Maggio - Giugno 2012
ospedaleniguarda.it
Poste Italiane Spa
Sped. abb.post. Dl n. 353/2003
art 1 (comma1) D&B Milano
DISTRIBUZIONE
GRATUITA
Intervista al Radiologo
I “detective” dell’immagine
Angelo Vanzulli, Direttore della Radiologia
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Ultim
La Regione
finanzia i brevetti
per la sanità del futuro
Niguarda collabora alla ricerca
per l’innovazione tecnologica
razie a un investimento di 750.000
euro Regione Lombardia parteciperà
direttamente, insieme ad alcune imprese,
alla ricerca e allo sviluppo di prodotti in ambito
clinico (dispositivi medici) non ancora esistenti
sul mercato, ritenuti utili a migliorare i processi
organizzativi e la qualità dei servizi sanitari offerti
ai cittadini, abbattendo inoltre i costi. Il mezzo
utilizzato è quello del cosiddetto appalto precommerciale, che consiste in un contratto di appalto
“non in esclusiva” di servizi di ricerca e sviluppo,
che prevede la condivisione dei rischi e dei benefici
tra acquirente pubblico e soggetti appaltatori,
con cui un certo numero di operatori economici
sviluppano soluzioni alternative e innovative, a
partire dall’ideazione fino allo sviluppo prototipale
e alla sperimentazione; per questo progetto pilota,
Regione Lombardia ha individuato, come ente
attuatore e stazione appaltante il Niguarda, in quanto
realtà di eccellenza in campo sanitario regionale.
I progetti, oggetto di questo appalto precommerciale, tra cui ne andrà selezionato uno
solo, sono: un sistema automatizzato per il prelievo
venoso, un dispositivo di interfaccia universale
per apparecchiature medicali domiciliari e un
dispositivo automatizzato per il traino di letti
e barelle. “È la prima volta in Italia che viene
organizzata un’iniziativa di questo genere- ha
dichiarato il Presidente Roberto Formigoni -”.
G
P
otrebbe essere descritto così… come un
detective senza distintivo e in camice
bianco che fiuta la pista giusta per
capire cosa e dove c’è qualcosa che non va.
Le sue “armi” sono la radiografia, la TAC e
la risonanza magnetica: è il radiologo ed è
una figura essenziale che affianca il medico
Artrite reumatoide, oltre
10.000 pazienti a Milano
La lotta è nel quotidiano
“I dolori alle articolazioni erano fortissimi, tanto
da non poter tenere in mano una posata o non
riuscire a fare una firma”. Le voci sono quelle
di Marco e Luisa, due pazienti colpiti da artrite
reumatoide - seguiti a Niguarda - e che hanno
voluto portare la loro testimonianza nel corso
dell’evento “il Paziente al Centro”, un progetto di
sensibilizzazione sulla patologia, realizzato grazie
al contributo di Roche e all’intervento degli esperti
del nostro Ospedale.
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Detersivi e bambini:
attenzione alle monodosi
L’allerta del Centro Antiveleni
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Reumatologia
e il chirurgo nella cura del paziente. La loro
“base operativa” è al piano -1 del Blocco Sud.
Qui abbiamo incontrato Angelo Vanzulli (in
alto), Direttore della Radiologia, per capire
cosa si fa in questo reparto.
A PAGINA 13
Neurologia e ricerca
L’ictus? Si “congela”
Lo studio europeo si sperimenta
in Stroke Unit
bbassare la temperatura del cervello a
34-35 gradi entro sei ore da un ictus
può salvare molti pazienti e ridurre i
successivi danni ai neuroni. L’ipotermia, con
un raffreddamento moderato, è un intervento
neuroprotettivo assai promettente secondo
gli esperti. E l’Europa, con l’Italia in prima
fila, si appresta a varare il più grande studio
clinico ad oggi, con 25 Paesi aderenti, per
sperimentare il trattamento in fase avanzata.
A
CONTINUA A PAGINA sette
Tumori dell’ovaio e del colon-retto
Quando la prima cura
non funziona
Al via 3 sperimentazioni contro
le forme più resistenti
o sviluppo di nuove terapie contro i tumori
prosegue a Niguarda. Presso l’OncologiaFalck hanno preso il via 3 importanti
sperimentazioni per valutare l’efficacia di
nuovi farmaci contro due tipi di tumori solidi
resistenti ai trattamenti convenzionali. Il
primo trial riguarda il carcinoma ovarico,
in particolare quelle forme per cui la terapia
d’elezione, basata sull’utilizzo di farmaci al
platino, si dimostra inefficace.
L
A PAGINA sette
Periodico di informazione dell’Azienda Ospedaliera Ospedale Niguarda Ca’ Granda
Il giornale di Niguarda
Anno 7 - Numero 2
due
Artrite reumatodie: oltre 10.000 pazienti a Milano
L’evento “il Paziente al Centro”
che non si riescono più
questo “nemico subdolo”, che
ad aprire, oppure bottoni
assesta colpi decisivi già nelle
che non si riescono più
fasi iniziali della patologia.
ad allacciare: gli oggetti
Per farlo a Niguarda si è aperto
di tutti i giorni diventano
un canale dedicato che unisce
i principali “nemici”,
il paziente, il suo medico di
ma se ci si muove per
base e il reumatologo. “Nel
nostro Ospedale è attivo un call
tempo con diagnosi e
center dedicato ai medici di
trattamento si possono
medicina generale, che permette
avere dei buoni risultati.
di segnalare i casi sospetti
Le cosiddette “bandierine
e avviare così un percorso
rosse” che gli esperti
Entro i primi due anni il
preferenziale per la diagnostica
hanno identificato per
una diagnosi precoce 10% dei pazienti sviluppa di approfondimento- ha spiegato
un’invalidità grave
il Direttore Sanitario, Giuseppe
dell’artrite
reumatoide
Genduso-. Inoltre tra le tecniche
sono tre: infiammazione
a carico delle articolazioni, dolore a livello di indagine che Niguarda è in grado di
dei polsi e delle piccole articolazioni delle offrire c’è anche l’ecografia articolare, una
mani e dei piedi e rigidità al risveglio per metodica estremamente utile in tutte le fasi
più di 30 minuti. “La rigidità mattutina della patologia”.
delle articolazioni- ha spiegato Oscar Epis, Poi ci sono i farmaci di ultima generazione,
Direttore del Centro di Reumatologia del i cosiddetti “biologici”, anche i pazienti si
Niguarda-, per un periodo di oltre mezz’ora sono abituati a chiamarli così, li citano e li
dopo il risveglio, dovrebbe diventare per il ringraziano, perché è grazie a questi che la
cittadino un primo campanello di allarme, loro vita è cambiata. “Per la prima volta negli
così come l’autopalpazione del seno ultimi 7 anni, questo inverno sono tornato
rappresenta la prima forma di prevenzione sulle piste da sci per la mia settimana bianca
del tumore alla mammella”.
- ha detto Marco -”. Per Luisa invece: “Due
“Raccolte le bandierine”, occorre iniziare settimane fa sono andata a ballare, una cosa
il prima possibile il trattamento contro impensabile fino a qualche anno fa”.
Artrite reumatoide:
il quiz
1) L’artrite reumatoide è una malattia
che produce deformità ad andamento
lento: in altre parole, il danno articolare
si sviluppa nel lungo termine.
2) L’artrite reumatoide è una malattia che
colpisce solo le articolazioni.
3)L’artrite
reumatoide
colpisce
prevalentemente le persone anziane.
4) L’artrite reumatoide è guaribile
RISPOSTE:
1) Falso: già nelle prime fasi l’artrite
reumatoide provoca danni importanti
alle articolazioni.
2) Falso: può colpire anche altri organi
come la cute, i nervi periferici, il cuore e
l’apparato respiratorio e contribuisce allo
sviluppo dell’aterosclerosi.
3) Falso: può colpire a tutte l’età. La
fascia a maggiore prevalenza è quella tra
i 35-50 anni.
4) Falso: anche se con le terapie di cui si
dispone oggi può essere ben controllata.
In una percentuale molto piccola di casi
si è registrata un’effettiva guarigione.
SEGUE DALLA PRIMA
Come loro a Milano ci sono oltre 10.000
persone, eppure l’artrite reumatoide è ancora
oggi poco conosciuta e spesso sottovalutata,
nonostante l’impatto sia forte sulla vita dei
pazienti. Entro i primi due anni, infatti, il
10% sviluppa un’invalidità grave, dopo 10
anni meno del 50% mantiene un’attività
lavorativa o svolge le normali attività
quotidiane. I principali ostacoli, come rivela
un sondaggio realizzato tra i pazienti in cura
al Niguarda, sono legati all’utilizzo dei mezzi
pubblici: più di 1 su 4 non riesce a prendere
metro e tram. Le altre difficoltà, oltre agli
spostamenti in città, riguardano la cura della
persona (per esempio, farsi la doccia in
autonomia) e la vita in casa (per esempio, fare
il bucato o cucinare). E poi ci sono i barattoli
Paziente informato
“Operazione trasparenza” per le tariffe di visite e ricoveri
al 1 marzo nei referti di visite ed esami o nella lettera di
dimissione gli ospedali devono indicare il valore in euro
della prestazione specificando la quota a carico del cittadino.
L’Assessore alla Sanità, Luciano Bresciani, spiega così sugli organi di
stampa la nuova disposizione voluta da Regione: “E’un’operazione di
trasparenza e informazione. Avere consapevolezza dei costi pubblici
è sapere ciò che lo Stato, ossia tutti noi, spendiamo per curarci. Tutti
i cittadini, dai malati ai medici, devono responsabilizzarsi.”
Questa operazione trasparenza ha aperto un vivace dibattito in sanità e
sono stati chiamati in causa aspetti sia di carattere etico e deontologico
che di comunicazione. Ad alzare la voce prima di tutti sono stati i
medici che attraverso l’Ordine hanno definito questa disposizione
“umiliante”. Una nota del Presidente dell’Ordine di Milano, Roberto
Carlo Rossi, precisa “in linea di massima, è senz’altro corretto che il
Medico (e soprattutto le Istituzioni) indirizzino e formino il cittadino
ad un utilizzo maturo, giusto e responsabile delle risorse del Sistema
Sanitario Regionale. Tuttavia, il Consiglio dell’Ordine, pur nei limiti
dei propri doveri-poteri istituzionali, ritiene non etico che venga
esposto al cittadino/paziente il costo delle singole prestazioni a lui
erogate e questo per ragioni di umanità e di opportunità. Il fatto ha,
naturalmente, anche risvolti di natura deontologica, poiché sono i
Medici chiamati ad assolvere tale regola e la valutazione di questo
Ordine e’ che, oltretutto, così si introduca una distorsione indebita
del rapporto medico-paziente”. L’ospedale di Niguarda nel rispetto
delle regole ha messo a regime nei tempi previsti i sistemi informatici
e organizzativi per informare i pazienti e come ha indicato in una
D
nota interna il Direttore Sanitario, Giuseppe Genduso, per un
ospedale pubblico questo risulta essere un obbligo informativo, e
in particolare, la determinazione della tariffa del ricovero, dipende
dalla diagnosi alla dimissione e da altre indicazioni di esclusiva
competenza medica. Se per visite ed esami il sistema informatico
consegna l’informativa sul costo della prestazione allo sportello in
automatico, nel caso del ricovero tale valorizzazione economica
va segnalata nella lettera di dimissione dalla quale traspare già ciò
che è stato fatto dall’equipe professionale attraverso la codifica del
DRG. Ed e’su questo punto che i camici bianchi del Niguarda hanno
aperto una vivace discussione sulla nuova norma, oltre a rivendicare
un atteggiamento etico, hanno valutato come impropria la necessità
che sia il medico ad indicare il costo della prestazione.
Tra loro c’è chi afferma che “è sgradevole per il malato,
“presentargli il conto” a caldo, proprio nel momento tutto è più
pesante per la persona… che, ricordiamo, non esce da una SPA di
lusso dove ha trascorso una settimana rigenerante; e ancora di più
“che a presentare il conto sia colui che lo sta curando, con la doppia
ricaduta negativa di un sovraccarico di lavoro per il medico è di una
possibile incrinatura nel rapporto col paziente che potrebbe anche
pensare che in qualche modo al medico gliene venga qualcosa di
quei soldi…” E altri che dicono che “Anche la mia posizione di
professionista è di chiedere, a nome dei medici, in sede Regionale
tramite le autorità direttive dell’Ospedale di rivedere la questione e la
modalità in modo da renderla un contributo alla informazione, alla
educazione della popolazione, alla responsabilità dei medici e non
La Regione finanzia i brevetti per la sanità del futuro
SEGUE DALLA PRIMA - “Quelle che svilupperemo sono tecnologie molto avanzate, che possono portare alla realizzazione di
brevetti di cui la stessa Regione diventerebbe proprietaria”. Per ora 60 imprese hanno già risposto all’appello. Il Niguarda con i
professionisti Bellavia (Direzione Medica), Ciboldi (Ingegneria Clinica), e Vitiello (Approvvigionamenti), ha fornito un contributo
fondamentale, sia in fase di ideazione e definizione dei progetti e sia nelle fasi operative.
