Forum Regionale delle Associazioni Familiari della
Lombardia
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La rilevanza delle unioni di fatto nell'ordinamento italiano
E’ considerata "famiglia" dal punto di vista anagratìco "un insieme di persone legate da vincoli di
matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela o da vincoli affettivi, coabitanti ed aventi dimora
abituale nello stesso comune ".
Estensione ai partner di fatto di tutele previste per la famiglia
L'adozione di un minore è consentita alle sole coppie unite in matrimonio da almeno tre anni, senza
separazione personale neppure di fatto; tuttavia il requisito della stabilità "può ritenersi realizzato
anche quando i coniugi abbiano convissuto in modo stabile e continuativo prima del matrimonio per
un periodo di tre anni, nel caso in cui il tribunale per i minorenni accerti la continuità e la stabilità
della convivenza, avuto riguardo a tutte le circostanze del caso concreto”.
In materia di prelievo di organi e tessuti a scopo di trapianto, le informazioni sulle opportunità
terapeutiche per le persone in attesa di trapianto, sulla natura e sulle circostanze dell'eventuale
prelievo, che il medico deve fornire all'inizio del periodo di osservazione in vista dell'accertamento
del decesso, sono comunicate "al coniuge o al convivente more uxorio" e solo in mancanza di
questo ai figli maggiorenni o ai genitori.
L'accesso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita è consentito alle "coppie
maggiorenni di sesso diverso, coniugate o conviventi, (...) ".
Ai fini dell'opzione per l'acquisto di appartamenti già IACP o in genere del patrimonio immobiliare
pubblico, in caso di rinuncia dell'assegnatario può subentrargli, dopo il coniuge ma prima dei figli,
il "convivente more uxorio purché la convivenza duri da almeno cinque anni". Molte leggi regionali
equiparano il convivente more uxorio al coniuge ai fini della successione nell'assegnazione o nel
contratto di locazione o del riconoscimento di prelazione per l'acquisto.
Il convivente more uxorio ha diritto ai benefici previsti dalla legge per i familiari delle vittime del
terrorismo e della criminalità organizzata, ma è posto nell'ordine relativo dopo fratelli e sorelle
conviventi.
Ai lavoratori è concesso un permesso di tre giorni lavorativi all'anno in caso di decesso o grave
infermità, tra gli altri, del convivente, purché la stabile convivenza risulti da certificazione
anagrafica. L'assistenza al convivente affetto da patologie oncologiche o totalmente e
permanentemente inabile con necessità di assistenza continua costituisce titolo di priorità per la
trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno a part time.
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La normativa sulla privacy riconosce anche a un convivente, oltre che ad un prossimo congiunto o a
un familiare, il potere di esprimere il consenso a un trattamento di dati "necessario per la
salvaguardia della vita o dell'incolumità fisica" di una persona che non sia in grado per impossibilità
fisica, incapacità di agire o incapacità di intendere o di volere, nonché di ricevere la relativa
informativa circa il trattamento di dati sanitari.
Nel campo penitenziario sono esclusi dal regime di sorveglianza particolare nei confronti dei
detenuti "i colloqui con i difensori, nonché quelli con il coniuge, il convivente, i figli, i genitori, i
fratelli"', anche nel particolare regime previsto dall'art. 41bis dell'ordinamento penitenziario, che
comporta tra l'altro il divieto di colloqui, sono esclusi dal divieto quelli con familiari e conviventi; al
recluso è inoltre consentito inviare denaro (peculio) a familiari e conviventi e può essere concesso
un permesso per recarsi a visitare un familiare o convivente in imminente pericolo di vita.
In giurisprudenza è stata riconosciuta al convivente more uxorio del comodatario dell'appartamento
dove i due abitano la possibilità di agire contro il partner che lo ha allontanato, sul presupposto che
"la convivenza more uxorio determina sulla casa ove si svolge e si attua il programma di vita in
comune un potere di fatto basato su un interesse proprio del convivente, ben diverso da quello
derivante da ragioni di mera ospitalità, tale da assumere i connotati tipici di una detenzione
qualificata ".
