Corso di Storia delle dottrine politiche
A.A. 2013-2014
Docente:
Prof.ssa Roberta Modugno
Lo Stato moderno
Definizione storico-tipologica
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Con Stato genericamente si intende – sulla scia
di Max Weber – una forma storicamente
determinata di organizzazione del potere o delle
strutture dell’autorità, caratterizzata dal fatto che
una sola istanza, quella statuale, detiene il
monopolio legittimo dell’uso della forza su un
dato territorio.
E’ caratterizzato da tre elementi: il potere
sovrano, che dà sostanza all’autorità; il popolo; il
territorio su cui lo Stato esercita il proprio
dominio.
Stato e altre forme di dominio
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Lo Stato moderno si differenzia dal sistema feudale, storicamente
precedente, il quale era caratterizzato: 1) da un complicato intreccio
dei diritti di sovranità dei diversi signori, per cui manca l’unità
territoriale dello Stato; 2) da una potere parcellizzato e diffuso nella
società, da molti centri di potere ordinati gerarchicamente, ciascuno
sovrano nell’ambito assegnatogli dal diritto. Questi rapporti di potere
erano personali e privati basati spesso su un rapporto contrattuale.
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Tutto questo consentiva la guerra privata o la faida. Lo Stato,
invece, con il monopolio dell’uso legittimo della forza, tende a
instaurare la pace al suo interno e ha un rapporto impersonale e
pubblico con il governato.
Luogo e data di nascita
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Lo Stato ha una sua storia e un suo luogo
d’origine: il suo luogo di nascita è l’Europa
continentale e la sua data coincide grosso
modo con gli inizi dell’età moderna.
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Datazione
dell’età
moderna:
tra
il
Quattrocento e il Cinquecento. Caduta di
Costantinopoli (1453);scoperta dell’America
(1492); Riforma di Martin Lutero (1517).
Modernità dello Stato
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L’età moderna è un punto di rottura con il medioevo e
con quell’assetto politico non centralizzato che aveva
caratterizzato la storia europea per quasi un millennio.
La nascita dello Stato evoca la lenta e progressiva
messa a fuoco di un nuovo modo di concepire il potere
politico e una serie di mutamenti istituzionali che nel
corso della prima età moderna hanno caratterizzato
l’Europa. Il cuore di tutte le novità rappresentate dal
potere organizzato in forma statuale sta nel principio di
sovranità, unica e indivisibile, certa e perpetua, come la
definì Bodin (1529-1596) nei suoi Six livres de la
République (1576).
Tipologia e storia
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Le rotture che conducono all’affermarsi dello Stato moderno sono
difficilmente databili, essendo il risultato di un lento processo storico.
Il momento centrale è l’affermarsi della moderna sovranità
La variabile esplicativa di questo periodo storico che ha come
protagonista lo Stato è l’assolutismo. Tutti gli Stati europei hanno
conosciuto un momento assolutistico. Con assolutismo possiamo
inizialmente intendere la concentrazione e l’unificazione della
titolarità e dell’effettivo esercizio del potere nei suoi aspetti più
politici (la pace e la guerra) in una sola istanza. Un potere
monocratico e discendente che poteva essere limitato oltre che dal
diritto naturale anche dalle leggi fondamentali, ma che non poteva
essere controllato dai sudditi.
Lo Stato come invenzione
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Lo Stato è europeo, nel senso che nasce e si sviluppa in
Europa ed è moderno, perché inizia la sua plurisecolare
storia in un periodo che coincide con il sorgere dell’età
moderna.
Lo Stato è un’invenzione e non una scoperta: «Lo Stato
moderno si presenta come un complesso istituzionale
artificialmente
progettato
e
congegnato,
non
spontaneamente emerso. ….Uno stato moderno….è una
realtà fatta, posta in essere di proposito» (Poggi)
Lo Stato è moderno
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Lo Stato è sempre esistito?
Natura perenne o transeunte di questa articolazione del
potere politico?
Lo Stato è solo moderno: l’età antica e il medioevo non
conoscono forme statuali. La loro organizzazione politica
non è assimilabile a quella dell’età moderna.
«Il tipo di ordinamento oggi vigente, lungi dall’essere
l’unico e inevitabile prodotto della ragione universale, è
soltanto il risultato ….. di una serie di congiuntura
storiche» (G. Miglio)
Max Weber, Carl Schmitt, Otto Brunner
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Fino ai primi del Novecento il termine Stato era utilizzato
come un super concetto che serviva a indicare
qualunque tipo di comunità politica organizzata passata,
presente e futura. Questo gruppo di studiosi ribaltò
questo paradigma rendendo pacifica la modernità dello
Stato. Dalla fine della prima guerra mondiale incomincia
a farsi strada l’idea di una piena storicità dello Stato.
