Ufficio stampa
Comune di Russi
Rassegna stampa 07-02-2012
press LIETE
07/02/2012
Córriere
RAVENNA
Nuove nevicate in arrivo. Colonnina di mercurio scesa a -13°
Proseguono i disagi per la circolazione ferroviaria. Via Baccarini chiusa per le stalattiti di ghiaccio
RAVENNA. Freddo e neve
ad intermittenza. È questo
lo scenario previsto anche
nei prossimi giorni. Dopo la pausa di ieri, i fiocchi di neve
faranno infatti il loro ritorno in città e in collina, accompagnati da temperature rigide. Ieri mattina i valori minimi hanno raggiunto i -9.8° a Ravenna città, con punte ad
Alfonsine di -12.8° e a Lavezzola di -12°. A Bagnacavallo il
termometro segnava -11.4°, a Sant'Agata sul Santerno
-10.1°, a Russi -10.6°, a Faenza -7.6°, a San Pietro in Vincoli
-9.6° e a Punta Marina -7.3°. «Si tratta di valori al di sotto
della media del periodo ma non paragonabili ad annate
storiche come quella del 1929 (quando si roccarono i -20°),
1956 (-24°), 1985 (-23°) e 1991 (-15°) - spiega Pier Luigi Randi,
membro della Società meteorologica italiana e previsore
Meteocenter Meteoromagna -. Dopo la pausa di ieri oggi è
in arrivo una nuova perturbazione proveniente da sud-est che porterà nuove nevicate. In pianura e sulla costa le
precipitazioni saranno deboli ed intermittenti mentre la
situazione sarà più difficile per l'Appennino». Nella giornata di domani si prevede un nuovo miglioramento con
graduale rasserenamento che caratterizzerà anche la
giornata di giovedì ma nel week end lo scenario cambierà
nuovamente. «Quella che si profila - aggiunge l'esperto - è
una settimana con neve ad intermittenza: tra venerdì e
sabato infatti potrebbe tornare a nevicare, questa volta
con precipitazioni consistenti». Intanto, nonostante l'assenza di precipitazioni, ancora ieri la situazione per
quanto riguarda la circolazione ferroviaria non era tornata alla normalità, soprattutto sulla tratta da e per Bologna. I ritardi più pesanti hanno riguardato alcuni convogli provenienti dal capoluogo emiliano. In mattinata il
treno che doveva partire alle 11.06 ha lasciato la stazione
di Bologna centrale solo alle
12.52, accumulando un ritardo di 106 minuti già dopo
la prima fermata. Nel pomeriggio quello delle 15.06 (atteso in città alle 16.27) è invece slittato alle 16.58 con un
ritardo di due ore registrato dopo poche fermate. Disagi
anche sulla direzione opposta, con il convoglio diretto a
Bologna delle 17.33 partito invece dalla stazione di Ravenna alle 18.50. Ritardi non sono mancati nemmeno sulle altre linee, soprattutto verso Rimini e nell'ordine di
mezz' ora. Giornata di intenso lavoro anche per i vigili del
fuoco alle prese con interventi per limitare i danni legati
al maltempo. Nella tarda mattinata di ieri via Baccarini è
stata chiusa al traffico per consentire la rimozione delle
stalattiti di ghiaccio pendenti dai palazzi, mentre a Cervia e a Savio i pompieri sono intervenuti per arginare il
rischio che due strutture telonate, in altrettante aziende,
cedessero sotto il peso della neve.
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TravoLse e uccise FIN», patteggia
Rapine mentre er
dai
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RAVENNA
E a Russi Pd e Pri affossano l'odg di Sel
Voto contrario insieme al centrodestra all'ordine del giorno sull'acqua pubblica
RUSSI. Non ha passato
il vaglio del consiglio comunale l'Odg di Sel di
Russi sull'acqua pubblica.
Presentato dal consigliere comunale Valentina Casali lo scorso 31
gennaio, l'ordine del
giorno relativo al rispetto dell'esito dei referendum sull'acqua è stato
bocciato dai consiglieri
Pd, Pri e dal centrodestra. «Con il voto dello
scorso giugno il 94,7%
dei cittadini russiani
(5587) - spiega Sel - hanno
espresso la volontà di
considerare l'acqua un
bene comune che deve
essere sottratto alle logiche di profitto». In questo senso il documento
presentato da Sinistra ecologia e libertà impegnava il consiglio comunale a riconoscere nello
Statuto comunale «l'acqua bene pubblico, privo
chiarato di essere particolarmente dispiaciuto
del fatto che «il Pd, membro del comitato referendario per l'Acqua Bene
Comune, non sia stato in
grado di dare una risposta politica ai cittadini
che si sono espressi per
la pubblicizzazione
dell'acqua. Questa posizione di stallo - aggiunge
il gruppo - questo prendere tempo confidando
nelle norme e nei tecnicismi dei decreti Berlusconi-Monti per rendere
più complicata la gestione pubblica dell'acqua,
sta creando disagio in alcune delle componenti
politiche che sostengono
la lista "Insieme per Russi"». Favorevoli all'ordine del giorno la lista civica "Libera Russi" e il
Partito Socialista Italiano, dei quali Sel ha apprezzato «la coerenza politica».
di rilevanza economica»
e chiedeva l'eliminazione immediata della quota del 7% della remunerazione del capitale investito nella tariffa del servizio idrico integrato. Il
gruppo Sel di Russi ha di-
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Crona. Raverna
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«Acqua, paghiamo solo il dovuto»
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1647,18 marzo 2012
Cailere
press LIETE
RAVENNA
07/02/2012
Al settore agricolo non deve pagare l'Imu»
«Fatica a sopportare
l'aumento dei costi»
RAVENNA. Le tre centrali cooperative di Ravenna
chiedono ai sindaci di riconsiderare il meccanismo
dell'Imu sul comparto agricolo, in particolare le
aliquote da applicare ai fabbricati strumentali ed il
meccanismo di calcolo relativo ai terreni agricoli.
«Il settore fatica sempre
più a sopportare l'aumento inarrestabile dei costi spiegano i rappresentanti
di Confcooperative, Legacoop e Agci - e quest'imposta sui terreni agricoli
e sui fabbricati rurali rischia di diventare un peso
troppo grave da sopportare per molte aziende del
territorio». La sua applicazione rappresenta infatti una doppia tassazione per gli agricoltori dal
momento che varie sentenze hanno in precedenza sancito «che gli edifici
rurali, in quanto strumentali all'attività agricola, sono già tassati allorquando vengono pagate le imposte (Irpef e Ici)
sui terreni». Per le tre
centrali cooperative quelle degli agricoltori sono
richieste legittime anche
alla luce dell'ordine del
giorno approvato pochi
giorni fa dalla Conferenza
delle Regioni e delle Province autonome sull'applicazione dell'Imu alle aziende agricole. Secondo
questo documento «l'Imu
va a colpire l'agricoltura
in un suo punto debole proseguono i rappresentanti del mondo cooperativo ravennate - costituito
dalla forte immobilizzazione di capitali a bassissima redditività; l'applicazione ai fabbricati rurali ad uso strumentale di
un aliquota ridotta allo
0,2%, pur combinata con
la facoltà riconosciuta ai
Comuni di ridurla dello
0,1%, produrrà comunque effetti devastanti;
l'applicazione dell'Imu
potrebbe accelerare il
processo di dismissione
del settore agricolo, che
l'ultimo censimento ha fo-
tografato in modo inequivocabilmente in declino».
Ne consegue che spostare
l'imposizione dal reddito
al patrimonio, così come
previsto dal decreto "Salva Italia", rappresenta un
grave danno per l'agricoltura «se attuato senza sostanziali correttivi all'intero sistema fiscale e contributivo del settore, visto
che il patrimonio agricolo
in questione è un generatore di reddito e lavoro e
non di rendita». Non è
quindi accettabile «che la
salvezza delle città debba
realizzarsi a danno di un
settore così importante
per il nostro paese. Occorre lavorare tutti insieme concludono - per trovare
una soluzione che si ponga come un'alternativa
più equa».
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Crona. Raverna
U.LE CEM§à
settore agricolo non deve pagare Ilmu»
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RAVENNA
«Teatro, luogo civile»
A Cervia e San Marino Le Belle Bandiere presentano "Antigone" i
Vent'anni di teatro per una compagnia figlia di questa terra
di Claudia Rocchi
CERVIA. Torna in scena
al teatro Comunale di Cervia una compagnia figlia
della terra di Romagna;
compagnia che anno dopo
anno si è ricavata uno spazio fra le compagnie "di giro". Elena Bucci e Marco
Sgrosso, alias Le Belle
Bandiere di Russi sono
protagonisti in questo
martedì 7 febbraio alle 21
(con replica mercoledì 8)
di "Antigone, ovvero una
strategia del rito" da Sofocle.
Lo spettacolo chiuderà
le date romagnole il 16
febbraio al teatro Nuovo
di Dogana di San Marino
alle 21.15.
Con Elena Bucci nel
doppio ruolo di Antigone
e di regista dello spettacolo e di Marco Sgrosso
(Creonte), sono in scena
anche Daniela Alfonso,
Maurizio Cardillo, Nicoletta Fabbri, Filippo
Pagotto, Gabriele Paolocà. Da ricordare che il
disegno luci porta l'ultima firma di Maurizio
Viani; un testamento d'amore al teatro di questo
artista delle luci, prima di
spegnersi due settimane
fa, a 63 anni, dopo lunga
malattia. Per anni Viani è
stato compagno d'avventura di Bucci-Sgrosso di
cui era amico sin dai tempi del Teatro di Leo. Infatti Elena e Marco prima di
costituirsi nel 1992 come
Belle Bandiere, sono stati
nella compagnia di Leo
De Berardinis sin dal
1985.
Fra le tragedie greche,
"Antigone" conserva un
fascino che, modellandosi
nel mito, giunge a noi ancora integro di sentimenti
e rigore, in bilico fra ragion di stato e ragioni del
cuore. Antigone vorrebbe
dare sepoltura al fratello
Polinice, reo di aver ucciso il gemello Eteocle per il
regno di Tebe. Creonte
vieta ogni onore funebre
considerandolo nemico
della patria. Ma la pura
Antigone si oppone e viene imprigionata.
Perché avete affiancato il sottotitolo "una
strategia del rito"?
Risponde Elena Bucci:
«Il termine "strategia" è
indicativo di una spinta a
tenere duro, ad avere fiducia cercando di agire nel
migliore dei modi possibili, ricercando riti collettivi. Perché abbiamo anco-
nese Carcano, dove avete da poco ultimato le recite?
«In modo davvero positivo, oltre le nostre aspettative. E parlo di un pubblico di ogni età, attento e
silenzioso. Mi accorgo che
la gente ha proprio voglia
di condividere pensieri
che riguardano una comunità civile e politica e
che accomunano ogni ceto
sociale».
