendenti e dare nuove motivazioni ai
disabili che le intraprendono.
Dati statistici
La produzione mondiale di gelatina reale è di circa 1.500 tonnellate
annue. Il principale produttore è la Cina con circa 800 tonnellate e ne esporta
ufficialmente 450-500. Le altre aree produttrici sono: Taiwan (circa 350 ton),
America Centrale, Est Europa, Corea, Tailandia, Israele e Sud Africa.
Ultimamente altri paesi stanno sviluppando questo settore e in pochi
anni potrebbero diventare degli esportatori, si tratta di Algeria, Marocco,
Nepal, Bangladesh, Perù, Mali, Vietnam e Uruguay.
Il Giappone è un grande consumatore di pappa reale, circa 200
tonnellate all’anno, ma non ne produce che una piccola parte (circa 20
tonnellate) e quindi potrebbe essere un paese verso cui esportare il prodotto
italiano qualora il settore si sviluppasse in misura adeguata.
In Italia il consumo di pappa reale è di circa 30-40 tonnellate all’anno e
soltanto una quota fra l’1% e il 3% è rappresentato da prodotto nazionale. Di
questa quantità il 35% è venduta pura in flaconi, il 50% miscelata ad altri
alimenti e il 15% è utilizzata per la cosmesi. La pappa reale è veicolata ai
consumatori attraverso i seguenti canali commerciali:
•
Farmacie, per una quota pari al 50%;
•
Supermercati, per una quota pari al 20%;
•
Apicoltori, per il restante 30%.
Da questi dati si capisce come il settore presenti grandi potenzialità di
espansione; infatti in Italia si consuma molta gelatina reale, ma se ne produce
poca e si importa un prodotto di livello qualitativo inferiore.
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La sola quantità venduta dagli apicoltori basterebbe per dar lavoro a
300-400 aziende specializzate, mentre ad oggi le aziende che producono
pappa reale sono poco più di 100.
Per quanto riguarda gli associati del COPAIT, nel 2003 hanno
realizzato una produzione di circa 800 kg, che nel 2004 è raddoppiata
arrivando a circa 1.600 kg.
Aspetti normativi
La pappa reale, fino a poco tempo fa, non era considerata un prodotto
agricolo e quindi su di essa veniva applicata un’aliquota IVA del 20%.
Adesso rientra tra i prodotti agricoli, ma su di essa viene ancora applicata
una aliquota IVA del 20% e questo penalizza i produttori italiani rispetto a
quelli degli altri paesi che invece si avvalgono delle agevolazioni fiscali che
riguardano il settore agricolo.
Inizialmente era stata inserita nel settore degli “integratori alimentari”
che è sottoposto ad una normativa severa, ma adesso è stata definita come
“alimento funzionale” e l’associazione sta lavorando per definirne un
manuale di HACCP del processo di estrazione e conservazione.
Cenni alla produzione biologica
Per produrre la pappa reale seguendo il disciplinare di produzione
biologico è necessario attenersi al Regolamento Comunitario n. 1804 del
Consiglio del 19 luglio 1999. Questo regolamento completa, per le
produzioni animali, il Regolamento 2092/91 relativo al metodo di
produzione biologico dei prodotti agricoli.
Nella parte del regolamento 1804/99 in cui viene trattata l’apicoltura e i
suoi prodotti, vengono affrontate tematiche che riguardano:
•
principi generali;
•
periodo di conversione;
- 13 -
•
origine delle api;
•
ubicazione degli apiari;
•
profilassi e cure veterinarie;
•
nutrizione;
•
metodi di gestione zootecnica e di identificazione;
•
caratteristiche delle arnie e dei materiali utilizzati in apicoltura.
Nelle linee guida degli organismi di certificazione vengono specificati
ulteriori aspetti che forniscono al produttore maggiori chiarimenti riguardo
alle modalità operative di conduzione della apicoltura in regime biologico.
In particolare, per quanto riguarda la pappa reale, nelle linee guida
dell’AIAB viene specificato che affinché il prodotto possa essere certificato
devono essere rispettate alcune condizioni: le postazioni dedicate a questa
produzione devono essere idonee e approvate; i cupolini devono essere
preferibilmente in cera biologica, ma che è ammesso altro materiale idoneo
per uso alimentare; le attrezzature specifiche devono essere adeguate; il
prodotto deve essere conservato in vetro, ad una temperatura compresa fra 0
e 4 °C, al buio e sottoposto ad analisi qualitative prima di essere certificato.
Nessuno dei punti citati comporta grosse difficoltà per il produttore, ad
esclusione dell’uso dei cupolini in cera in quanto la percentuale di
accettazione da parte delle api si abbassa e devono essere sostituiti ad ogni
ciclo poiché si rovinano facilmente, aumentando i costi di esercizio. Da
segnalare a questo proposito che l’associazione COPAIT fornisce ai soci dei
cupolini in plastica alimentare accettati anche nel biologico.
Tuttavia, il punto critico che mette in difficoltà il produttore di pappa
reale in biologico è quello che riguarda la nutrizione. Infatti, sempre nelle
linee guida dell’AIAB, viene specificato che:
•
è necessario, a fine stagione, lasciare scorte sufficienti per
l’invernamento delle api;
- 14 -
•
la nutrizione artificiale deve essere autorizzata dall’Organismo di
Controllo quando è in pericolo la sopravvivenza dell’alveare;
•
la nutrizione artificiale può avvenire solo tra l’ultima raccolta del miele
e 15 giorni prima dall’inizio della successiva stagione mellifera;
•
è da preferire l’utilizzo di miele biologico proveniente dalla stessa unità
produttiva;
•
è ammesso l’uso di zuccheri da agricoltura biologica;
•
il prodotto utilizzato, la quantità, il periodo e le arnie interessate dalla
nutrizione artificiale devono essere indicati nel registro degli apiari.
Ne consegue che nell’allevamento biologico delle api la nutrizione
artificiale viene consentita soltanto se le colonie sono in pericolo di
sopravvivenza, mentre nella produzione di pappa reale il ricorso a questa
tecnica è molto frequente. La nutrizione artificiale, infatti, viene utilizzata
per diversi scopi: far sviluppare la famiglia nel modo adeguato prima di
entrare in produzione; mantenere la colonia ad un buono stadio di sviluppo;
far accettare meglio i cupolini in cui le api nutrici vanno a deporre la gelatina;
per fornire alla famiglia un buon apporto lipido-proteico nel periodo in cui le
api trovano poco polline (Luglio-Agosto) e, bloccandosi la covata, si
interrompe la produzione di pappa reale.
Mentre per la produzione di miele la nutrizione artificiale può
presentare dei problemi, dato che se viene somministrata nel periodo di
raccolta si può ritrovare nel prodotto (le api la stoccano nei melari se supera
il loro fabbisogno), ciò non avviene per la pappa reale in quanto, come già
detto in precedenza, questo è un prodotto tutto di origine animale nel quale
non è presente ciò che le api raccolgono e di cui si nutrono.
- 15 -
3. LA PRODUZIONE DI PAPPA REALE:
ASPETTI TECNICI
Nella produzione di pappa reale bisogna distinguere due metodi diversi,
uno amatoriale, con il quale vengono raccolti pochi grammi destinati
esclusivamente ad un uso familiare, ed uno più specializzato, con cui si
raccolgono diversi chilogrammi a stagione produttiva destinati al mercato
nazionale o estero.
La pappa reale che viene raccolta è solo quella contenuta nelle celle
reali, in quanto la gelatina che si trova nelle celle da api operaie o da fuchi ha
una composizione diversa.