“L’idea di ognuno di questi 3 progetti nasce da una necessità effettiva del Niguarda ha spiegato Marco Ciboldi, Direttore
dell’Ingegneria Clinica- e mira a migliorare ed innovare il servizio offerto ai pazienti, nonché ad aumentare la sicurezza degli
operatori sanitari. Un gruppo di lavoro formato dai responsabili delle varie strutture potenzialmente interessate al progetto
(Direzione sanitaria, Direzione Infermieristica, Ingegneria Clinica, Fisica Sanitaria, Approvvigionamenti, ICT), appositamente
convocato, ha dapprima individuato 5 progetti di interesse per l’Ospedale, tra cui sono stati selezionati successivamente, dalla
Direzione Generale Sanità, i 3 oggetto del bando. In una seconda fase sono state poi approntate, unitamente a Regione Lombardia,
tutte le documentazioni di gara necessarie, per arrivare alla fase fondamentale della presentazione e del “dialogo tecnico”, in cui
le imprese interessate (come detto più di 60) hanno potuto interloquire con i membri della commissione, ponendo delle domande
e facendo anche delle proposte, come è nello spirito del dialogo tecnico. È stato aperto anche un forum on line, dove il dialogo
con le imprese potrà continuare. La commissione di valutazione, di cui fa parte anche il nostro Ospedale, si occuperà poi di
selezionare il progetto che maggiormente soddisfa i requisiti richiesti e di sorvegliarne le varie fasi di sviluppo e sperimentazione.
Noi ci occupiamo quindi della gestione operativa della procedura, della interlocuzione con le imprese partecipanti, della guida e
orientamento di merito delle attività di ricerca e sviluppo, della predisposizione ed organizzazione della fase di sperimentazione,
della raccolta e creazione di banche dati on-line e, (come co-responsabili), della valutazione dei progetti”.
Questo procedimento, già utilizzato in Gran Bretagna e negli USA, è promosso dalla normativa comunitaria ma è ancora poco
diffuso in Europa. “Questa è la strada giusta - ha aggiunto Formigoni - che ci permette di offrire ai cittadini un servizio sempre
migliore e allo stesso tempo di far fronte alla diminuzione delle risorse governative, riducendo i costi dei servizi. Il vantaggio per
le imprese è la possibilità di commercializzazione di questi nuovi prodotti”. Lo stanziamento regionale coprirà i costi del personale
impiegato in quest’attività. “La direzione in cui Regione Lombardia si muove da tempo - ha aggiunto il Presidente - è quella di
garantire livelli qualitativi sempre migliori a fronte di risorse sensibilmente inferiori”.
offensiva per chi è nel bisogno. Inoltre non ritengo sia un compito
sanitario ma amministrativo, anche se a questo si è tentato di ovviare
mi pare con un link facilitato. Tuttavia non dobbiamo dimenticare che
le risorse non sono infinite, anzi; che l’Italia dà prestazioni gratuite
e fornisce liberamente farmaci che in altri paesi nord europei sono
da anni calmierati. Intendo dire che una informazione seria sul tema
alla popolazione andrà fatta. L’altro vero baluardo è la responsabilità del medico, di ognuno di
noi come prescrittori e anche come informatori al paziente di quello
che si fa. E in primis i criteri con cui scegliamo terapie e procedure
ad altissimo costo”.
E i pazienti cosa dicono:
Da un servizio del TG 3 andato in onda il 1 marzo ecco che si
ripresentano entrambi gli schieramenti. Chi e’favorevole: “Valutando
quanto costa alla collettività un esame, si pagano le tasse con meno
angoscia, più responsabilmente”. E chi no :“Ancora una volta
ci troviamo davanti a un’iniziativa che crea un senso di colpa nei
cittadini per far vedere che quasi tutto è regalato”. Sembra proprio
un ricordo lontano l’onorario pagato dal paziente per “onorare la
qualificata prestazione” del medico presso il suo studio o in attività
libero professionale.
Azienda ospedaliera
Le valutazioni
dei direttori lombardi
Puntuali come tutti gli anni arrivano da Regione Lombardia
le valutazioni ai manager della sanità. Anche per il 2011 il
risultato del Niguarda è molto positivo, il giudizio assegnato è,
infatti, pari a 93,24 su una scala di valutazione che arriva a 100.
IL COMMENTO
DEL DIRETTORE GENERALE
Sono state rese pubbliche le valutazioni per il raggiungimento
degli obiettivi delle Aziende Ospedaliere e Asl di Regione
Lombardia per l’anno 2011. Come avrete appreso la
valutazione della nostra Azienda è positiva e di questo
ringrazio Tutti Voi per la collaborazione.
Il 2011 è stato un anno impegnativo per la complessità
della situazione non solo nella nostra Azienda e nel settore
sanitario ma in generale nella nostra Regione e nel nostro
Paese. Considero quindi il risultato che abbiamo ottenuto
decisamente buono. Per il 2012 le criticità, come possiamo
vedere, sono aumentate e quindi è richiesto a ciascuno di noi
un ulteriore impegno per rispondere al meglio a quanto ci
viene richiesto dai nostri pazienti e dal sistema intero.
Grazie ancora per la collaborazione che vorrete dare e buon
lavoro.
Pasquale Cannatelli
tre
Speciale
Emergenza sangue: l’unico rimedio è donare
Milano c’è un’emergenza e ha il colore acceso
del sangue, come quello di uno spia che ci avvisa
che qualcosa non va. La sua luce impaurisce,
impensierisce ma in fin dei conti serve poco per spegnerla
A
perché per farlo basta un semplice gesto: donare.
I dati che arrivano da AVIS- Milano ci dicono che nel
2011 c’è stato un incremento delle donazioni del sangue,
ma per il futuro si può e si deve fare meglio. Uno sforzo
necessario per mettere fine all’emergenza che vede in prima
fila anche il Niguarda, in “riserva” cronica di sangue e per
cui servono 5.000 unità di sangue in più nei prossimi 3
anni.
IL PUNTO - Intervista a Luca Maria Munari, Presidente AVIS-Milano
Il 2012 sarà un anno importante?
Sì, un anno speciale per Avis, che festeggia il suo 85°
anno di attività al servizio di pazienti e donatori.
Che indicazioni arrivano dall’attività del 2011?
Incoraggianti: si è registrato un aumento delle
donazioni, +4,3% rispetto al 2010, che ci ha fatto
sfiorare quota 20.000. Ben consapevoli di quanto sia
elevato il fabbisogno di unità di sangue, possiamo
considerare l’anno scorso come un buon punto di
partenza per coprire il percorso che ci rimane da
compiere nei prossimi anni.
Su cosa si punterà per aumentare le donazioni?
Avis da sempre si caratterizza per una capacità di presenza nel
tessuto sociale urbano, che oggi è radicalmente
cambiato. Per questo, accanto alle attività più
tradizionali, come l’animazione di gruppi e
delegazioni, è necessario sviluppare nuove
occasioni di incontro e aggregazione. La gente
oggi vive più sola ma lavora insieme, quindi
diventa sempre più importante potenziare la
donazione presso le aziende (anche Niguarda è
una grande azienda) con una corresponsabilità
della direzione in un’iniziativa di alto valore sociale.
Altrettanto fondamentale è l’educazione sanitaria nelle
scuole, come fattore di sensibilizzazione nelle famiglie
e occasione di dialogo interculturale. Altre opportunità
sono offerte oggi da nuove soluzioni tecnologiche e
organizzative.
A cosa si riferisce?
Ai reminder via email, le donazioni prenotate,
l’intensificazione dei programmi di prevenzione e
controllo clinico. Ma anche l’analisi dei comportamenti
donazionali che ci aiuta a sviluppare interventi sempre più mirati a
settori specifici di popolazione. Poi c’è il sito web che intendiamo
migliorare per una corretta e agevole consultazione da parte
dei donatori. Infine, abbiamo recentemente
potenziato la presenza su Facebook per
esplorare più compiutamente il mondo
dei social network e offrire nuovi spazi di
contributo creativo.
A proposito di contributo creativo…
l’ultimo spot che avete realizzato ha vinto
un riconoscimento importante?
Il video è ben fatto e funziona. Porta la firma
Come comportarsi il giorno della donazione?
Per chi dona al mattino è importante
assumere una colazione leggera a base di tè,
caffè, succhi di frutta o spremute, un frutto,
qualche biscotto secco. Non assumere latte o
suoi derivati, né brioche.
Per chi dona al pomeriggio sono preferibili
una colazione normale e un pranzo leggero
a base di pasta in bianco (con olio, senza
formaggio grattugiato) e insalata, oppure una
fetta di carne ai ferri con contorno di insalata,
un panino e caffè moderatamente zuccherato.
PER INFORMAZIONI:
www.avismi.it
oppure cerca la pagina avis-mi su facebook
Guarda lo spot
sul canale OspedaleNiguardaTV
del regista 28enne Stefano Lodovichi, che ha ottenuto il primo
premio al concorso Movi&co per giovani videomaker.
PER MAGGIORI INFORMAZIONI:
www.avismi.it o la pagina avis-mi su facebook
10 GIUGNO
INNOVATION RUNNING PER AVIS MILANO
Il 10 giugno a Milano, nel bellissimo Parco delle Cave si
terrà la prima edizione di “Innovation Running” una corsa
non competitiva aperta a tutti (atleti/e, bimbi, mamme e papà,
nonni e bisnonni!). La corsa ha come obiettivo il sostegno ai
progetti di donazione e prevenzione di Avis Milano.
Il ritrovo per la “Innovation Running” è in via Cancano alle
8.30: alle 9.30 partirà la staffetta (per squadre, 4 partecipanti per
squadra, ognuno farà 2,5 km); alle 10.00 partenza della corsa
non competitiva sulla distanza di 5 km. A seguire un programma
di intrattenimento per tutti con giochi e premiazioni.
Per info e iscrizioni:
www.innovationrunning.it
[email protected]
Donare... perché
Dottor Martinelli, perché donare sangue?
La donazione del sangue è fondamentale per il nostro tipo di
chirurgia. Senza disponibilità di sangue non potremmo effettuare i
nostri interventi. I nostri pazienti devono subire operazioni molto
complesse. Sono spesso sottoposti a terapia anticoagulante o
antiaggregante per cui è molto probabile che perdano delle quantità
di sangue anche significative. Per noi è veramente fondamentale
che ci sia disponibilità di sangue per coprire queste perdite. Quindi
dipendiamo realmente dalla generosità dei donatori di sangue.
L. Martinelli,
Direttore
Cardiochirurgia
Dottor Mancini, donare il sangue è un gesto importante
che ha tanti significati…
Sì, sicuramente ne ha tanti, la cosa più importante è che il sangue
va donato perché non c’è modo di produrlo. Se non c’è un’altra
persona che lo dona non c’è sangue, e questa è la cosa più
importante. Su questo poi ci possiamo aggiungere tutti i discorsi
che sono comunque importanti: un gesto di solidarietà, un dono,
ma la donazione libera e gratuita del sangue è l’unico modo che si
ha oggi per avere del sangue a disposizione dei nostri malati.
L. Mancini, Direttore
Medicina Trasfusionale
Il nostro collega Giuseppe Raiola ha già 40 donazioni
alle spalle. Giuseppe, perché donare è un gesto
importante?
Io ho fatto 40 donazioni, ho iniziato nel 1991. L’ho fatto perché
pensavo fosse un gesto altruistico, ho proseguito perché la cosa mi
interessava. Inoltre ho la possibilità di avere un controllo periodico
dello stato di salute. Credo che questo sia un buon motivo per
incentivare alla donazione, un gesto che tutti dovrebbero fare.
G. Raiola della
Day Surgery
Centralizzata
Cristiano Cozzi dell’Unità Regionale delle Grandi
Emergenze, Cristiano perché donare sangue?
Per completare il nostro operato in emergenza e per far si che tutto
possa funzionare al meglio, dona sangue perché è futuro, perché è
giusto, perché è vita.
Dottor Bini nel nostro grande Ospedale c’è sempre C. Cozzi dell’Unità
bisogno di sangue, perché donare è un gesto importante? Regionale
Perché è una cosa utile e vantaggiosa, è il momento in cui ci
viene richiesto di fare tante cose difficili e svantaggiose. Donare
il sangue è una cosa che ti accresce, non siamo ancora in grado
di farlo, in questo momento, quando saremo capaci potremmo
toglierci questa difficoltà, ma per il momento è utile che tutti
lo doniamo. È una cosa che fa bene alle persone che lo donano
che possono fare dei controlli, le controindicazioni sono davvero
pochissime e l’utilità sociale è davvero grandiosa. Insomma tutti
possiamo donare e ottenere così un grande vantaggio senza avere
nessuno svantaggio per noi. Non c’è nient’altro che si può fare
così facilmente.
Grandi Emergenze
M. Bini, Responsabile
Centro-Disturbi
della Fertilità
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cinque
Medicina del sonno
Svegli nel sonno
Ne parla anche la BBC…
Un’importante scoperta che spiega il funzionamento notturno della mente
letto, sotto le coperte: noi sonnecchiamo
beatamente, ma il nostro cervello no.
O meglio non tutto e non per tutta la
notte. Questa è la straordinaria scoperta fatta dai
ricercatori, guidati da Lino Nobili, Responsabile
del Centro di Medicina del Sonno, che hanno
“guardato” nella profondità del cervello umano
trovando le prove che, ogni notte, nella nostra mente ci sono
aree che si attivano come durante la veglia, mentre altre
continuano a dormire.
Spento, acceso, spento: una convivenza per cui il nostro
cervello sembra un puzzle di aree ad attività opposta, in cui le
tessere “posizionate su on” sono sempre le stesse. “Ad attivarsi
sono soprattutto le regioni che preparano ed organizzano il
movimento – spiega Nobili-, forse per un meccanismo selezionato
dall’evoluzione al fine di consentire la fuga in caso di pericolo”.
