Le prime orme di passi umani
Come dimostrano i loro scheletri, i primi uomini potevano camminare in posizione
eretta. Mary Leakey e Richard Hay nel 1976 hanno riportato alla luce a Laetoli, in
Tanzania, delle orme di animali tra le quali si distinguevano tracce di passi umani.
Queste ultime, risalenti a 3,8 milioni di anni e impresse in sedimenti molli e umidi, si
sono conservate perfettamente perché indurite da ceneri vulcaniche. In uno dei siti
archeologici si possono persino seguire due tracce parallele che permettono di
misurare la lunghezza del piede e valutare l’ampiezza della falcata. Lo studio delle
impronte evidenzierebbe che l’alluce era unito alle altre dita del piede.
Nel 1974, nel corso di una spedizione internazionale
diretta da Yves Coppens, Donald Johanson
e Maurice Taieb, furono scoperti a Hadar (Etiopia)
cinquantadue frammenti ossei, corrispondenti al
40% dello scheletro di un antenato dell’uomo.
L’Australopithecus afarensis, denominato Lucy (da
una canzone dei Beatles), è il più completo degli
australopitechi finora conosciuti.
Gli Etiopi l’hanno chiamata "Denkenesh" ("Sei
magnifica"). - Questa ricostruzione di Lucy è stata
realizzata grazie a una serie di immagini speculari
delle ossa mancanti. Era ancora molto piccola: la
sua statura non superava il metro e 10 cm (all’incirca
quella di un bambino di sei anni), e non pesava più
di una trentina di chilogrammi. Anche il volume del
cervello è modesto: con i suoi 340 cm³ è
paragonabile a quello di uno scimpanzé adulto di
piccola mole. Da uno studio delle ossa del suo
scheletro risulta che Lucy camminava in posizione
eretta e poteva ancora arrampicarsi sugli alberi
Nel cuore del Sahara
Il terreno è cosparso di numerosi utensili in
pietra, le amigdale. Si possono trovare
anche delle asce con un’unica lama dritta e
affilata.
Questi strumenti sono noti tanto in Africa, quanto in
Asia e in Europa. Si assomigliano tutti e sono stati
lavorati con tecniche di taglio rimaste invariate per
millenni.Con un’amigdala molto rudimentale o un
punteruolo si potevano estrarre i tuberi dalla terra
Lame in selce
Una di queste due lame in selce del
Paleolitico superiore, non modificata,
poté servire come semplice coltello.
L’altra ha un’estremità
smussata ed è stata forse
usata come raschiatoio
Tecniche di taglio
Tra le varie tecniche vi sono il taglio a percussione e il taglio a pressione. Nel
taglio a percussione (come qui rappresentato) si dà un colpo secco sul bordo di
un ciottolo per staccarne una scheggia. Ripetendo più volte l’operazione si
ottiene una lama grossolana. Colpendo il ciottolo alternativamente sulle due
facce si ottiene una lama più rifinita e tagliente: l’amigdala bifacciale.
A seconda del corpo usato per percuotere, una
pietra (dura), un legno o un osso (teneri),
cambierà la qualità della lama. Il taglio a
pressione permette di staccare schegge
appiattite, come sulle punte a foglia di lauro
Sezionatura laminare
Il taglio di una lama
presuppone una specifica
preparazione del nodulo di
selce, soprattutto per
disporre il piano di battuta.
L’artigiano colpisce con una
mano munita di un
percussore in corno di
renna, mentre con l’altra
dirige il colpo sul bordo del
piano di battuta servendosi
di un "taglia-lama"
La rifinitura
Le lame vengono lavorate per ottenere degli utensili specifici (raschiatoio,
bulino, foratoio)
I Neandertaliani. Anatomia
Raffrontato con l’uomo moderno, il neandertaliano aveva
l’avambraccio e la gamba più corti in rapporto al braccio e
alla coscia. Queste caratteristiche sono state spesso
imputate alla necessità di adattarsi a un ambiente naturale
molto freddo.