Le celle reali compaiono nell’alveare in due circostanze:
•
durante il periodo della sciamatura;
•
quando la famiglia è orfana.
Mentre la prima situazione viene sfruttata nel metodo di produzione
amatoriale, i metodi di produzione professionali si basano sulla seconda.
Metodo di produzione amatoriale
Consiste nella raccolta delle celle reali che le api costruiscono nel
periodo primaverile quando decidono di sciamare. L’apicoltore non fa altro
che visitare la colonia di api ad intervalli regolari di tre giorni e raccogliere
questi cupolini. La tecnica non è molto efficiente, anche perché le api, dopo
un certo periodo di tempo, smettono di produrre celle reali.
Un altro metodo è quello di rendere orfana una famiglia, così che le api
operaie allevano nuove regine. Anche in questo caso l’apicoltore ispeziona
regolarmente ad intervalli regolari di tre giorni l’alveare ed asporta i cupolini
contenenti la gelatina. Con questa tecnica però sorgono degli inconvenienti,
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in quanto dopo uno o al massimo due raccolti, essendo stata tolta la regina
che quindi non può deporre nuove uova, nell’alveare non si trovano più
telaini contenenti larve dell’età giusta dalle quali le api possano allevare
nuove regine. Si può risolvere il problema inserendo nell’alveare orfano dei
favi contenenti delle larve della giusta età; la tecnica, comunque, risulta poco
efficiente dato che la produzione di pappa reale si riduce anche per il fatto
che il numero di api nutrici diminuisce progressivamente con il passare del
tempo in assenza della regina che depone nuove uova.
Entrambi questi metodi presentano ulteriori inconvenienti, primo fra
tutti la necessità da parte dell’apicoltore di ispezionare regolarmente e molto
scrupolosamente tutti i telaini per non correre il rischio di farsi sfuggire
anche una sola cella reale. Altrimenti, se si è adottato il primo metodo, si
verifica la sciamatura, fenomeno non desiderato in quanto fa ridurre di molto
la produzione di miele; se è stato adottato il secondo metodo, viene a
mancare la ricercata orfanizzazione e le api smettono di costruire nuove celle
reali. Questa modalità produttiva, di conseguenza, richiede molte ore di
lavoro a fronte di una bassissima produzione.
Un altro problema è determinato dal fatto che il prelievo costante di
celle reali danneggia molto i favi, i quali, con il passare del tempo, devono
essere sostituiti non essendo più utilizzabili dalle api.
Raccogliendo le sole celle reali costruite naturalmente dalle api una
volta resa orfana la famiglia, la produzione annua di pappa reale si aggira
intorno ai 3-20 g per arnia, inoltre raccogliere la gelatina dalle celle naturali
è una operazione più delicata rispetto alla raccolta su cupolini artificiali
perché le celle sono fragili, hanno un fondo irregolare e spesso sono unite tra
loro a gruppi di due, tre o quattro.
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Metodo di produzione intensivo
Sono state sviluppate delle tecniche che permettono di produrre pappa
reale in modo che il processo risulti economicamente conveniente. Con
questo metodo si riescono a produrre 2-3 kg di gelatina come media per
alveare per stagione produttiva. Confrontando questo dato, con quello
riportato nell’unica bibliografia che tratta le tecniche per produrre pappa
reale razionalmente, si vede che la produttività media per alveare si è alzata
di molto. Il “Manuel pratic du producteur de gelée royale” del francese Alin
Caillas tradotto in italiano nel Dicembre del 1982 si pone come obiettivo
quello di riuscire a raccogliere 500 g di pappa reale all’anno da un’arnia.
Questo risultato è stato ottenuto cercando, da un lato, di perfezionare la
tecnica di produzione e, dall’altro, lavorando sulla selezione di api regine in
grado di far nascere nutrici capaci di secernere un quantitativo maggiore di
pappa reale.
Cenni sulla selezione delle regine
In Cina esiste un’università dell’apicoltura, la quale ha messo in atto un
programma di selezione sull’ape ligustica, per il miglioramento della
produzione di pappa reale, molto prima dell’Italia. Tale programma è
iniziato nel 1980 quando le api erano già in grado di produrre 1 kg di
gelatina per alveare per stagione produttiva. Nel 1988, dopo otto anni di
selezione la produzione si era incrementata fino a 2 kg.
Per migliorare ulteriormente la produttività di gelatina sono state prese
le migliori 18 regine su 1.000 alveari in 5 province e sono state portate in
un’isola bonificata, dove non erano presenti altri fuchi che avrebbero potuto
disturbare il processo di selezione. Da queste 18 regine sono state ricavate
delle figlie che sono state distribuite di nuovo agli apicoltori, dai quali, a fine
stagione, sono state riprese le migliori regine.
- 18 -
Tale metodo ha selezionato regine in grado di far nascere nutrici capaci
di produrre fino a 7,7 kg di gelatina in 320 giorni, cioè circa 100 g ad alveare
ogni 72 ore. Questa linea di regine è stata chiamata “ZND n.1”.
Un tale incremento produttivo è attribuibile al fatto che i cinesi avevano
selezionato api con un numero più elevato di ghiandole ipofaringee. Queste
api esistono già in natura ed hanno 656 ghiandole invece di 562.
Attualmente in Cina si è arrivati a produrre 150 g di pappa reale in 72
ore, con punte anche di 200 g, ossia 650 mg a cupolino.
Il problema di queste api è che hanno una scarsa attitudine a bottinaie;
quindi, se non vengono costantemente alimentate, non riescono a
sopravvivere. Questo ha impedito il loro utilizzo nella selezione fatta nel
nostro Paese, pur trattandosi di ligustiche, le stesse api allevate in Italia.
In Italia il lavoro di selezione delle regine per l’incremento della
produzione di pappa reale viene condotto dai soci fondatori del COPAIT. I
risultati ottenuti sono molto incoraggianti in quanto, grazie a questa
selezione, le famiglie sono in grado di produrre 2-3 kg di gelatina come
media per periodo di produzione, con punte anche di 4-4,5 kg.
Va sottolineato come questi livelli di produzione non sono dovuti
solamente ad una migliore genetica delle api ma anche al perfezionamento
della tecnica di produzione. Ciò conferma come adottando un metodo di
produzione appropriato e utilizzando regine selezionate si riesce a produrre
un elevato quantitativo di pappa reale.
Requisiti per la produzione professionale di pappa reale
Affinché una famiglia, dotata di una buona regina, produca un
quantitativo ragguardevole di gelatina, bisogna che l’alveare abbia una
quantità di api elevata in modo che la colonia sia dinamica e riesca a fare un
buon raccolto. Nell’alveare ci deve essere un numero considerevole di api
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nutrici, di età compresa tra i 5 e i 14 giorni, perché sono proprio le nutrici
che producono la pappa reale.
La gelatina va raccolta quando si verificano le migliori condizioni di
compromesso tra qualità (la pappa reale cambia composizione di ora in ora)
e quantità depositata. La pratica comune è quella di raccogliere 72 ore dopo
l’innesto della larva, ma non ci sono studi a riguardo che confermano che sia
il momento migliore. Tuttavia, se si posticipa la raccolta rispetto a questo
limite la larva è cresciuta troppo e ha già mangiato parte della gelatina
depositata nella sua cella; se si anticipa il quantitativo depositato è minore.
Ovviamente per una buona produzione la famiglia si deve trovare nel
miglior stato possibile, ossia deve essere curata bene la sua nutrizione e
mantenuto un buon calore all’interno dell’alveare.
Per mantenere il calore è necessario che l’alveare sia ben popolato di
api. Per quanto riguarda l’alveare è possibile utilizzare arnie in polistirolo, un
materiale coibentante che mantiene la temperatura anche durante la notte.
