NR. 1 2015
D A S M A G A Z I N F Ü R M E R A N U N D umge b ung
L A R I V I S TA P E R M E R A N O E dintorni
Eine Reise durch
das Apfelland
Alla scoperta
della mela
Die steile Karriere
des Designers
Martino Gamper
L’ascesa di Martino Gamper,
nuova stella del design
Der Aufstieg Merans
zur internationalen
Musikstadt
Merano, città cosmopolita
della musica
www.suedtirol.info
2 //
www.meranomagazine.com
NR. 1 2015
Die Seele
des Ortes
E
Edit o r ial / e
Matteo Thun
Der vielfach ausgezeichnete
Designer und Architekt lebt und
arbeitet in Mailand. Auch einige
Projekte im Meraner Land tragen
seine Handschrift: das Hotel
vigilius mountain resort oberhalb
von Lana, die Therme Meran
oder die Aussichtsplattform
der Gärten von Schloss
Trauttmansdorff in Meran.
Designer e architetto pluripremiato,
vive e lavora a Milano. Alcuni
edifici a Merano e dintorni portano
la sua firma, come l’hotel vigilius
mountain resort sulle montagne
sopra Lana, le Terme Merano
e la piattaforma panoramica dei
Giardini di Castel Trauttmansdorff
a Merano.
NR. 1 2015
Als Bozner habe ich eine
ganz besondere Beziehung
zu Südtirol, einer Region, die
ich als Student vor 45 Jahren
verlassen habe. In der Natur
dieses Landes aufzuwachsen
hat mich geprägt, denn die
Natur generiert Qualität und
nicht der Mensch. Die Landschaft, insbesondere die Berge, ist sicherlich die größte
Stärke Südtirols. Ich glaube
ja, dass die Dolomiten die
schönsten Berge der Welt
sind. Deshalb sollte man in
diesem Land mit baulichen
Eingriffen vorsichtig sein,
um die Zersiedelung nicht
noch weiter voranzutreiben.
Als ein Mensch, der in den
Bergen groß geworden ist,
finde ich grundsätzlich die
schiefe Ebene interessanter
als die ebene Fläche. Das
alpine Bauen ist schwieriger,
aber auch reizvoller, weil hier
die fünfte Fassade, nämlich
das Dach, die Dominante ist:
Sie ist von den umliegenden
Bergen aus erkennbar und
somit landschaftsprägend.
Beim Entwerfen von Gebäuden muss darüber hinaus der
Genius Loci miteinbezogen
und auf einen respektvollen Umgang mit der Natur
geachtet werden. Das ist die
Vorgehensweise, die ich mir
als Architekt wünsche. Ich
beschäftige mich bei jedem
neuen Projekt zuerst intensiv
mit dem geistigen Klima
des Ortes, den kulturellen
und historischen Hintergründen, seiner Flora und den
Ressourcen und versuche,
die Seele des Ortes zu
interpretieren. Das ist Ausgangspunkt für alle meine
Arbeiten.
L’anima
del luogo
Da bolzanino ho un rapporto
del tutto particolare con l’Alto
Adige, una regione che ho
lasciato 45 anni fa quand’ero
studente. Essere cresciuto in
mezzo alla natura di queste
terre mi ha plasmato profondamente, perché è la natura e
non l’uomo a generare la qualità. Il paesaggio, in particolare
le montagne, è certamente il
maggior punto di forza dell’Alto Adige. Credo addirittura che
le Dolomiti siano le montagne
più belle del mondo. Perciò
quando si costruisce in questo
paese si dovrebbe prestare
attenzione a non accelerare
ulteriormente il processo di
urbanizzazione.
Dato che sono cresciuto in
montagna penso fondamentalmente che i piani inclinati
siano più interessanti dei
piani orizzontali. Costruire
sulle Alpi è più difficile ma
anche più stimolante, perché
qui la quinta facciata, vale a
dire il tetto, diventa dominante: è ben visibile dai rilievi
circostanti e dunque ha un
ruolo fondamentale nel caratterizzare il paesaggio. Quando
si progettano nuovi edifici,
inoltre, è necessario tenere
conto del Genius Loci
e instaurare un rapporto
rispettoso con la natura.
È questo il modo di procedere
che prediligo come architetto. Quando inizio un nuovo
progetto per prima cosa mi
preoccupo di comprendere
a fondo il clima spirituale
del luogo, il suo retroterra
culturale e storico, la flora e
le sue risorse naturali e cerco
di interpretarne l’anima.
Questo è il punto di partenza
di ogni mio lavoro.
// 3
meran o
ma ga z in e
nr. 1
20 15
IN
12
03
24
44
Editorial
Favoriten
Bergsteigen und Co.
Stararchitekt Matteo Thun
über das Arbeiten im alpinen
Raum
Produkte: Typisches, Neues
und Überraschendes aus dem
Meraner Land
Zahlenspiele: Wie man im
Meraner Land aktiv sein kann
Editoriale
Preferiti
Qualche numero: quali attività
si possono svolgere a Merano
e dintorni
06
26
News
Karriere
Events und Jubiläen:
Veranstaltungstipps für
den Sommer
Porträt: Der Meraner Martino
Gamper zählt zu den weltweit
angesagtesten Designern
Von Strauss bis Revolverheld:
In Meran geben sich
berühmte Musiker die Klinke
in die Hand
News
Carriere
La città della musica
34
54
Kochwerkstatt
Wohlfühlen
Reportage: Zu Besuch bei
einem Foodie Factory-Event
im Passeiertal
10-jähriges Jubiläum:
Wie die Therme Meran
Altes neu interpretiert
Officina del gusto
Benessere
L’archistar Matteo Thun:
progettare nello spazio
alpino
Eventi e anniversari:
le manifestazioni consigliate
per l’estate
12
Apfelwelt
Reise: Eine Foodbloggerin
unterwegs im Apfelland
Il mondo delle mele
Viaggio: una foodblogger
nella terra delle mele
34
Prodotti: creazioni esclusive,
nuove e sorprendenti di
Merano e dintorni
Ritratto: il meranese
Martino Gamper, un designer
di tendenza famoso
nel mondo
Reportage: un evento di
Foodie Factory in Val Passiria
4 //
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Alpinismo & Co.
46
Die Musikstadt
Da Strauss ai Revolverheld:
i musicisti più famosi che
passano o sono passati per
Merano
Anniversario dei dieci anni:
le Terme Merano
reinterpretano il passato
NR. 1 2015
26
60
84
Echte Qualität
am Berg
Kunst und Natur
Einblicke: Wie Charakterköpfe
Hütten und Almgasthäuser
führen
Pura qualità
in montagna
Approfondimenti: persone
speciali che gestiscono rifugi
e locande sulle malghe
70
Ein Leben
für den Jazz
Interview: Helga
Plankensteiner und
Michael Lösch mischen
die Jazzszene auf
Event: Das internationale
Festival „Meraner Frühling“
Arte e natura
Evento: Il festival
internazionale “Primavera
meranese”
88
Service
Wimmelbild: Wissenswertes
und Interessantes für den
Urlaub
Info
Panoramica: cose da sapere
e notizie interessanti per la
vostra vacanza
Una vita per il jazz
Intervista: Helga
Plankensteiner e Michael
Lösch mettono sottosopra
il mondo del jazz
70
DEX
90
Vorschau
Winterausgabe 2015/16
Impressum
78
Märchenhaftes
Schloss
Hineingeblickt: Auf Castel
Katzenzungen werden
rauschende Feste gefeiert
Un castello da fiaba
Visti da vicino: le magiche
feste di Castel Katzenzungen
NR. 1 2015
Anteprima
Inverno 2015/16
Impressum
60
46
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N
Funsport
Bagjump ist ein neuer Funsport, der seit 2014 auch im
Wander- und Skigebiet Schwemmalm im Ultental für
Nervenkitzel sorgt. Von den unterschiedlich hohen
Plattformen eines Turms aus springen Waghalsige auf
ein riesiges Luftkissen. Für eine sanfte und sichere
Landung sorgt eine Aufpralldämpfung.
news
i
schwemmalm.com
Funsport
Bagjump è una nuova attrazione fun & action che già
dal 2014 dispensa emozioni per tutti nell’area
escursionistica e sciistica della Schwemmalm,
in Val d’Ultimo. Qui i più coraggiosi possono lanciarsi da
una torre provvista di piattaforme situate a varie altezze.
Il gigantesco cuscino gonfiabile sottostante, che assorbe
completamente l’impatto, garantisce un atterraggio
morbido e sicuro.
i
30 Jahre Südtirol Classic
schwemmalm.com
Vom 5. bis 12. Juli 2015 findet zum 30. Mal die „Südtirol
Classic“ statt, eine Genuss-Rallye für Oldtimer-Fahrer.
Dabei stehen nicht ausschließlich die sportlichen Stunden
hinter dem Steuer im Vordergrund:
Die einzelnen Etappen, die alle von Schenna aus starten,
sind mit diversen Stopps in Restaurants und
Cafés gespickt.
i
suedtirolclassic.com
Trent’anni
di Südtirol Classic
Dal 5 al 12 luglio 2015 si svolgerà la trentesima edizione
della “Südtirol Classic”, un rally per buongustai riservato
ai conducenti di auto d’epoca. Tema dell’evento non sono
solo le ore di pratica sportiva trascorse al volante: a dare
più sapore alle singole tappe, che partono tutte da Scena,
sono infatti varie soste in ristoranti
e caffetterie.
i
suedtirolclassic.com
6 //
www.meranomagazine.com
NR. 1 2015
King of the Alps
2015 ist das Passeiertal wieder Schauplatz des Kajak-Events
„King of the Alps“. Vom 12. bis 14. Juni kämpfen sich Extremsportler
aus der ganzen Welt in unterschiedlichen Disziplinen (Marathon,
Head2Head, Open Race) durch die Fluten des Wildbaches Passer.
Gleichzeitig findet außerdem ein Outdoor-Filmfestival statt und
nach den Wettkämpfen gibt es eine Abschlussparty.
i
king-alps.com
King of the Alps
Nel 2015 la Val Passiria è di nuovo teatro dell’evento canoistico
“King of the Alps”. Dal 12 al 14 giugno sportivi estremi provenienti da
tutto il mondo si sfideranno in varie discipline (maratona, Head2Head,
Open Race) sulle rapide del torrente Passirio. Contemporaneamente
si svolgerà un festival di film outdoor e dopo le competizioni si terrà
un party conclusivo.
i
king-alps.com
Wandertipp
Foto: Lorenz Lang, Runder Tisch - Schwarzseespitz, Artist: Franz Messner
Südtiroler Himmelstour
mit dem schönsten Blick
auf die Dolomiten.
Proposta di escursione
Cieloronda con il miglior
panorama alle Dolomiti.
Hiking Tip
www.e ff ektiv.it
The most beautiful
skytour of the
Dolomites.
NR. 1 2015
I-39054 Ritten / Renon
Tannstrasse 21 via Tann
Tel. +39 0471 35 29 93
[email protected]
// 7
www.ritten.com
news
Internationale
Pferderennen
Meraner Höhenweg
feiert Jubiläum
Merans Pferderennplatz feiert 2015 seinen
80. Geburtstag. Seit 1935 finden auf einer
der größten Pferdesportanlagen Europas
Rennen statt. Die Saison beginnt traditionell
mit dem Haflinger-Galopprennen
am Ostermontag und dauert bis Oktober.
Ein Höhepunkt ist der „Große Preis von
Meran“, ein international hochdotiertes
Hindernisrennen am letzten Sonntag
im September.
1985 wurde der Meraner Höhenweg
feierlich eröffnet – 30 Jahre später zählt
er zu den schönsten Wanderrundwegen
Südtirols. Er führt am Rand des Naturparks
Texelgruppe entlang und umrundet auf
einer Länge von rund 100 km
die gleichnamige Texelgruppe. Entlang
des Weges befinden sich Jausenstationen,
Gasthöfe und Schutzhütten.
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i
merano-galoppo.it
meranerland.com/meraner-hoehenweg/
Corsa di cavalli
internazionale
L’Alta Via di Merano
festeggia
il suo anniversario
L’ippodromo di Merano festeggia nel 2015
il suo ottantesimo anniversario.
È dal 1935 che in quello che è uno dei più
grandi ippodromi d’Europa si disputano gare
di ippica. La stagione inizia tradizionalmente
il lunedì di Pasqua con la corsa dei cavalli
avelignesi e si protrae fino a ottobre.
Il culmine si raggiunge con il “Gran Premio
di Merano”, una gara a ostacoli
tra le più importanti a livello internazionale
che ha luogo l’ultima domenica di settembre.
i
Abenteuerfahrt
auf der Passer
Vorbei an Stromschnellen, an imposanten
Walzen und Wasserfällen – wer nach dem
außergewöhnlichen Erlebnis sucht,
kann eine Wildwasserfahrt auf dem
Meraner „Hausfluss“, der Passer, wagen.
Das junge Team von Südtirol Rafting
besteht aus erfahrenen Raftguides,
die Einheimischen und Gästen einen
ungewohnten Blick auf eine vielfältige
Natur- und Flusslandschaft ermöglichen.
merano-galoppo.it
Nel 1985 veniva inaugurata con grandi
festeggiamenti l’Alta Via di Merano che da
30 anni è considerata uno degli itinerari
escursionistici più belli dell’Alto Adige.
Il percorso costeggia i bordi del Parco Naturale
di Tessa e permette di compiere un anello
di circa 100 km intorno all’omonimo gruppo
montuoso. Lungo il sentiero si trovano
vari punti tappa dove è possibile fare uno
spuntino, pernottare o trovare riparo in caso
di maltempo.
i
i
meranerland.com/alta-via-di-merano/
südtirolrafting.com
Un viaggio avventuroso
sul Passirio
Vedere da vicino rapide, vortici imponenti
e cascate: chi cerca un’esperienza fuori
dall’ordinario può provare una discesa sulle
acque vive del “fiume di casa”, il Passirio.
Il giovane team di Südtirol Rafting è composto
da esperte guide di rafting che accompagnano
turisti e abitanti della valle a scoprire da un
insolito punto di vista un paesaggio naturale
e fluviale assolutamente mai monotono.
i
südtirolrafting.com
8 //
www.meranomagazine.com
NR. 1 2015
Merano Vitae
Zeit für Entspannung
Von Anfang April bis Ende Juni 2015 findet
zum fünften Mal „Merano Vitae“ statt. Im
Zentrum der dreimonatigen Veranstaltung,
die Teil des Projektes „Südtirol Balance“ ist,
steht in diesem Jahr das Thema „Wasser
und Garten“. Zeit für Entspannung finden
die Besucher etwa bei einem gesunden
Merano Vitae-Frühstück, bei einer
Nachtwanderung zum Partschinser
Wasserfall oder bei einem Spaziergang
durch den Klostergarten Galanthus in Lana.
Meraner
Schokowürfel
Meisterliche Handwerkstradition unverwechselbar im Geschmack.
Dado meranese
al cioccolato
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meranerland.com/balance
Merano Vitae
Tempo di relax
Dall‘inizio di aprile alla fine di giugno 2015 si
svolgerà la quinta edizione di Merano Vitae.
Quest’anno la manifestazione della durata
di tre mesi, che fa parte del progetto
“Alto Adige Balance”, ha come tema Acqua
e Giardini. I visitatori possono godere di
piacevoli momenti di relax gustando una
sana Colazione Merano Vitae, o compiendo
un’escursione notturna alla Cascata
di Parcines o una passeggiata nei giardini
del Convento Galanthus a Lana.
i
meranodintorni.com/balance
Sommerskilauf
auf dem Gletscher
Un capolavoro della tradizione artigianale
dal gusto inconfondibile.
Vom 12. Juni bis 12. Juli 2015 sind
die Skipisten Grawand und Finail am
Schnalstaler Gletscher am Vormittag
geöffnet und sorgen auch im Hochsommer
für winterliches Flair. Die breiten Hänge
auf bis zu 3.200 Meter Höhe eignen
sich sowohl für Skianfänger als auch
für ambitionierte Skifahrer.
i
schnalstal.com
Sci estivo
sul ghiacciaio
Dal 12 giugno al 12 luglio 2015 le piste
da sci Grawand e Finail sul ghiacciaio
della Val Senales sono aperte al mattino
per permettere di godere del fascino
dell’inverno anche in piena estate.
Gli ampi pendii fino a 3.200 m di altitudine
sono adatti sia ai principianti che a
sciatori provetti.
i
valsenales.com
facebook.com/erbbrot
Selected for
Merano WineFestival
in Meran | a Merano
NR. 1 2015
Zentrum, Rennweg 50
ore 6-19 Uhr durchgehend/continuato
■ Centro,
Via delle Corse, 50
Tel. 0473 237 925
Obermais, Dantestr. 21
ore 6-13.00 Uhr / ore 15.30-19.00 Uhr
■ Maia Alta, Via Dante, 21
Tel. 0473 231 384
Untermais, Matteottistr. 40
ore 6-13.00 Uhr / ore 15.00-19.00 Uhr
■ Maia Bassa, Via Matteotti, 40 Tel.
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West, Enrico Toti Str. 43
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9
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Il ns. punto vendita in via delle Corse è aperto anche di domenica dalle ore 8.30-12.30!
news
Weg der Stille
Das Kaisermenü
Der 185. Geburtstag des österreichischen
Kaisers Franz Joseph I. im Jahr 2015 ist
Karl Platino, in der Gegend als „Onkel Taa“
bekannt, ein eigenes Menü wert.
Kein Wunder: Platino besitzt nicht nur
ein Restaurant in Partschins, sondern auch
das K.-u.-k.-Museum Bad Egart mit der
größten Habsburger-Privatsammlung der
Welt. Seinem Vorbild zuliebe wird sich das
Unikum wieder einen Vollbart wachsen
lassen.
i
onkeltaa.com
Stille bewusst erleben: Dazu lädt ein Wanderweg zum Klosterdorf
Karthaus im Schnalstal ein. Der Themenweg, auf dem Wanderer
auf Schilder mit philosophischen Zitaten treffen, gehört zum
Projekt „Silentium“, das Karthaus aufwerten will. So erzählt
am historischen Kreuzgang im Dorf ein Kurzfilm vom Leben
in dem ehemaligen Kloster.
i
schnalstal.com
La via del silenzio
Vivere il silenzio in modo consapevole: è l’esperienza suggerita
dal sentiero escursionistico che conduce al borgo conventuale
di Certosa, in Val Senales. Questo itinerario tematico, percorrendo
il quale i visitatori incontrano una serie di pannelli con citazioni
filosofiche, fa parte del progetto “Silentium” che ha lo scopo
di valorizzare la Certosa. Un breve filmato visibile nel chiostro
storico del borgo racconta la vita nell’antico convento.
i
Il menu dell’imperatore
valsenales.com
Nel 2015 cade il 185° compleanno
dell’imperatore austriaco Francesco Giuseppe I
e per Karl Platino, conosciuto dalle sue parti
come “Onkel Taa”, merita un menu speciale.
Niente di strano: Platino è proprietario non
solo di un ristorante a Parcines ma anche
del K.u.k. Museum Bad Egart (Museo reale
ed imperiale dei Bagni Egart), la più grande
collezione privata di cimeli asburgici del
mondo. E come omaggio al suo idolo questo
personaggio eccentrico si sta facendo crescere,
per l’ennesima volta, una barba del tutto
simile a quella dell’imperatore.
i
onkeltaa.com
10 //
www.meranomagazine.com
NR. 1 2015
Ad ogni piatto la sua birra.
Gusta tutto il sapore dell’Alto Adige.
Jedem Geschmack sein passendes Bier.
So schmeckt Südtirol.
NR. 1 2015
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r e is e * V i aggi o
Dem
Apfel
auf
der
Spur
Viaggio
alla
scoperta
della
mela
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NR . 1 2 0 1 5
Die Foodbloggerin und Buchautorin
Jeanny Horstmann war auf einer kulinarischen
Apfelreise im Meraner Land unterwegs.
Für Merano Magazine berichtet die Bremerin,
was sie dort erlebt hat.
Text / testo: Jeanny Horstmann
Fotos / foto: Jessica Preuhs
Jeanny Horstmann è una scrittrice e food blogger
tedesca scesa da Brema a Merano per un viaggio
culinario all’insegna della mela.
Ecco in esclusiva per Merano Magazine il resoconto
della sua esperienza.
NR . 1 2 0 1 5
// 13
r e i s e * Vi aggi o
1.
1. 2. Foodbloggerin Jeanny Horstmann:
„Ich reiste vier Tage lang durch das Apfelparadies
Meraner Land.“ | La foodblogger Jeanny
Horstmann: “Ho fatto un viaggio di quattro
giorni a Merano e dintorni, un vero paradiso
delle mele.”
2.
Quanto mi piacerebbe essere un
melo dell’Alto Adige!
Ein Südtiroler Apfelbaum müsste man sein!
Dieser Gedanke schwirrt mir bei jeder Reise in diese Region
am südlichen Alpenrand durch den Kopf. Mit alpin-mediterranem
Klima, Blick auf die Weinberge und Gletscher und netten Apfelbaumnachbarn, die im Frühjahr in hübschen Blütenreigen tanzen
und im Herbst mit ihren saftigen Früchten um die Wette glänzen.
Apfelbauern samt Familie würden sich um mich kümmern, das
alte Holz entfernen, hungrige Vögel fernhalten.
Ich durfte vier Tage lang als neugierige Kulinarikerin eine Reise
ins Apfelparadies Meraner Land erleben. In diesen Tagen habe ich
sicher eine Handvoll mehr Äpfel als den sprichwörtlich doch so gesunden, arztbesuchersparenden einen Apfel pro Tag genossen, sie
erntereif vom Baum gepflückt und verkostet. Ich habe frisch gepressten Apfelsaft getrunken, Apfelstrudel und Ofenpfannkuchen
mit Äpfeln gebacken, getrocknete Apfelchips geknuspert und mit
Apfelsekt angestoßen, um dann noch zu erfahren, dass der Apfel
in den Meraner Thermen gar die Hauptrolle in hübsch machenden
Kosmetika spielt.
14 //
www.meranomagazine.com
Questo è il primo pensiero che faccio
ogni volta che arrivo sul versante meridionale delle Alpi. Pensate: vivrei in un
clima quasi mediterraneo con vista su
vigneti e ghiacciai, in mezzo a tanti altri
meli con cui in primavera dare spettacolo con la nostra meravigliosa fioritura
mentre in autunno fare a gara a chi ha i
frutti più succosi… E poi avrei un contadino che si prende cura di me, mi taglia
i rami secchi e tiene lontano gli uccellacci affamati!
Sogni a parte, ho fatto un viaggio culinario di quattro giorni in quel paradiso
delle mele che è la zona di Merano e
dintorni, mangiando sicuramente più di
quella unica mela al giorno che dovrebbe togliere il medico di torno. Poi ho bevuto spremute di mela, cucinato strudel
e frittata dolce con mele, ho sgranocchiato chips di mela secca e brindato
con spumante alla mela, e ho addirittura
scoperto che la mela va alla grande
anche alle Terme di Merano, dove viene
usata nei trattamenti di bellezza.
NR. 1 2015
Passionierte Apfelbauern
3.
4.
Meine erste Station führt mich in die Talsohle des Burggrafenamtes, einem Talabschnitt nahe Meran. Inmitten von 50 Hektar
Obstwiesen liegt der Auhof. Der Betreiber Lorenz Bauer ist einer
von rund 7.500 Apfelbauern Südtirols, zumeist werden diese als
kleine Höfe mit durchschnittlich zwei bis drei Hektar Land betrieben. In Südtirol hat der Apfelanbau eine jahrhundertelange Tradition, Äpfel finden hier optimales Wuchsklima und je nach Apfelsorte werden sie in unterschiedlichen Höhenlagen angebaut.
Die Apfelbäume rechts und links des Weges sind mir bei meiner Ankunft das schönste Empfangskomitee. Auch der Schäferhund
freut sich über Besuch, schenkt uns einen großen Ast zur Begrüßung und zischt zwischen den Apfelhainen hin und her, um wahlweise einen vorbeikommenden Zug zu begrüßen oder sich Äpfel
zu pflücken.
Beim Mittagessen erfahren wir von Lorenz, genannt Lenz, und
seiner Frau Brigitte viel über die Apfelleidenschaft der fünfköpfigen Familie. Was in der heimischen Küche aus dem saftigen Obst
wird, das direkt vor dem Küchenfenster goldgelb und glänzendrot
wächst, möchte ich wissen, und wir sprechen lange über die typischen Südtiroler Apfelrezepte.
Schon der Gedanke an Scheiterhaufen (eine als Auflauf
Zutaten wie
gebackene Mehlspeise mit
Cranberrys
Äpfeln), Apfelschmarrn, Äpfeloder zerbröselte
kiachl (überbackene Apfelringe), Apfelmus und ApfelstruAmarettinidel lässt mein kulinarisches
Kekse geben dem
Herz pochen.
3. 4. Brigitte Bauer bewirtschaftet
mit ihrem Mann Lorenz den
Auhof in Meran. | Brigitte Bauer
gestisce con il marito Lorenz
il maso Auhof a Merano.
Una vita dedicata alle mele
La mia prima tappa è stata nelle
immediate vicinanze di Merano, dove
in mezzo a 50 ettari di frutteti si trova
l’agriturismo Auhof. Il titolare Lorenz
Bauer, detto Lenz, è uno dei 7.500 melicoltori che gestiscono aziende agricole
molto piccole, mediamente con due-tre
ettari di terreno. In Alto Adige la melicoltura vanta una tradizione plurisecolare,
perché qui la mela trova condizioni ideali e, a seconda della varietà, può essere
coltivata anche ad alta quota. Il sentiero
che porta al maso Auhof scorre tra filari
di meli che sembrano darci il benvenuto. Anche il pastore tedesco è contento
di avere visite e ci regala un grosso ramo
NR. 1 2015
Strudel
einen modernen
Touch.
prima di andare a scorrazzare tra gli
alberi, fermandosi ogni tanto a salutare
un treno che passa. A pranzo Lorenz, sua
moglie Brigitte e i tre figli ci raccontano
come sia nata la passione per le mele. Io
li tempesto di domande sulle possibilità
di utilizzo di quei meravigliosi frutti
gialli e rossi che si intravedono dalle
finestre, facendomi spiegare le ricette
più tipiche dell’Alto Adige. Non vi dico
l’acquolina in bocca che mi è venuta
sentendo parlare di Scheiterhaufen
(in tedesco significa rogo, ma è una torta
fatta di mele e pane), Apfelschmarrn
(frittata di mele), Äpfelkiachl (ciambelle
di mele fritte), mele cotte e, naturalmente, strudel.
// 15
r e i s e * Vi aggi o
Unterschiedliche Rezepte
Un mondo di ricette
Die Aussicht auf warmen Apfelstrudel aus Brigittes Küche motiviert uns, apfelkorbbestückt auf die Fahrräder zu steigen. Blauer
Himmel, Sonnenschein, nur ab und an ein Traktor des benachbarten Hofes im Hintergrund, sausen wir an den Apfelbäumen vorbei,
die dicht behangen sind. Schnell sind eine Handvoll Äpfel in den
Korb befördert und es geht zurück in die Bauernküche. Dort ist
Brigitte Bauer bereits mit der Zubereitung des Apfelstrudels beschäftigt. Die Südtiroler Variante des Kuchenklassikers wird mit
Mürbeteig gebacken und die Bäuerin verrät uns außerdem, dass
die Rezepte für Teig und Fülle von Familie zu Familie variieren.
In manchem Familienrezept dürfen Pinienkerne nicht fehlen,
die Apfelsortenvorlieben variieren ebenfalls und manchmal geben
Zutaten wie Cranberrys oder zerbröselte Amarettini-Kekse dem
Strudel einen modernen Touch. So vielfältig die Rezeptabwandlungen sind, eines haben sie mit dem Auhof-Strudel gemeinsam:
Kaum in den Ofen geschoben füllt sich das ganze Haus mit warmem Apfel-, Zimt- und Gebäckduft und wir würden uns am liebsten nie mehr von hier fortbewegen. Aber wir müssen weiter, es
gibt noch so viel zu entdecken.
Il pensiero dello strudel di mele
fatto da Brigitte ci fa scattare dalle sedie, prendere un cestino e inforcare le
bici. Sotto un cielo blu e uno splendido
sole autunnale, con l’unico brusio di
un trattore in lontananza, pedaliamo
tra meli carichi di frutti. Nel giro di
qualche minuto il cestino è già pieno
e torniamo in cucina
dove ci aspetta Brigitte Bauer, che intanto
Per dare
ha iniziato a prepaallo strudel
rare lo strudel. La vaun tocco
riante sudtirolese di
questo dolce prevede
di modernità
l’utilizzo della pasta
è possibile
frolla e inoltre la noaggiungere
stra padrona di casa
ci rivela che la ricetta
i cranberry o
cambia da famiglia
gli amaretti
a famiglia. A parte la
sbriciolati.
varietà di mele usate
che dipende dai gusti
personali, alcuni
per esempio ci mettono i pinoli, altri
– per dare un tocco di modernità – ci
aggiungono i cranberry o gli amaretti
sbriciolati. Differenze a parte, tutti gli
strudel hanno una cosa in comune:
appena messi in forno, riempiono tutta
la casa di un meraviglioso profumo di
mela, cannella e lievito. Non vorremmo più andarcene da qui, a malincuore
però dobbiamo ripartire perché ci sono
tante altre cose da scoprire.
3.
1.
5.
2.
1. Die Rezepte für Teig und Fülle des Apfelstrudels variiert von Familie zu Familie. |
La ricetta per la pasta e il ripieno dello strudel di mele varia da famiglia a
famiglia. 2. Lorenz Bauer mit Sohn Stephan. | Lorenz Bauer con il figlio Stephan.
3. Unsere Autorin Jeanny Horstmann verbrachte einen Tag auf dem Auhof. |
La nostra autrice Jeanny Horstmann ha trascorso un’intera giornata all’Auhof.
16 //
www.meranomagazine.com
NR. 1 2015
4.
6.
5.
4. 5. 6. Der Apfelanbau hat in Südtirol eine jahrhundertelange
Tradition. Die rund 7.500 Apfelbauern betreiben zumeist kleine
Höfe mit durchschnittlich zwei bis drei Hektar Land. | In Alto
Adige la coltivazione delle mele ha una tradizione secolare.
I circa 7.500 coltivatori gestiscono perlopiù masi di piccole
dimensioni con due o tre ettari di terra. 7. Der Apfelsekt
vom Sandwiesnhof in Gargazon. | Lo spumante di mele del
Sandwiesn-Hof a Gargazzone. 8. Magdalena Thuile führt mit
ihrem Mann Peter den Obsthof. | Magdalena Thuile gestisce
l’azienda frutticola con il marito Peter.
7.
8.
Sprudeliges Apfelgetränk
Denn mit Apfelsekt möchte ich gerne noch anstoßen, das ist
für mich eine neue Form der Apfelveredelung. Ich habe viel darüber gelesen und möchte mich persönlich vom sprudeligen Getränk
überzeugen. Der prickelnde, trockene Apfelsekt wird seit 2010 auf
dem Sandwiesnhof in Gargazon hergestellt.