Un meccanismo del tutto simile a quello che si verifica in
natura per alcune specie animali, come ad esempio gli uccelli
migratori e i delfini, capaci di dormire con uno solo dei due
emisferi cerebrali: gli uni per riuscire a riposare anche durante
le traversate in volo, gli altri per risalire in superficie a prendere
ossigeno senza interrompere il sonno.
Questo fenomeno, che gli esperti chiamano di “dissociazione”,
finora era “sfuggito” all’esame dell’attività elettrica del sonno
effettuata con l’elettroencefalogramma. Per arrivare a scovarlo il
gruppo di Nobili ha sfruttato gli elettrodi inseriti nel cervello
A
di pazienti con epilessia per studiarne l’attività
elettrica prima di operarli. “Quest’osservazione
in profondità fatta in maniera continua, giorno
e notte, per periodi di una settimana/dieci giorni
ha permesso di scoprire questi stati dissociati,
ma che non sono connessi con l’epilessia”. Il
fenomeno quindi riguarda probabilmente tutti e
si ripete centinaia di volte ogni notte. “Questi stati - dice Nobili
- possono aiutarci a capire meglio alcuni disturbi del sonno,
primo fra tutti il sonnambulismo”. Il sonnambulo cammina
mentre dorme; agisce, ma senza giudizio, coscienza, memoria.
Un fenomeno che ben si adatta alle osservazioni dei ricercatori,
secondo cui durante il sonno si attivano ripetutamente, per
periodi variabili da 10-15 secondi ad alcuni minuti, le aree del
movimento, mentre quelle della coscienza e della memoria sono
in uno stato di sonno profondo.
Ma c’è di più: i ricercatori infatti stanno sviluppando una
seconda fase dello studio in cui le scoperte fatte servirebbero
a spiegare alcuni comportamenti del pre-sonno: “Ben prima
che una persona si possa dire addormentata, alcune aree del
cervello sono già cadute nel sonno - spiega Nobili, anticipando
uno studio non ancora pubblicato -. Fino a 5-10 minuti prima di
addormentarsi, infatti, le aree del cervello deputate alla memoria
hanno già “chiuso i battenti”: ecco perché spesso capita di
dover rileggere l’ultima pagina del libro già letta, ma che non ci
si ricorda, della sera prima”.
La scoperta degli stati dissociati notturni è stata anche
ripresa dalla BBC (British Broadcasting Corporation).
I media britannici hanno citato lo studio di Niguarda
su un articolo dedicato al sonnambulismo sul sito
www.bbc.com.
Il sonnambulismo
Compare di solito per la prima volta tra i 4 e gli 8
anni, con un picco all’età di 12. Normalmente è
ritenuto un fenomeno transitorio non preoccupante e
scompare da solo verso i 15 anni. Se gli episodi invece
iniziano nell’età adulta e si protraggono nel tempo,
possono esservi alterazioni psicopatologiche alla
base. Si riscontra una certa familiarità del disturbo e
una concausa può essere l’utilizzo di farmaci ipnotici,
quelli per favorire il sonno.
Chirurgia vascolare
Aneurismi dell’aorta: un Centro di riferimento
Da quello dell’aorta toracica a quella addominale. L’intervento con la chirurgia mini-invasiva
ilatazioni che s’ingrossano sempre
più e che rendono l’aorta un
“pallone” pronto a rompersi con
esiti molto spesso, purtroppo, letali: sono
gli aneurismi aortici.
A Niguarda opera da diversi anni un
Centro di riferimento per il trattamento
endovascolare di queste patologie, che
interviene sia per l’elezione (interventi
programmati) che per l’urgenza.
L’aorta è l’arteria più grande del nostro
corpo, origina dal cuore, si estende nel
torace per arrivare nell’addome e a seconda
del tratto interessato si distinguono diversi
tipi di aneurisma. Il più diffuso è quello
addominale (interessa il tratto inferiore del
grande vaso) e in Italia si stima che per la
sua rottura perdano la vita ogni anno oltre
6.000 persone.
Operare l’aorta è un intervento delicato e
fino ad una decina di anni fa l’unico modo
per farlo era la chirurgia tradizionale, cioè
ad addome o torace aperto. Negli ultimi
anni si sono sviluppate tecniche che grazie a
una minore invasività abbassano il rischio
operatorio per il paziente. Basta una piccola
incisione all’altezza dell’inguine e una
endoprotesi che, dall’accesso creato, risale
dall’arteria femorale per raggiungere l’area
dell’aorta interessata da aneurisma. Qui la
protesi viene rilasciata e va a “riparare” la
parte danneggiata. “Si tratta di interventi
che durano in media poco più di un’oraspiega il chirurgo vascolare Bruno Palmieri
D
- e che possono essere eseguiti anche in
anestesia spinale”. Grazie a questa tecnica
non si sono accorciati solo i tempi operatori
ma anche la degenza: “Generalmenteaggiunge il chirurgo- già dopo 3 giorni i
pazienti sottoposti al trattamento con le
endoprotesi possono essere dimessi”.
Gli aneurismi sono dilatazioni che in virtù
della loro asintomaticità difficilmente
possono essere sospettati. Questo non vuole
dire che non si possa giocare d’anticipo.
Per diagnosticarli, infatti, molto spesso
basta un’ecografia, per quelli addominali,
quelli toracici, invece, frequentemente si
individuano grazie ad una TAC.
“Nel nostro Centro sono stati eseguiti con
tecnica mini-invasiva più di 250 interventi
per l’aneurisma dell’aorta addominale
e sono più di 90 i pazienti trattati per un
aneurisma dell’aorta toracica o toracoaddominale. L’èquipe che interviene è
formata dai chirurghi vascolari e dai
radiologi interventisti- continua Palmieria cui si aggiungono i cardiochirurghi, nei
casi in cui il tratto interessato sia quello
più vicino al cuore”.
Il lavoro delle varie équipe è molto
importante anche per l’emergenza, per
cui il Niguarda vanta una tradizione di
eccellenza. “Spesso ci si trova ad operare
pazienti vittime di traumi maggiori, come
ad esempio incidenti stradali. Questi casi
che giungono a Niguarda da tutto il nord
Italia sono trattati dal TRAUMA Team
Aneurisma aortico addominale
I più colpiti sono i maschi (4 volte di più delle donne) e la fascia d’età più a rischio
è quella che va dai 60 agli 80 anni. L’arteriosclerosi, il fumo e l’ipertensione sono i
principali fattori di rischio.
Un minuto
“Un minuto che vale una vita” è un programma di sensibilizzazione promosso dalla Società
Italiana di Chirurgia Vascolare ed Endovascolare (SICVE) e dall’Associazione Parlamentare
per la Tutela e la Promozione del Diritto alla Prevenzione. La campagna ha offerto la
possibilità a più di 12.000 Italiani, sopra ai 65 anni di età, di effettuare gratuitamente un
esame ecografico per valutare il diametro dell’aorta addominale ed individuare l’eventuale
presenza di aneurismi. “Lo screening- spiega Maurizio Puttini, Direttore della Chirurgia
Vascolare di Niguarda, Past President SICVE e promotore della campagna- ha portato ad
individuare circa 800 casi a rischio, evidenziando un’incidenza del 7%”.
che affianchiamo nel caso in cui si renda
necessario un intervento per trattare
possibili rotture o dissecazioni aortiche.
Disporre di una tecnica mini invasiva,
come quella con le endoprotesi, che non
comporta un peso chirurgico eccessivo,
è fondamentale per questi pazienti che
spesso durante il ricovero vanno incontro
ad una serie ravvicinata di operazioniconclude Palmieri-”.
A sinistra un’endoprotesi per l’aorta
toracica. A destra un’endoprotesi per
l’aorta addominale
Sala ibrida:
più precisione per gli aneurismi
Gli interventi a Niguarda vengono eseguiti nella
nuova sala ibrida. Si tratta di una grande sala
operatoria dotata di angiografo robotizzato.
AIMS Academy
www.aimsacademy.org
2 anni di corsi internazionali
Festeggia i suoi primi 2 anni di attività l’AIMS (Advanced International MiniInvasive Surgery) Academy, “l’università” per la chirurgia del futuro di Niguarda,
e lo fa con un corso che conferma la vocazione internazionale dell’accademia. A fine
marzo, infatti, si è tenuto un corso sulla chirurgia mininvasiva del colon-retto e per
la prima volta sia sui “banchi” sia dietro la “cattedra” si sono ritrovati uno stuolo di
chirurghi e insegnanti provenienti da ogni angolo del globo.
C’è chi proveniva dall’Europa, chi dal Medio Oriente e chi addirittura dall’Australia,
tutti si sono ritrovati all’AIMS, per confrontarsi e apprendere come operare i propri
pazienti avendo come unica via d’accesso una piccola incisione di 2 cm. Unica
presenza tricolore il corpo docente “di casa”, coordinato da Raffaele Pugliese, Direttore
dell’AIMS, che ha affiancato gli esperti internazionali nella due-giorni di corso.
Dal 2010…
AIMS è un’accademia dove
i medici hanno la possibilità
di specializzarsi imparando
le tecniche d’avanguardia
della chirurgia minivasiva.
Dal 2010 ad oggi sono stati
portati a termine più di 30
corsi di formazione con una
partecipazione complessiva
di circa 1000 chirurghi
provenienti da tutto il
mondo.
sei
La via emodinamica per la pressione alta
Telesorveglianza
Un nuovo intervento per
Lo scompenso cardiaco
l’ipertensione arteriosa resistente si controlla con la tele-sorveglianza
Una procedura mini-invasiva per le forme più severe e non rispondenti alla terapia
“Visite telefoniche” e l’elettrocardiogramma da casa per scongiurare nuovi ricoveri
ei giorni scorsi è stato
trattato per la prima
volta a Niguarda
un paziente con ipertensione
arteriosa
resistente
con
un’ablazione dell’innervazione
simpatica renale. La denervazione renale è
una nuova procedura mini-invasiva in grado
di ridurre in modo significativo la pressione
arteriosa nei pazienti con ipertensione
molto alta e non curabile attraverso i
farmaci. Per questi casi, finora, non erano
disponibili opzioni terapeutiche alternative.
Il trattamento si basa sul legame tra i nervi
renali del Sistema Nervoso Simpatico (SNS) e
la pressione sanguigna. I segnali provenienti
dal SNS e diretti ai reni aiutano a controllare il
flusso sanguigno renale, la ritenzione dei sali e
l’attivazione del sistema renina-angiotensina,
un meccanismo ormonale di regolazione della
pressione. A loro volta, i segnali provenienti dai
reni e diretti al Sistema Nervoso Centrale (SNC)
attivano meccanismi di regolazione globali,
ma possono anche causare una stimolazione
eccessiva,
che
provoca
ipertensione
arteriosa. La denervazione renale consiste nel
disattivare in modo selettivo parte delle
terminazioni nervose che decorrono lungo le
pareti esterne delle arterie renali, determinando
’infermiere alza il ricevitore.
Dall’altro capo della linea il
paziente risponde alle sue domande:
“Come si sente? Qual è il peso oggi? E i
valori della pressione? Negli ultimi giorni
è comparsa una tosse strana?”. E poi
sempre grazie alla trasmissione dei dati
lungo quel cavo del telefono si materializza
sullo schermo del computer in ospedale il
tracciato dell’elettrocardiogramma, che il
che passa la battaglia contro lo scompenso
paziente auto-esegue a casa sua.
Tutto
rientra
nel
percorso
di cardiaco. E poi i ci sono i campanelli
telesorveglianza per lo scompenso cardiaco d’allarme. Il peso che aumenta troppo
che vede in prima linea gli infermieri rapidamente da un giorno all’altro, oppure
dell’Ambulatorio della Cardiologia aggiungere un altro cuscino per poter
2- Insufficienza Cardiaca e Trapianti, dormire, perché una volta distesi manca il
diretta dal Primario Maria Frigerio, fiato, e ancora le gambe gonfie: sono tutti
segnali di un possibile riacutizzarsi dello
supportati dai medici dello stesso reparto.
Il progetto di Regione Lombardia, che scompenso cardiaco, su cui è bene vigilare
è partito nel nostro Ospedale in via per ricalibrare la terapia farmacologica da
sperimentale dal 2006- sotto la responsabilità parte del medico. Un aiuto in più arriva
della Direzione Infermieristica, diretta dall’elettrocardiogramma che il paziente
da Giovanna Bollini- ha permesso a più può eseguire da solo a casa sua grazie
di 80 pazienti di essere per 6 mesi dei ad un mini-apparecchio portatile che
“tele-sorvegliati speciali” per impedire appoggiato alla cornetta del telefono
allo scompenso cardiaco di irrompere consente l’invio dei dati registrati.
L’orario prestabilito per le
nuovamente nelle loro vite
chiamate va dal lunedì al venerdì,
portando ad altri ricoveri. “Per 6
dalle 8.00 alle 15.00, ma nel caso
mesi- spiega Gian Piera Loddo,
ce ne fosse bisogno i pazienti
coordinatrice
infermieristicapossono chiamare a tutte le ore e
il paziente viene contattato
tutti i giorni, a disposizione c’è,
telefonicamente una o più volte
infatti, il call center centrale di
a settimana-a seconda della
Brescia, il “quartier generale”
gravità- da un’infermiera che
che coordina l’attività delle 46
tramite domande mirate valuta
strutture in Lombardia, presso
il suo stato di salute e l’aderenza
cui è attiva la telesorveglianza.
alla terapia farmacologica.
“I pazienti sono contenti- ci
L’elettroVerifica, inoltre, che siano stati
spiega
Mirella Pisu, una delle
cardiogramma
messi in atto quei cambiamenti
4
infermiere
impegnate nel
che
il
paziente
necessari nello stile di vita,
servizioperché
si sentono
può
eseguire
a
come ad esempio alimentazione
seguiti”.
