Le aree di intervento del
Capo Gruppo
Il Capo Gruppo è formatore in quanto
responsabile della formazione di persone
Verso l’interno
Verso l’esterno
•gestione organizzativa
•rapporti fra GRUPPO E AMBIENTE
•gestione amministrativa
•Rapporti tra CAPI e ASSOCIAZIONE
del gruppo. Il capo gruppo è
quadro
il capo gruppo è quadro
Il Gruppo – la Co.Ca. –
il Capo Gruppo
Il Gruppo
è l’organismo educativo fondamentale per l’attuazione del
metodo (statuto art. 13) e si basa su
La Co.Ca.
formata dagli adulti in servizio associativo. Ha per scopo
la formazione permanente dei Capi, l’approfondimento dei
problemi educativi e la cogestione del P.E. (statuto art.
15). Esprime al suo interno un Capo e una Capo Gruppo che
insieme all’A.E.
Il Capo Gruppo
curano l’animazione della Co.Ca., la gestione del Gruppo ed
i rapporti con gli altri gruppi e con l’Associazione.
Il Capo Gruppo è quindi il vertice
di quella piramide che è il gruppo
scout
I compiti del Capo Gruppo
Animazione della Co.Ca.
Rapporto con l’Associazione
Gestione del Gruppo
Animazione della Co.Ca.
ANIMARE significa:guidare – stimolare – promuovere -coinvolgere – coordinare
CHI:i capi del Gruppo
VERSO: la formazione permanente che è revisione e crescita continua in termini
di:maturazione, coerenza, impegno politico e sociale,partecipazione
associativa, approfondimento metodologico nella testimonianza cristiana
e nell’adesione ai valori dello scoutismo.
PERCHE’:per qualificare il servizio dei Capi e migliorare l’educazione dei ragazzi
secondo il metodo scout
COME?:
attraverso gli strumenti del metodo come p.es. la costruzione e la
gestione del P.E. che coinvolge CAPI e RAGAZZI in un sistema in cui ognuno
riceve risposte ai suoi problemi di crescita
Gestione del Gruppo
Nella gestione di un gruppo si hanno due compiti specifici che sono:
1. COMPITI DEL CAPO GRUPPO :
2. COMPITI DELLA CO.CA.
sotto la responsabilità del capo gruppo
COMPITI DEL CAPO GRUPPO :
1.
2.
3.
4.
5.
Creare una comunità
Aiutare la Co.Ca. nell’elaborare comunitariamente il P.E.
Elaborare il programma di Co.Ca.
Realizzare il programma scegliendo:
a)
b)
Diverse forme di riunioni
La successione delle attività e la loro scansione temporale in accordo
con gli impegni delle unità
Fissare un calendario delle attività di Co.Ca. e di Gruppo :
a)
b)
c)
Predisponendo occasioni di verifica dei programmi di Co.Ca., di unità e
del P.E.
Conoscere i progetti del Capo dei singoli capi e stimolarli alla
realizzazione;
Accogliere e seguire i tirocinanti, anche con contatti continui con gli
eventuali tutor.
COMPITI DELLA CO.CA. sotto la
responsabilità del capo gruppo
1.
Elaborare il P.E. di gruppo
2.
Avere rapporti con le famiglie per:
a)
b)
c)
d)
La presentazione del P.E.
Informazione sullo sviluppo del P.E.;
Segnalazione di eventuali problemi educativi
Eventuali incontri di approfondimento
Al Capo Gruppo spetta la responsabilità primaria di
stimolare la C0.Ca. ad esprimere il P.E. come momento
unificante delle singole proposte educative delle unità e
per dare risposte EDUCATIVE ai bisogni dei ragazzi e dei
capi attraverso gli strumenti offerti dal metodo scout.
PROGETTO EDUCATIVO DI GRUPPO
1^ FASE
•
Analisi interna e esterna al gruppo
quando
un uscita di fine settimana(sabato e domenica)
2^ FASE
•
Dalla lettura della realtà del gruppo e riferendosi ai valori scout
Legge-Promessa e P.A.
quando
desumibili dalla
si scelgono gli OBIETTIVI in rapporto alle “urgenze” educative
uno o due incontri serali di Co.Ca.
3^ FASE
•
•
•
Stesura del P.E.
quando
un incontro serale di Co.Ca.
