ISTITUTO COMPRENSIVO “S. PIO DA PIETRELCINA”
ANNO I - NUMERO 2 - APRILE 2009
UN NUOVO NUMERO
DI “PIANETA SCUOL@”
ENTUSIASMA I RAGAZZI
• di MARIA GRAZIA D’APOLLONIO
C
EURO 0,30
CONCORSO “PINOCCHIO IN BICICLETTA”, PRIMO E
SECONDO POSTO ALLA V ELEMENTARE E ALLA II
MEDIA DI PESCO SANNITA.
ari lettori,
siamo giunti con molto entusiasmo alla
pubblicazione del secondo numero del giornale scolastico dell’I.C. di Pietrelcina, elaborato da noi ragazzi della Scuola Secondaria di Pesco Sannita nell’ambito del laboratorio pomeridiano.
Siamo lieti che il primo numero abbia riscosso tanto successo e che sia stato apprezzato dai nostri compagni e dagli adulti.
Ciò è stato un ulteriore stimolo a continuare
e a migliorare il lavoro intrapreso. Non
neghiamo che inizialmente i nostri timori
erano tanti perché, dovendo creare un giornale tutto nostro per la prima volta, avevamo paura di non riuscire nell’impresa e di
Luigi Trusio, consigliere comunale, premia gli alunni della scuola "F. S. Viglione" di Pesco Sannita
In alto a dx il cartellone che ha vinto il secondo premio
deludere così le aspettative del pubblico.
Ribadiamo che siamo solo dei giornalisti in
erba, che abbiamo ancora tanto da imparare, ma ce la stiamo mettendo tutta per ottimizzare gradualmente il nostro lavoro.
Ci siamo impegnati per questo secondo
numero
ancora con più passione, grazie
all’interesse che voi avete dimostrato verso
il nostro giornale. Ci auguriamo di colpire
nel segno anche questa volta e vi invitiamo
a farci conoscere le vostre opinioni che per
noi saranno fondamentali e costruttive per
progredire in questo settore. Buona lettura!
IL COMMENTO
ELUANA, UNA VITA NON VITA
• di Maria Grazia D’Apollonio
S
e n’è parlato tanto in tv. I giornali hanno dedicato all’argomento centinaia
di pagine. Oggetto di dibattito e di accese
discussione tra persone determinate ad esprimere la propria opinione.
Stiamo parlando di un dramma, di una sofferenza durata 17 lunghi anni che e’ stata
bloccata con il cosiddetto “stacco della
spina”. La protagonista è, o meglio era,
una ragazza 37enne, Eluana Englaro, che
come ogni ragazza aveva dei sogni nel cassetto che un giorno avrebbe voluto aprire e
realizzare. Purtroppo la vita non ha voluto
consentirglielo e ha spento le sue speranze.
Un gravissimo incidente stradale, all’età di
20 anni, ha costretto la povera ragazza a
“vivere” in uno stato vegetativo, alimentata solo da un sondino...
segue a pag.10
I
l progetto Pinocchio in bicicletta è
iniziato per noi ragazzi di Pesco Sannita ad ottobre 2008, quando abbiamo partecipato alle gare di Montecatini
Terme. L’avventura è proseguita con il
concorso “Il mio sentiero”, promosso dal
Comitato Provinciale della Federazione
Ciclistica Italiana di Benevento, in collaborazione con il Comitato Provinciale
CONI, con il patrocinio dell’Ufficio Scolastico Provinciale, del Comune e della
Provincia di Benevento e dell’Università
degli Studi del Sannio. L’iniziativa, aperta a tutte le scuole della provincia, era
finalizzata a sollecitare gli alunni “a osservare, esaminare e considerare il territorio in cui vivono ed operano, per scoprirne
le bellezze paesaggistiche, difendere il proprio ambiente, per creare uno spazio dove
giocare e socializzare in libertà”. Il regolamento prevedeva la realizzazione di un cartellone nel quale fosse evidenziato, su mappa
ufficiale del Comune, un sentiero percorribile in bicicletta o a piedi. Bisognava inoltre
indicare l’inizio, i punti intermedi più interessanti (ponti, sorgenti, alberi secolari, casolari…) e la fine del percorso, descrivendo
brevemente il sentiero e l’ambiente che at-
traversava. Tutto doveva essere arricchito da
racconti o leggende in riferimento ai luoghi
rappresentati. I premi in palio erano diversi.
Ai primi classificati sarebbero state assegnate due bici, una per la classe ed una per l’insegnante che ha curato il progetto; ai secondi, invece, cinque caschi da distribuire agli
alunni maggiormente meritevoli. La premiazione è avvenuta il giorno 13 gennaio 2009 a
Benevento presso l’Auditorium Giovanni
Paolo II del Seminario Arcivescovile, nel
corso della Festa del Ciclismo “UNA BICI
PER TE”. Le scuole che hanno partecipato
hanno realizzato lavori di grande interesse,
ma la scuola di Pesco Sannita si è particolarmente distinta per aver ricevuto ben due
premi. Al 1° posto, infatti, nell’ordine delle
scuole primarie si è qualificata la classe 5^
sez. A e al 2°, nell’ambito delle scuole secondarie di primo grado, la classe 2^ media
sez. A. La vittoria, anche se del secondo
premio, ci ha resi orgogliosi e ci ha fatto
credere fermamente nelle nostre capacità.
Non avevamo mai ricevuto nulla per la nostra creatività, per cui non credevamo minimamente in un tale risultato.
Tra l’altro, il tempo a disposizione era veramente poco, ma non ci siamo scoraggiati,
anzi ci siamo sentiti entusiasti, “carichi di
energia” e pronti alla sfida. Ci siamo impegnati nell’impresa perché sapevamo di potercela fare e di dimostrare a tutti, come dicono
spesso i nostri insegnanti, che “VOLERE è
POTERE”, così con la nostra determinazione e con l’aiuto dei professori siamo riusciti
a concludere nel tempo prestabilito un lavoro apprezzabile e originale. “Una corsa nel
passato… immersi nel verde e nella natura”,
questo il titolo della nostra laboriosa opera
artistica, arricchita da leggende locali cariche di storia e di valori. A premiarci è stata
la giuria formata da alcuni esponenti del
CONI, tra cui il presidente provinciale Mario
Collarile. Le biciclette e i caschi sono stati
offerti dalla ditta di Mario Scanio di Frattaminore.
Ringraziamo fortemente chi ha saputo apprezzare il nostro lavoro e non possiamo
negare che questo riconoscimento abbia stimolato in noi il senso della competizione,
anche per il costruttivo confronto con studenti di altre realtà, per cui questa partecipazione sicuramente non sarà l’ultima.
27 GENNAIO
LEGALITA’
CULTURA
L’I.C. DI PIETRELCINA CELEBRA
La II media di pesco sannita
“World in War”, un racconto
LA GIORNATA DELLA MEMORIA
realizza un cd multimediale sul
scritto dagli alunni della
bullismo
III media di Pago Veiano
Gli alunni emozionati
dal film di
Carmen De Simio, Maria Girardi,
Francesca L’Altrelli, Linda Russo
• a pagina 2 i vincitori del
Istituto Comprensivo “S. Pio da Pietrelcina”
Scuola Secondaria di I grado di Pesco Sannita
Classe II sez. A
EDUCAZIONE ALLA LEGALITA’
Mark Herman
Anno scolastico 2008/09
• a pagina 10
• a pagina 2
• a pagina 6
PAGINA 2
SCUOLA
Ancora una volta vincitori!
N
oi alunni della 5 sez.A ci siamo
classificati al primo posto del concorso
"Una bici per te".
Sorpresa, gioia ed emozione sono queste le
sensazioni che abbiamo provato tutti noi alunni di
5^ A quando ci è stato comunicato che avevamo
vinto, per il secondo anno consecutivo, il concorso
promosso dalla Federciclismo avente come tema
"Il sentiero ideale".
L'elaborato raffigurava un sentiero del nostro
paese, Pesco Sannita, da noi prima esplorato, poi
riprodotto anche su una mappa per meglio mettere
in evidenza la zona interessata e i nostri
suggerimenti su come essa dovrebbe essere
preservata e migliorata. Ognuno di noi si è dato da
fare mettendo a disposizione tanto impegno e
volontà per la buona riuscita del lavoro.
I nostri commenti su questo risultato sono stati i
seguenti:
Francesco: “Non credevo di poter vincere ancora
una volta”
Serena: “Certo il lavoro era molto bello, ma la vincita è
stata inaspettata”
Fabiola: “Bisogna sempre partecipare per sperare poi di
vincere”
Elia: “In fondo me l'aspettavo perchè avevamo già vinto e
questo ci dà tanta fiducia e ci sprona a partecipare sempre
ai concorsi proposti”
Maria Grazia: “Sono molto felice perchè è sempre bello
vincere”
Marco R.: “Sono molto contento di questa vincita e penso
che sia un risultato da noi meritato”
Il giorno 13 gennaio ci siamo recati al Seminario
Arcivescovile per ritirate il premio che consisteva in una
bici per la classe partecipante e una anche per l'insegnante
che aveva collaborato al lavoro.
La cerimonia è stata molto bella; abbiamo ricevuto tanti
complimenti e tutto questo costituisce per noi motivo e
stimolo a fare meglio e a partecipare sempre alle iniziative
che verranno in futuro.
Il nostro motto è: “Se i sogni vuoi realizzare, a tutte le
iniziative devi partecipare."
Gli alunni della V A di Pesco Sannita, vincitori del primo premio
In basso a dx il cartellone che ha vinto il primo premio
E’ PASQUA!
La Redazione porge a tutti voi i migliori auguri di una felice e serena Pasqua affinché questa festa santa porti amore e soprattutto pace a chi
vive situazioni difficili e dolorose. Un particolare augurio vogliamo rivolgerlo alla prof.ssa Amelia Scognamiglio, per essere diventata per la
prima volta nonna, e alla prof.ssa Paola Zingone, per aver coronato il suo sogno d’amore, le quali sicuramente sapranno apprezzare in questa
occasione le gioie più care della vita.
AUGURI!
La Redazione
Tiziana Maio
PIANETA SCUOL@
Periodico dell’I.C. “S. Pio da Pietrelcina”
Viale Cappuccini 114, 82020 Pietrelcina
Tel.0824.991221 - fax 0824.99122148
E-mail: [email protected]
www.istitutocomprensivopietrelcina.it
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Aprile 2009 - n.2 - Anno I
Realizzato dal Laboratorio di giornalismo della Scuola
Secondaria di I grado di Pesco Sannita
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DOCENTI RESPONSABILI
Rosa Iavarone, Francesca Maio, Amelia Scognamiglio
DIRETTORE DI REDAZIONE
Maria Grazia D’Apollonio
Comitato di redazione
Simona Avella, Mariapia Boffa, Giovanna Capozza, Federica
Carpentieri, Giuseppe Caruso, Concetta D’Apollonio, Luigi
Delle Serre, Carmen De Simio, Elisa De Tata, Johann Fregin,
Antonio Fusco, Silvia Georgescu, Maria Girardi, Elena Iadanza,
Luigi Iannelli, Alfonso Iannelli, Francesca L’Altrelli, Tiziana
Maio, Giovanni Marrone,Valerio Meola, Federico Mirra, Luigi
Nicola Pennucci, Aristotelis Pertsemlis, Mariarita Procino, Linda Russo, Chiara Salomone, Laura Sorrentino, Pietro Sorrentino, Silvia Sorrentino, Francesco Vetere, Raffaele Zenca.
