VIA L'IMU,
ECCO UNA TASSA
MASCHERATA
di ALESSANDRO COSI M I
e decisioni che il Governo
ha adottato in materia di
imposizione fiscale avrebbero dovuto per l Anci rispettare alcuni punti fermi.
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VIA L'
, ECCO
UNA TASSA MASCHERATA
Intanto assicurare la totale garanzia della copertura finanziaria
delle risorse per i Comuni garantendo l'invarianza del gettito deliberata per il 2013. Poi garantire all'entrata in vigore del decreto
legge l'erogazione delle risorse finanziarie ai Comuni , relative alla
prima rata 2013 e assicurare la massima certezza e tempestività
nell'erogazione delle restanti risorse ; infine coprire la seconda rata
entro il termine di approvazione dei bilanci o un termine congruo
sullabase delle aliquote deliberate dai Comuni.
Negli incontri col Governo è apparsa chiara la difficoltà a corrispondere a questi elementi . Estato un gesto di responsabilità importante da parte dell 'Anci non entrare in una diatriba politica che
vedesse la definizione del tributo come elemento discriminante.
Echiaro che l'Anci che rappresenta tutti i Comuni non poteva scegliere il tributo patrimoniale come aggregazione dell'associazione
anche se l'idea di un tributo europeo legato alla valorizzazione
dell'immobile, se pur prima casa, era il criterio prevalente all'interno dell 'Anci. Per quello che si può leggere nel decreto ancora in
una stesura incerta , viene sancita l'abolizione della prima rata Imu
con una compensazione di 2 miliardi e 400 milioni comprensivo
di fabbricati rurali sulla base del gettito Imu 2012, comprensivo
delle maggiorazioni deliberate dai Comuni nel 2012. Per quanto riguarda la compensazione circa il riconoscimento di quanto deliberato o da deliberare nel 2013 sono stati presi impegni politici dal
presidente Letta perché entro il 15 ottobre sia presentato un decreto legge che dovrà accompagnare la legge di stabilità che conterrà
la revisione dell'Imu a partire dal 2014.
Questo dato è estremamente pericoloso per i Comuni anche in
funzione della proroga al 30 novembre dell'approvazione dei
L'abolizione
bilanci preventivi 2013. Ricord e I l' I m u
do che l'Imu prima casa ad aliquota standard vale 3,4 miliardi
costringerà
e che la leva fiscale azionata nel
2012 con la modulazione delle
i sindaci a introdurre
aliquote è di circa 700 milioni
mentre la leva potenziale è di 2
una nuova imposta
miliardi e 500 milioni. Pertanto
il tema è delicatissimo e investe
la
definizione
di
E con la Service Tax
non si farà equità:
"compensazione" considerato dirlo è solo propaganda
che moltissimi Comuni non
chiuderanno i bilanci senza la maggiorazione dell'aliquota e che
nella proposta di revisione dell'Imu bisognerà garantire un gettito
almeno paria 5 miliardi e 900 milioni.
Siamo invece contrari a una Service tax della quale non riusciamo a comprendere bene il peso finanziario , in quanto è difficilmente ipotizzabile un tributo che inglobando la componente Tares dei servizi indivisibili finisca per valere quanto l'intera Imu prima casa comprensiva della modulazione fiscale locale . Il rischio
più evidente è che i Comuni e i cittadini possano vedere una nuova imposta sulla casa (chiamata con nome diverso ) che colpisca
soggetti passivi diversi (proprietario e affittuario) e con un parametro che può essere misto (sia mq che valore catastale) a scelta
del Comune . Quindi da un lato il Governo che dice "ho abolito
l'Imu prima casa", dall'altro i sindaci costretti a introdurre una
nuova imposta di fatto sostitutiva o parzialmente sostitutiva. E'
evidente che in un contesto con margini finanziari così ristretti su
cui pesano anni di tagli alle entrate dei Comuni, immaginare che
gli stessi facciano politiche di equità attraverso la service tax è propaganda. Nel rispetto delle difficoltà attuali dobbiamo puntare ad
adottare una scelta che assicuri equità fiscale , sociale territoriale e
assicuri una effettiva perequazione . Solo i Comuni conoscono da
vicino la situazione economica delle famiglie e possono realizzare
efficaci e selettive politiche di riequilibrio.
Abbiamo accettato l'incertezza di una volontà politico - istituzionale del Governo con un rischio che ci siamo assunti guardando all'interesse del Paese , ma non possiamo accettare di contraddire il principio della proporzionalità della tassazione e non accetteremo una Service tax che appaia più come un politicismo che
una riforma concreta della tassazione locale.
"presidente ANCI Toscana , sindaco di Livorno
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