SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN
SERVIZIO CIVILE IN ITALIA
ENTE
Ente proponente il progetto:
AMESCI
Codice di accreditamento:
Albo e classe di iscrizione:
NZ 00368
NAZIONALE
I
CARATTERISTICHE PROGETTO
Titolo del progetto:
Nessuno escluso – Comune di Buonalbergo (BN)
Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3):
Settore: E educazione e promozione culturale - Area: 01 centri di aggregazione
(bambini, giovani e anziani)
Descrizione dell’area di intervento e del contesto territoriale entro il quale si realizza il progetto
con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori misurabili;
identificazione dei destinatari e dei beneficiari del progetto:
AREA D'INTERVENTO
I processi di socializzazione interessano l'essere umano sin dalla nascita e si differenziano
nel corso delle fasi della vita dell'individuo. Dalla socializzazione “primaria”, legata alla
famiglia e volta all'acquisizione delle competenze sociali di base, si passa alla
socializzazione “secondaria”, durante la quale l'individuo apprende le competenze sociali
specifiche rispetto al gruppo di riferimento, i ruoli sociali e le norme. Questa seconda
socializzazione parte dall'età scolare e dura per tutta la vita. I principali agenti di
socializzazione sono la famiglia, la scuola, il gruppo di pari e i media. Il peso dell'uno o
dell'altro nella formazione sociale dell'individuo varia molto a seconda delle epoche, dei
momenti della vita e dei valori vigenti. Le teorie sociologiche sulla socializzazione sono
varie e differenti tra loro. Nonostante le differenze che le caratterizzano, però, tutte partono
dall'assunto che l'essere umano è, per citare Aristotele, un “animale sociale”:
inevitabilmente si troverà a vivere in gruppo, a stabilire delle norme e delle sanzioni e a
condividere (o meno) dei valori. La socializzazione non soltanto è inevitabile, ma è anche
fonte di ricchezza e di sviluppo per l'intero genere umano.
Nel corso dei secoli, l'essere umano ha stabilito delle modalità di socializzazione, a volte
esclusive, sempre e comunque in accordo con il background sociale, culturale ed
economico del periodo storico di riferimento. Oggigiorno, queste modalità sono
estremamente originali rispetto al passato ed escludono quasi sempre le cosiddette fasce
deboli della società. Se pensiamo nello specifico ad anziani e persone in difficoltà
economica e sociale ci renderemo conto che le modalità di socializzazione e l'accesso ai
dispositivi di socializzazione non sono gli stessi che per il resto della comunità. Ciò accade,
come già detto, poiché la situazione socio-economica e culturale nel mondo cambia e con
essa ruoli e valori di riferimento. In moltissime comunità più o meno grandi dell'Asia e
dell'Africa, ad esempio, l'anziano assume un ruolo centrale nella famiglia e nella società
quale depositario di saperi ed esperienze unici ed estremamente importanti per la
collettività. L'anziano è rispettato e considerato uno dei tasselli più importanti per
l'avanzamento e la crescita della comunità tutta. Nella maggior parte delle civilizzazioni
industrializzate, l'anziano è tendenzialmente collocato ai margini della società in una
condizione subordinata a chi, più giovane, è ancora attivo nel mondo del lavoro e assume
un ruolo decisionale preponderante all'interno della comunità di riferimento. Anche
l'integrazione nelle attività di socializzazione delle persone con difficoltà economica e
sociale (come i portatori di handicap o chi vive sotto la soglia di povertà) è un punto dolente
nella società contemporanea: se in teoria tutti i cittadini e componenti di una comunità
hanno gli stessi diritti, ivi compreso il diritto alla socialità, le condizioni di partenza e le reali
opportunità di socializzazione non sono le stesse per tutti.
La condizione di queste fasce deboli in Italia, come nel resto d'Europa, è cambiata in
accordo ai cambiamenti economici e demografici avvenuti nel Paese negli ultimi
cinquant'anni. Analizziamone brevemente alcune delle cause.
La demografia del Paese è cambiata. Secondo l'articolo di Enrico Pugliese [La condizione
degli anziani in Italia, 5 ottobre 2011, introduzione al suo libro La terza età, Bologna, Il
Mulino, 2011, http://www.inchiestaonline.it/welfare-e-salute/la-condizione-degli-anziani-initalia/] “La condizione degli anziani in Italia non ha avuto ancora l’attenzione che merita se si
considera la portata dell’invecchiamento della popolazione che non solo è più forte che in
ogni altro paese d’Europa, ma è secondo solo al Giappone.” L'Italia è dunque un Paese
“vecchio” in cui le aspettative di vita si allungano e i tassi di fecondità e di natalità si
riducono.
La struttura della famiglia è cambiata. Il ruolo che la donna ricopre oggi all'interno della
famiglia, ovvero non più unicamente di madre e casalinga, ma anche di lavoratrice al di fuori
delle mura domestiche, non permette più a questa di occuparsi dell'anziano e dei figli a
tempo pieno. Sempre secondo Pugliese “Emerge così una soluzione – tutta italiana, o, più
precisamente propria delle società dell’Europa del Sud – che è quella dell’affidamento degli
anziani in casa a una figura nuova, quella dell’assistente domestica, ‘la badante’. Si tratta di
un equilibrio che ormai riguarda una percentuale significativa delle famiglie italiane. Le cifre
in genere fornite hanno ovvi limiti di attendibilità ma si può ragionevolmente supporre che si
tratti di almeno un milione di casi”. Inoltre, secondo una ricerca della sociologa Chiara
Saraceno [2008, 2001], nel corso degli ultimi decenni in Italia è aumentato
considerevolmente il numero di famiglie di soli anziani e soprattutto di anziani soli. I minori,
inoltre, si ritrovano sempre più spesso a dover organizzare “da soli” il tempo libero e tutte le
attività che escludono la frequenza scolastica.
Il mercato del lavoro è cambiato. L'anziano over 65 è solitamente al di fuori del mercato
del lavoro. Ciò determina spesso un peggioramento della qualità della vita della persona,
legato sia agli aspetti economici connessi al lavoro sia alla sfera sociale e relazionale. Per
ovviare a questa situazione, si sta diffondendo sempre più il concetto di “invecchiamento
attivo”. Con questa espressione s'intende “la capacità di restare fisicamente autonomi, di
vivere senza dover essere accuditi o aiutati per le necessità della vita quotidiana, ma anche
la possibilità di restare impegnati nel lavoro ( di mercato o volontario) il più a lungo possibile
e di essere eventualmente soggetto attivo e non oggetto di cura” [Pugliese, 2011].
L'aumento allarmante del numero di disoccupati, inoltre, genera una serie di problemi di
ordine economico che limitano gli “investimenti” in attività culturali o di supporto ai minori e
giovani dei nuclei famigliari, poiché la famiglia deve innanzitutto sopperire ai bisogni primari.
Il Comune di Buonalbergo, sensibile alle necessità della popolazione locale, ha deciso di
promuovere il progetto “Nessuno escluso”, tale intervento mira a migliorare la qualità di vita
delle fasce deboli attraverso interventi di supporto quotidiano, sostegno affettivo -emotivo e
integrazione sociale.
Contesto territoriale
Buonalbergo è un piccolo comune di 25,10 km² sulle pendici del monte San Silvestro in
provincia di Benevento. Esso appartiene all’Ambito Sociale di Zona B2 con Comune
Capofila San Giorgio del Sannio e conta 1.789 abitanti e 820 famiglie. Dai documenti
recuperati da fonti Istat (2012) , emerge che nel territorio, l'età media della popolazione è di
45,87 anni e ben il 24,8% ha più di 65 anni. Ricco di storia e tradizioni, il paese ha vissuto
negli ultimi dieci anni un calo progressivo degli abitanti, passati da più di duemila persone
nel 2001 a 1800 nel 2010 (Fig.1).
Fig.1 Andamento demografico della popolazione residente nel comune di Buonalbergo
Fonte: Istat- elaborazione tuttitalia.it
Le cause di questo fenomeno, riscontrabile in tutta la Provincia, sono sia la depressione
economica che l’invecchiamento della popolazione. Quella di Buonalbergo è infatti una
popolazione “regressiva”, essendo la fascia giovane dagli 0 ai 15 molto più ristretta che
quella dai sessantacinque anni in su (11,2% contro i 24,5 %, dati ISTAT 2011. L’indice di
natalità è passato da 7,5 nel 2010 a 4,3 nel 2011). Non si può però dire che la stessa
popolazione sia poco attiva: la vita associativa del piccolo centro campano è molto vivace.
Sono infatti presenti:

La Proloco di Buonalbergo, la quale, oltre ad organizzare manifestazioni svolge un
importante ruolo di coordinamento delle altre associazioni del territorio;

Gruppo Teatrale di Buonalbergo, nato nel 1989 grazie agli sforzi ed alla
lungimiranza dell’Amministrazione Comunale dell’epoca che organizzò in paese
una Scuola di Teatro tenuta da giovani professionisti del settore, il Teatro Eidos, e
che durò quattro anni, ognuno dei quali concluso con un saggio finale. In questo
modo si consolidò una tradizione che aveva avuto origine nei lontani anni trenta sia
grazie all’opera dei Salesiani di don Bosco che a gruppi laici locali. L’attività
teatrale, oltre ad essere un sicuro punto di riferimento, ha sempre permesso un
momento di sana aggregazione;

Forum Giovanile, organo che si propone di avvicinare i giovani alle istituzioni locali,
propone nell'arco di tutto l'anno iniziative culturali, cineforum e tornei sportivi;

Associazione Culturale Etnofestival, che realizza durante il mese di agosto un
festival di tradizioni e musiche dal mondo, molto frequentato dai giovani dell'intera
Provincia;

La Polisportiva, che ruota attorno alle attività calcistiche e propone allenamenti e
tornei gratuiti per trasmettere i valori dello sport e dello stare assieme;

Un oratorio parrocchiale, che propone attività liturgiche e di aggregazione;

Un centro per anziani, che organizza pranzi sociali, gite e cure termali per gli
ultrasessantacinquenni di Buonalbergo. Gli anziani sul territorio sono circa 450. Le
attività proposte dal Centro per Anziani sono frequentate solo dal 30% della
popolazione del territorio e da quelli più giovani (dai sessanta ai settanta anni di età)
e in buona salute. L’accesso ai servizi del centro per anziani è libero ed è sufficiente
iscriversi versando una quota associativa che dà diritto a partecipare a tutte le
iniziative organizzate. A partire dal 2014 sono stati ultimati i lavori di
Ristrutturazione e Riqualificazione di un edificio da destinare a “Centro-Sociale per
Anziani” nel Comune di Buonalbergo (BN)” nell’ambito del PSR Campania 2007 –
2013 Misura 321, che permetterà di offrire migliori servizi alla collettività
ultrasessantacinquenne.
Nonostante il fermento e la continua attività culturale e sociale presente sul territorio,
alcune fasce della popolazione restano escluse dai processi di socializzazione e dagli
interventi di cura e supporto del Comune di Buonalbergo, come gli anziani e le famiglie in
difficoltà con disabili a carico.
Anziani
Dai documenti consultati on-line del comune, si comprende che la popolazione anziana di
Buonalbergo conta 450 persone, di cui più del 40% vive solo. Il Centro per Anziani è
frequentato soltanto dal 30% degli anziani del territorio tra i 60 e i 70 anni. Il Comune,
pur stanziando dei fondi per le attività del Centro Sociale, riporta di non riuscire ad
abbattere l’isolamento che molti anziani vivono e che, senza le dovute sollecitazioni, non
partecipano, per diffidenza o poca conoscenza, alle iniziative proposte.
Si registrano, inoltre, 22 anziani non autosufficienti che non riescono a svolgere le
normali attività quotidiane e che faticano ad avere un sostegno dalla famiglia. Fino al 2009 il
Servizio Sociale provvedeva al sostegno domiciliare degli anziani; purtroppo attualmente,
per tagli ai finanziamenti, esso non prevede alcuna attività per gli anziani, azzerando i
servizi a loro destinati. Il carico degli anziani ricade, dunque, completamente sulle famiglie.
Esse, purtroppo, non riescono a sostenere adeguatamente i loro familiari a causa di motivi
di lavoro, spesso saltuari e difficilmente programmabili ed adeguabili alle esigenze di una
persona non del tutto autosufficiente.
Famiglie in difficoltà e con disabili a carico
Consultando, sempre, dati forniti dai comuni ( dati 2013) si può anche risalire al numero di
famiglie che si trovano in difficoltà e vivono con un disabile a carico.
Sono presenti sul territorio 2 nuclei famigliari con un membro con disabilità o con ritardo
dell'apprendimento, i quali non ricevono assistenza adeguata al di fuori dell'ambito
scolastico e la totale mancanza di risorse per introdurli in attività di socializzazione. D’altra
parte vi sono famiglie i cui membri lavorano fuori dal Comune (le attività principali restano
agricoltura e pastorizia) che riportano serie difficoltà nel conciliare esigenze lavorative e
famigliari, vista la mancanza di scelta tra un lavoro saltuario e la disoccupazione. La
depressione economica che sta vivendo l’intera Provincia sannita (i dati del Dossier della
Caritas di Benevento parla di 700 persone che hanno chiesto aiuto all’ente, più della metà
donne coniugate), ha colpito anche Buonalbergo. I dati del Servizio Sociale rivelano un
aumento delle richieste di sostegno economico di famiglie a reddito nullo, che sono arrivate
nel 2013 a 50, ed alle quali il Comune non riesce a far fronte se non con esigui contributi.
Preso atto della drammatica mancanza di risorse economiche, il presente progetto intende
sfruttare le risorse presenti sul territorio di Buonalbergo in una prospettiva di sviluppo di
comunità, dove i volontari del Servizio Civile possano essere di sostegno per un processo
virtuoso di cambiamento e, attraverso le azioni proposte, possano formarsi dal punto di
vista civico, sociale e professionale.
“Nessuno escluso” intende agire sui problemi sociali che vengono alimentati dalla fragilità
del tessuto socio-relazionale in una sorta di circolo vizioso fatto di isolamento marginalizzazione – malessere: diversi studi condotti su queste tematiche (Saranson 1996)
hanno dimostrato in maniera convincente che se non accadono fondamentali cambiamenti
in diversi livelli dell’ambiente sociale gli sforzi delle singole iniziative sociali ed educative
rischiano di essere poco efficaci.
Si tratta quindi di accompagnare le politiche sociali innovative con la messa in campo di un
sistema di pratiche coerente in grado di “fare la differenza” (Maton, 2000) rispetto alle
questioni che intende affrontare. Diventa perciò necessario attrezzare la progettualità
sociale in modo che sia in grado di influenzare e, in definitiva, di trasformare alcune
dimensioni significative degli ambienti sociali.
Il carattere multifattoriale assunto oggi dai problemi sociali in contesti ad alta complessità
induce a immaginare approcci più olistici e comprensivi e un ventaglio di pratiche articolate
su diversi livelli. Se molti problemi nascono all’interno della complessa interazione fra le
caratteristiche delle persone e quelle dell’ambiente sociale in cui vivono e agiscono è a
partire da questi elementi che possiamo costruire processi di miglioramento e di sviluppo.
Per queste ragioni gli interventi che agiscono unicamente a livello individuale rischiano di
trascurare variabili di contesto e di generare fenomeni di colpevolizzazione dei singoli
individui. Per queste ragioni il progetto, per avere effettivo impatto sulla realtà di
Buonalbergo sopra descritta, intende agire su diversi gruppi di beneficiari, così riassumibili:
Indicatore
N° di anziani coinvolti in attività di
socializzazione
N° attività ricreativo culturali organizzate
presso il Centro Anziani
N° interventi di animazione sociale e
organizzazione del tempo libero
N° tornei e momenti conviviali che
coinvolgano
la
popolazione
buonalberghese
N° gite turistiche e culturali nell’area
extraurbana e locale
Situazione di
partenza
135
1 ogni dieci giorni
1 ogni tre
settimane
1 all’anno
1 all’ anno
Destinatari diretti:



450 anziani presenti sul territorio, di cui:
135 partecipanti alle attività proposte dal Centro Anziani;
22 anziani non autosufficienti che necessitano di un sostegno nello svolgimento
delle attività quotidiane;

2 nuclei familiari con un membro affetto da disabilità e/o con ritardi
nell’apprendimento;
50 nuclei famigliari in difficoltà che necessitano di un aiuto socio economico

I destinatari indiretti di un progetto su un piccolo territorio come Buonalbergo devono
essere rappresentati da tutta la comunità, e nello specifico:



I nuclei famigliari delle 450 persone anziane residenti sul territorio;
Le 9 realtà associative del territorio;
I 243 giovani dai 14 ai 29 anni;

Le 820 famiglie residenti nel comune di Buonalbergo.
Obiettivi del progetto:
Finalità Generali
“Nessuno escluso” si prefigge di innalzare il livello della qualità di vita delle fasce più fragili
della comunità di Buonalbergo, incrementando le possibilità di socializzazione, contribuendo
a limitare i casi di emarginazione sociale e solitudine di vita, coinvolgendo tutta la
popolazione in un’ottica di generale sviluppo di comunità.
Logica dell’intervento
La logica che sottintende il progetto è quella dello sviluppo di comunità (ben descritto da
Ripamonti, 2005): con questo si intende un approccio che mette al centro il forte grado di
interdipendenza che esiste tra le persone ed i loro ambienti di vita. A questa prospettiva
non sfugge l’intervento qui descritto, che si colloca nella costante dicotomia tra il bisogno di
appartenenza ad una comunità vista come luogo rassicurante e la voglia che sempre più
individui hanno di essere liberi da sentimenti di dovere reciproco fra le persone che di
quella comunità fanno parte.
Entrando nello specifico, gli assi su cui il progetto intende muoversi sono:




Identificare i punti di forza già presenti in un ambiente sociale. Un approccio
community oriented implica la capacità di individuare i fattori favorevoli che sono
già presenti in un determinato contesto e di sapere far leva su di loro per ottenere i
cambiamenti auspicati. I punti di forza possono essere rappresentati sia da
elementi già in atto (come le associazioni presenti nella zona o la nuova struttura
disponibile, di cui si parlerà a breve) che da potenzialità non ancora espresse o
appieno sfruttate;
Identificare il grado di risolvibilità dei problemi. Il progetto, come detto sopra, non
può pensare di risolvere alcuni dei drammatici problemi strutturali, soprattutto di
natura economica, che affliggono la comunità di Buonalbergo. Per questo è
importante avere chiari gli obiettivi raggiungibili e condividerli con i volontari e le
persone coinvolte nel progetto.
Dare voce alle narrative minoritarie per contrastare logiche di pregiudizio
fortemente radicate nella comunità, e coinvolgere invece a pieno tutti gli individui,
soprattutto quelli solitamente esclusi.
Promuovere ed attuare progetti di empowerment che consentano la creazione di
legami tra le persone, i gruppi e le organizzazioni che condividono uno stesso
problema e un più marcato incremento del capitale sociale di una determinata
comunità locale.
Partendo dall’obiettivo generale e muovendosi in questa logica, gli obiettivi specifici sono
così declinati:
Obiettivo Specifico 1: favorire la partecipazione e la socializzazione delle persone
anziane, anche quelle non del tutto autosufficienti
Attraverso:
 Azioni volte ad aumentare il livello di partecipazione delle persone anziane alle
attività presenti sul territorio, raggiungendo quelli che solitamente non sono
coinvolti. Le azioni proposte tengono conto della necessità di coinvolgere quegli
anziani che sono oggettivamente impossibilitati a partecipare alle attività,
strutturando interventi che possano colmare questo deficit e dare loro possibilità
effettivamente fruibili di socialità;
 Azioni volte a potenziare la gamma delle attività, dei servizi e degli interventi offerti
dalla rete locale, in merito alla socializzazione delle persone anziane, utilizzando un
approccio peer to peer con le persone già coinvolte nelle iniziative;
 Azioni volte a promuovere la cultura dell’invecchiamento attivo come pilastro della
realtà di un comune in popolazione regressiva come quello di Buonalbergo.
Risultati attesi
Indicatore
N° di anziani coinvolti in attività di
socializzazione
N° attività ricreativo culturali organizzate
presso il Centro Anziani
N° interventi di animazione sociale e
organizzazione del tempo libero
N° tornei e momenti conviviali che
coinvolgano
la
popolazione
di
Buonalbergo
N° gite turistiche e culturali nell’area
extraurbana e locale
Situazione di
partenza
150
Incremento atteso
1 ogni dieci giorni
2/3 settimana
1 ogni tre
settimane
1 all’anno
1 settimana
1 all’ anno
300
1 ogni due mesi
3 gite nell’area
extraurbana
6 gite storico artistiche
e naturalistiche
nell’area locale
Outcome
L’analisi operata sul territorio ha permesso di evidenziare che il progetto si pone come
motore unico ed efficace a contrastare i fenomeni di emarginazione e a favorire il sostegno
e lo sviluppo dell’autonomia personale e sociale della persona anziane nell’ottica di un
invecchiamento attivo. La sua sostenibilità risiede nel rappresentare un’occasione per
attivare e fortificare delle dinamiche di gruppo, di relazioni, di scambio già potenzialmente
esistenti nel tessuto sociale e di conseguenza non destinate ad esaurirsi al termine del
progetto.
Obiettivo Specifico 2: Incrementare la rete di azioni e relazioni intergenerazionali,
con particolare attenzione alle fasce più deboli della popolazione
Come si diceva sopra, intento del progetto non è agire su un singolo target, ma sullo
sviluppo della comunità attraverso attività di aggregazione e socializzazione. Per questo
diviene indispensabile coinvolgere i giovani del comune, sfruttando la risorsa del vivace
associazionismo presente nel territorio. D’altra parte si vuole ribaltare l’idea che gli anziani
siano destinatari passivi degli scambi intergenerazionali o solo dei meri trasmettitori di
conoscenze: “Nessuno escluso” intende coinvolgere gli anziani più in salute del territorio per
renderli parte attiva del miglioramento della qualità della vita della comunità, attraverso:



Azioni volte a recuperare le tradizioni del territorio e creare momenti di
socializzazione e scambio intergenerazionali per rafforzare o costruire ex novo
legami interpersonali forti;
Azioni volte a contrastare l’isolamento dei nuclei famigliari presenti nel territorio,
coinvolgendoli nella programmazione delle attività e tenendo conto dei loro
bisogni di socializzazione e sostegno;
Azioni volte a incrementare il senso di solidarietà e di appartenenza tra la
popolazione di Buonalbergo.
Risultati attesi
Output
Indicatore
N° associazioni che collaborano con il
Centro Anziani nella pianificazione e
realizzazione di attività per gli anziani e
le fasce deboli del territorio
N° attività dedicate a coinvolgere nuclei
famigliari a cui mancano risorse per
inserire i propri figli in attività di
socializzazione
N° persone non autosufficienti raggiunte
e supportate dalla rete sociale locale,
sia civile che istituzionale
N° nuclei famigliari in difficoltà
economica supportati dalla rete sociale
locale, sia civile che istituzionale
N° giovani coinvolti nei progetti di
sviluppo di comunità
N°
manifestazioni
svolte
in
collaborazione tra giovani e anziani
Situazione di
partenza
1
Incremento atteso
0
2 alla settimana
5
22
5
50
35
120
0
6
5
Outcome
Il punto d’arrivo di queste azioni è la diffusione di una cultura dell’accoglienza e la
costruzione di una società aperta a tutte le età e solidale. Queste azioni implicano il reale
coinvolgimento di ogni generazione per il miglioramento della qualità della vita di tutta la
comunità, in un costante scambio di conoscenze ed esperienze.
Descrizione del progetto e tipologia dell’intervento che definisca in modo puntuale le attività previste
dal progetto con particolare riferimento a quelle dei volontari in servizio civile nazionale, nonché le
risorse umane dal punto di vista sia qualitativo che quantitativo:
8.1 Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi
Obiettivo Specifico 1: favorire la partecipazione e la socializzazione delle persone
anziane, anche quelle non del tutto autosufficienti
Azione A: Organizzazione di attività aggregative e di socializzazione
Azione A1: Raccolta dei bisogni e mappatura dei destinatari





coinvolgimento del comitato gestore del Centro Sociale per Anziani per iniziare la
coprogettazione delle azioni;
raccolta delle attività realizzate nel territorio e quelle in programma;
mappatura dei possibili destinatari delle attività e dei loro bisogni specifici;
organizzazione di servizi di accompagnamento per rispondere a bisogni specifici;
coinvolgimento dei nuclei famigliari nella programmazione delle attività attraverso
riunioni periodiche presso il Centro Anziani;
Attività A2 : organizzazione attività ludico-ricreative e culturali e momenti di animazione
sociale



verifica dei risultati emersi durante l’Azione A1 e discussione con gli anziani del
Comitato Gestore e quanti presenti all’incontro di programmazione;
organizzazione del calendario mensile presso il Centro Anziani, con il
coinvolgimento delle realtà associative locali;
designazione dei responsabili delle diverse attività tra gli attuali frequentatori del
Centro;









promozione delle attività organizzate sia in maniera indiretta (affissioni) sia diretta
con il contatto in luoghi pubblici o a casa, valutando le espressioni di interesse già
avvenute;
raccolta adesioni ed organizzazione gruppi per attività;
realizzazione giochi di carte e da tavola;
visione di spettacoli televisivi e/o cinematografici e/o teatrali con discussione per
gruppi di interesse;
lettura di quotidiani, riviste, libri, raccolte di documentazione per generi ed interessi
diversi;
dibattiti su temi di interesse locale, socio-economico, ecc.;
organizzazione e realizzazione di visite di luoghi o strutture nell’ambito urbano ed
extraurbano, con relativa organizzazione del servizio;
pianificazione, organizzazione e realizzazione di gite turistiche, prevedendo sempre
eventuali accompagnamenti per persone non autosufficienti;
realizzazione di eventi musicali con balli.
Obiettivo Specifico 2 : Incrementare la rete di azioni e relazioni intergenerazionali,
con particolare attenzione alle fasce più deboli della popolazione
Azione B: promozione di momenti di collaborazione e scambio intergenerazionale
Attività B 1 : Laboratori della memoria storica attraverso il teatro
Nello specifico si intende coinvolgere il Gruppo Teatrale di Buonalbergo Onlus nella
costruzione di un laboratorio di memoria storica per la comunità, coinvolgendo tutte le fasce
d’età. Il percorso terminerà in uno spettacolo teatrale che può essere proposto anche nei
comuni limitrofi.






individuazione della sede attraverso il Gruppo Teatrale di Buonalbergo Onlus
realizzazione di tre incontri di progettazione partecipata del laboratorio con attori del
teatro e popolazione generale (anziani e giovani) con raccolta di idee, tradizioni da
rivisitare, episodi storici importanti per la memoria del paese;
organizzazione gruppi per attività (scrittura copione, recupero immagini storiche,
realizzazione dei costumi, raccolta di storie personali, racconti autobiografici,
fotografie, testi, ecc);
coinvolgimento di tutta la cittadinanza, comprese le scuole primarie e di primo grado
per la selezione degli attori;
organizzazione delle prove e realizzazione scenografie e costumi;
realizzazione spettacolo teatrale presso l’Ex Teatro dei Salesiani.
Attività B 2 : Laboratorio di cucina tipica popolare e organizzazione stand per eventi
Nello specifico si intende realizzare, coinvolgendo il Forum Giovani e l’Associazione
Etnofestival, dei laboratori di cucina tipica con gli anziani del paese, con la produzione di
prodotti da offrire durante le manifestazioni da loro organizzate.









individuazione delle donne anziane del territorio;
organizzazione degli incontri con le donne disponibili e i giovani del territorio;
intervistare le donne anziane al fine di rievocare gli strumenti, gli utensili e le ricette
culinarie del passato;
raccogliere tutte le ricette antiche e tipiche locali attraverso una ricerca accurata;
organizzare presso il domicilio di alcuni anziani momenti di cucina in caso di anziani
non autosufficienti;
coinvolgimento delle bambine e dei bambini della scuola primaria o delle ragazze e i
ragazzi delle scuole di grado superiore;
preparare piatti e pietanze insieme ad anziani, bambini e ragazzi;
realizzare cene o pranzi di degustazione durante particolari periodi dell’anno;
concordare con le realtà giovanili promotrici degli eventi nel comune il calendario
degli stand da proporre nelle iniziative;



elaborazione di un logo dello stand riconoscibile e accattivante;
realizzazione cartellonistica e promozione dello stand;
organizzazione dello stand presso gli eventi proposti nei 12 mesi.
Attività B 3: Promuovere un nuovo modo di realizzare le attività tra le associazioni giovanili,
che tengano conto della composizione sociale della popolazione, spronando un carattere
inclusivo degli operati delle stesse





organizzare incontro con i membri delle associazioni giovanili del territorio;
analizzare le barriere concrete e psicologiche che alcuni giovani hanno nel
partecipare alle loro attività;
raccogliere opinioni sulle prospettive di cambiamento possibili per incrementare il
numero delle persone coinvolte negli eventi;
organizzare un breve corso sull’organizzazione di eventi aperto ai giovani della città
stilare un vademecum su come organizzare un evento realmente diretto all’intera
popolazione giovanile.
Attività B 4 : Incrementare l’iniziativa Market Amico
“Market Amico” è un’iniziativa proposta da alcuni cittadini di Buonalbergo nel dicembre 2011
per sostenere le famiglie bisognose. Questo progetto prevede la trasformazione dei
centesimi di resto che i cittadini lasciano agli esercizi commerciali in merce di prima
necessità, che viene poi consegnata ai nuclei famigliari in difficoltà.