Für die Herstellung verwendet der Produzent Peter Thuile
ausgelesene Früchte der Apfelsorten Pink Lady, Granny Smith und
Braeburn. „Hohe Sonneneinstrahlung und die optimale Reife der
Äpfel sind Voraussetzungen für die Entstehung der Apfelaromen“,
erklärt uns Magdalena Thuile, die zusammen mit ihrem Mann
Peter den Hof führt. Wir knabbern dabei ofengetrocknete Apfelchips und ich erfahre, wie das Projekt des Sandwiesnhofs geboren
wurde und wie die Familie den ökologischen Gedanken dahinter
tagtäglich lebt.
Der Thuilesche Apfelsekt ist einzigartig in Südtirol und ein echtes
Unikat: Er ist traditionell flaschenvergoren, ohne jegliche Zusatzstoffe und auch ohne Schwefel. Der Sekt enthält
keinen Restzucker, eignet sich somit auch für
Diabetiker und hat nur einen geringen AlkoDer Thuilesche
holanteil. Er passt hervorragend zu mediterraApfelsekt
nen Gerichten und ist nur in begrenzter Menge erhältlich. Wer sich den kleinen, familiär
ist einzigartig
geführten Obsthof genauer ansehen möchte,
in Südtirol
kann dort sogar seinen Urlaub verbringen und
und ein echtes
inmitten der Obstwiesen dem Meraner Land,
seinen Leuten und Produkten nah sein.
Unikat.
NR. 1 2015
4.
// 17
r e i s e * Vi aggi o
Lo spumante
di mele della
famiglia Thuile
è unico
in Alto Adige.
1.
Anche le mele fanno le bollicine
Tra le cose da scoprire una è senza
dubbio lo spumante di mela, che non
vedo l’ora di assaggiare da quando
ho scoperto che con le mele si fanno
anche le bollicine... Dopo essermi
informata su questa novità, è ora di
conoscerla di persona. Il posto giusto
è l’agriturismo Sandwiesn-Hof di
Gargazzone, dove dal 2010 si produce
uno spumante di mela asciutto e dal
gusto frizzante. Il produttore si chiama
Peter Thuile e per il suo spumante usa
solo mele selezionate delle varietà
Pink Lady, Granny Smith e Braeburn.
“L’ottima esposizione degli alberi e
la perfetta maturazione delle mele
sono i segreti del caratteristico aroma
fruttato”, ci spiega Magdalena Thuile,
che porta avanti il maso assieme a suo
marito Peter.
Mentre sgranocchiamo delle deliziose
chips di mela essiccate al forno, i titolari
ci raccontano come sia nato il progetto
del Sandwiesn-Hof e come il rispetto
dell’ambiente sia alla base del loro lavoro quotidiano. Lo spumante di mele della famiglia Thuile è unico in Alto Adige.
Fermentato in bottiglia senza additivi
aggiunti, nemmeno lo zolfo, è privo di
zuccheri residui e quindi può essere
tranquillamente gustato anche dai
diabetici; inoltre ha un basso contenuto
alcolico. Prodotto in piccole quantità, lo
spumante di mele si abbina a meraviglia
ai piatti della cucina mediterranea.
Ah, in questa piccola azienda agricola
potete anche venirci in vacanza: immersi tra i frutteti conoscerete da vicino la
regione meranese, la sua gente e i suoi
prodotti.
18 //
www.meranomagazine.com
2.
Auszeit vom Apfel
Wohlgenährt und -getränkt falle ich ins weiche Bett in der Pension Ottmanngut in Meran. Am nächsten Morgen geht es direkt
ins Ultental, eine gute halbe Stunde Fahrtzeit von Meran entfernt.
Mein Hobbybäckerherz soll mit eigens geschütteltem Brot erfreut
werden. Die Bäckerei Ultner Brot steht in der Tradition handwerklicher Backkunst, das Schüttelbrot wird hier noch handgefertigt und
nicht maschinell in Form gebracht.
Ich sehe Richard Schwienbacher in seiner Backstube in St. Walburg dabei zu, wie schnell und geschickt er die einzelnen Schüttelbrote schüttelt. Das beflügelt mich, es ihm nachzumachen. Sieht
leichter aus, als es ist, die Teigkugel durch gleichzeitiges Hochstupsen und Drehen des Schütteltellers zu einem flachen Kreis
werden zu lassen, bevor das Brot in den Ofen geschoben werden
kann. Ich darf das von mir eigenhändig geschüttelte Brot wenig
später fertig gebacken in Empfang nehmen und verkosten. Das
getrocknete, knusprige Brot wurde früher vor allem wegen seiner
langen Haltbarkeit für Almhütten bevorzugt, wenn Frischware
schwierig zu erhalten war. Man erkennt handgeschütteltes Brot
übrigens an der sogenannten Seele, dem Herz in der Mitte des
Brots. Durch das Schütteln mit Hand ist das Brot in der Mitte dünner, während industriell gefertigtes Schüttelbrot an allen Stellen
gleichmäßig dick ist.
NR. 1 2015
1. Einblick in die Pension Ottmanngut
in Meran. | L’interno della residenza
Ottmanngut a Merano. 2. Der Apfelsekt
enthält keinen Restzucker und eignet sich
somit auch für Diabetiker. | Lo spumante
di mele non contiene zuccheri residui;
per questo può essere bevuto anche dai
diabetici. 3. 4. 5. 6. In der Bäckerei Ultner
Brot in St. Walburg im Ultental: Hier wird das
Schüttelbrot noch handgefertigt und nicht
maschinell in Form gebracht. | Nel panificio
Ultner Brot a Santa Valburga: qui il pane
croccante di segale viene ancora fatto
a mano, senza l’utilizzo di macchinari.
3.
4.
5.
6.
Evviva il pane scosso (a mano)!
Dopo aver mangiato e bevuto come
una regina, non c’è niente di meglio
che sprofondare nel morbido letto
della pensione Ottmanngut di Merano. L’indomani siamo nuovamente in
marcia verso la Val d’Ultimo, a poco più
di mezz’ora di strada da Merano. Non
vedo l’ora di conoscere il famoso Schüttelbrot che nel panificio Ultner Brot,
dove l’arte della panificazione è rimasta
quella di una volta, viene ancora fatto
a mano.
Arrivati a Santa Valburga entriamo
nel regno di Richard Schwienbacher
proprio mentre il mastro panettiere sta
scuotendo con gesti rapidi e sapienti le
pagnotte di Schüttelbrot, che in tedesco
significa appunto “pane scosso”.
NR. 1 2015
Mi viene voglia di provarci, anche
perché sembra così facile prendere
le focacce crude, farle roteare su un
piatto rotondo finché diventano sottili
e metterle in forno. Ad ogni modo,
dopo qualche minuto di cottura, posso
gustare la prima pagnotta di Schüttelbrot scossa con le mie stesse mani.
In passato, quando non c’erano tanti
modi per conservare le derrate alimentari,
questo tipo di pane croccante e asciutto era molto diffuso proprio grazie alla
sua lunga conservazione. Per capire se
uno Schüttelbrot è stato scosso a mano
bisogna guardare la cosiddetta “anima”,
ovvero il centro della pagnotta: se è più
sottile dei lati, allora è stato lavorato a
mano, mentre il pane industriale ha uno
spessore uniforme.
// 19
r e i s e * Vi aggi o
2.
1.
Eigene Kosmetiklinie
La mela rende anche più belli
Mein letzter Stopp auf der Tour durch die Region ist die Therme
Meran, welche die Tradition Merans als Kurstadt aufgegriffen hat
und heute neue Impulse in Sachen Wohlfühlen setzt. Und siehe
da: Hier wird der Apfel auch kosmetisch und in der Massage angewandt. Ob Peelings mit Apfelseifenschaum oder Körperpackungen
mit Apfelstammzellen, es wurde sogar eine eigene Kosmetiklinie
entwickelt, die auf den reinen Wirkstoffen des Apfels basiert. Die
feuchtigkeitsspendenden Eigenschaften des Südtiroler Apfels in
Augencremes, Badeöl oder Gesichtsmilch schützen die Haut vor
dem Austrocknen. Ich verlasse Meran mit dem Wissen: An apple a
day hält nicht nur den Doktor fern, sondern auch die Falten, und
mein nächster Besuch in Meran wird wohl einen ganzen Tag Apfelbehandlung in der Therme beinhalten.
L’ultima tappa di questo breve tour
ha come meta le Terme di Merano, che
hanno riportato in auge la fama di Merano come città di cura e oggi sono uno
dei centri di benessere più gettonati.
E chi incontriamo? Ancora le mele, che
qui vengono usate nei trattamenti di
bellezza e nei massaggi. C’è il peeling
con schiuma di sapone alla mela, gli
impacchi corpo alle cellule staminali di
mela, c’è persino una linea cosmetica
basata sui principi attivi della mela:
le proprietà idratanti della mela altoatesina vengono sfruttate per preparare
creme per gli occhi, oli da bagno e latte
detergente per pelli secche. Ragion per
cui mi congedo da Merano con una
nuova certezza: una mela al giorno toglie
di torno non solo il medico ma anche
le rughe. E vi garantisco che la prossima
volta che verrò a Merano, me ne starò
una giornata intera alle Terme a provare
i trattamenti alle mele.
3.
1. 2. 3. In der Therme Meran
kommt der Apfel bei kosmetischen
Behandlungen und Massagen
zur Anwendung. | Alle Terme
Merano si utilizzano le mele
per trattamenti cosmetici e
massaggi.
20 //
www.meranomagazine.com
NR. 1 2015
Interessante s
über den Apfel
A proposito di m e l e . . .
sapevate che?
Über 7.500 Apfelsorten sind
derzeit bekannt. Nur wenige
Sorten werden davon für den
kommerziellen Obstanbau
genutzt.
---
A oggi si conoscono più di
7.500 varietà di mele. Sono
però molto poche le varietà
utilizzate per la coltivazione
commerciale.
---
Archäologen haben Hinweise dafür gefunden, dass die
Menschen schon 6.500 vor
Christus Äpfel als Nahrungsmittel nutzten.
---
Gli archeologi hanno appurato che già 6.500 anni prima
di Cristo la mela faceva parte
dell’alimentazione umana.
---
Der Apfel kommt ursprünglich
aus Zentral- und Westasien
und wurde bereits rund 10.000
vor Christus im heutigen
Kasachstan angebaut.
--Der Apfel reiste in der Antike
nach Europa, wo er von den
Römern und Griechen kultiviert wurde. Besonders bei
den Griechen galt der Apfel
als Aphrodisiakum.
--Als älteste Apfelsorte gilt
der Borsdorfer Apfel. Er wird
schon im Hochmittelalter
um 1100 in den Schriften der
Zisterzienser der Abtei Pforta
erwähnt.
--Aus dem antiken Persien
überliefert, gilt der Apfel
schon sehr lange als Symbol
der herrschaftlichen Macht. Im
Mittelalter wurde daraus der
„Reichsapfel“, den ab sofort
der König mit sich herum trug,
um Vollkommenheit auszustrahlen.
--Der Apfel gehört neben
Birne, Himbeere und Kirsche
botanisch zu den Rosengewächsen.
Le origini della mela affondano nell’Asia centrale e
occidentale e già 10.000 anni
prima di Cristo veniva coltivata nell’odierno Kazakistan.
--La mela è arrivata in Europa
nell’antichità e fu coltivata
sia dai Greci che dai Romani.
I Greci tra l’altro attribuivano
alla mela un potere afrodisiaco.
---
Hof
Verkauf ab
tta
Vendita dire
8422
+39 333 252
Si ritiene che la varietà più
antica sia la mela di Borsdorf,
citata già durante l’Alto
Medioevo (XII secolo) nei
manoscritti dell’abbazia cistercense di Pforta in Sassonia.
--Sulle orme di una credenza
risalente agli antichi Persiani, la mela è stata a lungo
ritenuta un simbolo del potere
signorile. Nel Medioevo
diventò persino il simbolo
della perfezione reale: il globo
crucigero infatti in tedesco si
chiama Reichsapfel (la mela
del regno)
--La mela appartiene alla
famiglia delle Rosacee, di cui
fanno parte anche la pera,
il lampone e la ciliegia.
Sandwiesen-Hof
Bahnhofstraße 23, Via Stazione
I - 39010 Gargazon/Gargazzone (BZ)
[email protected]
www.sandwiesn.it
NR . 1 2 0 1 5
// 21
Ofenpfannkuchen
mit Äpfeln
rezepte
ric ette
frittata dolce al forno
alle mele
1 Apfel, entkernt, geschält,
in dünne Scheiben
geschnitten
1 EL Zucker
2 Eier
125 ml Milch
60 g Mehl
1 Prise Salz
¼ TL Zimt
1 TL Butter
22 //
1.
Den Ofen auf 220°C Ober- und
Unterhitze vorheizen.
2.
Eier, Milch, Mehl, Salz und Zimt
zu einem glatten Teig verrühren.
3.
Butter in eine ofenfeste Pfanne
(Durchmesser 20 cm) geben und
kurz in den Ofen stellen, bis
die Butter geschmolzen ist.
4.
Den Teig einfüllen, die Äpfel
darüber geben und alles circa
15 Minuten im Ofen backen.
5.
Den Pfannkuchen aus dem Ofen
holen und mit Puderzucker
bestreuen.
www.meranomagazine.com
1 mela sbucciata
e senza torsolo,
tagliata a rondelle sottili
1 cucchiaio di zucchero
2 uova
125 ml di latte
60 g di farina
1 pizzico di sale
¼ di cucchiaino di cannella
1 cucchiaino di burro
1.
Preriscaldare il forno
(cottura tradizionale) a 220 °C.
2.
Fare un composto omogeneo con
uova, latte, farina, sale e cannella.
3.
Mettere brevemente in forno una
teglia (diametro 20 cm) con il burro
finché si scioglie.
4.
Versare il composto nella teglia,
distribuire sopra le mele e lasciare
in forno per un quarto d’ora circa.
5.
Togliere dal forno la frittata
e spolverare con zucchero a velo.
NR. 1 2015
Das original
Auhof-Apfelstrudelrezept
lo strudel di mele
originale
del maso Auhof
Für den Mürbeteig
300 g Mehl
150 g Butter
150 g Zucker
1 Eigelb
etwas Milch
Vanillezucker
etwas Zitronenschale
Für die Füllung
1,5 kg Äpfel, ungeschält
100 g Zucker
etwas Rum
100 g geriebene Haselnüsse
Saft einer Zitrone
1 Msp Zimt
etwas Butter
1 Ei, verquirlt
Puderzucker
NR. 1 2015
1.
Für den Mürbeteig alle Zutaten auf
einem Brett zu einem homogenen
Teig verkneten, circa 1 Stunde im
Kühlschrank ruhen lassen.
2.
Den Ofen auf 180 °C Ober- und
Unterhitze vorheizen. Ein
Backblech mit Backpapier
versehen.
3.
Die Äpfel schälen, entkernen,
dünn hobeln, mit Zucker,
Rum, geriebenen Haselnüssen,
Zitronensaft und Zimt vermengen.
4.
Die Butter in einer Pfanne
zerlassen, darin die Apfelmixtur
leicht andünsten.
5.
Den Mürbeteig zu einem
gleichmäßig dicken Oval ausrollen,
auf das Backblech legen, in
der Mitte des Teigstreifens die
vorbereitete Fülle aus Äpfeln
gleichmäßig verteilen, die
Teigränder übereinanderschlagen,
mit verquirltem Ei bestreichen
und circa 30 Minuten goldbraun
backen.
6.
Vor dem Servieren mit Puderzucker
bestreuen.
Per la pasta frolla
300 g di farina
150 g di burro
150 g di zucchero
1 tuorlo d’uovo
un po’ di latte
zucchero vanigliato
una scorza di limone
Per il ripieno
1,5 kg di mele non sbucciate
100 g di zucchero
un goccio di rum
100 g di granella di nocciole
il succo di un limone
un pizzico di cannella
un po’ di burro
1 uovo sbattuto
zucchero a velo
1.
Per l’impasto: su un piano di lavoro
amalgamare tutti gli ingredienti
fino a ottenere un composto liscio
che viene fatto riposare poi per
un’ora in frigo.
2.
Preriscaldare il forno (cottura
tradizionale) a 180 °C e rivestire
una teglia con carta da forno.
3.
Per il ripieno: sbucciare le mele,
togliere i torsoli, tagliarle a fettine
sottili e metterle a macerare
assieme a zucchero, rum, granella
di nocciole, succo di limone e
cannella.
4.
Fare sciogliere il burro in una
padella e abbrustolire leggermente
il ripieno con le mele.
5.
Stendere la pasta frolla a forma
di ovale, metterla nella teglia, porre
al centro dell’impasto il ripieno con
le mele distribuendolo in maniera
uniforme, chiudere l’impasto
sovrapponendo i due bordi,
spennellare con l’uovo e fare dorare
in forno per circa 30 minuti.
6.
Prima di servire spolverare
lo strudel con lo zucchero a velo.
// 23
P r o d uk t e * P r o d o t t i
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p o rt r ä t * r i t r at t o
il virtuoso
dei
mobili
Der
Möbelvirtuose
26 //
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NR . 1 2 0 1 5
Der Meraner Martino Gamper
begann mit 15 Jahren eine
Tischlerlehre. Heute lebt er als
Stardesigner in London.
text / testo: Irina Ladurner
Il meranese Martino Gamper
ha iniziato a 15 anni come
apprendista falegname. Oggi vive
a Londra ed è una star del design.
Als Kind spielte der 1971 in Meran geborene Designer
Martino Gamper manchmal in den verlassenen Räumen des Hotels
Paradiso im Martelltal, einem Seitental des Vinschgaus. Der einstige Prachtbau stammt aus der Feder des Mailänder Stararchitekten
und Designers Gio Ponti. Jahrzehnte später entdeckte Gamper den
berühmten Architekten neu: Für die Ausstellung „If Gio Only Knew“
(wenn Gio nur wüsste) im Triennale Design Museum in Mailand im
Jahr 2007 zersägte Gamper alte und nicht mehr benutzte Möbelstücke aus einem anderen von Ponti gestalteten Hotel im süditalienischen Sorrent und setzte sie neu zusammen – eine Hommage
an den verstorbenen Designer, dessen Stücken er so eine neue
Existenz gab.
Gamper (44) zerstört, kombiniert, gestaltet neu. „100 Chairs in
100 Days“ nennt sich das Projekt, mit dem er 2007 in den DesignOlymp aufstieg, wobei ihn das „Wall Street Journal“ schon zuvor
zu den weltweit wichtigsten aufstrebenden Designern zählte. Zwei
Jahre lang sammelte er alte Stühle, fand sie auf dem Sperrmüll und
in den Straßen Londons. Er nahm sie auseinander, setzte jeden
Tag ihre Einzelteile zu einem neuen Stuhl zusammen. 100 Stühle entstanden auf diese Weise. Gamper war nicht auf der Suche
nach dem perfekten Möbelstück, es war der Entstehungsprozess, der ihn antrieb. Er sagt: „Die Restriktionen waren hier das
Schlüsselelement: auferlegt durch das Material, den Stil und das
Design der gefundenen Stühle und natürlich durch die begrenzte
Zeit – 100 Tage.“ Das Ergebnis sind vollkommen unterschiedliche
Stücke, manchmal bizarr, manchmal unbequem, immer aber überraschend. Ausgestellt wurden sie erstmals in London, später in
Mailand und San Francisco.
NR. 1 2015
Quand’era bambino il designer Martino Gamper, nato a Merano nel 1971, andava a
giocare di tanto in tanto nei locali abbandonati
dell’Hotel Paradiso in Val Martello, una laterale
della Val Venosta. Questo albergo dal passato
splendido era stato progettato dal grande architetto e designer milanese Gio Ponti. Qualche
decennio più tardi Gamper riscoprì il celebre architetto, facendo a pezzi con la sega alcuni vecchi arredi non più in uso di un altro albergo realizzato da Ponti a Sorrento e riassemblandoli in
forme inedite per la mostra “If Gio Only Knew”
(se solo Gio sapesse), presentata al Triennale Design Museum di Milano nel 2007: un
omaggio al designer scomparso, ai cui mobili ha
regalato una nuova esistenza. Gamper distrugge,
combina, ricrea. “100 Chairs in 100 Days” è il
titolo della performance che sempre nel 2007
l’ha fatto entrare nell’olimpo del design, anche
se già prima il Wall Street Journal l’aveva inserito tra i maggiori designer emergenti a livello
internazionale. Dopo avere raccolto per due
anni vecchie sedie trovate a Londra per strada
o tra i rifiuti ingombranti, le disassemblava e
ricomponeva i pezzi di più sedie in modo da
ottenere una sedia completamente nuova al
giorno, per 100 giorni; con questo procedimento ha realizzato 100 sedie, originali e uniche.
Gamper non era alla ricerca del mobile perfetto
ma era affascinato dal processo creativo: “L’elemento chiave in questo caso erano i vincoli:
quelli imposti dal materiale, dallo stile e dal
design delle sedie trovate e naturalmente anche
dal tempo limitato, 100 giorni”. Sono nate sedie
completamente diverse tra loro, a volte bizzarre
e a volte scomode, però sempre sorprendenti.
Sono state esposte per la prima volta a Londra e
in seguito a Milano e a San Francisco.
// 27
p o rt r ä t * r i t r at t o
Rund um den Globus
Der Meraner ist angekommen in der Welt des Designs. Der Weg
dorthin führte ihn über Hollywood, Wien und Mailand bis nach
London. Begonnen hatte die erfolgreiche Geschichte in Meran. Mit
15 Jahren begann er seine Tischlerlehre, vier Jahre später zog es
ihn hinaus in die Welt: nach Asien, Australien und Amerika. „Ich
tat das, was man als Südtiroler halt so kann. Ich half bei der Obstund Gemüseernte, kochte beim Italiener“, erzählt Gamper. In Los
Angeles traf er auf einen wohlhabenden Zahnarzt. Der vertraute
auf das italienische Handwerk und drückte dem Tischler Schlüssel
und Kreditkarte in die Hand. Er solle ihm doch Haus und Garten
neu stylen. Das Ergebnis begeisterte ihn, er reichte Gamper in Hollywood herum.
Zurück in Südtirol begann für den mittlerweile 21-Jährigen die
nächste Reise. In Wien bewarb er sich an der Akademie für angewandte sowie an jener für bildende Kunst. Er schaffte es an beide.
Ein Jahr lang studierte Gamper parallel Bildhauerei und Produktdesign, dann entschied er sich fürs Designstudium. „Ich wollte etwas
Konkretes machen, nicht Künstler spielen“, erklärt Gamper. Der
Südtiroler Designer und Architekt Matteo Thun wurde auf das junge Talent aufmerksam und holte ihn in sein Studio nach Mailand.
Einen Sommer lang sollte er in seinem Studio arbeiten. Daraus
wurden zwei Jahre, in der Abteilung für Industriedesign gestaltete
er Besteck, Tassen, Kaffeemaschinen für Kunden wie Lavazza oder
Melitta. Weil er sein Studium beenden wollte, jettete er zwischen
Mailand und Wien hin und her. 1998 bewarb er sich schließlich am
Royal College of Art in der Designmetropole London – und wurde
aufgenommen.
1. 2. 3. Martino Gamper liebt Ecken und interpretiert sie neu. Mit Erfolg: Erst Ende
2014 wurde der gebürtige Meraner als „Designer of the year“ (Icon Award 2014)
ausgezeichnet. | Martino Gamper ama gli angoli e li reinterpreta con successo:
alla fine del 2014 questo insigne meranese ha ricevuto il riconoscimento di
“Designer of the year” (Icon Award 2014).
2.
1.
In giro per il mondo
Questo meranese ha fatto fortuna nel design
seguendo una strada che l’ha portato a Londra
passando per Hollywood, Vienna e Milano;
ma è da Merano che parte la storia del suo
successo. A Merano ha iniziato a 15 anni il suo
apprendistato come falegname, poi quattro
anni più tardi gli è venuta voglia di vedere
il mondo: Asia, Australia e America. “Facevo
semplicemente quello che sapevo fare da
altoatesino. Aiutavo a raccogliere la frutta e
la verdura, cucinavo italiano”, racconta Gamper.
A Los Angeles il falegname incontrò per caso
un dentista benestante che aveva molta fiducia
negli artigiani italiani e che gli mise in mano
le chiavi di casa e la carta di credito commissionandogli il restyling della sua villa con
giardino. E fu così entusiasta del risultato da
far conoscere Gamper in tutta Hollywood.
Una volta tornato in Alto Adige per l’ormai
ventunenne Gamper iniziò un altro viaggio.
A Vienna presentò domanda di ammissione
all’Accademia di arti applicate e all’Accademia
di belle arti. Fu accettato da entrambe e per
un anno studiò parallelamente sia scultura
che product design, per poi scegliere definiti-
3.
28 //
www.meranomagazine.com
NR. 1 2015
2.
3.
4.
1. 3. 4. Bekannt wurde Gamper 2007 mit seinem Projekt „100 chairs in 100 days“,
bei dem er 100 alte Stühle zu ebenso vielen neuen Sitzkreationen zusammenbaute. |
Gamper è salito alla ribalta internazionale nel 2007 con il progetto “100 chairs
in 100 days“ che prevedeva di scomporre e riassemblare 100 vecchie sedie
realizzando altrettante sedie completamente nuove.
1.
Möbeln Geschichten entlocken
Heute hat Gamper ein Studio in London, unterrichtet selbst am
Royal College of Art. Der Designer entwirft Objekte in limitierten
Editionen und halb industriell hergestellte Werke, arbeitet im Innen- und Ausstellungsdesign. 2011 rief ihn die Arbeit in die Südtiroler Heimat. Er gestaltete die „Passage“ im Erdgeschoss des Bozner Museion, des Museums für zeitgenössische Kunst. Sie ist als
Treffpunkt und Aufenthaltsort konzipiert, wurde für Diskussionen,
Symposien oder Buchvorstellungen genutzt. Ab Juni 2015 zeigt das
Museion Gampers jüngstes Werk „design is a state of mind“, eine
Landschaft aus Regalsystemen von 1930 bis heute.
„Ich wollte Design nutzen, um Design zu präsentieren“, beschreibt Gamper das Projekt. Die Ausstellung vereint Regale befreundeter Designer, seiner Studenten sowie seine eigenen. Sie
zeichnet die Geschichte dieser Designobjekte und dokumentiert
zugleich die Art, wie wir Gegenstände darauf organisieren, archivieren und präsentieren. Gamper stöberte dafür in den Sammlungen von Freunden und Kollegen und lässt den Ausstellungsbesucher teilhaben an deren ganz persönlichem Besitz.
Design ist für Gamper Kunst, die man aber auch benutzen kann.
„Meine Stühle sind selten bequem, aber man kann darauf sitzen“,
NR. 1 2015
vamente il secondo. “Volevo fare qualcosa di
concreto, non giocare a fare l’artista”, spiega
Gamper. Il giovane talento fu notato dal designer e architetto altoatesino Matteo Thun che
lo chiamò nel suo studio di Milano. Inizialmente doveva collaborare solo per un’estate; che
poi divennero due anni. Nella divisione che si
occupa di disegno industriale progettò posate,
tazze e macchine da caffè per clienti come
Lavazza e Melitta, mentre faceva la spola in
aereo tra Milano e Vienna per concludere
i suoi studi. Nel 1998, infine, fu accettata la sua
iscrizione al Royal College of Art a Londra, la
capitale mondiale del design.
Tirare fuori dai mobili le loro storie
Oggi Gamper ha uno studio di design a
Londra e insegna proprio al Royal College of Art.
Disegna oggetti a tiratura limitata e produzioni
semi-industriali, progetta interni e allestimenti
espositivi. Nel 2011 il lavoro l’ha richiamato
nella sua terra, l’Alto Adige, dove ha progettato
il “Passage” al piano terra del Museion, il Museo
di arte contemporanea di Bolzano. Concepito
come un luogo di incontro e di sosta per i
visitatori, è utilizzato per dibattiti, convegni e
// 29
p o rt r ä t * r i t r at t o
1.
2.
sagt der gebürtige Meraner. Der Designer seziert Gegenstände,
um der Geschichte ihrer Macher auf die Spur zu kommen. Es sind
alte, weggeworfene, vergessene Objekte, die er neu zusammensetzt, deren Geschichte er weiterspinnt. „Ein Tischler sucht nach
Perfektion, und das schien mir wie eine Bürde“, sagte er vor Jahren
einmal. Das erklärt vielleicht, wie aus dem Tischlerlehrling der Designer Martino Gamper werden konnte.
30 //
www.meranomagazine.com
1. 2. Zusammen mit einem Designerteam gibt Martino Gamper
kulinarischen Events einen neuen Zuschnitt. | In collaborazione
con un team di designer, Martino Gamper dà un nuovo
taglio agli eventi culinari.
presentazioni di libri. Da giugno 2015 il
Museion metterà in mostra l’opera più recente
di Gamper, intitolata “design is a state of mind”:
si tratta di un paesaggio composto da sistemi
di scaffalature che vanno dal 1930 a oggi.
“Volevo utilizzare il design per presentare
il design”, così descrive il progetto Gamper.
La mostra riunisce scaffali di designer suoi
amici, di suoi studenti o posseduti da lui stesso. È una mostra che traccia la storia di questo
arredo e documenta allo stesso tempo il modo
in cui organizziamo, archiviamo e presentiamo
gli oggetti che ci appoggiamo sopra. Gamper
ha rovistato nelle collezioni di amici e colleghi
per fare in modo che il visitatore condivida un
possesso che in genere è del tutto personale.
Per Gamper il design è arte che ha anche una
funzione pratica. “Le mie sedie sono raramente
comode, ma ci si può sedere sopra”, dichiara.
Da designer seziona meticolosamente gli oggetti per ripercorrere la storia dei loro artefici.
Si tratta di vecchi oggetti dimenticati e gettati
via che egli ricompone di nuovo, continuando
a tesserne la storia. “Un falegname cerca la perfezione, e questo mi sembrava un po’ un peso”,
ha affermato qualche anno fa. Questo spiega
forse in che modo l’apprendista falegname sia
potuto diventare il designer Martino Gamper.
NR. 1 2015
1. Unbekannter Künstler,
Anna Maria von Künigl
im Alter von 7 Jahren, 1642,
Privatbesitz
Pittore sconosciuto,
Anna Maria von Künigl
all’età di 7 anni, 1642,
Collezione privata
2. Robert Fleischanderl,
Girl, 2012, Privatbesitz
Collezione privata
3. Albin Egger-Lienz,
Ila auf einer Atelierstaffel
sitzend, 1920,
LENTOS Kunstmuseum Linz
Albin Egger-Lienz,
Ila seduta nell’atelier, 1920,
LENTOS Kunstmuseum Linz
2.
3.
1.
Der Traum
vom späteren
Leben.
Il sogno
della vita
che verrà.
Anfang Juli 2015 öffnet das Landesmuseum für Kulturund Landesgeschichte auf Schloss Tirol die Tore für eine
Ausstellung mit einem bisher nie speziell bearbeiteten
Thema der Tiroler Kulturgeschichte: Kinderbildnisse
und Kinderporträts von den Anfängen des Sujets bis
zu deren Wahrnehmung in der Gegenwart.
Die ersten Kinderbildnisse entstehen im Umfeld der
kaiserlichen Familie. So lässt Ferdinand I. seine Kinder
vom Maler Jakob Seisenegger porträtieren. Im Porträt
werden die Sprösslinge im 16. und 17. Jahrhundert
häufig in ihrer von Geburt an vorbestimmten Funktion
dargestellt. Zum Bestand der Ausstellung zählen aber
auch Totenbilder oder zahlreiche Bildnisse, die das
Kindsein der Dargestellten hervorheben.