Questo appare come un prodotto del «processo di
razionalizzazione» tipico dell’Occidente (Weber), nato in
una determinata epoca storica (Schmitt), a seguito del
progressivo disarmo della popolazione a vantaggio di
una burocrazia armata (Brunner).
Nascita e funzioni dello Stato
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La nascita dello Stato è segnata dal tentativo di
pacificazione territoriale: il territorio deve essere
sottoposto ad un unico detentore della forza. Lo Stato
per avere successo deve proibire la violenza privata e
presentarsi
come
l’unico
detentore
legittimo
dell’esercizio della forza. Max Weber è stato tra i primi a
porre in luce questo aspetto della moderna statualità.
«Per Stato si deve intendere un’impresa istituzionale di
carattere politico nella quale – e nella misura in cuil’apparato amministrativo avanza con successo una
pretesa di monopolio della coercizione fisica legittima, in
vista dell’attuazione degli ordinamenti» (M. Weber)
«Monopolio della coercizione legittima»
(M. Weber)
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Lo Stato esclude qualunque altro centro di potere sociale
dalla possibilità di utilizzare la forza su un dato territorio
(un altro Stato, gruppi sociali, singoli individui). Si tratta
del servizio di protezione fornito a tutti, che non tollera
concorrenti.
Il carattere monopolistico del potere statale è un
elemento essenziale della sua situazione moderna e
della sua qualità di impresa continuativa. Il successo
della pretesa di monopolio è un elemento cruciale
perché il potere costituito possa essere il solo che è
autorizzato a determinare il diritto, il rispetto della legge,
l’amministrazione della giustizia.
Monopolio dell’esercizio della forza:
La fine della faida
La società deve essere disarmata. L’offerta unilaterale di
protezione diventa vincolante se la popolazione è
disarmata. L’offesa ad un cittadino diventa un’offesa verso
l’interesse pubblico che è quello di preservare l’ordine. La
formazione di un diritto penale e di un procedimento
giudiziario statale, che sottoponga alla giurisdizione
pubblica l’ampia sfera dei fatti scaturenti dalla faida mostra
il cambiamento verso un assetto di tipo statuale.
«Abolire la faida non significa prendere una misura statale
come tante altre, bensì cambiare radicalmente la struttura
dello Stato e del diritto» (O. Brunner)
Modernità dello Stato
Carl Schmitt
«Ancora oggi si sente parlare della polis greca oppure della repubblica
romana come dell’’antico stato dei Greci e dei Romani’ e si sente
parlare dello stato tedesco del Medioevo e persino degli stati degli
Arabi, dei Turchi o dei Cinesi. Una forma organizzativa assolutamente
legata ai tempi e condizionata storicamente, nonché concreta e
specifica per l’unità politica, perde in questa maniera la sua posizione
storica e il suo tipico contenuto; essa viene trasferita con un’errata
astrattezza a tempi e popoli del tutto estranei e proiettata in quadri e
organizzazioni del tutto diversi. Questa elevazione del concetto di Stato
a concetto normale generale dell’organizzazione politica di tutti i tempi
e di tutti i popoli, avrà fine ben presto con l’epoca stessa della
statualità». (C. Schmitt, 1941)
Lo Stato e la sua storia
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L’inizio lo possiamo situare nella seconda metà del Cinquecento. Se
lo Stato è un fatto eminentemente politico, politiche sono le cause
del suo sviluppo: esso nasce per dare precise risposte a precisi
problemi politici, a sfide che provengono sia dall’arena
internazionale, sia dal territorio sul quale vuole esercitare la propria
sovranità, insomma dall’esigenza di costruire le proprie frontiere, per
dividere la pace e la guerra.
Lo Stato doveva mirare soprattutto alla propria sopravvivenza in un
mondo instabile, dove era perennemente esposto al rischio; e per
sopravvivere la logica era quella di ingrandirsi e di rafforzare il
proprio dominio all’interno.
Pressioni interne e dell’ambiente
internazionale
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Se guardiamo ai problemi interni ci troviamo di fronte al problema
dell’ordine; agli antichi problemi di concentrare, per impedire le
faide, il potere giudiziario nelle mani del re e di acquisire o debellare
principati feudali e signorie al fine di realizzare la territorialità dello
Stato, se ne aggiunge uno nuovo, moderno: le guerre di religione,
che di fatto erano guerre civili.
