SOCIOLOGIA DEL LAVORO
“Uomini tra resistenza e resa”
Che cosa dicono del lavoro di genere
II parte – La ricerca
Prof. Renato Fontana
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La ricerca empirica
Le donne sono al centro di importanti processi
di trasformazione e modernizzazione del
mercato e del lavoro retribuito.
Cosa dicono gli uomini del lavoro delle donne?
Essi si sentono minacciati nelle loro prerogative
consolidate?
Oppure sono in grado di riconoscere che lo
specifico femminile meglio si attaglia alle
caratteristiche dei lavori post industriali?
Ricerca empirica: perchè?
Dopo aver sentito il parere delle donne*
e’ stata condotta una seconda
ricerca empirica, speculare alla prima,
dove e’ stata lasciata la parola agli uomini.
* Fontana R.,
Il lavoro di genere. Le donne tra vecchia e nuova economia,
Carocci, Roma
Ricerca empirica: connotati
Interviste focalizzate (11 domande)
Somministrate a 15 dirigenti e imprenditori di sesso
maschile selezionati in base a:
ruolo professionale,
area territoriale di provenienza,
eta’.
Analizzate con la tecnica dell’analisi testuale (analisi delle
concordanze e delle specificità) con l’intento di
comprendere su quali temi ci fosse convergenza di vedute e
su quali una significativa divergenza.
Ricerca empirica: ipotesi
Bicchiere “mezzo pieno”
Nonostante i limiti e i rischi che la crescente
partecipazione femminile al mercato del lavoro
comporta, la sua presenza - quantitativa e
qualitativa - è talmente imponente che prefigura
una rivoluzione di ampia portata tra il lavoro di
produzione e quello di riproduzione.
In questo contesto, gli uomini come
vedono il futuro della donna che
lavora per il mercato?
Le risposte
Le donne si trovano di fronte a un bivio
Moltissimi spazi inediti: ma la strada è ancora in salita
Occorre essere presenti: la cultura della presenza le penalizza
Le donne sgobbano di più
Le scelte delle donne: valori differenti tra uomini e donne
Coordinare, distribuire, condividere
I termini della conciliazione
Le donne si trovano di fronte a un bivio
“Il principale ostacolo alla pari affermazione è un
fatto oggettivo, cioè se le donne vogliono
mantenere tutti e due i ruoli, quello tradizionale e
quello professionale, saranno messe sempre di
fronte a un bivio e più volte devono decidere
quale strada imboccare”.
Come dire: è un problema loro,
che decidano come meglio credono.
La strada è ancora in salita
Il futuro della donna che lavora per il mercato è
“complicato”, poiché nel mondo del lavoro si
proiettano equilibri che partono dalla società e, in
particolare, dalla famiglia.
La donna “ha guadagnato moltissimi spazi, ma credo
che il mondo del lavoro non sia ancora maturo per
comporre questi rapporti in modo armonico ed
equilibrato. Lo sviluppo della donna nel mondo del
lavoro è talmente prepotente che, come sempre
capita, emergono resistenze […] non tanto in termini
numerici quanto in termini di potere”.
La cultura della presenza penalizza le donne
“Non è passato ancora il concetto che non è tanto il tempo di lavoro
quanto il risultato che determina la prestazione del lavoro”.
Vale a dire l’esigenza di presidiare il territorio
si scontra con alcuni aspetti legati alla maternità.
Le donne sgobbano di più
Le donne possono competere “tranquillamente” con gli uomini,
ma “devono mettersi in testa che quando hanno i figli
si devono dedicare completamente a loro,
soprattutto nei primi mesi”.
Le scelte delle donne
In un mercato fluido come quello moderno,
le donne non subiscono nessuna limitazione poiché
“scelgono” se lavorare a tempo parziale,
a progetto o come collaborazione.
“Penso che dietro al tipo di lavoro ci sia una scelta
di vita e, quindi, non è necessario che
tutti scelgano di diventare dirigenti”.
Coordinare, distribuire, condividere
“Se ci sono dei figli esiste il problema del
management dei figli ed esiste il problema del
management della casa. Anche se la donna ha i
mezzi per essere assistita, rimane comunque il
problema di coordinare le attività familiari”.
Si ragiona in termini di coordinamento
e non in termini di distribuzione dei compiti,
né di condivisione degli stessi.
I termini della conciliazione
La posizione della donna “tende sempre più ad
equipararsi a quella dell’uomo, di anno in anno”.
“Siccome è l’uomo che deve dare sicurezza
economica alla famiglia […] le donne si possono
prendere dei lavori più confacenti alle loro
esigenze o che permettano loro di conciliare le
esigenze familiari con quelle di lavoro”.
Risultati della ricerca (1)
Molti paletti sono stati divelti mentre altri perdurano.
Restano inalterate alcune soglie ovvero alcune
professioni di alto profilo oltre le quali non è possibile
spingersi perchè ancora di “dominio maschile”.
Immagine della tela con le maglie larghe che si infittiscono mano
a mano che si sale verso i posti di maggiore responsabilità
Responsabilità = potere = necessità di essere presenti
(al di fuori dell’orario convenzionale di lavoro)
Risultati della ricerca (2)
Cambiamenti nei ruoli e nel posto attribuito alle
donne ma, di conseguenza, anche agli uomini.
La partecipazione al lavoro delle donne è destinata
ad alimentare la flessibilità organizzativa,
data l’esigenza di conquistare nuovi spazi e nuove identità
nell’ambito lavorativo.
Di conseguenza gli uomini si sentono investiti di responsabilità
inedite nella sfera riproduttiva e deprivati di tante
prerogative in termini di gestione e di potere nelle imprese.
Risultati della ricerca (3)
Nell’attuale sistema socio-economico la conciliazione è
problema che non riguarda soltanto il genere
femminile.
Le attività produttive e quelle riproduttive non sono più rigidamente
separate come un tempo e non sono più appannaggio solo degli
uomini (le prime) e delle donne (le seconde):
la ricerca di un equilibrio tra tempo di lavoro e tempo di non lavoro
riguarda tutti ma molti uomini avvertono che quello della
conciliazione non è un problema che li riguarda.
Tra uomini e donne…
La differenza principale:
gli uomini continuano a propendere per il
fattore lavoro, mentre le donne per il fattore
tempo.
La somiglianza principale:
riposizionamento dei ruoli socio culturali
(molto più evidente per le donne che per gli uomini)
La figura del male breadwinner
…ovvero di colui che si occupa
del sostentamento della famiglia…
Viene meno per ragioni culturali e materiali.
Si sta esaurendo la pregnanza sociologica di un
soggetto collettivo su cui si reggeva la struttura
della famiglia.
Oggi esistono due persone con pari diritti e doveri.
Conclusioni (1)
Gli uomini sono su posizioni di retroguardia,
mentre le donne conquistano progressivamente
nuovi ed ampi spazi d’intervento nel mondo
delle imprese, in particolare, e nel mercato del
lavoro, in generale.
Conclusioni (2)
Mentre
le
donne
cambiamento,
risultano
agenti
del
gli uomini appaiono piu spettatori che
interpreti dei cambiamenti: non propongono
nuovi modelli di partecipazione all’interno delle
organizzazioni e non forniscono punti di vista
propositivi in modo da contribuire a leggere e
sistematizzare le forme del cambiamento, in
termini di nuove presenze e nuove modalita’
rispetto alle occupazioni nella societa post
industriale.
Resistenza o resa?
Quale di questi due sostantivi connota
meglio l’atteggiamento degli uomini nei
confronti del lavoro delle donne?
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