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




organizzare un incontro con i promotori dell’iniziativa e l’amministrazione comunale;
valutare i risultati della sperimentazione e eventuali cambiamenti da apportare;
predisporre un protocollo di azione condiviso;
predisporre materiale promozionale e iniziare la campagna di sensibilizzazione
presso gli esercizi commerciali e la popolazione;
far siglare a tutti gli esercizi commerciali aderenti il protocollo operativo;
eseguire la mappatura dei bisogni della popolazione e strutturarla in indici di priorità;
organizzare i turni di raccolta e distribuzione della merce raccolta.
8.3 Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto
Obiettivo Specifico 1: favorire la partecipazione e la socializzazione delle persone
anziane, anche quelle non del tutto autosufficienti
Azione A: Organizzazione di attività aggregative e di socializzazione
Azione A1: Raccolta dei bisogni e mappatura dei destinatari



Supporto nel coinvolgimento delle Associazioni locali e nella raccolta delle attività
svolte;
Supporto nell’organizzazione dei servizi di accompagnamento;
Presenza durante le riunioni di programmazione delle attività con i nuclei famigliari,
stesura dei verbali.
Attività A2 : organizzazione attività ludico-ricreative e culturali e momenti di animazione
sociale





Partecipazione alle riunioni di programmazione;
Supporto nell’organizzazione del calendario mensile;
Supporto ai responsabili designati delle diverse attività;
Supporto nella realizzazione e distribuzione del materiale pubblicitario e nel contatto
diretto con gli anziani della zona, sotto la supervisione dell’assistente sociale;
Supporto delle diverse figure professionali coinvolte nell’organizzazione delle
attività, il reperimento dei materiali necessari, allestimento delle sale;



Supporto nello svolgimento delle attività e nei servizi di accompagnamento;
Collaborazione nell’organizzazione e nella realizzazione di visite di luoghi o strutture
nell’ambito urbano ed extraurbano, con relativa organizzazione del servizio;
Partecipazione attiva alla pianificazione, organizzazione e realizzazione di gite
turistiche.
Azione B: promozione di momenti di collaborazione e scambio intergenerazionale
Attività B 1 : Laboratori della memoria storica attraverso il teatro







Supporto dal punto di vista logistico ed operativo delle figure professionali preposte
allo svolgimento delle attività, nella scelta della sede, nell’analisi dei bisogni della
popolazione, eventuali sostegni necessari e dell’organizzazione elenco partecipanti;
Supporto nella ricerca ed organizzazione del materiale autobiografico;
Aiuto nell’organizzazione gruppi per attività;
Supporto nella fase della selezione degli attori organizzazione del materiale
autobiografico di fotografie, testi, ecc per ricostruire un percorso di identità sociale e
collettiva;
Supporto nell’organizzazione logistica e strumentale delle prove e dello spettacolo;
Organizzazione della promozione;
Reperimento materiali di recupero necessari al laboratorio.
Attività B 2 : Laboratorio di cucina tipica popolare e organizzazione stand per eventi




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
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
Aiuto nell’ individuazione delle donne anziane del territorio che intendono
partecipare alle attività;
Collaborazione nell’organizzazione degli incontri con le donne del territorio;
Realizzazione delle interviste alle donne anziane al fine di rievocare gli strumenti, gli
utensili e le ricette culinarie del passato;
Raccolta di tutte le ricette antiche e tipiche locali attraverso una ricerca accurata;
Organizzazione presso il domicilio di alcuni anziani momenti di cucina;
Collaborazione nella fase di reperimento delle bambine e dei bambini della scuola
primaria o delle ragazze e i ragazzi delle scuole di grado superiore;
Supporto nei momenti della preparare piatti e pietanze insieme ad anziani e
bambini;
Collaborazione nell’organizzazione operativa di cene o pranzi di degustazione
durante particolari periodi dell’anno;
Organizzazione degli incontri con le associazioni giovanili che realizzano gli eventi e
strutturazione della collaborazione (creazione loghi, cartellonistica, calendario).
Attività B 3: Promuovere un nuovo modo di realizzare le attività tra le associazioni giovanili

Supporto nell’organizzazione dell’incontro con i membri delle associazioni giovanili
del territorio;
 Partecipazione agli incontri di discussione sulla strutturazione di eventi realmente
aperti a tutti;
 Supporto logistico e operativo al corso di formazione sull’organizzazione di eventi;
 Partecipazione attiva agli incontri di scrittura del vademecum su come creare degli
eventi realmente aperti a tutti.
Attività B 4 : Incrementare l’iniziativa Market Amico