In Francia la lotta fra cattolici e ugonotti (1559 – 1594); nell’Impero
germanico durante una fase della guerra dei Trent’anni (1618 –
1625), il conflitto fra cattolici e protestanti; in Inghilterra la guerra
civile (1640 – 1649) fra anglicani, presbiteriani, congregazionalisti e
indipendenti.
Le pressioni dell’ambiente internazionale: le guerre per il dominio
sull’Italia (1494-1559); la guerra dei Trent’anni (1618-1648); la
guerra di Successione spagnola (1700-1713); la guerra dei Sette
anni (1756-1763).
La nascita dello Stato moderno. Da quando?
«Le opinioni sul termine a quo per la genesi dello Stato
moderno sono le più disparate e inconciliabili. C’è chi
ritiene che lo Stato moderno si affermi nella lunghissima
durata, tra Carlo Magno e il XIX secolo, chi ne vede il primo
‘laboratorio’ nei comuni e nelle signorie cittadine dell’Italia
medievale, chi ne intravede il primo abbozzo nel cosiddetto
‘Stato per ceti’, tra il XIII e il XIV secolo, chi infine rifiuta di
parlare di Stato moderno prima del Cinquecento o anche
del Seicento, quando si chiariscono meglio i suoi
lineamenti assolutistici». (G. G. Ortu)
Il Cinquecento, periodo intermedio fra le varie datazioni,
rimane il secolo su cui si concentrano le indagini sul
decollo dell’idea e delle pratiche statali. Il processo di
costruzione dello Stato ruota intorno alla figura del principe.
(F. Chabod, N. Matteucci, G.G. Ortu)
«La civiltà rinascimentale….ha dato origine in Italia a una
costruzione politica del tutto originale. Opera d’arte….,nel
senso di artificio, costruzione umana, prodotto moderno
dell’azione intraprendente, risoluta e geniale di
un’individualità d’eccezione [il principe]». (G. G. Ortu)
La Francia del Cinquecento come la vera
culla dello Stato moderno
Il sovrano è il simbolo di un potere unico e indipendente
esercitato su una popolazione e su un territorio avvalendosi
di strumenti essenziali: la legge, la forza e di risorse
materiali di origine e di destinazione pubblica. Funzionale a
tutto questo è la formazione di eserciti permanenti che
dipendono solo dal re e una burocratizzazione statale
sempre in crescita.
In questo senso la monarchia francese che uscì dalle
guerre di religione nel Cinquecento è il candidato più
probabile a rappresentare l’origine dello Stato.
Esempio: il potere sovrano risponde a
problemi concreti
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Jean Bodin nella Methodus ad facilem historiam cognitionem ancora
aderiva alla concezione tradizionale: il compito principale del re, in quanto
vicario di Dio nel mondo, era quello di amministrare la giustizia in accordo
con le leggi del paese: era sottomesso a Dio e alla legge (compresa la
consuetudine). Nei Six livres de la République, scritti dopo la notte di San
Bartolomeo (1572), capovolge la teoria: sovrano è colui che fa e abroga le
leggi, cosicché non è limitato dalla legge, anche perché il comando del
sovrano è superiore ad altre fonti (il diritto consuetudinario, il diritto
romano), le quali si fondavano su un tacito consenso, dovuto a un uso
immemorabile o alle consuetudini diffuse nella società
Il termine sovrano non è nuovo perché nel Medioevo contrassegnava
qualsiasi posizione di preminenza nel sistema gerarchico della società
feudale, per cui anche i baroni erano sovrani nelle loro baronie. Ma ora la
sovranità spetta a una sola istanza: si spezza quella serie infinita di
mediazioni in cui nel Medioevo si articolava il potere.
Johannes Althusius (1563-1638), La politica esposta con
metodo , 1614
Un’ alternativa allo Stato moderno?
 Esisteva
un’Europa diversa? Da una lato
conservava molti aspetti del pluricentrico mondo
medievale e dall’altro presentava forme e
riflessioni che annunciavano un diverso modello
di organizzazione politica.
 Althusius: teoria del proto-federalismo nata
nell’ambito della religiosità calvinista.
 Base pattizia e volontaria della comunità politica.
 Diritto di resistenza come diritto fondamentale
regolamentato e dettagliatamente esposto.
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Lezione II - Scienze Politiche