Cosa in particolare la
soddisfa?
«Il fatto di avere conferma del senso del teatro
quale luogo civile ove condividere insieme fatti, opinioni, problemi che
coinvolgono una comunità e un luogo che possono
rendere migliore».
Avete tradito Sofocle?
«La gente ha voglia
di condividere pensieri
che riguardano
la comunità»
ra bisogno del "rito", di
momenti celebrativi di
gioia e anche dolorosi, da
condividere insieme».
Come siete arrivati alla scelta di misurarvi
con la tragedia greca?
«Abbiamo proseguito
lungo la strada che ci aveva portato al confronto
con autori classici, sempre raffrontandoli con una scrittura originale. Così siamo arrivati a un testo più lontano nel tempo
eppure attuale per sintesi
fulminante, specialmente
nelle parole dei cori. È un
testo radicale, moderno,
su questioni fondamentali come il potere».
Come sta reagendo il
pubblico compreso
quello del teatro mila-
«Abbiamo mantenuto
quasi tutto, tranne alcune
parti del coro e l'epilogo finale delle morti di Emone
ed Euridice. Ho attinto da
diverse traduzioni; io
stessa ho ricominciato a
tradurre dal greco, lingua
che ho sempre amato. A
scuola, mentre nella parte
teorica raggiungevo a malapena la sufficienza, nelle versioni tradotte arrivavo al dieci!».
Come avete affrontato
la contemporaneità?
«Rifacendoci all'idea di
teatranti, di artisti, di gente senza casa, senza futuro. Così abbiamo raffigurato le individualità del
coro che poi si uniscono e
diventano personaggi.
Con richiami anche alla
Magna Grecia. Un momento di riflessione anche dell'arte».
Nonostante siate di
Russi, lo spettacolo è
co-prodotto da CTB di
Brescia.
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o, luogo civile,'
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RAVENNA
07/02/2012
«Ci auguriamo che entro il 2012 possiamo disporre di una sede stabile
a Russi, ove poter riprendere l'attività produttiva,
così come quella dei laboratori».
Sarebbe meritato visto il ventennale
(1992-2012) delle Belle
Bandiere e il percorso
compiuto.
«Ci terremmo davvero
tanto; inizialmente avevamo una sede che in seguito dovemmo lasciare; poi
siamo sempre andati alla
ricerca di "asili" da Prato
a Brescia. Ora vorremmo riuscire a tenere le
porte aperte a Russi a
progetti di lavoro».
Ne avete qualcuno?
«Sì, è "Terra di nessuno"; se tutto andrà
bene partirà in prossimità dell'estate.
L'intenzione è di dare vita a laboratori
sia per neofiti, sia
per giovani attori. In
seguito vorremmo fare nascere produzioni anche nella nostra
terra».
Nel frattempo come proseguirà la
stagione sua e di
Marco Sgrosso?
«Marco riprenderà "Memorie dal sottosuolo" di Dostoevskij per lo Stabile di Torino; io
invece riprenderò
il contemporaneo
"Regina la paura" con lo Stabile di Napoli.
Faremo anche
recital fino
all'estate foriera, speriamo, di
novità».
• Info: 0544 975166
«Abbiamo
proseguito lungo
la strada che
ci aveva portato
al confronto con
autori classici,
sempre
raffrontandoli
con una
scrittura
originale. Così
siamo arrivati
a un testo
più lontano
nel tempo
eppure attuale
per sintesi
fulminante,
specialmente
nelle parole dei
cori. È un testo
radicale,
moderno,
su questioni
fondamentali
come il potere»
«Ci auguriamo che entro
il 2012 potremo disporre
di una sede stabile a Russi»
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o, luogo civile,'
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Baseball 1bl 1. Un altro ingaggio di valore per la De Angelis
I Godo Knights si rinforzano con Miguel Pinango
Il lanciatore venezuelano salirà sul monte in garauno
GODO. Continua a prendere forma il
il passaggio all'organizzazione dei Los
roster 2012 della De Angelis Godo. Ieri è Angeles Dodgers, nel 2007.
stato ufficializzato l'ingaggio di un pezzo
Negli ultimi tre anni ha giocato nelle
fondamentale: il lanciatore di garauno.
leghe invernali messicana, venezuelana,
Ecco Pinango. Si tratta del venezuelacolombiana e panamense. Pinango prenno Miguel
derà il posto
Pinango,
di Rodney
nato nel
Rodriguez
gennaio
sul monte di
1983 ed ingara uno
gaggiato a
con il compisoli 16 anni
to di non fardai New
lo rimpianYork Mets
gere ai tifosi
per il suo
rossoblu.
controllo e
Per compleper un camtare il roster
bio di velogodese mancità particano ora,
colarmente
per quanto
fastidioso. Miguel Pinango, classe 1983, prenderà il posto di Rodney Rodriguez riguarda gli
Lanciatore
stranieri,
non dalla fastball pesante ma di difficile ancora l'interbase e un closer di gara udecifrabilità, dopo essere arrivato in dop- no, in quanto il lanciatore Emanuel Ulloa
pio A con i Mets, dove fu autore anche ha accettato, viste le condizioni fisiche
una no-hit ai danni dei Portland Seadogs imperfette, di aggregarsi come pit(Red Sox), ha fatto il salto in triplo A dopo ching-coach. (s.c)
Pagina 35
Spera...
tincoatrofraJuniorRavennaelnrso
press LinE
Il Sole12
07/02/2012
La riorganizzazione allo studio di Palazzo Chigi
•
d•
Protezione civ ile « imezzata»
Marco Ludovico
ROMA.
arà inevitabile, una volta finita l'emergenza neve, decidere il futuro prossimo
della Protezione civile. Nella
bufera delle ultime polemiche
sin da sabato il presidente del
Consiglio, Mario Monti, da Monaco ha riconosciuto l'impegno del dipartimento guidato
da Franco Gabrielli. Sulla stessa linea il ministro dell'Interno,
Anna Maria Cancellieri, che pure ha sottolineato a più riprese
il ruolo dai prefetti. Ma Gabrielli fa i conti con questioni precedenti alla neve e anche al naufragio del Concordia. Problemi
di soldi, di procedure, di assetti
istituzionali: tutti da rivedere e
tutti in forse, a quanto pare.
L'immagine abbagliante, iperefficiente e trionfalistica di un dipartimento in soccorso anche
ad Haiti dopo il terremoto - il
capo di allora, Guido Bertolaso,
criticò perfino l'intervento
americano - sembra perdersi
nella notte dei tempi. Una vicenda, invece, che risale giusto
a due anni fa, gennaio 2010. Og-
S
gi i circa 700 dipendenti distribuiti nelle tre sedi romane in
via Ulpiano (quella storica),
via Vitorchiano (operativa) e
via Affile (sede dei mezzi) si interrogano ogni giorno sul loro
destino. L'idea di lasciare la presidenza del Consiglio per ritornare sotto l'ala del ministero
dell'Interno - riaffacciatasi alla
nascita del governo Monti e sollecitata dalla Cancellieri - è solo una delle ipotesi. Pochi sanno, peraltro, che un paio di giorni dopo il suo insediamento da
Cancellieri andò preoccupato
l'ormai ex sottosegretario Gianroprio per perorare la
ni Letta proprio'
causa di una Protezione salda a
palazzo Chigi, non all'Interno.
Quest'ultimo scenario poi è stata messo in sospeso dalla stessa
titolare del Viminale, che al Senato la settimana scorsa ha detto: deciderà Monti. In realtà
sembra avanzarsi un'altra e più
temuta - per i (grati interessati
- soluzione: una Protezione divisa a metà. Ripartita tra ministero dell'Economia e Viminale. A viale XX settembre sarebbe destinato il settore delle or-
dinanze di protezione civile, in
pratica la stima, la gestione e il
controllo totale delle spese. Sarebbe l'epilogo di una situazione già lamentata più volte da
Gabrielli, cioè l'obbligo ormai
imprescindibile, che Bertolaso
non aveva, del «concerto con
l'Economia» per le ordinanze.
Al ministero dell'Interno andrebbe a finire la parte operativa dell'attuale Protezione.
Monti, di certo, non si farà dettare l'agenda della riforma della Protezione dall'emergenza
neve. È certo che sta rivedendo
presenze e ruoli dei dipartimenti di palazzo Chigi. È altrettanto
certo che segue con occhio attento e minuzioso il tema delle
ordinanze di protezione civile
e la «bollinatura» della Ragioneria generale è ormai un requisito irrinunciabile. Oggi il premier vedrà Gabrielli e all'incontro dovrebbero esserci anche
Cancellieri e il sottosegretario
alla presidenza del Consiglio,
Antonio C atricalà. Di certo il
presidente del Consiglio potrà
avere molti spunti per decidere
con i criteri ormai guida di ogni
sua scelta: rigore finanziario, efficienza amministrativa, snellimento delle procedure. Con la
Protezione civile l'intervento
ha, del resto, natura politica, come testimonia anche il dibattito di questi giorni. Ma il Pdl, sceso lancia in resta contro Gabrielli, ora deve chiarire il suo
modello. Letta e l'allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi tentarono persino di
istituire una Protezione civile
Spa, una sorta di privatizzazione naufragata in Parlamento.
Le inchieste sui Grandi Eventi,
peraltro, hanno gettato troppi
sospetti e critiche ,su un certo
schema di funzionamento. Il
problema per Monti, oggi, è un
altro. Evitare che la Protezione
civile torni stretta nelle pastoie
burocratiche. Garantire rapidità e coordinamento con tutti gli
altri settori dello Stato interessati , come i ministero Interno,
Difesa, Economia. E assicurare
flussi di risorse adeguati.I1Fondo nazionale di Protezione civile è azzerato da 2004.
[email protected]
RIPRODUZIONE RISERVATA
..Protezionc civile «dimezzare»
press LinE
II
Sole/ /,1
07/02/2012
CON LA NUOVA IMU
TL MERCATO
CAMBIA VOLTO
Una «botta» fiscale che si farà sentire per i proprietari
Diventano meno convenienti seconda abitazione e affitto
di Saverio Fossati
sette mesi che hanno sconvolto la vita
degli italiani non sono ancora finiti. Ma
questa raffica di manovre, o meglio di
scossoni (soprattutto fis c. ali) che non lasciavano il tempo di riaversi si stanno concludendo e, sullo sfondo di un panorama da
dopobomba, si può cominciare a raccogliere le idee. E a verificare quanto sia cambiata
advvero la nostra vita, a cominciare da uno
dei cardini del quotidiano: la casa, Leggi,
tasse, obblighi e di conseguenza il mercato
sono cambiati e le strategie della famiglia e
degli operatori vanno ormai ripensate.