Im Spätbarock greift der Typus des Familienbildes, das
seine Ursprünge wiederum in der Bildniskultur der
Höfe in der frühen Neuzeit hat, auch auf den bürgerlichen Stand über. Es entsteht ein Genre, das bis heute
existiert: Väter porträtieren die eigenen Kinder. Während die Befindlichkeit des Kindes in der Aufklärung
in den Vordergrund rückt, werden Kinderbilder im
19. Jahrhundert und in der Biedermeierzeit im bürgerlichen Stand verortet: In den Bildnissen erscheinen sie
zusammen mit ihren Eltern und/oder Geschwistern.
Die Porträtkultur im 20. Jahrhundert wird von der
Expressivität beherrscht. Auch die Fotografie konnte das Kinderporträt nicht gänzlich verdrängen, das
zunächst in den traditionellen Formen verhaftet bleibt
und sich erst allmählich zu einem neuen, individuelleren Sehen entfaltet. Die Ausstellung bietet anhand von
rund 80 Objekten die erste Gesamtschau zum Thema
aus gesellschaftshistorischer Sicht.
Ai primi di luglio 2015 il Museo storico-culturale
della Provincia di Bolzano Castel Tirolo inaugurerà
una mostra dedicata a un tema della storia culturale
tirolese finora mai trattato: la ritrattistica infantile
dagli albori del suo sviluppo fino ai giorni nostri.
Le prime opere di questo genere nascono nella
cerchia della famiglia imperiale, intorno al XVI secolo.
Ferdinando I per esempio fece ritrarre i propri figli
da Jakob Seisenegger. Il ritratto mostrava già chiaramente il destino che attendeva i rampolli che tra
il XVI e il XVII secolo venivano spesso rappresentati
con i segni distintivi della carica spettante loro per
nascita; anche i ritratti dei defunti facevano parte di
questo genere pittorico.
Nel tardo Barocco il ritratto di famiglia, che nasce
anch’esso nell’ambito della cultura ritrattistica cortese
della prima età moderna, si estende anche al ceto
borghese. Nasce così un genere pittorico che si è
mantenuto vivo fino ai giorni nostri: quello dei pittoripadri che ritraggono i propri figli. Durante l’Illuminismo in primo piano troviamo l’individualità del bambino mentre in epoca Biedermeier le rappresentazioni
dei fanciulli sono sempre contestualizzate e i soggetti
vengono ritratti insieme ai genitori o anche ai fratelli.
L’espressività domina invece la cultura del ritratto
del XX secolo. Anche la fotografia non riesce a soppiantare del tutto il ritratto infantile che in un primo
tempo rimane legato al linguaggio formale della
tradizione e che poi si sviluppa gradualmente in una
visione nuova e individuale. La mostra propone, con
circa ottanta opere, la prima panoramica completa
di taglio storico-sociologico sul tema.
Kinderbilder
1500 bis heute
NR . 1 2 0 1 5
La ritrattistica
infantile
dal 1500 a oggi
P.
Landesmuseum
Schloss Tirol
Schlossweg 24
39019 Tirol
T +39 0473 220 221
www.schlosstirol.it
Öffnungszeiten:
04.07. – 22.11.2015
10–17 h
im August 10–18 h
Museo provinciale
di Castel Tirolo
via del Castello 24
39019 Tirolo
T +39 0473 220 221
www.casteltirolo.it
Orari di apertura:
04.07. – 22.11.2015
dalle 10 alle 17
in agosto dalle 10 alle 18
// 31
R.
Kunst, Musik und Kulinarik
Erlebnisreiche
Gartenwelten
Wenn es draußen blüht und wächst,
beginnt in den Gärten von Schloss
Trauttmansdorff die schönste Zeit im
Jahr. Warum sich ein Besuch dieser
außergewöhnlichen Pflanzenwelt lohnt.
Die Tage werden länger, in der wärmenden
Sonne glitzern Tautropfen wie Gold auf
den Morgenblüten. Narzissen, Lilien und
Islandmohn recken ihre Blütenblätter dem
Himmel entgegen und verwandeln Hänge
und Beete in strahlende Blütenteppiche.
Über 200.000 Tulpen und Tausende Frühjahrsblüher wie Stiefmütterchen, Gänseblümchen und Vergissmeinnicht erwachen
wieder zum Leben.
Die mehrfach preisgekrönten Gärten,
zuletzt 2013 als „Internationaler Garten des
Jahres“ ausgezeichnet, bieten einen bunten
Mix aus Pflanzen, Natur- und Kulturlandschaften aus aller Welt. Sie erstrecken sich
über zwölf Hektar und bilden ein natürliches
Amphitheater. Kinderwagen- und rollstuhlgerechte Wege schlängeln sich über einen
Höhenunterschied von 100 Metern.
Zwei Aussichtsplattformen bieten herrliche
Ausblicke auf die umliegenden 3.000
Meter hohen Berge der Texelgruppe und
einmalige Einblicke in über 80 Gartenlandschaften. Daneben sorgen zehn Künstlerpavillons, zahlreiche Erlebnisstationen und
Veranstaltungen dafür, dass Hobbybotaniker,
Pflanzenliebhaber und Naturgenießer
abwechslungsreiche Tage und Nächte in
den Gärten verbringen. Inmitten der vielfältigen Pflanzenwelten thront Schloss Trauttmansdorff. Schon Kaiserin Sissi verbrachte
hier ihre Kuraufenthalte.
Heute befindet sich in den historischen Mauern das Touriseum – das erste Museum des
Alpenraums, welches auf höchst unterhaltsame Weise 200 Jahre Tourismusgeschichte
erzählt. 2015 zeigt die Sonderausstellung
„Tourismus und Krieg“ die Zusammenhänge
zwischen dem Fremdenverkehr vor 1914 und
den Kriegsjahren.
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Die Gärten von Schloss Trauttmansdorff
sind Teil des Land- und Forstwirtschaftlichen
Versuchszentrums Laimburg. Nach sieben
Jahren Bauzeit öffneten sie im Juni 2001
ihre Tore. Seitdem schaffen sie eine
einzigartige Verbindung von Natur, Kultur
und Kunst, die in der Saison 2015 einen
neuen Höhepunkt erlebt. Erstmals findet
in Meran das Festival „Meraner Frühling“
statt. Im Rahmen des Festivals verwirklichen
namhafte internationale Künstler Land-ArtInstallationen in Meran und Umgebung. In
den Gärten von Schloss Trauttmansdorff wird
der Seerosenteich für den Japaner Ichi Ikeda
zur Arbeitsfläche. Schritt für Schritt entsteht
hier sein neuestes Werk „Water Blooming“.
Events zwischen Botanik, Musik und
Kulinarik bieten zudem ganz besondere
Gartenerlebnisse. „Trauttmansdorff nach
Feierabend“ lädt zum langen Aperitif an
lauen Sommerabenden. Beim „Frühstück
bei Sissi“ jeden Sonntag im Juni und heuer
auch am ersten Sonntag im Juli, gibt es
auf der Sissi-Terrasse einen ausgiebigen
Brunch bei klassischer Livemusik. Von Juni
bis August präsentieren die Gärten nach
dem Motto „Pflanzen aus aller Welt“ Musik
aus allen Kontinenten bei den sogenannten
„Gartennächten“. Die Open-Air-Konzertreihe
bringt stets hochkarätige Gäste auf die Bühne im Seerosenteich und zählt mittlerweile
zu den bedeutendsten World-Music-Festivals
Norditaliens.
Vier Themenbereiche
Abseits der Events kann man die vier
Themenbereiche der Gärten ganz für sich
genießen oder mit spannenden Garten-
führungen auf besondere Art und Weise
entdecken. Am Südhang zeigen sich die
mediterranen und exotischen Sonnengärten,
die den Mittelmeerraum repräsentieren.
Mit dem nördlichsten Olivenhain Italiens,
den Kakteen, Aloen und Agaven sind nur
einige der zahlreichen floralen Sehenswürdigkeiten genannt.
In den Wasser- und Terrassengärten gilt es
europäische Gartenarchitektur zu erleben.
Treppen und Wasserläufe verbinden die
verschiedenen Ebenen – von geometrisch
angelegten Beeten bis hin zu einem Meer
aus Rosen. Am Fuße der Terrassen liegt
der Seerosenteich mit über 200 Palmen,
Kamelien und Azaleen. An der Nordseite
des Schlosses erstrecken sich die Waldgärten
mit den Miniaturwäldern Ostasiens und
Amerikas. Das neue Glashaus zeigt zudem
tropische Nutzpflanzen und die artenreiche
Orchideensammlung der Gärten. Neben
fernen Pflanzenwelten blickt man in den
Gärten auch auf die heimische Landschaft,
der ebenfalls ein Themenbereich gewidmet
ist. Die Streuobstanlage mit alten, heimischen Apfel- und Birnensorten, der
Bauerngarten und der Weinberg zeigen die
traditionelle Kulturlandschaft Südtirols. Der
Auwald erinnert daran, dass dieser einst
die Haupttäler Südtirols bedeckte. Hier
entdecken aufmerksame Gartengäste das
Knollenhäuschen. Die neue Erlebnisstation
lädt zum fantasievollen Spiel ein.
Kuriose Gewächse, Exoten aus allen Herren
Ländern, giftige Pflänzchen, lebende Fossilien, Palmenstrand mit Panoramablick und
fast vergessenes Wissen – in den Gärten
von Schloss Trauttmansdorff erwartet den
Besucher eine abwechslungsreiche Gartenwelt, die Jung und Alt staunen lässt.
NR . 1 2 0 1 5
P.
di botanica e agli amanti del verde e del contatto con la natura di trascorrere nei Giardini
intere giornate e serate piene di fascino.
Al centro di questa varietà di mondi vegetali
svetta Castel Trauttmansdorff, dove l’imperatrice Sissi trascorreva i suoi soggiorni di cura.
Oggi le sue storiche mura ospitano il Touriseum, il primo museo dell’area alpina che
racconta in maniera decisamente divertente
duecento anni di storia del turismo. Nel 2015
la mostra temporanea “Turismo & Guerra”
illustrerà le relazioni tra il turismo prima del
1914 e dopo gli anni di guerra.
Arte, musica e gastronomia
Un mondo
di giardini
tutto
da vivere
Con la fioritura delle piante, ai Giardini
di Castel Trauttmansdorff inizia il periodo
più bello dell’anno. Ecco perché questo
paradiso vegetale merita una visita.
Le giornate si allungano, il sole inizia a
scaldare l’erba e le gocce di rugiada brillano
di riflessi dorati sulle fioriture mattutine.
Narcisi, gigli e papaveri d’Islanda dispiegano
i loro petali al cielo trasformando i declivi
e le aiuole in splendidi tappeti variopinti.
Oltre 200.000 tulipani e migliaia di piante
primaverili, tra cui le viole del pensiero, le pratoline e i nontiscordardimé, ritornano alla vita.
Vincitori di molti premi, l’ultimo nel 2013
con la proclamazione a “Giardino Internazionale dell’Anno”, i Giardini offrono una
varietà multicolore di piante e paesaggi
naturali e culturali provenienti da tutto
il mondo e si estendono su dodici ettari
formando un anfiteatro naturale. I sentieri,
percorribili anche con passeggini e sedie a
rotelle, superano serpeggiando un dislivello
di cento metri. Due piattaforme panoramiche
regalano vedute grandiose sulle vicine
montagne del Gruppo di Tessa, alte 3.000
metri, e offrono la possibilità davvero unica
di osservare dall’alto più di ottanta ambienti
botanici. Inoltre, i dieci padiglioni artistici,
le numerose stazioni multisensoriali e le tante
manifestazioni permettono agli appassionati
NR . 1 2 0 1 5
I Giardini di Castel Trauttmansdorff sono parte integrante del Centro di Sperimentazione
Agraria e Forestale Laimburg e hanno aperto
le loro porte nel giugno del 2001, dopo
sette anni di lavori. Da allora costituiscono
una straordinaria combinazione di natura,
cultura e arte, che nel 2015 raggiungerà nuovi traguardi. Per la prima volta si svolgerà a
Merano il festival “Primavera Meranese”, nel
cui ambito artisti di fama internazionale realizzeranno una serie di installazioni di Land
Art a Merano e dintorni. Nei Giardini di Castel
Trauttmansdorff, il Laghetto delle Ninfee
costituirà per l’artista giapponese Ichi Ikeda
una superficie di lavoro su cui far sorgere,
passo dopo passo, la sua nuova opera “Water
Blooming”. Inoltre, vari eventi che spaziano
dalla botanica alla musica e alla gastronomia
permettono di vivere nei Giardini esperienze
davvero speciali. “Trauttmansdorff di Sera”
invita a un aperitivo lungo, nelle gradevoli serate estive. Con la “Colazione da Sissi”, tutte
le domeniche di giugno e la prima domenica
di luglio, la Terrazza di Sissi fa da cornice a un
ricco brunch con musica classica dal vivo.
Da giugno ad agosto i Giardini presentano
musica da tutti i continenti seguendo il motto “Piante da tutto il mondo”.
Il festival di World Music “Serate ai Giardini”
richiama artisti di grande calibro ad esibirsi
sul palcoscenico in mezzo al Laghetto delle
Ninfee e il suo programma di concerti open
air ne fa ormai una delle rassegne di World
Music più importanti del Nord Italia.
Quattro aree tematiche
Oltre a partecipare agli eventi si può andare
alla scoperta delle quattro aree tematiche
dei Giardini, in modo autonomo o con
coinvolgenti visite guidate. Sul versante
meridionale si trovano i Giardini del Sole,
che rappresentano lo spazio mediterraneo.
L’oliveto più settentrionale d’Italia ed
esemplari di cactus, aloe e agave sono
solo alcune delle bellezze floreali di questo
mondo vegetale. Nei Giardini Acquatici e
Terrazzati si possono ammirare alcuni esempi
di architettura dei giardini europei.
Scalinate e rivoli d’acqua congiungono tra
loro i vari livelli, dalle aiuole geometriche
fino a un vero e proprio mare di rose.
Ai piedi delle terrazze si trova il Laghetto
delle Ninfee, circondato da oltre duecento
palme, camelie e azalee.
Sul versante settentrionale del castello si
estende l’area dei paesaggi forestali con
le foreste in miniatura dell’Asia orientale e
dell’America. La nuova Serra, inoltre, ospita
varie piante delle zone tropicali e la ricca
collezione di orchidee dei Giardini.
Oltre che su orizzonti vegetali lontani,
i Giardini offrono uno sguardo anche sul
paesaggio dell’Alto Adige, a cui è dedicata
un’intera area tematica. Il Frutteto coltivato
in forma estensiva, con varietà antiche
di mele e di pere, l’Orto di Montagna e
il Vigneto illustrano il paesaggio culturale
tradizionale dell’Alto Adige, mentre il Bosco
Ripariale riproduce il manto vegetale che
un tempo ricopriva le valli principali della
regione. Qui i visitatori più attenti dei
Giardini scopriranno la Casetta Tuberello,
una nuova stazione multisensoriale che
invita a giocare liberando la fantasia.
Piante insolite, specie esotiche da ogni
parte del mondo, piccole piante velenose,
fossili viventi, la Spiaggia delle Palme con
la sua vista panoramica e un sapere ormai
quasi dimenticato: nei Giardini di Castel
Trauttmansdorff il visitatore è atteso da un
paesaggio vegetale ricco di varietà, che
riempirà di meraviglia grandi e piccini.
Die Gärten von Schloss
Trauttmansdorff
St.-Valentin-Str. 51/A
I-39012 Meran (BZ)
T 0473 235 730
www.trauttmansdorff.it
I Giardini di Castel
Trauttmansdorff
via San Valentino 51/A
39012 Merano (BZ)
T 0473 235 730
www.trauttmansdorff.it
// 33
R.
r e po rtage
Gelebte
Tradition
Una tradizione
molto sentita
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NR . 1 2 0 1 5
AUF einem Hof in St. Martin in Passeier hat sich
im Rahmen der Genusswerkstatt Foodie Factory eine
Gruppe von Urlaubern zum gemeinsamen Knödelessen
getroffen. Oberstes Gebot: Knödel darf man nie
mit dem Messer schneiden.
Text / Testo: Petra Schwienbacher
Fotos / foto: Damian Lukas Pertoll
In un maso di San Martino in Passiria un gruppo
di turisti si è riunito per gustare un pranzo a base
di canederli in occasione di un evento dell’Officina
del gusto Foodie Factory. Primo comandamento:
mai tagliare i canederli con il coltello.
NR . 1 2 0 1 5
// 35
r e p o rtage
1. Das Foodie-Factory-Event
findet im Passeiertal statt. |
L’evento di Foodie Factory
si svolge in Val Passiria.
2. Martha Verdorfer: „Knödel
werden nie gleich.“ | Martha
Verdorfer: “I canederli non
vengono mai allo stesso
modo”. 3. 4. Einblicke
in den Obergereuthhof in
St. Martin im Passeiertal. |
Il maso Obergereuth a San
Martino in Val Passiria.
1.
2.
Es ist 12 Uhr. Martha Verdorfer steht am Herd, einen blauen Schurz umgebunden und beugt sich über den Topf. „Knödel werden nie gleich“, sagt sie. Dampf steigt auf
und beschlägt ihre Brillengläser, als sie die Knödel ins kochende Wasser gibt. Zehn
Minuten müssen sie jetzt köcheln, weiß die Bäuerin. Seit 40 Jahren bereitet sie regelmäßig dieses Traditionsgericht zu. Für ihre zwei Kinder, ihren Mann und eine Zeit lang auch
für die Kindergartenkinder von St. Martin. Heute verköstigt sie hier im alten Bauernhaus
des Obergereuthhofs 15 Gäste aus Deutschland und der Schweiz. Seit 26 Jahren bewirtschaftet sie mit ihrem Mann Michael den Hof – und zwar ausschließlich biologisch.
Das Knödelmachen hat die 63-Jährige von ihrer Mutter gelernt. Jetzt hat sie das Wissen
an ihre Tochter Kathrin weitergegeben, die ihr heute beim Knödeldrehen geholfen hat.
„Aber ich bin nicht so in Übung wie Mama“, sagt sie und lacht.
Seit 8 Uhr stehen die beiden bereits in der kleinen Küche, um Spinat-, Speck-, Käseund Leberknödel zu formen, die die Gäste später serviert bekommen. Alles im Rahmen
der Angebotswoche „Urige Almen und herzhafte Hausmannskost“ der „Foodie Factory“.
Das Projekt wurde von der Tourismusregion Meraner Land initiiert und will den Südtirolurlaubern die Lebensart und Kultur Südtirols näherbringen. Heute auf dem Programm:
ein Schnuppertag in den Alltag einer Bauernfamilie und ein kleiner Knödel-Workshop.
36 //
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NR. 1 2015
Wichtig ist,
dass der
Mensch auf die
Knödel wartet
und nicht
umgekehrt.
(Martha Verdorfer)
3.
4.
Sono le dodici in punto. Martha Verdorfer sta ai fornelli, avvolta in un
grembiule blu, e si sporge sulla pentola. “I canederli non vengono mai allo stesso
modo”, dice. Quando getta i canederli nell’acqua bollente il vapore che sale le appanna gli occhiali. Adesso bisogna farli cuocere per dieci minuti, come sa bene questa
contadina che da quarant’anni prepara regolarmente il piatto tradizionale per i suoi
due figli, per suo marito e per un certo periodo anche per i bambini dell’asilo di San
Martino. Oggi nella vecchia casa colonica del maso Obergereuth deve dare da mangiare a quindici ospiti giunti dalla Germania e dalla Svizzera. Da ventisei anni,
con il marito Michael, gestisce il maso secondo metodi esclusivamente biologici.
A fare i canederli questa signora di 63 anni ha imparato da sua madre e ha trasmesso
lo stesso sapere alla figlia Kathrin, che oggi l’ha aiutata a preparare i canederli.
“Ma non sono certo allenata come la mamma”, commenta Kathrin ridendo.
È dalle otto che sono entrambe al lavoro nella piccola cucina per formare i canederli agli spinaci, allo speck, al formaggio e al fegato che più tardi saranno serviti
agli ospiti. Il tutto avviene nell’ambito della settimana promozionale “Urige Almen
und herzhafte Hausmannskost” (Antiche malghe e buona cucina casalinga) di
Foodie Factory, un progetto promosso dalla Regione turistica Merano e dintorni con
l’intento di far conoscere ai visitatori lo stile di vita e la cultura dell’Alto Adige. Oggi
in programma c’è una giornata di immersione nella vita quotidiana di una famiglia
contadina e un breve workshop sui canederli.
NR. 1 2015
Kochkunst und Hofgeschichte
10 Uhr. Neben der alten Backstube hat
Bäuerin Martha auf einem kleinen Tisch
eine Schüssel mit Knödelbrot, Petersilie,
Schnittlauch und Salz hergerichtet. Hier
zeigt sie den Gästen, wie sie ihren Knödelgrundteig macht, zu dem dann nach
Belieben Käse, Spinat oder Speck hinzugegeben werden kann. Heute braucht sie
nichts von alledem. Sie macht mit den
Gästen sogenannte Fastenknödel, die
wohl schlichteste Knödelvariante. Unter
den interessierten Blicken der Urlauber
schlägt die Bäuerin sechs Eier in die
Schüssel mit dem Knödelbrot. Es folgen
ein bisschen Sahne, Salz und Mehl, dann
vermengt sie die Zutaten. Normalerweise
nehme sie dazu die Hände, so Martha.
Eine Waage brauche sie nicht, sie mache
alles mit Augenmaß. Nach einer halben
Stunde, in der die Masse durchgezogen
hat, geht es ans Formen. Martha befeuchtet dafür ihre Hände mit lauwarmem
Wasser, nimmt eine kleine Handvoll Knödelteig in die Hand und drückt die Masse
zweimal zusammen. Dann rollt sie sie
gekonnt und schnell zu einem perfekten,
runden, festen Knödel. „Wenn sie beim
Kochen auseinanderfallen, waren sie zu
wenig fest“, sagt sie und grinst, wohlwissend, dass das häufig passiert. Es sei eben
alles Übungssache, das Gefühl, wie man
Knödel dreht, komme mit der Zeit. Nach
der Bäuerin versuchen sich einige Mutige
am Traditionsgericht und merken schnell:
So einfach ist es gar nicht, die Knödel in
Form zu bringen. Applaus bekommt trotzdem jeder, der es versucht.
Während Frau und Tochter nach den
Knödel-Dreh-Versuchen der Gäste in der
Küche alles für das Mittagessen vorbereiten, erzählt Bauer Michael über die weit
zurückreichende Geschichte des Obergereuthhofs. In blau-weiß kariertem Hemd
und blauem Schurz steht er vor dem Haus.
// 37
r e p o rtage
Die Gemäuer sind mit wildem Wein behangen, auf den alten Fensterbänken stehen rote Geranien. Der Hof wurde im Jahr
1288 zum ersten Mal urkundlich erwähnt.
Zum zweiten Mal schien er 1317 auf – als
einer der berühmten elf Schildhöfe. In
diesem Jahr wurden durch eine Urkunde
des Landesfürsten König Heinrich einige
Männer aus dem Passeiertal zu „Einschildrittern“ ernannt und somit in den niederen Adelsstand erhoben; ihre Gehöfte
wurden „Schildhöfe“ genannt. „Diese Höfe
hatten damals die Aufgabe, Schloss Tirol
zu beschützen. Dafür hatten sie das Jagdund Fischereirecht und waren steuerlich
begünstigt“, erklärt Michael, die Blicke
der Gäste gespannt auf sich gerichtet.
1900 wurde der Hof unter zwei Brüdern in
Unter- und Obergereuth aufgeteilt.
Stolz zeigt der 64-jährige Michael seinen Arbeitsplatz: Den Stall für die Ziegen,
deren Milch an eine Biokäserei verkauft
wird, und für die Schafe zur Fleischproduktion. Zum Hof gehören noch 15 Hektar
Wald und vier Hektar Nutzfläche. Die
Familie lebt von der Landwirtschaft und
vom Tourismus, denn sie bietet Urlaub auf
dem Bauernhof an. Am Hof angebaut wird
Beerenobst wie Himbeeren, Heidelbeeren,
Brombeeren, Preiselbeeren und Johannisbeeren, aber auch Gemüse, hauptsächlich
Tomaten. „Meine Frau experimentiert
gerne mit verschiedenen Sorten“, sagt
Michael und lächelt.
3.
La cosa
importante
è che siano
le persone ad
aspettare
i canederli,
non il contrario.
(Martha Verdorfer)
38 //
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1.
1. 4. Tochter Kathrin
Verdorfer serviert das
Knödelgericht in der alten
getäfelten Bauernstube. |
Kathrin Verdorfer serve
i canederli nella vecchia
Bauernstube rivestita
di legno. 2. 3. Bauer
Michael Verdorfer zeigt den
Gästen stolz den Hof, der
erstmals 1288 urkundlich
erwähnt wurde. | Il padrone
di casa Michael Verdorfer
mostra orgoglioso ai
suoi ospiti il maso,
menzionato per la prima
volta già nel 1288.
Dall’arte culinaria
alla storia del maso
Ore dieci. Vicino al vecchio forno
la signora Martha ha preparato su un
tavolino una terrina con il pane per
i canederli, prezzemolo, erba cipollina
e sale. Qui mostra agli ospiti come si
fa l’impasto base, al quale si possono
aggiungere a piacere formaggio, spinaci
o speck. Ma oggi non le serve niente di
tutto questo perché con gli ospiti farà
i cosiddetti “canederli della Quaresima”,
la variante più semplice di canederli.
Sotto lo sguardo attento dei turisti,
la contadina rompe sei uova nella terrina con il pane per i canederli.
Poi aggiunge un po’ di panna, sale e
farina e infine mescola gli ingredienti.
Tradizionalmente si amalgamano con
le mani, come fa ora Martha. Che non
ha bisogno della bilancia perché valuta
ogni cosa a occhio. Dopo aver lasciato
riposare l’impasto per mezz’ora si
procede alla formatura. A questo scopo
Martha si bagna le mani con un po’ di
acqua tiepida, prende una manciata di
2.
impasto e la pressa per due volte. Poi velocemente e con abilità la arrotola fino a
ottenere un canederlo perfetto, rotondo
e compatto. “Se cuocendoli si rompono,
vuol dire che non erano abbastanza
compatti”, dice, e ridacchia perché sa
che accade spesso. È tutta questione
di esercizio, la sensibilità giusta per
preparare i canederli si acquisisce con
il tempo. Dopo di lei alcuni temerari si
cimentano nella preparazione di questa
pietanza tradizionale e notano subito
che non è poi così facile formare i canederli. Tutti i loro sforzi, comunque, sono
accolti da applausi.
Dopo il tentativo degli ospiti di
preparare i canederli, mentre madre e
figlia in cucina preparano il pranzo, il
contadino Michael, in piedi davanti alla
casa in camicia a quadretti bianchi e
blu e grembiule blu, racconta la storia
secolare del maso Obergereuth. Le pareti
esterne sono ricoperte di vite selvatica,
mentre i davanzali antichi sono ornati
da gerani rossi. Il maso è menzionato
per la prima volta in un documento
NR. 1 2015
r ezepte
r i cette
Knödel
Canederli
Zutaten
300 g schnittfestes Weißbrot
oder Knödelbrot 4.
3 Eier
etwas Milch
2 EL Mehl 80 g Zwiebel
Petersilie und Schnittlauch,
fein geschnitten
3 uova
un po’ di latte
2 cucchiai di farina
80 g di cipolle
prezzemolo ed erba cipollina
tagliati fini
Salz und Pfeffer
etwas Butter zum Anrösten
etwas Öl zum Anrösten
Parmesankäse gerieben
sale e pepe
un po’ di burro
un po’ d’olio
parmigiano grattugiato
für Speckknödel: 150 g Speck in etwas Öl angebraten
Vendiamo
solo quello
che mangeremmo
noi stessi.
Ingredienti
300 g di pane raffermo
o di pane per canederli
für Spinatknödel: 200 g blanchierten und gehackten Spinat
für Käseknödel: 130 g Psairer Bergkäse in größere Würfel geschnitten
Garzeit: 10 bis 15 Minuten
per i canederli allo speck:
150 g di speck rosolato in un po’ d’olio
per i canederli agli spinaci:
200 g di spinaci sbollentati e tagliati
per i canederli al formaggio:
130 g di formaggio di montagna
della Val Passiria tagliato a dadi grossi
Tempo di cottura:
10-15 minuti
(Michael Verdorfer)
Zubereitung
del 1288, poi una seconda volta nel 1317
come uno dei famosi undici Masi dello
Scudo. In quello stesso anno alcuni uomini della Val Passiria furono nominati
Einschildritter (cavalieri a scudo unico)
con un atto del re Enrico, che era anche
signore del Tirolo, ed elevati dunque al
rango della nobiltà minore; i loro masi
furono chiamati Schildhöfe (Masi dello
Scudo). “La loro funzione era quella
di proteggere il Castello di Tirolo. Per
questo godevano dei diritti di caccia e di
pesca e di un regime fiscale favorevole”,
spiega Michael, mentre gli sguardi degli
ospiti sono tutti puntati su di lui. Nel
1900 il maso fu diviso tra due fratelli in
Untergereuth e Obergereuth.
NR. 1 2015
Weißbrot in kleine Würfel schneiden. Die in feine Würfel geschnittene Zwiebel in der Butter dünsten,
über das Brot geben und vermischen. Das Mehl und den Speck bzw.
den Spinat untermengen.
Die Eier, die Milch, die Petersilie
und das Salz verrühren, über das
Brot geben und alles gut vermengen. Die Masse etwa 15 Minuten
ziehen lassen, Knödel formen
(bei den Käseknödeln je einen
Käsewürfel in die Mitte des Knödels
geben) und im Salzwasser halb
zugedeckt sieden. Spinat- und
Käseknödel mit Parmesan bestreuen
und mit etwas zerlassener Butter
übergießen.
PREPARAZIONE
Tagliare il pane a dadini. Rosolare
nel burro la cipolla tagliata a dadini,
unirla al pane e formare un impasto
omogeneo. Mescolare poi la farina allo
speck o agli spinaci. A parte sbattere
le uova insieme al latte, il prezzemolo
e il sale, unire all’impasto di pane e
amalgamare bene il tutto. Lasciar
riposare la pasta per circa 15 minuti,
poi dare forma ai canederli (per i canederli al formaggio inserire un dado di
formaggio al centro di ogni canederlo)
e cuocerli in acqua salata bollente
senza coprire completamente.
Prima di servire spolverare di
parmigiano i canederli agli spinaci e
al formaggio e versarvi sopra un po’
di burro fuso.
// 39
r e p o rtage
Wir verkaufen
nur das, was wir
auch selber
essen würden.
(Michael Verdorfer)
2.
1.