I RAGAZZI DELLA SECONDA MEDIA DI PESCO SANNITA
APPROFONDISCONO UN FENOMENO DIFFUSO NELLE SCUOLE:
IL BULLISMO
Riflessioni, documenti,slogan, poesie, racconti, immagini,disegni e sottofondi musicali
in tema arricchiscono il CD multimediale
Il
sue diverse tipologie ( dominante, gregario o appartenente a gruppi); la vittibullismo nelle scuole è un ma, le sue caratteristiche e le conse-
fenomeno molto diffuso.
guenze nel tempo di questi atteggia-
Sempre più frequentemente i mass menti aggressivi subiti.
Il bullismo è un’oppressione psicologica o
fisica ripetuta e continuata nel tempo
effettuata da una persona (bullo) o da un
gruppo di persone più potenti nei
confronti di un'altra considerata più
debole (vittima).
media riportano notizie di atti compiuti Un’ulteriore sezione è dedicata alle
da gruppi di piccoli bulli ai danni di possibili modalità di intervento da parvittime incapaci di reagire. Esiste una te sia dei genitori che dei ragazzi coin-
IL
BULLISMO
necessità di approfondire l’argomento smo possa manifestarsi e per aiutare
con la realizzazione di un cd multime- chi è coinvolto a denunciare in maniera
diale. Il nostro obiettivo è stato quello decisa.
Fattori
caratteristici
Il bullo
Come si
riconosce
La vittima
Come si
riconosce
Genitori
Come
intervenire
Diverse forme
I “generi”
Segnali
d’allarme
Conseguenze
Prevenire è
meglio che
curare
Ragazzi
Non tutto è
bullismo
vera e propria emergenza bullismo e volti e crediamo sia utile per evitare
per questo motivo abbiamo sentito la che anche nella nostra realtà il bulli-
Che cos’è?
Dati
Comportamenti
microcriminali
Bulli…
Bulli…News
Come intervenire
Noi e il bullismo
I genitori
(i
nostri elavori)
Ascoltare
dialogare con i figli.
Bulli … di
fantasia
Intervenire al più presto per evitare l’instaurarsi
della relazione bullo-vittima.
Spiegare al proprio figlio che chiedere aiuto non
è mostrarsi deboli, ma un modo per potersi
difendere.
I RAGAZZI
Il bullismo
Non chiudersi in se stessi, ma parlare con un
in versi
adulto di fiducia di quello che sta succedendo.
Mettersi sempre dalla parte della vittima, non
lasciarla sola e cercare di aiutarla a sottrarsi alla
situazione difficile.
Far capire al bullo che i suoi atteggiamenti non
lo rendono più stimato o rispettato.
Osservare e controllare a distanza, senza farlo
Sollecitare i compagni a non appoggiare il bullo.
pesare ai ragazzi, i loro comportamenti. SE la cattiveria avesse un nome si
Assumere un atteggiamento vincente: imparare a
chiamerebbe…
“Pinocchio”
Favorire la socializzazione, anche attraverso
valorizzare le proprie capacità e accettare i
attività sportive.
C’era una volta un luogo
scuro limiti.
dove tutti si odiavano e si facevano gli scherzi a
propri
vicenda. Un signore buono e generoso, che non faceva male ad una mosca, di nome
Consultare uno specialista per aiutare Geppetto,
il proprio
decise di costruirsi
un viene
burattino.
Lavorò dal
giorno
e notte, finchè
la sua opera
Se si
isolati
gruppo,
mostrarsi
decisi e
figlio.
non fu completa. Quella sera una stella entrò nel laboratorio di Geppetto e fece un
imporre
la
propria presenza, anche senza
incantesimo. Il burattino prese vita e la stella, dopo aver fatto il suo dovere, tornò a
parlare.
brillare nel cielo. La mattina
dopo, il povero falegname vide tutto il suo laboratorio
distrutto e scorse che il suo burattino aveva una fionda e stava per lanciare un sasso
Rispondere
decisione
aipronto
soprusi
contro la finestra del vicino.
Il falegname,“NO”
avendo con
visto che
Pinocchio era
a
bulli.
lanciarlo, urlò: - Pinocchio,
noo!!- ma il burattino non lo ascoltò e tirò il sasso
rompendo la finestra.
dei
Rispondere per le rime.
Quando il vicino sentì il rumore dei vetri infrangersi, tuonò con una bella voce
possente: - Chi è stato?- Geppetto cominciò a preoccuparsi, così studiò un sistema
per farsi perdonare dall’uomo e cucì immediatamente un bel vestito da far indossare
a Pinocchio per andare a chiedere scusa di quel gesto da “bullo”. Il burattino con
disprezzo disse: -Puah! Che schifo, questo vestito e non ci penso proprio a chiedere
scusa!”. Sbattè la porta di casa e se ne andò via, obbligando con la forza Geppetto a
dargli pure del denaro. In giro, mostrò a tutti i bambini del quartiere quelle monete
che aveva estorto al suo genitore e formò una vera baby gang.Ad un tratto incontrò
una volpe e un gatto. La volpe, l’unica a saper parlare, disse a Pinocchio: “ Ciao! Ti
prego, puoi darci qualche soldino perché noi abbiamo fame e tanto freddo?”
dei
segnali
di allarme
per la
vittima
chePerché
devono
peròaiutare uno
Pinocchio
scoppiò
in una fragorosa
risata
e rispose:”
mai dovrei
e un muto?”
una spinta
fece cadere amaggiormente
terra e tutti gli altri bambini
il storpio
mondo
degliE con
adulti
a liprestare
ridevano e li prendevano in giro.
di responsabilizzare ragazzi e genitori L'ultima parte del lavoro è dedicata alle
CAMPANELLI D’ALLARME
affinchè potessero prevenire tali situa- nostre originali e personali produzioni
Esistono
indurre
attenzione a quello dei giovani, al fine di intervenire
I due, intristiti, se ne tornarono a casa. Il burattino, che aveva ormai sperperato il
tempestivamente.
denaro estorto a Geppetto, non sapeva più come fare per vivere, così tornò a casa.
Geppetto, nonostante tutto, lo riaccolse, ma a patto di un suo cambiamento.
capì che aveva commesso degli errori, che gli altri vanno aiutati
soprattutto nel momento del bisogno, e divenne buono con tutti.
Questi sono:
Pinocchio
zioni e intervenire secondo strategie sull'argomento. Abbiamo trasformato
utili ad arginare o a eliminare il feno- favole note in episodi di bullismo, rea-
Non voler andare a scuola
In seguito ill gatto e la volpe andarono a bussare, senza saperlo, alla porta di
Caro diario,
chiedere l’elemosina. Pinocchio aprì. La volpe appena lo riconobbe si
Tornare a Geppetto
casa per
frequentemente
senza materiale scolastico
spaventò, ma il burattino li accolse amorevolmente e disse che ormai era cambiato.
personale Da quel giorno i tre formarono una compagnia…la compagnia della bontà.
Trovare abiti sporchi e rovinati
ho bisogno di sfogarmi, di parlarti di un fenomeno, molto diffuso tra noi adolescenti, che mi fa veramente
rabbia: il bullismo.
Individuare segni di violenza fisica
Il bullismo è un atto di violenza compiuto da un ragazzo più forte, il bullo, nei confronti di uno più debole, la
vittima.
Non voler parlare di cosa è avvenuto a scuola
Questa è la definizione che si dà a quella parola che in realtà nasconde molti significati.
IMPAGINAZIONE E GRAFICA
prof.ssa Rosa Iavarone
meno.
lizzato acrostici, poesie, disegni
sul
Abbiamo messo in risalto, documen- bullismo e creato slogan che inneggiatandoci opportunamente, che cos’è il no alla libertà individuale, al rispetto
COORDINAMENTO PLESSI SCOLASTICI
prof.ssa Amelia Scognamiglio
PUBLI ART di Vincenzo Crovella - Pietrelcina
Calo del rendimento scolastico
Disturbi fisici (scarso appetito, sonno disturbato…)
In molti casi, il bullo ha problemi a volte gravi all'interno dell'ambito familiare. Il bullo è accerchiato solo da
ragazzi che fingono di aiutarti, ma in realtà puntano solo alla popolarità.
Se poi parliamo del gruppo parliamo di tante pecore che vanno tutte in una direzione: VIOLENZA! Gli
appartenenti al gruppo non hanno carattere, personalità e non si fanno amare. Riesco ad immaginare la
povera vittima, attaccata da sette, otto…bulli, rannicchiata in un angolo, senza parole, che trattiene il
respiro e aspetta quello che ormai è la consuetudine: SUBIRE!. Il bullo che si impossessa con la forza della
sua merenda o di altro; la vittima che non ha nessuno che l’appoggia, che non può ribellarsi, che torna a casa
incappucciata per non far vedere i suoi lividi.
E’ possibile che tra ragazzi si sviluppi così tanta cattiveria?
Se un qualsiasi ragazzo si permette di toccare qualcuno solo per sfizio io mi infurio! Un consiglio che voglio
dare a tutte le vittime è di non rimanere soli, di restare uniti per sconfiggere le avversità e con questo
concludo le mie pagine di diario, speriamo che con le mie parole, con l'aiuto di tutti, il bullismo diventerà solo
un ricordo lontano. A presto, caro diario, per pagine speriamo più liete!
Francesca
bullismo, le sue forme, in che modo si reciproco e al confronto pacifico. Il
manifesta e le conseguenze sui prota- tutto è reso più piacevole e interessante
gonisti.
STAMPA
Il bullo anche se può sembrare strano non se la prende con ragazzi del suo stesso livello, bensì con i
ragazzini più piccoli. Io al posto di un qualsiasi ragazzo cercherei di attirare l'attenzione degli amici non
attraverso atti di violenza, ma dimostrando umiltà e generosità.
dai sottofondi musicali legati alla te-
Abbiamo esaminato: “il bullo” nelle matica in oggetto.
Alcune delle 50 diapositive del CD “Il bullismo”
ISTITUTO COMPRENSIVO “S. PIO DA PIETRELCINA”
PAGINA 3
SCUOLA
PICCOLI DONI PER UN SORRISO
Il Consiglio Comunale Junior di Pesco Sannita offre
peluches e giocattoli alla CRI.