/
Chi compra e che vende
La batosta sul mercato è arrivata con l'anticipo dell'Imu, prevista per il 2013 e in vigore
già dal i ° gennaio di quest'anno. A introdurla subito, rendendola molto più dura, è stato il Dl di Natale (o "salva Italia"), che ha
ripristinato la patrimoniale sull'abitazione
principale e inasprito quella sulle seconde
case. Se per alcuni anni si è pagato poco o
nulla sulla casa in cui si abita, ora il discorso
cambia e, tranne che per monolocali e bilocali, la botta si farà sentire.
Le reazioni del mercato (Si vedano anche
le storie raccolte alla pagina seguente) sono
state preoccupate perché quelle tante o poche centinaia di curo all'anno in più da sommare al mutuo per l'acquisto hanno fatto riflettere più di un acquirente che, magari, sta
in affitto a prezzi più che ragionevoli, fuori
dai centri maggiori. In particolare, sulle seconde case, dove l'aliquota Imu è quasi doppia rispetto a quella sull'abitazione principale, il peso rappresenta quasi un mese di affitto
diuna casa vacanza nello stesso posto. E allora mantenere un'abitazione al mare o ai monti può cominciare a diventare un lusso insopportabile dal punto divista dei semplici conti
economici della famiglia: tra manutenzione,
condominio e Imu forse conviene vendere
una casa che si usa solo un mese o due all'anno, e andare in affitto. Cambi d'orizzonte pesanti, che possono spostare decine di miliardi d'investimenti anche facendoli uscire da
un settore già in cattiva salute.
D'altra parte, chi, invece, è proprietario, deve confrontarsi conl'Imu che non è rimborsabile dall'inquilino, oltretutto in una congiuntura del mercato locativo che ha visto una discesa progressiva dei canoni. Non solo: la
constatazione che un affitto abitativo rende
ormai meno del 2% netto potrebba indurre a
tmarifiessione pesante anche ipiccoliinvestitori (per non parlare di quelli grandi): gli effetti dell'Imu su un mercato già molto ingessato
potrebero essere di un'ulteriore depressione, non tanto sulla possibilità che prezzi di
vendita e canoni di locazione scendano ancora ma proprio in termini di blocco del merca-
to. Oltretutto, per chi invece tiene sfitto, è sparitol'incremento diun terzo dell'Irpef (assorbita dall'Imu), quindi non esiste alcuna penalizzazioneper chinon loca l'immobile. Unpericolosissimo invito all'affitto in nero.
Ma la stagione dell'immobiliare era iniziata già con il Dl svluppo (7o/zon), che fissava
le nuove regole per la tassazione delle case rurali, complicando la vita a chi vive e lavora in
agricoltura:ora tutti devono riclassificarle entro il 31 marzo, altrimenti perderanno le esenzioni dalle imposte sui redditi per gli anni passati, indipendentemente dal fatto che effettivamente usino gli immobili a scopi agricoli o
li abitino in quanto agricoltori.
Incompenso è stata affrontata anchelafaccenda delle case fantasma, ricondotte alla luce da ispezioni araffica dell'agenzia del Territorio dopo la scadenza dell'ultima proroga disposta con il Dl sviluppo. Il problema è che
centinaia di migliaia di proprietari spesso inconsapevoli di aver commessoim abuso edilizio si sono ritrovati regolarizzati a forza ma
solo dal punto di vista fiscale: la loro speranza
è che i Comuni non diano un'occhiata al piano regolatore e si accontentino di incassare la
nuova (e insperata) u sugli immobili emer- •
si. E in effetti, sinora, tranne che in Trentino,.
tutto tace. All'italiana.
Tutto questo, tral'altro, sotto i timori per la
riforma delle tariffe d'estimo: un allineamento degli attuali valori catastali a quelli di mercato, sia dal punto di vista della proprie che
della locazione (il disegno di legge delega è
allo studio dell'EcOnomia) provocherebbe
un nuovo terremoto e, se non venissero rapidamente cambiate le attuali regole sulle aliquote dell'Imu, il mattone comincerebbe a
scottare nelle mani di famiglie e investitori.
Forse non è un caso se la riforma, annunciata
un mese fa, è rimasta ferma (e segreta).
GLI EFFETTI
I cambi di
Ristrutturare e costruire
Anche le inossidabili regole sulla detrazione
dall'Irpefde136% delle spese sostenute perlavori di recupero edilizio sono state cambiate,
con la manovra di Natale e con il decreto sviluppo. Ora il proprietario che vuole mettere
mano a una manutenzione seria deve rispetta=
re nuovi criteri, anzitutto perché dal 14 maggio scorso è scomparso l'obbligo di compilare
e spedire al Centro operativo di Pescara la denuncia di inizio lavori.
Tuttavia, per tutti i lavori iniziati a partire
dal 2011 è subentrato l'obbligo di compilazione di una nuova sezione (ITIB) nella dichiarazione dei redditi (nel modello 730 sono i righi
51, 52 e 53). Ma più in generale sono cambiate
(e, va riconosciuto, semplificate) le regole di
base: anzitutto la detrazione de136% è divenuta "stabile", quindi non serve più la proroga di
fine anno al cardiopalma per chi hai lavori in
corso. Poi non è più necessario serbare documentazione dell'Iciversata da.11997 in poi. Negli acquisti di immobili ristrutturati da imprese, non ha più rilievo che l'inizio dei lavori di
ristrutturazione sia posteriore a131 dicembre
strategia e orizzonte
possono contribuire a spostare
decine di miliardi di investimenti
facendoli uscire da un settore
che è già in cattiva salute
Cfl T
AP'LAPRESSE
L'approfondimento
L'inchiesta che si apre oggi si propone di
raccontare «L'anno che ha cambiato la vita degli
italiani». Con articoli di approfondimento, analisi
e storie cercheremo di fare luce sul tormentato
periodo che il nostro Paese ha vissuto dall'estate
scorsa a oggi, attraverso una serie di manovre e
decreti legge varati sull'onda dell'urgenza e con
un passaggio politico netto dal governo guidato
da Silvio Berlusconi a quello di Mario Monti
Gli appuntamenti
•
e Oggi l'inchiesta si occupa delle novità sulla
casa: nei prossimi giorni toccherà alle regole
sull'uso del contante, all'irrompere dello spread
nelle nostre vite e alle regole che hanno cambiato
il risparmio. Con questa iniziativa il Sole 24 Ore
vuole forni re ai propri lettori gli strumenti per
fare il punto
zoo7.Naturalmente ci sonoanchenuove limi-
tazioni: è cessata la possibilità per i contribuenti di età non inferiore a 75 e 8o anni di ripartire la detrazione, rispettivamente, in 5 o 3
rate annuali di pari irriportaLa detrazione del
55% per il risparmio energtico è stata confermata ma solo per il zon.
L'Iva in edilizia non è cambiata (se non per
i rari casi di housing sociale) con disappunto
delle imprese che non possono recuperare
l'imposta E anche le leggi regionaliper ilnuovo "piano casa" (essendo fallito quello precdente), previsto dal Dl sviluppo, sono rimaste nel cassetto. Chi voleva ampliare la propria abitazione, quindi, aspetterà. E con lui il
mercato dell'edilizia.
RIPRDDLIZIDNE RISERVALA
press LinE
Il Sole/2
07/02/2012
TUTTE LE NOVITÀ
PER GLI IMMOBILI
DA DIA A SCIA
FABBRICATI RURALI
A CURA DI Saverio Fossati
CHE COSACAMBIA
PERI
cirrAwhii
I lavori possono iniziare subito
Agevolazioni a rischio
Il decreta sviluppo (Dl 70/2011), a [l'articolo
Entro ilprossimo 30 novembre tutti i fabbricati
5, completa la liberalizzazione nell'edilizia
rurali ancora iscritti al catasto dei terreni
privata, introducendo itsistema del
dovranno essere inseriti nel catasto dei fabbricati,
così da poter pagare Fini. Il decreto salva - Italia,
silenzio-assenso anche per permesso di
costruire (escluse però le zone con vincoli
infatti, tassa anche le cascine, le stalle etutti gli
altri fabbricati rurali, che sino alta fine del 2011
ambientali paesaggistici eculturali). Il
decr eto, inoltre, chiarisce definitivamente la
erano esenti dattici. E proprio per evitare di
pagare l'Ici per gli anni passati, i proprietari
possibilità applicare anche all'edilizia la
hannotempo fino at31 marzo per presentare le
Scia, la segnalazione certificata introdotta
nel 2010, che prende il postodetla Dia e
istanze di variazione catastale in categoria A/6 e
consente di avviare i cantieri senza attendere AP.O. Adempimento che però non evita il
30 giorni
pagamento detl'Imu (Di 70/2011 e 210/2011)
_
ISOGGETTLCOLNVOLTI
DAlLE NOVITÀ LEGISLATIVE
• Famiglie* Professionisti
Tutte le categorie professionali del mondo
edilizio sono i nteressate aquesta
semplificazione,dai geometriagli ingegneri,
oltre naturalmente ai committenti
Agricoltori ma non solo
Dovranno adeguarsi tutti coloro che abitanoin
case così classificate ma anche i proprietari di
case ancora iscritte al solo catasto terreni, per
cui i termini sono però diversi
La norma é già pienamentein vigore e il termine
perii naccatastamento nellenuove categorie e
1131maszo 2012. Per gli immobili nel catasto.
terrenk.ètelnpOSinoa130noveMbre2012
•
-t.
CASE ERI?
ABBASTANZA
Si dichiarai' prezzo «vero»
Una modifica introdotta in sede di conversione
del 01 70/2011 riguarda la possibilità di vendere
gli alloggi di edilizia residenziale pubblica (Ero).