Knödel statt Klöße
Als er beginnt, von der diesjährigen
Missernte zu erzählen, wird sein Gesicht
wieder ernst. Der komplette Ertrag sei wegen der Kirschessigfliege ausgefallen, sagt
das Familienoberhaupt leise. Das seien die
Nachteile des biologischen Arbeitens, etwas anderes käme für die Familie Verdorfer aber nicht in Frage. „Wir verkaufen nur
das, was wir auch selber essen würden“,
sagt Michael. Zum Hof gehören auch zwei
Mühlen, die in einem Gebäude neben
dem Haus stehen. „Im Moment sind sie
noch nicht in Betrieb“, sagt Michael, der
den Hof später an seinen Sohn Thomas
übergeben wird. Stunden an Arbeit hat
er bereits in die Renovierung investiert,
das Dach war durchgefault, vieles musste
erneuert werden. Auch den alten Backofen möchte er wieder funktionstüchtig
machen. „Das Leben hier ist einmalig“,
sagt einer der Gäste, ein älterer Herr aus
Deutschland. „Michael gibt uns einen
tollen Einblick in seinen Alltag.“
Jetzt geht es für die Gäste in die alte
getäfelte Bauernstube. Herrgottswinkel,
eine alte Pendeluhr und ein gemauerter
Ofen mit Ofenbank – die Gäste sind hin
und weg, als sie sich an den gedeckten
Tisch setzen. Der Duft der kochenden
Knödel breitet sich bis in die Stube aus.
40 //
www.meranomagazine.com
1. 2. Familie Verdorfer lebt von
der biologischen Landwirtschaft
und vom Tourismus. | La famiglia
Verdorfer vive di agricoltura
biologica e turismo.
„Wichtig ist, dass der Mensch auf die
Knödel wartet und nicht umgekehrt“,
sagt Martha und schöpft einen Knödel
in den Teller mit selbstgemachter
Fleischsuppe. Darauf streut sie frischen
Schnittlauch. „Sie werden schnell hart,
deshalb sollten sie rasch gegessen
werden.“ Tochter Kathrin hilft beim
Servieren. Zu den Spinat-, Speck- und
Käseknödeln gibt es verschiedene Salate –
alle aus dem eigenen Garten, versteht
sich. Gurke, Tomate und Kohl, Kobis, wie
er hier genannt wird. „Bei uns gibt es
keine Knödel, nur Klöße“, sagt ein Mann
aus dem Norden. Die Frauen und Männer
loben das Essen, tauschen sich über die
typischen Gerichte ihrer Heimat aus und
lernen, was man einem Knödel niemals
antun sollte: Ihn mit dem Messer schneiden. Das sei eine Beleidigung für den
Koch oder die Köchin, erklärt Martha.
Beim Käseknödel hat sie nur in die Mitte
ein Stück fetten Käse gegeben, der beim
Zerteilen des Knödels jetzt lange Fäden
zieht. Aus den Fastenknödeln der Gäste
wurden Pressknödel, die zuerst in Öl
gebraten und dann erst gekocht werden.
„Mir schmecken sie alle“, sagt ein Herr
aus Bayern. „Und jetzt wünsch ich mir
noch einen Topfenknödel“, sagt er und
alle lachen.
NR. 1 2015
Il 64enne Michael mostra pieno di
orgoglio il suo posto di lavoro: la stalla
delle capre, il cui latte viene venduto a
un caseificio biologico, e delle pecore
da cui si ricava la carne. Il maso dispone
anche di quindici ettari di bosco e di
quattro ettari di terra coltivabile.
La famiglia vive di agricoltura e di turismo, poiché offre anche la possibilità
di soggiornare presso di loro. Nel maso
si coltivano varie bacche tra cui lamponi, mirtilli, more, mirtilli rossi e ribes,
ma anche verdura, soprattutto pomodori. “Mia moglie si diverte a provare
diverse varietà”, dice Michael e sorride.
Canederli invece di gnocchi
Quando inizia a raccontare del raccolto scarso di quest’anno, però, la sua
espressione torna seria. Tutto il raccolto
è andato perduto per colpa del moscerino delle ciliegie, dice sommessamente il
capofamiglia. Sono i rischi del biologico, ma la famiglia Verdorfer non prende
in considerazione altre possibilità.
“Vendiamo solo quello che mangeremmo noi stessi”, dice Michael. Del maso
INSERZIONE
Seilbahn - Funivia
NR. 1 2015
Unterstell
fanno parte anche due macine, custodite in un edificio accanto alla casa.
“Al momento non sono ancora in
funzione”, dice Michael, che in futuro
lascerà il maso al figlio Thomas. Ha già
investito molte ore di lavoro nel suo
risanamento, il tetto era marcito e molte
parti hanno dovuto essere sostituite.
Ha dovuto rimettere in funzione anche
il vecchio forno. “Vivere qui è straordinario”, afferma uno degli ospiti, un
signore tedesco abbastanza anziano.
“Michael ci dà un’idea magnifica della
sua vita quotidiana”.
Adesso gli ospiti entrano nella vecchia Bauernstube, la stanza di soggiorno
tradizionale completamente rivestita di
legno. Ci sono l’Herrgottswinkel (l’angolo per le preghiere con il crocifisso), un
vecchio orologio a pendolo e una stufa
in muratura con accanto la panca. Quando si siedono alla tavola apparecchiata,
gli ospiti sono entusiasti. La fragranza
dei canederli che stanno cuocendo si
diffonde nella Stube. “È importante che
le persone aspettino i canederli, non il
contrario”, dice Martha e versa nel piatto
un canederlo insieme con il brodo di
carne fatto da lei. Poi lo cosparge di erba
cipollina fresca. “Si induriscono rapidamente, perciò devono essere mangiati
subito.” La figlia Kathrin aiuta a servire.
Con i canederli agli spinaci, allo speck
e al formaggio ci sono varie insalate
che chiaramente vengono tutte dal loro
orto: cetrioli, pomodori e cavolo, Kobis
come viene chiamato da queste parti.
“Da noi non ci sono i canederli, ci sono
solo dei grossi gnocchi”, dice un signore
del Nord. Tutti elogiano il pranzo, si
scambiano informazioni sui piatti tipici
dei loro paesi e imparano cosa non si
deve assolutamente fare con i canederli:
tagliarli con il coltello. Sarebbe un’offesa
per la cuoca o il cuoco, spiega Martha.
Nei canederli al formaggio ha messo
al centro un pezzo di formaggio grasso
che, quando si spezza il canederlo, fa
dei lunghi fili. I “canederli della Quaresima” fatti dagli ospiti sono diventati dei
canederli pressati che vengono prima
dorati nell’olio bollente e poi cotti.
“Mi piacciono tutti”, dice un signore
bavarese. “E adesso ci vorrebbe un
canederlo dolce di ricotta”, aggiunge tra
le risate generali.
SEILBAHN UNTERSTELL • NATURNS
Naturns - Naturno
Wandern am Naturnser Sonnenberg
// 41
Naturns | Tel. +39 0473 66 84 18 | www.unterstell.it
r e p o rtage
Ein Foodie ist ein Feinschmecker,
der die Balance zwischen Genuss und
Gesundheit schätzt und auch an den
kulturellen Hintergründen der Speisen
interessiert ist.
Bei der „Foodie Factory“ (foodiefactory.it), der Genusswerkstatt, die von
der Marketinggesellschaft Meran ins
Leben gerufen wurde, kann ein Foodie
Südtiroler Köstlichkeiten probieren und
beim Kochen selbst experimentieren.
Das Projekt will Kontaktpunkte zwischen
mediterraner und alpiner Küche und
über Sprache und Kultur vermitteln.
Das ganze Jahr über finden verschiedene Veranstaltungen mit Werkstattcharakter an außergewöhnlichen Orten
im Meraner Land statt – im Restaurant
eines Haubenkochs, auf einem Bauernhof, auf der Alm, in der Gondel einer
Seilbahn und so weiter. Im Mittelpunkt
steht die Verarbeitung qualitativ hochwertiger Produkte aus dem Alpen- und
dem Mittelmeerraum. Es dreht sich alles
um das gemeinsame Einkaufen, Kochen
und Genießen.
Il termine Foodie indica un gourmet
che cerca l’equilibrio tra buona tavola e
salute, oltre a interessarsi del retroterra
culturale dei vari piatti.
Nella Foodie Factory (foodiefactory.it),
l’Officina del gusto ideata dalla società
Merano Marketing, ogni Foodie può assaggiare le specialità migliori dell’Alto
Adige e provare a cucinarle lui stesso.
Il progetto punta a trovare un punto
di contatto tra la cucina mediterranea
e quella alpina e tra lingue e culture
diverse. Per tutto l’anno si svolgono
eventi di vario genere in forma di
laboratorio, ambientati nei luoghi più
straordinari dell’area turistica di Merano
e dintorni: nel ristorante di un cuoco
stellato, in un maso, in un alpeggio,
nella cabina di una funivia ecc. Al
centro c’è la trasformazione di prodotti
di alta qualità provenienti dalle Alpi e
dal Mediterraneo, che i partecipanti
acquistano, cucinano e gustano tutti
insieme.
42 //
www.meranomagazine.com
Die nächsten Termine:
I prossimi appuntamenti:
„So kocht Dorf Tirol“
(13.4.–10.5.2015)
Schaukochen, Kochkurse und
Degustationen in Dorf Tirol
“Tirolo tra pentole e fornelli”
(13.4.-10.5.2015)
Showcooking, corsi di cucina e
degustazioni nel paese di Tirolo
„Samen – einst und jetzt“
(17.4.2015)
Wandern, sähen und verkosten
in Lana und Umgebung
“I semi – ieri e oggi”
(17.4.2015)
Camminare, seminare
e degustare a Lana e dintorni
„Picknick am Wasserfall“
(Mai bis September 2015)
Hausgemachte Überraschungen
vom Gasthaus Wasserfall in
Partschins
“Picnic vicino alla cascata”
(da maggio a settembre 2015)
Sorprese culinarie fatte in casa
della Locanda Wasserfall
di Parcines
„Wild Gewachsen“
(15. und 22. 5.2015)
Essbare Kunst in der
zeitgenössischen
Galerie Kunst Meran
“Specie selvatiche”
(15. e 22.5.2015)
Arte commestibile nella
galleria contemporanea
Merano Arte
„KornArt“
(22.5.–7.6.2015)
Kulinarik und Kultur rund
um das Korn
in Hafling und Vöran
“GranoArt”
(22.5.-7.6.2015)
Gastronomia e cultura
intorno al grano ad Avelengo
e Verano
„Innischaugn“
(24.6.–23.9.2015)
Einblicke in die traditionelle
Schnalser Bauernküche
“Innischaugn”
(24.6.-23.9.2015)
Conoscere la cucina tradizionale
contadina della Val Senales
„Ultner Genuss“
(25.6.–2.8.2015)
Gondeldinner, Bergtisch und
Bergbrunch im Ultental
“Ultner Genuss”
(25.6.-2.8.2015)
Cena in funivia, menu di montagna
e brunch di montagna in Val d’Ultimo
„Gompm Alm –
The unplugged taste”
(23.8.2015)
Fünf Köche kochen
ohne Strom auf Holzherden
im Hirzergebiet
“Gompm Alm –
The unplugged taste”
(23.8.2015)
Cinque cuochi cucinano senza
elettricità su focolari a legna
alle pendici del Cervina
Mehr Informationen unter
foodiefactory.it
Altre informazioni su
foodiefactory.it
NR. 1 2015
Kaffeerösterei Schreyögg
Torrefazione caffè Schreyögg
Südtiroler Qualitätskaffee seit 1890
Caffè di qualità dell’Alto Adige dal 1890
F
ür die Komposition der speziellen Kaffeemischungen werden unter Einhaltung strenger Kriterien
über 20 verschiedene Rohkaffees von ausgewählten Plantagen bezogen. Diese werden im traditionellen
Langzeitröstverfahren sortenrein geröstet und anschließend aufwendig gemischt. Zum vielseitigen Sortiment gehören feinste Filterkaffeemischungen, Automatenkaffees,
Biokaffee, Kaffee aus fairem Handel, entkoffeinierter Kaffee und Pods. Die Spezialität des Hauses ist und bleibt
aber die Herstellung von hochwertigem Espresso, wovon
vier Mischungen mit der begehrten Zertifizierung „Espresso Italiano“ ausgezeichnet wurden.
Seit 2002 befindet sich die Kaffeerösterei in einer modernen Produktionsstätte in Partschins und hat vom Qualitätsmanagementsystem „IFS Food“ die Zertifizierung „Auf
höherem Niveau“ erhalten.
Interessierte können gerne den Onlineshop unter
www.s-caffe.com/shop besuchen.
Kaffeerösterei Schreyögg GmbH
39020 Partschins
T +39 0473 967 700
[email protected]
s-caffe.com
NR. 1 2015
Nel 1890 il commerciante Josef Schreyögg
cominciò a tostare il caffè sotto i Portici
di Merano. Da allora, per tradizione, la
torrefazione caffè Schreyögg è sinonimo di
massima qualità e cura dal chicco alla tazza.
P
er la composizione delle rinomate miscele di caffè
vengono utilizzate, nel rispetto di criteri assai severi, oltre 20 varietà di caffè verde provenienti da
piantagioni selezionate. Tali varietà sono quindi tostate
singolarmente una a una mediante il tradizionale procedimento di tostatura lenta e solo alla fine miscelate tra
loro con molta cura. Del ricco assortimento fanno parte le
più raffinate miscele di caffè da filtro, caffè per macchine
super automatiche, caffè biologico, da commercio equosolidale, caffè decaffeinato e caffè in cialde. La specialità
della casa è e rimane comunque la produzione di pregiato
espresso, quattro miscele del quale sono state insignite
del prestigioso riconoscimento “Espresso Italiano”.
Dal 2002 la torrefazione caffè si trova in una moderna
struttura produttiva a Parcines ed è certificata a livello
superiore secondo il sistema di qualità “IFS Food”.
Se di vostro interesse, consultate lo shop online su
www.s-caffe.com/shop.
Torrefazione caffè Schreyögg srl
39020 Parcines
T +39 0473 967 700
[email protected]
s-caffe.com
// 43
brandnamic.com
1890 begann der Kaufmann Josef Schreyögg,
unter den Meraner Lauben Kaffee zu rösten.
Seitdem steht die traditionsreiche Kaffeerösterei Schreyögg für höchste Qualität
und Sorgfalt von der Bohne bis zur Tasse.
Z ah len s p i ele * Q ualche n u m er o
Von der anspruchsvollen
Wanderung bis zur Alpinbobfahrt: ein Einblick in
die vielfältigen Aktivmöglichkeiten in Meran
und Umgebung.
Dall’escursione impegnativa alla discesa con il bob
alpino: uno sguardo
alle numerose attività
che si possono praticare
a Merano e dintorni.
100m
Der Höhenunterschied, den Spaziergänger auf dem sieben Kilometer
langen TAPPEINERWEG bewältigen müssen, ist mit 100 Metern zwar
gering. Dafür lernen sie dabei die
mediterrane Vegetation Merans aus
der Nähe kennen.
4
Chi vuole passeggiare lungo i
7 km della PASSEGGIATA
TAPPEINER deve affrontare un
dislivello davvero lieve, di appena
100 m. Lungo il percorso si può
osservare da vicino la vegetazione
mediterranea di Merano.
In vier Minuten rauscht der ALPINBOB im Naherholungsgebiet „Meran
2000“ die 1,1 Kilometer lange Bahn zu
Tal und überwindet dabei 150 Höhenmeter. Nach der Abfahrt, bei der die
Bahn bis zu zwölf Meter über dem
Boden schwebt, wird der Bob wieder
zum Ausgangspunkt hochgezogen.
meran2000.com
min
44 //
In 4 minuti il BOB ALPINO percorre
scivolando silenziosamente gli 1,1 km
e i 150 m di dislivello della pista del
comprensorio di Merano 2000. Terminata la discesa, lungo una pista alta
fino a 12 m dal suolo, il bob viene riportato alla partenza. meran2000.com
250w
www.meranomagazine.com
8
h
Vom Damm des Zoggler-Stausees bei
St. Walburg im Ultental (rund 1.000
Meter ü. d. M.) geht es 18,7 Kilometer
lang hinauf bis zum Gipfel der 2.627
Meter hohen HOCHWART .
Geübte Bergwanderer schaffen die
Runde in etwa acht Stunden.
Dalla diga del Lago di Zoccolo a
S. Valburga in Val d’Ultimo (ca. 1.000 m
s.l.m.) si cammina per 18,7 km fino ai
2.627 m della cima della GUARDIA
ALTA . Gli escursionisti allenati
compiono il circuito in 8 ore.
15kn
Die Geschwindigkeit in Knoten spielt
bei der RAFTING-TOUR „Family
Pirate“ im Passeiertal keine Rolle: Wenn
professionelle Guides mit Familien auf
der Passer talwärts paddeln, steht
das Entdecken der Flusslandschaft im
Vordergrund. suedtirolrafting.com
La velocità in nodi non conta nel
TOUR DI RAFTING “Family Pirate”
in Val Passiria: per le guide professioniste che pagaiano con le famiglie sul
torrente Passirio l’importante è
far ammirare il paesaggio fluviale.
suedtirolrafting.com
800m
Das Flugabenteuer mit dem GLEITSCHIRM startet auf 1.400 Metern
Höhe neben dem Gasthof Hochmuth
oberhalb von Dorf Tirol. Routinierte
Tandem-Piloten begleiten Einsteiger
auf dem 10-Minuten-Flug über 700 Höhenmeter sicher ins Tal. flyhirzer.com
L’avventura del volo con il PARAPENDIO inizia a 1.400 m di quota,
all’albergo Hochmuth, sopra Tirolo.
Piloti esperti in voli tandem accompagnano a valle in tutta sicurezza i
principianti in 10 minuti, coprendo un
dislivello di oltre 700 m. flyhirzer.com
Bis zu 250 Watt stark sind die Elektromotoren der E-BIKES , die an drei
Verleihstellen ausgeliehen werden
können. An zahlreichen weiteren
Orten lassen sich herkömmliche
Fahrräder entlehnen, um auf den
gepflegten Radwegen Meran und die
Umgebung zu erkunden.
I motori elettrici delle E-BIKE ,
noleggiabili in 3 stazioni, raggiungono i 250 W di potenza. In numerose
altre località si possono prendere in
prestito bici tradizionali per scoprire
Merano e i dintorni su piste ciclabili
ben tenute.
NR. 1 2015
33
°C
Das THERMALWASSERBECKEN
mit Radon hat eine Temperatur von
33 °C und ist nur eines der 25 Anwendungsbecken, welche die Therme
Meran zu bieten hat. 15 Pools sind
ganzjährig und 10 weitere Pools im
Sommer geöffnet. thermemeran.it
22
La PISCINA TERMALE con acqua al
radon ha una temperatura di 33 °C ed
è solo una delle 25 piscine per benefici
trattamenti disponibili alle Terme
Merano. 15 piscine sono accessibili
tutto l’anno e le altre 10 in estate.
thermemeran.it
Mit Steigungen von über 20 % müssen
MOUNTAINBIKER auf den Routen
rund um Meran rechnen. Die Schwierigkeitsstufen reichen von ebenen
Strecken über leicht ansteigende
Waldwege bis zum Singletrail in 3.000
Metern Höhe.
Sui percorsi intorno a Merano i
MOUNTAIN BIKER incontrano pendenze oltre il 20%. La difficoltà varia dai
tratti piani a quelli in leggera salita nel
bosco, fino ai single trail a 3.000 m.
50
In Pfelders im Hinterpasseier liegt
der KLETTERGARTEN Bergkristall.
Der Schwierigkeitsgrad der rund 50
Routen reicht von 4+ bis 9-, der Fels
besteht aus Gneis und Schiefer.
18
NR. 1 2015
0
%
A Plan in Alta Val Passiria si
trova la PALESTRA DI ROCCIA
Bergkristall. Il grado di difficoltà delle
circa 50 vie va da 4+ a 9-. La roccia è
composta da gneiss e scisti.
Mit einer Gesamtlänge von 5.755
Metern ist der GOLFPLATZ mit 18
Löchern (Par 71) im Passeiertal der
größte seiner Art im Meraner Land.
Eine 9-Loch-Anlage (Par 35) befindet
sich in Lana. golfclubpasseier.com
Con una lunghezza complessiva di
5.755 m il CAMPO DA GOLF a 18
buche (Par 71) della Val Passiria è il più
grande di Merano e dintorni. A Lana c’è
un impianto da 9 buche (Par 35).
golfclubpasseier.com
Ganz ohne Chlor kommt das
NATURBAD in Gargazon aus.
Der Nichtschwimmerbereich mit einer
Wassertiefe von bis zu 1,20 Metern
und das 50 Meter lange Becken für
Schwimmer mit einer Wassertiefe
von bis zu zwei Metern ergeben
zusammen eine Schwimmfläche von
rund 1.000 Quadratmetern.
naturbad-gargazon.it
L’acqua della PISCINA NATURALE
di Gargazzone è completamente priva
di cloro. La zona per i non-nuotatori,
profonda al massimo 1,20 m, e la
piscina lunga 50 m e profonda fino
a 2 m danno origine complessivamente
a una superficie balneabile di circa
1.000 mq. naturbad-gargazon.it
2539 kcal
Über 2.500 Kalorien verbrannte
der Tiroler Marian Staller beim
letztjährigen Ötzi Alpin Marathon.
Dieser EXTREM-TRIATHLON , der
jährlich im April stattfindet, führt
von Naturns ins Schnalstal und von
dort bis auf den Gletscher auf 3.200
Metern Meereshöhe. Die Teilnehmer
legen eine Marathondistanz von 42,195
Kilometern zurück – 24,2 Kilometer
mit dem Mountainbike, 11,8 Kilometer
laufend und 6,2 Kilometer mit den
Tourenskiern. Dabei sind über 3.000
Höhenmeter zu überwinden.
naturns.it/oetzi-alpin-marathon
Il tirolese Marian Staller ha bruciato
oltre 2.500 kcal nella Ötzi Alpin
Marathon dello scorso anno.
Questo TRIATHLON ESTREMO ,
che si svolge ogni anno ad aprile, sale
da Naturno alla Val Senales e da qui al
ghiacciaio a 3.200 m s.l.m. I partecipanti compiono un percorso di
42,195 km complessivi così suddivisi:
24,2 km in mountain bike, 11,8 km di
corsa e 6,2 km con gli sci da alpinismo.
Gli atleti affrontano un dislivello di
3.000 m.
naturns.it/oetzi-alpin-marathon
2–30m
In einer imposanten Schlucht und auf
neun Parcours bewegen sich Abenteuerlustige jeden Alters auf Höhen
zwischen 2 und 30 Metern über
dem Boden – im HOCHSEILPARK
Ötzi Rope Park im Schnalstal.
hochseilgarten.bz
Amanti dell’avventura di ogni età
possono attraversare 9 percorsi sospesi su un’imponente gola, ad altezze
comprese tra i 2 e i 30 m dal
suolo – nel PARCO AVVENTURA
Ötzi Rope Park in Val Senales.
hochseilgarten.bz
// 45
m u s ik * m us i c a
Strauss &
Revolverheld
Seit mehr als 100 Jahren zieht Meran durch
zahlreiche Musikevents berühmte Musiker,
Komponisten und Dirigenten an. Das Angebot ist
breit gefächert und reicht von Klassik bis Rock.
Text / Testo: Magdalena Grüner
Da più di un secolo Merano ospita grandi eventi
musicali – dalla musica classica al rock, passando
per il jazz – che attirano in riva al Passirio
artisti, compositori e direttori d’orchestra
di chiara fama.
46 //
www.meranomagazine.com
NR . 1 2 0 1 5
1. Historisches Plakat aus dem
Jahr 1922. | Un manifesto del
1922. 2. Die deutsche Rockband
Revolverheld gastierte 2014 in
Meran. | La rock band tedesca
dei Revolverheld ha fatto
tappa a Merano nel 2014.
3. Meran ist seit Jahrzehnten
Anziehungspunkt berühmter
Musiker. | Da decenni Merano
è un punto di attrazione per
musicisti di alto livello.
2.
1.
S
Silvester 1914 in Meran. Auf der Passerpromenade herrscht reges Leben,
Menschenmassen strömen in Richtung Kurhaus. Der neu errichtete Kursaal, ein
moderner Jugendstilbau, wird an diesem Abend eröffnet. Rund 2.500 Menschen
feiern hier gemeinsam den Ausklang eines Jahres, in dem sich Meran noch Hotspot des internationalen Kurwesens wähnen kann.
Etwa 40.000 Gäste werden 1914 in Meran gezählt. Diese Blüte hatte im
19. Jahrhundert begonnen, als sich die Stadt zunehmend als Kurort etablierte.
Fürsten, Prinzessinnen, Intellektuelle werden vom mediterranen Flair mitten in
den Alpen angezogen – um die Jahrhundertwende weilt die internationale High
Society in den prunkvollen Meraner Hotels zur Sommerfrische. Sie verlangt nach
einem abwechslungsreichen Programm zur Unterhaltung und Kurzweil. So wird
neben Sport- und Theaterveranstaltungen vor allem auf musikalische Intermezzi gesetzt: In einem Musikpavillon auf der Passerpromenade werden mehrmals
täglich Konzerte gegeben, im Kurhaus wird abends symphonische Musik dargeboten, das Stadttheater wartet mit Opern- und Operettenaufführungen auf. Am
Ende der Saison 1911/12 können die Musiker des Kurorchesters auf stolze 500
Kurkonzerte und 250 Vorstellungen im Stadttheater zurückblicken.
3.
NR. 1 2015
M
Merano, 31 dicembre 1914. La passeggiata Lungo Passirio brulica di gente che si dirige a passo
spedito verso il Kurhaus: sta per essere inaugurato il Kursaal. Alla fine saranno 2.500, le persone
che festeggeranno capodanno nel nuovo salone
in stile liberty, simbolo di una Merano che, cento
anni fa, era una delle città di cura più rinomate a
livello mondiale.
Un secolo fa Merano contava 40.000 ospiti,
un boom iniziato nel corso dell’Ottocento
quando divenne sempre più meta di nobili e
intellettuali attratti dallo charme mediterraneo
che si poteva respirare nel cuore delle Alpi.
Agli albori del Novecento Merano è il ritrovo
dell’aristocrazia e della mondanità internazionale che d’estate invade i suoi sfarzosi alberghi
in cerca di frescura e divertimento. Le opportunità di fare sport non mancano, gli spettacoli
teatrali neanche, ma gli eventi più affollati
sono quelli musicali: il padiglione allestito sul
Lungo Passirio propone più concerti al giorno,
il Kurhaus è il tempio serale della musica sinfonica, il teatro ha un fitto cartellone di opere
e operette. La prestigiosa Orchestra di Cura di
Merano annovererà nella stagione 1911/1912
ben 500 concerti nel Kurhaus e 250 rappresentazioni in teatro.
// 47
m us i k * mus i c a
Von Wagner bis Strauss
Musiker, Komponisten und Dirigenten von Weltrang geben sich in Meran die
Klinke in die Hand: Franz Liszt weilt 1874 im nahegelegenen Marling und komponiert dort sein Lied „Ihr Glocken von Marling“. Richard Wagners Ehefrau Cosima
kehrt 1888 mit ihrem Sohn Siegfried in der Villa Laurette in Obermais, dem Villenviertel von Meran, ein. Der gesundheitlich angeschlagene Edvard Grieg macht
1893 mit seiner Frau Nina zwei Wochen Erholungsurlaub auf Schloss Labers.
Clara Schumann, Ehefrau von Robert Schumann und ihrerseits eine weltberühmte Pianistin, begleitet ihre Kinder mehrmals zur Kur nach Meran.
Der Ausbruch des Ersten Weltkrieges 1914 bremst die Entwicklung der Kurstadt zwar für einige Zeit, doch der Rausch der Goldenen Zwanziger lässt auch
Meran nicht aus. Schnell wird die musikalische Tätigkeit wieder aufgenommen
und als im Herbst 1922 das erste „Meraner Musikfest“ veranstaltet wird, begleitet beim Abschlusskonzert Richard Strauss persönlich die Sopranistin Lotte
Schöne am Klavier.
Das „Meraner Musikfest“ wurde bereits nach seiner zweiten Ausgabe 1923
eingestellt, doch Meran bietet bis heute Musikevents und Festivals, die musikalische Größen aus aller Welt anziehen. Ein Fixtermin sind die „Meraner Musikwochen“. Seit fast 30 Jahren finden sie allsommerlich statt und bieten vor allem,
aber nicht nur, Konzerte für Klassikfans. Neben der symphonischen und der
Kammermusik kommen auch einige Große der internationalen Musikszene auf
die Bühne, die selten auf Klassikfestivals zu hören sind. Der Klarinettist Giora
Feidman war erstmals 1995 zu Gast und widmete sich unter anderem der Klezmer, einer traditionellen, jüdischen Instrumentalmusik aus Osteuropa.
Neben den „Meraner Musikwochen“ organisiert der Verein Musik Meran seit
25 Jahren Konzerte der klassischen Musik. Leo Brugger, einer der Köpfe von Musik Meran, erinnert sich an einen ganz besonderen Moment: „Der junge Thomas
Quasthoff, den damals kein Mensch kannte, hat in Meran eine geradezu unvergessliche ‚Winterreise‘ gesungen. Neben mir haben Leute geweint.“
Die Meraner Musikwochen zählen zu den
bedeutendsten Festivals für klassische Musik in
Europa. | Le Settimane Musicali Meranesi
sono uno dei festival di musica classica più
importanti d’Europa.
Da Wagner a Strauss
BUCHTIPP
„Meraner Notenspuren.
Musik und Gesellschaft
in der Passerstadt“
(Edition Raetia 2014)
von Ferruccio delle Cave.
Der handliche Kulturführer vereint
Ereignisse, Persönlichkeiten und
Veranstaltungen und zeichnet
die Entwicklung Merans als Musikstadt nach.
48 //
www.meranomagazine.com
In quegli anni a Merano è un viavai di
musicisti, compositori e direttori d’orchestra
di fama mondiale: nel 1874 Franz Liszt soggiorna a Marlengo, dove compone la canzone “Ihr
Glocken von Marling”. Nel 1888 la moglie di
Richard Wagner, Cosima, scende con il figlio
Siegfried a Villa Laurette a Maia Alta, il quartiere di Merano che pullula di ville nobiliari.
Nel 1893 il compositore Edvard Grieg, di salute
cagionevole, soggiorna per due settimane
a Castel Labers con la moglie Nina. Clara
Schumann, moglie di Robert Schumann e
a sua volta pianista di fama internazionale,
viene diverse volte a Merano per curare i suoi
bambini.
Lo splendore meranese viene interrotto nel
1914 dallo scoppio della Grande Guerra ma è
solo una parentesi: l’epoca d’oro degli anni
venti infatti coinvolge anche Merano, che ben
presto torna a essere il polo di grandi eventi
musicali. Nell’autunno del 1922, in occasione
del concerto di chiusura della prima edizione
del Festival musicale meranese, Richard Strauss
NR . 1 2 0 1 5
m usic
Mus ikhighlight s
grandi eventi
2015
in persona si siede al piano per accompagnare
il soprano Lotte Schöne. E anche se quel festival
ebbe vita breve – fu cancellato dopo la seconda
edizione del 1923 – Merano è ancora oggi sede
di eventi che attirano grandi artisti da tutto il
mondo. Tra questi spiccano le Settimane musicali meranesi, che da quasi trenta anni fanno
felici gli amanti della musica classica e non
solo: il programma di musica sinfonica e cameristica è infatti arricchito da artisti che normalmente non frequentano i festival di musica
classica. Nel 1995 ad esempio il clarinettista
Giora Feidman eseguì brani di musica klezmer,
un genere musicale di tradizione ebraica nato
in Europa orientale.