Supporto nell’organizzazione dell’ incontro con i promotori dell’iniziativa e
l’amministrazione comunale;
Supporto nella raccolta delle opinioni di chi ha usato il servizio e di chi l’ha
organizzato per stilare un piano operativo più efficace;
Organizzazione e supporto alla realizzazione della campagna informativa
sull’iniziativa;
Monitoraggio degli esercizi commerciali aderenti il protocollo operativo;
Organizzazione dei turni di raccolta e distribuzione della merce raccolta.
Numero dei volontari da impiegare nel progetto:
4
Numero posti con vitto e alloggio:
0
Numero posti senza vitto e alloggio:
4
Numero posti con solo vitto:
0
Numero ore di servizio settimanali dei volontari, ovvero monte ore annuo:
30
fd
Giorni di servizio a settimana dei volontari (minimo 5, massimo 6) :
5
Criteri e modalità di selezione dei volontari:
Sistema Certificato UNI EN ISO 9001:2008
Cert. N. LRC 0261550
Di seguito si riporta uno estratto del ‘Sistema di Reclutamento e Selezione’ adeguato
al 31 luglio 2009 e approvato dall’UNSC con det. n° 91 in data I Febbraio 2010 cui per
ogni eventuale approfondimento si rimanda alla consultazione sul sito www.amesci.org
CONVOCAZIONE
La convocazione avviene attraverso il sito internet dell’ente con pagina dedicata
contenente il calendario dei colloqui nonché il materiale utile per gli stessi (bando
integrale; progetto; procedure selettive, etc.);
Presso le sedi territoriali di AMESCI è attivato un front office finalizzato alle
informazioni specifiche ed alla consegna di modulistica, anche attraverso servizio
telefonico e telematico.
SELEZIONE
Controllo e verifica formale dei documenti;
Esame delle domande e valutazione dei titoli con le modalità di seguito indicate e con i
seguenti criteri di selezione che valorizzano in generale:
le esperienze di volontariato;
le esperienze di crescita formative
le capacità relazionali;
l’interesse del candidato.
Valutazione dei titoli massimo 50 punti
Precedenti esperienze
Titoli di studio, esperienze aggiuntive e altre conoscenze
MAX 30 PUNTI
MAX 20 PUNTI
Precedenti esperienze massimo 30 punti
Periodo massimo valutabile per singola esperienza: 12 mesi.
Precedenti esperienze c/o enti che realizzano il progetto
Coefficiente 1,00 (mese o frazione di mese superiore o uguale a 15 gg.)
Precedenti esperienze nello stesso settore del progetto c/o enti diversi da quello
che realizza il progetto
Coefficiente 0,75 (mese o frazione di mese superiore o uguale a 15 gg)
Precedenti esperienze in un settore diverso c/o ente che realizza il progetto
Coefficiente 0,50 (mese o frazione di mese superiore o uguale a 15 gg.)
MAX 12 PUNTI
MAX 9 PUNTI
MAX 6 PUNTI
Precedenti esperienze in settori analoghi c/o enti diversi da quello che realizza il
progetto
Coefficiente 0,25 (mese o frazione di mese superiore o uguale a 15 gg.)
MAX 3 PUNTI
Titolo di studio massimo 8 punti (si valuta solo il titolo più elevato)
Laurea (vecchio ordinamento oppure 3+2)
Laurea triennale
Diploma scuola superiore
Frequenza scuola media Superiore
8 PUNTI
7 PUNTI
6 PUNTI
FINO A 4 PUNTI
(1 PUNTO PER OGNI ANNO CONCLUSO)
Titoli professionali massimo 4 punti (si valuta solo il titolo più elevato)
I titoli professionali sono quelli rilasciati da Enti pubblici o Enti di formazione professionale
accreditati presso le Regioni
Titolo completo
Non terminato
4 PUNTI
2 PUNTI
Esperienze aggiuntive a quelle valutate massimo 4 punti (si valuta solo il titolo più elevato)
(per esempio: stage lavorativo, animatore di villaggi turistici, attività di assistenza ai bambini
durante il periodo estivo, etc.)
Di durata superiore a 12 mesi
Di durata inferiore a 12 mesi
4 PUNTI
2 PUNTI
Altre conoscenze massimo 4 punti (si valuta 1 punto per ogni titolo, sino ad un massimo di
4) - per esempio: specializzazioni universitarie, master, conoscenza di una lingua straniera,
informatica, musica, teatro, pittura, ecc…).
Attestati o autocertificati
1 PUNTO
I candidati effettueranno, secondo apposito calendario pubblicato sul sito web
dell’ente, un colloquio approfondito su: servizio civile, progetto e curriculum personale
(con particolare riguardo alle precedenti esperienze di volontariato e lavorative nel
settore specifico del progetto e non), al fine di avere un quadro completo e
complessivo del profilo del candidato, delle sue potenzialità, delle sue qualità e delle
sua attitudini, oltre ad una breve autopresentazione da parte del candidato.
COLLOQUIO
MAX 60 PUNTI
Il colloquio consiste in una serie di 10 domande, ognuna con punteggio da 0 a 60, riportate
sul sito www.amesci.org
La somma di tutti i punteggio assegnati al set di domande diviso il numero delle domande dà come esito il
punteggio finale del colloquio.
L’idoneità a partecipare al progetto di servizio civile nazionale viene raggiunta
con un minimo di 36 PUNTI al colloquio
La fase di selezione è costantemente verificata da un Garante nominato dal
responsabile del Servizio Civile Nazionale;
REDAZIONE E PUBBLICAZIONE DELLA GRADUATORIA FINALE
Al termine delle selezioni si procederà alla pubblicazione on-line della graduatoria.
Eventuali requisiti richiesti ai canditati per la partecipazione al progetto oltre quelli richiesti dalla
legge 6 marzo 2001, n. 64:
Cultura media; buone conoscenze informatiche; buone capacità relazionali.
E’ titolo di maggior gradimento:
- diploma di scuola media superiore;
- pregressa esperienza nel settore specifico del progetto;
- pregressa esperienza presso organizzazioni di volontariato;
- buona conoscenza di una lingua straniera;
- spiccata disposizione alle relazioni interpersonali e di gruppo
- capacità relazionali e dialogiche
- studi universitari attinenti.
CARATTERISTICHE DELLE CONOSCENZE ACQUISIBILI
Eventuali crediti formativi riconosciuti:
NO
Eventuali tirocini riconosciuti :
NO
Competenze e professionalità acquisibili dai volontari durante l’espletamento del servizio, certificabili
e validi ai fini del curriculum vitae:
Durante l’espletamento del servizio, i volontari che parteciperanno alla realizzazione di
questo progetto acquisiranno le seguenti competenze utili alla propria crescita
professionale:
 competenze tecniche (specifiche dell’esperienza vissuta nel progetto,
acquisite in particolare attraverso il learning by doing accanto agli Olp e al
personale professionale): animazione e supporto alle relazioni sociali,
organizzazione logistica, organizzazione e gestione di più attività
contemporaneamente,
segreteria
tecnica
ed
inserimento
dati
accompagnamento delle persone, non solo anziane, con disabilità, assistenza
alle attività quotidiane delle persone, non solo anziane, con disabilità, nozioni di
counselling specifico, ideazione e realizzazione grafica e testuale di materiale
informativo informativi, redazione verbali, tecniche di monitoraggio e valutazione
dell’azione sociale, predisposizione e gestione delle attrezzature tecniche e
informatiche, competenze tecniche acquisite nei laboratori;
 competenze cognitive (funzionali ad una maggiore efficienza lavorativa e
organizzativa): capacità di analisi, capacità di classificare i compiti in ordine di
urgenza e importanza (matrice di Eisenhower) ampliamento delle conoscenze,
capacità decisionale e di iniziativa nella soluzione dei problemi (problem
solving);
 competenze sociali e di sviluppo (utili alla promozione dell’organizzazione
che realizza il progetto ma anche di se stessi): capacità nella ricerca di relazioni
sinergiche e propositive, capacità di accettare l’altro e riconoscere i pregiudizi,
creazione di reti di rapporti all’esterno, lavoro all’interno di un gruppo, gestione
di gruppi, capacità di leggere le situazioni e agire per l’inclusione dell’altro,
capacità di mirare e mantenere gli obiettivi con una buona dose di creatività,
capacità di mediazione con diversi attori della comunità;
 competenze dinamiche (importanti per muoversi verso il miglioramento e
l’accrescimento della propria professionalità): competitività come forza di
stimolo al saper fare di più e meglio, gestione e valorizzazione del tempo di
lavoro, ottimizzazione delle proprie risorse, lavoro di gruppo per un unico
obiettivo.
Tali competenze, elaborate secondo gli standard europei delle UCF (Unità Formativa
Capitalizzabile), sono riconosciute e certificate da Medimpresa, associazione nazionale
delle piccole e medie imprese, nell’ambito di uno specifico accordo, relativo al presente
progetto (in allegato)
Formazione generale dei volontari
Sede di realizzazione:
Sede di realizzazione del progetto
Modalità di attuazione:
In proprio, presso le sedi indicate al precedente punto 29, con formatori Amesci.
Amesci si riserva di avvalersi di esperti, secondo quanto contemplato dal paragrafo 2 delle
“Linee guida per la formazione generale dei giovani in servizio civile nazionale”.
Tecniche e metodologie di realizzazione previste:
Sistema Certificato UNI EN ISO 9001:2008 Cert. N. LRC 0261550
Amesci sostiene la necessità di mettere in campo, sul piano metodologico, risorse formative
centrate sull’attivazione dei volontari, in grado di assicurare loro una corresponsabilità nelle
modalità e nelle forme del proprio apprendimento, all’interno di ambienti e approcci didattici
volti appunto a fare leva sul personale contributo di ogni volontario.
La nostra idea è quella di una formazione blended, che alterni i differenti setting formativi
messi a disposizione nelle “Linee guida per la formazione generale dei giovani in servizio
civile nazionale”.
Nello specifico si utilizzerà:
 formazione in aula, eventualmente avvalendosi di esperti delle varie materie
trattate per 13 ore complessive;
 formazione dinamica in role playing, outdoor training, wrap around su: team
building, team work, problem solving, comunicazione attiva e per le attività
collaborative per 18 ore complessive;
 e-learning per 14 ore complessive.
Contenuti della formazione:
La formazione generale prevista per il progetto si articola nei seguenti moduli:
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A come Amesci: La presentazione dell’associazione
Valori e identità del SCN
Dall'obiezione di coscienza al servizio civile nazionale: La storia dell'obiezione di
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coscienza e l'itinerario storico che ha portato alla istituzione del Servizio Civile.
Approfondimento su Don Lorenzo Milani.
Adempimento del dovere di difesa della patria: L'adempimento del dovere di difesa
della patria è un dettato costituzionale e riguarda tutti i cittadini senza distinzioni di
sesso, età, reddito, idee e religione. Si spiega come è stato interpretato e come si è