Basta che siano passati cinque anni dalla data
del primo trasferimento, per ottenere la
rimozione, delle convenzioni che regolano gli
interventi e dei vincoli relativi alprezzo
massimo di cessione (sti ncoli che costringevano
a vendere unità immobiliari a prezzi inferiori a
quelli di mercato). Ora basterà stipulare una
convenzione accessoria, versando al Comune un
corrispettivo commisurato al valore dell'area
Tassata anche la prima casa
L'Imu sarà applicata in via sperimentale dal
I venditori
Con la possibilità di stipulare a prezzo vero (e
non a quello fissato dalle vecchie convenzioni)
i venditori evitano così di dichiarare il falso ma
anche peri notai è un imbarazzo di meno
Tutti i proprietari
2012 a l 2014 in tutti i Comuni italiani (Dl
201/2011). L'aliquota base si attesta a17,6 per
mille, già previsto dal decreto sulfederalismo: i
sindaci possono aumentare o diminuire
l'aliquota del 3 per mille. Per l'abitazione
principale verrà ridotta al4 per mille, che i
Comuni potranno portare al 2 o al 6 per mille: i
proprietari hanno anche una detrazione di 200
euro più 50 per ogni figlio residente. La base
imponibile, rispetto attici, è aumentata del
60% per le abitazioni e relative pertinenze
Decine di milioni di italiani, persone fisiche e
giuridiche proprietarie o titolari di diritti reali
su oltre 60 milioni di immobili sono chiamati a
pagare la nuova imposta
•
I. LI
La
nuova tassacolpiscegennaio
dati°' 2012
e iComurii hanno la possibilità di
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i131,marzo 2012
ABBASTANZA 2,—
"il'
Arrivano le tasse
La conclusione dell'iter del DI milleproroghe 2011
sta dispiegando adesso i suoi effetti: per due
milioni di case non risultanti in catasto, il cui
termine per la denuncia era lo scorso 2 maggio
2011, l'agenzia del Territorio ha ultimato la
ricognizione, E ora la palla passa ai municipi per
l'esazione deltIci e dell'Irpef arretrate (dal2007,
per chi non si è messo in regola in tempo) e della
nuova Imu. La rendita presunta, infatti, è già stata
assegnata e 'proprietari che ne hanno il sospetto
devono andare a verifica re il loro immobile sul
sito dell'Agenzia: www.agenziaterritorio.govit
Due milioni
Sono due milioni le «unità immobiliari» fatte
emergere, dal gabbiotto degli attrezzi a veri e
propri appartamenti:i loro proprietari devono
paga re le tasse, alcuni addirittura dal 2007
ola
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ma gli
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Termini scaduti
In vigore
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ABBASTANZA
press LinE
II sole» /,1
07/02/2012
RISTRUTTURAZIONI E 36%
RIDOTTE LE AGEVOLAZIONI
Tar non conta più
Le autorità che utilizzano un bene immobile per
stopi di interesse pubblico possono disporre
che l'immobile sia acquisito al loro patrimonio.
L'acquisizione può essere effettuata anche se è
stato annullato l'atto con cui è stata dichiarata
la pubblica utilità dell'opera o il decreta di
esproprio. L'indennizzo per il pregiudizio
patrimoniale da pagare al proprietario
corrisponde al valore venale del bene; quello
relativo al pregiudizio non patrimoniale è
liquidato forfettariamente nella misura del
10% del valore del bene (Dl 98/2011)
Salta la comunicazione a Pescara
Rinnovata la detrazione del 36%(D170, 98,
138 e 201/2011): non ha più scadenza e viene
estesa alle riparazioni dopo le calamità anche
precedenti al 2012. Non si manda più la
comunicazione a Pescara ma la si indica nella
dichiarazione dei redditi. Le quote di
detrazione non usufruite direttamente (per
vendita) possono essere cedute al nuovo
proprietario. Gli anziani non possono più avere
la detrazione in poche rate: tutti dividono in 10
anni. Proroga (ma per il solo 2012) anche perii
55% sul risparmio energetico
Bonus casa a rischio.
Nette manovre di luglio e dicembre (Dl 98/2011 e
D1201/2011) è stato deciso di ridurre di 20
miliardi la spesa pubblica annua per agevolazioni
da qui al 2014. Le alternative sono due: la riforma
fiscale e assistenziale (da varare entro il 30
settembre dell'anno prossimo) o, in mancanza,
l'aumento automatico dell'Iva sugli immmobiti
non abitativi (tranne quelli di lusso) dal 21%
attuale a123 percento. Inoltre, dal l*gennaio
2013, i bonus per casa e famiglie (come il 36%)
saranno legati all'Isee secondo dettagli definiti
da un Dpcm da varare entro fine maggio 2012
Cittadini vessati
La norma si applica anche se è imposta una
servitù e il bene continua a essere utilizzato dal
proprietario. Riguarda tutti coloro i cui (per lo
più) terreni devono ospitare opere pubbliche
Chi fa lavori in casa
In media 800mila famiglie all'anno effettuano te
pratiche per beneficiare della detrazione del
36% delle spese sostenute per lavori di recupero
edilizio e del 55% per il risparmio energetico
Chi compra, vende e ristruttura
Sono coinvolti í cittadini che effettuano le
circa 500-600mita compravendite di
abitazioni e le 400mila ristrutturazioni ogni
anno
In vigore
La norma è già in pienamente in viogre e non
necessita di provvedimenti attuativi
In vigore
La norma è già pienamente in vigore e non
necessita di provvedimenti attuativi
La dati chiave
Entro il 30 settembre 2012 dovrà essere varata
la riforma fiscale, altrimenti tutti i bonus
elencati net Dl 98/2011 saranno ridotti del 5%
(dati_ ° gennaio 2012) con un Dm dell'Economia
ESPROPRI FACILI
BOX IN LIBERA VENDITA
MUTUI
CASE ALL'ESTERO
TANTO
ABBASTANZA
ABBASTANZA
Si scomputano te tasse estere
La nuova Ivie (imposta sul valore degli
immobili situati all'estero), pari alio 0,76% del
valore dell'immobile, si deve pagare già per il
2011 (Dl 201/2011) e probabilmente per
l'intero anno. Per evitare ilfenomeno della
doppia imposizione, però, la legge riconosce al
contribuente la deduzione di un credito
d'imposta pari all'ammontare dell'eventuale
"patrimoniale" versata nello Stato in cui è
l'immobile. Probabilmente resterà in debito
dell'Erario italiano una buona fetta dei
. proprietari: da un quinto a oltre la metà
Doppio preventivo per le polizze
Nel Dl1/2012 (ancora da convertire in legge) e
nel 70/2012 sono contenute norme a favore di
chi compra casa: la banca deve forni re almeno
due preventivi per la polizza vita che viene
allegata al mutuo ed è a carico del mutuatario.
Putroppo sarà facile eludere la disposizione
con la creazione di polizze "fantoccio" o con
cartelli occulti o ancora presentando proposte
molto vicine per premio e prestazioni. In
compenso sarà possi bile rinegoziarci mutui
casa sino a 150mi la euro entro il 30aprile
2012
Salta la «pertinenza» (DI semplificazioni)
Posti auto e box realizzati negli edifici esistenti
(come prescritto dalla legge 122/89) diventano
liberamente vendibili, anche separata mente
dall'a ppartamentd di cui sono pertinenza,
purché il nuovo proprietario li destini a
pertinenza di un'unità immobiliare situata
netto stesso Comune. Il vincolo di i nvendibilità
separata permane invece per ì parcheggi
realizzati nel sottosuolo comunale e acquistati
in diritto di superficie per un massimo di 90
anni. La nuova norma vale in deroga ai titoli
edilizi e alte convenzioni firmate con il Comune
Almeno 400mila
Non è molto chia ra la platea ma Scenari
Immobiliari stima in almeno 400mila gli
acquisti esteri degli italiani negli ultimi
vent'anni, per un valore di 50 miliardi
3SOmila
N.d.
Le proiezioni di chi chiederà un mutuo
fondiario parlano di un dimezzamento rispetto
al periodo pre crisi, quando erano circa
700mila all'anno
Non è definibile il numero degli interessati
perché sinora le vendite di questo genere non
erano permesse
In attesa di chiari menti
Anche se la norma retroagisce at2011 non è
chiaro su quali imposte già pagate all'estero
vadano scomputate: la dizione «pa t ri mo ni a te» ,‘
necessita di un elenco delle Entrate
In vigore
In vigore con dubbi
La norma non necessita di attuazione ma
ABBASTANZA
La norma è già pienamente in vigore e non
necessita ufficialmente di provvedimenti
attuativi a n ch e se l'Abi dovrà dare istruzioni
alle banche
PER NIENTE
andrebbe chiarito se rimane l'obbligo che tutti
gli appartamenti dello stabile abbiano la
possibilità di utilizzare i posti auto realizzati
ABBASTANZA
press LinE
Il Sole12
07/02/2012
Cornpravendite ferme
ma i prezzi non calano
T
utto è cominciato con la nascita
del figlio. All'improvviso i 55 metri
quadri in cui vivevano Marco M.
bancario 3ienne, e Paola, avvocato, sono
divèntati inadeguati a ospitare l'allegra
valanga di culle, passeggini, seggioloni e
fasciatoi. «Tanto vale comprare casa»,
si sono detti, potendo contare sulla possibilità di ottenere un mutuo. «Dalle famiglie di origine - spiega Marco - ci è arrivato anche un aiuto economico, così abbiamo programmato un budget intorno
ai 35omila euro».
Ben presto, però, la loro determinazione ha dovuto scontrarsi con la dura
realtà del mercato immobiliare romano: la cifra per la quale erano disposti a
indebitarsi per trent'anni 'non bastava
per un trilocale in buono stato, in zona
Aurelio/Trionfale e dintorni. «Ci siamo ritrovati in "deliziose stanzette per
il bimbo" senza finestre - racconta Marco -, in palazzine post-abusive con
splendido affaccio su calcinacci, in "luminosi piani terra con giardino" bui come catacombe anche a mezzogiorno. E
giù richieste di 36o, 37o, 39omila curo.
"Sa, qui si paga anche il quartiere", rispondevano gli agenti immobiliari alle
nostre timide proteste».
Stufi di dover "pagare anche il quartiere" hanno iniziato a prendere in considerazione di uscire dalla "sacra" linea del
Grande raccordo anulare e spingere la ricerca sulla direttrice della Cassia. «Questa deviazione geografica ci ha regalato
un paio di weekend di respiro - continua
il giovane padre di famiglia -: tanto verde, appartamenffpiù grandi e luminosi,
qualche villetta a schiera degna di nota.
Ma abbiamo desistito dall'idea della Cassia quando le testimonianze di amici ci
hanno descritto l'ingresso quotidiano
verso il centro di Roma come un "inferno": per la serie, hai la villetta, ma ci stai
dentro solo per dormire».
Dopo mesi di scoraggianti ricerche,
A ROMA
Acquistare un trilocale
in una zona che è servita
della metropolitana
spesso sfonda il budget
a disposizione delle famiglie
hanno inaugurato il nuovo anno decisi a
esplorare il quadrante nord-est, dal Nomentano a Prati Fiscali. «L'idea che ci siamo fatti - afferma Marco - è che Roma
ha un mercato immobiliare "drogato"
dalla stessa arretratezza di una capitale
europea che ha, ad esempio, una copertura di metropolitane ridicola rispetto alle
dimensioni della città. Noi non demordiamo, ma l'idea di trasferirci altrove seppur' rimanendo in Italia - comincia,
di tanto in tanto, a fare capolino».
Fr.Mi.