Per quanto riguarda la responsabilità civile, è pacificamente riconosciuto al convivente il diritto al
risarcimento nei confronti del responsabile della morte del partner a condizione che dimostri la
sussistenza di un "saldo e duraturo legame affettivo (...) assimilabile al rapporto coniugale" ovvero
che la relazione sia "caratterizzata da tendenziale stabilità e da mutua assistenza morale e
materiale", non essendo a tal fine sufficienti né le dichiarazioni rese dagli interessati in un atto
notorio né le indicazioni fornite a fini anagrafici (in una fattispecie decisa dalla Cassazione, non è
stata ritenuta sufficiente neppure la circostanza che tra i due fosse stato contratto matrimonio
canonico).
La "persona stabilmente convivente" può chiedere la nomina di amministratore di sostegno, tutore o
curatore alla persona che si trovi nelle condizioni previste dalla legge, è indicata (dopo il coniuge,
ma prima dei genitori, dei figli, di fratelli e sorelle) tra le persone da scegliere preferibilmente per
l'ufficio e, se nominata, non può abbandonarlo dopo dieci anni, al pari del coniuge, degli ascendenti
e dei discendenti ( e a differenza degli altri soggetti).
La Cassazione, pur negando che la convivenza di fatto comporti per sé obbligazioni di un partner
nei confronti dell'altro, ha escluso la possibilità di farsi restituire quelle spontaneamente effettuate
nel corso del rapporto, considerandole obbligazioni naturali, purché proporzionate e adeguate;
pure carattere di obbligazione naturale è stata riconosciuta alla corresponsione periodica di una
somma di denaro da un partner all'altro dopo la cessazione del rapporto.
La Corte costituzionale ha ritenuto illegittima la disposizione della legge sulle locazioni (c.d. equo
canone) che non consentiva la successione del convivente more uxorio nel contratto di locazione,
ma limitatamente al caso in cui vi siano figli conviventi, affermando: "la profonda diversità che
caratterizza la convivenza "more -uxorio" rispetto al rapporto coniugale, tale da impedire
l'automatica parificazione delle due situazioni, ai fini di una identità di trattamento fra i rispettivi
regimi, rilievo che vale anche in relazione alla comparazione tra la cessazione della convivenza
con prole e la cessazione di quella senza prole trattandosi, pure in questo caso, di situazioni del
tutto disomogenee".
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E’ stata riconosciuta estensibile al convivente more uxorio la scriminante che prevede la non
punibilità di chi commette il reato dì favoreggiamento per aiutare un familiare.
La persona trattenuta dalla polizia giudiziaria per l'identificazione per oltre 12 ore ha facoltà di
chiedere che sia avvisato "un familiare o un convivente ";
Fattispecie in cui l’unione di fatto rileva negativamente nei confronti dei partners,
sottoponendoli ad obblighi, doveri, oneri, responsabilità, oppure limitandone i diritti.
La convivenza o unione di fatto è considerata dal legislatore:
- come causa di incompatibilità di sede per i magistrati (un magistrato non può prestare servizio in
una sede dove il convivente eserciti la professione di avvocato); per i giudici di pace la causa è
estesa alle sedi dove il convivente svolge attività professionale per assicurazioni o banche;
- come causa di astensione e ricusazione del giudice (il giudice ha l'obbligo di astenersi dal
giudicare la causa in cui sia parte o difensore il proprio convivente e se non lo fa può essere
ricusato) e di ricusazione dell'arbitro;
All'atto dell'assegnazione dell'ufficio il dipendente pubblico ha l'obbligo di informare per iscritto
il proprio dirigente dei rapporti diretti o indiretti di collaborazione intrattenuti negli ultimi tre anni,
precisando inoltre se con tale soggetto "parenti o affini entro il secondo grado, il coniuge o il
convivente abbiano ancora rapporti finanziari" ; il dirigente, all'atto di assumere le funzioni, deve
dichiarare tra l'altro se i predetti soggetti esercitino attività politiche, professionali o economiche
che li pongano in contatti frequenti con l'ufficio che dovrà dirigere o che siano coinvolti nelle
decisioni o nelle attività inerenti all'ufficio.
