IASMA Notizie
Notiziario tecnico del Centro Trasferimento Tecnologico della
Fondazione Edmund Mach - Istituto Agrario di S. Michele all’Adige
VITICOLTURA
17 dicembre 2010
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IASMA Notizie n. 43 - Anno IX - Taxe payée/Tassa riscossa - TN-CPO - Direttore responsabile: Michele Pontalti - San Michele all’Adige, Via E. Mach 1 - Autorizzazione Tribunale di Trento n. 1114 del 19.02.2002
POTATURA INVERNALE DELLA VITE
CONSIDERAZIONI
SULL’ANNATA VITICOLA
Le temperature e la piovosità dei primi mesi del 2010
si possono definire nella norma; il germogliamento è
iniziato poco dopo il 10 di aprile con un leggero ritardo
rispetto al 2009; la fioritura, iniziata a fine maggio, si è
verificata con una settimana di ritardo rispetto al 2009,
ma in media con l’ultimo decennio. L’epoca di fioritura
e di vendemmia dell’ultimo decennio è accaduta mediamente 15-20 giorni prima rispetto alle date riscontrate negli anni 80.
Le abbonanti piogge di inizio maggio e di metà giugno
non hanno creato condizioni predisponenti alla peronospora che è stata ulteriormente sfavorita nel suo sviluppo dal periodo asciutto registrato da metà maggio
a metà giugno. Molto più aggressivo si è rivelato l’oidio
già da inizio stagione, specie negli ambienti collinari;
ciò ha richiesto interventi mirati sia agronomici che di
difesa.
La scarsa piovosità verificatasi da metà maggio a metà
giugno, e successivamente dal 20 giugno ai primi di
agosto ha reso necessaria l’irrigazione nei terreni poco
profondi, ma ha consentito un buon equilibrio vegeto
produttivo.
A cavallo di Ferragosto si sono verificate abbondanti
piogge che hanno creato apprensione per la sanità delle varietà bianche; fortunatamente l’assenza di piogge
dalla seconda metà di agosto ai primi di settembre ha
consentito di vendemmiare la base spumante e i bianchi precoci (Chardonnay e Pinot Grigio) perfettamente.
A partire dalla prima settimana di settembre si è verificata, a cadenza settimanale, una pioggia importante
che ha di fatto dettato il calendario delle raccolte. La
vendemmia non ha assunto “toni drammatici” grazie
alle previsioni meteorologiche molto precise, che hanno consentito di programmare le raccolte evitando le
piogge più pericolose.
Dal punto di vista qualitativo, quella del 2010 si può definire un’ottima vendemmia per i vini bianchi; le varietà
rosse hanno sofferto le continue piogge e in qualche
caso un anticipo di vendemmia, i vini ottenuti sono comunque interessanti.
La produzione provinciale della vendemmia 2010 è di
1.250.000 q.li, con una riduzione del 4,4% rispetto allo
scorso anno. Il calo di produzione per le varietà bianche
(-2,2%) è stato minore grazie dall’entrata in produzione
di nuovi vigneti; per contro il calo produttivo dei vitigni rossi (-9,5% ) è amplificato dagli espianti dell’ultimo
anno.
ASPETTI GENERALI
RELATIVI ALLA POTATURA
Ancora una volta va sottolineato un concetto basilare: il raggiungimento degli obiettivi quali-quantitativi
e dell’equilibrio vegetativo è frutto di un continuo lavoro, da parte del viticoltore, di valutazione e di correzione del comportamento della vite. Esso inizia con la
potatura, ma si concretizza successivamente con una
appropriata esecuzione degli interventi a verde, in particolare della scacchiatura.
POTATURA DELLA PERGOLA
Nel caso della pergola l’aspetto più importante è definire la disposizione dei tralci e conseguentemente
dei grappoli nello spazio produttivo, garantendo loro
arieggiamento e luminosità.
I capi a frutto sulla pergola devono mantenere una certa distanza tra loro e favorire la copertura produttiva di
tutto lo spazio dal filo di calcagno fino al terz’ultimo filo;
gli ultimi due vanno lasciati liberi da tralci in quanto su
di essi si appoggerà solo fogliame. L’esperienza ormai
consolidata indica di lasciare 60.000 - 80.000 gemme
per ettaro che corrispondono a circa 15-30 gemme per
vite a seconda dei sesti di impianto. La lunghezza del
tralcio va commisurata al vigore; in ambienti di fondovalle che inducono elevata vigoria è opportuno tenere
tralci piuttosto lunghi di 10-12 gemme avvicinandosi
ad un totale di 80.000 gemme. Per contro in vigneti più
deboli e su varietà a grappolo pesante (Schiava, Müller
Thurgau) è opportuno lasciare tralci più corti: 7-8 gemme per circa 60.000 gemme. Per la pergola semplice, si
lasceranno 2 tralci distanziati tra loro di circa 40-50 cm;
per la pergola doppia, in base ai sesti di impianto, da 2
a 4 tralci per vite separati tra loro di 40-60 cm.
Ove si adotta una potatura con tralci lunghi (10-12
gemme) è bene che i capi a frutto partano tra il filo di
calcagno e il primo filo, per contro con una potatura
corta (7-8 gemme) i tralci possono partire sfasati di circa 40-60 cm. Con la legatura è importante far sì che i
tralci rimangano nella posizione assegnata. L’inconveniente del loro spostamento, dopo la legatura, è maggiore laddove tale operazione viene effettuata mecca-
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nicamente. In tal caso è utile ricorrere, per il legame di
punta, all’uso di vimini o plastica.