Un’altra accortezza è quella disinserire tra l’arnia e il suo coperchio come
intercapedine un panno di iuta; questo svolge anche altre funzioni come
impedire i saccheggi se ci sono delle fessure nel tetto dell’arnia ed evitare
che, nel momento che si toglie il coperchio per visitare l’arnia, ci siano
vibrazioni, cosa che mette in allarme le api e le rende più aggressive.
La nutrizione è uno dei fattori più importanti perché rende le famiglie
più dinamiche e quindi più produttive. Questa deve essere composta da una
parte zuccherina e da una proteica. La nutrizione zuccherina può essere fatta
con miele o zucchero, mentre quella proteica con polline o attraverso dei
succedanei. Per fornire il polline si possono utilizzare favi prelevati da altre
arnie o polline raccolto per mezzo di trappole. A questo proposito, non è da
escludere la possibilità di organizzare una filiera in cui alcuni apicoltori si
specializzano nella raccolta del polline ed altri nella produzione di pappa
- 20 -
reale in modo tale che si possa reperire facilmente del polline da fornire alle
api con la nutrizione.
La nutrizione, rendendo più dinamica la famiglia, stimola la regina ad
iniziare a deporre le uova. A questo scopo la nutrizione stesa deve essere
iniziata circa un mese prima della messa in produzione della famiglia; infatti
passano circa 21 giorni perché da un uovo nasca un’ape operaia e questa
diviene nutrice solamente al quinto o al sesto giorno.
La quantità somministrata deve essere tale da essere completamente
consumata per evitare che venga stoccata nei favi andando ad intasare il nido;
ciò comporta che la regina ha uno spazio minore per deporre e, di
conseguenza, si riduce il numero di api all’interno dell’alveare.
Il maggior dinamismo della famiglia determinato dalla nutrizione è
molto importante in quanto assicura un buon ricambio di api, requisito
essenziale se si considera che un’ape operaia svolge il ruolo di nutrice solo
per circa 10 giorni e quindi deve essere presto rimpiazzata.
Descrizione delle attrezzature
Per produrre pappa reale, oltre alla normale dotazione utilizzata nella
produzione del miele, è necessaria un’attrezzatura specifica per la
conduzione degli alveari e una per il laboratorio.
Per il laboratorio servono, in particolare:
•
impianto di aspirazione;
•
filtro;
•
leggio con lampada;
•
picking cinese;
•
impastatrice;
•
termosigillatrice;
•
frigorifero.
- 21 -
Pompa
aspirazione
Larve
Pappa
reale
Figura 1 – L’impianto di aspirazione
Figura 2 – Dispositivo per il trasferimento delle larve
- 22 -
L’impianto di aspirazione è costituito da una pompa pneumatica che
attraverso il vuoto creato aspira la pappa reale dai cupolini; a questa è
collegato un filtro che toglie le impurità dalla gelatina aspirata (figura 1). In
genere viene utilizzato un comune filtro a sacco, che però presenta dei
problemi al momento della pulizia in quanto l’operatore viene a contatto con
il prodotto.
È stato brevettato un altro tipo di filtro che ha anche vinto il concorso
"Innovazioni in apicoltura", nella sezione speciale del Concorso "Tre Gocce
d'
oro - Grandi mieli d'
Italia" di Castel San Pietro Terme. Questo sistema di
filtraggio garantisce un’assoluta igienicità del prodotto, in quanto il
dispositivo può essere applicato direttamente ai vasi o ai sacchetti in cui
viene stoccata la gelatina la pappa reale garantendo un circuito chiuso
dall’aspirazione sul cupolino fino allo stoccaggio.
Per l’operazione di traslarvo è necessario un leggio che tiene il favo
nella giusta posizione affinché si possano individuare meglio le larve da
innestare (figura 2). Al leggio va abbinata una lampada, che crea
l’illuminazione ottimale e, se necessario, una lente di ingrandimento per
individuare meglio le larve dell’età giusta.
Il picking cinese (figura 3) è lo strumento che permette di agevolare
l’operazione di innesto della larva: attraverso questo si raccoglie la larva, con
un po’ di gelatina che si trova sul fondo della cella, dal favo posto sul leggio
e si deposita sul fondo del cupolino.
La macchina impastatrice serve invece per mescolare gli ingredienti
utilizzati per preparare la nutrizione solida stimolante.
La termosigillatrice viene utilizzata per sigillare le confezioni in cui si
andrà a stoccare la pappa reale.
Il frigorifero è indispensabile perché per mantenere la qualità del prodotto è
necessario garantire la catena del freddo, il che comporta che la gelatina, una
volta aspirata, venga immediatamente refrigerata.
- 23 -
In apiario l’attrezzatura necessaria è la seguente:
•
stecche con cupolini;
•
telaio portastecche con nutritore a tasca;
•
escludiregina;
•
arnie da 6 favi;
•
arnie da 15 favi;
Figura 3 – Il picking cinese
Nutritore a
tasca
Stecche con
cupolini
Figura 4 – Telaio portastecche con cupolini e nutritore
- 24 -
I cupolini sono una ricostruzione artificiale delle celle reali; al loro
interno viene innestata una larva dopodiché le stecche vengono inseriscono
nel telaio portastecche. Su ogni stecca sono attaccati 30 o 60 cupolini. Il
nutritore a tasca posizionato sul telaio portastecche permette di
somministrare lo sciroppo zuccherino ogni volta che vengono immesse
nell’alveare le stecche innestate con il vantaggio di aumentare la percentuale
di accettazione (figura 4).
L’escludiregina ha il compito di impedire l’accesso ad una determinata
zona dell’arnia alla regina.
I due modelli di arnie citati (a 6 o a 15 favi) sono utilizzati in due
diverse tecniche di produzione delle quali si dirà nel seguito: il metodo
“verticale” e il metodo “orizzontale”.
Descrizione delle operazioni
Il processo produttivo va distinto in due parti, una svolta in apiario e
una svolta in laboratorio.
- LAVORO IN APIARIO
Gli interventi in apiario per la produzione di pappa reale consistono,
oltre alle normali procedure necessarie per la conduzione degli alveari, con
particolare attenzione alla cura della nutrizione, nell’eseguire alcune
operazioni fondamentali:
•
togliere le stecche con i cupolini contenenti la pappa reale;
•
inserire i telaini contenenti le stecche con i cupolini in cui è stata
innestata la larva;
•
effettuare la rimonta;
•
ricercare telaini con larve di 1-3 giorni.
Le prime due operazioni vanno eseguite ogni 72 ore, periodo che
rappresenta l’intervallo di tempo dopo il quale si aspira la pappa reale.
- 25 -
Queste consistono, una volta arrivati in apiario, nel togliere le stecche
contenenti la gelatina e nell’inserire quelle con i cupolini in cui in laboratorio
è stata innestata la larva. In questa fase, per aumentare la percentuale di
accettazione, si utilizza una nutrizione liquida, a base di zucchero, da
somministrare nel nutritore a tasca posizionato sul telaio portastecche.