4^ FASE
quando
Presentazione dei programmi di unità
5^ FASE
quando
Verifica comunitaria del P.E.
da uno a tre incontri serali di Co.Ca.
uno o più incontri serali di Co.Ca.
“colui che non fa programmi non fa progressi nella vita”
B.P.
IL CAPO GRUPPO ELABORA IL PROGRAMMA
DI CO.CA.
Perché: Il P.E., è indirizzato ai ragazzi ma è anche rivolto ai capi quali
soggetti della formazione permanente. Pertanto la Co.Ca. deve
tradurre i valori, i contenuti e gli obiettivi del P.E. in un programma
operativo che indichi le “cose da fare”.
Il Capo Gruppo fissa :
Le attività concrete da realizzare
(cose da fare)
I tempi (quanto e con che durata)
I come
(modalità di realizzazione)
Stabilisce due o tre momenti nel corso dell’anno (es. Natale, Pasqua
e prima dei campi estivi) per verificare l’aderenza al P.E. e la
modificazione dei comportamenti dei capi rispetto alle scelte di
formazione fatte (verifica del Progetto del Capo)
IL CAPO GRUPPO REALIZZA IL
PROGRAMMA E ORGANIZZA LE RIUNIONI
DI C0.CA. (1)
Come trasformare le riunioni in uno strumento utile di
comunicazione interna
Come organizzare e gestire una riunione
La riunione è uno degli strumenti di comunicazione interna
maggiormente utilizzati in tutti gli ambienti e i contesti di
lavoro e associativi, ma spesso viene utilizzata in maniera
errata e risulta poco produttiva.
Le riunioni possono avere scopi differenti:
- possono essere realizzate per informare o comunicare
qualcosa;
- per condividere decisioni prese;
- per discutere un argomento al fine di arrivare ad una
scelta comune.
IL CAPO GRUPPO REALIZZA IL
PROGRAMMA E ORGANIZZA LE RIUNIONI
DI C0.CA. (2)
Per rendere efficace una riunione è importante tenere
presente le sue diverse fasi e organizzare al meglio e in
modo puntuale ognuna di esse.
Le fasi sono sostanzialmente tre:
1. Fase di preparazione
2. Fase di gestione
3. Fase di chiusura
IL CAPO GRUPPO REALIZZA IL
PROGRAMMA E ORGANIZZA LE RIUNIONI
DI C0.CA. (3)
Fase di preparazione
Nel momento in cui si decide di convocare una riunione in generale e una
di Co.Ca. in particolare è necessario che il capo gruppo:
•definisca in maniera chiara quali obiettivi ci si prefigge con
quell'incontro e quindi, sulla base di questi, identifichi i partecipanti e i
rispettivi ruoli;
•prepari un elenco degli argomenti da discutere e li ordini, individuando
la maniera logica e sequenziale in cui affrontarli in modo da poter
stilare l'ordine del giorno;
•stabilisca i tempi, sia la durata massima, che non dovrebbe comunque
mai superare le due ore e mezza, sia i tempi da dedicare ad ogni
argomento;
•predisponga tutto il materiale e le informazioni necessarie;
•convochi i partecipanti, consegnando loro l'ordine del giorno ed
eventuali materiali che è necessario leggere prima dell'incontro.
IL CAPO GRUPPO REALIZZA IL
PROGRAMMA E ORGANIZZA LE RIUNIONI
DI C0.CA. (4)
Fase di gestione
Anche in questa fase risulta fondamentale il ruolo del capo gruppo: è suo il
compito di coordinare e controllare la situazione in maniera complessiva,
monitorando i tempi e mantenendo la discussione coerente con l'obiettivo
dell'incontro.
A questo proposito è necessario:
· iniziare e concludere l'incontro nei tempi prestabiliti;
· definire, in fase di apertura, l'obiettivo o gli obiettivi che ci si prefigge di
raggiungere e, conseguentemente, illustrare l'ordine del giorno e le persone
che, coerentemente con gli scopi dell'incontro, sono state coinvolte;
· se la riunione è legata a progetti sviluppati anche nel corso di precedenti
riunioni, è utile fare un breve riassunto degli elementi emersi, dai quali
eventualmente ripartire;
· il capo gruppo ha anche il compito di guidare la discussione e di fare spesso il
punto della situazione per non perdere le fila del discorso e mantenere lo
scambio verbale centrato sull'obiettivo;
· il conduttore deve moderare gli interventi degli altri partecipanti, facendo
attenzione a limitare chi interviene troppo o parla troppo a lungo e cercando di
stimolare chi invece non partecipa in modo attivo.