Oltre che dalle Settimane meranesi, la musica
classica viene proposta da venticinque anni anche
dall’associazione Musik Meran. Leo Brugger,
uno dei suoi mentori, ricorda un aneddoto
particolare: “A Merano arrivò il giovane Thomas
Quasthoff, che all’epoca era un perfetto sconosciuto, e cantò una straordinaria versione del
‘Viaggio d’inverno’ (Winterreise) di Schubert.
Accanto a me c’era gente che piangeva”.
NR. 1 2015
Gartennächte – World Music Festival
Mai bis August 2015
Giardini in concerto – World Music Festival
da maggio ad agosto 2015
www.trauttmansdorff.it
--Südtirol Jazzfestival
26. Juni bis 5. Juli 2015
Südtirol Jazzfestival Alto Adige
dal 26 giugno al 5 luglio 2015
www.suedtiroljazzfestival.com
--meranOjazz
14. bis 17. Juli 2015
meranOjazz
dal 14 al 17 luglio 2015
www.meranojazz.it
--Südtirol Classic Festival
Meraner Musikwochen
25. August bis 23. September 2015
Settimane musicali meranesi
dal 25 agosto al 23 settembre 2015
www.meranofestival.com
--Soireen auf Schloss Tirol
25. Juni bis 23. Juli 2015
Serate a Castel Tirolo
dal 25 giugno al 23 luglio 2015
www.meranofestival.com
--Internationales Brassfestival
3. und 10. Oktober 2015
International Brass Festival
3 e 10 ottobre 2015
www.brassfestival.net
--Grandprix der Unterhaltungsmusik
16. Oktober 2015
Grand Prix der Unterhaltungsmusik
16 ottobre 2015
www.alpengrandprix.com
--Musik Meran und der Meraner Musikverein
bieten das ganze Jahr über Konzerte.
Termine finden Sie unter www.musikmeran.it
und www.assmusicalemeranese.it
Musik Meran e l’Associazione musicale
meranese organizzano concerti
in ogni periodo dell’anno.
Per i programmi visitare i rispettivi siti web
www.musikmeran.it e
www.assmusicalemeranese.it
// 49
m us i k * mus i c a
E xz e nt r i s c h e
Musiker
Lucida follia
musicale
Andreas Cappello ist der künstlerische Leiter der „Meraner Musikwochen“,
die alljährlich im August und September
stattfinden. Dem Meraner ist vor allem ein
Konzert in Erinnerung geblieben: „Als ganz
besonderes Erlebnis erinnere ich mich an
den Konzertabend mit dem Ausnahmepianisten Friedrich Gulda im Jahre 1997.
Zuerst gab es ein Klavierrecital mit Werken
von Wolfgang Amadeus Mozart. Anschließend wurde der Kursaal in eine große
Diskothek verwandelt: Der exzentrische
Gulda zelebrierte die Reinkarnation des
großen Meisters Mozart, der vom Himmel
herabstieg, um gemeinsam mit DJ Vertigo
aus London musikalisch zu interagieren.
Das Happening ging bis in die frühen
Morgenstunden und am Ende hatten rund
2.700 Musikfreunde einen unvergesslichen
Abend miterlebt.“
Gulda war nicht der einzige exzentrische
Musiker, der in Meran verweilte: So war
bereits 1914 der Komponist Max Reger aufgrund einer Krankheit im Sanatorium von
Martinsbrunn, spielte dort die Orgel in der
Pfarrkirche von St. Nikolaus und unterhielt
die anderen Patienten. Und auch Nigel
Kennedy, das Enfant terrible der klassischen
Musik, gab 2008 im Kursaal ein Konzert.
Andreas Cappello è il direttore artistico delle Settimane musicali meranesi che si
svolgono ogni anno in agosto e settembre.
Tra i tanti concerti a cui ha assistito, uno
gli è rimasto particolarmente impresso:
“Era il 1997 e in programma c’era un concerto con il pianista Friedrich Gulda. Nella
prima parte della serata eseguì al piano
brani di Wolfgang Amadeus Mozart, poi il
Kursaal si trasformò in una enorme discoteca: quell’eccentrico musicista e compositore austriaco si reincarnò nel grande Mozart
sceso dal cielo e si mise a duettare con il dj
londinese Vertigo. L’happening andò avanti
fino alle prime ore del mattino e le 2.700
persone presenti non scorderanno mai più
quel concerto”. Gulda peraltro non è stato
l’unico artista dissacrante, ospite di Merano:
già nel 1914 il compositore Max Reger,
mentre si trovava ricoverato nel sanatorio
Martinsbrunn, si mise a suonare l’organo
della chiesa di San Nicolò per intrattenere
gli altri pazienti. E anche Nigel Kennedy,
l’enfant terrible della musica classica, si è
esibito al Kursaal nel 2008.
50 //
www.meranomagazine.com
1.
2.
Ausverkaufte Freiluftkonzerte
Mit einem ganz besonderen Flair warten zwei historische Veranstaltungsorte
auf: Schloss Tirol und Schloss Trauttmansdorff. Bei den Soireen auf Schloss Tirol werden alljährlich Künstler aus dem In- und Ausland für Konzerte verschiedenster Art auf die Tiroler Stammburg geladen. 2014 wurde etwa neben einem
Klassik- und einem Jazzkonzert auch ein Renaissancemusik- und ein Tangoabend mit dem Quartett Quadro Nuevo veranstaltet. Die Freiluftkonzerte in
den Gärten von Schloss Trauttmansdorff dagegen ziehen seit mittlerweile zehn
Jahren vor allem ein jüngeres Publikum an. Die Band Revolverheld gab hier
2014 ein ausverkauftes Konzert, einige Wochen später trat das australische
John Butler Trio auf. Internationale Größen wie Yann Tiersen, Mario Biondi,
Milow, Emiliana Torrini und viele mehr haben die Bühne am Seerosenteich
schon bespielt.
Das musikalische Programm ist breit gefächert, doch es passt zu dieser Stadt
mit ihrer langen Musiktradition. Als Christian Morgenstern in Meran Urlaub
machte, schrieb er in seinem Gedicht „Abends hinunter“ nicht nur von den
„dunklen Laubengängen“ und von dem „taubenweichen Hochgebirg“ um Meran. Er hörte an jenem lauen Sommerabend 1908 auch „verflogne Violenklänge
von dem Stadtpark drunten, wo bunt Gedränge auf und ab wandelt“.
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Tutti pazzi per i concerti all’aperto
1. Die Freiluftkonzerte in den Gärten von Schloss Trauttmansdorff
ziehen ein junges Publikum an. | I concerti nei Giardini di
Castel Trauttmansdorff attirano un pubblico giovane.
2. Das breitgefächerte Musikprogramm passt zur langen
Musiktradition von Meran. | Il programma musicale, alquanto
vario, attinge dalla lunga tradizione musicale meranese.
Bellezza, secoli di storia e fascino: ecco cosa
accomuna Castel Tirolo e Castel Trauttmansdorff,
due manieri che d’estate si trasformano in palcoscenici d’eccezione. Le serate in quello che fu
il castello avito dei conti di Tirolo offrono ogni
anno concerti di vario genere ma sempre con
grandi artisti italiani ed esteri. Nel 2014 ad esempio il cartellone proponeva musica classica, jazz
e rinascimentale ma anche una serata di tango
con il quartetto Quadro Nuevo. Gli splendidi
giardini di Castel Trauttmansdorff invece attirano da una decina d’anni un pubblico più giovane.
Nel 2014 sono saliti sul palco del Laghetto delle
Ninfee, tra gli altri, i Revolverheld (tutto esaurito
per la rock band tedesca) e il trio australiano di
John Butler. Prima di loro si erano esibiti artisti
del calibro di Yann Tiersen, Mario Biondi, Milow,
Emiliana Torrini e via discorrendo.
Le proposte insomma sono tante e varie,
com’è giusto che sia per una città di grande
tradizione musicale. Quando il poeta Christian
Morgenstern venne per la prima volta a Merano
(dove poi morì nel 1914), nella sua poesia “Abends
hinunter” scrisse che venne accolto da “tetri
portici” e da “monti morbidi come colombe”.
Ma di quella tiepida sera d’estate del 1908 ricorda
anche i “suoni di viole provenienti dal parco
cittadino, dove una folla colorata si muove senza
sosta”.
25.08. – 22.09.2015 30 YEARS
HIGHLIGHTS
südtirol classic festival
MERANER MUSIKWOCHEN - SETTIMANE MUSICALI MERANESI
25.08. CHINA NATIONAL OPERA HOUSE SYMPHONY
ORCHESTRA & CHOIR - YU FENG - MÉLODIE ZHAO
28.08. TONHALLE-ORCHESTER ZÜRICH - LIONEL BRINGUIER - JANINE JANSEN
01.09. WIENER SYMPHONIKER - PHILIPPE JORDAN - HWAYOON LEE - NIKOLAJ ZNAIDER
08.09. MARIINSKY THEATRE SYMPHONY ORCHESTRA ST. PETERSBURG
VALERY GERGIEV
09.09. COLOURS Of MUSIC: NACHTKONZERT:
CAMERON CARPENTER & LICHT-SHOW
11.09. ORQUESTA JUVENIL UNIVERSITARIA EDUARDO MATA (MEXICO)
GUSTAVO RIVERO WEBER
14.09. ACADEMY Of ST. MARTIN IN THE fIELDS - DANIEL HOPE
16.09. COLOURS Of MUSIC: THE SINATRA TRIBUTE BAND
MAx NEISSENDORFER, BARBARA MAYR & LAGREIN FESTIVAL
17.09. CHINA YOUTH SYMPHONY ORCHESTRA - LÜ JIA - xIE NAN
22.09. ORCHESTRA DELL’ACCADEMIA NAZIONALE DI SANTA CECILIA
JURAJ VALCUHA - ARCADI VOLODOS
NR. 1 2015
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// 51
P.
Sellerie, rote Rüben und Porree gesellte sich
in den letzten Jahren ein Vorzeigeprodukt mit
Alleinstellungsmerkmal zum Sortiment: der
Winterradicchio. „Die klimatischen Voraussetzungen sind am Deutschnonsberg besonders
günstig für diese geschätzte Gemüsesorte.
Durch die frühe Reife bereits im September
und Oktober gelingt es, eine Marktnische zu
füllen und den Bauern die Möglichkeit eines
Zuerwerbs zu bieten. Der Radicchio Tardivo
kann in Treviso erst im November und Dezember geerntet werden, wodurch wir einen
interessanten Zeitvorteil für unser hochwertiges Produkt am Markt ausgemacht haben“,
berichtet Ungerer von den guten Absatzchancen im norditalienischen Großhandel.
R.
Vertrieb vor Ort
Kleine Kreise,
groSSer
Geschmack
„Regionale Produkte, kleine Kreisläufe“
– unter diesem Motto treibt die Landwirtschaftliche Erzeugergenossenschaft
Deleg derzeit ein EU-LEADER-Projekt in
Ultental und Deutschnonsberg voran.
Der Genossenschaft sind an die 50 Bergbauern angeschlossen, welche vorwiegend
Rindfleisch, Wurzelgemüse, Salate, Kräuter
und Beeren, aber auch veredelte Produkte
wie Säfte und Marmeladen anliefern. Jetzt
sollen die Produkte nicht nur im kleinen
Umkreis produziert werden, sondern auch
die Konsumenten der direkten Umgebung
besser erreichen.
LaugenRind, Gemüsesorten, Beeren
Bereits mit dem Vorgängerprojekt „LaugenRind“ hat die Deleg erfolgreich auf Qualität
gesetzt. „Derzeit liefern wir unser Frischfleisch an fünf Südtiroler Metzgereien.
52 //
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Ragout und Gulasch aus der Gourmetlinie
von „Laugenrind“ finden auch außerhalb
Südtirols vor allem in Norditalien und
Süddeutschland Absatz“, beschreibt Hubert
Ungerer den Vertrieb der Deutschnonsberger
und Ultentaler Erzeugergenossenschaft, deren Geschäftsführer er ist. Das Kernprodukt
der Deleg ist nach wie vor das Qualitätsfleisch der Marke LaugenRind, mit welchem
die Genossenschaft in limitierter Produktion
höchste Qualitätsansprüche verfolgt: Die Tiere wachsen im Ultental oder in Deutschnonsberg und benachbarten Gemeinden auf,
werden dort artgerecht gehalten und
gefüttert und chemische Futterzusätze sowie
Gentechnik sind absolutes Tabu.
Neben der Vermarktung von „LaugenRind“
koordiniert die Deleg aber auch den Vertrieb
verschiedener saisonaler Gemüsesorten und
Beeren. Zu Blumenkohl, Karotten, Kartoffeln,
Das Projekt „Regionale Produkte, kleine
Kreisläufe“, das Ungerer leitet, hat sich jedoch
den Vertrieb vor Ort zum Ziel gesetzt, direkt
bei den Restaurants und Hotels der unmittelbaren Umgebung. „Wir streben durch
dieses Projekt die Zusammenarbeit mit der
Gastronomie und dem Direkthandel an“, so
der Geschäftsleiter der Deleg. Er sieht darin
Vorteile für beide Seiten: „Die Hotels und
Restaurants vor Ort können sich mit einem
authentischen Angebot abheben, während
auf Erzeugerseite zugleich die kleinstrukturierte Landwirtschaft in unseren Berggebieten unterstützt und gestärkt wird.“ Dieses
Vorhaben erfordert von allen Seiten viel
Engagement und die Bereitschaft umzudenken, weiß Ungerer: „Bei der Lieferung von
LaugenRind zum Beispiel müssen wir die
Verwertung des gesamten Tieres im Auge
haben und können nicht nur den Verkauf
einzelner Teile fördern, die der Koch gerne
kurzfristig haben möchte.“ Diese Vorgaben
werden aber durch Qualität und Regionalität wettgemacht und spornen die Kreativität
der Köche an, ist Ungerer optimistisch. Dass
den Bauern – in Zeiten großer Konkurrenz
durch Billigprodukte – ein fairer Preis für
Rindfleisch, Obst und Gemüse aus Südtiroler Berggebieten ausgezahlt werden kann,
sieht er als eine wesentliche Errungenschaft
und als langfristiges Ziel, das auch der Konsument schätzt. Daher möchte die Deleg die
Kooperationen, die im Rahmen dieses EULEADER-Projektes 2015 mit lokalen Partnern
entstehen, auch längerfristig als nachhaltige
Entwicklung qualitätsbewusster Kreisläufe
weiterführen.
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Piccoli circuiti,
grande gusto
“Prodotti regionali, piccoli circuiti”:
con questo motto la cooperativa di produttori agricoli Deleg sta promuovendo
un’iniziativa comunitaria europea LEADER
in Val d’Ultimo e nell’Alta Val di Non.
Alla cooperativa fanno riferimento oltre
centocinquanta contadini di montagna che
forniscono prevalentemente carne di manzo,
ortaggi, insalate, erbe e frutti di bosco, ma
anche prodotti di trasformazione come succhi e marmellate. D’ora in poi questi alimenti
non saranno più prodotti solo per un gruppo
ristretto di persone ma raggiungeranno più
facilmente anche i consumatori dell’immediato circondario.
LaugenRind, varietà di verdure e
frutti di bosco dal maso di montagna:
che bontà!
Già con il progetto pilota LaugenRind la
Deleg aveva puntato, con successo, sulla
qualità. “Attualmente riforniamo con la nostra
carne fresca cinque macellerie dell’Alto Adige. Il ragù e il gulasch della linea di prodotti
gourmet LaugenRind vengono venduti anche
al di fuori dell’Alto Adige, soprattutto in Italia
settentrionale e Germania meridionale”,
così Hubert Ungerer descrive il modello di
distribuzione della cooperativa dei produttori
agricoli Alta Val di Non e Val d’Ultimo, della
quale è responsabile. Il prodotto di punta
della Deleg è da sempre la carne pregiata a
marchio LaugenRind, che per la cooperativa
significa alta qualità a produzione limitata:
gli animali crescono in Val d’Ultimo o in Alta
Val di Non e nei comuni vicini, sono allevati e
nutriti secondo i migliori criteri; additivi chimici per mangimi e alimenti geneticamente
modificati sono assolutamente banditi.
Oltre a commercializzare il marchio LaugenRind, la Deleg coordina anche la distribuzione di alcune varietà di verdure di stagione e
di frutti di bosco. All’assortimento di cavolfiori, carote, patate, sedano, rape rosse e porri
P.
si è aggiunto negli ultimi anni, come un fiore
all’occhiello, un prodotto dalle caratteristiche
uniche, il radicchio tardivo. “Il clima dell’Alta
Val di Non è particolarmente favorevole per
questa varietà pregiata di verdura.
La sua maturazione precoce in settembre e in
ottobre ci consente di colmare una nicchia di
mercato dando ai contadini la possibilità
di realizzare un guadagno supplementare.
A Treviso il radicchio tardivo si raccoglie
solo in novembre e dicembre, così abbiamo
pensato di sfruttare questo interessante
vantaggio temporale per la diffusione sul
mercato del nostro prodotto di pregio”, osserva Ungerer riferendosi alle buone possibilità
di accesso alla distribuzione all’ingrosso
dell’Italia settentrionale.
Collaborazione locale
e distribuzione
Il progetto “Prodotti regionali, piccoli circuiti”,
di cui Ungerer è responsabile, ha invece
come obiettivo la distribuzione diretta ai
ristoranti e agli alberghi dell’immediato
circondario. “È un progetto che punta a
collaborare con la ristorazione e il commercio al dettaglio”, dichiara il responsabile
della Deleg. Il vantaggio secondo lui sta da
entrambe le parti: “Gli alberghi e i ristoranti
locali possono differenziarsi con un’offerta
di prodotti autentici, mentre dal lato del
produttore si rafforza e si sostiene l’agricoltura delle nostre zone di montagna, frammentata in tante piccole aziende”. Ungerer è
consapevole che il progetto richieda da tutte
le parti molto impegno e la predisposizione a
cambiare mentalità: “Nell’offerta LaugenRind,
per esempio, dobbiamo pensare all’utilizzo
dell’intero animale e non possiamo promuovere solo la vendita delle singole parti
che il cuoco vorrebbe avere in tempi rapidi”.
Queste limitazioni sono compensate però
dalla qualità e dalla regionalità e stimolano
la creatività dei cuochi, osserva Ungerer con
ottimismo. Il fatto che i contadini – in tempi
di grande concorrenza da parte dei prodotti
a basso costo – vendano a un prezzo equo
la carne di manzo, la frutta e la verdura delle
zone di montagna dell’Alto Adige è per lui
una conquista fondamentale e un obiettivo
di lungo periodo, che anche i consumatori apprezzano. Perciò nel 2015 la Deleg
vorrebbe proseguire, con i suoi partner locali,
le collaborazioni nate nell’ambito di questa
iniziativa comunitaria LEADER, anche con la
prospettiva di sviluppare in maniera sostenibile nuovi circuiti particolarmente attenti alla
qualità.
DELEG
Dorf 2 / Centro 2
39040 Laurein / Lauregno
T 0463 532 102
www.deleg.it
GUTES . BONTÀ
DEUTSCHNONSBERG . ULTENTAL
ALTA VAL DI NON . VAL D‘ULTIMO
NR . 1 2 0 1 5
// 53
R.
w o hl fü h len * b e n e s s e r e
Die neue Therme Meran steht für ein neues
Wohlfühlerlebnis. 2015 feiert sie ihren zehnten
Geburtstag. Die Geschichte der Kurstadt reicht
wesentlich weiter zurück – und sie hat nicht erst mit
der österreichischen Kaiserin Elisabeth begonnen.
Einblicke in den Kurbetrieb einst und heute.
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Frische Luft
und
klares Wasser
Aria pura
e acqua limpida
Text / testo: Ariane Löbert
Le nuove Terme Merano, che nel 2015 festeggiano i dieci
anni, sono il simbolo di un nuovo modo di vivere il
benessere. La storia di questa località di cura risale
molto indietro nel tempo, ancora prima dei soggiorni
dell’imperatrice austriaca Sissi. Diamo uno sguardo
alle attività curative del passato e a quelle attuali.
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w o h l f üh len * b e n esser e
2
1. 2. 4. Der Kurbetrieb in ihren Anfängen
im Kurmittelhaus. | Le prime attività
terapeutiche dell’Istituto fisioterapico.
3. 5. Einblicke in die Therme Meran heute. |
Le Terme Merano oggi.
1.
Sissi hat nicht gebadet. Zumindest nicht zu Kurzwecken. Die
österreichische Kaiserin, die mit ihrer Anwesenheit in Meran den
Kurtourismus in der Passerstadt dauerhaft geadelt hat, verbrachte ihre Zeit mit ausgedehnten Spaziergängen, begleitet von einer
großen Dogge namens Shadow. Meran war zu der Zeit bereits ein
angesehener Luftkurort. Wer es sich leisten konnte, verbrachte den
Winter im milden und trockenen Klima am „Südbalkon der Donaumonarchie“. Kaiserin Elisabeth kam wegen ihrer kränklichen Tochter Marie Valerie, aber auch um dem starren Leben bei Hofe zu
entfliehen. Für sie wurden in den Gärten von Schloss Trauttmansdorff, wo sie im Winter 1870/71 Quartier bezog, eigens verschiedene Spazierwege angelegt.
Weit berühmter sind jedoch die Kur- und die Winterpromenade oder der Tappeinerweg nahe der Altstadt. Hier wandelte man,
lauschte Konzerten und unterhielt sich. Die Luftkurgäste waren
angehalten, 12 Stunden täglich im Freien zu verbringen, zusätzlich
gönnte man sich gerne noch eine Trauben- oder Molkekur, und mit
der Eröffnung des Kurhauses im Jahr 1874 gab es endlich auch eine
Badeanstalt. Dort wurden Wannenbäder mit verschiedenen Zusätzen angeboten, ebenso Dampfbäder und Inhalationen als Ergänzung zur Frischluftkur.
Die Begriffe Beauty, Wellness oder Spa waren damals noch völlig
unbekannt. Anders in der heutigen Therme Meran. Dort steht neben dem gesundheitlichen Aspekt vor allem der Wohlfühlfaktor im
Vordergrund. Zu Sissis Zeiten war eine öffentliche Badeanstalt auch
aus hygienischen Gründen dringend notwendig. In den meisten
Häusern der Passerstadt gab es weder Bäder noch fließendes Wasser und lediglich ein einziges Hotel verfügte über ein Schwimmbad.
Das Badewasser entnahm man direkt aus der Passer und eine Wassertemperatur von 19 Grad empfand man bereits als „angenehm
warm“. Schließlich hat der Fluss auch im Sommer selten mehr als 14
Grad. Eine richtige Schwimmhalle erhielt Meran erst im Jahr 1907
mit der Eröffnung des eleganten Kurmittelhauses an der damaligen
Habsburger Straße. Dort gab es ein beheiztes Schwimmbecken, das
im Winter auch von den Einheimischen sehr geschätzt wurde und
ein breites Angebot verschiedener Kuren für die immer zahlreicher
nach Meran strömenden Touristen.
56 //
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Sissi non faceva i bagni, o almeno non per
curarsi. L’imperatrice austriaca, che con la sua
presenza a Merano ha reso definitivamente
celebri i soggiorni di cura nella città sul Passirio,
trascorreva invece le sue giornate compiendo
lunghe passeggiate in compagnia di un grosso
alano di nome Shadow. A quell’epoca Merano
era un’apprezzata stazione climatica, il “balcone
meridionale della monarchia danubiana”, nel
cui clima mite e secco chi poteva permetterselo
trascorreva volentieri l’inverno. L’imperatrice
Sissi vi giunse per curare la malaticcia figlia
Maria Valerie ma anche per sfuggire alla rigida
etichetta di corte. Appositamente per le sue
passeggiate vennero realizzati vari sentieri nei
Giardini di Castel Trauttmansdorff, suo quartier
generale per tutto l’inverno 1870/71.
Ancora più famose, però, sono la Passeggiata
lungo Passirio, la Passeggiata d’Inverno e
la passeggiata Tappeiner vicino al centro storico.
Erano i luoghi dove si camminava, si ascoltava
musica o semplicemente si chiacchierava. Gli
ospiti della cittadina climatica erano felici di trascorrere dodici ore al giorno all’aperto e di ricorrere alla cura dell’uva o del siero di latte, mentre
con l’apertura del Kurhaus nel 1874 comparvero
finalmente anche i primi bagni pubblici. Qui si
effettuavano bagni in vasca con l’aggiunta di varie
sostanze, ma anche bagni di vapore e inalazioni
che integravano gli effetti curativi dell’aria pura.
In quegli anni concetti come beauty, wellness
o spa erano ancora ignoti; a differenza di quello
che avviene oggi alle Terme Merano, dove accanto agli aspetti terapeutici è il benessere il fattore
più importante. Ai tempi di Sissi uno stabilimento balneare pubblico era assolutamente indispensabile anche per ragioni igieniche, poiché in
NR. 1 2015
5.
3.
4.
Wasser marsch!
Mehr als hundert Jahre später frieren die Besucher der Therme
Meran höchstens freiwillig – in den verschiedenen Kneipp- und Kaltwasserbecken oder im Schneeraum des 1.300 Quadratmeter großen
Saunabereiches. Die Wasserfläche der Therme ist mit insgesamt
2.000 Quadratmetern sogar noch ein Stück größer. Die Temperatur
in den 25 unterschiedlichen Innen- und Außenbecken liegt zwischen
kühlen 18 und badewannenwarmen 37 Grad, einige Becken im Innenbereich sind mit Thermalwasser befüllt.
Auch das Heilwasser gab es zu Sissis Zeiten noch nicht, es wurde
erst im Jahr 1934 entdeckt. Nachdem der Erste Weltkrieg den Kurbetrieb in Meran fast vollständig zum Erliegen gebracht hatte, suchte
man in der Umgebung Merans eifrig nach einer Thermalquelle, um
aus dem ehemaligen Luftkurort ein modernes Kurbad zu machen.
Man wurde am nahen Vigiljoch fündig und nutzte das radonhaltige
Thermalwasser ab 1940 im Kurmittelhaus für Bäder.
In der Folge wurden großartige Pläne geschmiedet für ein mondänes Thermalbad mit Gärten, Wandelhallen, Restaurants und Geschäften. Doch dann begann der Zweite Weltkrieg und was im Jahr
1972 schließlich als sogenannte S.A.L.V.A.R. eröffnet wurde, war
weit bescheidener als ursprünglich geplant. „Trotzdem schaffte es
das S.A.L.V.A.R. mit seinem markanten, geschwungenen Wellendach
sich zu einem beliebten Postkartenmotiv und fast so etwas wie einem modernen Wahrzeichen der Stadt zu mausern“, erzählt der Meraner Paul Rösch, Direktor des Museums Touriseum und Buchautor.
Es gab ein großes Schwimmbecken mit Sprungturm, eine Liegewiese, ein Kinderbecken und sogar einen Fischteich. Das Hauptgebäude
beherbergte den medizinischen Bereich sowie Hallenbad und Sauna
und natürlich auch eine gepflegte Gastronomie.
Neuanfang
Mit der Eröffnung des S.A.L.V.A.R. begann ein langsamer Aufschwung des Kurbetriebes in Meran – zunächst vor allem mit italienischen Gästen. 1997 wurde der Kurbetrieb schließlich vom Land
Südtirol übernommen. Ein Neubau wurde beschlossen und ein Architekturwettbewerb ausgeschrieben. Sieger war das Berliner Büro
Baumann/Zillich, das vor allem mit seinen stadtplanerischen Ideen
überzeugte: Die an der Therme vorbeiführende Straße wurde in
NR. 1 2015
gran parte delle abitazioni della città non c’erano
né bagni né acqua corrente e un solo albergo
disponeva di una piscina per nuotare. L’acqua
per lavarsi proveniva direttamente dal Passirio e
quando raggiungeva una temperatura di 19 gradi
era già considerata “gradevolmente calda”. Del
resto il fiume anche in estate superava raramente
i 14 gradi. Merano ebbe una vera e propria piscina
natatoria solo nel 1907, con l’apertura dell’elegante Istituto fisioterapico lungo la via allora
denominata Habsburger Straße. Oltre ad accogliere una vasca riscaldata, molto apprezzata in
inverno anche dagli abitanti della città, l’istituto
offriva un’ampia gamma di trattamenti ai turisti
che giungevano a Merano sempre più numerosi.
Forza con l’acqua!
Più di cent’anni dopo gli ospiti delle Terme
Merano cercano spontaneamente refrigerio nelle
varie piscine Kneipp e fredde o nella Sala della
neve all’interno dei 1.300 metri quadrati della
zona sauna. Ancora più ampia, con i suoi 2.000
metri quadrati totali, è la superficie complessiva
di vasche e piscine. La temperatura delle venticinque piscine interne ed esterne varia tra
il refrigerio dei 18 gradi e il tepore rilassante dei
37 gradi, mentre alcune vasche al coperto vengono riempite con acqua termale.
Neppure quest’ultima esisteva ai tempi di
Sissi, dato che la fonte termale fu scoperta solo
nel 1934. Dopo la prima guerra mondiale, che
causò l’interruzione quasi completa delle attività
di cura, si iniziò a cercare metodicamente una
fonte idrotermale nei dintorni della città, per
poter trasformare la vecchia stazione climatica in
un moderno centro termale. La si trovò sul vicino
Monte San Vigilio e dal 1940 si iniziò a incanalare l’acqua termale al radon verso i bagni dell’Istituto fisioterapico.
In seguito fu concepito un piano grandioso
per un nuovo stabilimento termale di lusso
con giardini, portici, ristoranti e negozi, ma la
seconda guerra mondiale incombeva e quello che
// 57
w o h l f üh len * b e n esser e
1.
den Untergrund verlegt und mit dem Thermenplatz entstand ein
attraktiver öffentlicher Raum jenseits der Passer. Den Innenausbau
des markanten Gebäudes übernahm Stardesigner Matteo Thun und
am 3. Dezember 2005 wurde die neue Therme feierlich eröffnet.
Im darauf folgenden Sommer öffnete dann auch der mediterrane
Thermenpark – mit 51.000 Quadratmetern Fläche eine der größten
privaten Gartenanlagen Europas.
Heute, zehn Jahre später, ist die Therme Meran sommers wie
winters ein beliebter Anziehungspunkt für Einheimische und Gäste. Sie schätzen nicht nur das Entspannen im warmen Wasser, die
wohltuende Wirkung der Sauna und die Angebote des Fitnesscenters, sondern auch die Anwendungen im Spa- und Vitalbereich. Dort
wird heute auch wieder mit der Meraner Kurtraube gearbeitet, mit
Molke- und Apfelextrakten, Wolle, Latschen oder Bergheu. Das Thermalwasser wird übrigens nicht nur zum Baden genutzt. In der medizinischen Abteilung der Therme wird es für Inhalationen erfolgreich bei der Behandlung von chronischen Atemwegserkrankungen
eingesetzt – wissenschaftlich erforscht und staatlich anerkannt wird
Meran damit seinem Anspruch als Kurstadt gerecht.
1. 2. 3. Die Therme Meran
interpretiert Altbewährtes
neu und punktet mit
einem neuen Konzept des
Wohlfühlens. | Le Terme
Merano reinterpretano
una tradizione che
ha radici antiche e
propongono un nuovo
concetto di benessere.
2.
3.