La rimonta si esegue ogni 6-9 giorni e consiste nel togliere dal nido uno
o due telaini con covata e metterli nella parte dell’arnia in cui si produce la
pappa reale. Questa operazione serve per rifornire di api nutrici la parte
orfana che, data l’assenza della regina, ne rimarrebbe priva e non si avrebbe
più produzione. Infatti, dopo che si schiude la covata, non essendoci la
regina che depone nuove uova, il favo viene riempito con le scorte e la
produzione va in blocco; per questa ragione il favo viene ripulito dalle api
presenti e viene tolto. Nel nido, invece, si toglie il telaio con la covata fresca
e se ne inserisce uno già costruito ma vuoto, così si dà alla regina la
possibilità di continuare la sua deposizione e si mantiene l’alveare con un
grande numero di api. Se per la rimonta si prelevano due favi, se ne sceglie
uno con covata opercolata a cui manca poco tempo a schiudersi e l’altro con
covata fresca. Il favo con covata fresca è utile perché ha sopra molte api
nutrici che vengono così portate nella parte in cui si produce pappa reale.
Ricercare telaini contenenti le larve dell’età giusta per innestarle non è
semplice. Il prelievo di questi favi non andrebbe fatto sulle famiglie dedicate
alla produzioni di pappa reale, ma su altri alveari a parte. Nei periodi in cui
c’è scarsa disponibilità di larve, si può pensare di inserire nel centro
dell’alveare, 3-4 giorni prima di effettuare l’innesto, un favo vuoto che ha
già contenuto covata bagnato con sciroppo zuccherino: le api vanno subito a
pulire il favo e dopo poche ore la regina andrà a deporre nuove uova. E’
opportuno prelevare favi che hanno già contenuto covata, in quanto, essendo
la cera più scura, aumenta il contrasto con la larva che è di colore biancastro
e può essere individuata più facilmente durante l’operazione di traslarvo.
- 26 -
- LAVORO IN LABORATORIO
Le procedure da svolgere in laboratorio sono quelle che richiedono il
maggior numero di ore in quanto le diverse operazioni previste sono delicate
e richiedono molta precisione.
Le operazioni da svolgere sono le seguenti:
•
tagliare la cera costruita dalle api sui cupolini;
•
togliere le larve;
•
aspirare la pappa reale;
•
innestare le larve;
•
pulire l’impianto di aspirazione.
Una volta tolte dagli alveari le stecche si portano in laboratorio dove si
provvede a togliere la cera che le api costruiscono sui cupolini per
opercolarli. Questa operazione può essere fatta con un taglierino che viene
precedentemente scaldato per facilitare il taglio della cera.
Per rimuovere le larve che sono immerse nella pappa reale, una volta si
utilizzavano delle pinzette con le quali si toglievano tutte a mano. Questo
procedimento comportava un impiego di tempo non indifferente che incideva
sensibilmente sul numero di ore complessivo dedicato all’intero processo
produttivo, dato che le larve da togliere sono molte l’operazione si ripete
ogni tre giorni per 4-6 mesi. Adesso si utilizza la stessa pompa con cui si
aspira la pappa reale a cui viene applicato un convogliatore del getto d’aria
che permette di aspirare la larva e non la gelatina (figura 5a). Questo
procedimento ha permesso di ridurre di molto le ore di lavoro se si pensa che
per togliere le larve di una stecca contenente 30 cupolini prima occorrevano
alcuni minuti, adesso, attraverso l’aspirazione con la pompa, pochi secondi.
Inoltre c’è anche un minor spreco di pappa reale perché con le pinzette un
po’ di prodotto veniva asportato con la larva, mentre con il getto d’aria
convogliato si aspira solamente la larva. (figura 5b).
- 27 -
Tolte le larve si procede ad aspirare la pappa reale per mezzo della
pompa. La gelatina aspirata passa attraverso un filtro che la purifica da
eventuali impurità.
Figura 5a – Rimozione della larva dal cupolino
Figura 5b – Cupolini con pappa reale senza larve
- 28 -
L’operazione successiva è l’innesto della larva. Per far questo ci si
serve del leggio con lampada per vedere meglio le larve e del picking cinese
per effettuare il traslarvo. Si prendono le stecche da cui si è aspirata la pappa
reale e vi si innestano solamente larve di 1-3 giorni, altrimenti diminuisce
l’accettazione e le nutrici depositano un quantitativo minore di gelatina. La
ricerca della larva dell’età giusta ed il successivo innesto (figura 6) sono le
operazioni che richiedono più tempo perché ci vuole un occhio ben allenato
e una buona manualità; per chi inizia questa attività è forse l’ostacolo
maggiore ed è proprio da qui che deriva il successo dei risultati ottenuti. Se
si utilizzano cupolini nuovi è buona pratica non fare innesti a secco, ossia si
procede a mettere, per mezzo di un pennellino, un piccolo quantitativo di
pappa reale mescolata con poca acqua, questo per aumentare la percentuale
di accettazione. Durante questa fase è importante mantenere la giusta umidità
affinché le larve non muoiano; a questo scopo è sufficiente applicare dei
panni bagnati sopra alle stecche innestate nel periodo di tempo che trascorre
prima di andare a posizionare le stecche negli alveari.
Al termine delle diverse operazioni, dopo aver mette il prodotto
raccolto in frigo, è necessario ripulire il laboratorio e lavare l’impianto di
aspirazione e il filtro.
Come si vede dalla descrizione delle operazioni, una condizione molto
importante, che permette di ridurre molto il numero di ore di lavoro, è la
vicinanza degli alveari al laboratorio. Infatti, dopo aver provveduto al
traslarvo in laboratorio, si portano le stecche in aviario; qui si inseriscono
negli alveari da cui si tolgono le stecche con la gelatina da portare
nuovamente in laboratorio.
La vicinanza degli alveari al laboratorio è un presupposto importante
anche per la produzione, infatti in questo caso è possibile lavorare poche
stecche per volta e questo permette di ridurre il tempo che le stecche
innestate con le larve passano sotto il panno umido prima di essere trasferite
- 29 -
negli alveari diminuendo la probabilità che le giovani muoiano e che, di
conseguenza, si riduca la produzione.
Figura 6 – Prelievo della larva per l’innesto
Descrizione del metodo “verticale”
Per questo metodo di produzione si utilizzano solitamente due arnie da
6 favi sovrapposte l’una all’altra, con un escludiregina interposto tra di esse.
La parte sottostante funziona da nido in cui la regina depone le uova e
da cui si prelevano i favi per la rimonta; l’escludiregina impedisce alla regina
di andare nell’arnia superiore.
Nella zona al di sopra dell’escludiregina le api, non sentono la presenza
della regina ed è come se fossero orfane. Sfruttando l’orfanità si cerca di
fargli allevare nuove regine per poi togliere le celle reali e aspirare la
gelatina depositata al loro interno. Le celle reali però non si fanno costruire
liberamente alle api come nel metodo amatoriale, ma si cerca di guidare le
api ad allevare le nuove regine in zone predefinite. Inserendo le stecche con i
- 30 -
cupolini contenenti le larve da innestate, si forniscono alle api larve giovani,
poste in un cupolino che ha una dimensione maggiore delle normali celle da
operaia e simile ad una cella reale: le nutrici inizieranno così a fornire a
queste larve pappa reale. Il telaino con le stecche va inserito al centro
dell’arnia, poiché questa è la zona più calda che, anche in caso di forti
abbassamenti termici (mese di aprile), le api non abbandonano mai, anzi vi si
concentrano per risentire meno delle basse temperature.
Con il metodo “verticale” l’arnia posta sopra deve avere un’entrata
indipendente per permettere alle api di immagazzinare polline, cosa che non
potrebbero fare con una sola entrata nell’arnia inferiore in quanto non
riuscirebbero a farlo passare attraverso l’escludiregina.
Il vantaggio di questo metodo di produzione è che l’apicoltore lavora
nella giusta posizione, senza dover stare piegato e sforzare la schiena,
problema spesso riscontrato tra gli operatori del settore.