Più
da
vicinoverrebbe
casa
sua
grazie
corretta e la giusta attività fisica,
naturale
aggiungere-,
da
medici e
ad
un
miniladdove possibile”. Sorvegliare,
infermieri
che,
paradossalmente,
apparecchio
ma anche educare perché è
sono lontani solo per la distanza.
portatile
soprattutto dalla prevenzione
N
una duratura riduzione della
pressione sanguigna.
“La
denervazione
renale
rappresenta
un’opzione
innovativa e sicura per il
trattamento dell’ipertensione
refrattaria alla terapia farmacologica
tradizionale – spiega Cristina Giannattasio,
Direttore della Cardiologia 4 – La procedura,
che ha coinvolto le équipe della Radiologia
interventistica, Emodinamica, Rianimazione
3, Cardiologia 4 insieme agli specialisti
del Dipartimento Medico, è relativamente
semplice. Si ricorre ad un catetere per
ablazione che dall’arteria femorale arriva
fino alle arterie renali; una volta che il
dispositivo giunge a destinazione, dal catetere
viene erogata energia a radiofrequenza a
bassa potenza, finalizzata a disattivare le
terminazioni del nervo simpatico, senza ledere
il vaso”.
Si parla di ipertensione arteriosa, in
presenza di valori costanti della pressione
oltre i 140/90 mmHg: i danni provocati da
questa patologia coinvolgono soprattutto
gli organi più sensibili ad elevati valori di
pressione, ovvero cuore, rene e cervello.
Tubercolosi e Villa Marelli
Record di guarigioni
Milano ogni anno sono 400 i casi
di tubercolosi diagnosticati. La
conferma arriva dalla Asl Milano che
effettua il monitoraggio su circa 1,6 milioni
di abitanti e da Villa Marelli, Centro di
Riferimento Regionale per questa malattia.
A contrarre la malattia sono soprattutto gli uomini (2 a1). Il trend da alcuni anni è stabile,
ma tra i pazienti sono in crescita i casi di multi resistenza ai farmaci e, quindi, i più difficili
da curare. Il tasso di guarigione raggiunto a Milano è del 73%, dato superiore alla media
nazionale, ferma al 67% ma inferiore allo standard minimo richiesto dall’Organizzazione
Mondiale della Sanità (85%).
“Molti di questi- spiega Luigi Codecasa, Responsabile Tisiologia Clinica e Preventiva
presso il Centro di Villa Marelli- sono pazienti, sia italiani che stranieri, che vivono
tra grandi difficoltà sociali e che devono rivolgersi, specialmente durante l’inverno, ai
dormitori e ai centri d’accoglienza. In questi casi, la risposta deve essere tempestiva,
attuata con un grande sforzo organizzativo e con un notevole impiego di risorse
specialmente umane. La casistica di Villa Marelli, che cura i due terzi di quei 400 casi
metropolitani, vanta il 95% delle guarigioni”.
A
L
News
Una bimba per Alessandro Cattelan
A Niguarda
Villa Marelli offre un percorso assistenziale
completo, dalla diagnosi alla terapia per
pazienti già affetti da tubercolosi e di
prevenzione per le persone a rischio di
contagio. Oltre ai casi di malattia attiva, ogni
anno vengono trattati anche 1.000/1.200
casi di infezione latente.
Nel mondo
Villa Marelli
La tubercolosi nel mondo continua a dare segni drammatici della sua presenza: ogni
anno sono, infatti, circa 1,7 milioni i morti per questa patologia.
Nel nostro paese, come in tutto il mondo industrializzato, la situazione è di bassa
endemia e si registrano 5/6.000 casi l’anno.
News - 5x1000
Basta una firma
Lo sai che compilando la tua dichiarazione
dei redditi puoi donare il tuo 5x1000 ad
una delle Associazioni che collaborano con
l’Ospedale?
Consulta l’elenco delle Associazioni sul
sito www.ospedaleniguarda.it
R
ecentemente il conduttore televisivo e radiofonico (Mtv, Radio 105 e “Quelli
che… il calcio”) Alessandro Cattelan è diventato papà. La bimba (3,170 kg e
50 cm di lunghezza) è nata il 26 marzo nella nostra sala parto. Alessandro e Nina
Cattelan hanno avuto parole di elogio per Maurizio
Bini (medico, nella foto al centro), per l’ostetrica
Silvana e per tutto il reparto dell’Ostetricia.
Il “Sole” di Camila
La nota conduttrice televisiva Camila Raznovich è
diventata mamma per la seconda volta e la cicogna
per la seconda volta è arrivata qui al Niguarda.
Camila, seguita dall’Ostetricia e Ginecologia, ha dato
alla luce Sole, una bella bimba del peso di 3,3 kg.
sette
Quando la prima cura non funziona
SEGUE DALLA PRIMA
“Il nome di questo nuovo farmaco è
MM121- spiega Salvatore Siena, Direttore
dell’Oncologia-Falck - e si tratta di un
anticorpo monoclonale diretto contro HER3, l’oncogene che sembra essere il motore
della proliferazione e che, al contempo, è la
causa di resistenza del tumore al trattamento
tradizionale con il carboplatino. Quella
di Niguarda è la prima sperimentazione a
livello europeo per questa nuova molecola”.
Le speranze avranno le “sembianze”
di anticorpi monoclonali anche per
le altre 2 sperimentazioni avviate. I
farmaci di ultima generazione a bersaglio
molecolare, infatti, potrebbero fare la
differenza anche nella battaglia contro il
carcinoma del colon-retto metastatico
resistente alle terapie convenzionali.
In una sperimentazione si verificherà
l’efficacia del trattamento combinato di
trastuzumab e lapatinib. Si tratta di due
farmaci intelligenti che “raccolgono” i
risultati dell’attività di ricerca finanziata
direttamente dall’AIRC (Associazione
Italiana per la Ricerca sul Cancro) e
portata avanti dalle équipe- di Niguardadell’Oncologia e dell’Anatomia Patologica,
diretta da Marcello Gambacorta, con la
collaborazione dell’IRCC (Istituto per la
Ricerca e la Cura del Cancro) di Candiolo,
Torino- in particolare i due gruppi di ricerca
pre-clinica diretti da Alberto Bardelli e da
Livio Trusolino-. “Lo studio sui modelli
animali ha messo in evidenza la centralità
dell’oncogene HER-2 ed è su questo target
che i nuovi farmaci andranno ad agire spiega Siena -”.
La
terza
sperimentazione,
sempre
nell’ambito del carcinoma colorettale
metastatico resistente alle terapie, valuterà
l’efficacia di regorafenib, un farmaco
studiato per interferire con la crescita di
nuovi vasi sanguigni nel tessuto tumorale,
in modo da “tagliare i rifornimenti” alle
cellule neoplastiche.
“Gli studi in laboratorio hanno dato risultati
incoraggianti. Siamo il primo centro in
COSA SONO…
Anticorpi monoclonali: sono veri e propri “farmaci intelligenti” capaci di arrivare
direttamente al bersaglio guidati dal loro stesso obiettivo. Il target è la cellula tumorale
che viene colpita a morte mentre gli altri tessuti adiacenti e sani restano intatti.
Oncogéne: è un gene trasformato che interviene nello sviluppo cellulare indirizzando
la proliferazione e il differenziamento verso un “destino” tumorale.
L’ictus? Si “congela”
Appuntamento 27 maggio
SEGUE DALLA PRIMA
Il progetto sperimentale si chiama Eurohyp 1 e l’Italia partecipa con 5 Stroke Unit, tra cui
anche quella del nostro Ospedale- le altre sono quelle legate agli atenei Sapienza e Cattolica
di Roma e all’Istituto scientifico universitario San Raffaele-. Il principio alla base della tecnica
è quello di mettere il cervello in uno stato di ibernazione artificiale, in modo da poter
sopravvivere con un minor apporto di sangue, dando ai medici il tempo vitale di curare i
vasi sanguigni bloccati o quelli che hanno ceduto.
L’obiettivo a cui si punta con la sperimentazione è di trattare 1.500 pazienti colpiti da ictus
con l’ ipotermia terapeutica e, se funziona, di adottarla in tutta Europa. “L’ictus- spiega Elio
Clemente Agostoni, Direttore Neurologia e Stroke Unit- rimane uno dei maggiori problemi di
salute pubblica ed è la seconda causa di morte nei Paesi industrializzati”.
I numeri
I numeri dicono che nel mondo viene colpita
1 persona ogni 6 secondi. Ogni giorno l’ictus
uccide 1.000 europei, 1 ogni 90 secondi.
2.000 sopravvivono, ma con disabilità
anche gravi ed enormi costi socio-sanitari.
Nel nostro Paese si verificano oltre 200mila
casi di ictus ogni anno e ben 930mila
persone ne portano le conseguenze (fonte:
Adnkronos Salute).
Stroke Unit
La Stroke Unit di Niguarda, tra le prime
in Italia (1998), effettua diagnosi e
trattamenti ultraspecialistici, compreso quelli
neurointerventistici, di chirurgia vascolare e
neurochirurgici. Vengono effettuati circa 500
ricoveri all’anno, l’80% dei quali rappresentati
da ictus acuto.
Nel mondo
I vantaggi dell’ecografia portatile presentati alle Nazioni Unite
U
La conferenza INFOPOVERTY presso la sede delle
Nazioni Unite a New York
XI Giornata Nazionale
del Sollievo:
visite gratuite
Domenica 27 maggio 2012 Niguarda
aderisce, per l’undicesimo anno
consecutivo, alla Giornata Nazionale del
Sollievo e del Dolore con gli specialisti in
algologia che effettueranno visite gratuite
e daranno informazioni sulle sindromi
dolorose e le tecniche di controllo.
Il dolore cronico o inutile, malattia ancora
poco conosciuta e non trattata in modo
adeguato, affligge in Italia circa 10 milioni
di persone.
DOVE E QUANDO
Blocco Sud- sett. A- Poliambulatorio 2
dalle 9.30-12.30 e dalle 14.00 alle 17.00
PRENOTAZIONI
Winfocus all’ONU
tilizzata per decenni quasi esclusivamente negli
ambulatori di radiologia, ecocardiografia e
ginecologia, l’ecografia ha recentemente rivelato
grandissime potenzialità anche al “point-of-care” (il
“punto” di gestione del paziente, qualsiasi esso sia), sia
intra-ospedaliero (pronto soccorso, blocco operatorio,
terapia intensiva), che extra-ospedaliero (servizi di
emergenza territoriale, medicina dei disastri, medicina
sportiva, scenari a scarse risorse e/o remoti).
Questa nuova modalità clinica ed operativa- realizzabile
grazie all’uso di ecografi portatili - è stata presentata dagli
esperti internazionali di WINFOCUS (World Interactive
Network Focused On Critical UltraSound) nell’ambito
della 12ª conferenza mondiale INFOPOVERTY, promosso
da OCCAM presso la sede delle Nazioni Unite a New
York.
A prendere la parola nel palazzo di vetro sono stati due
medici del Niguarda: Luca Neri (Azienda Regionale di
Emergenza Urgenza – AREU) ed Enrico Storti (Anestesia
Italia a dare il via alla sperimentazione
per regorafenib e gli altri ospedali che si
uniranno allo studio saranno coordinati dal
Niguarda - conclude Siena -”.
È possibile prenotare una visita gratuita
(fino ad esaurimento posti) per la giornata
di domenica 27 maggio, attraverso:
NumeroverdediPrenotazioneRegionale
800.638.638
lun-sab: 8.00-20.00
Sportello Prenotazione di Niguarda
Area Sud, Blocco Sud
lun-ven: 8.00-19.30
sab: 8.00-13.00
Winfocus
Il collegamento video con la centrale operativa 118 a
Niguarda, (nella foto Giovanni Sesana)
e Rianimazione 1). I due, rispettivamente past ed elected
president di WINFOCUS, da alcuni anni promuovono
l’integrazione dell’ecografia “point-of-care” nelle reti
sanitarie della Regione Lombardia, nelle scuole di
specializzazione di anestesia e rianimazione dell’Università
Statale e Bicocca di Milano, così come nei sistemi sanitari
dei paesi in via di sviluppo.
A dare una prova tangibile di questi nuovi utilizzi
dell’ecografia ci hanno pensato Giovanni Sesana,
responsabile della Centrale operativa del 118 di Milano,
e Carmela Graci, medico del 118 e responsabile del
centro di formazione milanese di WINFOCUS, che si sono
collegati dall’Italia in video conferenza con New York,
dando il loro contributo personale e realizzando in tempo
reale da un’ambulanza una dimostrazione di tele-ecografia
e gestione in remoto di un paziente critico.
Il team italiano di Winfocus ha inoltre presentato un nuovo
progetto per migliorare qualità, accessibilità e sostenibilità
del sistema sanitario dello Stato brasiliano del Minas
Nata 7 anni fa la società
scientifica
convoglia
in tutto il mondo gli
specialisti del settore,
le ricerche e attività di
formazione del personale
sanitario
nell’ambito
dell’ecografia
“pointof-care”. L’attività non si rivolge esclusivamente ai
medici delle aree disagiate, ma a tutti i professionisti
che vogliano fare dell’ecografo un utile strumento
di diagnosi e gestione in qualsiasi scenario critico.
Niguarda è un centro internazionale d’insegnamento
grazie alla collaborazione WINFOCUS- Regione
Lombardia che due anni fa ha dato il via al progetto
PLUS (“Point of Care Lombardia Ultrasound”).