• di Giuseppe Caruso e Antonio Fusco
31 GENNAIO, GIORNATA DELLA
GIOVENTU’
A TE DON BOSCO
A Te Don Bosco,
che aiuti i giovani
meno fortunati
a trovare la strada
della vita;
a Te che aiuti le persone
che non sanno dove andare
prendendole per mano
e portandole con Te.
A Te io rivolgo la
mia umile preghiera:
fa’ che il volto del
Signore illumini
tutti noi, aiutandoci
a capire che la
vita è festa, è canto,
che la vita è importante,
e che tutti i giovani
possono trovare in te
un amico su cui contare.
Le Suore del Sacro Cuore di Gesù sensibilizzano gli
alunni di Pesco Sannita alla conoscenza del Santo
amico dei giovani e fondatore dell’Oratorio
I
n occasione della festa di Don Bosco del 31 gennaio, la comunità delle figlie di Maria Ausiliatrice, l’ ex allieve, la comunità
educante e i giovani dell’oratorio hanno indetto un concorso di
disegni e di poesie su Don Bosco. Per preparare queste poesie le
suore ci hanno fatto visita a scuola e ci hanno mostrato un filmato che racchiudeva in breve tutta la vita del Santo. E’ stato tutto
molto interessante e coinvolgente a tal punto che appena siamo
tornati a casa abbiamo dato sfogo alla nostra ispirazione poetica.
Vi presentiamo alcune delle tante composizioni che abbiamo realizzato e per non deludere nessuno abbiamo selezionato una per
ogni classe.
L’ORATORIO
I
l giorno 18 dicembre il Consiglio Comunale Junior dell’Istituto scolastico di Pesco Sannita si è recato al Palazzo del Governo di Benevento per consegnare alla Croce Rossa Italiana i doni generosamente
offerti dall’intera scolaresca per i bambini meno fortunati. Nella stanza in
cui si è svolta la cerimonia di ringraziamento c’era un enorme renna finta,
pronta ad accogliere tutti i regali che simbolicamente avrebbe portato a
destinazione. In quell’istante è scattato in
noi un senso di solidarietà che ci ha spinti a
riflettere molto su quello che inizialmente
sembrava essere solo un’uscita scolastica.
Hanno dato un contributo fondamentale a
questa giornata anche le parole dette dal
vice prefetto della Croce Rossa e da alcune
sue colleghe che ci hanno invitato a considerare l’opportunità di aiutare chi più ha
bisogno, rinunciando a qualcosa di cui tutti
Valerio Meola, il Sindaco junior di
noi potremmo fare benissimo a meno. Nei Pesco Sannita
veri valori della vita c’è anche la grazia di saper donare un sorriso, un po’
di serenità a chi purtroppo non ce l’ha. Tanti bambini con un sorriso stampato negli occhi danno una soddisfazione più grande di una semplice offerta che regala solo la grazia di un attimo. Non dimentichiamolo mai!
Don Bosco,
padre d’amore
che ha aperto il suo cuore.
Un maestro solidale
che ha sconfitto il male.
Ha ospitato i bambini
anche quelli più piccini.
• di Giuseppe Caruso e Antonio Fusco
a Croce Rossa nacque più
di cento anni fa per porsi al
servizio dell’umanità.
Prima si offrì al soccorso
dei feriti in guerra, mentre attualmente è la più importante associazione umanitaria.
La Croce Rossa aiuta e sostiene le
persone portatrici di handicap,
assiste le persone in fin di vita,
spezza le grandi solitudini. Da più
di cento anni il suo solo pensiero è
l’uomo. Il fedele fondatore della
Croce Rossa è Henry Dunant che
con il suo impegno ha placato tutte
le sofferenze umane, senza distinzione di nazionalità, di razza, di
religioni e di condizione sociale.
Oggi la Croce Rossa ha saputo
trasmettere questo spirito pionieristico a migliaia di volontari che
concretizzano la loro vocazione
umanitaria.
In cento anni questa associazione è
diventata sia generalista che specialista, a seconda delle necessità
e si è portata vicino a coloro che il
dolore non risparmia, in Italia e nel
Mondo.
Tu che sai prenderci per mano e
condurci sulla strada della bontà,
della carità, del bene.
Tu che ogni giorno sai parlarci,
ascoltarci, consigliarci.
Tu che, con il tuo esempio,
hai saputo insegnarci
ad amare il prossimo, a tendere
la mano a chi ha bisogno,
a volerci bene.
Conserviamo con ardore l’amore
di colui che entrò nel cuore
di chi stava solo, senza gioia e nel dolore.
Tu, Don Bosco, sarai per sempre
nei nostri cuori.
Classe III media
di Pesco Sannita
Classe II media
di Pesco Sannita
DON BOSCO, UN SOGNO
CAMBIA LA SUA VITA
• di Carmen De Simio, Maria Girardi, Luigi Iannelli
NATI PER SOCCORRERE
Migliaia di volontari sparsi nel mondo dedicano la loro
vita a bambini indifesi e sfortunati
PREGHIERA A DON BOSCO
Una casa abbandonata
e subito ristrutturata
dai bambini venne usata,
per passar lì la giornata.
L’oratorio fu creato
e da tutti frequentato.
Chi parlava, chi studiava e chi giocava,
ma a fin giornata insieme si pregava.
La CRI protagonista da oltre 100 anni nell’aiuto e
nel sostegno all’umanità
L
Classe I media
di Pesco Sannita
D
on Bosco nacque a Torino il 16
agosto del 1815. Sua madre si
chiamava Margherita, il padre
Francesco e i due fratelli Antonio e Giuseppe. Quando Don Bosco aveva solo
due anni, il padre morì lasciando tutto in
mano alla moglie, aiutata nei vari lavori
domestici dai suoi tre figli. Raggiunti
nove anni, fece un sogno che gli cambiò
la vita. Vicino casa sua in un giardino
alcuni bambini che giocavano iniziarono
a bestemmiare, altri a picchiarsi e lui si
arrabbiò dando anche lui pugni e calci.
All’improvviso apparve un uomo, con
un viso talmente luminoso da renderne
fastidiosa addirittura la vista, che lo
rimproverò dicendo :"Non con le percosse, ma con la mansuetudine e con la
carità dovrai conquistare questi tuoi
amici. Mettiti dunque a parlare loro sulla
bruttezza del peccato e sulla preziosità
della virtù.” In quel momento i ragazzi
si misero attorno allo strano uomo. Qua-
si senza sapere cosa stesse dicendo,
domandò: “ Chi siete voi che mi
comandate cose impossibili?" e lui
gli rispose: " Io sono figlio di colei
che tua madre ti insegnò a salutare
tre volte al giorno. Il mio nome domandalo a mia Madre”. Subito gli
apparve una donna che, prendendo
Giovanni per mano, gli disse:
“Guarda!” e all’improvviso tutti i
ragazzi sparirono e ai loro posti comparvero vari animali feroci e la donna
continuò a dire: "Ecco il tuo campo,
ecco dove dovrai lavorare. Renditi
umile, forte e robusto: e ciò che in
questo momento vedi succedere di
questi animali, tu lo farai per i miei
figli”. Finito di parlare tutti gli animali si trasformarono in docili agnelli. Dopo questo sogno Don Bosco
scelse di seguire la sua vocazione
religiosa e divenne prete il 5 giugno
1841 a Torino dove nel 1846 costruì
il primo oratorio. Non fu facile per
lui trovare una casa dove accogliere
tutti i bambini, finché un giorno un
certo signor Pinardi gli offrì una
vecchia tettoia dove voleva far trasmettere e insegnare ai bambini tutto
quello che a lui aveva insegnato la
ISTITUTO COMPRENSIVO “S. PIO DA PIETRELCINA”
madre, a cui era molto legato. Infatti la sua regola era : "Amare ciò
che amano i giovani affinché essi
amino ciò che ama l’educatore”. Il
primo ragazzo dell’oratorio si chiamava Bartolomeo Farelli, questo
era un orfano di quindici anni, che,
poiché non sapeva né leggere né
scrivere, chiese aiuto a Don Bosco.
Si presentò nella sacrestia prima
dell’inizio della messa, ma fu cacciato dal sacrestano poiché non
serviva la messa. Don Bosco poi
lo invitò ad andare da lui. Il ragazzo il giorno dopo si presentò nella
vecchia tettoia insieme a tanti ragazzi come lui. L’oratorio è un
luogo dove i ragazzi ancora oggi si
riuniscono per giocare, per stare
insieme ma il suo scopo principale
era ed è quello di insegnare ai suoi
ragazzi grandi valori: la famiglia,
la carità, l’umiltà, l’amore per gli
altri, il confrontarsi con le altre
persone, la pazienza e avere fede
in Dio. “Vicino o lontano io penso
sempre a voi.
Uno solo è il mio desiderio: vedervi felici nel tempo e nell’eternità”.
PAGINA 4
SCUOLA
ANNO DELLA PAROLA
L’I.C. e la Parrocchia Santa Maria degli Angeli di Pietrelcina, in occasione dell’anno della Parola,
bandiscono un Concorso sulla lettura del Vangelo
Il
30 marzo, presso la sala maggiore del ristorante “Il
Sannio”, c’è stata la prima edizione del premio letterario
“Anno della Parola”. All’avvenimento è intervenuto l’Arcivescovo Mons. Andrea Mugione, il quale ha consegnato i
premi ai vincitori. Il Concorso, voluto dal nostro parroco, Padre
Giorgio, aveva una grande importanza: avvicinare i giovani alla
lettura di alcuni brani del Vangelo.
E’ stata un’esperienza molto bella che ci ha spinti a riflettere su
vari aspetti della vita. I lavori, che consistevano in disegni o
temi a seconda della classe, sono stati analizzati e valutati da
un’apposita commissione di esperti, i quali hanno dichiarato di
essersi trovati, in alcuni momenti, addirittura in difficoltà per la
scelta definitiva degli elaborati, poiché tutti erano molto interessanti. L’Arcivescovo si è recato all’edificio della scuola primaria di Pietrelcina dove è stato accolto dalla Dirigente scolastica,
dottoressa Anna Immacolata Colarusso, e dal Sindaco, ingegnere
Gennaro Fusco. In seguito ha visitato la scuola media e ci ha raggiunto al ristorante “Il Sannio”, dove si è svolta la cerimonia. L’Arcivescovo è una persona di grande carisma religioso ed allo
stesso tempo uomo di grande spirito umoristico, perché, dopo
aver salutato tutti, ha intrattenuto la platea con battute e aneddoti molto divertenti. La Dirigente ha ringraziato tutti i presenti e
ha dato la parola al nostro parroco, il quale ha apprezzato l’entusiasmo dimostrato dai giovani e ha illustrato ancora le motivazioni e le modalità di selezione del Concorso.