(E/ RIPRODUZIONE RISERVATA
(IERI Patimento delle cose si torna
a parlare di riforma del Casato
Con,,en
mairreezin n La
press LinE
Il Sole
07/02/2012
It punto critico
Con l'aumento delle tasse si torna
a parlare di riforma del Catasto
Angelo Busani
alta rispetto a quella di compravendite e successioni) i nodi vengono energicamente al
più significativa della fiscalità immobi- pettine e chiamano a gran voce una riforma.
liare degli ultimi mesi, rappresenta La direzione obbligata è quella dell'aumento
certo un perno fondamentale del riassetto del- •dci valori, cui si contrapporrà - si spera - una
la finanza pubblica, ma anche lagoccia che ha parallela riduzione delle aliquote. Un interprobabilmente fatto traboccare il vaso vento, quindi, a "costo zero" per i contribuendell'inefficienza nell'attuale sistema catastale ti (in generale), ma con l'emersione, indubbiadi rilevamento dei valori immobiliari. Troppo mente costosa per gli interessati, delle situaforti le disparità di trattamento che esso pro- zioni che oggi viaggiano a fari spenti.
voca, tanto più inaccettabili quanto più la presAlla radice del male vi è anche un sistema,
sione fiscale aumenta.
quello catastale, allestito non per fotografare i
A breve termine, l'introduzione dell'Imu valori di mercato ma per mostrare laredditiviavrà un primo sensibile effetto sul portafoglio tà dell'immobile: l'intento dipassare dal reddidei cittadini; a medio termine potrebbe inve- to al valore mediante un "semplice" moltiplice rappresentare la spinta definitiva per af- catore della rendita è una pia illusione, perché
frontare davvero il tema dell'attribuzione di ovviamente non è questo il metodo migliore
rendite catastali che siano aggiornate (e ag- per stabilire la base imponibile da applicare a
giornabili con rapidità e flessibilità) in corri- imposte che invece si fondano sul valore del
spondenza della realtà del mercato. Oggi il Ca- bene caso per caso considerato.
tasto offre spesso valori assai lontani da quelli
Pure l'attuale metodo di calcolo delle rendicorrenti, considera degradate aree urbane di te è completamente fuori asse, se si pensa che
grande pregio, tratta come fatiscenti case di sul «metro quadrato» si fonda solo la rendita
lusso, e talvolta attribuisce valutazioni eleva- catastale di negozi e garage, mentre per uffici
te in quartieri che nel tempo si sono degradati. e appartamenti la rendita si basa su quell'anaVisto che le aliquote dell'Imu si applicano a cronistica unità di misura che è il «vano»,
una base imponibile assai robusta (molto più un'entità che il mercato nemmeno lontanaI : Imu, che è senz'altro l'innovazione
mente conosce ed è quanto di meno standardizzabile possa capitare.
In base ai progetti governativi fin qui trapelati, la revisione del sistema catastale dovrebbe essere compiuta in tre passaggi. Dapprima
i Comuni dovrebbero essere segmentati nelle
«microzone», cioè in tanti àmbiti omogenei
(tendenzialmente corrispondenti ai vari
"quartieri" cittadini) per tipologia edilizia, data di edificazione, infrastrutture e reti di collegamento al resto del territorio (si tratta di un
lavoro che l'agenzia del Territorio dovrebbe
aver già svolto fm dai primi anni zoo()); in queste microzone, che sono alcune decine a Torino, Milano e Venezia, e che diventano oltre
35o a Roma, vanno monitorate le quotazioni
dimercato, come fa giàl'Osservitorio delmercato immobiliare, apparato gestito dall'agenzia del Territorio in collaborazione con diversi attori del mercato immobiliare.
Realizzata la base di partenza, si tratterà
di stabilire il valore di mercato delle diverse
unità immobiliari, partendo dai valori medi
unitari per ogni tipologia di immobili ubicati
nelle varie zone (e poi moltiplicarli per lametiratura delle singole unità immobiliari),
comparando le situazioni simili e utilizzando correttivi per perequaré tra loro lc casistiche peculiari. Infine, si dovrà definire la redditività dei beni con l'utilizzo dei coefficienti di fruttuosità applicabili in relazione al pregio delle singole microzone, e considerando
l'incidenza che sul reddito hanno le spese di
manutenzione, i costi di amministrazione e,
le quote di ammortamento.
Acquisti di abitazioni. Circa 600mila all'anno
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press LinE
Il Sole12
07/02/2012
Chi non riesce a vendere...
Gli immobili non locati
e quell'ansia da fisco
di Francesca Milano
e tenere un immobile sfitto e in« venduto diventa così oneroso,
forse allora conviene abbassare
il prezzo della richiesta». È l'amara conclusione che fa Giulia S., 58enne napoletana che da un anno cerca (invano) di
vendere un fabbricato.
«Dopo averlo faticosamente liberato
da un inquilino moroso, che non mi pagava più il canone da oltre otto anni - racconta - ho deciso di non riaffittarlo e di
venderlo. Non volevo correre il rischio
di "mettermi in casa" un nuovo cattivo
pagatore. Così mi sono rivolta a un paio
di agenti per sapere quale fosse il prezzo
giusto e ho dato mandato a uno di qiiesti
di cercare di venderlo. Ma pare che la
mia richiesta sia inarrivabile per i (pochi) potenziali acquirenti».
L'immobile, situato nel centro storico
di Napoli, è stato ereditato: «Nella divisione ereditaria - spiega la proprietaria - l'immobile era stato valutato molto di più. Ma
più gli anni passano, più perde valore e invece che diventare un guadagno, per me è
diventato solo un costo».
Con l'arrivo dell'Imu, infatti, mantenerlo diventa ancora più oneroso. «Non
posso continuare a pagare le tasse per
un immobile che non produce alcun reddito e che, in più, con il tempo continua a
svalutarsi». La soluzione è una sola: vendere. Ma il mercato è fermo, le offerte
arrivate in un anno si contano sulle dita
di una mano e sono tutte di molto inferiori alla valutazione che gli agenti hanno
fatto. «So che probabilmente ci perderò
dei soldi sulla carta - spiega Giulia - ma
preferisco vendere ora a meno, piuttosto che aspettare che il mercato si riprenda e intanto pagare l'Imu».
Oltre alle tasse, lasciar passare altri anni
significa anche andare incontro a ulteriori
spese di manutenzione. Così la proprietaria ha deciso di abbassare la sua richiesta
A NAPOLI
Tenere un immobile
non produttivo
diventa molto oneroso
La cessione si scontra
con la mancanza di risorse
del 5%: «Se riuscissi a vendere - dice - eviterei di pagare l'Imu, quindi forse alla fine
i conti tornerebbero, anche se dalla vendita incasserei meno». Senza contare che
con i soldi della vendita la signora Giulia
potrebbe - come spera - comprare due mini appartamenti per le figlie. «Spero - dice
- che lo sconto di cui Aglio futuro compratore beneficerà sia lo stesso sul quale potrò contare io comprando in un momento
di stallo del mercato come questo. Sempre a patto che io riesca a vendere».
[email protected]
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Gin Paumemodelle tvse si torna
a parlare di riforma del Catasto
mobilinunlocati
• nsiadafisco
press unE
II
soler /,1
07/02/2012
ANALISI
di Gualtiero Tamburini
Un complesso di interventi
senza una linea guida
impressionante scorrere l'enorme
quantità di norme di 1;;npatto diretto
sul settore immobiliare che dal
decreto "sviluppo" del luglio 2011 a oggi,
incluso il decreto "semplificazioni" ancora
in bozza, il Governo Berlusconi, prima, e
quello Monti, poi, si direbbe senza alcuna
discontinuità tecnica, hanno emanato.
Una vera e propria bulimia di leggi che
supera, credianih, - anche per un settore
normativo-dipendente come l'immobiliare
- ogni record precedente. Una bulimia
dettata dall'ansia di "fare qualcosa" in una
situazione di emergenza con il meritevole
intento di rimettere in moto l'economia. Il
ritmo della produzione di norme è quello di
un nuovo provvedimento al mese; sono
infatti sette i decreti legge in poco più di un
semestre 'e in ciascuno le novità, in decine di
articoli e commi, sono numerose. Inoltre,
molte di queste rinviano a successivi
decreti di attuazione, quindi a ulteriori
profluvi normativi.
I dati sull'impatto che una terapia di
successo su immobiliare-costruzioni
potrebbe avere spiegano il tentativo in atto;
tuttavia più di un dubbio su come
sembrerebbe attuarsi, cioè al di fuori di una
visione d'insieme, riguarda la sua reale
efficacia. Secondo una recente stima di
Federimmobiliare, ben i119,4% del reddito
nazionale viene prodotto da immobiliare e
costruzioni con oltre due milioni di
occupati. Ma il valore del settore va ben oltre
questi dati, se si considera la formidabile
capacità di attivazione dell'intera economia
e l'indispensabile ruolo nella formazione di
circa metà degli investimenti fissi del Paese,
con le implicazioni che questi possono avere
sulla competitività del tessuto industriale, la
qualità dell'ambiente e della vita stessa delle
famiglie. Invece, l'immobiliare sembra
essere preso in seria considerazione
soprattutto quando si tratta di spremerne un
contributo fiscale, come è accaduto anche lo
scorso Natale, in occasione del Decreto
"Salva Italia", quando da esso si sono estratti
poco meno di quaranta miliardi, una misura
più che doppia dì quella che sarebbe stato
giusto imputargli in proporzione al peso che
riveste nell'economia.
Oggi la potenzialità di volano della crescita
rappresentata dall'industria immobiliare non
è sfruttata appieno, essendo frenata danna
varietà enorme di fattori tra cui un contesto
normativo sempre più farraginoso,
complicato e senza una vision che metta a
sistema investimento, produzione e gestione.
Un paio di esempi tratti dalla enorme
attività normativa dell'ultimo semestre
possono aiutare a capire. Prendiamone uno
all'inizio del semestre. Nel decreto
"sviluppo" spiccano le finalmente varate
nuove regole fiscali per i fondi immobiliari.
Tuttavia, solo con una successiva circolare
dell'Agenzia delle entrate del i6 dicembre
2011 queste hanno potuto essere definite.
Il problema è (anche) che le nuove regole
fiscali arrivano dopo una assurda vacatio
legis iniziata un anno prima, quando erano
state dettate incerte linee della riforma
incompiuta dei fondi immobiliari. Pur
tralasciando il danno, anche d'immagine, per
il Paese, della lunga fase di incertezza, resta il
F4
fatto che nessuna risposta è stata data - e una
riforma dei fondi immobiliari poteva essere
l'occasione - a questioni strategiche
fondamentali come l'incentivazione
all'investimento long term soprattutto degli
investitori esteri,
Oggi, infatti, questi, salvo qualche Cassa di
previdenza, sono praticamente scomparsi,
mentre, per un sostenibile sviluppo del
Paese, sono indispensabili. Perché solo così
si possono offrire immobili in locazione a
famiglie e imprese, altrimenti costrette a
investire direttamente risorse che
dovrebbero meglio impiegare nelle attività
caratteristiche o rigenerare grandi aree
abbandonate o sottoutilizzate per le quali
occorrono grandi volumi di investimenti.