58 //
www.meranomagazine.com
venne finalmente inaugurato nel 1972 con
il nome di S.A.L.V.A.R. fu uno stabilimento molto
ridimensionato rispetto al progetto originario. “Ciò nonostante la S.A.L.V.A.R., con il suo
inconfondibile tetto a onde, divenne presto il
soggetto di molte cartoline e si impose fino quasi
a diventare un simbolo moderno della città”,
ricorda il meranese Paul Rösch, direttore del
museo Touriseum e autore di varie pubblicazioni. Erano presenti una grande piscina per il
nuoto con una piattaforma per i tuffi, un prato
per sdraiarsi, una vasca per i bambini e persino un laghetto per i pesci. L’edificio principale
ospitava la zona per le terapie mediche, oltre alla
piscina coperta e alla sauna, e naturalmente una
ben curata area di ristorazione.
Ripartenza
Con l’inaugurazione della S.A.L.V.A.R. iniziò
lo sviluppo graduale delle cure termali a Merano,
all’inizio soprattutto rivolte a un pubblico italiano. Nel 1997, infine, l’impianto fu acquisito dalla
Provincia Autonoma di Bolzano. Si decise così di
costruire un nuovo edificio per il quale fu bandito un concorso di architettura. Il vincitore fu lo
studio berlinese Baumann/Zillich, che convinse
soprattutto per la sistemazione urbanistica che
proponeva di spostare la strada, che fiancheggiava le Terme, al livello interrato lasciando il
posto alla Piazza Terme, un affascinante spazio
pubblico lungo il Passirio. L’allestimento interno
di questo edificio, di grande personalità, fu
affidato all’architetto di fama internazionale
Matteo Thun e il 3 dicembre 2005 una grande
festa inaugurò le nuove Terme. L’estate successiva fu aperto al pubblico anche il relativo parco
di ambientazione mediterranea, che con i suoi
51.000 metri quadrati è uno dei giardini privati
più estesi d’Europa.
Dopo dieci anni le Terme Merano costituiscono, in estate come in inverno, un polo di attrazione molto amato dai meranesi e dai turisti,
che apprezzano non solo l’effetto rilassante
dell’acqua calda, i benefici della sauna e le
offerte del fitness center, ma anche i trattamenti
del centro Spa & Vital. Qui si praticano tuttora
i trattamenti tradizionali con l’uva ma anche con
estratti di siero di latte e mele, lana, pino mugo
e fieno di montagna. In ogni caso l’acqua termale
non viene utilizzata solo per i bagni. Nel centro
medico delle Terme viene impiegata con successo nelle inalazioni per il trattamento dei disturbi
cronici delle vie respiratorie: con queste cure
certificate a livello scientifico e riconosciute dal
servizio sanitario nazionale Merano soddisfa
così la sua vocazione di città termale.
NR. 1 2015
Meran 2000 Bergbahnen AG
Naiftalstr. 37
39012 Meran
T 0473 234 821
www.meran2000.com
Associazione turistica
Avelengo – Verano –
Merano 2000
via S. Caterina 2/B
39010 Avelengo
T 0473 279 457
www.hafling.com
Sulla terrazza
soleggiata
SOPRA Merano
Das Ferien- und Naherholungsgebiet Hafling,
Vöran, Meran 2000 liegt unweit der Stadt Meran,
mitten im Grünen auf 1.250 bis 2.300 Metern Höhe.
Wer hier eine Auszeit nimmt, kann aktiv die Natur
entdecken und erreicht wandernd die urigen und
gemütlichen Hütten mit ihren Sonnenterrassen, von
denen man einen herrlichen Panoramablick über das
Tal und kulinarische Köstlichkeiten genießen kann.
Die Umlaufbahn und die neue Seilbahn erleichtern
den Aufstieg in das Wandergebiet.
Es sind die besonderen Orte, die diese Gegend so
einzigartig machen: Vom sagenumwobenen Kirchlein
St. Kathrein bei Hafling etwa, das einst eine Kultstätte
war, zum Knottnkino oberhalb von Vöran, dem von
Künstler Franz Messner geschaffenen Naturkino, bis
hin zu den „Stoanernen Mandlen“, den mystischen
Steinpyramiden inmitten des Wandergebietes.
Alle drei Kraftorte verbindet die atemberaubende
Aussicht auf die Texelgruppe, das Etschtal bis Bozen
und darüber hinaus.
Das ganze Jahr über ermöglichen zudem verschiedene
Veranstaltungen im Feriengebiet, die lokale Kultur,
Küche und Tradition kennenzulernen: Sei es im
Rahmen des Gesundheitsfestivals „Merano Vitae“,
das zwischen April und Juni 2015 stattfindet und ganz
im Zeichen des geistigen und körperlichen Wohlbefindens steht, bei der Genusswerkstatt „Foodie Factory“
oder der Veranstaltungsreihe „KornArt“ vom 22. Mai
bis zum 7. Juni 2015. Dann wird die Sonnenterrasse
Merans zur Bühne für originelle Korn-Verkostungen,
kulinarische Wanderungen und gewährt einzigartige
Einblicke in traditionelle Bau- und Backkünste.
Bei der „Meran2000.night“ laden die Hüttenwirte
des Wandergebiets dazu ein, raffinierte Speisen unter
dem Sternenhimmel zu genießen. Bevor der Winter
das Feriengebiet schließlich in ein herrliches Weiß
bettet, werden noch im „Meraner Herbst“, an dem
auch Hafling und Vöran teilnehmen, traditionelle
Feste, Almabtriebe und kulinarische Events gefeiert.
L’area vacanze e relax di Avelengo, Verano e
Merano 2000 è situata in mezzo al verde non lontano dalla città di Merano, a una quota compresa tra i
1.250 e i 2.300 metri. Chi viene quassù per prendersi
una pausa, si immerge nella rigogliosa natura alla
scoperta delle accoglienti baite di montagna dalle cui
terrazze soleggiate si può ammirare uno spettacolare
panorama sulla valle, gustando autentiche prelibatezze.
La cabinovia e la nuova funivia rendono agevole la
salita verso questo comprensorio ricco di fantastici
sentieri escursionistici.
A rendere ancora più interessante quest’area sono
i suoi luoghi speciali e affascinanti: dalla chiesetta di
Santa Caterina di Avelengo, antico centro di culto le cui
origini si perdono nella leggenda, al Knottnkino sulle
alture sopra Verano, un cinema all’aperto creato dall’artista Franz Messner per assistere allo spettacolo della
natura, fino ai Stoanernen Mandlen, le piramidi di pietra dall’aspetto mistico situate al centro del comprensorio. Tre luoghi pieni di energia che hanno in comune le
spettacolari vedute sul gruppo del Tessa, sulle Dolomiti
e sulla Valle dell’Adige fino a Bolzano e oltre.
Per tutto l’anno varie manifestazioni permettono
di apprezzare la cultura, la cucina e le tradizioni locali
di questa meravigliosa area turistica: ad esempio
il festival della salute Merano Vitae, che si svolge tra
aprile e giugno nel segno del benessere del corpo
e dello spirito, o le iniziative dell’Officina del gusto
Foodie Factory, o ancora da maggio a giugno la serie
di eventi GranoArt. Quest’ultima iniziativa trasforma
la terrazza baciata dal sole sopra Merano in un
palcoscenico per originali degustazioni di cereali e
passeggiate gastronomiche, che offrono la possibilità
davvero unica di vedere da vicino le architetture e
i forni tradizionali.
In occasione della Merano2000.night i gestori delle
baite e dei rifugi del comprensorio invitano a gustare
cibi raffinati sotto il cielo stellato. Prima che l’inverno
distenda la sua candida coltre di neve si celebra infine
l’Autunno Meranese, a cui si associano anche Avelengo
e Verano, con le feste tradizionali, la transumanza (la
discesa a valle del bestiame) e vari eventi gastronomici.
© Frieder Blickle/Meran 2000
© Frieder Blickle/Meran 2000
© Frieder Blickle/TV Hafling
Tourismusverein Hafling –
Vöran – Meran 2000
St. Kathrein Str. 2/B
39010 Hafling
T 0473 279 457
www.hafling.com
Auf der
Sonnenterrasse
Merans
Merano 2000 Funivie Spa
via Val di Nova 37
39012 Merano
T 0473 234 821
www.meran2000.com
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P.
R.
e in b l i cke * A p p r o f o n d i me n t i
Echte Qualität
am Berg
Text / Testo: Christine Lasta
Fotos / Foto: Alex Filz
Auf ihren Wanderungen durch das
Meraner Land lernte die Autorin
Christine Lasta Charakterköpfe kennen,
die mit viel Hingabe Hütten und
Almgasthöfe führen. Ein Auszug aus
dem Buch „Echte Qualität am Berg“.
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www.meranomagazine.com
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Pura qualità
in montagna
Nelle sue passeggiate a Merano e
dintorni la scrittrice Christine Lasta
ha avuto modo di conoscere persone
speciali che gestiscono con grande
passione rifugi e locande sulle malghe.
Un estratto dal suo libro
“Pura qualità in montagna”.
NR . 1 2 0 1 5
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e i n b l i c k e * A p p r o f o n di m en ti
1.
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www.meranomagazine.com
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1. 2. 3. 4. Auf dem Weg
von Pfelders zur
Faltschnalalm: Autorin
Christine Lasta und Fotograf
Alex Filz erwanderten für
ein Buchprojekt Almen und
urige Gasthöfe im Meraner
Land. | Lungo il percorso
da Plan alla malga
Valcanale: la scrittrice
Christine Lasta e il
fotografo Alexander Filz
hanno visitato malghe
e antiche locande di
Merano e dintorni
con l’idea di descriverle
in un libro.
NR. 1 2015
Pfelders im Passeiertal auf 1.622 m.
Plan, 1.622 metri sul livello del mare.
Ein Spätsommertag. Ein tiefblauer Bilderbuchhimmel. Die Luft frisch. Und meine Laune in Hochform.
Klar! Bei dem Ausblick. Vor mir die Hohe Wilde.
3.479 m. Ich lass es gemütlich angehen. „Eine
Bergfahrt, bitte.“ Der Mann hinter der Glasscheibe
lächelt und übergibt mir wortlos die Liftkarte.
Lacht er mich etwa aus? Weil ich mit dem Lift zur
Grünbodenhütte fahre? Gewiss, ich hätte in einer
knappen Stunde auch dorthin laufen können.
Über den 5A, einen gemütlichen Fuhrweg.
Aber egal. Ich bezahle und bedanke mich. Und er?
Er sagt nichts. Klar! Er lächelt ja.
Ich setze mich in den Grünboden-Express, versuche Gedanken und Karte lächelnd in den Rucksack
zu stecken und schnüre mir die Stiefel. Gerade
als ich mir einen Panoramablick genehmigen will,
spüre ich, wie der Lift sein Tempo drosselt: Ende
der Fahrt!
Eh klar. Grünboden-Express. 3,18 Minuten für 400
Höhenmeter, werben die Betreiber. Ich steige aus.
Vor mir die akkurate Grünbodenhütte auf 2.001 m,
die wohl Namensgeber für die fixe Kabinenbahn ist.
Weidende Kühe, wenig Leute. Ich breite die Arme
aus und nehme einen tiefen Zug frische Luft. Die
Berge am Sonnenhang vis-à-vis sind zum Greifen
nah. Das Massiv der Texelgruppe – auf dem ich stehe –
ist im Schatten und thront erhaben über mir.
Ich halte Ausschau nach der 4. Hinter der Hütte
blitzen Wegweiser hervor und geben mir Aufschluss:
5A Sefiarspitz 2h 40’
4 Falschnalalm 50’
4 Panoramaweg
Obwohl der Faltschnalalm das t fehlt, folge ich dem
Wegweiser nach rechts und nehme den kurzen
Anstieg ins Visier.
TSCHIK TISCHIK TSCHAK
Ein rhythmisches Schnalzen bricht die idyllische
Ruhe.
TSCHIK TSCHIK TSCHAK
Ich blicke ins Tal. Menschen in Playmobilgröße stehen in Trauben um einen leeren Platz herum. Mehr
kann ich nicht erkennen. Grübelnd wandere ich auf
dem breiten Forstweg bergauf und versuche, mich
von den eifrig grasenden Kühen ablenken zu lassen.
TSCHIK TSCHAK TSCHAK
Aufmüpfig – so als wollte mir das Schnalzen einen
Wanderrhythmus diktieren – knallt es aus dem Tal
herauf.
TSCHIK TSCHIK TSCHACK
Auf der Anhöhe mache ich halt. Schaue wieder ins
Tal und spüre förmlich, wie mir ein Licht aufgeht.
Klar! Goaßlschnöller (Die „Goaßl“ ist eine Peitsche aus Leder oder Drahtgarn, Anm. d. Red.) im
Wettbewerb. Deshalb der Andrang. Deshalb die
Playmobiltrauben um die Arena. Ich versuche das
Szenario im Tal zu durchschauen, was mir aufgrund
der Distanz aber nicht gelingt.
È un giorno di tarda estate. Il cielo di un blu quasi
irreale. L’aria è fresca, chiara, e il mio umore in forma
smagliante. Chiaro! Con una vista del genere… Davanti a me l’Altissima con i suoi 3.479 m. Mi concedo una
partenza in tutta tranquillità.
“Un biglietto per la salita, grazie”. L’uomo mi sorride
da dietro il vetro e mi allunga il biglietto senza parlare. Starà sorridendo di me perché ho deciso di prendere la cabinovia? Certo, ci sarei arrivata anche in 50
minuti di cammino, seguendo il sentiero 5A. Ma cosa
importa. Pago e ringrazio. E lui non dice nulla: sta
ancora sorridendo.
Prendo posto sul Grünboden-Express, sorrido cercando di infilare pensieri e cartina nello zaino e stringo
i lacci degli scarponi. A malapena riesco a concedermi di lanciare uno sguardo al panorama, che subito
avverto la cabina rallentare: siamo già arrivati a
destinazione!
Come dimenticarlo: Grünboden-Express. 3,18 minuti
per 400 metri di dislivello, come pubblicizzano in
zona. Scendo e davanti a me si staglia la curatissima
malga Grünboden, 2.001 m, che ha prestato il proprio
nome alla cabinovia.
Mucche al pascolo, poca gente. Allargo le braccia e
assaporo una profonda boccata d’aria fresca.
Le montagne del versante soleggiato, che mi guarda
di fronte, sono così vicine che sembra di poterle
toccare. Il massiccio del Gruppo del Tessa, su cui mi
trovo, è ancora in ombra e troneggia maestosamente
sopra di me.
Do un’occhiata in giro alla ricerca del numero 4.
Appena dietro la malga si fanno notare alcuni segnavia, che subito mi forniscono chiarimenti:
5A Monte Tavolino 2h 40’
4 Malga Valcanale Falschnalalm 50’
4 Sentiero panoramico
Seguo verso destra l’indicatore per la Malga Valcanale, ignorando un errore nella scrittura tedesca del
nome, che dovrebbe essere Faltschnalalm, e proseguo
seguendo la breve salita che mi si para davanti.
TIC TIC TAC
Uno schiocco ritmico è l’unico turbamento a quella
quiete idilliaca.
TIC TIC TAC
Do uno sguardo verso valle. Omini che sembrano
quelli del Playmobil si ammassano alla ricerca di un
posto libero. Di più non riesco a vedere. Con qualche
domanda in testa, decido comunque di proseguire
seguendo l’ampia strada forestale e cercando di farmi
distrarre dalle mucche intente a brucare affannosamente l’erba, accompagnate dallo scampanio dei loro
collari.
TIC TAC TAC…
… ripete lo schiocco dalla vallata, ostinatamente,
quasi a volermi dettare un ritmo di marcia.
TIC TAC TAC
Faccio sosta su un piccolo poggio, gettando un
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e i n b l i c k e * A p p r o f o n di m en ti
Erhellt konzentriere ich mich wieder auf den Weg,
der mich in westliche Richtung lenkt. Genauer
gesagt auf die Steintreppen, die mich in geschickter
Manier – mal bergauf, dann wieder bergab – quer
über den Hang dirigieren. Hier haben tüchtige
Menschen saubere Arbeit geleistet und der Natur
durch geschickte Anordnung weiterer Steinplatten
einfach unter die Arme gegriffen.
Mensch und Natur im Einklang. Perfekt!
TSCHIK TSCHAK TSCHAK TSCHAK
Alpenrosen säumen den Weg. Vereinzelt stehen
Lärchen und wiegen sich in der leichten Brise.
TSCHIK TSCHAK TSCHAK TSCHAK TSCHIK TSCHIK
Und in meinen Waden- und Pomuskeln zwickt’s.
Ich setze mich auf eine der zahlreichen Aussichtsstellen und bewundere die gegenüberliegende
Bergkulisse mit ihren Dreitausendern. Und stelle
mir die österreichische Landschaft hinter der Bergwand vor.
Während das Schnalzkonzert im Tal immer kompliziertere Rhythmusfolgen annimmt, wandere ich
– nach etwa 35 Minuten – schon wieder talabwärts.
Auf einem lieblich schmalen, aber steilen Steig,
vorbei an Wacholdersträuchen, durch hübsche
Nadelwäldchen hindurch, bis ich nach weiteren
15 Minuten zwischen den Bäumen die adrette Faltschnalalm erspähe. Mein heutiges Einkehrziel.
Wenn im März auf Zeppichl, einem Weiler oberhalb
Pfelders, jemand zappelt, dann ist das Berta, die
es kaum erwarten kann, ihre Faltschnalalm aus
dem Winterschlaf zu holen. „Im Tal ist es mir zu
hektisch!“, sagt sie. Der Satz sitzt. In Anbetracht der
Einwohnerzahl von Zeppichl – in Ziffern gesprochen sind das 20 – kriegt der Satz eine noch tiefere
Bedeutung. „Ich werde im Tal einfach unruhig“,
setzt Berta pointiert nach und muss dabei selbst
herzhaft lachen. Von März bis Mitte Oktober ist sie
mit Mann, Tochter, Schwiegersohn und Enkel auf
der Alm.
Bertas Tag beginnt früh. „Um 5.15 Uhr gehe ich in
die Küche und erledige die Vorbereitungen für das
Tagesgeschäft. Knödel drehen, Apfelstrudel backen,
Ziegenbraten vorbereiten, halt alles was so anfällt.
Danach kommen die Blumen dran.“ Die Faltschnalalm könnte es mit ihrer Flora locker mit den
Gärten von Schloss Trauttmansdorff aufnehmen. Wo
man hinsieht blüht’s aus Bergschuhen, Töpfen und
Balkonen heraus und herab. „Die Blumen sind mein
Hobby. Da kann ich mich entspannen. Obwohl mir
der Regen heuer die Arbeit nicht gerade erleichtert
hat. Ober sell isch lai gleich. Seimer zufrieden.“
Zufriedenheit ist hier Maxime und wird auch beim
Gast großgeschrieben: „Für den Aufstieg muss er ja
schließlich belohnt werden. Deshalb fallen unsere
Portionen etwas größer aus als sonst. Und natürlich
bereite ich alles frisch zu. Ich habe noch nie einen
Knödel eingefroren. Weil er dann nicht mehr so
schmeckt, wie er schmecken sollte.“
Das Kochen hat Berta von ihrer Mutter gelernt
und abgeschaut. „Eine Restaurantküche wär nix
für mich. Ich gebe hier mein Bestes. Koche mit
Überzeugung und nach alter Tradition.“ Berta setzt
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ulteriore sguardo alla valle, e mi coglie un’improvvisa
illuminazione: ma certo! È una gara di Goaßlschnöller (schioccatori di frusta). Il che giustifica anche
l’assembramento di gente. Ecco il motivo di quell’ammasso di omini Playmobil attorno all’arena! Cerco di
distinguere meglio gli avvenimenti della vallata, ma
da quella distanza non mi riesce.
Ora che ho compreso di cosa si tratti, decido di concentrarmi nuovamente sul cammino, che mi conduce verso ovest. E più precisamente verso i gradini
di pietra che ordinatamente, a tratti in salita, a tratti
in discesa, mi conducono attraverso il pendio.
È l’opera di uomini virtuosi, che con lavoro paziente,
sapiente e ordinato hanno aggiunto alcune lastre di
pietra per completare quanto già fatto dalla natura.
Uomini e natura in perfetta armonia!
TIC TIC TAC TAC
I rododendri costeggiano il sentiero. Larici solitari
si piegano alla brezza leggera.
TIC TAC TAC TAC TIC TIC
E i polpacci e i muscoli del posteriore cominciano
a farsi sentire... Mi siedo a uno degli innumerevoli
punti panoramici, abbandonandomi ad ammirare lo
scenario delle catene montuose di fronte, con le loro
cime che superano i tremila. Dietro la parete montuosa, posso immaginare il paesaggio austriaco.
Mentre a valle prosegue il concerto di schiocchi,
a ritmi sempre più complessi, proseguo nel cammino e dopo circa 35 minuti mi ritrovo a camminare
nuovamente in discesa. Più avanti il sentiero si
restringe delicatamente in una salita piuttosto ripida
che costeggia cespugli di ginepro e attraversa graziosi
boschetti di aghifoglie, fino a farmi scorgere tra
i rami, circa 15 minuti più avanti, il profilo curato
della malga Valcanale.
La mia meta.
1. 2. 3. 4. 5. Leben
auf der Faltschnalalm,
die von Mitte Mai bis
Mitte Oktober geöffnet
ist. Die Portionen fallen
hier besonders groß
aus. „Der Aufstieg muss
belohnt werden“, sagt
Chefin Berta. | Vita
alla malga Valcanale,
aperta da metà maggio
a metà ottobre. Le
porzioni qui sono
particolarmente
abbondanti. “La fatica
della salita deve essere
premiata”, dice la
cuoca Berta.
Se a marzo, a Zeppichl, un piccolo borgo sopra Plan,
qualcuno non può stare con le mani in mano, si può
star certi che sia la Berta, che non sa trattenersi dal
risvegliare la sua malga Valcanale dal sonno invernale. “Per me la valle è troppo caotica!” Non c’è che
dire. La frase, poi, assume tutto un altro spessore se si
considera la densità demografica di Zeppichl (le cifre
parlano di ben 20 persone). “A stare in valle divento
nervosa”, aggiunge solennemente Berta, salvo poi
scoppiare a ridere di se stessa.
Il periodo da marzo a ottobre lo trascorre sempre
in malga, con marito, figlia, genero e nipote. Le sue
giornate iniziano presto: “Verso le 5.15 vado in cucina
a fare i preparativi per la giornata: fare i canederli,
infornare lo strudel, preparare l’arrosto di capra, e
tutto quel che capita. Poi è la volta dei fiori.” La malga
Valcanale non ha di che invidiare ai Giardini di Castel
Trauttmansdorff. Ovunque si posi lo sguardo si trovano fiori: nelle scarpe, nei vasi, sulle terrazze. “I fiori
sono la mia passione. Curarli mi rilassa, anche se
devo dire che le piogge di quest’anno non mi hanno
reso facile il compito. Ma in fondo fa lo stesso: siam
contenti così.”
Essere contenti qui è la parola d’ordine, e vale ovviamente anche per gli ospiti: “Bisogna pur ricompensarli per aver affrontato la salita. Per questo le nostre
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1. 2. Der Almgasthof
wurde mit der Plakette
„Echte Qualität am Berg“
ausgezeichnet. |
La locanda della malga
è stata premiata con
la targa “Pura qualità
in montagna”.
3. „Hier oben weilt das
Glück“, sagt Berta,
die mit Mann, Tochter,
Schwiegersohn und Enkel
die Alm bewirtschaftet. |
“Quassù la felicità è
nell’aria”, sostiene Berta
che gestisce la malga con
il marito, la figlia,
il genero e il nipote.
NR. 1 2015
ein verschmitztes Lächeln auf. „Meine Rezepte sind
meine Geheimnisse. Die würde ich nie preisgeben.
Aber ein kleines Geheimnis kann ich lüften: Ein
guter Leberknödel besteht aus 13 Zutaten. Welche,
verrate ich natürlich nicht. Und wie viel von was,
das könnte ich gar nicht mal sagen. Das habe ich
im Auge. Das fühle und schmecke ich während der
Zubereitung.“ Wieder ein Satz, der im Raum stehen
bleibt. „Und für ein gutes Gelingen braucht es gute
Zutaten. Das Wichtigste ist für mich die Butter. Die
mach ich mir selber. Alle zwei Tage wird gebuttert.“
„Lilly? Sog der Melli bitte, in Gulasch ausscholtn.“
Lilly nickt und serviert eine riesige Leberknödelsuppe. Lilly ist Städterin. Aber Lilly liebt die Berge. Und
deshalb ist Lilly im Sommer auf der Faltschnalalm.
„Weil meine liebe Chefin in Meran mir 4 Monate
Auszeit gibt, damit ich meine Sehnsucht nach den
Bergen stillen und vor der Meraner Hitze fliehen
kann.“
Melli ist Bertas Tochter. Sie arbeitet mit Berta in der
Küche und kümmert sich um die Eierspeisen. Und
Mellis Mann ist mit Lilly im Service. Und dann gibt
es noch den wortkargen Peter. Peter ist der Mann
von Berta. Auch er legt mittags Hand im Service an.
Ansonsten versorgt er das Vieh und ist glücklich,
wie alle anderen hier auch.
„Abends spaziere ich ins Faltschnaltal und hole
meinen Mann vom Hietn ab. Jeden Tag. Beim gemeinsamen Rückweg lassen wir den Tag Revue passieren und genießen die Zeit zu zweit. Wir sind ein
glückliches Paar. Verheiratet seit 29 Jahren. Vor 3
Jahren haben wir zum ersten Mal Urlaub gemacht.
In Südtirol. Im Ahrntal. 3 Tage. Länger könnte
ich nicht weg von zu Hause. 2 Wochen irgendwo
hinfliegen, käme für mich nie in Frage. Nicht weil
ich Flugangst habe, oder andere Länder mich nicht
interessieren würden! Ich bin zufrieden hier und
brauche nichts anderes.“ Ein Berta-Satz, der einfährt, und dem man wenig hinzufügen möchte.
„Abends essen wir dann gemeinsam. Lilly ist selten
dabei. Weil Lilly abends immer turnt. Sie kommt
erst später zu uns in die Stube. Dann ratschen wir
ein bisschen. Dabei strickt Lilly. Eigentlich strickt
Lilly immer. Und wenn wir uns nichts zu sagen
haben, liest Lilly die Zeitung, während sie strickt.
Oder … wie sagt man? Ja genau: Oder sie surft im
Internet, während sie Zeitung liest und strickt.
Weil Fernseher haben wir keinen, brauchen wir
keinen und dafür hätten wir auch keine Zeit.“
Punkt. Pause. Und plötzlich steht Berta auf, geht
zum Zaun, lehnt sich an und sagt: „Hier oben weilt
das Glück.“ Ziellos schaut sie ins Weite. „Vielleicht
ist das hier für die meisten wenig, aber für mich
ist das viel, eigentlich alles. Das ist mein Paradies.“
porzioni sono un po’ più abbondanti della media.
E ovviamente quella che preparo è tutta roba fresca.
Non mi è ancora mai capitato di surgelare neanche
un canederlo. Perché alla fine non avrebbe il sapore
che dovrebbe avere.”
A cucinare, Berta ha imparato da sua madre, anche
solo osservandola. “La cucina di un ristorante non
è il posto per me. Qui posso dare il meglio, cucino
con passione e seguendo le tradizioni antiche.” Sul
viso di Berta compare un lieve sorriso: “Le mie ricette
sono i miei segreti. Non hanno prezzo. Ma un piccolo
segreto posso anche confessarlo: un buon canederlo
di fegato si prepara con 13 ingredienti. Ovviamente
non vi dico quali. Per non parlare delle dosi e delle
quantità. Io vado a occhio e assaggio di tanto in tanto
durante la preparazione.” Di nuovo non c’è che dire.
“E perché un piatto riesca bene servono ingredienti
buoni. Quello più importante per me è il burro.
Il burro lo faccio da sola, ogni due giorni.”
“Lilly, dì alla Melli di spegnere il gulasch”. Lilly annuisce e serve un enorme canederlo di fegato in brodo.
Lilly vive in città ma ama le montagne. Per questo Lilly l’estate la passa alla malga Valcanale. “La mia generosa ‘capa’ di Merano mi concede quattro mesi liberi
in estate perché possa consolare la mia nostalgia per
le montagne e allontanarmi dalla calura meranese.”
Melli, invece, è la figlia di Berta. Lavora con Berta in
cucina e si occupa di tutti i piatti a base di uova.
Suo marito invece si occupa del servizio insieme a
Lilly. A loro si aggiunge il taciturno Peter, il marito
di Berta. Anche lui dà una mano a servire a mezzogiorno, e nel resto del tempo si occupa del bestiame
ed è contento qui, come tutti gli altri.
“Di sera vado a fare quattro passi lungo la Valcanale e
passo a prendere mio marito al pascolo. Tutti i giorni.
Mentre camminiamo insieme sulla via del ritorno,
ci raccontiamo la giornata e ci godiamo questi minuti
tutti per noi. Siamo una coppia felice, sposata da 29
anni. Le nostre prime vacanze le abbiamo fatte tre
anni fa, in Valle Aurina, per tre giorni. Di più non
riesco a stare lontana da casa. Volare da qualche parte
per due settimane per me non avrebbe alcun senso.
E non perché io abbia paura di volare, o perché non
mi interessino i paesi stranieri! È che sono felice qui
e non ho bisogno di nient’altro.” Un’altra tipica frase
da Berta, a cui non si può aggiungere nulla.
“Alla sera ceniamo tutti insieme, di rado anche Lilly
si unisce a noi. Perché Lilly la sera si dedica a fare
ginnastica. Più tardi ci raggiunge nella stube, dove ci
fermiamo a chiacchierare un po’, mentre Lilly
fa a maglia. Lilly fa sempre a maglia, a dire il vero.
E quando non abbiamo più granché da dirci, allora
Lilly si mette a leggere il giornale, mentre continua
a fare a maglia. Oppure… com’è che si dice? Ah sì:
naviga in internet mentre legge il giornale e fa a maglia. È che non abbiamo la televisione. Non ci serve
e non avremmo neanche tempo di guardarla.”
Punto. Pausa. E tutt’a un tratto Berta si alza, si avvicina allo steccato e sporgendosi annuncia: “Quassù
alberga la felicità” lo sguardo si perde all’orizzonte.
“Forse per molti quello che abbiamo qui sarebbe
troppo poco, ma per me è davvero molto: a dire il
vero è tutto. Questo è il mio paradiso.”
// 67
e i n b l i c k e * A p p r o f o n di m en ti
Buch
u nd APP
L ibro
e APP
Im Buch „Echte Qualität am Berg“
(Athesia Verlag) erwandert die Autorin
Christine Lasta Almen des Meraner
Landes und berichtet von den Begegnungen mit Hüttenwirten und Besitzern
von Almgasthöfen. Die gleichnamige
Initiative mit dazugehöriger App wurde
von der Marketinggesellschaft Meran
ins Leben gerufen und zeichnet jene
Hüttenwirte und Almgasthofbesitzer
mit der Plakette „Echte Qualität am
Berg“ aus, die ihre Betriebe vorbildlich
und mit viel Hingabe führen. Auf der
kostenlosen App, die unter dem Begriff
„BergGenuss“ zu finden ist, sind alle
ausgezeichneten Betriebe mit Informationen zu Standort und Wegbeschreibung,
Höhenprofil, GPS-Daten und Rezepte
der Gastwirte aufgelistet.