Al termine, un membro della commissione, la dottoressa Maria
Clorinda Mastronardi, ha chiamato i vincitori, lieti e orgogliosi
di aver conseguito un tale riconoscimento.
Gli alunni di Pietrelcina
I VINCITORI
I sezione, alunni delle classi prime, seconde e terze scuola primaria, descrizione in forma grafica della parabola: “Il buon samaritano”
GILDA FONTANAROSA (3^ A)
II sezione, alunni delle classi 4^ e 5^ scuola primaria, un saggio breve sulla parabola: “Il seminatore”
ELENA CARUSO (5^ B)
III sezione, alunni delle classi I e II scuola secondaria di I grado, elaborazione di un cartellone con la tecnica del collage utilizzando articoli e immagini ricavate dai mass-media, relativo
alla parabola: “Il figliol prodigo”
EMANUELE CARDONE (II B)
IV sezione, alunni delle classi terze scuola secondaria di I grado, saggio breve, con
riflessioni personali sul cap. 25° del Vangelo secondo Matteo (v. 31-46)
ANTONIO ROSELLA (III A - Sindaco junior)
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SCUOLA - SPETTACOLI
MUSICANDO CON LE STELLE
Uno spettacolo dell’Unitalsi per raccogliere fondi
• di Simona Avella, Mariapia Boffa, Giovanna Capozza,
Luigi Iannelli, Luigi Nicola Pennucci Chiara Salomone
Il
Alcune esibizioni
In basso a sinistra l’entusiasmo degli alunni dell’I.C. di Pietrelcina
giorno 10 Gennaio 2009 il nostro Istituto, ci ha permesso di partecipare a una
manifestazione al Palatedeschi di Benevento, organizzata dall’UNITALSI, un’associazione di volontariato nazionale, che assiste e
aiuta le persone diversamente abili a integrarsi
nella società e che trasporta gli ammalati nei
santuari internazionali, affinché il sogno di un
miracolo possa diventare magari realtà. L’inizio
è stato pieno di suspence, perché c’è stata una
lunga attesa, ma siamo stati intrattenuti da musiche allegre e attuali che ci hanno sin da subito
coinvolti allegramente. Le esibizioni sono state
numerose e molto spettacolari per i costumi, le
luci e le coreografie preparate. Il momento che
ha destato in noi un particolare interesse emotivo è stato l’arrivo e la testimonianza di Luigi,
un uomo che sin da bambino è stato costretto a
“vivere” su una sedia a rotelle, a causa di una
grave malattia. Luigi vive la vita come tutti noi
e pubblicamente ha confidato che da piccolo non
veniva accettato dagli altri, e che anche lui non
riusciva a sentirsi come tutti i suoi amici. Credeva
che avrebbe trascorso la sua vita chiuso in una
stanza, solo con i suoi genitori; invece non è stato così perché i ragazzi dell’UNITALSI l’hanno
aiutato a integrarsi e a trasmettere a tutti il suo
messaggio di vita. Durante la manifestazione diverse scuole di danza della provincia, dirette dalla
maestra Saveria Cotroneo, hanno dato prova della
loro bravura e competenza. Allo spettacolo hanno
assistito molte scuole tra cui: l’Alberghiero, l’Agrario, lo Scientifico, il Ragioneria “Alberti”, il
Marco Polo, la Pascoli e il nostro Istituto. Lo
spettacolo ha riscosso grande entusiasmo da parte
del pubblico e anche noi siamo stati molto felici
di averlo visto perché, pagando il biglietto, abbiamo contribuito con l’UNITALSI ad aiutare le
persone bisognose.
GREASE
Uno spettacolo in lingua inglese
• di Simona Avella, Mariapia Boffa,
Giovanna Capozza, Luigi Iannelli,
Luigi Nicola Pennucci Chiara Salomone
Il
13 gennaio 2009 noi alunni dell’I.C. di Pietrelcina abbiamo
assistito al musical “ Grease”, tenutosi al teatro Massimo di
Benevento. I protagonisti erano due adolescenti innamorati
l’uno dell’altra che, alla fine dell’estate,
dovevano separarsi. I due si rincontrano
nella stessa scuola, però lui non è affatto
carino e gentile come lo è stato in estate.
In realtà non è cambiato, vuole solo dimostrare ai suoi amici che è “un duro”.
Questo succede a molti adolescenti che
dentro sono fragili, ma che vogliono ap-
Alcune scene dello spettacolo
parire forti e invincibili. Il musical era in lingua
inglese, ma, nonostante alcune difficoltà, qualcosa siamo riusciti a capirla, anche perché avevamo visto a scuola la versione italiana del film.
Questo musical è riuscito a coinvolgere tutta la
platea, grazie agli attori, straordinariamente bravi, e ai pezzi musicali molto ritmati. Tutti i ragazzi presenti si sono scatenati nel ballare il
Rock and Roll.
Le pettinature e i costumi erano adeguati agli
anni ’50: i ragazzi vestivano con pantaloni e
giacche di pelle nera attillati e avevano il ciuffo
brillantinato, mentre le ragazze indossavano
gonne a ruota e calzettoni. Questo spettacolo è
stato davvero meraviglioso e tutti sono rimasti
a bocca aperta per la bravura degli attori.
CRISTO SI E’ FERMATO A EBOLI
Gli attori Gabriele Greco, Mario Merone e Alba Tamarazzo arrivano a Pietrelcina.
Il
giorno 18/03/09 i ragazzi dell’Istituto
Comprensivo con molto entusiasmo hanno
assistito allo spettacolo “Cristo si è fermato
a Eboli” tratto dall’autobiografia di Carlo Levi.
Il romanzo è ambientato in un borgo della Lucania,
Gagliano, dove lo scrittore, nonché pittore, giornalista, medico, scontò un anno di confino, dal 1935
al 1936, per la sua professione di antifascismo.
Eravamo ansiosi perché avendone discusso in classe la trama ci aveva incuriosito molto.
E’ un’opera di densa commozione poetica,
perché rappresenta il mondo contadino della
Basilicata, dove “Cristo non è mai arrivato, né vi è arrivato il tempo, né il
legame tra causa ed effetto, la ragione
e la storia” e dove “per i contadini lo
Stato è più lontano del cielo e più
maligno perché sta sempre dall’altra
parte”.
Con stupore abbiamo scoperto, appena
iniziato lo spettacolo, che ad interpretare
Carlo Levi era un attore molto famoso e
conosciuto, che recita in molti programmi
televisivi: Gabriele
Greco. E’ stato molto
bravo e la sua interpretazione ci ha coinvolto tanto da farci
rimanere concentrati
ad ascoltarlo senza
alcuna fatica. Alla fine
dello spettacolo l’attore è sceso tra noi ragazzi per rispondere
gentilmente alle nostre
domande, soddisfacendo ogni più piccola
curiosità. Anche gli altri attori, Mario Merone, che ha interpretato la parte del carabiniere, e Alba Tamarazzo, la governante, si sono dimostrati disponibili .
Dopo aver finito di rispondere alle nostre domande gli attori ci hanno dedicato il
loro tempo prezioso parlandoci della loro carriera e raccontandoci le loro origini.
Il momento più bello è stato quando, dopo aver chiesto il permesso alle professoresse,
siamo saliti sul palco per scattare le foto con gli attori e per farci firmare degli autografi. Che emozione!
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SCUOLA E…FANTASIA
INVITO ALLA LETTURA
Un racconto originale degli alunni della classe terza della Scuola Secondaria di I grado di Pago Veiano
S
ono stanco e non
riesco a restare
abbastanza sveglio per tenere a
bada il nemico che incombe sulle nostre postazioni. Già due dei nostri
sono andati al Creatore e
credo che Willer li seguirà da qui a poco. Siamo sotto
pesante attacco da più di due ore oramai e non riusciamo
a trovare il modo di sfuggire ai nostri assalitori. Maledico
il giorno in cui mi è stato affidato questo incarico.-Non vi
preoccupate Comandante, sarà un lavoro davvero facile!Così mi disse quella carogna del maggiore Patten ridacchiando sotto quei suoi baffi ispidi e disordinati.-Per assicurarti il buon esito della missione ti daremo il comando
di un team altamente qualificato-. Certo “altamente qualificato” ,infatti mi ritrovo a badare a quattro marmocchi
che non sanno neppure pulirsi il naso, pensa imbracciare
un fucile!Eccone un altro che cade sotto i miei colpi; già,
non è la prima volta che uccido un uomo … Il primo uomo l’ho ucciso a sedici anni ed era mio padre.
“Quella sera io ero a casa e mio padre era appena rientrato e come sempre ubriaco fradicio, aveva incominciato a
dire cose offensive e a picchiare mia madre. Erano settimane oramai che la storia andava avanti così ed io non ce
la facevo più a restare a guardare. Così scesi in cucina e
prendendo mio padre alla spalle lo spinsi contro il muro.
Cadde a terra picchiando violentemente la nuca contro il
caminetto poi morì sul colpo”. Da quel giorno decisi di
arruolarmi nell’esercito, il motivo mi è ancora oscuro.
Quello è uno dei giorni che ti rimangono impressi tutta la
vita. Ma ora non è proprio il miglior momento per parlarne, visto che i nemici ci hanno quasi beccato.
Si sentono spari provenienti da tutti i lati.-Diamine capitano, ci hanno accerchiati e stanno per farci la pelle!- -Ma
dov’è il carro armato che ho chiesto tre ore fa?- -Non
arriva signore- -Ah!Ci hanno abbandonato nel bel mezzo
dell’operazione. Ma perché?- D’un tratto un grosso biplano mi passa sulla testa e lancia una granata che esplode
sulle formazioni nemiche ma anche a pochi metri da noi.
-Ecco perché il carro non viene a salvarci noi siamo l’esca di questa sciagurata operazione organizzata per proteggere il c...o ai superiori e per levarmi di mezzo. Si perché io sono un peso, una palla tra i piedi, l’unico ad avere
il coraggio di rispondere per le rime ai “superiori”. Ma
potrò raggiungere gli uomini sopravvissuti. Scopro subito
dopo che l’unico a sopravvivere è proprio Willer, anche
se è stato colpito a morte sul fianco. Proprio la ferita lo ha
salvato visto che non aveva possibilità di esporsi più al
fuoco. Lo raccolgo come fosse un grosso sacco grondante
di sangue e lo trascino con me al riparo nel tombino delle
acque di scolo della fabbrica.- Resisti, resisti ce la puoi
fare!- E’ la frase che mi ripetevano in Accademia quando
dovevo fare l’allenamento o quando toccava a me pulire
le latrine di quel bugigattolo di dormitorio. Ma il passato
è passato ed ora devo pensare a portare me e il mio uomo
fuori da questa brutta situazione. Mi carico Willer sulle
spalle e incomincio a seguire l’acqua corrente che mi porterà alla fine del condotto vicino al rendez-vous dov’è
attraccata la nostra imbarcazione. – Siamo arrivati sussurro a Willer uscendo dal canale.- Egli cerca disperatamente di farmi un cenno, non tanto per farmi arrivare il messaggio, ma più per assicurarsi che sia ancora padrone del
suo corpo martirizzato. Sull’imbarcazione ritrovo il nostro accompagnatore, colui che ci aveva scortato sulla
costa la mattina precedente. Appena deposito Willer sulla
chiatta il mozzo imbraccia un fucile ad’avancarica e me
lo punta in petto.