Descrizione del metodo “orizzontale”
I principi su cui si basa questo metodo sono gli stessi del “verticale”
soltanto che si utilizza un’arnia da 15 favi e si utilizza un escludiregina posto
verticalmente per dividere l’alveare in due corpi distinti, uno dei quali orfano
nel quale si produce la pappa reale.
Questo metodo si adatta bene a persone con handicap fisici perché
consente di lavorare ad un’altezza inferiore.
Considerazioni sui metodi di produzione
Per produrre pappa reale esistono anche altri metodi che utilizzano
arnie di diverso tipo, ma sono basati tutti su gli stessi principi: zona orfana,
rimonta, nutrizione, ecc.
Quelli descritti sembrano i più razionali ma, qualsiasi metodo si adotti,
è indispensabile seguire alcune regole fondamentali.
- 31 -
Nella sezione che ospita la regina bisogna:
•
assicurare sempre la presenza di polline e miele;
•
assicurare spazio per la deposizione delle uova;
•
garantire la presenza di molte api giovani.
Nella sezione orfana bisogna:
•
assicurare sempre la presenza di polline e miele;
•
garantire la presenza di molte api giovani attraverso la rimonta.
Come considerazione finale bisogna aggiungere che non ci sono delle
regole precise da seguire, sia nella conduzione degli alveari che
nell’effettuare la rimonta; molto dipende dall’apicoltore che in base alle
proprie esperienze è in grado di gestire le operazioni in modo diverso in
relazione alle necessità dell’alveare.
Per quanto riguarda gli accorgimenti tecnici che incrementano
sensibilmente l’efficienza del processo produttivo, vengono elencati alcuni di
essi ritenuti particolarmente importanti da apicoltori professionali che
operano nel settore.
•
Utilizzare stecche con 60 cupolini anziché 30 consente di manovrare
meno stecche in una giornata di lavoro: se un’arnia lavora con 150
cupolini si possono inserire tre stecche, due delle quali da 60, l’altra da
30. In questo modo vengono maneggiate 3 stecche invece di 5.
Moltiplicando per il numero di arnie e per ogni giorno che si raccoglie la
gelatina, considerando poi che la stessa stecca viene manovrata più volte
(traslarvo, taglio della cera, aspirazione larve, aspirazione pappa reale,
prelievo dall’arnia, immissione nell’arnia), si ottiene una consistente
riduzione delle ore di lavoro.
•
Togliere le larve attraverso l’impianto di aspirazione invece di toglierle
una per una con un paio di pinzette permette di fare lo stesso lavoro in
pochi secondi invece di alcuni minuti e consente un minore spreco di
gelatina.
- 32 -
•
Utilizzare il picking cinese al posto del cogli larva per fare gli innesti
rendere più veloce l’operazione di traslarvo.
•
Utilizzare nutritori esterni alle arnie permette di fornire alle api la
nutrizione senza dover aprire gli alveari.
Tutti questi accorgimenti, se adottati contemporaneamente, permettono
di ridurre in misura sostanziale il numero di ore di lavoro.
Un aspetto da considerare, e che il COPAIT sta prendendo in grande
considerazione, è che l’intero processo produttivo si presta bene ad essere
svolto da disabili motori. Infatti, a differenza della produzione del miele che
richiede un impegno fisico per la movimentazione dei melari, nella
produzione della pappa reale non ci sono carichi da spostare e, inoltre, la
parte preponderante del lavoro si svolge seduti all’interno del laboratorio.
Cenni sulla profilassi veterinaria contro Varroa destructor
I trattamenti contro la Varroa destructor solitamente vengono effettuati
nel periodo di fine estate, inizio autunno, quando è cessata la raccolta del
miele. Nel caso della pappa reale, questo periodo di interruzione del raccolto
non c’è, quindi risulta difficile fare i trattamenti nel modo classico. Una
soluzione che si potrebbe adottare è quella di trattare il pacco d’api. Il
metodo può essere così riassunto: ad agosto, quando la regina interrompe la
deposizione delle uova, si prendono tutte le api e si trasferiscono in una
nuova arnia con telai che non si utilizzano nella produzione; le api così
possono essere trattate, si attende una settimana circa e poi il pacco d’api
viene nuovamente trasferito nella dimora originaria. Trattando in questa
maniera si evita il rischio di ritrovare dei residui nel prodotto che si raccoglie.
- 33 -
4. LA PRODUZIONE DI PAPPA REALE:
ASPETTI ECONOMICI
L’analisi economica che segue fa riferimento ad una realtà in cui è già
presente un laboratorio per la smielatura che può essere utilizzato anche per
svolgere le operazioni di estrazione e stoccaggio della pappa reale. È riferita
quindi a tutti gli apicoltori che producono miele e che vogliono integrare la
propria produzione con la gelatina reale, ottenendo così un reddito da
aggiungere a quello maggiormente legato all’andamento delle stagioni che si
ottiene con la produzione più tipica dell’apicoltura. Questa ipotesi comporta
che fra i costi non compaiono quelli relativi alla realizzazione del
laboratorio2.
Il processo produttivo viene analizzato prima ipotizzando che il
prodotto venga tutto destinato alla vendita all’ingrosso, senza considerare i
costi per il confezionamento, poi si esamina il caso in cui tutta la produzione
sia destinata alla vendita al minuto. In questo modo è possibile confrontare le
due soluzioni e vedere quali sono i benefici che si hanno nell’adottare la
seconda strategia commerciale, a fronte degli investimenti necessari.
2
Per chi vuole iniziare l’attività di apicoltore partendo dalla produzione di pappa reale un grosso
problema è rappresentato della realizzazione del laboratorio, in quanto la messa in opera di questa
struttura costituisce un ostacolo finanziario che grava molto sul bilancio di un piccolo apicoltore.
Se un piccolo produttore possiede già dei locali e risiede nel Lazio può richiedere l’autorizzazione
sanitaria semplificata per i laboratori di smielatura, locali che possono essere sfruttati anche per
l’estrazione della pappa reale. La regione Lazio, partendo da una serie di osservazioni che
considerano come l’apicoltura sia un’attività stagionale, i cui prodotti sono microbiologicamente
poco interessanti, e come la tecnologia utilizzata sia priva di reflui solidi, liquidi e di emissioni in
atmosfera, che sussistono attività sommerse, che la realizzazione di un laboratorio incide molto sui
costi degli apicoltori e infine che l’apicoltura è una attività con rilevanza economica ed ecologica,
ha messo in atto una particolare tipologia autorizzativa derogando alcuni requisiti enunciati dal
D.P.R. 30/03/1980 n. 327. Come si vede quindi ci sono delle piccole soluzioni che possono far
superare le difficoltà incontrate
In generale, comunque, si potrebbe pensare ad una organizzazione cooperativa tra apicoltori per la
realizzazione di un laboratorio con i requisiti igienico-sanitari in cui i soci possono portare i propri
prodotti per essere estratti, confezionati e poi restituiti agli apicoltori. Si tratta di applicare al settore
dell’apicoltura quello che già accade, ad esempio, per i produttori di olio.
- 34 -
Dimensionamento del processo produttivo
L’unità produttiva che si andrà ad analizzare è costituita da un modulo
di 35 alveari che producono pappa reale sfruttando il metodo “verticale”. Il
gruppo di arnie è posizionato in prossimità del laboratorio per diminuire i
tempi necessari al trasferimento delle stecche dall’apiario al laboratorio.
I dati di seguito riportati sono stati ottenuti intervistando due apicoltori
che svolgono e promuovono questa attività già da alcuni anni e sono riferiti
all’anno 2003.