evoluto nel corso della storia della nostra Repubblica.
La difesa civile non armata e non violenta:
Il concetto di difesa civile non
armata e non violenta ha una lunga storia e una grande diffusione, come si è
sviluppato e quale è la situazione attuale in Italia.
Normativa vigente e carta di impegno etico del SCN: Le norme che governano il
Servizio Civile. Si mira alla comprensione del contesto in cui si è sviluppato e
funziona il Servizio Civile, oltre a fornire ai volontari una base per il rapporto con
l’ente.
Formazione civica e forme di cittadinanza: Diventare cittadini consapevoli, attivi e
solidali con i meno fortunati è uno degli obiettivi che si pone il Servizio Civile, è
opportuno quindi per ogni volontario conoscere i fondamenti giuridici della
cittadinanza e della convivenza, non solo per quanto riguarda il nostro paese, ma
anche per quanto riguarda l'Unione Europea. Per Amesci, il Servizio Civile è anche
educazione alla legalità. Importante per conoscere le origini e la storia della
criminalità organizzata e delle mafie in generale, per riconoscere i protagonisti della
lotta contro questi fenomeni e sapere come la partecipazione e la cittadinanza attiva
siano un modo concreto di combattere la criminalità.
Servizio civile, associazionismo e volontariato:Tre parole chiave dell’impegno dei
ragazzi e delle ragazze in SCN. Si chiariscono rapporti e dimensioni delle realtà
illustrate.
Elementi di protezione civile: Conoscere come funziona ed è strutturato il Servizio
Nazionale di Protezione Civile non è semplicemente una formalità per il volontario
SCN, c'è un forte collegamento tra l'impegno, la responsabilità, il senso di
cittadinanza e di difesa della patria richieste volontario (ma
anche
ad
ogni
cittadino) e il fatto di sapere quali comportamenti tenere in caso di emergenza. Le
leggi istitutive della protezione Civile e i regolamenti che governano il rapporto tra la
protezione civile ed il volontariato.
L’organizzazione del servizio civile e le sue figure
Disciplina dei rapporti tra enti e volontari del servizio civile nazionale (DPCM 4
febbraio 2009 e successive modifiche)
La rappresentanza dei volontari in Servizio Civile Nazionale
Lavoro per progetti: Si chiarisce cosa si intende con la definizione "lavoro per
progetti", attraverso un percorso che parte dal setting formativo del progetto di
Servizio civile per giungere all’identificazione e al trasferimento del concetto di
meta competenze
Comunicazione interpersonale e gestione dei conflitti
Durata:
45 ore (Tutte le ore di formazione saranno erogate entro il 180° giorno dall’avvio del
progetto)
Formazione specifica (relativa al singolo progetto) dei volontari
Sede di realizzazione:
Sede di realizzazione del progetto
Modalità di attuazione:
In proprio, presso l’ente con formatori propri o messi a disposizione da Amesci
Tecniche e metodologie di realizzazione previste:
Sistema Certificato UNI EN ISO 9001:2008 Cert. N. LRC 0261550
L’impianto metodologico è, anche nel caso del corso di formazione specifica, “blended”.
Come già esplicitato al punto 32, per formazione blended Amesci intende una modalità
“mista” di allestimento didattico: parte delle attività vengono svolte in presenza, parte a
distanza all’interno di un ambiente dedicato (le cosiddette piattaforme), con entrambi i
momenti funzionali al perseguimento di obiettivi formativi coerenti con la più generale
impostazione costruttivista.
Nella nostra formazione blended riteniamo centrale la riconfigurazione del ruolo e della
responsabilità del docente: la natura comunicativa dell’allestimento didattico, garantita
dall’intervento di costruzione del patto formativo in presenza, dai thread del forum, dalle
sessioni in chat, dallo scambio di risorse ipermediali e di materiali didattici, dagli
approfondimenti in gruppo in aula, favorisce una relazionalità più orizzontale, tra pari,
rispetto alla tradizionale relazione verticale tra docente e allievo.
Il docente non si colloca più al centro dell’azione di insegnamento, ma ai bordi del
processo di apprendimento, in cui l’attore principale diventa la comunità dei partecipanti
che lo alimentano e gli danno vita. In tal senso, la valorizzazione dello scambio
comunicativo nella fase “a distanza” non gioca un ruolo fattivo solo sul piano cognitivo,
ma anche su quello relazionale.
A dispetto di molti pregiudizi, infatti, il non verbale e il paraverbale nell’e-learning, lungi
dall’essere assenti, sono sublimati nello spasmodico ricorso ai messaggi di
esplicitazione delle dinamiche relazionali presenti nella comunità di apprendimento, alla
complicità affettiva che accompagna le attività di lavoro, all’uso cognitivamente ed
emotivamente intrigante degli emoticons: la presunta freddezza della formazione a
distanza viene sconfessata in Rete dal moltiplicarsi di fenomeni di apertura comunicativa
intima, basati sull’espressione e dichiarazione delle proprie emozioni. È come se
l’assenza del linguaggio corporeo producesse un innalzamento del livello di ascolto
interno delle emozioni e una loro relativa attività di cosciente esplicitazione verbale.
Siamo in tal senso convinti che la possibilità del “fare significato” assuma dignità e senso
alla luce della forza relazionale del gruppo in apprendimento.
L’emozione condivisa di cercare un canale comunicativo profondo che sia efficace
nonostante la mediazione del medium PC, la volontà di lavorare insieme per un obiettivo
chiaro e accomunante, la ricerca di difficili equilibri tra le differenze individuali, emergenti
nel gruppo, pongono inevitabilmente il focus sul terreno dell’attitudine alla costruzione
condivisa della relazione, prima ancora che su quello della costruzione condivisa della
conoscenza. In questo senso parliamo di “apprendimento significativo” e di promozione
della motivazione quale leva virtuosa di questo processo ricorsivo.
La formazione specifica sarà erogata in modalità blended per 75 ore complessive, di cui
20 in presenza e 55 in e-learning.
Per ciò che riguarda la parte in presenza, il docente terrà un primo approfondimento
all’inizio della formazione specifica (prima dell’inizio del corso e-learning), dedicato ai
contenuti specifici caratterizzanti il progetto. Successivamente, durante lo svolgimento
del corso e-learning e alla fine dello stesso, il docente terrà due sessioni - informativa e
formativa specifica - inerenti la salute e sicurezza sul lavoro.
Per i nostri corsi ci avvaliamo della collaborazione di Lynx. Lynx si occupa da oltre dieci
anni di didattica e tecnologie digitali, ha esperienza diretta di e-learning non solo in
quanto progettista, sviluppatore e installatore di piattaforme ma anche in quanto
erogatore a sua volta di corsi (Corsi Altrascuola) e consulente didattico (UNSC, AIP,
CIES, COCIS, LTA Università Roma TRE, Uptersport). Inoltre, pur essendo un soggetto
imprenditoriale, da anni lavora in stretto contatto con enti del terzo settore di cui
condivide le finalità e di cui conosce modalità e limiti di azione.
La piattaforma scelta per l’erogazione dei corsi è MOODLE, la scelta è dovuta sia a
ragioni tecniche (MOODLE consente di fruire dei contenuti dei corsi in maniera flessibile
e adattabile al singolo volontario, personalizzandone l’apprendimento, ma allo stesso
tempo permette agli utenti di comunicare e collaborare in uno spazio comune e
condiviso) che a ragioni etiche (la scelta del software libero è una conseguenza diretta
dei valori di condivisione del sapere e della conoscenza impliciti nell’idea di volontariato).
Ad ogni volontario verrà fornito un nome utente e una password che gli permetterà di
accedere alla piattaforma e di: consultare i contenuti del corso (potrà anche scaricarli sul
proprio computer o stamparli, in questo modo non dovrà per forza essere collegato per
poter fruire del corso), realizzare gli esercizi previsti (questionari per l'auto-valutazione
degli apprendimenti e brevi riflessioni su temi specifichi), usare gli strumenti di
interazione presenti nella piattaforma (chat, forum, wiki, eccetera).
Le attività svolte sulla piattaforma dall’utente verranno regolarmente registrate, i dati di
accesso (log) sono a disposizione dell’utente stesso ma anche dei formatore/tutor, che
potrà così intervenire tempestivamente in caso di ritardi consistenti rispetto al percorso
di formazione previsto. I log, dei singoli utenti e delle classi, verranno poi utilizzati per
una valutazione complessiva del percorso di formazione realizzato online.
Alle più moderne tecnologie informatiche e alla qualità dei contenuti, si affiancano le più
efficaci metodologie dell’apprendimento: i materiali formativi sono strutturati e suddivisi
in maniera tale da promuovere l’apprendimento rispettando i principi dell’ergonomia
cognitiva e della personalizzazione di formazione ad elevata qualità.
Per Amesci, l’idea stessa di formazione di un volontario si lega inscindibilmente con
l’idea di metacompetenza, in quanto “capacità, propria di ogni individuo, di adattarsi e
riadattarsi alle dinamiche evolutive del suo sistema ambientale e relazionale di
riferimento”.
Parallelamente alle attività di autoistruzione realizzate tramite piattaforma i Volontari
parteciperanno a discussioni di gruppo tramite gli strumenti di interazione della
piattaforma. Scopo dell’e-learning infatti non è solo quello di raggiungere gli obiettivi
formativi indicati nei Moduli didattici ma anche di creare una comunità di apprendimento
che si confronti e discuta sui temi del percorso formativo proposto e sugli obiettivi
previsti dal progetto in cui sono inseriti i Volontari.
Contenuti della formazione:
In aula:
I APPROFONDIMENTO:
Modulo I: La strutturazione dei servizi sociali offerti alle fasce deboli della popolazione
di Buonalbergo. Fotografia con dati aggiornati sulla situazione della popolazione e le sue
necessità e risorse. Durata 6 ore
Modulo II: Norme e tecniche di comportamento nel progetto. Durata 6 ore
II APPROFONDIMENTO:
Modulo III: Informazione ai volontari (conforme al D.Lgs 81/08 art. 36). Durata: 4 ore
 Rischi per la salute e sicurezza sul lavoro
 Procedure di primo soccorso, lotta antincendio, procedure di emergenza
 Organigramma della sicurezza
 Misure di prevenzione adottate
Modulo IV: Formazione sui rischi specifici (conforme al D.Lgs 81/08 art. 37, comma 1, lett.b
e accordo Stato/Regioni del 21 Dicembre 2011). Durata: 4 ore
 Rischi derivanti dall’ambiente di lavoro
 Rischi meccanici ed elettrici generali
 Rischio biologico, chimico e fisico
 Rischio videoterminale
 Movimentazione manuale dei carichi
 Altri Rischi