Già, perché lui doveva assicurarsi del “buon esito” della
missione, cioè che nessuno di noi rimanesse in vita per
raccontare come veramente fossero accaduti i fatti. L’omino mi punta contro il fucile parlandomi della lauta ricompensa che avrebbe ricevuto uccidendoci, ma non finisce neanche di parlare che un colpo alla tasta gli fa esalare l’ultimo respiro. Era stato quell’avveduto di Willer che
con un colpo gli aveva fatto saltare le cervella. Metto il
ragazzo comodo sul sedile sottocoperta e faccio rotta verso il campo base. Due ore dopo arrivo nella zona dove
risiedeva una volta il campo, ma dove ora ci sono solo un
mucchio di tracce dei tendoni. – Si sono dileguati e ci
hanno lasciato in pasto a quei cani rognosi dei tedeschi!
Dopotutto era proprio questo il loro piano!- Po…potr…potremmo risalire il fiume e raggiungerli
sulla sponda Ovest... – Poi il ragazzo si addormenta mentre io cerco di proseguire il viaggio su per il fiume. Il
mattino seguente scorgo i primi camion del convoglio che
tornano verso il molo dove li aspetta il battello per riportarli a casa.-Diamine dobbiamo prenderlo quel convoglio,
altrimenti qui ci lasciamo le penne!Cerco di accostare la barca alla, riva intanto noto che
Willer inizia a rialzarsi da solo. Cavolo quel ragazzo ha
una grande volontà, spero che ce la faccia a sopravvivere!
Seguiamo il lento convoglio a piedi nascondendoci tra la
boscaglia secca e bruciata come le vite di tutti quei ragazzi che mi hanno accompagnato e sono morti, usati come
guendo il convoglio arriviamo finalmente al molo dove potremo raggiungere i commilitoni.
Confondendoci con l'ambiente prendiamo posto
su un natante pronto a
partire. -E’ fatta oramai!
Le navi hanno tutte preso il largo e stiamo per tornare a
casa!- -Si signore, lo so signore.-Avete cantato
vittoria
troppo
presto.- Volto il
capo verso il mio
interlocutore che
sta indicando uno
strano
oggetto
metallico
che
spunta a pelo d’acqua.-E’ un UBoot tedesco!- E’
la prima volta che vedo una cosa del genere in vita mia.
La balena metallica
si allontana per poi
virare e puntarci il
muso contro. Terrorizzato osservo la
scena tenendomi
stretto all’inferriata
della nave. Dal
grosso mostro metallico vedo uscire un lungo tubo che sfreccia sott’acqua.
Vedendo gli altri mi butto disperatamente a terra... poi
un’ esplosione! Mi risveglio più tardi trasalendo come da
un coma, mi giro con lo sguardo intorno, vedo un mucchio di letti come il mio e capisco che qualcuno ci aveva
portati in salvo. Poi rammento l’accaduto e cerco dispera-
tamente di ritrovare Willer.Mi scaravento giù dal letto e
corro per quello che sembrava un ospedale di fortuna.
superiori di cosa?
Credono basti un ricamino in più sulla divisa per fare un
uomo? Giusto Vins?Vins?- Ma Vins non mi risponde o
meglio non può più farlo visto che la granata lo ha steso.
– Ecco, ora mi metto a parlare coi morti!- Prendo in braccio la salma e la uso come scudo contro i proiettili così
esche, come carne al macello sotto i colpi dei nemici.
Corro all’impazzata saltando i feriti che mi trovo davanti.
Ma poi, scorgo un lenzuolo bianco da cui escono due
scarponi da montagna sporchi di sangue. E’ Willer, non
ce l’ha fatta! Mi ha lasciato! Sono lì per fargli una preghiera che alla spalle sento un voce che mi rincuora.Capitano non sapevo che foste un tipo così sensibile e
religioso-. Mi volto e vedo Willer... lo abbraccio come se
fosse il fratello minore che non avevo mai avuto. -Siamo
salvi Willer, vero?- -Si signore, siamo salvi, signore.-
Ma mentre cammino e mi dispero, in cuor mio spira una
rabbia vendicativa che mi sprona ad andare avanti. Se-
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SCUOLA E…FANTASIA
Scuola secondaria di I grado
di Pesco Sannita
Scuola primaria
di Pesco Sannita
Classe I sez. A
Classe V sez. B
Storie antiche come il mondo, le favole
ci divertono e ci fanno riflettere sulle
vicende quotidiane, sui vizi e sulle virtù
degli uomini di ogni epoca e di ogni
luogo.
Poesia per la festa del papà
l termine favola deriva dal latino fabula
e vuol dire narrazione, quindi la favola
è un breve racconto fantastico di origine popolare, scritto in versi o in prosa, che
ha come protagonisti gli animali e che racchiude in sé un insegnamento morale.
La bontà e la crudeltà, la prepotenza e la
generosità, l’astuzia, l’ingordigia, la saggezza, la fedeltà e l’amicizia sono qualità degli
uomini che si possono riscontrare nei racconti di ogni tempo. Pare che le favole risalgano all’antico Egitto, infatti molte sono
tramandate dai papiri, diverse appartengono
alla tradizione assiro-babilonese e alcune
compaiono anche nella Bibbia. Risale ad
Esopo, uno scrittore greco vissuto nel VI
secolo a.C., la più grande raccolta di favole
del mondo occidentale: circa cinquecento,
in seguito Fedro diffuse questo genere letterario nel mondo latino. Nei secoli successivi
vi furono altri favolisti tra cui Jean de La
Fontaine in Francia, Lev Tolstoj in Russia,
Trilussa, Gianni Rodari in Italia.
Sicuramente conoscete tante favole, ma
ve ne proponiamo alcune realizzate da
noi.
Io sento sempre
Come una stella luminosa
Nel cielo schiarito di blu
E come d’incanto ci sei tu.
I
Per il mio papà
Mi piace stare con te papà
Tra amore e gioia
Tu mi dai tanta felicità.
Io sento sempre
Le tue mani calde
Che fanno giocare me
La tua bambina.
Ogni mattina
Guardando il tuo viso
Mi fa sembrare più carina.
Io penso sempre a te:
Vado a scuola e penso a te
Vado alla lavagna e penso a te
Torno a casa e rivedo te.
Oggi è un giorno pieno di gioia
E di felicità perché è la tua festa papà.
Sabrina, Maria Teresa e Lucrezia
SCUOLE DELL’INFANZIA
PAGO VEIANO - PESCO SANNITA - PIETRELCINA
anno scolastico 2008/2009
Progetto
I protagonisti siamo noi
L
a Convenzione sui diritti dell'infanzia, strumento di formazione
e di protezione, ha introdotto per
la prima volta l'idea del bambino soggetto dei diritti invece che mero oggetto di
tutela e protezione da
parte
del
mondo adulto.
E' indispensabile,però,
che si aiuti il
bambino a
riconoscere
che la vita si
radica non solo sulla rivendicazione dei
diritti ma anche sull'esercizio dei doveri.
Ci sono i diritti ma anche tanti doveri.
Con questo progetto intendiamo prendere per mano ogni bambino e condurlo a
poco a poco verso una crescita graduale,
che lo porti ad essere padrone delle proprie azioni e saper gestire la propria libertà nel rispetto degli altri, attraverso
regole precise.
Punto di partenza è l'articolo 29 che recita : "… l'educazione
del bambino
deve
preparare il
bambino ad
andare d'accordo con
tutti ; rispettare
l'ambiente
naturale".
Ancora una volta usciremo allo scoperto,
ci immergeremo nell'ambiente di vita dei
nostri bambini per decifrare e comprendere insieme l'universo di cose e di valori in cui si riconoscono.
TRA I DUE LITIGANTI
IL TERZO GODE
C’erano una volta due passerotti che andavano alla ricerca di cibo. Dopo vari giri, si
accorsero che un lombrico faceva capolino
dal terreno. Allora si precipitarono per
prenderlo, ma, tira di qua e tira di là, finirono per litigare:
- É mio, lascialo andare! – No, l’ho visto
prima io, lascialo tu! e per beccarsi fecero cadere il lombrico. A
questa scena aveva assistito un altro passerotto che, approfittando del litigio, volò e
si mangiò il lombrico. Così i due passerotti
smisero di litigare e, tristi e sconsolati, tornarono ognuno al proprio nido.
Mariarita Procino
LA VOLPE E LA CICOGNA
Un giorno la cicogna propose una sfida alla
volpe e le disse:
- Proviamo a saltare dall’altro lato di una
buca e vediamo chi vince? La cicogna imbrogliona iniziò a volare e
passò dall’ altro lato, mentre la volpe cadde
nella fossa.
La volpe delusa pensò di vendicarsi e, per
ricambiare, volle sfidare la cicogna e le
propose:
- Facciamo una corsa nel bosco e vediamo
chi riesce a schivare gli alberi.La cicogna si alzò in volo e andò a sbattere
con la testa vicino all’ albero, mentre la
volpe lesta lesta vinse la gara.
MORALE: Chi la fa, l’aspetti.
Giuseppe De Maria
ISTITUTO COMPRENSIVO “S. PIO DA PIETRELCINA”
PAGINA 8
LABORATORI
DÉCOUPAGE
Basta un po’ di colla, qualche goccia di colore, un cucchiaio di stucco, alcuni fogli di carta riso, tovaglioli decorati, una spolverata di polvere perlescente, tanta tanta fantasia e voilà, potrete diventare
dei veri artisti...
C
on la tecnica del
découpage si possono creare fantastici oggetti, perciò non
gettate mai nulla, perché
tutto potrebbe servirvi ed
essere riciclato: un banale
vaso di terracotta può arredare un angolo della casa,
un vecchio piatto può diventare un simpatico vassoio, vecchie scatole possono tramutarsi in graziosi
cofanetti da regalare alla
mamma, in occasione della
sua festa, persino dei cd
difettosi possono essere
riciclati e trasformati in
decori natalizi o favolosi
quadretti. Insomma, basta
un po’ di fantasia, tanta
buona volontà, un pizzico
di precisione e creatività
quanto basta, per scoprire
l’artista che è in voi. A
scuola, durante il laboratorio di attività manualicreative, abbiamo appreso
la tecnica del découpage,
che troviamo molto rilassante e divertente.