Per gli investitori esteri non speculativi,
peraltro, sarebbe proprio il caso, se non si
può fare di meglio, di individuare corsie
preferenziali che li convincano a superare le
diffidenze nei confronti delle incertezze
normative che connotano l'Italia. Un altro
esempio, il più recente, può essere tratto dal
decreto legge sulle semplificazioni;
IL QUADRO
Trascurata la possibilità
di utilizzare il comparto
per far crescere l'economia
L'immobiliare resta
un serbatoio per il gettito
obiettivo, questo, che potrebbe essere ricco
di straordinarie potenzialità se si pensa che il
mondo immobiliare. Infatti, una recente
indagine Delphy condotta sugli opinion
maker dell'industria immobiliare,
presentata in occasione dell'assemblea di
Federimmobiliare, vede al primo posto,
prima addirittura del tema fiscale, quello
della semplificazione.
Tuttavia, scorrendo la bozza di decreto
legge che circola, la promessa contenuta nel
titolo si riduce a due soli e circoscritti
ambiti, la dichiarazione unica per gli
impianti termici e la commerciabilità dei
parcheggi "Tognoli", dimenticando, sempre
per citare uno dei desiderata espressi nella
citata indagine, la normativa edilizia e
urbanistica. In questa materia, infatti, lo
spread con la Germania e gli altri grandi
Paesi europei - misurato con la lunghezza
dei tempi necessari (e le incertezze) per
completare gli iter autorizzativi - è forse
maggiore di quello sui tassi di interesse;
però si può combattere senza vincoli di
bilancio. La risorsa che occorre è la volontà
politica, una risorsa della quale neppure un
governo tecnico può fare a meno e che nella
fattispecie consiste nello stabilire che, per
una ripresa economica sostenibile del
Paese, occorre anche mettere in campo una
politica industriale immobiliare. Il tempo
che il Governo Monti ha davanti e le
competenze che possiede sono sufficienti
perché finalmente venga realizzata. Un
settore che rappresenta quasi i/5 dell'intera
economia lo meriterebbe, mentre il Paese
ne avrebbe assoluta necessità.
(01111'IMJUZIONF 111S1-12. 1A
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Il Sole/2
07/02/2012
Novanta giorni per cambiare regole
Nuova residenza
in tempo reale
ma non subito
Gianni Trovati
MILANO
MIO Cambi di residenza, di abitazioni all'interno del Comune e costituzione di nuove famiglie in tempo reale, ma non
subito.
Nella versione finale del decreto sulle semplificazioni,
riapprovato venerdì scorso dal
Consiglio dei ministri, spunta
un nuovo calendario per una
delle regole che nei giorni scorsi hanno ottenuto più fortuna
mediatica: per far partire davvero la procedura ultra-veloce,
che certifica il cambio di residenza entro due giorni dalla richiesta, il Governo si dà tempo
90 giorni (il conto alla rovescia
scatta dalla data di pubblicazione in «Gazzetta Ufficiale» del
decreto sulle liberalizzazioni).
In questi tre mesi, il ministero
dell'Interno e quello della Pubblica amministrazione dovranno scrivere un regolamento
per semplificare e «rendere
compatibili» le procedute generali dell'anagrafe, scritte nel
Dpr 223/1989.
I tempi supplementari nascono dall'esigenza di evitare il
rischio di una «doppia esistenza» burocratica del cittadino
che cambia Comune di residenza, ma anche di chi costituisce
una nuova famiglia oppure si
trasferisce senza superare i
confini del Comune. Le questioni più delicate sono due: il
Comune di destinazione, con
le regole attuali, ha 45 giorni di
tempo per effettuare tutti i controlli del caso e validare la richiesta di cambio di residenza,
ma se gli effetti dell'istanza decorrono in automatico dopo
due giorni dalla sua presentazione l'affacciarsi di sovrapposizioni diventa concreto. Con
la conseguenza, per esempio,
che chi si è trasferito continui a
usufruire di bonus economici
nel Comune che ha abbandonato o addirittura, per chi trasloca in periodi di elezioni, che si
trovi a essere residente (e votante) in due Comuni. La previsione della prima versione del
decreto, che imponeva al Comune di origine di bloccare automaticamente tutti gli effetti
della vecchia residenza in tempo altrettanto reale, non è stata
considerata sufficiente a evitare il rischio-doppioni.
Anche perché la rete telematica delle anagrafi abbraccia ormai quasi tutti i Comuni
(è iscritto il 97% degli enti, ed
è attivo con gli aggiornamenti dei dati il 93%), ma gli incro.
ci e le verifiche in temi, o reale con la nuova normativa sono da testare sul campo. Soprattutto, sono da armonizzare le procedure e i tempi dei
controlli che sono obbligatori per i Comuni che "accolgono" il nuovo residente.
Nel frattempo, sempre sul
versante delle verifiche sulle diverse situazioni fotografate dagli uffici, le burocrazie locali devono fare i conti anche con gli
effetti della «decertifìcazione»
prevista nella legge di stabilità.
Il divieto di chiedere certificati
che provino «stati, qualità personali e fatti», imposto dall'articolo 15 della legge183/2ou, impone infatti di creare una rete
di dati condivisibili (in termini
di informazioni, ma anche di
formati elettronici) con i vari
ministeri a cui gli enti dovranno rivolgersi per ottenere ciò
che fino a ieri chiedevano direttamente ai cittadini. La conseguenza più diretta è una nuova
spinta alle autocertificazioni: il
Comune di Roma, per esempio, ha messo online 20 casi di
«dichiarazioni sostitutive» di
certificati (dall'esistenza in vita al titolo di studio) e dieci diverse «dichiarazioni sostitutive di atto di notorietà», da utilizzare per casi più "complessi" (dal pagamento tardivo di
assegni alle dichiarazioni di
«copie conformi»). Resta da capire il grado di semplificazione
effettivaper i cittadini se una foresta di moduli per l'autocertificaZine sostituisce il vecchio labirinto dei certificati.
,11.0011,10. RISFRVATA
I punti chiave
01 i DUE GIORNI
Cori le nuove regole gli
effetti giuridici del cambio di
residenza decorrono
dall'atto della dichiarazione,
e l'iscrizione va effettuata
dal Comune entro due giorni
dalla richiesta
Pagina 29
02 I I CONTROLLI
I Comuni hanno oggi 45
giorni di tempo per
effettuare le verifiche
collegate al cambio di
residenza
.
0 unico vale la sostanza
031 IL REGOLAMENTO
Il Governo ha 90 giorni per
uniformare le regole
evitando il rischio di
«doppie residenze»
Ia° delle paghe
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press LinE
Il Sole12
07/02/2012
Giustizia amministrativa. Ai creditori si applica il principio della par condicio
Niente azione individuale
se il Comune è in dissesto
Il singolo può
agire conclusa
la gestione
straordinaria
Luciano Cimbolini
Ilprincipio dellapar condicio
creditorum che informa la procedura del dissesto degli enti locali
prevale anche nel caso in cui ci si
trovi di fronte a un giudizio di ottemperanza rivolto alla mera esecuzione di un precedente giudicato. Questo è il principio riaffennato dal Consiglio di Stato, sezione
IV, con la decisione n.226/2012.
L'articolo 248, comma 2, del
Tuelprevede che nonpossano essere intraprese o proseguite azioni esecutive nei confronti dell'en-
te per i debiti che rientrano nella
competenza dell'organo straordinario di liquidazione in pendenza
della procedura di dissesto. Questa norma pone un divieto di
un'azione esecutiva individuale
nei confronti dell'ente locale che
va esteso a tutte le azioni aventi
un medesimo contenuto, tra le
quali, rientra anche il giudizio di
ottemperanza, qualora esso sia rivolto alla mera esecuzione di una
sentenza del giudice ordinario di
condanna al pagamento di una
somma di denaro.
Nel caso di specie, il cessionario di un credito vantato nei confronti di un Comune dissestato,
sul quale si era già formato il giudicato, aveva proposto un ricorso,
respinto dal Tar Campania, per
l'esecuzione del giudicato.Il Consiglio di Stato ha confermato la decisione del Tar, poiché la procedura di liquidazione dei debiti de-
gli enti locali dissestati è essenzialmente dominata dal principio
della par condicio dei creditori,
per cui la tutela della concorsualità comporta l'inibitoria anche del
ricorso di ottemperanza in quanto misura coattiva di soddisfacimento individuale del creditore.
Le doglianze dell'appellante andavano dedotte nei confronti del
procedimento di formazione
dell'elenco dei creditori ammessi, atteso che è in quella sede che
l'organo straordinario di liquidazione procede, eventualmente errando, alla formazione dell'elenco dei soggetti partecipanti al riparto delle risorse reperite nella
procedura.
A differenza del fallimento, la
procedura di dissesto non lede in
modo definitivo le pretese deicreditori dell'ente locale, ma le rende solo ad essa non opponibili. Secondo la Corte costituzionale
(sentenza n. 269/98), resta la facoltà del creditore di agire nei
confronti dell'ente, una volta cessato lo stato di dissesto ed esaurita la procedura di gestione straordinaria. Non rientra fra gli effetti
della liquidazione straordinaria
in caso di dissesto, finalizzata al risanamento dell'ente e al soddisfacimento dei debitipregressi, quello di determinare l'estinzione dei
crediti rimasti insoddisfatti in sede concorsuale, poiché i crediti
non ammessi o residui, conclusa
la procedura di liquidazione, potranno essere fatti valere nei confronti dell'ente risanato. In altre
parole, nei confronti della gestione liquidatoria non può essere
esperita nessuna azione esecutiva, compresa l'ottemperanza; terminato il dissesto, l'azione può essere intrapresa di nuovo nei confronti dell'ente ritornato in bonis.
4.
RIPRODUZIONE RISERVATA
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niente azione individuale
sei! Comune è in dissesto
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Il Sole12
07/02/2012
I giudici intervengono sulle farmacie in Sardegna
I posti a concorso possono crescere
anche se il bando già aperto
Guglielmo Saporito
oro Le liberalizzazioni passano
anche per corrette procedure di
selezione e utilizzo dei posti disponibili. Questo è il contenuto
dell'ordinanza del Consiglio di
Stato del 14 gennaio 2012, n. no in
tema di farmacie.
La questione riguardava il
conferimento di sedi farmaceutiche, ma si presta ad applicazioni
per altre professioni ad accesso
limitato e per i concorsi in genere. Una legge del 2003 (articolo
48, comma 29, legge 326) preve-
de che il conferimento di farmacie vacanti o di nuova istituzione avvenga con un bando quadriennale della Regione.
