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IASMA Notizie
viticoltura
n.1
Anno III
IASMA Notizie
22.01.2004
Notiziario del Centro per l’assistenza tecnica dell’Istituto Agrario di S. Michele all’Adige
IASMA Notizie N. 2 - Spedizione in a.p. art. 2 c. 20/C L. 662/96 D.C.I. TN - Stampa Litografia Effe e Erre Tn - Taxe payée/Tassa riscossa TN-CPO
Direttore editoriale: Giovanni Gius - Direttore responsabile: Michele Pontalti - S. Michele all’Adige, Via Mach 1 - Aut. Tribunale TN n. 1114 del 19.02.2002
Potatura invernale della vite
Da alcuni anni si ribadisce l’importanza che assume il mantenimento di un buon equilibrio vegeto-produttivo del vigneto al fine di ottenere uve con un buon grado zuccherino e un’acidità
equilibrata.
Si ricorda che si ha un giusto equilibrio fra vegetazione e produzione quando per un grappolo
d’uva ci sono 7-8 foglie ben esposte e, a fine annata, quando a 4-5 kg di uva prodotta corrisponde
un’attività vegetativa quantificabile in 0,8-1 kg di sarmenti di potatura.
Quest’ultimo parametro è facilmente verificabile prima di iniziare la potatura invernale pesando
il legno di potatura di alcune viti.
Nel caso di vigneti con apparato vegetativo insufficiente non si raggiungono buone gradazioni
zuccherine anche se la produzione di uva è scarsa.
Nei vigneti che presentano eccessivo sviluppo vegetativo si va incontro ad una serie di inconvenienti che vengono di seguito elencati:
aumento del numero di strati fogliari con conseguente ombreggiamento dei grappoli;
perdita di consistenza della buccia ed aumento della sensibilità ai marciumi;
minore sintesi di antociani e polifenoli nelle uve rosse a causa della scarsa illuminazione dei
grappoli;
produttività generalmente elevata, spesso oltre i limiti della doc;
maggiore propensione al disseccamento del rachide.
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Considerazioni relative
all’annata appena trascorsa
La piovosità molto diversa tra le ultime due annate dimostra come questa interferisca notevolmente sul comportamento vegetativo della vite:
nel 2002, annata piovosa, si è avuta forte crescita vegetativa.
Il 2003 si è caratterizzato per la ridotta piovosità
e per le elevate temperature estive risultando
un’annata di ridotto vigore vegetativo, anche se
nei terreni più fertili, profondi e irrigati la spinta
vegetativa è rimasta comunque elevata.
L’assenza di piogge invernali ha limitato la
schiusura delle gemme centrali dei tralci, specie
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in presenza di potature piuttosto lunghe e terreni
asciutti.
Anche l’accrescimento vegetativo primaverile è
stato piuttosto ridotto, con conseguenze negative sulla fioritura nei terreni più magri o collinari.
Una certa ripresa della vegetazione si è avuta a
seguito del periodo temporalesco di fine giugno
inizio luglio, ed è stato accompagnato anche da
grandinate in alcuni areali della valle del Sarca e
della Valdadige.
La fase di maturazione è stata particolarmente
favorevole per le uve rosse tardive, e in generale
il peso dei grappoli è risultato più leggero rispetto alle annate precedenti.
Gestione del vigneto
per la prossima annata
Nonostante quanto esposto sopra le viti presentano tralci sufficientemente sviluppati e lignificati
per consentire un normale rinnovo dei capi a frutto.
Può essere fuorviante impostare pratiche colturali
come la potatura, oppure anche la concimazione,
specie quella azotata, sulla base dell’andamento
climatico della annata precedente, dato che l’anno in corso potrebbe avere caratteristiche climatiche, e di riflesso atteggiamenti vegetativi delle
viti, diversi dalle annate trascorse.
È quindi opportuno nelle operazioni di potatura
lasciare un numero di gemme/ettaro che non si
discosta dalle indicazioni consolidate negli anni
scorsi, come riassunto nella seguente tabella
valida per vigneti a pergola:
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Ovviamente nei vigneti che si sono particolarmente indeboliti nella annata scorsa andrà fatta
una potatura più richiamata e con un minor carico di gemme.