CURIOSITA’- Il découpage ha origini antiche, ma è
diventato famoso in tutta
Europa, grazie a Maria Antonietta, regina di Francia,
Il termine “découpage”
infatti deriva dal francese
“découper” che significa
ritagliare. La tecnica consiste nel ritagliare una o più
figure di carta e di incollarle su un oggetto da decora- Alcuni dei lavori realizzati dagli alunni della scuola secondaria di Pesco Sannita nel laboratorio di découpage
re.
Buon découpage a tutti!
Gli alunni del
laboratorio di découpage
Nel prossimo numero vi spiegheremo
tutte le fasi per realizzare un oggetto.
CERAMICA E CARTAPESTA
Le alunne della scuola media di Pesco Sannita esprimono tutta la loro fantasia artistica nel laboratorio
del prof. Salvatore Iannella
P
icasso, Michelangelo,
Leonardo, Raffaello,
Van Ghogh, Giotto e
poi... noi ragazze della 2° A
insieme al prof. Salvatore Iannella.
Prendendo ad esempio questi
grandi artisti, abbiamo creato
opere belle, vivaci e interessanti. Per realizzarle, il prof. ci
ha dato tanti suggerimenti e consigli, proprio come
Verrocchio faceva con Leonardo Da Vinci. Seguendo
alla lettera le sue istruzioni, abbiamo imparato la tecnica della cartapesta e creato vari oggetti, ad esempio le
maschere. Abbiamo disegnato paesaggi e motivi floreali su tegole o su pannelli.
Per la cartapesta vi è un lungo processo di preparazione, ma come prima
cosa abbiamo ridotto in pezzetti la
carta di giornale,
contribuendo così
anche al riciclaggio, per poi impastarla insieme a
colla e acqua e
ottenere un materiale leggero ma
molto resistente e
nel giro di due settimane compatto.
Per le maschere ci
siamo ispirati a
modelli di tipo etnico e moderno. Abbiamo intrapreso la lavorazione di disegni sulle tegole, utilizzando tempere e creando sfumature tendenti al bianco
per dare luce.
Oltre a questi fantastici lavori,
abbiamo dipinto tele con disegni astratti, dai colori vivaci e
allegri, sui toni del rosso, giallo
e arancione.
E’ in fase di realizzazione una composizione di cartoni
che, posizionati in un modo specifico, daranno vita alla
sagoma di un violino che verrà colorato con tinte tenui
come l'azzurro, il bianco e il verde.
Altri lavori dovrebbero essere creati con l' argilla che
noi aspettiamo ancora di ricevere dalla scuola.
Tutte queste “opere
d’arte”
verranno
esposte in una mostra a fine anno
scolastico dove è un
peccato mancare.
Non perdete i lavori delle artiste
del futuro!
Maria Girardi
Francesca L' Altrelli
Carmen De Simio
ISTITUTO COMPRENSIVO “S. PIO DA PIETRELCINA”
PAGINA 9
ADOLESCENZA
UN’ETA’ DA SBALLO
I giovani di oggi hanno tutto, ma non è abbastanza.
Sono alla continua ricerca di forti e tragiche emozioni
• di Concetta D’Apollonio, Maria Grazia D’Apollonio, Elisa De Tata, Elena Iadanza
C
Simona Avella
RAGAZZI, MA COME PARLATE?
Con le nuove tecnologie il linguaggio giovanile assomiglia ad un
codice segreto, tutto da scoprire e capire
•
di Giovanni Marrone, Federico Mirra, Francesco Vetere
usano su internet però si differenziano un po’ perché non
sono lettere o simboli che esprimono pensieri, ma sono
lettere o simboli che rappresentano emozioni. Piccoli esempi
sono riportati qui sotto:
I
l linguaggio dei giovani
sta cambiando con le
nuove generazioni. Prendiamo
per esempio il modo di parlare,
le frasi e il modo di gesticolare
nei discorsi. A volte si capiscono solo loro. Negli sms poi i
giovani d’oggi si sbizzarriscono con simboli e parole abbreviate come ad esempio
“cmq” (comunque). Ovviamente questo tipo di linguaggi viene usato anche in internet nelle
Chat. Nel mondo delle chat,
dato che la comunicazione si
svolge soprattutto attraverso la
parola scritta, si ha la necessità
di abbreviare e sintetizzare i
messaggi, senza che delle parole o intere frasi vengano
fraintese o addirittura non capite.
Nel paesi di lingua anglosassone il linguaggio delle chat, ricchissimo di abbreviazioni, frasi
e parole tipiche, è diventato
quasi una nuova lingua, a volte
incomprensibile per chi non è
abituato a utilizzarlo. I T.L.A
(Three Letter Acronym), abbreviazioni (di tre o più lettere)
di frasi o parole, permettono
una digitazione più veloce e
riducono i tempi di attesa nelle
chat.
Qui di seguito elenchiamo delle frasi che si dicono solitamente con gli sms:
SS$ = Sono senza soldi
GiàVi1Vo = Già visti una volta?
Vbla = Vuoi parlare?
X-( = Sei pazzo
IP = Bleah
Questi sono solo alcuni esempi
di come i giovani parlano attraverso gli sms, poiché ce ne
sono migliaia. Quelle che si
XD = si mette quando qualcosa
fa ridere
lol = ha un significato simile a
xD
asd = si mette per confermare
una cosa, sostituisce il classico
sisi
Gli “smyles” o “faccine” o
“emoticons” sono invece piccoli disegni ottenuti digitando
soprattutto segni di interpunzione ( ad esempio -_- oppure
^^), parentesi, asterischi o segni matematici che in genere
rappresentano un volto
(disposto per lo più in senso
orizzontale) al quale si cerca di
conferire un’espressione particolare che possa comunicare
all’interlocutore le nostre emozioni o chiarire il senso di frasi
o parole. Gli smyles sono molto usati e di facile comprensione, infatti chi di noi non conosce ormai il famoso :-) ? Appartengono al linguaggio internazionale delle chat e sono
ormai indispensabili per questo
genere di comunicazioni.
Emoticon deriva da una crasi,
cioè da una fusione tra le parole “emotion” e “icon”, le prime
emoticon sono state inventate
nel 1981 da Scott Fahlam, ricercatore di informatica presso
l’università di Pittsburgh.
Se ci si fa caso il linguaggio è
ancora in formazione e forse
potrebbe trasformarsi in una
nuova lingua un giorno. Farlo
proprio o rifiutarlo è una questione di scelte, ma il futuro è
lì, e quindi partecipare ci può
aiutare a comprenderlo meglio
e renderlo anche “nostro” attraverso il contributo individuale
di ognuno.
rescere, come abbiamo
più volte detto è difficile e
alcuni adolescenti, forse
perché si ritengono incapaci di superare le difficoltà che incontrano, talvolta decidono di
“gettare la spugna”, di arrendersi o
meglio di buttare via la vita. Alcuni
lo fanno in modo immediato, violento, altri invece gradualmente e assumono sostanze ( droghe, alcol, allucinogeni, ad esempio) alla ricerca
dello “sballo”. Lo sballo è quel qualcosa che fa uscire dallo stato ordinario e le droghe, l’alcool e mille altri
espedienti aiutano a procurarsi quel
momento di euforia, ma lo scotto da
pagare è troppo alto: perdere la vita
il sabato sera, dopo una nottata in
discoteca a “sballarsi”. L’alcol, sebbene sia una droga legale, costituisce una sostanza altamente dannosa
per la salute e la diffusione del suo
consumo ha raggiunto livelli di
guardia. Gli alcolisti in Italia sono
oltre un milione e mezzo, molti dei
quali giovanissimi.
Oggi un ragazzo a 18 anni ha tutto
dalla vita, soprattutto se vive in una
famiglia benestante: automobile,
cellulari, soldi in tasca, libertà sproporzionata rispetto all’età. Va allora
alla ricerca di cose nuove, di nuove
emozioni. A 20 anni si può aver già
provato tutto e in una realtà come la
nostra non resta molto da fare: sballo
e trasgressione sembrano la soluzione a tutto. Ognuno fa ciò che vuole.
Non solo non ci sono più i valori, ma
non ci sono nemmeno più le regole.
Se non ci sono motivazioni né obbli-
ghi per rispettare le persone ed un
comportamento civile nei confronti
degli altri, perché farlo? Anche noi
rispetto ai nostri genitori e nonni
abbiamo molta più libertà, però la
consideriamo una cosa scontata e
nemmeno ci pensiamo. Il problema
nasce quando non la si riesce a gestire, forse perché immaturi a controllare le insidie della vita e per uniformarci agli altri sembra ci si debba
ubriacare, fumare a tutti i costi altrimenti non ci si diverte. Per alcuni lo
sballo è la forma di ribellione verso
il “sentirsi trattati da bambini” dai
genitori. Il genitore per molti è visto
come un limite, una persona che ti
dice cosa “devi fare” e cosa “non
devi fare”. Molti rispondono ai figli
“ribelli” con regole più severe, ma
forse sarebbe più utile trovare un
punto d’incontro. I genitori dovrebbero mantenere un giusto equilibrio
con i figli, ma questi dovrebbero
imparare che il rispetto del padre e
della madre è alla base dell’educazione.
Che cos’è lo sballo allora?
Lo sballo è il vuoto. È andare a cento all’ora a fari spenti, ingerire pa-
Un’indagine sui bambini in rete
CYBERBULLI A 7 ANNI, GRAZIE A CHAT E BLOG
Già alle elementari usano internet per minacciare e impaurire
•
sticche, bere smodatamente o drogarsi virtualmente ascoltando musiche
assordanti. Sono di moda le corse
clandestine. Basta andare il sabato
sera in posti conosciuti dove si scommette su corse clandestine. Giovani e
adolescenti corrono con auto e moto
truccate. A volte le gare sono organizzate con anticipo e diventano veri
e propri raduni perché si sfidano i
più bravi. Tipi che nel giro sono famosi, conosciuti da tutti perché hanno il motorino più veloce o perché
sono i più spericolati. Sono centinaia
le persone che assistono alle gare.
Vince chi arriva per primo alla fine
del rettilineo. Poi ci sono le sfide per
chi resta di più impennato, gare di
velocità con le gambe piegate sotto
la sella, in pratica si guida lo scooter
in ginocchio, alcuni guidano con il
casco, altri senza; spesso anche con i
fari spenti. L’obiettivo è quello di
andare diritti senza cambiare la
traiettoria per far spostare l’auto, ma
è molto difficile. Quindi vince chi si
scansa per ultimo. I carabinieri intervengono, ma loro non hanno paura
di essere fermati. Si sentono sicuri
perché alcune compagnie li avvisano
e allora tutti spengono il motorino e
lo parcheggiano nel piazzale oppure
si scappa nelle stradine di campagna.