POTATURA DELLE SPALLIERE
Le spalliere possono essere potate a tralcio rinnovato
(Guyot) oppure a cordone speronato.
In Trentino si preferisce il tralcio rinnovato per il minor
vigore che questa potatura conferisce alle viti, per i
grappoli meno compatti e di peso leggermente superiore, per una minore sensibilità al freddo invernale.
Negli impianti a tralcio rinnovato (Guyot) la potatura
si esegue lasciando un unico tralcio la cui lunghezza è determinata dalla distanza delle viti sul filare. Questa forma
di allevamento richiede la formazione della “testa”(foto),
ossia un punto di divisione del fusto in due direzioni contrapposte posto 15-20 cm sotto il filo di banchina, su cui
si lasciano due tralci; uno verrà tagliato a una gemma
differenziata, l’altro dovrà essere piegato con una stretta curva in maniera da stimolare il rinnovo alla sua base.
L’obiettivo è di ottenere un continuo rinnovo in questa
zona senza dover eseguire grossi tagli di ritorno sul legno vecchio in particolare sono da evitare i grossi tagli di
ritorno in zone del fusto più in basso in corrispondenza
di speroni precedentemente lasciati per questo scopo).
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dello sperone dell’anno precedente. In questa maniera
si eseguono solo tagli sul legno di uno o due anni; naturalmente ciò provoca un lento allontanamento dello
sperone dal cordone stesso, ma senza creare particolari
problemi.
GESTIONE DELLA VIGORIA
In alcuni vigneti allevati a spalliera si segnala un eccesso di vegetazione. Si tratta di vigneti situati in ambienti
molto fertili, e/o innestati con varietà vigorose, generalmente in fondovalle ma talora anche in collina, nei
quali l’eccesso di vigore provoca la formazione di grappoli molto piccoli e che allegano con difficoltà, comportando di conseguenza scarsità di produzione.
Nei casi in cui si debba ridurre il vigore, è opportuno
sospendere la concimazione azotata, ridurre al minimo
l’irrigazione, eliminare il diserbo sulla fila, eseguire poche pacciamature dell’erba e ritardare la spollonatura
primaverile fino al periodo fiorale.
Sulle spalliere è opportuno inoltre potare a guyot bilaterale o sovrapposto con tralci parzialmente o totalmente sovrapposti, ritardare la selezione dei germogli
ed effettuare la sfogliatura dopo la fioritura, anticipando per contro la cimatura dei tralci nel periodo fiorale,
se necessario anche prima che raggiungano l’ultima
coppia di fili.
L’ adozione di queste pratiche non sempre riesce a riequilibrare il vigneto; in questi casi va valutata la possibilità, qualora le distanze di impianto lo consentano, di
trasformare il vigneto da spalliera a pergola.
POTATURA DEI NUOVI IMPIANTI
Per un buon risultato è fondamentale eseguire precocemente la selezione primaverile dei germogli lasciandone solo due o tre sulla testa della vite ed eliminando
gli eventuali concorrenti.
Nel caso del cordone speronato permanente si consiglia di lasciare 4-6 speroni di 2 gemme (gemma di corona + 1), uniformemente distribuiti ad una distanza di
15-20 cm l’uno dall’altro.
La conduzione del cordone speronato può essere impostata mantenendo gli speroni vicini al cordone con
un taglio “sporco”, lasciando la gemma di corona di alcuni tralci, che fuoriescono direttamente dal legno vecchio avendo così la possibilità di riportare gli speroni
vicino al cordone nella prossima potatura. Questo tipo
di potatura comporta l’esecuzione di molti tagli che invecchiano il cordone.
Un’interessante alternativa è quella di mantenere gli
speroni nello stesso punto del cordone; con la potatura
si taglia un tralcio che risulta essere il prolungamento
La fase di allevamento delle viti è particolarmente importante e delicata e contribuisce in maniera determinante a creare il giusto equilibrio vegeto-produttivo.
Una potatura troppo lunga può indebolire eccessivamente la pianta con veloce spostamento della vegetazione in avanti e quindi scarse possibilità di rinnovo. Al
contrario una potatura corta in ambienti di fondovalle
fertili può indurre esplosioni vegetative difficili da riequilibrare.
Alla fine del primo anno, se le viti hanno un buon sviluppo (due metri o più) e hanno la possibilità di essere
irrigate, vanno tagliate al calcagno o al primo filo della
pergola, mai oltre. Nel caso della spalliera vanno tagliate 10 cm sotto il filo di banchina e comunque mai oltre
20-30 cm dopo la curva. Nelle zone di collina, soprattutto in assenza di irrigazione e nei casi di scarso vigore,
è opportuno riportare le viti a due gemme.
Anche nei giovani impianti sarà poi opportuna una appropriata selezione dei germogli nella successiva primavera.
PERIODO IDEALE DI POTATURA
Nelle zone poco soggette a danni da gelo invernale la
potatura può essere eseguita a partire da caduta foglie, per contro nelle zone fredde con frequenti danni
da gelo, è sicuramente raccomandabile ritardare questa pratica il più possibile (fine febbraio-inizio marzo)
compatibilmente con le esigenze aziendali.
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potatura invernale della vite - Fondazione Edmund Mach di San