Inoltre nelle zone grandinate occorre prestare
attenzione alla scelta dei tralci evitando quelli
che più facilmente potrebbero spezzarsi in fase
di legatura.
Potatura della pergola
Questo sistema di allevamento fornisce produzioni tendenzialmente elevate.
In annate con buona allegagione, soprattutto nelle
zone più fertili, comporta delle produzioni ad
ettaro superiori ai limiti previsti dalle D.O.C..
E’ quindi indispensabile, oltre al rispetto del numero di gemme/ettaro, eseguire degli interventi
a verde (diradamento dei tralci e dei grappoli)
per ridurre la produzione.
Dalle osservazioni fatte in questi ultimi anni si
ritiene preferibile lasciare pochi tralci di 10-12
gemme.
Ciò permette di distanziare maggiormente i capi
a frutto e di ottenere una distribuzione più omogenea dei germogli e dei grappoli sul tetto della
pergola.
La disposizione dei capi a frutto sulla pergola va
fatta a partire dal filo di calcagno, se sono più di
uno la loro partenza va sfalsata di 20-30 cm, tenendo conto che gli ultimi due fili vanno lasciati
liberi da tralci: su di essi si appoggeranno solo i
nuovi germogli.
Per la pergola semplice è consigliabile lasciare 2
VARIETÀ
GEMME/HA
Pinot grigio, nero e bianco, Chardonnay, Müller Thurgau, Sauvignon bianco,
Teroldego, Schiava, Merlot e Rebo
60.000 - 70.000
Marzemino, Enanzio, Moscato, Nosiola, Cabernet franc e Sauvignon bianco
70.000 - 80.000
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> 40 cm
tralci con 10-12 gemme, distanziati di circa 4050 cm (vedi foto).
Per la pergola doppia, a seconda dei sesti di impianto, si lasciano da 2 a 3 tralci mantenendo la
distanza tra loro di 50-60 cm.
Tale tipo di potatura presuppone poi un intervento
a verde in prefioritura, per eliminare i germogli
più deboli ma anche diradarli e distanziarli nelle
zone con troppa vegetazione (parte distale dei
tralci o tralci con gemme ravvicinate).
L’entità di diradamento dei germogli andrà valutata in funzione del germogliamento, e potrà
essere completata in postfioritura qualora
l’allegagione si presenti particolarmente abbondante.
Potatura delle spalliere
Negli impianti a cordone rinnovato (Guyot) la
potatura si esegue lasciando un unico tralcio la
cui lunghezza è determinata dalla distanza delle
viti sul filare.
È importante mantenere almeno 15 cm fra l’estremità del capo a frutto e la vite successiva.
Lo sperone si rende necessario se il punto di partenza del tralcio di rinnovo si trova in posizione
troppo alta e vicina al filo di banchina, o addirittura sulla parte orizzontale della vite.
Nel caso del cordone speronato permanente si
lasciano 4-6 speroni di 1-2 gemme, uniformemente distribuiti ad una distanza di 15-20 cm
l’uno dall’altro.
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Attualmente si discute molto sulla scelta dell’uno
o dell’altro sistema di potatura.
Ciascuno dei due presenta aspetti positivi o meno
secondo la situazione vegetativa, altimetrica e
varietale del vigneto che si possono così riassumere:
-non sono adatte al cordone speronato le varietà
poco fertili nelle gemme basali (Teroldego,
Lagrein, Rebo, Marzemino, Nosiola);
-il sistema a tralcio rinnovato induce un minore
vigore vegetativo ed è preferibile in impianti troppo vigorosi, mentre negli impianti con scarso
vigore il cordone speronato risulta più appropriato;
-il cordone speronato tendenzialmente produce
grappoli più piccoli e compatti, dando una scarsa produttività nei vigneti a quote alte e un peggioramento della sanità dei grappoli su varietà
come Traminer, Pinot grigio e nero, Sauvignon
bianco;
-il cordone speronato comporta un minore dispendio di tempo per la legatura invernale, per
contro richiede un maggior impegno in maggio
per la scacchiatura.
AVVISO IMPORTANTE
Per ridurre la diffusione delle malattie del legno, in costante aumento anche nei
nostri vigneti, è consigliabile coprire le superfici di taglio più estese con mastici
cicatrizzanti o con colla vinilica diluita in acqua (una parte di colla e una di acqua).
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