Ai fini dell'individuazione degli eventuali conflitti di interesse nell'attività bancaria è considerato
anche il "convivente more uxorio" di una "parte correlata” (per tale dovendosi intendere "gli
esponenti, i principali azionisti e gli altri soggetti capaci di condizionare la gestione della banca in
quanto in grado di esercitare il controllo, anche congiuntamente con altri soggetti, o una influenza
notevole"). Analogamente in tema di individuazione dei possibili conflitti di interesse tra
consulenti finanziari e clienti si considerano anche le posizioni del coniuge, del convivente more
uxorio, dei figli e di tutti i parenti entro il quarto grado del consulente e dei soggetti rilevanti. Anche
in campo assicurativo è prevista l’equiparazione del convivente al coniuge non legalmente separato
per individuare le possibili incompatibilità relative all'attuario incaricato da una compagnia di
assicurazioni. Identico principio vale anche nell'ambito delle società di revisione.
Non è considerato terzo ai fini dell'assicurazione della responsabilità civile automobilistica (e
quindi non ha diritto ad essere indennizzato in caso di sinistro) qualsiasi "componente stabilmente
convivente del (...) nucleo familiare" del conducente o del proprietario dell'autoveicolo.
Nell'ambito del diritto e del processo penale:
 il convivente, come il coniuge, che abbia commesso abusi familiari, può essere destinatario
di ordine di protezione, cioè di un provvedimento del giudice che gli ordina di cessare la
condotta pregiudizievole, ne dispone l'allontanamento dalla casa familiare e gli prescrive
eventualmente di non avvicinarsi ai luoghi in cui la vittima e i suoi familiari vivono,
lavorano, studiano, etc., oltre ad altre misure;
 l'art. 572 prevede il delitto di maltrattamenti in famiglia che consiste nel maltrattare "una
persona della famiglia o comunque convivente" o una persona sottoposta all'autorità o
affidata al responsabile per ragioni di educazione, istruzione, cura, vigilanza o custodia, o
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per l'esercizio di una professione o di un'arte; il delitto è punito con la reclusione da due a
sei anni;
per i delitti di violenza sessuale sono previste aggravanti (con aumento della pena) se il
fatto è commesso "da un ascendente, dal genitore adottivo, o dal loro coniuge o convivente";
per gli stessi soggetti è trattato più rigorosamente il compimento di atti sessuali con
minorenne "consenziente ": si presume la violenza se la persona non ha compiuto sedici anni
(di regola la presunzione scatta per i minori di quattordici anni); inoltre è sanzionato anche il
compimento di atti sessuali consenzienti con persona minorenne maggiore di sedici anni
(non punibile se commesso da estranei);
in caso di abuso o maltrattamento su minori da parte del convivente del genitore, è
applicabile la misura dell'allontanamento del minore o del convivente dalla residenza
familiare;
le disposizioni relative alla prevenzione e repressione della violenza in famiglia si applicano
anche quando la condotta pregiudizievole sia stata tenuta dal (o in danno del) convivente;
in giurisprudenza è stato ritenuto che anche il convivente abbia una c.d. posizione di
garanzia e risponda perciò del reato di abbandono di persona incapace allorché abbandoni
il partner che, per ragioni di salute, non sia in grado di provvedere a se stesso.
Nella normativa antimafia si presumono fittizi (e quindi non impediscono il sequestro o la confisca)
i trasferimenti o le intestazioni di beni in favore, tra gli altri, di "persona stabilmente convivente"
con l'imputato o la persona assoggettata a misure di prevenzione.
La circostanza che il coniuge separato o divorziato abbia iniziato una convivenza stabile e continua
con altro partner incide sul diritto dello stesso all'assegno di mantenimento, fino ad escluderlo, in
quanto tale convivenza sia "fondata su un progetto di vita comune analogo a quello che di regola
caratterizza la famiglia fondata sul matrimonio ". A tal fine è stato riconosciuto al coniuge onerato
dell'assegno il diritto di accedere alle dichiarazioni dei redditi del convivente di fatto di quello cui è
stato attribuito l'assegno.
Ai tini dell'ammissione al gratuito patrocinio è stato ritenuto rilevante, ai fini della determinazione
delle condizioni reddituali del richiedente, anche il reddito del convivente more uxorio.
Aprile 2014
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