PER INFORMAZIONI - www.winfocus.org
Gerais. “Il piano di sviluppo- come precisato da Stortiprevede il graduale inserimento di protocolli di gestione
clinico-ecografica integrata, percorsi formativi modulari
e tecnologie innovative nella rete di emergenza-urgenza e
salute materno-infantile dello stato brasiliano”.
otto
Nuovo niguarda
A proposito di...
Puntuale, “cresce” il Blocco Nord
Nuova farmacia:
un mix di funzionalità
e innovazione
S
lavori per la realizzazione del Blocco
Nord procedono nel pieno rispetto del
cronoprogramma; allo stato attuale sono
oltre 150 gli operai all’opera nel grande cantiere.
A chi ha la possibilità di poter vedere l’evolversi
dei lavori dai padiglioni limitrofi ricordiamo che
è stata stabilita una precedenza temporale per le
aree ovest rispetto alle aree ad est. Ed è per questo
che si vede chiaramente che sul lato ovest i lavori
sono molto più avanti: è stato, infatti, raggiunto il
terzo livello fuori terra mentre la parte di cantiere
ubicata ad est è un po’ più indietro.
Di pari passo procedono i lavori per le opere
impiantistiche e al quinto piano dell’ex padiglione
Pizzamiglio è stata completata l’installazione
meccanica delle unità di trattamento aria. Oltre a
questo è iniziata anche la posa di molte tubazioni
per gli impianti a livello meno uno.
Nell’area di cantiere sono in corso anche i lavori
sulle facciate dell’ex- Pizzamiglio. Il padiglione
I
News dalla Psichiatria
News
Nomina Europea
ariano Bassi, Direttore della Psichiatria 2,
è il nuovo Presidente del Consiglio delle
società scientifiche europee di psichiatria,
un board composto da membri internazionali che ha
sede a Strasburgo.
Dottor Bassi complimenti per la nomina. Qual è
l’importanza dell’incarico assegnatole?
Vale la pena di sottolineare che una maggiore
integrazione tra le società scientifiche europee di psichiatria è finalizzata ad ottenere
una maggiore influenza degli psichiatri europei sulle politiche di salute mentale presso
il Consiglio d’Europa e le istituzioni dell’Unione Europea. Ciò vuol dire una migliore
qualità delle cure e dei servizi psichiatrici in Europa, una maggiore omogeneità ed
armonizzazione delle pratiche psichiatriche e dei diritti delle persone affette da disturbi
mentali in tutta Europa.
Insomma una condivisione di interessi per una risoluzione dei problemi comuni a
livello europeo… Un compito importante. Ci sono altri aspetti da sottolineare?
Un altro elemento importante è dato dall’organizzazione di un Congresso Annuale Europeo
di Psichiatria, di Summer School e corsi ECM in varie sedi europee, con la possibilità di
portare nel nostro paese, e magari a Milano, importanti eventi scientifici internazionali.
M
Nuove nomine
Andrea Sartore
Bianchi è il nuovo
Responsabile
Cure oncologiche
out patient.
Il giornale di Niguarda
Dal 1° giugno Silvano Rossini sarà
il nuovo Direttore
del Servizio di Immunoematologia e
Medicina Trasfusionale.
Ad entrambi auguri
di buon lavoro.
(per ora la metà ovest) è stato racchiuso da un
ponteggio sul quale sono già all’opera dei tecnici
che, con un potente sistema di idropulitura a getto
d’acqua, stanno trattando le superficie esterne in
vista della bonifica dei marmi e del rifacimento
delle facciate. In seguito lo stesso trattamento
verrà eseguito sulla parte ad est. Ricordiamo che
entro il 2013 l’intero Blocco Nord (“gemello”
per dimensioni del Blocco Sud) sarà interamente
completato.
Anche le nostre
associazioni alla
Milano City
Marathon
ossono diventare soci del CRAL
tutti i dipendenti del Niguarda. Il
tesseramento permette ai soci e ai
loro familiari (coniuge e figli) di partecipare
alle manifestazioni promosse dal CRAL e
beneficiare di servizi e agevolazioni.
La quota associativa per l’anno 2012 è di €
10,00 (tessera valida fino al 31/12/2012) con
agevolazioni sui biglietti dei teatri, sulle gite,
sullo sport, sugli esercizi convenzionati.
P
LE ISCRIZIONI - Si effettuano presso
la segreteria del CRAL (pad. 10- piano terra)
dal lunedì al venerdì dalle 16 alle 17.
Periodico d’informazione dell’Azienda
Ospedaliera - Ospedale Niguarda Ca’ Granda
Direttore Responsabile: Pasquale Cannatelli
Coordinatore Editoriale: Monica Cremonesi
In redazione: Giovanni Mauri, Andrea
Vicentini, Maria Grazia Parrillo
Marketing: Matteo Stocco
Direzione e redazione:
Piazza Ospedale Maggiore 3
20162 - Milano - tel. 02 6444.2562
[email protected]
Foto: Archivio Niguarda copyright
Progetto grafico: REASON WHY
www.reason-why.it
Chi visita Niguarda
Dalla Turchia
U
na decina in tutto, tra cui medici
e dirigenti, ma anche ingegneri e
architetti. Questa era la variegata
delegazione che da poco ha visitato il
nostro Ospedale. Provenienza? L’università
di Istanbul e l’annesso policlinico.
Cral
Tesseramento 2012
iamo andati al Polo Logistico per
incontrare Giuseppe Lorenzon, l’ingegnere che ha seguito i lavori per la
nuova farmacia, un mix di funzionalità e
innovazione.
Dove si trova la nuova farmacia e quali
sono le più importanti novità?
La nuova farmacia è collocata nel nuovo
Polo logistico, al piano interrato -1 e -2.
È un nuovo sistema di immagazzinamento di
tutti i farmaci, con un sistema commissioner
box-speaker dove tutti i farmaci vengono
immagazzinati e lavorati con alte velocità.
Quindi innovazione dal punto di
vista
gestionale,
nuovi
laboratori
per la galenica e gli antiblastici.
Inoltre tutta la movimentazione avverrà
attraverso cunicoli sotterranei per arrivare ai
reparti attraverso il trasporto pesante, quello
su valigetta e quello su posta pneumatica.
Conciliazione famiglia-lavoro
Mario Melazzini con lo speaker Gianni
Mauri, dell’Ufficio stampa di Niguarda, e
l’ex calciatore Gianluca Vialli
Campus estivo per
i figli dei dipendenti
ra i 13.500 runners partecipanti
alla Milano City Marathon 2012rappresentate ben 121 onlus- c‘erano
anche “No Pain”- “capitanata” da Paolo
Notaro, Responsabile Terapia del Dolore al
Niguarda, in corsa con la sua staffetta- e i
volontari del Centro Clinico NEMO guidati
dal Direttore Scientifico Mario Melazzini. Torna per il 2° anno
il campus per i
figli dei dipendenti
di
Niguarda.
Dall’11 giugno al 7
settembre: giochi,
sport,
laboratori
e compiti con gli educatori per un’estate
all’insegna del divertimento.
T
Stampa: Roto 2000 S.p.A.
via L. Da Vinci 18/20
20080 Cesarile (MI)
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n. 326 del 17 maggio 2006
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Dal 30 aprile fino al 28 maggio 2012
Numero verde 800.750.229
lun-ven dalle 8.30 alle18.30
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Famiglia-Lavoro
• segreteria Risorse Umane, 1° piano, Pad.
6, Area Sud
nove
Chirurgia toracica
Petto escavato o “petto del ciabattino”
Una malformazione toracica che può essere corretta con l’intervento giusto
È
la malformazione toracica più diffusa e colpisce
mediamente 1 bambino ogni 1.000. Il suo nome è pectus
excavatum, ma è conosciuto anche come “petto del
ciabattino” (per la posizione di lavoro dei calzolai di un tempo
che appoggiavano sul petto con forza le scarpe da pulire o da
rimettere a nuovo).
La malformazione è congenita nella maggior parte dei casi. Poco
evidente alla nascita, diventa sempre più visibile con la crescita.
Uno strano avvallamento ad imbuto che finisce per inghiottire
anche l’autostima del ragazzo. “Spesso viene vissuta come una
menomazione estetica- spiega Massimo Torre, Responsabile
della Chirurgia Endoscopica del Torace-. Alcuni studi psicologici
effettuati su bambini colpiti da questa malformazione hanno
evidenziato che, quando non viene corretta chirurgicamente,
favorisce insicurezza e timidezza. Va ricordato che nei casi
più accentuati la rientranza dello sterno può provocare anche
disturbi funzionali come lo spostamento del cuore dalla sua
sede naturale o la riduzione dello spazio a disposizione dei
polmoni nella gabbia toracica”. Per cui se il pectus excavatum
è accompagnato da disturbi del ritmo cardiaco o difficoltà
respiratorie durante lo sforzo, l’intervento chirurgico diventa
necessario. Pensare che il disturbo regredisca con il tempo o con
l’attività fisica è un’illusione. Al contrario, più passa il tempo
più tende ad accentuarsi. A Niguarda gli interventi -condotti nel
reparto di Chirurgia Toracica, diretta da Mario Ravini- per questo
tipo di malformazione, sono stati una decina nel corso dell’ultimo
anno. “Tutti gli interventi eseguiti -ci dice Torre- hanno avuto
risultati ottimi dal punto di vista estetico e funzionale”.
L’intervento con “l’archetto”
Si chiama sternoplastica di Nuss (dal nome del chirurgo che la
propose per primo) e permette di correggere la malformazione
grazie all’inserimento di un archetto metallico sotto lo sterno.
Questa tecnica consente di operare per via mini-invasiva,
Nella lastra uno dei supporti usati
per correggere il pectus excavatum
attraverso due piccole incisioni ai lati del torace. Una volta
inserito l’archetto, le estremità vengono agganciate alle costole
e il centro sposta lo sterno all’infuori, in modo che, sotto questa
spinta costante, l’infossatura si raddrizzi.
“Il candidato ideale per questo tipo di operazione ha 15-16 annispiega Torre-, infatti il supporto metallico deve essere rimosso
dopo 3-4 anni, a maturazione ossea completata”.
La tecnica di Ravitch
È l’opzione chirurgica tradizionale e consiste nell’asportazione
di tutte le cartilagini costali, responsabili dell’infossamento, a
causa del loro accrescimento fuori misura,. “Una volta staccato
dalle cartilagini costali lo sterno viene mobilizzato e può essere
spinto in avanti da un sostegno metallico che viene rimosso
dopo 1 anno (periodo di tempo necessario per la stabilizzazione
definitiva della gabbia toracica) o da una rete di tessuto plasticocontinua Torre”.
Entrambi gli interventi vengono eseguiti in anestesia generale,
durano 2-3 ore e il paziente può essere dimesso dopo 5-7 giorni.
Prima e dopo l’intervento
Neuropsicologia cognitiva
Alzheimer, uno sportello che si prende cura dei familiari
Supporto psicologico e una linea telefonica per non rimanere soli
È
la demenza degenerativa più diffusa. Un
tarlo terribile e implacabile che succhia
via la memoria fino all’ultima goccia: è
la malattia di Alzheimer. I medici la chiamano
compromissione cognitiva, il risultato? Il malato
perde la sua autonomia arrivando a dipendere dal
suo caregiver- chi gli presta assistenza- spesso un
famigliare, che si trova a gestire situazioni per cui
è del tutto impreparato.
Con l’obiettivo di sostenere e aiutare chi assiste il
malato nel suo delicato compito, presso il Centro
di Neuropsicologia Cognitiva ha aperto, da 2 anni,
lo Sportello Alzheimer, nato grazie al prezioso
sostegno dell’A.I.M.A., Associazione Italiana
Malattia di Alzheimer, in collaborazione con i Consigli di Zona 2 e 9 e le
associazioni sindacali territoriali e di volontariato.
Al servizio si accede senza appuntamento direttamente in Ospedale o
chiamando una linea telefonica dedicata. Dall’altro capo della linea risponde
un neuropsicologo esperto. “Parlare con uno psicologo è una necessità per
molti familiari- spiega Gabriella Bottini, Direttore della Neuropsicologia
Cognitiva-, in altre parole è un modo per offrire
continuità di cure tra ospedale e territorio, ma
anche per facilitare la presa in carico del malato”.
Lo sportello oltre a dispensare consigli di carattere
sanitario e non, aiuta a conoscere i diritti del
malato e dei familiari, fornendo informazioni e
aiuto nella gestione degli incartamenti burocratici,
con cui molto spesso ci si ritrova ad avere a che fare,
per ottenere le agevolazioni previste per questo tipo
di situazioni.
C’è di più. Molto spesso di pari passo con la
progressione della malattia aumenta il carico
di assistenza, e della stanchezza fisica che ne
consegue, così nel caregiver compaiono anche
ansia e depressione. “Per questo- spiega la neuropsicologa Serena Passoniparallelamente allo sportello abbiamo organizzato dei gruppi di auto-aiuto.
L’intervento, strutturato in sei incontri a cadenza quindicinale, è condotto
da una psicologa- neuropsicologa esperta nel deterioramento cognitivo che
spiega la sintomatologia della malattia e aiuta i familiari a migliorare le loro
capacità di assistenza e di cura”.
Sportello di ascolto per il
malato di Alzheimer e la
sua famiglia
presso il Padiglione 17
tutti i mercoledì pomeriggio dalle
ore 14.00 alle ore 18.00
tel. 02.6444.4055 attivo negli stessi
orari di apertura
Un crescendo…
Secondo
lo
studio
ILSA
(Italian Longitudinal Study on
Aging) la malattia di Alzheimer
colpisce oltre il 6 per cento degli
ultrasessantacinquenni,
ma
raggiunge il 40 per cento sopra gli
85 anni di età, e si prevede per i
prossimi anni una continua crescita
del numero dei pazienti.