Dispositivi di Protezione Individuale
Stress lavoro correlato
Segnaletica di emergenza
Incidenti ed infortuni mancati
In e-learning






I Processi del Sistema dei nuovi Servizi Sociali: partecipazione (cittadinanza
attiva), integrazione (pubblico/privata, socio-sanitaria, socio-educativa, ...),
concertazione, pianificazione, programmazione, progettazione, modelli di
gestione, valutazione (monitoraggio, verifica, ri-definizione degli interventi),
controllo e impatto, sistema della qualità sociale, sistema informativo dei servizi
sociali, carta dei servizi, formazione e aggiornamento.
Le politiche e le leggi di “settore”: cenni su legge quadro sull’assistenza, L.
328/00 – i Piani Sociali Nazionali, Regionali e di Zona per la realizzazione del
Sistema Integrato degli Interventi e dei Servizi Sociali, dal livello nazionale a
quello locale, la filosofia della L. 285/97
Le Aree d’Intervento dei Servizi Sociali Integrati – Infanzia ed Adolescenza,
Famiglia, Persone Anziane, Persone con disabilità, Contrasto della Povertà,
Migranti, Dipendenze
Gli attori del Sistema Integrato degli Interventi e dei Servizi Sociali, le risorse
della rete informale, la sussidiarietà nel sistema sociale
L’invecchiamento attivo
La socializzazione e l’integrazione per gli anziani: significato e funzioni
Contenuti della metaformazione:
Il modello formativo proposto, caratterizzato da un approccio didattico di tipo costruttivista in
cui il discente “costruisce” il proprio sapere, permette di acquisire un set di metacompetenze quali:



capacità di analisi e sintesi
abilità comunicative legate alla comunicazione on line
abitudine al confronto e alla discussione
L'uso di una piattaforma FAD inoltre consente inoltre, indipendentemente dagli argomenti
della formazione specifica, l'acquisizione di una serie di competenze informatiche di base
legate all'uso delle TIC e di Internet.
Durata:
75 ore
30/07/2014
Il Responsabile Legale dell’Ente
Enrico Maria Borrelli
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SCHEDA PROGETTO PER L`IMPIEGO DI VOLONTARI IN