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di LAURA VALDES1
«MAMMA guardami, sono un guerriero
Ninfa». Il bambino, un soldo di cacio vestito di nero con Katana (sciabola) in mano
che volteggia intorno a Laura Bonelli, è il
figlio più piccolo, battezzato nel Drago, del
neo priore di Camporegio. Il maggiore,
che ha 11 anni, è invece con il papà
nell'Aquila. Una storia tutta senese quella
del primo onorando `rosa' della Contrada.
Che trascorre una domenica normalissima
in società in mezzo alla confusione infernale del carnevale dei bambini.
Che effetto ha fatto l'esordio in Magistrato dopo l'elezione?
«Ho ascoltato e continuerò a farlo, nutrendo rispetto per le consorelle. Sul tavolo i
problemi che sostanzialmente si dibattono
in città ma affrontati da punti di vista diversi».
Primo priore donna : quanta la re-
sponsabìlìtà.
«Grazie agli uomini nel Drago le donne sono sempre state presenti, mai è sembrato
strano che svolgessero funzioni identiche a
quelle maschili. Quanto alla responsabilità, è chiaro che c'è. Giusto 50 anni fa, nel
1962, venne eletta per la prima volta una
capitana che vinse tre carriere di seguito
(gli occhi brillano, perchè nel palio i corsi e
ricorso storici contano, ndr). Ma le donne
sono state anche vice-presidente di società,
cancelliere e conservatore della legge, io
stessa addetta ai beni artistici e a ai piccoli.
Abbiamo persino un conservatore dell'oratorio, Maria Romana Bacarelli, un'addetta
ai donatori di sangue. Il 30% della Sedia è
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Ancora
rosa. Credo comunque, tornando all'elezione, che la scelta su di me sia caduta non in
quanto femmina, piuttosto poiché mi sono
messa al servizio della Contrada. Mi hanno giudicato come persona, con pregi e difetti».
II valore aggiunto di essere donna?
«Abbiamo caratteristiche diverse: istinto,
pazienza, empatia che, in linea generale,
negli uomini sono minori. Poichè dobbiamo svolgere diversi compiti, parlo della vi-
Al. pri m o capitano donna
fu eletto 50 anni fa e vinse subito
Cam poreg io crebbe m otto»
ta di tutti i giorni, dal lavoro alla famiglia
ai figli, siamo abituate ad organizzare e delgare. Ecco, il mio ruolo come priore del
Drago lo vedo molto di più come coordinatore piuttosto che `punta' solitaria. Sono solita lavorare in gruppo».
Una concezione che si rìflette anche
nell'individuazione dei colla boratori?
«Il vicario generale ha rivestito diversi incarichi, è stato anche mangino. Una persona
che mi ha insegnato la Contrada e continuerà a farlo. Nel gruppo ci sono poi nomi
più giovani, della mia generazione, con cui
sono cresciuta».
' sta vicario del priore uscente.
«Lonzi è persona di grande profilo e integrità. Ha influito su di me, negli ultimi anni, ma anche sul Drago garantendo equili-
»
brio. Il fatto che per la successione sia uscito il mio nome è naturale. Anche i due onorandi precedenti erano stati rettori del Magistrato e avevano lasciato quando ricoprivano tale ruolo, facendo passare il loro vicario. Cosa strana, forse, per altre consorelle
ma usuale per Camporegio».
Faccio un posso indietro: il primo capita no donna vinse subi to, e poi rivinse. Potrebbe essere così per il
priore?
«La fortuna è una cosa eccezionale, alla fine. A volte la dea bendata ti assiste e leghi
il tuo nome alla storia del rione. Negli anni
'60 il Drago è cresciuto molto e ha vinto
tanto. Pensa che quando Kinda Barzellotti
lasciò il capitano che venne dopo, mio zio
Aldo Nannini, volle vincere subito!»
Avete pa rlato della diretta Rai?
«Nessuna decisione è stata presa anche perchè non sappiamo bene cosa ci aspetta. Credo comunque che quanto esce da questa città sulla Festa debba essere deciso dai senesi. Sono attenta all'immagine del Palio e ritengo che sia fondamentale far capire i valori, in che forma sarà poi deciso dai popoli
delle 17 Contrade».
Obiettivo futu ro?
«Tenere unito il Drago, far sì che generazioni diverse collaborino. Bello ritrovars
durante la settimana, persone di ogni età.
La Contrada si impara soltanto nel viverla,
non credo molto nella convegnistica e nei
libri, piuttosto nel quotidiano».
Felici in famiglia per l'elezione?
«Non sono stata acclamata, se è questo che
intendi. Mio marito e mio figlio maggiore
sono dell'Aquila. Ho cercato di educare i
piccoli all'amore per Siena».
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