Noi pensiamo che questi ragazzi che
rischiano la vita, perché poi credono
di essere grandi, non sono altro che
degli illusi. C’è una poesia di Martin
Luther King che dice esplicitamente
che non bisogna essere a tutti i costi
grandi, ma nel nostro piccolo dimostrare di essere grandi.
Nuovi software,
nuovi danni
di Giovanni Marrone, Valerio Meola, Federico Mirra, Francesco Vetere
A
sette anni chattano in rete con amici e sconosciuti. 33 bambini delle elementari su
100 già frequentano facebook, le communities e i blog. Usano il web per giochi di ruolo, per
minacciare coetanei, come dei veri cyberbulli, pronti
a insultare, impaurire, escludere usando la rete.
Amicizie e incontri, violenze e soprusi corrono oramai sul web oltre che in strada. Scontri e dissidi
decisi con un semplice “clic” e passa la paura del
confronto. Perché a volte è più facile dichiararsi, deridere, accusare a chilometri di distanza, nascosti davanti ad un video, che affrontare il “rivale” in
carne ed ossa. A raccontare i bambini è un’indagine di Eurispes e di Telefono Azzurro che è stata presentata martedì 10/02/09 in occasione del Safer
Day, la giornata per la sicurezza di Internet, quest’ anno dedicata ai social
net-work. Dati che illustrano il mondo vissuto dai ragazzini dai 7 anni in poi
su Internet con l’aiuto di esperti tra i quali Google, Microsoft, Facebook, Ebay. Nel dettaglio i numeri spiegano che, se nel 2005 vi era solo il 13% dei
bambini tra i 7 e gli 11 anni che comunicavano tramite chat, ora è il 33% di
quelli che a casa hanno un computer che parlano con gli amici via rete. Il
24% partecipa a giochi di ruolo sul web, il 56% fa videogiochi, il 49% scarica musica, film, video, il 22% legge dei blog, il 45% cerca nei vari siti materiale utile allo studio e il 78% guarda abitualmente siti di informazione. Non
solo vita di relazione virtuale trascorsa sullo schermo tra emoticon e fotografie, ma anche piccole e grandi vedette, gelosie, ripicche e minacce si consumano tramite il computer per gli adolescenti tra i 12 e i 19 anni. Il 13,1%
infatti ammette di aver diffuso su internet false informazioni su coetanei,
mentre è l’11% ha molestato, infastidito, minacciato altri adolescenti usando
il web. E tornano alla memorie le tante storie di questi mesi che raccontano
di ragazzine ricattate da ex fidanzati pronti a mettere in rete alla portata di
tutti, le loro foto ingenuamente private scattate col telefonino quando le amavano ancora. Il 5% racconta di aver diffuso messaggi, foto e video minacciosi e quasi l’11% ha utilizzato la rete per escludere volontariamente una persona dal gruppo. Il 7,7% ha detto di aver incrociato sul web dei molestatori
troncando ogni rapporto, evitando di rispondere, 45% evitando quella chat
(13%) o semplicemente invitando il molestatore a non dare più fastidio. Solo
il 3% ne ha parlato con un adulto.
ISTITUTO COMPRENSIVO “S. PIO DA PIETRELCINA”
O
•
di Simona Avella
ggi sono molti i ragazzi che passano
il tempo, molte volte intere giornate,
davanti al computer. Questo ha fatto
sì che ai bambini non servisse più l’uso della
classica scrittura. Alcuni bambini “nascono”
con un mouse in mano, sapendolo usare senza
leggere le istruzioni. I ragazzi pensano che il
computer sia uno strumento che serve per
crescere e per imparare ad usare le nuove
tecnologie quando si troveranno ad essere
adulti. Per questo cercano di avere il software
più avanzato o di possedere più applicazioni.
L’eccessivo uso di questa tecnologia, però,
secondo alcuni esperti, può abbassare i livelli
di cultura e cancellare le conoscenze definitivamente.
La tastiera ha sostituito l’uso della scrittura
manuale che venendo esercitata raramente
diventa indecifrabile e scorretta.
Un semplice clic del mouse ha sostituito la
capacità di cercare informazioni e dati, tanto
che anche cercare un numero telefonico in un
elenco tradizionale risulta difficile e complicato. Forse, uno degli aspetti positivi di questi
mezzi è l’aver favorito, in un certo senso, la
memoria con i loro pin e password. Questi
codici sono diventati le “chiavi della nostra
vita”. E guai a perderli! Sarebbe un disastro!
I giovani pensano che l’azione di questi nuovi
e avanzati mezzi di comunicazione sia completamente positiva, ma anche chattare su
internet, il passatempo più frequente fra i
ragazzi, può riservare brutte sorprese. Attenzione ai virus, a inviare foto, ad aprire siti non
controllati… Quindi computer sì, ma non
senza un minimo di prudenza e di equilibrio!
PAGINA 10
ATTUALITA’
Un ignobile tentativo di cancellare la memoria dello sterminio nazista
PER NON DIMENTICARE
27 GENNAIO, GIORNATA
DELLA MEMORIA
Gli alunni dell’I.C. assistono alla proiezione del film “Il bambino dal pigiama
a righe”
BASTA COL NEGAZIONISMO!
Il vescovo lefebvriano Williamson sostiene che la Shoah non è mai esistita.
•
di Giuseppe Caruso e Antonio Fusco
L
a giornata della memoria fu istituita nel
2000 dal Parlamento italiano, scegliendo
il giorno, il 27 gennaio del 1945, in cui
furono abbattuti i cancelli dei campi di
sterminio di Aushwitz – Birkenau. E’ un motivo
per non dimenticare le vittime dell’odio nazista e
ricordare quanto l’uomo sia stato crudele verso i
suoi simili, affinché quello che è accaduto nel
passato non debba più ripetersi. Molte sono le
testimonianze di chi ha vissuto l’esperienza dei
campi di concentramento. In modo particolare
siamo stati colpiti dalla storia, raccontata dai
nostri professori, di un sopravvissuto che ha
avuto il coraggio di narrare, nei minimi particolari quella brutta e orribile avventura. Attualmente
dentro di lui non vivono solo ricordi, ma è ancora presente la paura e il terrore di quello che è
stato. Alberto, questo il nome del testimone, non
ha ancora la forza, il coraggio di prendere i bambini in braccio perché pensa a quando i tedeschi
facevano il tiro al bersaglio con i neonati. Anche
noi, con la nostra scuola, abbiamo voluto partecipare alla giornata
della memoria, e
per provare a capire, certamente in
piccola parte, cosa
sia accaduto, siamo
andati a vedere un
film intitolato: “IL
BAMBINO CON IL
PIGIAMA A RIGHE”. E’ la storia
di un’amicizia impossibile tra due
bambini innocenti e
Scene tratte dal film “Il inconsapevoli della
bambino con il pigiama a cattiveria umana. Li
divide una rete che
righe”
segna i limiti dei
campi di concentramento. Il film si conclude in modo drammatico,
perché il bambino che si trovava all’esterno del
lager, ignaro del pericolo, per dimostrare la sua
fedeltà e aiutare l’amico a ritrovare il padre, scava una buca e entra nel campo. Per un errore del
destino viene chiuso nelle camere a gas e ucciso.
Questo film ha suscitato in noi tristezza e compassione. Le scene erano particolarmente coinvolgenti; sembrava come se ci fossimo stati noi
al loro posto. Anche le musiche, i rumori erano
come reali e sono riusciti a trascinarci nella storia. Quello che ci ha amareggiato di più è stato
renderci conto che la cattiveria dei soldati nazisti,
come traspare da questo film, non volle risparmiare neanche i bambini.
Silvia Sorrentino e Linda Russo
CAMBIA L’ESAME DI TERZA MEDIA
Lode e percentuali per la valutazione.
• di Linda Russo e Silvia Sorrentino
D
a quest’anno, oltre ai voti, si useranno nella
scuola secondaria di I grado percentuali per la
valutazione degli esiti delle prove d’esame. Per
essere ammessi a sostenere il cosiddetto esame di
Stato occorreranno almeno 6/10 sia nel comportamento che in ciascuna disciplina di studio. La valutazione finale si esprimerà con un voto in decimi, a
cui concorreranno le prove scritte d’istituto fino al
35%, la prova nazionale alla quale potrà essere attribuito fino al 15%, il colloquio pluridisciplinare cui
si potrà assegnare fino al 25%. Un ulteriore 25%
potrà essere assegnato dalla sottocommissione sulla
base del voto finale di ammissione all’esame e degli
elementi valutativi complessivi relativi all’alunno
(es. partecipazione a laboratori, a progetti, percorso
di studio nel triennio…). Durante l’ultimo anno, ma
anche in quelli precedenti, ogni ragazzo, quindi,
dovrà impegnarsi per ottenere buoni voti e ottenere
così all’esame una percentuale in più. Su proposta
della sottocommissione, con decisione assunta a
maggioranza da parte dei docenti, in casi particolari
potrà essere attribuita anche la lode. L’esito dell’esame sarà poi illustrato con una certificazione analitica dei traguardi di competenza e del livello globale di maturazione raggiunti dallo studente.
E’
assurdo pensare che la Shoah, lo sterminio di tanti
ebrei e non solo, non abbia mai avuto luogo nella Storia. Eppure qualcuno ne è convinto e sostiene che
“quello” che è accaduto ad Auschwitz, così come in altri campi è
solo una “truffa”. Un noto vescovo lefebvriano Williamson, sostenitore del negazionismo, ha ultimamente ribadito che l’Olocausto è
un mito, creato per favorire gli interessi degli ebrei nel mondo e
giustificare la nascita e la difesa di Israele. E’ un’invenzione per
screditare la Germania e il popolo tedesco.
Le tesi negazioniste affermano
che:
• le camere a gas non servivano
per uccidere gli ebrei, ma per
sterminare pidocchi, di cui Auschwitz era infettata;
• i nazisti non si preoccuparono
di uccidere gli Ebrei, ma di rinchiuderli nei campi come prigionieri di guerra;
Il vescovo lefebvriano R. Wil- • il numero degli Ebrei morti
liamson che recentemente ha
durante la seconda guerra monchiesto scusa per le sue frasi
diale è di gran lunga inferiore a
“imprudenti” sull’Olocausto
DALLA PRIMA
ELUANA, UNA VITA NON VITA
… Suo padre ha
lottato molto per
far sì che le venisse staccata la spina, sostenendo e
cercando di dimostrare che quella
fosse
l’effettiva
volontà della ragazza, espressa quando era ancora
in vita, dopo un incidente simile accaduto ad un suo
amico. Il padre si è rivolto alla Magistratura per far
sì che la volontà della figlia fosse rispettata e si
mettesse termine a quella “vita, non vita”. E così è
stato. La sera del 9 febbraio 2009 alle ore 20.10,
alla clinica “La Quiete” di Udine, si è spenta per
sempre la dolce Eluana Englaro. Tutti l’abbiamo
sempre immaginata come nella foto, come una
quanto si è sempre sostenuto.