Nel libro “Echte Qualität am Berg”
(“Pura qualità in montagna”, edizioni
Athesia) l’autrice Christine Lasta racconta le sue passeggiate tra le malghe nei
dintorni di Merano, caratterizzate dagli
incontri con i gestori di baite e rifugi
e i proprietari di malghe con servizio
di locanda. Merano Marketing ha ideato
un’iniziativa dallo stesso titolo, a cui
è abbinata una app, che premia con
la targa “Pura qualità in montagna”
gli albergatori e i proprietari di malghe
che svolgono la loro attività in maniera
esemplare e con grande dedizione.
Nella app gratuita, scaricabile digitando
la parola chiave “SaporiAlpini”, sono
elencate tutte le attività premiate con
informazioni sulla posizione e i sentieri
per arrivarci, i profili altimetrici, i dati
GPS e le ricette degli albergatori.
texelbahn
Partschinser Wasserfall/Cascata di Parcines
Auf über 1.500 m mitten im
Naturpark Texelgruppe
Direkter Einstieg in den Meraner
Höhenweg
Abstieg zur Talstation über den
Partschinser Wasserfall (höchster
Wasserfall Südtirols)
Wanderungen ins Zieltal zur Zielalm
oder Lodnerhütte
elbahn in
... die Tex
s
Partschin
Ad oltre 1.500 m di quota
nel cuore del parco naturale
Gruppo di Tessa
accesso diretto all’Alta Via di Merano
discesa a Valle passando per la
cascata di Parcines
escursioni nella Val di Tel alla
“Ziel-alm” ed al Rifugio Cima
Fiammante
68 //
www.meranomagazine.com
NR. 1 2015
TEXELBAHN · Via Ziel Straße 11 · I-39020 Partschins/Parcines
Tel. +39 0473 968295 · [email protected] · www.texelbahn.com
P.
Sommer
am Gletscher
Estate
sul ghiacciaio
2015 ist das Jahr der Jubiläen: Unglaubliche 600
Jahre feiert die Transhumanz, bei der mehrere tausend
Schafe vom Schnalstal ins Ötztal zur Fernweide und
zurück getrieben werden. Vor genau 30 Jahren indes
wurde der Meraner Höhenweg eröffnet, der auf 100
Kilometern um den Naturpark Texelgruppe und durch
die Schnalser Bergwelt führt. Die Erschließung des
Gletschers begann vor exakt 40 Jahren – am 12. Juli
1975 – mit der Jungfernfahrt der Gletscher-Seilbahn.
Il 2015 per la Val Senales è l’anno degli anniversari. Sembra incredibile ma compie seicento anni il
rito della transumanza, con il quale ogni anno migliaia
di pecore vengono trasferite dalla Val Senales alla
Ötztal e viceversa. Esattamente trenta anni fa, inoltre,
è stata inaugurata l’Alta Via di Merano, un sentiero
che si estende per cento chilometri attraverso il Parco
Naturale Gruppo di Tessa e l’ambiente montano della
Val Senales. Infine l’accesso regolare al ghiacciaio iniziò
esattamente quaranta anni fa con la corsa inaugurale
della funivia, il 12 luglio 1975.
Lebendiges Brauchtum
Im Juni ziehen alljährlich Tausende Schafe auf engen
und oft noch schneebedeckten Gebirgspfaden über
den Alpenhauptkamm auf die Sommerweide im hinteren Ötztal. Es ist die einzige grenzüberschreitende
Transhumanz in den Alpen, die über Gletscher führt.
Die UNESCO hat diesen jahrhundertealten Brauch in
das Verzeichnis des Weltkulturerbes aufgenommen.
Im Spätsommer, zumeist Mitte September, kehren die
Schafe wieder ins Schnalstal zurück, wo die Hirten die
geglückte Heimkehr der Tiere mit einem zünftigen Fest
in Kurzras und Vernagt feiern.
Wanderweg mit Geschichte
Einblick in die landschaftliche Vielfalt und Schönheit
der Schnalser Gebirgswelt gibt der Meraner Höhenweg.
Vor genau 30 Jahren verband man historische Wege,
die Bergbauern seit Jahrhunderten benutzen, zu einem
Rundwanderweg. Er kann in fünf bis sechs Tagen
begangen oder für kürzere Wanderungen an beliebiger
Stelle aufgenommen und wieder abgebrochen werden.
Skifahren im Sommer
Im Sommer 1975 erlebte die Schnalstaler Gletscherbahn ihre erste Fahrt. Heute bringt sie das ganze Jahr
über Wanderer und Skifahrer auf den Gletscher.
Vom 12. Juni bis zum 12. Juli 2015 sind die Pisten
Grawand und Finail für das sommerliche Skierlebnis
geöffnet. Die „Ötzi Glacier Tour“ führt Interessierte
unter der Anleitung eines Bergführers das ganze Jahr
über an die Fundstelle des Mannes aus dem Eis: im
Winter mit Skiern, im Sommer zu Fuß.
Am Schnalstaler Gletscher treffen an 365 Tagen im
Jahr Geschichte und Kultur, Landschaftserlebnis und
Freizeitvergnügen aufeinander.
NR . 1 2 0 1 5
Un’usanza ancora viva
Ogni anno in giugno migliaia di pecore percorrono
gli stretti sentieri di montagna, spesso ancora coperti
di neve, che le portano a valicare la cresta alpina per
raggiungere i pascoli estivi della Ötztal. È l’unico sentiero di transumanza delle Alpi che supera un confine
e passa sopra un ghiacciaio, tanto che l’UNESCO ha
inserito questa usanza secolare e le sue vie tra i beni
patrimonio dell’umanità. Nella tarda estate, in genere a
metà settembre, le pecore fanno ritorno in Val Senales,
dove i pastori celebrano la riuscita dell’impresa con
una festa in grande stile a Maso Corto e Vernago.
Schnalstaler
Gletscherbahnen AG
Kurzras 111
39020 Schnals
T 0473 662 171
www.schnalstal.com
Camminare nella storia
L’Alta Via di Merano permette di cogliere la bellezza e
la varietà di paesaggi delle montagne della Val Senales.
Esattamente trenta anni fa i tracciati storici utilizzati per
secoli dai contadini di montagna vennero collegati tra
loro a formare un unico sentiero circolare, che si può
percorrere in cinque o sei giorni o prendere e abbandonare in qualsiasi punto a piacere per escursioni più brevi.
Funivie Ghiacciai
Val Senales
Maso Corto 111
39020 Senales
T 0473 662 171
www.valsenales.com
Sci estivo
Nell’estate del 1975 la funivia del ghiacciaio della
Val Senales effettuava la sua prima corsa. Oggi porta
sul ghiacciaio tutto l’anno escursionisti e sciatori.
Dal 12 giugno al 12 luglio 2015 le piste Grawand e Finail
sono aperte per vivere la straordinaria esperienza dello
sci estivo. Con l’Ötzi Glacier Tour si può raggiungere,
accompagnati da una guida e in qualsiasi periodo
dell’anno, il luogo di ritrovamento dell’uomo venuto
dal ghiaccio: in inverno sugli sci, in estate a piedi.
Sul ghiacciaio della Val Senales si incontrano per 365
giorni all’anno storia e cultura, contemplazione del
paesaggio e piacevoli attività per il tempo libero.
// 69
R.
in t e r v i e w
70 //
www.meranomagazine.com
NR . 1 2 0 1 5
All
that
Jazz
interview / intervista: Sabine Funk
Fotos / Foto: Martina Jaider
Seit 25 Jahren sind die Saxophonistin Helga
Plankensteiner und der Pianist Michael Lösch
privat und auf der Bühne unzertrennlich
miteinander verbunden – und haben seither
die Südtiroler Jazzszene nachhaltig geprägt.
Sono ormai 25 anni che la sassofonista
Helga Plankensteiner e il pianista Michael Lösch
formano una coppia sia sul palco che nella
vita privata. Un quarto di secolo di attività
che ha reso questi due musicisti vere e proprie
icone della scena jazzistica altoatesina.
NR . 1 2 0 1 5
// 71
i nt e r v i e w
Ich hatte einfach
lange das Gefühl,
üben zu müssen,
noch nicht so weit
zu sein.
(Helga Plankensteiner)
In der Südtiroler Musikszene kennt
sie jeder, doch auch außerhalb
Südtirols genießt das Jazzmusikerpaar Helga Plankensteiner (Baritonsaxophon) und Michael Lösch
(Klavier) einen hervorragenden
Ruf. Sie spielen in verschiedenen
gemeinsamen Formationen regelmäßig auf renommierten Festivals
im In- und Ausland und arbeiteten mit bekannten Musikern wie
Tom Harrell, Diane Schuur, Steven
Bernstein, Gianluigi Trowes und
Michel Godard zusammen. Helga Plankensteiner ist außerdem
Mitglied der US-basierten Carla
Bley Big Band und des Torino Jazz
Orchestra. Seit 2007 sind beide
künstlerische Leiter der Reihe
„Lana Meets Jazz“, wo bereits
Größen wie Uri Caine, Enrico
Pieranunzi, Franco Ambrosetti und
Gianluca Petrella zu Gast waren.
72 //
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Ma la notorietà e soprattutto
l’apprezzamento che vantano
Helga Plankensteiner (sax baritono) e Michael Lösch (pianoforte)
vanno ben oltre i confini provinciali. Spesso e volentieri li vediamo
suonare all’interno di altre formazioni in festival nazionali e internazionali oppure lavorare a fianco
di artisti del calibro di Tom Harrell,
Diane Schuur, Steven Bernstein,
Gianluigi Trovesi e Michel Godard.
Helga Plankensteiner fa anche parte della Carla Bley Big Band e della
Torino Jazz Orchestra. Dal 2007
Helga e Michael hanno assunto
la direzione artistica della rassegna “Lana Meets Jazz”, che ha già
ospitato artisti come Uri Caine,
Enrico Pieranunzi, Franco Ambrosetti e Gianluca Petrella.
NR. 1 2015
Wo habt ihr jeweils eure Ausbildung
gemacht?
HP: Ich habe klassisches Saxophon in
Innsbruck und gleichzeitig in Mailand
bei Tiziana Ghiglioni Jazzgesang studiert.
Schließlich habe ich auch angefangen,
Jazzsaxophon zu spielen und das Konservatorium in Trient besucht.
ML: Ich habe in Mailand eine Zeit lang
Jazzklavier studiert und in der Folge viele
Workshops besucht, von Amsterdam bis
New York.
Gelebt habt ihr aber immer in Südtirol.
Warum seid ihr geblieben beziehungsweise
zurückgekommen?
ML: Ich habe auch noch einen zweiten Job
als Architekt und Helga unterrichtet.
HP: Das hat sich einfach so ergeben.
Ich hatte einfach lange das Gefühl, üben
zu müssen, noch nicht so weit zu sein,
denn ich habe erst spät angefangen – mit
dem Jazzsaxophon erst mit 27 Jahren.
Dann hat sich alles so entwickelt, dass ich
auch von Südtirol aus tolle Projekte machen konnte, zum Beispiel mit Carla Bley.
Auch das Unterrichten ist ein Teil von mir,
den ich bisher nicht missen wollte und
womit ich viel bewirken kann.
Aber man braucht als Jazzmusiker schon
auch den Input von außen?
HP: Ich spiele viel in Turin und arbeite
überhaupt mit vielen Leuten außerhalb
von Südtirol zusammen. Dadurch lernt
man, den eigenen Level realistisch einzuschätzen und begreift, wo man noch an
sich arbeiten muss. Da ist gerade das
Torino Jazz Orchestra eine gute Schule.
Die Arbeit dort zeigt mir immer wieder,
wo ich stehe. Aktiv und kreativ bleiben
muss man überall, und durch die heutige
Vernetzung und das Internet muss man
nicht mehr ständig unterwegs sein, um
zu wissen, was in der Welt passiert.
NR. 1 2015
Merano Magazine: Quando è iniziata questa vostra straordinaria simbiosi?
Helga Plankensteiner: Ci siamo conosciuti tanto tempo fa, era il 1990, in occasione di una jam session a Bressanone.
Michael Lösch: E da allora le nostre vite
si sono fuse in tutti i sensi.
Qual è stato il vostro percorso formativo?
HP: Io ho studiato sassofono classico a
Innsbruck e allo stesso tempo studiavo
canto jazz a Milano con Tiziana Ghiglioni.
In seguito ho cominciato a suonare il sassofono jazz e ho frequentato il conservatorio di Trento.
ML: Io invece ho studiato a lungo pianoforte jazz a Milano e poi ho partecipato
a numerosi workshop, da Amsterdam a
New York.
Nonostante i tanti viaggi, siete sempre
rimasti fedeli all’Alto Adige. Cos’è che vi fa
rimanere qui?
ML: Innanzitutto gli impegni lavorativi;
io faccio anche l’architetto mentre Helga
è insegnante.
HP: Diciamo che doveva andare così.
Per tanto tempo ho avuto la sensazione
di dover imparare ancora, di non essere
pronta, anche perché ho iniziato tardi a
suonare il sassofono jazz, quando avevo
già 27 anni. Poi è successo che ho avuto
l’opportunità di partecipare a tanti progetti interessanti, come quello con Carla Bley,
anche restando in Alto Adige.
Nel frattempo l’insegnamento è diventato
una parte importante di me, a cui finora
non ho voluto rinunciare e che mi permette di dare tanto.
Quanto conta per un musicista jazz
avere degli input dall’esterno?
HP: Io lavoro con tanti artisti non
altoatesini e mi capita spesso di suonare
a Torino. Queste esperienze ti permettono
di valutare meglio il tuo livello e capire
dove devi migliorare. In questo senso
la Torino Jazz Orchestra è un’ottima scuola, che mi fa capire a che punto sono.
A ogni modo l’importante è restare sempre attivi e creativi; oggi grazie a internet
non c’è più bisogno di essere sempre in
giro per capire cosa stia succedendo nel
mondo.
PANORAMAÖNOTHEK
ENOTECA
PANORAMICA
werbelust | freiraum’
Merano Magazine: Wie hat eure außergewöhnlich produktive Partnerschaft ihren
Anfang genommen?
Helga Plankensteiner: Wir haben uns
bei einer Jamsession in Brixen kennengelernt. Das ist lang her, 1990 war das.
Michael Lösch: Seither spielen wir zusammen und sind gemeinsam unterwegs.
Panorama-Önothek,
Weinverkostung und Detailverkauf
Montag - Freitag 8 - 19 Uhr, Samstag 8 - 18 Uhr
Info +39 0473 44 71 37
www.kellereimeran.it
Enoteca panoramica,
visite guidate e vendita vini
Lunedì - venerdì ore 8 - 19, sabato ore 8 - 18
Info 0473 44 71 //
37 73
www.cantinamerano.it
i nt e r v i e w
Michael
Lö sch
Der Pianist und Komponist studierte
Jazzpiano bei Größen wie Franco
D’Andrea, Barry Harris oder Kenny
Barron. 2001 gründete er mit Helga
Plankensteiner das Unit Eleven Jazz
Orchestra. Anlässlich des 200-jährigen Jubiläums des Tiroler Freiheitskampfes konzipierte Lösch für das
Südtiroler Jazzfestival das Projekt
„Heroes“, eine musikalische Reflexion
zum Thema Heldentum: Ein Ensemble spielt dabei zu einer improvisierten Collage aus Filmen und Bildern
des Regisseurs Giuseppe Tedeschi.
Seine weiteren Projekte, darunter
das Jazzkonzert für Musikkapelle
„Sweet Alps“, die Suite für Jazzband
„Voyage“ sowie die Band El Porcino
Organic mit Helga Plankensteiner
gastierten bei zahlreichen internationalen Jazzfestivals.
Pianista e compositore, ha studiato
piano jazz con maestri del calibro di
Franco D’Andrea, Barry Harris e
Kenny Barron. Nel 2001 ha fondato
con Helga Plankensteiner la Unit
Eleven Jazz Orchestra. In occasione
del duecentesimo anniversario della
battaglia per la libertà del Tirolo
Lösch ha ideato per il Jazz Festival
Alto Adige il progetto Heroes,
una riflessione musicale sul tema
dell’eroismo: un ensemble in cui
suona accompagnato dalla proiezione
di un collage “improvvisato” di foto e
video, curato dal regista Giuseppe
Tedeschi. Con i suoi progetti successivi, tra cui il concerto jazz per banda
musicale Sweet Alps, la suite per jazz
band Voyage e il complesso
El Porcino Organic con Helga
Plankensteiner, ha partecipato a numerosi jazz festival internazionali.
Den italienischen Jazz verbindet man nicht
sofort mit der Innovationskraft, die etwa
von den USA oder den skandinavischen
Ländern ausgeht. In welcher Jazzkultur
seht ihr euch verwurzelt?
ML: Wir sind zwischendrin. Die italienische Musik und damit auch der Jazz sind
vielleicht doch ein wenig melodischer,
während der nordische Zugang etwas
intellektueller oder auch nur konstruierter,
strukturierter ist. Italienische Musiker
haben einen intuitiveren Zugang – wir
bringen das vielleicht etwas zusammen.
HP: Wobei überall, wo es eine Jazzszene
gibt, Mainstream und freie Szene parallel
existieren. Und in Italien ist das Niveau
auf den Festivals irrsinnig hoch. Man kann
sagen, etwas gefällt einem oder auch
nicht, aber ich glaube, man sollte vor allem zwischen guter und schlechter Musik
unterscheiden.
Aber ihr spannt Verbindungen.
ML: Ein bisschen sind wir da eben zwischen den Stühlen. Und auch in unseren
Projekten sind die Mitglieder häufig unterschiedlicher Herkunft.
HP: So etwa bei „Plankton“, einem
Projekt, das sehr gut funktioniert und mit
dem wir derzeit recht erfolgreich sind.
Da haben wir zwei Italiener, zwei Deutsche und uns, die zwei Südtiroler. Solche
74 //
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Il jazz italiano non sembra avere nel
proprio Dna l’innovazione, a differenza ad
esempio degli Stati Uniti o dei paesi scandinavi. Qual è la cultura jazzistica in cui
vi riconoscete?
ML: Diciamo che siamo in mezzo.
La musica italiana in genere, e quindi
anche quella jazz, è forse un po’ melodica,
mentre l’approccio nordico è più intellettuale o semplicemente più strutturato. I
musicisti italiani tuttavia hanno un accesso più intuitivo e credo che noi riuniamo
le due anime.
HP: Io credo invece che ovunque si faccia
jazz, esistano sia il mainstream che i
circuiti alternativi. E in Italia il livello dei
festival è incredibilmente alto. Certo ci
sono cose che possono piacere e altre
meno ma io credo che la prima differenza
da fare sia tra buona e cattiva musica.
Va da sé che voi fate da raccordo tra mondi
diversi...
ML: In effetti abbiamo un piede in due
scarpe. E spesso anche nei nostri progetti ci sono artisti di provenienze diverse.
HP: Basti pensare a “Plankton”, un progetto che in questo periodo sta funzionando
molto bene. Assieme a noi sudtirolesi
suonano due italiani e due tedeschi. Tra
l’altro sono combinazioni che nascono
spontaneamente, solo perché riteniamo
NR. 1 2015
I musicisti italiani
tuttavia hanno
un accesso più
intuitivo e credo
che noi riuniamo
le due anime.
(Michael Lösch)
Italienische
Musiker haben
einen intuitiveren
Zugang – wir
bringen das
vielleicht etwas
zusammen.
Kombinationen ergeben sich einfach,
ohne lange darüber nachzudenken.
Es sind einfach die richtigen Musiker
für unsere Bands.
che siano le persone giuste per le nostre
formazioni.
Eure Projekte macht ihr immer zusammen?
HP: Ja, die meisten schon. Wir verstehen
uns, unsere Interessen sind dieselben.
Mein nächstes Projekt wird ohne Michael
stattfinden – das erste nach 25 Jahren.
I vostri progetti nascono sempre da un
lavoro comune?
HP: Per la maggior parte sì, anche perché
abbiamo gli stessi interessi e ci capiamo
al volo. Nel mio prossimo progetto però
Michael non ci sarà, e sarà la prima volta
in 25 anni!
Ihr habt ja auch das Festival „Lana meets
Jazz“ gegründet.
HP: „Lana meets Jazz“ funktioniert noch
einmal anders. Das Festival haben wir für
meine Schüler gegründet, um sie mit großen Jazzmusikern in Kontakt zu bringen.
Ich hatte vor ein paar Jahren eine begeisterte Gruppe von Saxophonschülern,
denen ich etwas bieten musste, um sie
wirklich weiterzubringen. Bei „Lana meets
Jazz“ geht es um die Begegnung Jugendlicher mit internationalen Jazzmusikern:
Die Vorgruppe des Festivals sind immer
Schüler, dann kommt der Hauptact und
am Ende spielen alle zusammen.
Parliamo del festival che avete fondato,
Lana meets Jazz.
HP: Ecco, “Lana meets Jazz” è un’altra cosa
ancora. Abbiamo fondato il festival perché
volevamo dare ai miei alunni la possibilità
di conoscere da vicino qualche grande
musicista jazz. Anni fa mi è capitato di
avere una classe di sassofonisti veramente
bravi, ai quali volevo offrire qualcosa che li
facesse crescere. E con “Lana meets Jazz”
i giovani entrano in contatto con artisti
internazionali: il gruppo spalla infatti è
sempre formato da allievi, i quali poi – alla
fine dello spettacolo principale – suonano
assieme ai big.
(Michael Lösch)
NR. 1 2015
// 75
i nt e r v i e w
Helg a
Pl a nkensteiner
Helga Plankensteiner studierte
klassisches Saxophon am Konservatorium in Innsbruck und Jazz am
Konservatorium Trient. Außerdem
nahm sie an zahlreichen Jazzworkshops mit bekannten Saxophonisten
wie Dick Oats, Steve Slagle oder Gary
Bartz teil. Plankensteiner ist Mitglied
der Carla Bley Bigband (USA), des
Torino Jazz Orchestra und wurde
2009 von der Zeitschrift Musica Jazz
zu den zehn aufstrebenden Talenten
Italiens gewählt. 2013 wurde ihre
Komposition „Labyrinth“ im Rahmen
des Festivals Zeitgenössischer Musik
in Bozen von einem Bläserquintett
uraufgeführt. Ihre letzte CD mit dem
wortspielerischen Titel „Plankton“,
das sie mit bekannten Musikern aus
Nord und Süd einspielte, erschien
im selben Jahr beim renommierten
Berliner Label Jazzwerkstatt.
Helga Plankensteiner ha studiato
sassofono classico al conservatorio
di Innsbruck e jazz al conservatorio
di Trento. Ha preso parte a vari jazz
workshop con Dick Oatts, Steve
Slagle e Gary Bartz. Plankensteiner
è membro della Carla Bley Big Band
(USA), della Torino Jazz Orchestra e
nel 2009 è stata inclusa dalla rivista
Musica Jazz tra i dieci talenti emergenti italiani. Nel 2013 la sua composizione Labyrinth è stata eseguita
in prima assoluta da un quintetto di
fiati nell’ambito del Festival di Musica
Contemporanea di Bolzano. Il suo
ultimo CD, intitolato Plankton con
un divertente gioco di parole, è stato
inciso con la collaborazione di alcuni
famosi musicisti italiani e tedeschi
ed è stato pubblicato dalla rinomata
etichetta berlinese Jazzwerkstatt.
ML: Angefangen haben wir damit 2007
und seit vier Jahren findet das jetzt in
dieser komprimierten Form als Festival im
Mai statt. Wir müssen schauen, wie es im
kommenden Jahr weitergeht und ob wir
genau bei dieser Form bleiben.
Seid ihr Profimusiker?
ML: Ja, absolut.
HP: Ich unterrichte auch entspannter,
wenn ich viel spiele. Die Liebe und die
Freude kommen immer erst mit dem
Können – in der Musik wie überall sonst.
Wie werdet ihr auf internationalen Bühnen
wahrgenommen: als Italiener, als Österreicher?
ML: Als Deutsche oder Österreicher.
HP: Ich bin in Italien immer die sassofonista austriaca-tedesca, die österreichischdeutsche Saxophonistin. In Deutschland
ist es dann wieder umgekehrt.
Braucht ihr Pausen von der Musik oder
verbringt ihr den Urlaub im Jazzclub in
London?
HP: Ja, leider, wir sind schrecklich.
ML: Eigentlich total bescheuert.
In Städten bewegen wir uns in Jazzclubs,
das lässt sich nicht vermeiden. Aber einmal sind wir fünf Tage zum Wandern
in die Toskana gefahren.
HP: Wir haben uns am zweiten Tag
schon verlaufen, sind im Sumpf gelandet
und mussten umkehren. Das passiert
halt, wenn wir mal was anderes machen
wollen.
Wer von euch ist der bessere Musiker?
HP: Der Michi. Er ist viel besser und ist es
immer schon gewesen. Gerade beim Spielen, er ist viel reicher an Wissen, bei mir
kommt da viel mehr aus dem Bauch.
ML: Du bist da vielleicht mehr Bauchmensch, aber dabei viel genauer. Ich bin
eher so ein schlampiger Kopfmensch.
HP: Das unterschreibe ich sofort, du bist
ein schlampiger Kopfmensch!
Ist dann Helga ein pedantischer Bauchmensch?
HP: Ja, so ungefähr (lacht). Aber eindeutig:
Der Michi ist besser.
ML: Nein. Das stimmt überhaupt nicht. Ich
bin nur älter!
76 //
www.meranomagazine.com
ML: Il festival è partito nel 2007 e da
quattro anni si svolge in maggio nella sua
forma attuale, più ridotta. Adesso vedremo come andrà il prossimo anno
e poi decideremo se modificarla.
Vi definite professionisti della musica?
ML: Assolutamente sì.
HP: A me addirittura capita che più suono
e meglio insegno. D’altronde l’amore e
la gioia sono strettamente legate alla
conoscenza delle cose, e questo vale per
la musica ma anche per tutto il resto.
Quando suonate all’estero come vi definiscono: italiani o austriaci?
ML: Come tedesco o austriaco.
HP: In Italia ormai sono definita la sassofonista austriaca-tedesca, in Germania
invece è il contrario.
Ogni tanto staccate la spina con la musica
o in ferie andate nei locali jazz di Londra?
HP: Purtroppo è così, siamo un disastro.
ML: In effetti siamo completamente
malati. Quando visitiamo le città non riusciamo a stare lontano dai locali di musica
jazz. Una volta però siamo riusciti a fare
un trekking di cinque giorni in Toscana.
HP: Sì, e già il secondo giorno ci siamo
persi, siamo finiti in una palude e abbiamo
dovuto tornare alla base. Questo succede
quando si vuole fare qualcosa di diverso...
Chi è più bravo di voi due come musicista?
HP: Michi è stato ed è ancora il migliore
di noi due. In fatto di tecnica sa molte più
cose, per me suonare è molto più una
questione di pancia.
ML: Sarai pure una persona di pancia
ma sei anche molto più precisa di me.
Io invece sono un cerebrale casinista.
HP: Questa me la segno subito: da oggi
sei un cerebrale casinista!
Mi sembra di capire che Helga sia una
precisina…
HP: Più o meno (ride). Comunque non
c’è dubbio: il migliore è Michi.
ML: Non è vero. La verità è che sono solo
più vecchio!
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H i n e in g e b l i c k t * v i s t i d a v i c i n o
Mit Herzblut
zum
Traumschloss
Una vita intera
per il castello dei sogni
78 //
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NR . 1 2 0 1 5
Noch vor 30 Jahren war das Castel Katzenzungen in Prissian bei Meran
eine Ruine – bis es Ernst Pobitzer aus seinem Dornröschenschlaf
geholt hat. Heute werden im Renaissanceschloss, das oberhalb der
wohl ältesten und gröSSten Weinrebe der Welt liegt, rauschende
Feste gefeiert.
Text / Testo: Petra Schwienbacher
Il Castel Katzenzungen di Prissiano, vicino a Merano, era in rovina fino
a trenta anni fa, quando Ernst Pobitzer l’ha risvegliato da un lungo
oblio. Oggi in questo maniero rinascimentale, che sorge accanto a
quella che probabilmente è la vite più antica e più grande del mondo,
si svolgono feste allegre e piene di vita.
Etwas unscheinbar ragen die Gemäuer des
Castel Katzenzungen auf 615 Metern Meereshöhe empor. Grau in Grau steht es unweit der
St.-Martin-Kirche auf einem kleinen Porphyrhügel in Prissian. Dennoch lockt es jährlich Gäste für
Hochzeiten oder besondere Anlässe aus der ganzen
Welt an, die königlich empfangen werden: Ein roter
Teppich schmiegt sich an die großen, glatten Steine
der mit Fackeln gesäumten Brücke, die zum Gebäude führt. Der Klang von Posaunen ertönt bei Empfängen vom warm erhellten Schloss in die Nacht
hinaus. „Einige Gäste haben Tränen in den Augen,
wenn sie es betreten“, sagt Ernst Pobitzer. Er ist der
Besitzer des Renaissanceschlosses, das nicht zuletzt
deshalb regelmäßig Besucher anlockt, weil zu seinen Füßen der größte und wohl älteste Rebstock der
Welt wächst: die Versoaln. Die Rebe dehnt sich über
350 Quadratmeter aus, und es wird geschätzt, dass
sie bis zu 600 Jahre alt ist. Zum Ursprung des Namens gehen die Meinungen auseinander. Er könnte
mit der Lage – die Versoaln stammt aus den steilen
Südhängen des Vinschgaus, weshalb man die Ernte
versoaln, also sichern und abseilen musste – oder
mit anderen alten Dialektausdrücken zu tun haben.
NR. 1 2015
Le mura del castello di Katzenzungen, nome
curioso che in italiano significa lingue di gatto, si
ergono su un piccolo colle di porfido a Prissiano a
una quota di 615 metri di altitudine. Questo edificio, non lontano dalla chiesa di San Martino,
sembra quasi mimetizzarsi con l’ambiente circostante. Eppure ogni anno arrivano qui ospiti da
tutto il mondo per festeggiare matrimoni e altri
lieti eventi, accolti in maniera a dir poco regale:
un lungo tappeto rosso contornato di fiaccole si
stende sulle grandi pietre levigate del ponte di
ingresso, mentre dal castello illuminato da una
calda luce risuonano nella notte gli squilli delle
trombe. “Qualche ospite al momento di entrare ha
le lacrime agli occhi”, racconta Ernst Pobitzer. È il
proprietario di questo maniero rinascimentale,
dove molti vengono anche per vedere il Versoaln
che cresce alle sue pendici. Versoaln è il nome
della vite che detiene il primato sia di longevità
sia di estensione tra tutte le viti della terra. Sulle
origini del nome di questa pianta, che si estende
per 350 metri quadrati e si stima abbia quasi 600
anni, ci sono diverse ipotesi: potrebbe avere a che
fare con la sua posizione – il Versoaln si è sviluppato sui ripidi pendii sul fianco sud della Val Venosta, tanto che il raccolto doveva essere assicurato e calato per mezzo di corde (in dialetto locale
versoaln) – o con altre espressioni dialettali.