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dieci
La Città dell’Arte
Le 12 grandi vetrate nel tamburo della cupola
della chiesa dell’Annunciata
Un’altra tappa in questa grande Città dell’arte che è Niguarda. Ritorniamo nella chiesa dell’Annunciata.
In questo numero prenderemo in esame la vetrata che raffigura San Mauro Abate, realizzata da
Cesarino Monti. La presentazione, come sempre, è affidata al Primario Emerito Enrico Magliano.
S
SAN MAURO ABATE
an Mauro (VI secolo) è stato un monaco
dell’ordine
benedettino,
discepolo
prediletto di San Benedetto da Norcia, cui
successe come abate a Subiaco.
Era usuale ai tempi invocarlo per la guarigione
delle malattie. In tal senso uno scritto riportato
nella “Legenda aurea” di Jacopo da Varagine
racconta che San Benedetto, avendo avuto
una visione in cui gli era apparso il monaco
Placido, che stava annegando nel lago vicino al
convento, esortò Mauro ad aiutare il compagno
ed egli lo salvò camminando miracolosamente
sulle acque. Lo stesso Filippo Lippi, il grande
pittore fiorentino del Quattrocento, descrisse
questa scena in una tavola che venne esposta nel
Duomo di Prato. È sconcertante il fatto che il
dipinto sia stato venduto alla fine dell’Ottocento
nel “mercato antiquario” di Roma ed ora si trovi
nel “Cleveland Museum of Art”! Il confronto
con questo capolavoro del Rinascimento avrà
“impensierito” il pittore milanese Cesarino
Monti, incaricato di ritrarre il Santo in una vetrata
per la chiesa dell’Annunciata.
In ogni caso il maestro milanese si era avvalso, per
la traduzione dei cartoni preparatori nella vetrata,
della consulenza dell’amico Gian Filippo Usellini
(famoso pittore, anch’egli milanese e insegnante
di “ Figura” all’Accademia di Brera). Il ritratto di
San Mauro Abate appare “brioso”: la figura del
monaco è snella, le case nel paesaggio retrostante
sono di un rosso acceso che contrasta con il prato
a zolle verde smeraldo ed anche l’abbazia sullo
sfondo, seppur imponente, è leggera sotto un
cielo azzurro.
Enrico Magliano
“San Mauro Abate” di Cesarino Conti
Cesarino Monti - “Il pittore dei clown” in versione... “cattedrale”
Cesarino Monti nasce a Milano il 15 settembre1916: dopo aver compiuto gli studi a Brescia frequenta l’Accademia di Brera di Milano dove avrà come maestri Carlo Carrà
ed Aldo Carpi. Sposa Carla Colla, discendente da una famosa famiglia di marionettisti, ma il matrimonio naufraga dopo poco. Alla fine degli anni Trenta, epoca della
commissione per la vetrata di Niguarda, collabora come scenografo al teatro alla Scala e trascorre un periodo a Parigi, dove frequenta Maurice Utrillo.
Nel 1950 si innamora di Adriana Medrano, figlia d’arte circense e con lei inizia un’esistenza girovaga che inciderà sulla sua arte, tanto da essere definito “il pittore dei clown”.
I suoi colori tipici sono violenti e tenui in un assortimento movimentato; le maschere dei pagliacci sono tristi ed ironiche sullo sfondo dei carri e delle tende del circo.
Negli anni Sessanta ritorna a Brescia, città della sua giovinezza, che gli dedicherà una grande rassegna personale, cui seguiranno importanti riconoscimenti internazionali a
Parigi, New York e Stoccolma. La critica (che ora lo ha dimenticato) lo ha un tempo osannato, ed una sua monografia venne presentata da Indro Montanelli. Muore a Brescia
il 3 ottobre 1979.
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undici
Alcolisti anonimi
Prevenzione
Voglia di smettere
Nei, quello che
c’è da sapere
lcolisti
Anonimi
è
un’associazione di persone
che conoscono bene il
problema del bere, per averlo vissuto
direttamente, e che hanno trovato il
modo per lasciarselo alle spalle. Al
Niguarda, per chi volesse partecipare
ai loro incontri, l’appuntamento è
al reparto di Epatologia. Alcolisti
Anonimi non ha registri e non ha
quote di iscrizione per chi si mette in
contatto o per chi ne fa parte. Chiede
solo di avere il desiderio di smettere
A
di bere, proteggendo con l’anonimato
l’identità dei suoi membri. A Milano
e in Provincia Alcolisti Anonimi è
presente con circa 40 Gruppi, che si
riuniscono in media due o tre volte
alla settimana.
PER PARTECIPARE
L’appuntamento è presso il Blocco
Sud (Ponti Ovest 1° piano), reparto di
Epatologia, studio 4, ogni martedì dalle
18 alle 19.
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I “detective” dell’immagine
SEGUE DALLA PRIMA
Dottor Vanzulli cosa fa la Radiologia di un grande
Ospedale come Niguarda?
Il nostro compito è aiutare il clinico a fare la corretta
diagnosi. Questo è il primo passo fondamentale per
impostare la corretta terapia.
Quante prestazioni all’anno vengono effettuate?
Mediamente vengono seguiti 120.000 pazienti
all’anno. Si può dire che la maggior parte dei pazienti,
che si rivolgono al Niguarda, passa per un motivo o per l’altro dalla radiologia.
Qual è l’esame che si esegue maggiormente?
La radiografia tradizionale, che è anche la procedura più veloce. Ci sono poi gli esami
ecografici, le TAC e le risonanze magnetiche.
Sempre più spesso si sente parlare di diagnosi occasionali: le persone fanno un esame
per una cosa e se ne scopre un’altra? È vero?
Difficile quantificare il fenomeno con dei numeri, ma non me ne stupirei perché le tecniche
a disposizione sono sempre più sensibili e si utilizzano macchine che danno immagini più
precise. Tanto per fare un esempio: 30 anni fa la TAC faceva scansioni da 1 cm, adesso le fa
da 0,6 mm.
La Radiologia di Niguarda si trova al Blocco Sud, la sezione più nuova dell’Ospedale
che ha aperto 2 anni fa. Che tipo di tecnologia avete a disposizione?
Abbiamo un parco tecnologico di ultima generazione. In particolare, disponiamo di
un’evoluzione della radiologia tradizionale che si chiama tomosintesi. Questa tecnica è
applicata sia per i tumori del seno che per la radiologia scheletrica e toracica e permette la
possibilità di fare le scansioni come la Tac, ma senza l’esposizione che questo esame porta
con sé. Infatti, la quantità di radiazione emessa dalla tomosintesi è paragonabile a quella di una
radiografia, solo il 20% in più.
La tecnologia progredisce e vi dà una mano, ma cosa serve per capire bene e a fondo
questo tipo di esami? In sostanza qual è il sesto senso del buon radiologo?
Il radiologo deve cogliere cosa c’è di anomalo in un’immagine e come tutte le grandi intuizioni
una parte è un po’ imponderabile. Per il resto ci vuole attenzione, dedizione e soprattutto il
confronto con i clinici, perché le malattie si presentano in modo molto simile nei vari pazienti,
per cui se sai qual è il sospetto sai dove devi andare a guardare.
Il radiologo è fondamentale per un ospedale. È vero che siete sempre meno?
Non è vero la scuola di specializzazione ne prepara di più di una volta. Solo che forse ne
servirebbero di più, perché le tecniche di oggi, sempre più sofisticate, richiedono più risorse
per essere usate al meglio. Magari non è facile attirare i giovani studenti di medicina verso
questa specializzazione perché l’equazione, un po’ grossolana che si accende nelle loro menti,
è quella che il radiologo sia una sorta di fotografo, un ruolo con meno appeal rispetto al
chirurgo. Un’impressione, perché toccando con mano quello che fa il radiologo è un lavoro
appassionante: è il detective dell’ospedale.
I
CI
O
M
A
I
PREPAR ATE
ALL’EST
l caldo, la bella stagione, ci si scopre ed ecco che l’occhio cade su quelle macchioline
strane sulla nostra pelle: i nei. Ma quanto ne sappiamo in materia? Ecco una serie di
luoghi comuni su cui è bene fare chiarezza, soprattutto in vista dell’estate.
Vero o falso?
Tagli, lesioni e urti non sono
pericolosi per i nei.
Vero. I traumi non incidono
sulla natura maligna o benigna
di un neo.
I nei di grandi dimensioni,
sono i più pericolosi, perchè
degenerano
sempre
in
melanoma
Falso. I nei grossi non sono più a rischio di
quelli piccoli. Se però le dimensioni del neo
crescono all’improvviso, occorre rivolgersi
subito ad un dermatologo.
Quelli che abbiamo fin dalla nascita sono
più a rischio di quelli che compaiono da
adulti.
Falso. Non sono più pericolosi, ma vanno
controllati mediante l’autoesame e il
controllo dallo specialista.
Occhi ben aperti su
quelli che si modificano
o quelli che compaiono
all’improvviso.
Asportare un neo è
pericoloso.
Falso, anzi è vero il
contrario. Perché se il neo
presenta anomalie è bene
toglierlo.
Chi ha molti nei non può prendere il sole
Falso. Anche chi ha molti nei può esporsi al
sole ma con prudenza. L’importante è che la
cute venga protetta con adeguati filtri solari
e con protezioni naturali (vestiti, occhiali,
cappellino ed ombrellone). Tuttavia le
caratteristiche dell’esposizione solare
devono essere compatibili con il fototipo.
Fototipo e tintarella
Il fototipo viene definito dal colore della pelle, dei capelli, dalla predisposizione alla comparsa
di eritemi e dall’attitudine all’abbronzatura. In particolare i soggetti con pelle chiara e con
tendenza alle scottature solari devono evitare le esposizioni solari nella fascia oraria dalle 11
alle 16 (ora legale). La stessa regola vale durante l’infanzia per tutte le pelli.
I consigli dell’esperto, Ignazio Stanganelli, specialista in oncologia dermatologica.
ABCDE: la regola
per identificare le macchie sospette
Per riconoscere le modificazioni sospette di un neo o di una macchia scura di recente
insorgenza si fa riferimento alla “regola dell’ ABCDE”:
A sta per asimmetria: il melanoma è una macchia irregolare nella quale non è possibile
identificare due metà simili tra loro. La gran parte dei nei benigni sono invece regolari;
B significa bordi irregolari e frastagliati a “carta geografica”; un neo sospetto ha i contorni
irregolari, un neo benigno è rotondo e ben definito.
C come colore variabile, che può comprendere
sfumature diverse all’interno dello stesso neo o un
colore intensamente nero che si differenzia dagli altri
nei.
D come dimensioni: queste aumentano sia in
larghezza sia in spessore. Ci si trova in una situazione
di possibile pericolo quando la macchia supera i 6 mm
di diametro.
E come evoluzione progressiva: raramente il
melanoma resta identico a se stesso in quanto la
lesione tende a crescere e allargarsi rapidamente.
Intorno ai bisogni del paziente
3 TAC, 2 ecografi, 1 risonanza magnetica, 2 mammografi: questo il parco tecnologico in dotazione al Niguarda. Una “batteria
diagnostica” dai 400 esami al giorno, a cui di recente si è aggiunto il nuovo ecografo mammario a tomosintesi, un
concentrato di tecnologia che permette diagnosi più precise, a fronte di una maggiore sicurezza per il paziente.
I dati dicono che, rispetto all’anno scorso, la Radiologia di Niguarda ha effettuato un terzo di esami in più. Merito dell’ampliato
parco macchine, ma anche di un nuovo modello di gestione che ottimizza le prestazioni. “Il risultato che abbiamo ottenutospiega Matteo Stocco Direttore Marketing e Accoglienza Utenti- è frutto di una stretta collaborazione tra i nostri tecnici e
la Radiologia. Come nelle migliori organizzazioni aziendali domanda e offerta sono strettamente collegate, in modo che il
sistema di valutazione delle richieste incida direttamente sulla ottimizzazione della produzione”.
Niguart
Il MAPP al MiArt
Anche quest’anno il MAPP, Museo d’Arte Paolo Pini, ha
partecipato a MiArt - Fiera d’Arte Moderna e Contemporanea
di Milano. Gli artisti delle Botteghe d’Arte hanno presentato
“Oltre”, un’esposizione di opere realizzate in occasione di un
workshop “a quattro mani” con l’artista Riccardo Gusmaroli.
“Mammografia in 3D”
Niguarda è uno dei pochi centri in Italia a disporre della tomosintesi. Si tratta di una tecnica digitale tridimensionale. Le
immagini del seno sono acquisite da diverse angolature e vengono stratificate e ricostruite in 3D diversamente dai sistemi
tradizionali in cui le immagini sono proiettate in 2 dimensioni. Questa scomposizione permette di analizzare in modo
approfondito le lesioni che in un’immagine d’insieme, come quella delle indagini tradizionali, potrebbero essere invisibili.
Oltre alle patologie del seno, la tomosintesi, viene utilizzata anche per la radiologia scheletrica e toracica.