Secondo alcuni l’inesistenza delle camere a gas sarebbe provata dal fatto che non sono mai stati trovati residui di cianuri nei
campi di concentramento. Secondo i negazionisti è inoltre
impossibile credere che gli inservienti dei campi, anche se dotati di maschere, potessero entrare subito, come invece si racconta, nelle camere a gas dove giacevano fino a 1500 cadaveri,
senza che venissero a loro volta uccisi dai “veleni letali”. Per
quanto riguarda le immagini dei prigionieri scarnificati, le loro
misere condizioni di salute sarebbero dovute all’abbandono,
alla mancanza di cibo e di medicine per giorni e giorni in seguito allo sfaldamento del fronte tedesco. Ci auguriamo che
nessuno dia ascolto a queste tesi assurde e offensive per l’umanità intera. Non capiamo come ancora si possa discutere su un
fatto storico evidente, testimoniato da centinaia di protagonisti
che hanno vissuto direttamente la crudeltà più atroce che mai
l’uomo abbia messo in pratica.
La Shoah sia per tutti monito contro l’oblio, contro la negazione o il riduzionismo. Il giorno della Memoria sia un insegnamento affinchè le persone riflettano su quanto male l’uomo sia
stato capace di fare ai suoi simili e capiscano che assassinare la
memoria di quanto è accaduto significa avere l’opportunità di
completare lo sterminio.
ragazza bellissima, sorridente, piena di vitalità.
Ma Eluana non era più così da ben 17 anni. Lo
ha confermato Marinella Chirico, la giornalista
del TG regionale del Friuli Venezia Giulia, invitata dal professor Del Monte, il medico che ha
accompagnato la ragazza nel suo ultimo viaggio,
a entrare nella stanza dell’agonia, in modo da
testimoniare successivamente la vera e straziante condizione di un giovane corpo provato da
un’immobilità, da un’insensibilità e da un’assenza di coscienza durata tanti anni. Di quel
sorriso, di quell’energia esistenziale, di quella
voglia di vivere e di comunicare col mondo non
era rimasto nulla. C’era solo un corpo ormai
spento, sfinito, “un fantoccio di gomma” adagiato in un letto d’ospedale. La giornalista ha dichiarato, infatti, che la povera ragazza era ormai irriconoscibile, era come una donna
“uccisa” da anni di immobilità. Ha raccontato
che gli occhi erano uno spasmo e la bava le
scendeva dalla bocca. Ogni due ore la giravano
ISTITUTO COMPRENSIVO “S. PIO DA PIETRELCINA”
per evitare le piaghe da decubito, ma per le
orecchie non si poteva far nulla. Aveva le
orecchie deformate perché l’una o l’altra dovevano poggiare sul cuscino. Dopo un primo
momento di sconcerto e dopo aver visto i medici che parlavano alla ragazza, la cronista ha
trovato il coraggio di baciarla sulla fronte.
Il caso Englaro ha diviso l’opinione pubblica:
da una parte le persone che volevano la morte
di Eluana, dall’altra quelli che volevano che la
ragazza continuasse a vivere. Per noi è molto
difficile prendere una posizione precisa, ma
comprendiamo il dramma di questa famiglia,
tormentata da una sofferenza indicibile per una
figlia che avrebbe dovuto avere le stesse opportunità di vita delle sue coetanee. Confidiamo, comunque, in una legge che possa regolamentare queste situazioni estreme, affinché
non ci siano equivoci e ognuno possa disporre
della propria vita ed eventualmente anche della
propria morte.
PAGINA 11
VIVE LA FRANCE!
POUR BAVARDER...
SOLIDARIETA’
LA GIORNATA
DELLA MEMORIA
L’ANGOLO DELLA POESIA
DON BOSCO, UN VRAI AMI
Oh père toi qui as aidé les jeunes
à ne pas désespérer
Oh père toi qui as aidé les malades
à ne perdre pas l’espoir
toi qui as donné la main
toi qui as souhaité le bien donne
l’amour à tous ceux qui nous aiment
et à tous ceux qui n’aiment pas la vie !
Scuola Secondaria di I grado
di Pesco Sannita
Poème
Mariarita Procino
LA COLOMBE
JOYEUSES PÂQUES
Messagère de l’avril
Colombe,colombe
Les hommes sont en péril
Apporte la paix au monde.Francis Yard
Concetta D’Apollonio
Pâques c’est la grande
fête de la renaissance à
la vie et de la victoire de
celle-ci sur la mort.
Quand les fêtes de Pâques arrivent, l’hiver est bien terminé. Les fêtes
de Pâques sont toujours célébrées le dimanche
après la première lune et après le début du printemps. Le dimanche des rameaux est célébré une
semaine avant Pâques. La coutume d’offrir des
œufs au début du printemps remonte à l’antiquité; l’œufs, symbole de la vie et du renouveau, est
l’ image d’une vie nouvelle, il est donc devenu
un symbole pour exprimer le renouveau inauguré
par la Résurrection.
Elena Iadanza
Giovanna Capozza—Elena Iadanza
Les cloches
de Pâques
J’
avais 18 ans quand ils m’ont déportée
à Auschiwtz. Il ne faudra jamais oublier ce
qui s’est passé pendant la Seconde Guerre
Mondiale. Jamais oublier l’Holocauste l’
extermination, pour les nazis de six milions de personnes, juifs, resistants, gitans
et homosexuels. Les survivants peuvent
encore temoigner. Ils sont de moins en
moins nombreux. Charlotte est de ceux-là.
Née à Paris de parents juifs originaires de
Pologne elle a vu disparaître une bonne
partie de sa famille dans le camp de la
mort. Elle-même a été arrétée le 21 juillet
1944 puis déportée à Auschiwtz en Pologne. Elle avait 18 ans. Dépuis des années
elle se rend dans le colléges et les lycées
pour raconter ce qu’elle a vécu.
La classe terza di Pesco Sannita
Charte Ruban vert pour la respect
Les cloches ne sonnent pas
du Vendredi Sain au. Dimanche de Pâques .Selon la légende, les cloches vont à
Rome pour être bénies;à leur
retour elles laissent tomber
des œufs en chocolat que les
enfants sages doivent trouver
dans leurs jardins ou sur
leurs balcons.
Mariarita Procino e Johann Fregin
1
2
3
4
6
7
8
Charlotte Schapira
LA VIOLENCE
Mots croisés
5
IL RITRATTO
IL
RITRATTO
9
Complète la grille des mots croisés.
Horizontal
2. La fête nationale en France c’est le 14 ….....
4. L’ ancienne monnaie français
5. Grande ville et port dans le sud de la France.
8. L’……….. de Triomphe.
9. Les 24 heures du ………
Article 1 Ces relation filles – garçons
Les filles et les garçon doivent se respecter.
Ils peuvent partager leurs goûts apprendre à se connaître sans abuser
les uns des autres.
Article 2 La prévention de toutes les formes de racisme
Chaque religion, chaque culture, chaque couleur nérite le respect. Au delà des apparences, tous les élevès sont égaux et ont un même cœur.
Article 3 La devoir de parole.
L’indifférence est complice de la violence. Les témoins, les victime
d’actes violents doivent parler pour briser la loi du silence.
Article 4 Le droit à la parole
Tous les jeunes sont libres de s’exprimer sans crainte.
Ils doivent le faire sans cri ni vulgarité dans le respect de la parole de
l’autre.
Article 5 Le respect mutuel entre adultes et adolescents
Chaque adolescent doit respecter les adultes et l’autorité des enseignants.
De même, les adultes doivent respect et considération aux élèves.
Article 6 les relation (4 – 3/6-5) ème
Les grands ne doivent pas abuser de la faiblesse des petits.
Ils doivent les accueillir et leur montrer le bon exemple.
Article 7 Contre la violence
La bagarre ne résout pas les problèmes.
Aucune violence physique, aucune arme dangereuse n’a sa place au
collège.
Article 8 Ceux qui travaillent
Non à ceux qui perturbent les cours.
C’est une chance de pouvoir étudier, tout le monde doit pouvoir le
faire dans le calme.
Article 9 Les élevés en difficulté
Les élevés en difficulté ne doivent pas être mis à
l’écart.
Il est du devoirs de tous de les aider, de les soutenir et de les motiver.
Article 10 Le langage
Le langage entre jeunes ne doit comporter ni vulgarité, ni insulte.
Chacun peut réapprendre à parler à l’autre avec gentillesse et politesse.
Giuseppe Caruso, Antonio Fusco, Laura Sorrentino
Vertical
1. …………. d’Arc est une héroïne française.
2. Le français Pierre de Coubertin a crée les
……….Olympiques modernes.
3. Général et empereur française.
4. Le Tour de…………est une course cycliste.
6. Le fleuve qui traverse Paris.
7. Pays francophone de l’Amérique du Nord.
ISTITUTO COMPRENSIVO “S. PIO DA PIETRELCINA”
L’ISTITUTO COMPRENSIVO
NELL’AMBITO DEL PIANO
PER L’ANNO SCOLASTICO
STA REALIZZANDO...
Istituto Comprensivo
di
PIETRELCINA
“S. PIO DA PIETRELCINA”
INTEGRATO DI ISTITUTO
2008/09
Ministero della Pubblica Istruzione
Direzione Generale Affari internazionali Ufficio V - Roma
Fondi Strutturali Europei 2007/2013 - Programmi Operativi Nazionali
“Competenze per lo sviluppo” annualità 2008/2009
Centro Territoriale Permanente per l’educazione degli adulti
Obiettivo G1 - Migliorare i sistemi di apprendimento durante tutto l’arco della vita.
Interventi finalizzati al recupero dell’istruzione di base per giovani e adulti
Istituto Comprensivo
B1 Interventi per la promozione delle competenze chiave matematica
Dalla difficoltà all’eccellenza
Cultura biologica dell’olivo (Agronomia)
Al passo con i tempi
(Informatica di base)
Viva la Spagna
(Lingua spagnola 1° livello)
Leggere ascoltare comprendere
(Lingua italiana)
Alimentazione e salute
Patente ecdl
(Informatica livello avanzato)
Hola!
(Lingua spagnola 2° livello)
B4 Interventi di formazione sulla metodologia per la didattica individualizzata
Teatrando si impara
B9 Sviluppo di competenze sulla gestione amministrativo - contabile
L’ufficio di segreteria
C1 Migliorare i livelli di conoscenza e di competenza dei giovani
Bit (Informatica di base)
Europa Europa (approfondimento di Lingua Inglese)
D1 Interventi formativi sulle nuove tecnologie della comunicazione
Un computer per amico (informatica di base)
Alla lavagna!! (utilizzo della lavagna interattiva)
Per ulteriori informazioni rivolgersi alla segreteria dell’istituto o visitare il sito
www.istitutocomprensivopietrelcina.it
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