Balmalonesca
Storia di un villaggio operaio
di Cecilia Ferrari
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Sommario
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Introduzione: Balmalonesca e il Sempione
La vita nel villaggio
L’ospedale
La chiesa
La scuola
La morte del villaggio
Balmalonesca e il Sempione
• Nel tratto di strada compreso
tra Varzo e Iselle sorgeva, e i
suoi resti sono ancora -in
parte- visibili, il villaggio di
Balmalonesca, progettato per
accogliere le migliaia di
operai giunti, assieme alle
loro famiglie, da ogni parte
d’Italia per prendere parte ai
lavori di costruzione del
traforo ferroviario (clic per
leggere il testo completo)
Cartolina del villaggio di Balmalonesca
(clic sull’immagine per ingrandire)
La vita nel villaggio
• Tra il 1898 e il 1905 Balmalonesca
si trasformò quindi da località
pressoché disabitata in un animato
villaggio. L’atmosfera che vi si
respirava potrebbe oggi essere
definita, con un termine d’attualità,
“multietnica”, a giudicare dalle
regioni di provenienza dei residenti
(vai al grafico). In paese, lungo la
strada principale, sorsero
numerosi negozi di generi
alimentari e botteghe artigiane che
recavano sulle insegne
denominazioni tipiche regionali
(clic per leggere il testo completo)
Veduta d’epoca di Balmalonesca
(clic sull’immagine per
ingrandire)
L’ospedale
• L’Impresa del Sempione, particolarmente attenta alle esigenze e ai
bisogni dei lavoratori e delle loro famiglie, non tralasciò neppure di
costruire ed equipaggiare un ospedale, affidato fin da subito alla
lungimirante direzione del dott. Giuseppe Volante (1870-1936). Il
nosocomio, in località Nante, fu attivo a partire dal novembre 1899 e
si affiancò al preesistente ambulatorio medico costruito nei pressi
della galleria. Le prestazioni sanitarie all’interno dei due presidi non
comportavano alcuna spesa per gli operai e per i loro familiari che
ne usufruivano. Si trattò di un esempio di assistenza sanitaria
all’avanguardia per l’epoca, tanto da ricevere persino il plauso del
Prof. Thomas Oliver dell’Università di Newcastle, in visita a
Balmalonesca nel 1901.
• L’infaticabile opera del dott. Volante avrebbe permesso non solo di
fornire adeguate risposte ai singoli casi, ma anche di prevenire la
diffusione di malattie infettive tra i minatori: l’attenta profilassi, dentro
e fuori la galleria, scongiurò il pericolo di contagio da larve di
Archylostoma, batterio conosciuto anche come “verme del
minatore”. (clic per leggere il testo completo)
La chiesa
• La popolazione di Balmalonesca, com’è facile capire,
iniziò ben presto ad avvertire anche l’esigenza di
un’assistenza spirituale. La cura delle anime fu affidata
inizialmente al parroco di Trasquera; poi però, vista la
lontananza del villaggio operaio e il crescente numero
dei suoi abitanti, si optò per il mantenimento,
direttamente a Balmalonesca, di un Cappellano stabile. Il
sacerdote designato per questa missione fu don Antonio
Vandoni (1875-1904), che nell’agosto del 1899 ebbe dal
vescovo la comunicazione che avrebbe potuto iniziare le
pratiche per la costruzione di una chiesa per la comunità
di Balmalonesca. L’edificio religioso fu eretto in tempi
brevissimi e inaugurato il 2 dicembre, festa di Santa
Barbara.
La scuola
• Mentre erano in corso le trattative per la costruzione
della chiesa, si cominciò a parlare della possibilità di
aprire una scuola elementare cattolica, a spese della
Diocesi. La prima insegnante fu una sorella dello stesso
don Vandoni. Il 9 ottobre 1899, primo giorno di scuola, si
presentarono più di trenta iscritti. Il 17 novembre gli
scolari erano già più di cento. Nell’anno scolastico 19001901 gli iscritti furono addirittura 427 di cui 141 all’asilo.
• A Balmalonesca funzionava anche una scuola serale per
adulti e, con frequenza settimanale, un corso di cucito e
ricamo per le ragazze.
(clic per guardare l’immagine)
La morte del villaggio
• Al termine dei lavori di costruzione della galleria del
Sempione, il villaggio iniziò a spopolarsi: molti minatori
tornarono nelle loro terre d’origine, altri trovarono lavoro in
altri cantieri in varie parti d’Europa. Gli operai rimasti nelle
baracche di Balmalonesca lavorarono nel secondo traforo
del Sempione, ultimato nel dicembre 1921. I bagni e
l’ospedale erano ormai stati smantellati; anche la scuola e
l’asilo chiusero, mentre la chiesa non aveva più un
Cappellano.
• Gran parte di ciò che rimaneva del villaggio venne, infine,
quasi completamente distrutto nel corso di una disastrosa
alluvione nel settembre-ottobre 1920.
Fine presentazione
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(foto archivio Collegio Mellerio Rosmini)
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Il parroco don Antonio Vandoni
(1875-1904)
(foto archivio Collegio Mellerio Rosmini)
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Balmalonesca: la scuola
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