L’intelligence per l’ottimizzazione delle risorse
Il monitoraggio delle macchine in dotazione alla Radiologia avviene attraverso un modello organizzativo e tecnologico di
Business Intelligence, in grado di misurare in tempo reale l’efficienza nell’utilizzo delle risorse. Lo scopo è quello di garantire
una migliore offerta in termini di disponibilità e possibilità di accesso per il paziente. Grazie all’utilizzo di specifici software
e relative banche di dati è possibile sapere in tempo reale, ad esempio, quanti posti oggi sulla TAC in Blocco SUD sono
rimasti liberi e per quale attività attivarsi per cercare di occuparli. Questo tipo di gestione ottimizzata, unitamente ad alcuni
accorgimenti organizzativi, ha portato ad un incremento del 30% delle prestazioni effettuate dalla Radiologia (confronto primo
trimestre 2012- primo trimestre 2011).
Le Botteghe d’Arte del MAPP sono laboratori di arteterapia
accreditati presso il Centro Diurno della Psichiatria 4, in cui
artisti professionisti, inseriti in un’équipe multiprofessionale,
conducono stage lavorando “a quattro mani”
con gli utenti che lo frequentano.
dodici
Sperimentazione - Trapianti
Sei donatore? Il consenso è sulla carta d’identità
l rilascio o rinnovo della carta d’identità si potrà comunicare il proprio assenso
o dissenso alla donazione degli organi. È questa la novità che passerà attraverso le
anagrafi comunali di Perugia e Terni, dove la scelta dei cittadini maggiorenni (238 mila
quelli potenzialmente interessati) di donare o meno i propri organi, avverrà nel momento stesso in
cui chiederanno il rilascio o il rinnovo della carta d’identità. Si tratta di un progetto pilota lanciato
dal Ministero della Salute, che potrebbe portare ad un incremento delle donazioni d’organi. Il
consenso o il dissenso avranno immediato valore legale e saranno registrati in tempo reale nel
database dei potenziali donatori del Sistema Informativo Trapianti, uniformato a livello nazionale.
Se le aspettative dovessero essere confermate dalla sperimentazione, il modello potrebbe essere
adottato, in una fase successiva, su scala nazionale. Le stime parlano di un incremento del 20%
dei consensi che “porterebbero ad un milione di potenziali donatori in più in Italia- ha detto
Alessandro Nanni Costa, Direttore del Centro Nazionale Trapianti-”.
A
27 MAGGIO
GIORNATA PER LA DONAZIONE
Il parere di Maria Pia Moretti,
Coordinatore del Prelievo del Niguarda
Dottoressa cosa ne pensa dell’iniziativa? Certo si tratta ancora di un
progetto pilota che va verificato. Alla luce di questo dobbiamo essere più
cauti o più ottimisti?
In sé la sperimentazione, nuova in Italia, non è una novità in assoluto, perché
già utilizzata in altre parti del mondo. L’obiettivo della sperimentazione è
nobile ed esprime un bisogno sanitario reale: recuperare il maggior numero di
donatori possibili, a fronte di una richiesta sempre molto pressante. Il rischio è
che la richiesta di firma avvenga su persone male o non informate e quindi un
eventuale “no” o “sì” sia frutto di una decisione poco ponderata. Aspettiamo
con ansia i risultati della sperimentazione.
Oltre ad iniziative come questa, su cosa bisogna puntare a suo avviso per
incentivare la cultura della donazione in Italia?
Resta di importanza cardinale la corretta informazione sia verso i sanitari, perché
siano professionalmente ben preparati ad affrontare il percorso di donazione
di organi, ma anche verso tutti i cittadini, perché possano capire l’importanza
della donazione e della espressione di volontà in merito. Il coordinamento
Niguarda lavora da anni con AIDO (Associazione Italiana per la Donazione
di Organi, Tessuti e Cellule), nel settore informazione particolarmente rivolto
alle scuole superiori. Speriamo che queste campagne possano dare in futuro
frutti positivi, e che si moltiplichino gli eventi informativi corretti.
Chi dona regala la vita
Il prossimo 27 maggio è la
Giornata Nazionale per la
Donazione degli Organi.
Un
appuntamento
per
sensibilizzare e ribadire quanto
sia importante la scelta di diventare un donatore:
un gesto semplice ma straordinario, perché chi
dona regala la vita.
Niguarda Centro di Riferimento per le Malattie Rare
Cistinuria, una rara causa di calcolosi renale
Cristalli di cistina:
la tipica forma esagonale
Il mancato assorbimento della cistina forma calcoli renali a ripetizione
a calcolosi renale è un disturbo
frequente ed è causata da un eccesso
di sali nelle urine che precipitano,
proprio come succede quando si butta troppo
sale nell’acqua della pasta. La cistinuria è
una calcolosi, ma rara ed ereditaria, dove
la sostanza che precipita nelle urine è la
cistina, un aminoacido (cioè un mattone che
compone le proteine) che normalmente viene
recuperato dalle urine e torna nel sangue. I
pazienti affetti da cistinuria non posseggono
nel tubulo prossimale del rene un trasportatore
della cistina, una specie di vagoncino che
veicola questo aminoacido, e dunque questa
si accumula nelle urine e precipita formando
cristalli e calcoli.
Come si manifesta
Quando sospettare una cistinuria come causa
di calcolosi renale? “Intanto quando si
verifica un primo episodio di calcolosi che si
manifesta già nell’infanzia o nell’adolescenza
L
- spiega la nefrologa Maria Elisabetta De
Ferrari –; inoltre può essere indicativa
anche la forma dei calcoli detta “a stampo”,
che è tipica dei calcoli formati da cistina.
Un altro indizio può essere la familiarità,
cioè avere un fratello già affetto dalla
malattia, o il riconoscimento nel sedimento
urinario di tipici cristalli esagonali, mentre
la certezza proviene dall’analisi chimica o
meglio cristallografica del calcolo, che sarà
appunto composto principalmente da questo
aminoacido”.
Le cause
La cistinuria è causata da mutazioni del
DNA. In particolare risultano alterati quei
geni adibiti alla sintesi del trasportatore renale
della cistina.
Come si cura
Le terapie si muovono su due versanti quello
chirurgico e quello medico. Il primo si occupa
della rimozione dei calcoli quando questi
INTERVISTA
Luca
36 anni. I primi segni
di malattia sono
iniziati circa 6 anni
fa. Tanti interventi
ma
quei
calcoli
continuavano a ritornare. Oggi è a Niguarda per
un controllo di routine.
Quando e come è iniziato tutto?
Ho cominciato a star male, improvvisamente, a
30 anni. Sono andato in pronto soccorso, avevo
un blocco renale che poi si è scoperto essere
dovuto a dei calcoli. C’è stato un intervento
per rimuoverli, da quel momento tra l’altro ho
scoperto di avere un solo rene.
Sei nato così?
Sì e nessuno se ne era mai accorto prima e tanto
meno influiva sulla mia vita.
Dopo l’operazione com’è andata?
Non tanto bene perché nel primo ospedale a cui
diventano troppo “ingombranti” e possono
ostruire le vie urinarie con rischi di infezione
e danno renale. “I calcoli di cistina sono
molto duri e resistenti alla frammentazione
-aggiunge De Ferrari- per cui la litotrizia
extracorporea ad onde d’urto (ESWL) viene
riservata solo per calcoli inferiori a 1.5 cm.
Per quelli più grossi bisognerà ricorrere ad
interventi più invasivi come la nefrolitotrissia
percutanea”.
Per prevenire la formazione dei calcoli si punta
sulla diluizione delle urine con l’assunzione
di elevate quantità di liquidi, arrivando a bere
anche 3-4 litri di acqua frazionati nell’arco
della giornata. Un altro “trucco” per favorire
la solubilizzazione della cistina è quello
di spostare il pH dell’urina verso valori
cosiddetti basici (pH 7,5-8). Per farlo si punta
sull’assunzione di composti quali il citrato di
potassio o il bicarbonato di potassio.
Se questi provvedimenti non sono sufficienti,
mi sono rivolto hanno spostato i calcoli
in un’altra regione del rene per provare a
bombardarli; per farlo hanno messo uno
stent che ha creato dei danni: i calcoli si
sono così “appiccicati” sul rene. Mi sono
rivolto ad un’altra struttura sanitaria, mi
sono sottoposto a diversi altri interventi
che sono serviti per così dire a “ripulire”
il rene.
A questo punto cosa si è scoperto?
Si è visto che questi calcoli nel giro di poco
tempo continuavano a riformarsi.
Quindi si sono accorti che era molto di più di
una “normale calcolosi”?
Non subito perché l’analisi del calcolo non
aveva fatto capire che si trattasse di calcoli di
cistina, allora mi sono sottoposto nuovamente
ad una serie di interventi. Allo stesso tempo
si è proceduto con nuove analisi in centri
specializzati che hanno dato come esito che i
miei calcoli erano formati da cistina. L’ipotesi
della cistinuria ha incominciato a prendere
piede e mi è stato consigliato di rivolgermi al
Niguarda.
sempre con lo scopo di abbassarne la
concentrazione urinaria, si utilizzano anche
delle sostanze “acchiappa-cistina”, quali
la tiopronina e la penicillamina “Questi
farmaci possono avere, come effetto
collaterale, la comparsa di proteinuriaspiega De Ferrari-. A tale scopo occorre
dosare periodicamente nelle urine i livelli di
cistina libera per trovare la quantità minima
efficace del farmaco e l’eventuale presenza di
proteinuria come indice di tossicità renale”.
Infine la cistinuria può essere contrastata a
tavola: può essere d’aiuto, infatti, una dieta
povera di sale e con poche proteine animali.
Qui è stata fatta la diagnosi di questa malattia
rara. Come sei seguito?
Abbiamo provato il trattamento con due
farmaci che sono in grado di “sciogliere” questi
calcoli, ma purtroppo sono risultato allergico
ad entrambi. Quindi ho dovuto sospendere la
somministrazione e abbiamo optato per una
altra terapia.
Quale?
Devo bere veramente tanto, più di 4 litri al
giorno. In pratica la bottiglia d’acqua mi
accompagna per tutta la giornata. In più prendo
dei sali che mi aiutano a mantenere il pH
dell’urina su valori basici in modo da favorire il
più possibile la solubilità della cistina.
Una terapia non farmacologica, che
funziona?
Sì, sto bene. Ovviamente mi devo sottoporre a
controllori regolari e con un esame ecografico
periodicamente si tiene sotto controllo la
situazione dei calcoli nel rene.
Grazie per averci
testimonianza.
portato
la
tua
Al “maschile”
Si tratta una malattia rara, con
una frequenza di 1 su 7.000 nati
e i maschi hanno manifestazioni
più severe delle femmine.
Come si trasmette
La cistinuria si trasmette come
carattere autosomico recessivo.
Ciò significa che un soggetto
ammalato eredita due geni
mutati da genitori entrambi
“portatori sani” della malattia.
I portatori sani sono individui
che posseggono un gene mutato
ed uno normale.
Altri 3…
In questa malattia, insieme
alla cistina, anche altri tre
aminoacidi, definiti dibasici
(ornitina, arginina e lisina)
vengono persi con le urine,
senza però che ne derivino
conseguenze
clinicamente
evidenti.
tredici
Farmacie e web
Attenti agli acquisti online
Farmaci e internet un binomio pericoloso per cui è necessario non abbassare la
guardia. Dopo il caso della 30enne morta a Barletta in seguito all’assunzione di
sorbitolo acquistato (a quanto pare) su eBay e somministrato in un laboratorio
privato, ci siamo rivolti a Franca Davanzo, Direttore del Centro Antiveleni.
INTERVISTA CON FRANCA DAVANZO, DIRETTORE CAV
di farmaci online fra gli italiani: il
41% degli intervistati ignora che,
a oggi, l’acquisto di medicinali su
internet nel nostro Paese è vietato.
Che cos’è esattamente il sorbitolo
e per cosa viene usato?
Il sorbitolo è uno zucchero presente
in natura in alghe, piante e frutti.
È utilizzato come dolcificante
nell’industria alimentare: il suo
nome riportato sulle etichette è
E420.
Quando viene utilizzato in ambito medico?
È utilizzato a scopi terapeutici come purgante per la
sua capacità di trattenere acqua a livello dell’intestino.
Data la sua diffusione negli alimenti e data la presenza
di allergie alimentari il test allergico si basa proprio sulla
sua ingestione e su rilevazioni effettuate nell’aria espirata.
Nel caso di Barletta l’acquisto pare essere stato
effettuato su eBay. Che insidie nasconde la rete per
questo tipo di acquisti?
Ricordiamo che vendere farmaci online è vietato dalla
legge italiana. Chi acquista online lo fa illegalmente
a proprio rischio e pericolo, come se acquistasse un
farmaco sul mercato nero. È bene ricordarlo visto che
l’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco) ha diffuso i risultati
di un’indagine, recentemente condotta, da cui emerge la
scarsa conoscenza della normativa vigente sulla vendita
L’allarme dei farmaci on-line è
stato lanciato da qualche anno,
ma nonostante questo il fenomeno
sembra diventare sempre più preoccupante…
Assolutamente sì e a questo proposito vale la pena citare
lo studio, promosso da IMPACT Italia (composto da Aifa,
Istituto Superiore di Sanità, Carabinieri NAS, Ministero
della Salute e l’Alto Commissario per la lotta alla
contraffazione) in collaborazione con l’Organizzazione
Mondiale della Sanità. Si tratta di uno studio che contiene
dati allarmanti: in 6 mesi sono stati effettuati circa 60
acquisti su siti che si dichiarano americani o canadesi (ma
in realtà operanti anche in Europa).
Nel 50% dei casi l’acquisto si è concluso con il prelievo
dei soldi da parte della farmacia online senza l’invio di
alcun prodotto.
Quindi una truffa...