IL CAPO GRUPPO REALIZZA IL
PROGRAMMA E ORGANIZZA LE RIUNIONI
DI C0.CA. (5)
Fase di chiusura
Nonostante spesso ne sia sottovalutata l'importanza, la chiusura
della riunione è un passaggio fondamentale per non perdere il
senso della stessa e delle considerazioni emerse nel corso
dell'incontro.
E' quindi necessario:
· fare una sintesi di quello che è emerso dallo scambio tra i
partecipanti;
· definire le conclusioni e le soluzioni a cui si è giunti e che sono
state condivise, anche se ancora parziali e non definitive;
· menzionare e rimandare come elementi di ulteriori
approfondimenti futuri eventuali pareri discordanti emersi;
· assicurarsi che tutti gli argomenti trattati e le decisioni prese
siano chiari per tutti.
SCHEMA DI UNA RIUNIONE TIPO (durata 2-2.30h)
• Momento di preghiera comunitaria
• Presentazione dell’O.d.G. e introduzione dei lavori da parte
del capo gruppo;
• Sollecitazione degli interventi di tutti i capi e discussione
ordinata;
• Sintesi chiara del lavoro svolto e/o delle decisioni prese;
precisazioni di scadenze, incarichi e responsabilità;
• Comunicazioni eventuali;
• Canto o preghiera finale
…….. inoltre
IL CAPO GRUPPO INSIEME ALLA CO.CA. FISSA IL
CALENDARIO DELLE ATTIVITA’
ESEMPIO DI CALENDARIO
Agosto/Settembre
Verifica dei campi estivi - Uscita di fine settimana e 2/5 incontri per aggiornare o
preparare il P.E. e i programmi di unità- Predisposizione dell’organigramma di gruppo
– Partecipazione all’Assemblea di Zona.
Ottobre
Apertura attività con uscita di gruppo
Novembre
Programmare la preparazione all’Avvento e al Natale (cosa fare, come, quando,
incarichi) – incontri coi genitori
Dicembre
Compilazione dei censimenti - Uscita?
Gennaio
1^ verifica dei programmi di Co.Ca. e di unità.
Febbraio
Programmare:cosa, come, quando, dove e con chi vivere la Quaresima e prepararsi
alla Pasqua – Preparazione all’assemblea di zona
Marzo
Uscita?
Aprile
“ì verifica dei programmi di Co.Ca. e di unità – S. Giorgio e S. Francesco di Zona o
singoli- partecipazione all’assemblea di Zona
Maggio
Attività di pentecoste
Giugno
Uscita per la verifica dell’attività dell’anno – presentazione dei programmi dei campi
estivi
Luglio/Agosto
Il capo gruppo fa in modo di essere presente e di vivere con i capi e i ragazzi i
momenti più significativi dei campi estivi
IL PROGETTO DEL CAPO
cominciamo con un po’ Regolamento di Formazione Capi
Art.47
Cominciamo con il porci la seguente domanda:
perché un progetto del capo, come si colloca nella realtà
attuale, storica, sociale ed associativa.
B.-P.: "Lo scout non solo si diverte, vive l'avventura, ma è anche capace di
aiutare il suo paese. Lo fa dando una mano a chi ne ha bisogno"; e ancora
"Certamente non ci si può aspettare di diventare un perfetto
guardaboschi tutto in una volta, senza imparare qualcuna delle difficili
arti e far pratica di ciò che il guardaboschi usa“. L'educazione secondo
BP è un'azione prima che una teoria. Le esperienze vanno vissute da
protagonisti. Insomma sapersela cavare, avere spirito di
osservazione, essere indipendenti
Il progetto del capo non lo ha inventato B.-P. però' ... dalle dimensioni
fondamentali dello scautismo possiamo cogliere il valore del "progetto" a
tutti i livelli della proposta educativa
1. PERCHE’ UN PDC
TUTTO CIÒ' VA INTERPRETATO ALLA LUCE DELLA SITUAZIONE ATTUALE
•
Viviamo in una società in cui si moltiplicano le esigenze, i desideri con la
conseguente difficoltà di discernere il bene dal male, il vero dal falso. In
questo tipo di società sempre più protesa al qui ed ora , al tutto e subito
l’educazione per progetti è uno degli aspetti più controcorrente ma
necessari.