In Sardegna, si discuteva
dell'obbligo di inserire nell'elenco delle sedi disponibili anche le
farmacie divenute vacanti dopo
la pubblicazione del bando. Le farmacie vacanti, infatti, erano aumentate durante il concorso, innalzando i posti disponibili. Ma
se le operazioni di concorso si dilungano ed ostacolano la cadenza
quadriennale del bando, si rischia
di riservare a una ristretta cerchia
di concorrenti l'accesso ai posti, a
scapito delle nuove leve. Sul punto, il Consiglio di Stato dà rilievo
all'esigenza di garantire la periodicità del concorso, con la conseguenza che si può ampliare il numero delle farmacie da assegnare, includendovi quelle divenute
vacanti dopo l'emanazione del
bando, ma solo nel caso in cui sia
rispettata la cadenza quadriennale. In pratica, se il bando per assegnare io farmacie si apre a gennaio 2012, e mentre si svolgono le se-
lezioni dei 50 che si sono iscritti al
concorso si liberano altre 5 farmacie, queste possono rientrare nel
bando già aperto, e le farmacie da
distribuire fra i5o concorrenti salgono da io ai.5. Questa possibilità,
secondo il Consiglio di Stato, deve però rispettare il limite dei
quattro anni di valenza del bando. Se cioè lo svolgimento del concorso richiede più di quattro anni, per assegnare le farmacie che
si liberano dopo il 2016 è necessario aprire un altro bando. Questo
principio può essere utile anche
per altri casi in cui c'è necessità di
saturare i posti vacanti, garantendo una migliore selezione e pari
possibilità ai concorrenti. Pensiamo, ad esempio, ai concorsi per diventare notaio dove i candidati
concorrono a più bandi perché
non conoscono l'esito delle prove relative ai bandi precedenti.
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I Niente ailoneindividuale
se il Comune è in dissesto
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ItaliaOggi
07/02/2012
Province, esenzioni lei
a maglie strette
La provincia è tenuta a pagare l'Ici (e dal 2012 anche l'Intu) se
gli immobili non sono destinati al soddisfacimento di compiti
istituzionali dell'ente pubblico che ne è proprietario. Non è
infatti sufficiente che li metta a disposizione di terzi, anche
se la provincia è obbligata a darli in uso allo stato per lo
svolgimento di attività didattiche. Lo ha stabilito la Ctp dii
Terni, prima sezione con la sentenza n. 237 del 7 novembre
2011. Per il giudice tributario, è indispensabile che l'utilizzo
avvenga in forma immediata e diretta, e cioè da soggetti interni alla struttura organizzativo-amministrativa dell'ente
poiché solo ín questo caso Fuso può essere caratterizzato di;
fini istituzionali. L'esenzione lei per gli immobili posseduti
dagli enti pubblici territoriali (regioni, province, comuni) è
condizionata dalla destinazione effettiva che a questi viene
data. Per il riconoscimento dell'esenzione non è sufficiente la
volontà di destinare l'immobile a finalità istituzionali. L'articolo 7, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 504/1992,
it aneva l'esenzione dall'imposta per gli immobili Posseduti
stata, regioni, province, comuni, comunità montane, consorzi fra questo tipo di enti, unità sanitarie locali e così via,
destinati esclusivamente a compili. istituzionali. Anche la Cassazione (sentenze 14146/2003 e 21571/200 41) ha chiarito che
non spetta l'esenzione Lei se l'ente pubblico non fornisce la
prova che
abbia questa destinazione esclusiva. La
pronuncia è interessante considerato che la nuova discip Dina
Imu impone ai comuni di pagare il tributo per gli immobili
siti anche sul proprio territorio se non destinati ai compiti
i,stitu:Iiionall.
zi
La novità è rappresentata dal fatto che l'esonero
è con onato dalla destinazione dell'immobile e non comp ete più gli úninobili ubicati sul territorio di altri comuni.
L'amministrazione comunale, dunque, anche per gli inunobili
siti sul suo territorio deve pagare la quota d'imposta riservata
allo stato, qualora non sia destinato a sede o ufficio dell'ente.
Per esempio, un Immobile di proprietà dell'ente che viene
dato in affitto o concesso in uso allo stato per lo svolgimento di attívità3icolastiche è assoggettato a imposizione, non
potendosi configurare una finalità istituzionale.
dts
Sergio Tro
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Lrrni cer I con F24
press LinE
ItaliaOggi
07/02/2012
E ancora in vigore il blocco dei tributi locali
DI IRENA
Rocci
È ancora in vigore il blocco del potere dei comuni
delle province e delle regioni di aumentare le aliquote o le tariffe dei tributi di loro competenza. A
nulla rileva l'abrogazione del comma 7 dell'art. 1
del dl 27 maggio 2008, n. 93 che per primo aveva
introdotto detta sospensione. Non appare dunque
condivisibile il giudizio espresso dall'Ifel nella nota
relativa alla «sintesi della disciplina Imu e del calcolo delle variazioni delle risorse 2011-2012».
In attesa di nuovi interventi normativi continua ad essere operante la norma attualmente in
vigore, e cioè l'art. 1, comma 123, della legge 13
dicembre 2010, n. 220, in base alla quale «resta
confermata, sino all'attuazione del federalismo
fiscale, la sospensione del potere delle regioni e
degli enti locali di deliberare aumenti dei tributi,
delle addizionali, delle aliquote ovvero delle maggiorazioni di aliquote di tributi ad essi attribuiti
con legge dello stato». Un'analisi comparativa
delle norme può essere di ausilio per tastare con
mano la veridicità della tesi più restrittiva per
gli enti territoriali. Il comma 7 dell'art. 1 del dl
n. 93 del 2008 esordiva affermando che «dalla
data di entrata in vigore del presente decreto e
fino alla definizione dei contenuti del nuovo patto
di stabilità interno, in funzione della attuazione
del federalismo fiscale, è sospeso il potere delle
regioni e degli enti locali di deliberare aumenti
dei tributi, delle addizionali, delle aliquote ovvero delle maggiorazioni di aliquote di tributi a
essi attribuiti con legge dello stato»; continuava
poi a enunciare i casi in cui detto blocco non si
applicava e cioè quando scattavano gli automatismi fiscali per il ripiano dei disavanzi in materia
sanitaria e per il mancato rispetto del patto di
stabilità interno. Dal confronto dei testi delle due
norme appare evidente che, il richiamo al comma
7 dell'art. 1 del dl n. 93 del 2008 deve considerarsi
meramente superfluo, dal momento che il legislatore ha espressamente ripresentato il contenuto
dispositivo che intendeva ribadire, vale a dire «la
sospensione del potere delle regioni e degli enti
locali di deliberare aumenti dei tributi, delle addizionali, delle aliquote ovvero delle maggiorazioni
di aliquote di tributi a essi attribuiti con legge
dello stato».
Né a sostenere il contrario varrebbe affermare
che quesfultima norma era più completa, escludendo del blocco specifiche fattispecie, giacché
sia gli automatismi fiscali, previsti per i casi di
squilibrio economico nel settore sanitario e sia gli
aumenti delle aliquote per il mancati rispetto del
patto di stabilità, per il loro carattere di norme
eccezionali trovano comunque applicazione. A ogni
modo anch'essi sono stati confermati dall'art. 5,
comma 4, e dall'art. 6, comma 10 del dlgs 6 maggio
2011, n. 68. Semmai il problema è quello di stabilire se si sia o meno di fronte «all'attuazione del
federalismo fiscale», giacché, in mancanza di una
norma esplicita, tutto si gioca sul significato da
dare a questa locuzione. Per il ministero dell'economia e delle finanze il blocco è ancora operativo, tanto che propone impugnative innanzi agli
organi giurisdizionali per regolamenti comunali
o provinciali che dispongono l'aumento delle aliquote o delle tariffe sui tributi di competenza. Per
l'Ifel, invece, il blocco è venuto meno, tanto che
sollecita i comuni a fare manovre sull'Imu e sulle
altre entrate tributarie in base all'apodittica affermazione «vista l'avvenuta cessazione del regime
di sospensione delle facoltà regolamentari a suo
tempo instaurata con il dl n. 93 del 2008».
Se ciò è valido per l'Imu questo non può certo dirsi per la Tosap o l'imposta comunale sulla
pubblicità e il diritto sulle pubbliche affissioni o il
relativo canone per l'installazione dei mezzi pubblicitari, i quali restano sotto la cappa del blocco.
La questione non è certo dí lana caprina o di interpretazione logico-sistematica delle disposizioni
coinvolte, giacché i comuni devono predisporre i
bilanci e vorrebbero, giustamente, conoscere come
muoversi in questa bufera di norme sin troppo
esplicative da un lato e alquanto fumose dall'altro. Sembra essere ineludibile un intervento del
legislatore che decida liberamente se la pressione fiscale (a parte le eccezioni già accordate)
debba essere ancora contenuta, o possa ancora
essere «ritoccata» in aumento dalle manovre
degli enti territoriali.
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press LinE
07/02/2012
ItaliaOggi
Chiusura per neve recuperata
con ferie o permessi retribuiti
I lavoratori pubblici di Roma e provincia, che non sono andati
al lavoro nei giorni scorsi a causa delle avverse condizioni meteorologiche e in ossequio alle disposizioni di chiusura degli
uffici pubblici contenute nelle ordinanze prefettizie del 3 e 4
febbraio scorsi, potrebbero essere costretti a dover recuperare, con ferie o permessi retribuiti, le giornate lavorative non
svolte. Le abbondanti nevicate, vere e proprie cause di forza
maggiore che impongono la chiusura degli uffici pubblici per
garantire la sicurezza, non sono imputabili né al lavoratore
né al datore di lavoro. Di conseguenza, quest'ultimo non è
tenuto a corrispondere la prestazione lavorativa.
A questa conclusione si perviene leggendo un parere
dell'Aran del 25 maggio 2011 (n.50) che, in risposta a un
quesito sul punto, non lascia margine ad alcun dubbio. I giorni
non lavorati vanno scomputati dalle ferie o dal monte ore
dei permessi retribuiti per motivi personali che spettano ai
lavoratori annualmente per contratto.
Il quesito posto all'Aran chiedeva in che termini considerare
la prestazione lavorativa, qualora la stessa non possa essere
effettuata per cause derivanti da «eventi naturali o per provvedimenti autoritativi che impongono la chiusura dell'amministrazione» (come si vede, entrambi i casi ricorrono per il
maltempo che ha colpito la Capitale in questi giorni).
Per l'Agenzia, nel caso in questione occorre fare riferimento al concetto di «forza maggiore», ovvero un evento che non
è imputabile né ai lavoratori né al datore di lavoro, con la
conseguenza «che quest'ultimo non è tenuto a corrispondere
la retribuzione per le ore di mancata prestazione» (citando
sul punto l'articolo 2099 del codice civile e la sentenza della
Cassazione, sez. lav., n.481 del lontano 1984).
Attenzione, nulla vieta alla stessa amministrazione di corrispondere ugualmente la retribuzione per i giorni in cui si
è verificata la situazione di forza maggiore, ma a una condizione. Ovvero, che il dipendente utilizzi, al fine di motivare
l'assenza, gli strumenti forniti dal contratto collettivo di comparto, quali le ferie, le festività soppresse, i permessi retribuiti ex articolo 18 Ceni del 1995 (18 ore annuali), oppure
altre modalità previste dal contratto per il recupero delle ore
non lavorate. In pratica, il lavoratore romano che è rimasto a
casa, se ha già fruito dei permessi retribuiti, si vedrà costretto, alla riapertura degli uffici, a restare di più in servizio per
recuperare le ore non lavorate causa maltempo.