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H i n e i nge b l i c k t * v i s ti da vi ci n o
Historische Gemäuer
Der Hausherr schließt das schwere Eisentor auf
und führt in das Innere des Schlosses, das erstmals
1244 unter Henricus de Cazenzunge urkundlich erwähnt wurde. Hinter einem schweren Vorhang breitet sich der Rittersaal mit seinem hohen Gewölbe
aus. Von ihm führen sechs Türen in die umliegenden
Speiseräume. „Wir haben Platz für 400 Personen“,
sagt der ehemalige Immobilienberater und steigt
1.
links über eine steile Steintreppe hoch ins erste der
zwei Obergeschosse, jeweils 600 Quadratmeter
groß. Jedes Geschoss hat ein Mittelschiff und drei
Räume auf jeder Seite, was typisch für ein Bauwerk
aus der Renaissance ist. Hier finden Hochzeiten, Geburtstage, Firmenfeiern und Jubiläumsessen statt.
Sehenswert ist die alte, geräumige Räucherküche mit
Einige haben
funktionierendem Backofen,
Tränen in den
altem Grillherd und Waschwanne.
Augen, wenn
Im zweiten Obergeschoss
sie das Schloss
gilt es zurzeit, eine beachtbetreten.
liche Bildersammlung von
Künstlern wie Markus, Adolf
(Ernst Pobitzer)
und Bruno Vallazza, Robert
Scherer, Luis Stecher und Anton Frühauf zu bewundern – neben einer Reihe von uralten versteinerten
Hölzern aus Afrika, Indonesien und Deutschland,
die Pobitzer leidenschaftlich sammelt. Zusammen
mit Fossilien, antiken Waffen und Bildern möchte er
damit bald ein kleines Museum einrichten.
Dass das Schloss heute wieder in seinem alten
Glanz erstrahlt, hat Ernst Pobitzer seinem Vater
Josef zu verdanken. Von Henricus de Cazenzunge
gelangte es über die Herren von Fink und die Grafen
von Schlandersperg an die Grafen von Thun und von
Fuchs und an Franz von Breisach, Hauptmann zu
Rovereto. Er verlieh dem prächtigen Anwesen seine
heute noch beeindruckende Architektur und machte
es zwischen 1500 und 1700 zu einem der angesehensten Adelssitze des Landes. Mit dem Ende des
Adelsgeschlechtes Breisach verlor es an Bedeutung
und war mehr und mehr dem Verfall ausgesetzt. Als
3.
Josef Pobitzer es im Jahr 1978 der Prissianer Bauernfamilie Unterholzner abkaufte, war der Adelssitz in
einem desolaten Zustand, wurde er doch teilweise
als Kuh- und Schweinestall benutzt. Der Steinboden
war kaputt, die Mauern feucht. Riesige Löcher klafften im Dach.
1983 – ein Jahr vor dem Tod seines Vaters – beginnt Ernst Pobitzer mit der Renovierung, 1995 sind
die Umbauarbeiten abgeschlossen. Sie mussten das
Schloss aushöhlen, sogar Wände mussten entfernt
werden, erklärt Pobitzer, denn, um kleinere Räume
zu schaffen, zogen die Bauern einst Decken und
Wände ein.
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2.
NR. 1 2015
1. 3. 4. 5. 6. Auf Castel Katzenzungen
finden zahlreiche Events statt: Hier gaben
sich schon Paare aus der ganzen Welt
das Jawort. | A Castel Katzenzungen
si svolgono molti eventi: qui
sono arrivate coppie da tutto il
mondo a scambiarsi le promesse di
matrimonio. 2. Blick in das Innere des
Schlosses: 1983 begann die umfangreiche
Renovierung von Castel Katzenzungen. |
Uno sguardo agli interni dell’edificio:
la ristrutturazione completa di Castel
Katzenzungen è iniziata nel 1983.
Mura cariche di storia
4.
Il padrone di casa apre il pesante portone in
ferro e ci guida all’interno del castello, menzionato per la prima volta nel 1244, sotto Henricus de
Cazenzunge. Subito dietro uno spesso tendaggio
si spalanca la sala dei cavalieri, con la sua grande
volta. Da qui, attraverso sei porte, si accede alle
salette da pranzo disposte tutto intorno. “Disponiamo di 400 coperti”, ci informa Pobitzer, ex
agente immobiliare, imboccando la ripida scala in pietra sulla sinistra che conduce al primo
dei due piani superiori del castello, di 600 metri
quadrati ciascuno.
Ogni piano ha un
Qualche ospite
salone centrale fianal momento
cheggiato da tre
ambienti più picdi entrare
coli su ciascun lato,
nel castello
disposizione tipica
ha le lacrime
dei castelli rinascimentali. Qui si ceagli occhi.
lebrano matrimoni,
(Ernst Pobitzer)
compleanni, feste
aziendali e banchetti
per anniversari e ricorrenze. Merita una visita anche la vecchia, spaziosa cucina dalle pareti annerite
dal fumo, con il forno ancora funzionante, la griglia
d’epoca e la vasca per il bucato.
Al secondo piano attualmente si può ammirare una notevole collezione di quadri di artisti quali i fratelli Markus, Adolf e Bruno Vallazza, Robert
Scherer, Luis Stecher e Anton Frühauf, oltre a una
serie di antichissimi legni pietrificati provenienti
dall’Africa, dall’Indonesia e dalla Germania, che
Pobitzer raccoglie con grande passione. Con i fossili, le armi e i dipinti antichi spera di allestire
presto un piccolo museo.
Se ha potuto restituire il castello al suo antico splendore Pobitzer deve ringraziare anche suo
padre Josef. Da Henricus de Cazenzunge la residenza passò di proprietà ai signori di Fink e dei
conti di Schlandersperg, poi ai conti di Thun e
di Fuchs e infine a Franz von Breisach, capitano
6.
5.
NR. 1 2015
// 81
H i n e i nge b l i c k t * v i s ti da vi ci n o
Paare aus
Amerika,
Australien,
England und
Frankreich
feierten hier
ihr Jawort.
(Veronika Pobitzer)
Internationale Gäste
Zwei Jahre dauerte es, bis der Schlossherr das
Denkmalamt davon überzeugen konnte, in einigen
Räumen Travertin zu verlegen und in anderen einen
selbst gemischten Bodenbelag zu verwenden, der
aus feinem Sand, Kalk, Zement, Klebemasse und Naturfarbe besteht. Er sieht heute so aus, als wäre er
schon immer hier gewesen, und ist der ganze Stolz
vom Hausherrn. „Mit breiter Spachtel und starken
Armen wurde er ausgestrichen“, sagt er.
In den vergangenen Jahren konnte sich das
Schloss als Eventlocation behaupten. Um die Veranstaltungen kümmert sich Pobitzers Schwiegertochter Veronika. Sie führt das Castel Katzenzungen seit
Jahren und will es weiter mit Events für nationale
und internationale Gäste beleben. Am schönsten
seien die Hochzeiten, sagt sie. Paare aus Amerika,
Australien, England und Frankreich feierten hier ihr
Jawort. Ein Paar sogar unter der Weinrebe.
Trotz Abraten von Wirtschaftsberater und Bank
machte sich Pobitzer damals an die Arbeit. „Anlass
dafür waren mein Enthusiasmus und das Versprechen an meinen Vater“, sagt Pobitzer. Er hat in all
den Jahren nicht nur seine Ersparnisse, sondern
auch reichlich Herzblut in diese historischen Mauern gesteckt. Veronika findet abschließend die passenden Worte: „Das Schloss Katzenzungen ist sein
Lebenswerk, er hat hier sein Herz verloren.“
Die getäfelte Stube des Schlosses. | La Stube completamente
rivestita di legno all’interno del castello.
82 //
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di stanza a Rovereto. Quest’ultimo diede alla residenza la forma architettonica e lo sfarzo che si
ammirano ancora oggi e ne fece, a partire dal 1500
fino al 1700, una delle corti più apprezzate dell’Alto Adige. Con l’estinzione della famiglia nobiliare
dei Breisach il castello perse la sua importanza e
andò progressivamente in rovina. Quando Josef
Pobitzer nel 1978 lo acquistò dagli Unterholzner,
una famiglia di contadini di Prissiano, versava
ormai in uno stato di abbandono ed era addirittura in parte utilizzato come stalla per le mucche
e i maiali. Il pavimento in pietra era molto danneggiato, le murature erano intrise di umidità ed
enormi squarci si aprivano sul tetto.
Nel 1983, un anno prima della scomparsa del
padre, Ernst Pobitzer diede inizio ai lavori di risanamento, conclusi nel 1995. Fu necessario
svuotare internamente il castello e si dovettero
persino rimuovere delle pareti, racconta Pobitzer,
perché nel tempo i contadini avevano aggiunto
divisori e impalcati per ottenere locali più piccoli.
Ospiti internazionali
Ci vollero due anni perché il padrone del castello riuscisse a convincere l’Ufficio per la tutela dei monumenti a lasciargli posare a terra in
alcuni ambienti una pavimentazione in travertino e in altri un rivestimento da lui stesso creato,
mescolando sabbia fine, calce, cemento, colla e
pigmenti naturali. Oggi questo pavimento dà la
sensazione di essere sempre stato lì; un dettaglio
questo che riempie di orgoglio il padrone di casa.
“È stato steso con la spatola larga e a forza di braccia”, racconta.
Negli ultimi anni il castello si è affermato come
location per eventi. Dell’organizzazione dei ricevimenti si occupa Veronika, la nuora di Pobitzer, che
gestisce da tempo il Castel Katzenzungen e intende continuare a farlo rivivere con eventi per ospiti
nazionali e internazionali. La cosa più bella, dice,
sono i matrimoni. Sono venute coppie dall’America, dall’Australia, dall’Inghilterra e dalla Francia
a pronunciare qui il loro sì. Una, addirittura, sotto
la vite.
Nonostante i tentativi
Sono venute
di dissuasione da parte
coppie dall’America,
dei commercialisti e delle banche, Pobitzer a suo
dall’Australia,
tempo si è dato molto da
dall’Inghilterra
fare. “La molla è stata il
e dalla Francia
mio entusiasmo e la promessa fatta a mio padre”,
a pronunciare qui
ricorda. In tanti anni in
il loro sì.
queste mura storiche ha
(Veronika Pobitzer)
riversato non solo i suoi
risparmi, ma si potrebbe
dire anche il suo stesso sangue. Alla fine è Veronika a trovare le parole migliori: “Castel Katzenzungen è il capolavoro della sua vita, ci ha lasciato il
cuore”.
NR. 1 2015
Von Ende März bis Oktober ist der Meraner Markt der neue Treffpunkt für Genießer, im
reizvollen Ambiente des Stadtzentrums. Saisonales Obst und Gemüse ausschließlich aus
Südtirol, einheimische Spezialitäten und Qualitätshandwerk sowie zahlreiche Überraschungen werden in einem Rahmen zeitgemäßer Tradition geboten. Der ideale Platz für
ein nachhaltiges Einkaufserlebnis, für einen Aperitif oder eine Entdeckungsreise auf den
Spuren der Geschmackserlebnisse und der traditionellen Fertigkeiten unseres Landes.
Il ritrovo del sabato mattina da fine marzo a ottobre è al nuovo Mercato Meranese, nel
salotto buono del centro città! Frutta e verdura di stagione esclusivamente provenienti dal territorio, prodotti della gastronomia altoatesina, ma anche artigianato tipico e
tante altre sorprese calate in un‘atmosfera in cui la tradizione viaggia al passo coi tempi.
Per uno shopping sostenibile, per un aperitivo, per ritrovare in un unico contesto i sapori e i saperi della nostra terra.
» Der Meraner Markt findet von 28. März bis 10. Oktober immer samstags, von 9.00 bis 13.00 Uhr,
in der oberen Freiheitsstraße statt. Info: www.meran.eu/meranermarkt, Tel. +39 0473 272000
» Il nuovo Mercato Meranese dal 28 marzo al 10 ottobre, tutti i sabati dalle ore 9.00 alle 13.00
in corso Libertà superiore. Info: www.merano.eu/mercatomeranese, tel. 0473 272000
NR . 1 2 0 1 5
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Die Passerstadt
blüht auf
La città del Passirio
è in fiore
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www.meranomagazine.com
NR. 1 2015
Das internationale Festival „Meraner Frühling“ widmet
sich vom 28. März bis Mitte Mai dem Frühlingserwachen in
der Kurstadt. Kunst und Natur begegnen dem Publikum
hier an allen Ecken und lenken den Blick auf
Nachhaltigkeitsthemen.
Il festival internazionale “Primavera Meranese”,
dal 28 marzo a metà maggio, è dedicato al risveglio
della primavera nella località climatica. Arte e natura
accolgono i visitatori in ogni angolo della città e
attirano la loro attenzione sui temi della sostenibilità.
Kilometerlange Promenaden, gepflegte Parkanlagen, bunte
Blumenbeete und die prächtige Vielfalt der Gärten von Schloss
Trauttmansdorff: Meran ist eine Stadt in Grün. Jährlich im Frühling
strotzt sie vor leuchtenden Farben und betörenden Düften. Mit
Beginn 2015 setzt eine Reihe von Attraktionen das Frühlingserwachen der Passerstadt in Szene.
Passeggiate di chilometri, parchi ben curati, aiuole fiorite e
l’esuberante biodiversità dei Giardini di Castel Trauttmansdorff:
Merano è una città in verde. Ogni anno in primavera si riempie
di colori brillanti e di profumi che inebriano. All’inizio del
2015 nella città sul Passirio il risveglio della primavera mette in
scena una varietà di attrazioni.
„2015 Art & Nature“
“2015 Art & Nature”
Mit dem internationalen Projekt „2015 Art & Nature“ schlägt
Meran die Brücke zwischen Kunst und Natur. Zusammen mit den
Ortschaften Schenna und Naturns und unter Einbezug der Gärten von Schloss Trauttmansdorff (ausgezeichnet mit dem „International Garden of the Year Award“) wird ein stadtübergreifender Erlebnisparcours geschaffen. Dieser besteht aus zwölf
landschaftsbezogenen Skulpturen und Installationen internationaler Land-Art-Künstler wie Steven Siegel (USA), Ichi Ikeda
( Japan), Nils-Udo (Deutschland) und Bob Verschueren (Belgien).
Kunst mischt sich auch an anderer Stelle ins Stadtbild: Entlang des Tappeinerweges und der Gilfpromenade setzt die Meraner Stadtgärtnerei Ausschnitte aus dem Bilderbuch „Eleanor
und der Adler“ kunstvoll in Szene. Darin erzählt die bekannte
britische Kinderbuchautorin Harriet Russell von den märchenhaften Abenteuern eines Mädchens während ihres Aufenthalts
in der Gartenstadt.
Con il progetto internazionale “2015 Art & Nature” Merano
getta un ponte tra arte e natura. Insieme alle località di Scena
e Naturno, e includendo i Giardini di Castel Trauttmansdorff
(premiati con l’“International Garden of the Year Award”), dà
forma a un percorso sensoriale che attraversa tutta la città. Si
tratta di dodici sculture e installazioni site-specific realizzate
da artisti internazionali attivi nel campo della Land Art quali
Steven Siegel (USA), Ichi Ikeda (Giappone), Nils-Udo (Germania) e Bob Verschueren (Belgio).
L’arte si amalgama con il tessuto urbano anche in un’altra parte della città: lungo la Passeggiata Tappeiner e la Passeggiata Gilf.
Con alcuni interventi artistici, infatti, le Giardinerie comunali di
Merano mettono in scena alcuni passi del libro illustrato “Eleanor e l’aquila”. In quest’opera la celebre autrice di libri per bambini britannica Harriet Russell racconta le avventure fiabesche vissute da una ragazza durante il suo soggiorno nella città giardino.
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Die Passerstadt
blüht auf
La città del Passirio
è in fiore
John K. Grande
Interview
„Vorbild
für Green Living“
Meraner Markt
Der Start des Festivals bildet zugleich den Auftakt für die erste
Ausgabe des neuen Meraner Marktes in der oberen Freiheitsstraße. Er trägt die grüne Philosophie der Stadt: regional, nachhaltig,
hochwertig und authentisch. Alle Natur- und Handwerksprodukte, die verkauft werden, stammen ausschließlich aus Südtirol. Das
zeigt sich auch in den Produkten und Ideen, die bis zum 10. Oktober jeden Samstag von 9 bis 13 Uhr ausgestellt und verkauft werden. Die Marktstände entwarf der preisgekrönte und in London
lebende Meraner Designer Martino Gamper (siehe Artikel „Der
Möbelvirtuose“, Seite 26). Er mischte der typischen Marktstruktur
moderne Elemente bei.
Mercato Meranese
L’inizio del festival coincide con il debutto della prima edizione del nuovo Mercato Meranese nella parte superiore di
Corso della Libertà. Il mercato interpreta perfettamente la filosofia verde della città, all’insegna di regionalità, sostenibilità,
qualità e autenticità. Tutti i prodotti naturali e artigianali qui
esposti e venduti provengono esclusivamente dall’Alto Adige e
si potranno comprare e ammirare fino al 10 ottobre, ogni sabato dalle 9 alle 13. Gli stand del mercato sono stati progettati da
Martino Gamper, designer meranese pluripremiato che vive a
Londra (si rimanda all’articolo “Il virtuoso dei mobili” a pagina
26), che ha rinnovato con un tocco di contemporaneità la struttura tipica di queste installazioni.
Ein Dutzend Skulpturen und Installationen
von namhaften internationalen und Südtiroler Künstlern bilden einen Parcours, der
ausgewählte Standorte in Merans Grünflächen auf künstlerische Art neu interpretiert
und in Szene setzt. Der Parcours wurde
vom kanadischen Land-Art-Experten und
erfahrenen Landschaftskuratoren John
K. Grande in Zusammenarbeit mit Herta
Torggler (Direktorin von „Kunst Meran“)
entwickelt. John K. Grande hat zahlreiche
Artikel für renommierte Fachpublikationen und auch Bücher zum Thema LandArt verfasst und die Entwicklung dieser
zeitgenössischen Kunstrichtung maßgeblich mitgeprägt.
Merano Magazine: Hat Meran das
Potenzial, gänzlich zur grünen Stadt zu
werden?
John K. Grande: Ich denke, dass Meran
bereits 2015 ein Vorbild für Green Living
werden kann, weil es großen Wert
darauf legt, Ressourcen zu schonen
und Schadstoffe zu reduzieren. Es kann
natürlich immer mehr gemacht werden,
vor allem in den Bereichen Recycling und
Energieeinsparung. Wesentlich ist aber
die Wirtschaftlichkeit der heimischen
Landwirtschaft sowie der Energie- und
Tourismusressourcen.
1.
1. Kunstinstallation des amerikanischen
Künstlers Steven Siegel. | Un’installazione
dell’artista americano Steven Siegel.
86 //
www.meranomagazine.com
NR . 1 2 0 1 5
Welchen Zusatznutzen bringt eine grüne
Stadt ihren Bewohnern und Gästen?
Der bedeutendste Nutzen ist die Lebensqualität. Es kann ein Gleichgewicht
erreicht werden zwischen wirtschaftlichen, landwirtschaftlichen und touristischen Aktivitäten. Grün zu sein bedeutet
auch, grün zu planen, Ressourcen und
Verbrauch so zu verknüpfen, dass der
Ressourcenverlust reduziert wird, wobei
vor allem die Wasserressourcen eine
bedeutende Rolle spielen.
1.
SKIZZE
1. Der Kunstparcours: Ein Steintisch mit Schalen
des Künstlers Alois Lindenbauer im Zentrum
Merans. | Il percorso artistico: tavolo
in pietra con ciotole dell’artista Alois
Lindenbauer, nel centro di Merano.
2. „Blüten-Kelche“ von Roger Rigorth auf einem
zentralen Platz in Naturns. | “Calici di fiori”
di Roger Rigorth, in una piazza centrale
di Naturno. 3. Das Werk von Ichi Ikeda in
den Gärten von Schloss Trauttmansdorff. |
L’opera di Ichi Ikeda nei Giardini di Castel
Trauttmansdorff. 4. Skulptur von Jaakko
Pernu an der Brücke „Steinerner Steg“ in Meran.|
Una scultura di Jaakko Pernu sul “ponte
Romano” di Merano.
2.
Welche Chancen birgt das Projekt „2015 Art
& Nature“ für die Entwicklung von Meran?
Die Vision einer grünen Stadt beinhaltet die Entwicklung von nachhaltigen
Modellen und Prototypen. Natürliche
Materialien werden genutzt, um ein neues
Verständnis der Beziehung zwischen
Natur und Kultur zu schaffen. Diese
Wechselwirkung zeigt sich jetzt in den
Arbeiten von Künstlern aus Nordamerika
und Europa, die ich als Kurator von „2015
Art & Nature“ ausgewählt habe. Wie ein
hed many environmental
sculpturekönnen
installasie
ons uns
worldwide.
installaLeuchtturm
helfen,Hisunsere
ably his collaboraon
with the United
Naons. Recognizing
water
Umgebung
zu verstehen
und unsthat
wieder
o raising global awareness of water conservaon through internaonal
mit ihr zu verbinden.
acve installaons. He encourages viewers to consider the larger context
h’’s future through large- and small-scale artworks he calls Ikeda Water.
r Mirror, Earth-Up-Mark, United Waters, the Big Hands Conference, the
Liter Water Box. Most recently Ichi Ikeda‘‘s Four waterways and one water
l Urban Greenery Fair Tokyo and sponsored by Tokyo Metropolitan GoverShinobuzo Pond. Like all his producons Greenscapes made for Shinobuzo
rt form that is in life and revers nature. Over one million visitors came to
n art in life, a living tableau.
3.
4.
Intervista
“Un modello
di Green Living”
Una dozzina di sculture e installazioni realizzate da artisti di primo piano altoatesini
e internazionali tratteggiano un percorso
che reinterpreta e valorizza artisticamente
alcuni siti opportunamente scelti nelle
aree verdi meranesi. Il percorso è stato
ideato dal canadese John K. Grande, critico di Land Art e architetto del paesaggio
di lunga esperienza, in collaborazione con
Herta Torggler, direttrice di “Merano Arte”.
Grande è autore di numerosi articoli per
importanti pubblicazioni specialistiche e
di vari volumi sul tema della Land Art, e
ha dato un contributo fondamentale allo
sviluppo di questa contemporanea disciplina artistica.
Merano Magazine: Merano ha le potenzialità per diventare una città completamente verde?
John K. Grande: Penso che già nel 2015
Merano possa diventare un modello di
Green Living, poiché attribuisce molta
importanza al risparmio di risorse e alla
riduzione dell’inquinamento. Chiaramente
si può fare ancora di più, soprattutto nei
campi del riciclo e del risparmio energetico. Ma è fondamentale il valore econo-
NR . 1 2 0 1 5
mico dell’agricoltura locale e delle risorse
derivanti dall’energia e dal turismo.
Quali vantaggi aggiuntivi può offrire una
città verde ai suoi abitanti e ai suoi ospiti?
Il vantaggio principale è la qualità della
vita. Si può raggiungere un equilibrio tra
le attività economico-produttive, agricole
e turistiche. Essere verdi significa anche
saper progettare in modo verde, cioè
mettere in relazione le risorse e i consumi
in modo da ridurre lo spreco di risorse,
e in questo senso l’acqua è la risorsa più
importante.
Quali opportunità offre il progetto “2015
Art & Nature” per lo sviluppo della città?
La visione di una città verde implica lo
sviluppo di modelli e prototipi sostenibili.
Si utilizzano materiali naturali per produrre
una nuova sensibilità nel rapporto tra natura e cultura. Questa interazione si esprime
soprattutto nei lavori degli artisti nordamericani ed europei che ho scelto in qualità di
curatore di “2015 Art & Nature”. Sono come
dei fari che possono aiutarci a comprendere il nostro ambiente e a ritrovare un
legame con esso.
// 87
Schnalstaler Gletscher
Ghiacciaio Val Senales
Fundstelle Ötzi
Luogo di ritrovamento di Ötzi
Määh!
Kurzras
Maso Corto
UNESCO
Karthaus
Certosa
9
Naturpark Texelgruppe
Parco Naturale Gruppo di Tessa
Meraner Höhenweg
Alta Via di Merano
Meraner Höhenweg
Alta Via di Merano
Schnalstal
Val Senales
Katharinaberg
Monte Santa Caterina
Schreibmaschinenmuseum
Museo delle macchine da scrivere
Eisenbahnwelt
Mondo Treno
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Dorf Tirol
schenna.com
Tirolo
T 0473 945 669
3
6
7
Algund Lagundo
algund.com
lagundo.com
T. +39 0473 666 077
T 0473 448 600
Passeiertal 7
Val Passiria Algund
passeiertal.itLagundo
valpassiria.italgund.com
T 0473 656 188
lagundo.com
dorf-tirol.it
6
T. +39 0473 923 314
Lana
und Umgebung
5
Lana e dintorni
Passeiertal
lana.info
Val Passiria
T 0473 561
770
www.meranomagazine.com
4
Dorf Tirol Naturns
Tirolo
Naturno
dorf-tirol.it naturns.it
T 0473 923 314
10
SchnalstalMarling Val Senales Marlengo
marling.info
schnalstal.com
T 0473 447 147
valsenales.com
T. +39 047311679 148
8
Hafling – Vöran – 10
Meran 2000 Partschins – Rabland – Töll Marling Avelengo – Verano – Parcines – Rablá – Tel
Marlengo Merano 2000
hafling-meran2000.eu
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0473147
279 457
parcines.com
T. +39 0473 448
600
T. +39 0473T 447
T 0473 967 157
Naturns
8
9
Naturno
Partschins
– Schnalstal naturns.it
Rabland – TöllVal Senales
T 0473 666 077
Parcines – Rablá –
Tel
schnalstal.com
partschins.comvalsenales.com
parcines.com T 0473 679 148
passeiertal.it
valpassiria.it
T. +39 0473 656 188
9
St. Felix
San Felice
T. +39 0473 967 157
11
12
Nals
Hafling – Vöran Nalles – Meran 2000
nals.info
T 0471–678 619
Avelengo – Verano
Merano 2000
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T. 0473 279 457
NR . 1 2 0 1 5
N
Moos
Moso
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Museo Passiria
St. Martin
San Martino
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Castel Schenna
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Die Gärten von Schloss
Trauttmansdorff
I Giardini di Castel Trauttmansdorff
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T 0473 209 176
T 0473 795 387
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T 0473 212 219
Alto
T. +39 0473 212 219
Alto Adige
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T 0473 519 400
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T.
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T.
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0473
209209
176176
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NR . 1 2 0 1 5
// 89
w in ter * inverno
2015/16
Vors ch a u
Anteprima
IMPRESSUM
HERAUSGEBER EDITORE
Marketinggesellschaft Meran
Merano Marketing (MGM)
Gampenstraße/via Palade 95/H,
I-39012 Meran/o
Tel. 0473 200 443 – Fax 0473 200 188
www.mgm.bz.it – [email protected]
KOORDINATION UND ANZEIGEN
COORDINAZIONE E INSERZIONI
Marketinggesellschaft Meran
Merano Marketing (MGM)
Der Kunststar
Der Meraner Rudolf Stingel
mischt in der obersten,
internationalen Liga des
Kunstbetriebs mit. Ein Porträt.
Eintragung beim Landesgericht
Bozen Nr. 18/2004
vom 30.12.2004
Presserechtlich Verantwortlicher Direttore responsabile
La star dell’arte
Gottfried Solderer
Il meranese Rudolf Stingel ha
raggiunto i vertici dell‘arte
internazionale. Il ritratto
dell’artista.
CHEFREDAKTEUR REDATTORE CAPO
Thomas Hanifle (Ex Libris Genossenschaft/Cooperativa, Bozen/Bolzano)
AUTOREN AUTORI
Matteo Thun, Jeanny Horstmann,
Irina Ladurner, Sabine Funk,
Ariane Löbert, Petra Schwienbacher,
Christine Lasta, Magdalena Grüner
REDAKTION UND KORREKTORAT
REDAZIONE E REVISIONE
Die Kunstgießer
Wenn Handwerk zu Kunst
verschmilzt: Zu Besuch bei
Südtirols einziger Kunstgießerei in Marling.
Welt aus Eis
und Schnee
Unterwegs mit Schneeschuhen und einem Bergführer
zur Eishöhle im Schnalstaler
Gletschergebiet.
Fonderia d’arte
Quando arte e artigianato si
fondono: a Marlengo in visita
all’unica fonderia artistica
dell’Alto Adige.
Con le ciaspole e una guida
alpina in giro per le grotte
di ghiaccio sul ghiacciaio
della Val Senales.
Positive Wirkung
Die Bäuerin Waltraud
Schwienbacher über
die Wirkung von Tees
und Kräuter.
Virtù benefiche
La contadina Waltraud
Schwienbacher ci racconta
i benefici di alcune varietà
di tè e di erbe medicinali.
www.meranomagazine.com
ÜBERSETZUNGEN TRADUZIONI
Ex Libris Genossenschaft/Cooperativa (Duccio Biasi, Paolo Florio)
GRAFISCHE GESTALTUNG GRAFICA
Blauhaus, Bozen/Bolzano
blauhaus.it
Illustrationen Illustrazioni
(Seiten/pagine 44 und/e 88):
Philipp Putzer – denkfabrik.it
FOTOS FOTO
Un mondo di
ghiaccio e neve
90 //
Ex Libris Genossenschaft/Cooperativa, Bozen/Bolzano – exlibris.bz.it
Marketinggesellschaft Meran (MGM) /
Damian Pertoll / Jessica Preuhs /
Frieder Blickle / Barbara Schnitzer,
Kurverwaltung Meran / Frieder
Blickle, Angus Mill, Amit Lennon,
Gärten von Schloss Trauttmansdorff,
Roger Rigorth, Meraner Musikwochen /
Georg Mayr, Deleg / Georg Mayr,
SMG / Alex Filz, Castel Katzenzungen,
Francesca Lotti, Therme Meran,
Stadtarchiv Meran, Barbara von
Pröstl / Florian Andergassen, Daniela
Windisch, Martin Jaider, Manuela
Mair, Kellerei Meran Burggräfler, Olle
Tog / Mariana Frühauf, Pur Südtirol,
snowflys, Tourismusverein Schenna,
Tourismusverein Ultental, Tourismusverein Schnalstal / Stefan Schütz,
King of the Alps, Merano Galoppo /
photo press Arigossi, Rafting Südtirol,
Tourismusverein Naturns / Frieder
Blickle, Alexander Alber (FF Media)
sowie Bildmaterial aus dem Besitz
der Inserenten.
DRUCK STAMPA
Athesiadruck, Bozen/Bolzano
NR. 1 2015
Das urigste
WanderGeBIeT
im Meraner Land
Mit der Seilbahn über die Baumgrenze und auf 620 km markierten Wegen zu knackigen
Almen, charmanten Hütten und herrlichen Gipfeln: erleben sie ein stück echtes südtirol!
Magiche escursIonI
in una valle incantata
Con la cabinovia salite sopra la linea degli alberi e scoprite antiche malghe, romantici rifugi
e magnifiche vette: Godetevi lo spirito del luogo e le delizie culinarie della montagna.
06.06. 18.10.2015
täglich geöffnet
aperto tutti
i giorni
www.ultental.it - T. +39 0473 795387
NR. 1 2015
// 91
Licht | Erleben
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Ausstellung Italiens. Einzigartige Auswahl von
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Leuchtendesigner. Hauseigene Fertigung und europaweiter Zustellservice.
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www.lichtstudio.com
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Merano Magazine Sommer 2015