Per avere 35 alveari in produzione, è opportuno che in apiario ci siano
almeno 50 alveari, questo perché è stato osservato che in alcune circostanze
è meglio togliere per un po’ di tempo dalla produzione alcune famiglie, per
poi reinserirle quando si ricreano le condizioni adatte alla produzione. I 50
alveari sono necessari anche per rimediare ad eventuali errori compiuti nella
gestione di quelli in produzione, circostanza frequente per chi inizia questa
attività produttiva.
Costi fissi
All’interno di questa categoria rientrano tutti quei costi che riguardano i
beni che svolgono la loro funzione per più di un ciclo produttivo. In
particolare l’investimento iniziale è composto da:
•
arnie in polistirolo con escludiregina;
•
sciami;
•
telai portastecche, stecche e cupolini;
•
impianto di aspirazione;
•
leggio e lampada;
•
impastatrice;
•
frigorifero;
•
termosigillatrice.
- 35 -
È stato scelto di utilizzare arnie in polistirolo perché sono leggere e
facili da manovrare, così che le operazioni da svolgere in apiario risultino più
agevoli e gestibili anche da apicoltrici.
Come impastatrice si è pensato di utilizzare una betoniera a cucchiaio,
perché svolge la stessa funzione di una normale impastatrice ma ha il
vantaggio di avere un costo molto più contenuto.
Una cosa importante da far notare è che alcune delle voci di costo
riepilogate nella tabella 3 possono essere ridotte utilizzando materiali di
risulta o acquistando le materie prime per poi assemblarle. Per esempio il
leggio dove si appoggia il favo per effettuare i traslarvi può essere costruito
manualmente recuperando due tavole di compensato; la parte superiore
dell’arnia si può costruire acquistando del polistirolo dello stesso spessore di
quello della parte sottostante ed incollandolo. In questo modo l’apicoltore ha
molte possibilità per diminuire parte dei costi recuperando dei materiali a
basso prezzo sul mercato o utilizzando scarti o materiali che già possiede.
Descrizione
Arnie in polistirolo
Escludi-regina
Famiglie di api
Telaini
portastecche
Stecche con
cupolini
Sistema aspirante
Leggio e lampada
Impastatrice
Frigorifero
Termosigillatrice
TOTALE
Quantit
à
50
35
50
Prezzo
Durata
Totale
unitario
(anni)
25,00 1.250,00
5
4,00
140,00
5
50,00 2.500,00
5
Valore
residuo
250,00
28,00
Quota
Quota
interessi ammort.
31,25 190,25
3,50
21,31
62,5 475,62
35
4,00
140,00
5
28,00
3,50
21,31
150
3,00
450,00
5
90,00
11,25
68,49
520,00
25,00
300,00
200,00
130,00
520,00
25,00
300,00
200,00
130,00
5.655,00
5
5
5
5
5
104,00
5,00
60,00
40,00
26,00
631,00
13,00
0,63
7,50
5,00
3,25
141,38
79,14
3,80
45,66
30,44
19,79
955,80
1
1
1
1
1
Tabella 3 – Costi fissi delle attrezzature (dati in €)
- 36 -
Il COPAIT offre molti servizi agli associati, tra cui quello di fornire
alcune delle attrezzature ad un prezzo più basso di quello di mercato, ma per
associarsi bisogna versare una quota al momento dell’iscrizione.
Oltre alle voci riportate in tabella 3, fra i costi fissi devono essere
inserite le manutenzioni del capitale fisso3 che possono essere stimate in 250
€ all’anno e la quota associativa al COPAIT che, sebbene volontaria,
conferisce
all’azienda
vantaggi
tecnici,
finanziari
e
commerciali.
Quest’ultima, che attualmente è di 250 € una tantum, può essere
ammortizzata in un periodo di 5 anni, con un costo di 50 €/anno.
Includendo queste due voci, l’ammontare dei costi fissi risulta, come
illustrato in tabella 4 di 1397,18 €.
Voce di costo fisso
Quote ammortamento
Importo (€)
1.005,80
Quote interesse
141,38
Quote manutenzioni
250,00
TOTALE
1.397,18
Tabella 4 – Riepilogo costi fissi
Infine, fra i costi fissi non è stato considerata la formazione necessaria
per acquisire il necessario know-how, in quanto è molto difficile attribuirgli
un valore; questo elemento, tuttavia, deve essere considerato come un fattore
determinante nell’ottenimento di una produzione considerevole, dato che
bisogna avere buone conoscenze riguardo al comportamento delle api in
relazione all’andamento delle stagioni e alle problematiche del settore, per
essere in grado di affrontare i problemi che si presentano e riuscire a
produrre nelle diverse situazioni.
3
Fra le manutenzioni va ricordata la verniciatura delle arnie per ridurre i fenomeni di deriva delle
api quando rientrano nell’alveare, in quanto gli alveari che vengono acquistati hanno tutti lo stesso
colore.
- 37 -
Costi variabili
Rientrano fra i costi variabili tutte le spese sostenute per i fattori a
logorio totale impiegati nella produzione, in particolare:
•
materie prime per la nutrizione;
•
picking cinese;
•
banda di alluminio plastificato per alimenti;
•
costi vari.
Nei costi variabili rientrano anche le api regine, ma non sono state
inserite perché nei costi fissi la voce “sciami” include il pacco di api più la
regina. In questo tipo di produzione la regina viene sostituita ogni anno e
l’allevatore può o sostituirla direttamente dal proprio allevamento oppure
acquistarla da che ne effettua la selezione. Considerando che in molti casi si
adotta la tecnica della “rimonta interna” e che comunque il costo di una
regina è abbastanza contenuto (10-12€) questa voce non è stata inserita fra i
costi variabili.
Fra le materie prime per la nutrizione sono compresi tutti i prodotti
utilizzati per integrare l’alimentazione delle api, come il miele, lo zucchero,
il polline e i succedanei del polline.
La banda di alluminio plastificato per alimenti, utilizzata per stoccare la
gelatina in pacchi da 1 kg, è un film che viene acquistato in rotoli da cui si
ritagliano delle strisce che, sigillate a caldo, vanno a formare il sacchetto.
Nei costi vari sono inclusi il consumo di energia elettrica e dell’acqua
utilizzata per lavare le varie attrezzature e per la pulizia del laboratorio.
Come risulta dal prospetto di tabella 5, in cui vengono riepilogate le
varie voci, i costi variabili annui ammontano a 4.840,50 €.
- 38 -
Quantità
Prezzo
unitario
Carta stagnata
82
0,25
20,50
Picking cinese
10
2,00
20,00
Descrizione
Importo
totale
4.700,00
Nutrizione
Spese varie
100,00
TOTALE
4.840,50
Tabella 5 – Riepilogo costi variabili
Impiego di lavoro
Nella tabella 6 vengono elencate le diverse operazioni necessarie alla
conduzione dell’allevamento finalizzato alla produzione della pappa reale.
Per ciascuna operazione sono state valutate le ore necessario al suo
svolgimento tenendo conto della modalità tecnica con cui viene condotta.
Operazione
Lavoro (h)
Organizzazione lavoro e ricerca materiale
Conduzione alveari
90
480
Sviluppo e invernamento
80
Nutrizioni supplementari
140
Inserimento e prelievo stecche
100
Ricerca larve dell’età giusta
120
Innesti
460
Estrazione larve
175
Aspirazione pappa reale
105
Lavaggio tubi, filtri e altri materiali aspirazione
Lavaggio stecche
40
100
Stoccaggio pappa reale
20
Attività commerciale
54
Valutazione del lavoro
100
TOTALE
2.064
Tabella 6– Riepilogo delle ore di lavoro
Riguardo gli innesti è necessario fornire alcune ulteriori specificazioni.