Manlio Edoardi
—oRiproduzione riservata
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07/02/2012
ItaliaOggi
Ascotributi auspica un chiarimento dalle Entrate
Imu versata con F24
Ai comuni la scelta sulla riscossione
DI SERGIO TROVATO
Imu deve essere versata
ir con il modello F24, ma i
comuni possono decidere
se il tributo debba essere riscosso da loro direttamente o
tramite i concessionari affidatari
del servizio. Questa è la posizione
che ha assunto Ascotributi locali
in una recente nota, nella quale
auspica che la tesi possa trovare
conferma nel provvedimento del
direttore dell'Agenzia delle entrate
di prossima emanazione, che dovrà
sciogliere i dubbi sulle modalità di
versamento della nuova imposta
locale. In realtà, la norma di legge
non è molto chiara nella formulazione sulle modalità di versamento dell'imposta. IJarticolo 13 del dl
Monti (201/2011), infatti, si limita
a stabilire che la somma di competenza dello stato deve essere versata «contestualmente all'imposta
municipale propria». Inoltre, in deroga a quanto disposto dall'articolo
52 del decreto legislativo 446/1997,
che attribuisce agli enti il potere di
decidere le modalità di riscossione, spontanea e coattiva, delle
proprie entrate, l'Imu deve essere versata solo con 1'F24. Dun-
que, il contribuente dovrà effettuare un duplice versamento:
uno a favore del comune e l'altro
a favore dello stato.
Nella nota dell'associazione di
categoria si fa rilevare che il versamento tramite F24 era già previsto per l'Ici ed è regolamentato
dal provvedimento del direttore
dell'Agenzia delle entrate del 26
aprile 2007. In base agli articoli 6
e 7 di questo provvedimento, l'amministrazione finanziaria deve
accreditare giornalmente alle tesorerie comunali, ai concessionari
o agenti della riscossione le somme
incassate con í modelli F24 e a trasmettere periodicamente un flusso
informativo contenente il dettaglio
delle informazioni relative alle
somme riscosse. I comuni, infatti,
sono tenuti a fornire all'Agenzia
delle entrate le coordinate bancarie o postali sulle quali accreditare le somme riscosse. Eventuali
variazioni delle coordinate devono essere comunicate almeno 30
giorni prima dell'operatività dei
cambiamenti richiesti. L'Agenzia,
poi, trasmette agli enti locali le informazioni relative alla riscossione
di imposta, sanzioni e interessi, con
il rispetto della seguente tempisti-
ca: entro nove giorni lavorativi in
tutti i casi ín cui sia possibile la
trasmissione dei dati in via telematica; con cadenza mensile negli
altri casi. Pertanto, secondo Ascotributi, considerato che l'articolo 13
del dl Monti fa salve le disposizioni
contenute nel decreto sul federalismo municipale (dlgs 23/2011)
e, in particolare, la potestà regolamentare in materia di entrate
degli enti locali «anche per i nuovi
tributi previsti dal presente provvedimento», i comuni «sono pienamente legittimati a richiedere
all'amministrazione finanziaria
che le attuali modalità operative
anche in ordine al soggetto destinatario dell'accredito giornaliero
delle somme incassate tramite
F24 siano riconfermate nell'emanando provvedimento del direttore
dell'Agenzia delle entrate previsto
dal citato comma 12 dell'art. 13».
— ro Riproduzione riservata
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press LinE
ItaliaOggi
07/02/2012
Dal Cipe il piano nazionale per l'edilizia scolastica
Sos nuove scuole
Si accettano permute
DI EMANUELA MICUCCI
arole d'ordine: riduzione dei consui e miglioramento dell'efficienza
energetica degli edifici scolastici. Sia
per l'ammodernamento e la messa
in sicurezza del patrimonio
scolastico sia per la costruzione di nuove scuole. Non solo.
Entro 2 anni dall'entrata in
vigore del decreto di Semplificazione, comuni e province
proprietari degli edifici scolastici avranno l'obbligo di contenerne i consumi di energia
e migliorane l'efficienza energetica. Primo passo la ricognizione del patrimonio immobiliare pubblico per individuare
edifici e aree non più utilizzati da poter destinare a questi
interventi, tra cui caserme,
immobili e terreni di proprietà del ministero
della difesa non più utilizzati a fini militari.
Mentre la costituzione di fondi immobiliari
valorizzeranno il patrimonio edilizio scolastico attraverso strumenti finanziari innovativi, articolati in un sistema nazionale e
locale, per acquisire e costruire nuove scuole.
pm
Quindi, verranno messi a disposizione gli
edifici scolastici per valorizzarli o dismetterli a privati o enti pubblici attraverso la
permuta con immobili già esistenti o da costruire o da destinare a nuove scuole. Per
semplificare le procedure, poi, per le nuove
scuole è acquisito automaticamente il vincolo di destinazione a uso scolastico
con il collaudo dell'opera,
mentre per gli edifici oggetto di permuta cessa
con il trasferimento delle
attività scolastiche. Infine,
si definiranno le modalità
di compartecipazione degli enti locali coinvolti. Il
piano di edilizia scolastica
prevede, per il 2012, 100
milioni di euro e, per il
triennio 2012/14. è esteso
alla primaria e infanzia
nel rispetto, però, dei saldi strutturali di
finanza pubblica. Cronoprogramma, e verifica periodica della realizzazione del piano
saranno definiti dal Cipe, sotto il controllo
del ministro per la coesione territoriale, Fabrizio Barca.
CRiproduzione riservata
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Pagina 36
Riformati
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. .
Its, non è finna
La lettera Odissea di
pencolare in treno
da Russi a Ravenna
RUSSI Che al peggio sui binari delle
ferrovie italiane sembra non ci sia limite lo dimostra l'ennesima testimonianza, quella di una nostra lettrice di Russi. Ieri pomeriggio ci ha
scritto poche righe che sintetizzano
la situazione di chi è costretto a viaggiare in treno per andare a lavorare.
Costretto, vuoi perché l'auto ha dei
costi proibitivi rapportati a certi stipendi bassi, vuoi perché se all'arrivo
c'è pure da cercare il parcheggio, diventa un'impresa sovrumana, anche
a causa della neve.
"E anche oggi, lunedì, prendere un
treno per arrivare a Ravenna da Russi è stato impossibile. Idem per i giorni scorsi. I treni non circolano, oppure, se circolano, ti lasciano per ore nel
bel mezzo della campagna. Gli autobus sostitutivi non vengono attivati
e, se arrivano, si rompono e ti fanno
scendere. In stazione nessun messaggio che ti informi sulla circolazione
o meno dei treni. Mi chiedo a cosa
servono gli altoparlanti e il monitor
perennemente disattivato. Per non
parlare poi del viaggio di ritorno, che
rimane sempre un'incognita per chi
in qualche altro modo è arrivato a
Ravenna. E poi vogliamo fare l'Alta
Velocità... Ma se non sappiamo fare
funzionare un treno neanche per 20
chilometri. Che vergognar:
Valentina
Pagina 21
LiK30
28en ne artista di Russi si è autoprodotto un cd con otto canzoni stile pop rock italiano
"Questo lavoro è il coronamento della mia passione e anche un nuovo inizio, perché credo di sapere suonare"
CANTAUTORE II
I "sogni" tutti in musica di Marco Grandi
erseveranza, idee chiare
e cura dei particolari.
Sono queste sono le caratteristiche che vengono in mente mentre ascolti il racconto di Marco Grandi, cantautore di Russi da pochi mesi sul
mercato col cd autoprodotto "Sognando". Otto canzoni che Marco
stesso definisce "pop rock italiano". Roba sua, dai testi alla musica, fino ai soldi messi - "il tutto
è costato quasi quanto una piccola utilitaria" - per stampare le
500 copie prodotte. "Volevo che
venisse al meglio - spiega Marco
-, perché si tratta di un biglietto
da visita per programmare i prossimi mesi, dove spero di trovare
delle date per esibirmi dal vivo".
Marco Grandi ha 28 anni, come
tanti ragazzi della zona non campa di musica, ma nemmeno vuole abbandonare quella che è una
passione fortissima. Suona da
più di 13 anni, con alle spalle la
Scuola di musica di Russi e lo
studio di pianoforte, chitarra
classica, chitarra elettrica e canto.
"Ho iniziato presto in gruppi locali dove facevo più che altro il
chitarrista" racconta, ricordando
con particolare piacere il tempo
speso con i "Noce moscata" a
suonare musica ska. Poi gli anni
delle superiori passano, gli amici
vanno all'Università o a lavorare
e il giro di musicisti si sfalda, ognuno perso negli impegni suoi.
"Questo lavoro solista è un po' il
coronamento della mia passione
e anche un nuovo inizio, per non
ne normale, anche quando suonavo nei gruppi eravamo abituati
a propone materiale nostro". Una
scelta non scontata, perché il circuito dei locali che danno spazio
ai musicisti preferiscono quasi
sempre le cover bande, complice
anche un pubblico pigro poco abituato a confrontarsi con le novità. Nonostante le influenze musicali di Marco siano diverse, dallo ska al punk, nella sua avventura solista ha scelto di cimentarsi
col pop rock italiano, ispirato da
Nek, Negrita e Max Pezzati. "Si
p
"Scrivere canzoni
per me è una cosa
normale da anni"
Marco Grandi Il cantautore si ispira a Nek, Negrita e Max Pezzali
mollare, perché credo di sapere
suonare" afferma deciso. In "Suonando" musiche e testi sono curati da Marco e il prodotto finale
risulta ben fatto, dalle fotografie
al libretto con i testi delle canzoni, per un totale di cinque mesi
di lavoro. Ogni canzone è quasi
un breve racconto frutto di esperienze vissute mischiate con una
dose di fantasia e riguarda quasi
sempre temi come l'amore, la vita di coppia e la difficoltà di diventare grandi. "Scrivere mi vie-
tratta di artisti che sanno scrivere
testi semplici ma non banali, accompagnandoli con un sound
molto orecchiabile. Ho quindi.
pensato fosse una buona scelta
anche in vista di possibili concerti" spiega. In questo Marco è stato molto pragmatico. Il repertorio
per il live si avvale anche di pezzi
rimasti fuori da "Sognando", oltre
ad alcune cover e mira a divertire
il pubblico sia con sessioni acustiche sia con arrangiamenti più
rock eseguiti dalla band che sta
mettendo in piedi. Una scelta
non casuale, perché è proprio
dall'estate e dalla possibilità di
suonare dal vivo che Marco vuole
ottenere nuove soddisfazioni.
Marco Riciputi
Pagina 22
I "sogni" tutti inmusimli Marco Grandi
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Rassegna stampa 07-02-2012