Sì e non solo. Nell’altra metà dei casi l’arrivo del prodotto
non ha certo messo al riparo l’acquirente, anzi. Per
l’acquisto di steroidi anabolizzanti, nel 100% dei casi, il
prodotto non conteneva nessun principio attivo. Acqua
fresca insomma. Nei farmaci per disfunzioni erettili,
forse i più diffusi, nel 70% dei casi si trattava di cloni
illegali, non controllati.
Pervengono al vostro Centro segnalazioni di
intossicazioni riconducibili a farmaci acquistati da
internet?
L’ultima pervenuta è proprio quella che ha coinvolto
il caso di Barletta per il quale è stato contattato il CAV
di Foggia. Questo caso ha evidenziato come la rete dei
Centri Antiveleni è in grado di rilevare in tempo reale
eventi sentinella spia di una realtà ai più ignota ma che
comunque mette a repentaglio la nostra salute.
Dal Centro Antiveleni
Detersivi e bambini: attenzione alle monodosi
I detersivi pre-dosati nelle capsule idrosolubili e trasparenti le così dette “monodosi, ecodosi, caps” rappresentano un pericolo per i bambini. Il colore, la forma, la consistenza
e la confezione attraggono i più piccoli, che portandoli alla bocca possono ingerirne il contenuto. L’allerta arriva dal Centro Antiveleni di Niguarda che negli ultimi tempi ha
registrato un incremento di casi legati a questo tipo di incidente domestico. Per questo ha deciso di diffondere un avviso che trovate sia sul sito di Niguarda sia sul sito del Centro
Antiveleni.
ATTENZIONE MAMME
• Il detersivo è più concentrato e quindi provoca irritazione
grave delle mucose con cui viene in contatto.
• Non datelo in mano ai più piccoli perché, portandolo alla
bocca, l’involucro si rompe e il detersivo schizza in bocca,
sugli occhi e sulla cute provocando grave irritazione.
• Tenetelo fuori dalla portata del bambino, riposto in alto e
chiuso a chiave.
IN CASO DI INGESTIONE
• Chiamate subito il Centro Antiveleni
allo 02 66101029 (servizio h24).
• Non provocate il vomito.
• Non somministrate nulla per bocca
senza il parere del medico.
PER INFORMAZIONI - www.ospedaleniguarda.it - www.centroantiveleni.org
Emergenza-Urgenza
Pronto Soccorso affollati: facciamo chiarezza
n tema caldo, un tema dibattuto: quello dei pronto
soccorsi in Italia è stato un bersaglio su cui i media
hanno “sparato” a ripetizione nelle ultime settimane.
Tutto è partito dal caso limite di un importante ospedale romano,
un fatto di cronaca eclatante che ha dato il via ad un susseguirsi di
interrogativi sull’affollamento delle astanterie.
Abbiamo incontrato Daniele Coen Direttore del Pronto Soccorso
di Niguarda, uno dei più grandi d’Italia, una “macchina” dai
93.000 accessi l’anno.
U
Dottor Coen perché questa situazione di difficoltà viene fuori
tutta adesso?
Non saprei, la cosa è nota da anni e non solo in Italia. Negli Stati
Uniti è una questione a cui ci si interessa almeno da 20 anni.
Si punta il dito contro il pronto soccorso ma quali sono le
cause che hanno portato a questi disagi?
I pronto soccorso affollati sono in parte la naturale conseguenza
di una risposta inadeguata del territorio alle richieste dei pazienti.
“Risposta del territorio”, a cosa si riferisce?
Soprattutto ai medici di medicina generale che dovrebbero
aumentare le ore di ambulatorio da dedicare alla visita dei pazienti
e potrebbero attrezzarsi meglio per poter gestire le urgenze minori
come ad esempio un’otite, febbre alta, un dolore addominale
insorto da qualche giorno. Sono tutti casi che richiedono una
valutazione in tempi brevi, e a volte una diagnostica di base, che
la medicina generale oggi non è in grado di garantire.
C’è poi chi si rivolge al pronto soccorso perché proprio non
c’è alternativa come gli stranieri e gli extracomunitari…
Sì, si tratta di una di un buon 15% degli accessi, che non avendo
assistenza sanitaria si rivolgono obbligatoriamente a noi. Finora
abbiamo parlato di difficoltà nella fase d’ingresso dei pazienti in
ospedale, ma ci sono anche per l’uscita.
Ci spieghi meglio.
Penso ad esempio all’anziano, ricoverato per una polmonite, che
deve continuare la cura con l’antibiotico per 10 giorni, dopo 3
potrebbe già uscire ma non si sa dove mandarlo perché vive da
solo e nessuno potrebbe prendersi cura di lui. Oppure a chi è stato
un mese a letto e ha bisogno di una struttura che lo segua anche
dal punto di vista riabilitativo per ritornare a camminare, ma si
tiene in ospedale perché c’è una disponibilità per il momento
troppo bassa di tali servizi sul territorio - che si spera possa essere
ampliata, in futuro, grazie alle strutture per l’assistenza subacuta
che oggi in Lombardia si stanno sperimentando -. Se a ciò si
aggiunge la pesante riduzione dei posti letto per pazienti acuti
degli ultimi anni, si comprende meglio perché il ruolo del pronto
soccorso sia cambiato e i problemi siano cresciuti.
In che modo è cambiato?
Vede se fino a 10-15 anni fa il pronto soccorso era un po’ come
una sorta di “portineria” dell’ospedale che decideva chi doveva
andare nei reparti specialistici e chi poteva tornare a casa, oggi
è diventato esso stesso un reparto di diagnosi e cura, dove si
svolgono esami e terapie per tempi a volte molto lunghi. Ma
se per seguire i pazienti che non si riesce a ricoverare occorrono
molte ore, questo si riflette inevitabilmente sulle attese di chi
ancora non è stato valutato.
In che modo il pronto soccorso di Niguarda si è adeguato al
cambiamento?
Con la formazione e la professionalità degli specialisti ma anche
con la dotazione tecnologica. Penso che però stia diventando
urgente un ammodernamento strutturale e organizzativo, con
spazi che rispecchiano le nuove necessità del pronto soccorso,
per aiutarci a svolgere meglio il nostro importante compito nei
confronti dei pazienti.
quindici
Parola allo Specialista
Safena e varici, come e quando intervenire...
Lo spiega il chirurgo vascolare Federico Romani
Cosa sono le varici?
Sono vene dilatate di apparenza tortuosa che interessano il
sistema venoso superficiale delle gambe. Questo sistema,
costituito dalla grande e piccola safena e dai loro vasi
affluenti, ha la funzione di raccogliere il sangue periferico e
indirizzarne il flusso dal basso verso il cuore.
della safena vengono poi singolarmente asportate mediante
altre piccole incisioni (di 2 mm circa).
Al termine si pratica una fasciatura elastica,
che va mantenuta per una decina di giorni.
Trattamento
Obiettivo dell’intervento è l’eliminazione della vena safena
malata e non più funzionante.
L’intervento tradizionale, definito safenectomia, consiste
nell’asportazione, totale o parziale, della vena grande safena,
o della piccola safena, unitamente ai suoi collaterali varicosi.
Day- surgery
Si tratta di un intervento eseguibile in anestesia locoregionale e generalmente in day-surgery. E’ tuttavia
possibile che alcuni sintomi d’insufficienza venosa
permangano o ricompaiano a distanza di tempo, che vi siano
ritardi di guarigione delle ferite, o aree di alterazione della
sensibilità della pelle nelle zone trattate chirurgicamente,
generalmente reversibili.
Tecnica della safenectomia o stripping della safena
L’intervento consiste in un’incisione di circa 2-3 cm all’inguine
e una più piccola, di circa 1 cm, al malleolo (caviglia). La
vena viene così isolata ai due capi, ed incannulata con una
sonda apposita che al termine “sfila” via la vena (stripping).
Le vene varicose dell’arto che dipendono dai rami collaterali
Varicectomia
In presenza di piccole varici sintomatiche o asintomatiche
ma con impatto estetico, che non coinvolgono la vena safena,
l’intervento più adatto consiste nell’asportazione delle vene
colpite mediante micro-incisioni. Tale intervento definito
varicectomia viene realizzato in anestesia locale ed eseguito
Formazione
PER INFO
Corsi e convegni di maggio
12 maggio
BASIC LIFE SUPPORT DEFIBRILLATION
Il corso è un corso teorico-pratico finalizzato allo sviluppo
continuo professionale per medici ed infermieri con
esposizione al paziente critico. Obiettivo del corso è quello
di far acquisire ai partecipanti le conoscenze teoriche, le
abilità pratiche e le competenze relazionali e comunicative
riguardanti le principali condizioni di emergenza.
Sede: Meditel Centro Polispecialistico Via Alliata, 1 –
21047 Saronno (VA)
www.ospedaleniguarda.it
15-16 maggio
SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITÀ:
APPLICAZIONE NORMA ISO 9001:2008
Il corso sipagina
propone
di offrire una panoramica completa delle
stampa area medica feb12 def.pdf 1 21/02/2012 9.54.00
Tecniche alternative
E’ oggi possibile ricorrere
a tecniche meno invasive,
più confortevoli per il
paziente e con tempi di
guarigione più rapidi. Si
tratta dell’ablazione della
safena mediante laser o radiofrequenza. In questo caso,
attraverso una sola, piccola incisione e sotto controllo
ecografico, vengono inserite delle sonde apposite che,
liberando energia laser o radiofrequenze, danneggiano la
parete interna della safena finendo per occluderla e pertanto
eliminarla di fatto dal circolo. I risultati sono decisamente
incoraggianti, il gradimento dei pazienti è superiore rispetto
alla tecnica tradizionale e pertanto presto diventeranno la
procedura di scelta.
Riconoscimenti
Premio Vivisalute: the winner is…
fasi che caratterizzano la progettazione e la realizzazione
del sistema di gestione per la qualità, in accordo con gli
indirizzi forniti dalla legislazione vigente. Il corso è rivolto
a operatori che desiderano approcciare ed approfondire i
contenuti della normativa ISO 9001:2008.
Sede: Area Sud, Pad. 6 - Ala B, Aula D
17 e 24 maggio (prime due giornate)
DODICESIMO CORSO DI FORMAZIONE
IN ARGOMENTI CARDIOLOGICI PER
I MEDICI DI MEDICINA GENERALE E
14 maggio
NON CARDIOLOGI
TRAINING ON THE JOB- FORMAZIONE SPECIALISTI
La Cardiologia 5 territoriale del Dipartimento
SUL CAMPO IN ECOCARDIOGRAFIA Cardiotoracovascolare promuove per l’anno 2012 il
12° Corso di aggiornamento in argomenti cardiologici
2012
L’ecocardiografia ha assunto un ruolo sempre più rilevante
nella diagnostica cardiologica ed è diventata uno strumento
indispensabile nella pratica clinica.
Sempre maggiore è il numero di cardiologi, internisti ed
anestesisti che si avvicinano a questa metodica con lo
scopo di acquisire le conoscenze necessarie alla corretta
esecuzione ed interpretazione dell’esame ecocardiografico.
Sede: Area Sud, Blocco Sud
in regime di day-hospital.
Per quelle più piccole (ma
esteticamente
fastidiose!)
è invece più adatta la
scleroterapia, una tecnica
che consiste nell’iniezione
di sostanze che provocano
il riassorbimento del tratto
varicoso.
indirizzato ai medici di medicina generale ed agli
specialisti non cardiologi.
Sede: Sala conferenze Villa Marelli, viale Zara, 81, Milano
26 maggio
PERCORSO ALGOLOGICO OSPEDALETERRITORIO
Il corso è diretto allo sviluppo delle conoscenze nell’area
algologica atte a favorire un processo di integrazione tra
ospedale e territorio. Verranno analizzate in particolare
classificazioni e step di invio da e per l’ospedale dei
pazienti con sindromi del dolore croniche e refrattarie.
Sede: Blocco Sud, III° Piano, Aula A
Da sinistra Maurizio Bottiroli, Francesca Macera,
Nuccia Morici, Benedetta De Chiara e Luca Botta
l prestigioso riconoscimento Vivisalute-CeRGAS, per medici e
operatori socio-assistenziali che uniscono prestazioni di alto livello con
l’attenzione alla persona, quest’anno ha premiato la cardiologa, Maria
Frigerio, Direttore del Dipartimento Cardiotoracovascolare.
A ritirare il premio è andata una delegazione composta da alcuni giovani e
brillanti medici del Dipartimento, scelti tra gli ultimi assunti in cardiologia,
cardiochirurgia, e anestesia e rianimazione. “Ritengo che il riconoscimento
non sia legato tanto alla mia persona ma alla squadra che ho l’onore e
l’onere di guidare. Così, non potendo ritirare il premio perchè impegnata
in un convegno all’estero (dove, tra l’altro, sono stati presentati i risultati di
una nostra ricerca sul cuore artificiale) mi è sembrato opportuno mandare
una rappresentanza del Dipartimento- spiega Maria Frigerio-. Molte
persone incluso diversi colleghi anziani sono certamente rappresentativi
del Dipartimento e dell’Ospedale, ma dovendo operare una scelta mi è
sembrato meglio inviare un gruppo di giovani, a testimoniare insieme la
continuità e il rinnovamento, elementi importanti nel contesto di un premio
dedicato alla ricerca e all’innovazione in sanità. Inoltre questi giovani
specialisti sono persone che, avendo altre opportunità professionali,
hanno investito energia competenza e determinazione per lavorare a
Niguarda”.
I
NUMERO GRATUITO
www.amplifon.it
800 91 08 08
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I “detective” dell`immagine