In passato gli innesti si facevano utilizzando un coglilarva di metallo, ma era
- 39 -
necessario molto più tempo sia per raccogliere la larva dal telaino che per
depositarla sul fondo del cupolino; bisognava inoltre porre un certo
quantitativo di gelatina sul fondo del cupolino per facilitare il deposito della
larva sul fondo. Oggi utilizzando il picking cinese questa operazione viene
eseguita molto più velocemente e gli innesti si possono fare a secco. Per
ridurre ulteriormente il numero di ore dedicate agli innesti si può cercare di
ottenere telai con larve dell’età giusta, sia inserendo al centro dell’arnia un
telaio vuoto che ha già contenuto covata bagnato con sciroppo zuccherino,
sia fornendo una alimentazione proteica (polline o surrogati) in modo che la
regina sia stimolata a fare una deposizione regolare ed uniforme.
Confrontando gli impegni di lavoro risulta che il tempo impiegato per
effettuare gli innesti e trovare le larve dell’età giusta è circa un terzo delle
ore totali, e rappresenta quindi l’operazione più impegnativa. È un lavoro di
precisione e la percentuale di accettazione delle larve dipende proprio da
queste due operazioni. Individuare le larve dell’età giusta è difficile, bisogna
avere un occhio ben allenato e innestarle nel modo corretto richiede una
certa manualità che viene acquisita solamente con l’esperienza.
Il lavaggio delle stecche non viene eseguito ogni volta che si aspira la
gelatina perché la pappa reale che rimane sul fondo del cupolino aumenta la
percentuale di accettazione delle larve. Viene eseguito dopo un certo numero
di cicli, in quanto le api tendono a depositare un po’ di cera, diminuendo così
il volume dei cupolini e quindi il quantitativo di gelatina depositata. Per il
lavaggio sono necessarie 100 ore e si esegue posizionando un certo numero
di stecche su di un supporto e utilizzando una idropulitrice che con la
pressione esercitata riesce a togliere dai cupolini anche la cera depositata.
Il processo di estrazione delle larve è stato ottimizzato utilizzando la
pompa di aspirazione con un getto convogliato; in questo modo occorrono
175 ore, mentre prima quando le larve venivano tolte a mano con un paio di
pinzette, il numero di ore dedicate a questa operazione era molto maggiore.
- 40 -
Per l’aspirazione della pappa reale si ottengono buoni risultati
utilizzando una pompa con una certa potenza; il processo di aspirazione delle
larve e di estrazione della gelatina potrebbe essere migliorato utilizzando una
macchina dotata di un condotto di aspirazione con 30 getti in cui si inserisce
l’intera
stecca
dalla
quale
prima
si
aspirano
tutte
le
larve
contemporaneamente, poi si aspira la pappa reale contenuta nei 30 cupolini
in un’unica soluzione. Il problema principale di un tale dispositivo, al quale
si sta lavorando, è quello di riuscire a distribuire il getto d’aria in modo
uniforme a tutti i convogliatori.
Per l’inserimento e il prelievo delle stecche sono necessarie 100 ore.
Per risparmiare tempo e disturbare il meno possibile le api bisogna che le
due operazioni vengano eseguite contemporaneamente e per far ciò la
condizione necessaria è quella che il laboratorio sia vicino all’apiario così da
lavorare con poche stecche per volta. In alternativa, è necessario disporre di
un numero di stecche pari al doppio di quelle utilizzate, in modo da
preparare prima gli innesti in laboratorio, recarsi all’apiario e sostituire le
stecche contenenti la gelatina con quelle innestate.
Per quanto riguarda gli aspetti commerciali, è stato considerato che
prendere contatti e spedire il prodotto ai compratori richiede circa 1 ora a
settimana e quindi il tempo totale dedicato a tale attività è stato stimato in
circa 54 ore all’anno.
Dalla figura 7, in cui è rappresentata la percentuale di tempo impiegata
nelle diverse tipologie di lavoro (lavoro in apiario, lavoro in laboratorio,
organizzazione e vendita), emerge che l’organizzazione del lavoro e l’attività
commerciale occupano un numero limitato di ore, mentre il lavoro in apiario
e quello in laboratorio, che richiedono lo stesso impegno operativo, hanno
bisogno di un numero di ore di lavoro molto maggiore.
- 41 -
Figura 7 – Ripartizione fra le diverse tipologie di lavoro
Figura 8 – Impieghi di lavoro e possibili riduzioni
- 42 -
Dai colloqui con i produttori e da considerazioni tecniche relative alle
modalità di svolgimento delle operazioni è emerso un certo margine di
miglioramento nell’efficienza di svolgimento di alcune operazioni. Il grafico
di figura 8, riepiloga l’impiego di lavoro per le singole operazioni e i relativi
possibili margini di riduzione.
Risultati produttivi
Nella tabella 7 sono stati inseriti i dati relativi alla produzione ed altri
valori come la percentuale di accettazione dei cupolini, il numero dei cicli
produttivi svolti in un mese, la media di stecche inserite negli alveari, il
numero dei traslarvi eseguiti e la media in grammi di pappa reale depositata
per cupolino.
Come si osserva, il mese più produttivo è quello di maggio, mentre una
buona produzione si registra anche a aprile, maggio, giugno, luglio, agosto e
ottobre.
Analizzando i dati è possibile formulare delle ipotesi sulla convenienza
o meno a produrre in alcuni periodi dell’anno. Le ipotesi possibili sono due:
•
produrre pappa reale durante tutto l’arco della stagione produttiva
ottenendo i risultati visti nella tabella 4;
•
produrre pappa reale durante il periodo più produttivo o che si adatta
meglio alle altre attività svolte.
Seguendo la seconda ipotesi si possono considerare due periodi diversi,
uno compreso tra marzo e luglio, l’altro tra agosto e novembre.
- 43 -
Periodo
Marzo (dal 23)
Prodotto
(kg)i
Famiglie
(numero)
Accettazione
Cicli
Stecche per
(%)
produttivi
alveare
Numero
traslarvi
Prod. media
(g/capolino)
2,694
20
90
4
3
7.200
0,374
Aprile
10,692
25
95
9
3,5
23.625
0,452
Maggio
15,907
36
95
9
4
38.880
0,409
Giugno
12,980
36
95
9
4
38.880
0,333
Luglio
13,313
40
95
9
4
43.200
0,308
Agosto
8,713
40
80
9
3
32.400
0,285
Settembre
5,135
25
80
8
3
18.000
0,259
Ottobre
8,775
25
95
11
3
24.750
0,354
Novembre (al 15)
2,712
25
95
5
2
7.500
0,361
234.435
0,345
TOTALE
80,921
73
Tabella 7 – Riepilogo dei dati produttivi
- 44 -
- PRODUZIONE CONCENTRATA TRA MARZO E LUGLIO:
E’ il periodo in cui l’apicoltore è molto impegnato, perché deve controllare
che lo sviluppo delle famiglie proceda nella giusta maniera affinché le api
arrivino nelle condizioni ottimali al momento della raccolta del miele.
Comunque questi mesi risultano essere quelli più produttivi, infatti dai dati
sopra riportati si può vedere che effettuando 40 cicli di raccolta si avrebbe
una produzione di 55,586 kg di gelatina. Questa produzione potrebbe salire
considerando che nel caso analizzato sono stati saltati 3 cicli di raccolta,
ottenendo una produzione di circa 60 kg con un numero di ore di lavoro
intorno a 1.200.
