EFFETTI D’ORDINE ASSOCIATI
ALLE CATEGORIE DI RISPOSTA
La scelta di una determinata categoria di risposta può
dipendere dalla sua posizione, provocando effetti:
Primacy → viene scelta una delle PRIME categorie
Recency → viene scelta una delle ULTIME categorie
L’impatto dell’ordine di risposte può risentire degli effetti associati
ad altre variabili. Fattori più importanti:
1. modalità di somministrazione (uditiva/visiva) e l’interazione
con
a. la memoria e il livello di elaborazione cognitiva: se
modalità uditiva (recuperabile più facilmente nella Mbt) 
recency; se modalità visiva (> probabilità di entrare nella Mlt)
 primacy
b. il contesto (ex. dopo quale domanda) e il contenuto
(coerenza, desiderabilità sociale)
Ex.
Intervista telefonica vs intervista faccia a faccia (split-ballot).
Domanda sulla necessità o meno di rendere il divorzio più
difficile.
3 categorie di risposta con categoria intermedia «la legge
dovrebbe rimanere così come è ora».
Modalità uditiva (IT) → effetto R (categoria intermedia scelta
più spesso se presentata per ultima rispetto a quando
proposta come penultima).
Modalità visiva → effetto P
Modalità visiva (Questionario postale). Lista di 13
caratteristiche desiderabili nei figli, presentati in due ordini
opposti (split-ballot): P
Modalità faccia a faccia e utilizzo di cartellini (show cards): P
Nelle scale ordinali le categorie che esprimono accordo sono
tipicamente poste a sinistra della scala (o in alto nella
presentazione verticale)
↓
primacy e acquiescenza
2. numero di categorie previste dalla domanda, tipo di
compito
richiesto
(Rsf,
Rsm,
ordine
per
preferenza/importanza ecc.) e natura delle alternative
a. gamma delle “etichette” come indice della
distribuzione “normale” di frequenza dell’oggetto.
Etichette utilizzate come informazioni contestuali
Ex. Ricerca sperimentale sul consumo medio giornaliero di
TV, rilevato attraverso
1) domanda aperta
2) scala ordinale con 5 categorie di Frequenza Bassa (da 30
a 150 minuti) - FB
3) idem con Frequenza Alta (da 150 a 270) - FA
↓
FA consumo maggiore rispetto a FB
b. Scale di frequenza FA/FB e valutazione richiesta espressa
su scala Assoluta (A) o su scala Proporzionale (P).
I giudizi espressi con P sono cognitivamente più laboriosi che
con A  > distorsione dal tipo di scala di frequenza FB o FA
Ex.
Mentre le frequenze di consumo televisivo sono simili su
scala A–FB oppure A–FA (circa il 10% per circa 150 minuti) le
frequenze P–FA differiscono significativamente da quelle P–
FB (ad es. rispettivamente 12 e 0% per 150 minuti).
c. Valori di frequenza (FA o FB) della scala e interpretazione
delle domande “ambigue”:
le opzioni di risposta possono essere utilizzate anche per
stabilire quale sia l’oggetto specifico.
In una ricerca i soggetti (questionario autocompilato)
riportano la frequenza con cui si sentivano veramente irritati
(quanto spesso si è sentito veramente irritato negli ultimi
giorni?) su scala FB, FA e risposta aperta; successivamente
descrivevano un evento loro occorso.
Le descrizioni furono analizzate rispetto all’intensità della
irritazione e al grado di concretezza della descrizione.
I soggetti esprimono irritazione maggiore e descrizioni più
accurate con la scala FB (varie volte in un anno, meno di
una volta al mese, cioè interpretati come casi più “pesanti”)
che con FA (varie volte al giorno, meno di 1 volta a
settimana, cioè interpretati come casi più “leggeri”);
nella domanda aperta i soggetti riportano episodi poco gravi
= irritato denota normalmente eventi leggeri.
d. Scala di giudizio, etichette e valori numerici:
↓
 scala ad intervalli unipolare (0 – n) → interpretazione della
scala quale misura della presenza dell’attributo in questione
 scala ad intervalli bipolare (- n, …, 0 …+ n) →
interpretazione della scala come misura di due attributi
opposti
Ex. Successo/Insuccesso (o Conservatore /Progressista).
Le etichette ai poli della scala cambiano di significato a
seconda dei valori associati:
-n = totale fallimento
0 = assenza di successo
 giudizi più sfavorevoli se scala bipolare.
e. Contesto e interpretazione dei quantificatori vaghi (Q): la
scala (accordo/disaccordo, frequenza/probabilità) comprende
categorie di risposta Q che non hanno riferimenti precisi per cui
il loro significato può variare a seconda del contesto in cui
appaiono.
Ex. “Vado spesso dal medico” e “Mangio spesso verdura”
max accordo/disaccordo 
Q = Completamente, estremamente, ecc. 
meglio: Assolutamente;
intermedio accordo/disaccordo 
Q = abbastanza, per la maggior parte ecc. 
meglio: d’accordo;
min accordo/disaccordo 
Q = leggermente, poco ecc. 
meglio: per niente
A seconda che i Q denotino quantità “grandi” o “piccole” 
si induce a mettere in luce contesti diversi. Di conseguenza
cambia il significato della domanda
Ex. Accordo/disaccordo
“Tra coloro che sostengono che l’aborto è immorale pochi
hanno provato cosa significa una gravidanza indesiderata”

oggetto di riferimento antiaboristi (come dire: Coloro che non
hanno provato cosa significa una gravidanza indesiderata)
“Tra coloro che sostengono che l’aborto è immorale alcuni
hanno provato cosa significa una gravidanza indesiderata”

oggetto di riferimento contesto opposto (Coloro che hanno
provato cosa significa una gravidanza indesiderata)
Il significato dei Q (spesso, qualche volta, abbastanza ecc.) è
instabile; il significato delle frequenze assolute è meno
ambiguo ma può essere anche esso viziato sia dal ricorso a
scorciatoie nel recupero delle informazioni in memoria
(euristica della disponibilità) sia dall’impatto di fattori
contestuali (ex. umore)
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