•
In una realtà così caratterizzata non vivono solo i nostri ragazzi, ma noi
stessi. Anche per noi aumentano le difficoltà a progettare nei termini in
cui BP e la tradizione associativa ci hanno insegnato. Cioè progetti
concreti fatti di azioni capaci di incidere veramente sulle persone e sulla
realtà.
•Il progetto del capo si inserisce quindi nella tradizione
associativa e risponde all'esigenza del presente
PROGETTARSI SIGNIFICA:
LAVORARE, INCAMMINARSI, ALLENARSI A:
•
capacità di esprimere, non solo a parole, giudizi di valore su ciò che
accade
•
razionalizzare le forze disponibili, individuali e sociali (per educare
con un metodo .. ) tenere sottocchio i principi, i valori di base,
avere chiaro un modello di comportamento e ... valutare e verificare
la coerenza della nostra azione rispetto a tale modello.
SE EDUCAZIONE E': conquista progressiva (la spirale della crescita)
IL CAPO ENTRA IN GIOCO IN BASE A progetti precisi (ha una
grande visione-speranza con il senso del tempo (è tremendo vivere
solo il presente, senza passato e futuro) OFFRENDO
occasioni/esperienze (è pur sempre un modello, testimone)
Per portare avanti il lavoro sul Progetto del Capo è necessario che ci sia
IL PROMOTORE
( o garante, testimone), una persona su cui convergano lo stima e la
fiducia dei componenti della Co.Ca., una figura "super partes" che
orienti il lavoro (le caratteristiche corrispondano più o meno a
quelle richieste al capo gruppo). E' necessario perché così come è
vero che una squadra di calcio ha bisogno di un "mister" così come
in una compagnia teatrale c'è bisogno di un "regista", di persone
insomma che coordinino il lavoro, che rendano unitario lo sforzo,
che cerchino di miscelare gli elementi, la stessa cosa deve essere
in CO.Ca.
Se i progetti dei vari capi non hanno dei tratti comuni, su che cosa si
potranno confrontare? Se la gestione del progetto non è chiara e
non ha una chiave di lettura e di interpretazione condivisa a che
cosa può servire?
•
E' quindi opportuno che ci sia una persona che assuma la veste
del coordinatore o promotore, che sappia rispondere in modo
unitario alle richieste dei capi, cha sappia indicare delle
percorsi a quei capi meno sicuri, che sappia far rispettare le
scelte assunte in comunità e che, infine, tuteli il rispetto di
tutti verso tutti. Deve cioè saper infondere alle persone della
Co.Ca. la sicurezza di cui tutti hanno bisogno per potersi aprire
agli altri senza riserve.
•
•
•
•
•
•
Il promotore dovrebbe saper offrire forme di controllo sui sensi di
colpa in modo che eventuali sbandamenti o variazioni di rotta non
vengano vissuti drammaticamente e non creino spaccature ed
incomprensioni. Deve fare in modo insomma cha la verifica non si
trasformi in un processo.
Allo stesso modo deve offrire un'immagine di autorevolezza, una
persona vicina ai capi della Co.ca., con la quale si può trattare in
confidenza, facile da "raggiungere", che non incuta timore.
Tutto questo può essere fatto da una persona o da una piccola
equipe(capigruppo e A.E.) ,che goda della stima incondizionata di
tutti.
Se non si creano tutte queste condizioni ci sono serie possibilità
che il Progetto del Capo contribuisca a creare solo più confusioni e
più conflitti.
Il rischio, nel caso non ci sia uniformità di intenti, è che il progetto
del capo non sia indirizzato su se stessi ma su gli altri, nel senso
che non si pone attenzione a dove noi vogliamo arrivare ma
costruiamo un progetto del capo che è vigile a scoprire dove gli
altri vogliono arrivare.
Produrre dei pezzi di carta "morti", privi di vitalità e di verità è
una cosa relativamente facile: ci fa sentire "apposto " nei confronti
dell'Associazione e ci permette di aggirare l'ostacolo. Altra cosa è
fare in modo che il progetto del capo sia uno strumento vivo e
vitale, che possa rendersi tangibile con dei risultati che portino dei
miglioramenti nei rapporti educativi.
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compiti del capo gruppo