- PRODUZIONE CONCENTRATA TRA AGOSTO E NOVEMBRE:
Sono mesi in cui l’apicoltore ha già raccolto la maggior parte del miele e si
deve
occupare
dei
trattamenti
contro
la
Varroa
destructor
e
dell’invernamento delle famiglie. Nel caso analizzato sono stati compiuti 33
cicli con una produzione di 25,335 kg di pappa reale ma si potrebbero
compiere altri 2 cicli aggiuntivi con una produzione prossima ai 27 kg e
numero di ore di lavoro di circa 790.
Determinazione dei risultati economici
Dai dati relativi alla produzione riportati in tabella 7 è possibile
determinare la produzione lorda vendibile, moltiplicando il valore della
produzione espresso in kg per il prezzo medio della pappa reale all’ingrosso,
che attualmente risulta di 570 €/kg.
Da questo valore, che ammonta a 46.125 €, vanno sottratti i costi fissi e
i costi variabili, così come determinati nel precedente paragrafo per ottenere
il reddito operativo specifico dell’attività che risulta pari a 39.887 €.
- 45 -
Importo (€)
Produzione lorda vendibile
46.125
Costi variabili
4.840
Costi fissi
1.397
Totale costi
6.238
Reddito operativo specifico
39.887
Tabella 8 – Riepilogo conto economico
Come si vede dai dati sopra riportati il reddito operativo che si ottiene
dal processo produttivo è elevato e questo al fronte di un investimento molto
limitato.
Dietro l’ottenimento di questi risultati c’è un elevato numero di ore di
lavoro; se si divide il valore del reddito operativo per il numero di ore di
lavoro si ottiene la redditività da lavoro, che risulta essere pari a 19,33 €/h.
Questo valore risulta molto interessante e certamente inferiore ai livelli di
remunerazione solitamente ottenibili nel settore agricolo.
Va precisato, però, che i risultati produttivi a cui si riferisce il conto
economico sono stati ottenuti da due apicoltori di grande esperienza e
capacità e pertanto sono da considerare come un riferimento “di punta”.
D’altro canto anche un apicoltore principiate con un po’ di pratica riesce a
farsi una certa esperienza in poco tempo, specialmente se aiutato da
qualcuno che lo consiglia per risolvere le difficoltà incontrate.
Produzione di pappa reale per il consumo finale
Come è già stato detto l’analisi economica sopra riportata si riferisce
alla produzione di pappa reale destinata alla vendita all’ingrosso.
Per poter confezionare la gelatina occorre aggiungere alcuni costi:
•
macchina per confezionare la gelatina;
•
confezioni;
•
etichette;
- 46 -
ed inoltre tenere conto dell’incremento di lavoro legato sia alla fase di
confezionamento che a quella di commercializzazione.
Il costo delle confezioni e delle etichette, il cui prezzo si aggira intorno
ai 0,45 € cadauna, deve essere incluso fra i costi variabili. Considerando che
per una produzione di circa 81 kg ci vogliono 8.100 confezioni, ai costi
variabili va aggiunta una voce pari a 3.645 €.
L’acquisto della dosatrice manuale per confezionare la pappa reale da
origine a dei costi che rientrano fra i costi fissi. Acquistare una dosatrice
automatica non è ancora conveniente, mentre una manuale non richiede un
investimento elevato.
Considerando un costo d’acquisto di 900 €, un valore residuo di 180 € e
una vita utile di 5 anni i costi fissi, fra quota ammortamento e quota interessi,
risultano di 160 € all’anno.
Confezionando il prodotto in barattoli da 10 g il prezzo di vendita si
alza da 570 € a 1.000 € al kg e questo permetterebbe di avere una produzione
lorda vendibile di 80.920 €.
I nuovi valori di produzione lorda vendibile, costi e reddito operativo
sono riepilogato in tabella 9.
Importo (€)
Produzione lorda vendibile
80.920
Costi variabili
8.485
Costi fissi
1.557
Totale costi
10.042
Reddito operativo specifico
70.878
Tabella 9 – Riepilogo conto economico
Per poter determinare la redditività del lavoro in questo secondo caso
occorre valutare il numero di ore necessarie al confezionamento e
all’etichettatura del prodotto e le ore occupate dall’attività commerciale per
- 47 -
la vendita diretta4. Supponendo che per confezionare gli 81 kg di pappa reale
ci vogliono intorno a 100 ore e che l’attività commerciale richiede 3 ore a
settimana, cioè all’incirca altre 160 ore di lavoro all’anno, il numero totale di
ore sale a 2.304, con una redditività di 30,92 €/h.
Dai dati relativi alle due ipotesi esaminate si vede come la vendita al
dettaglio risulti essere la scelta più conveniente, perché con un basso
investimento aggiuntivo si riesce quasi a raddoppiare il reddito operativo e la
redditività del lavoro assume un valore considerevole, difficilmente
ottenibile in altre attività agricole.
Solitamente chi opera nel settore adotta entrambe le soluzioni,
vendendo all’ingrosso la quantità di gelatina che non riesce a vendere al
dettaglio. Questo perché riuscire a vendere direttamente tutto il prodotto non
è alla portata di tutti e dipende molto dalle capacità commerciali
dell’apicoltore.
4
All’attività commerciale per la vendita diretta è stato assegnato un numero di ore maggiore perché
prendere contatti con tutti i possibili acquirenti (farmacie, negozi specializzati, consumatore finale)
e spedirgli tutti gli ordini richiede molte più ore rispetto a quelle dedicate alla vendita all’ingrosso.
- 48 -
Conclusioni
La produzione di pappa reale può rappresentare un’attività interessante
dal punto di vista economico per chi la intraprende e può assumere un
significativo riferimento anche dal punto di vista occupazionale, visto che la
produzione nazionale è molto al di sotto del consumo effettivo.
Dal punto di vista qualitativo la pappa reale importata, proveniente
principalmente dalla Cina, non presenta le stesse caratteristiche della
produzione interna; a fronte di un costo molto basso, il prodotto contiene
spesso dei residui di antibiotici, come il cloramfenicolo, il cui uso in Italia è
stato vietato già da molti anni perché pericoloso per la salute umana. A
riguardo si stanno facendo dei controlli ed escono periodicamente degli
allerta a livello comunitario, per questa ragione la produzione italiana sta
acquistando sempre più importanza e sta progressivamente guadagnando
spazio sul mercato sia nazionale che estero, come confermano le richieste da
parte di altri Paesi che vogliono la pappa reale italiana per le caratteristiche e
le garanzie qualitative che possiede.
Infine, anche se è vero che questa attività richiede una certa
professionalità, va sottolineato che chi vi si dedica per la prima volta impiega
poco tempo ad acquisire una certa esperienza. Considerando che un ciclo di
produzione ha una durata di 3 giorni, l’apicoltore novizio ha la possibilità di
fare il punto della situazione ad intervalli brevissimi e di capire dove ha
avuto successo e dove ha sbagliato per non ripetere gli stessi errori.
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Bibliografia
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BRUNI F., FRANCO S., 2003. Economia dell’impresa e dell’azienda agraria, Franco
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Editeur, Parigi.
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1999
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GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA, DPR 30/03/1980 n. 327
ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE REGIONI
LAZIO
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TOSCANA, 2004.
Aspetti igienico sanitari dell’apicoltura laziale
PASINI B., FALDA M. T., 2003. L’allevamento d’api regine, UNAPI
PASINI B., FALDA M. T., luglio 2005. Appunti del corso teorico-pratico per la
produzione di pappa reale.
PIANA
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2005. Tabella valori nutrizionali medi per 100 g di pappa reale
prodotta dai soci COPAIT
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3. La produzione di pappa reale