I più antichi... uomini "moderni"
Secondo molti scienziati l’Homo sapiens sapiens
sarebbe comparso assieme o forse anche prima
dell’uomo di Neandertal. Lo dimostrerebbero gli
scheletri ritrovati nelle grotte di Qafzeh (Israele),
risalenti a circa 92.000 anni
Le prime forme di
uomo moderno a
noi note (Homo
sapiens sapiens)
compaiono nel
Vicino Oriente e
nell’Africa del nord
circa 90.000 anni
fa. Sono coeve agli
ultimi neandertaliani
(Homo sapiens
neandertalensis) di
cui progressivamente prendono il
posto. Più di 30.000
anni fa, l’evoluzione
e il successivo
apogeo delle
tecniche artistiche
testimoniano lo
sviluppo di un
pensiero di tipo
simbolico
Grotta di Lascaux (Dordogna, Francia), scoperta nel 1940
Lascaux, una
grotta-santuario
Meravigliosamente
conservata, ci offre
l’immagine perfetta e
rara di un santuario
organizzato e di
raffigurazioni
policrome monumentali pur all’interno di
una grotta di
modeste dimensioni.
Soggetti: felini e
bovidi, cervi, cavalli,
accompagnati da
segni non figura-tivi.
Il luogo è stato
frequentato, circa
17.000 anni fa, per
alcuni secoli. Aperta
al pubblico nel 1948,
fu chiusa nel 1963
per la proliferazione
di batteri e alghe
verdi nocive.
Sepoltura di un uomo di Neanderthal (circa 60.000 anni fa)
I primi esempi di preoccupazioni non più soltanto rivolte alle necessità
della vita quotidiana risalgono al Paleolitico medio.
Le prime sepolture sono neandertaliane.
Le tracce rituali indicano che da questo periodo in poi il morto può essere
oggetto di un trattamento particolare, ma resta difficile interpretare questi fatti in
modo coerente. Tuttavia essi sono testimonianza di un sentimento alimentato
dalla convinzione che i defunti continuino ad agire dopo la morte, rendendo
necessaria la presenza di utensili, di cibo e di oggetti non strumentali come fiori
o corna di animali. Questi dati, che non
bisogna interpretare con troppa
immaginazione, sono sufficienti a
rivelarci un universo intellettuale simile
al nostro, contrassegnato dalla
solidarietà umana.
Cro-Magnon raffinato
L’uomo della grotta del Cavillon
(Sungir, Russia). è acconciato con un
copricapo di conchiglie
Pensare l’aldilà
In Europa sono state rinvenute molte
decine di sepolture databili al
Paleolitico superiore. Il defunto è
sempre adagiato in una fossa, ora in
posizione supina, ora ripiegata;
talvolta la testa è protetta da pietre.
Spesso indossa i suoi ornamenti più
belli e accanto gli è stato collocato un
eccezionale arredo funerario.
Sepoltura di Sungir (Russia)
Migliaia di piccole perle arricchiscono il
vestito funerario
Coppe del Placard
Le calotte craniche, rinvenute durante la seconda metà del XIX secolo
dall’archeologo A. de Maret nella grotta del Placard a Vilhonneur (Charente,
Francia), hanno scatenato l’immaginazione.
Si trattava di trofei, di coppe per bere, o forse i loro sfortunati proprietari erano
stati vittime del festino di avidi antropofagi
Statuette femminili del
Paleolitico superiore
Sono tutte simili tra loro,
provengano esse dal Périgord
(Francia), dall’Italia e dall’Austria,
o dall’Est europeo. I tratti del
VOLTO non sono indicati. I seni, il
ventre, i fianchi e le natiche sono
esasperati, mentre gli avambracci
e i piedi spesso sono atrofizzati o
addirittura inesistenti. Il profilo di
queste statuette, viste di fronte o
di schiena, è quello di una
losanga.
Questa "Venere" proveniente da
Willendorf (Austria) misura 11 cm
ed è stata scolpita in pietra
calcarea; conserva qualche traccia
di colore rosso
Pech-Merle - I due cavalli di Pech-Merle (Lot, Francia), isolati su un
pannello lungo 4 m, sono stati dipinti con la tecnica dello stampino, usando le
mani come schermo (mascherino) e soffiando negli spazi liberi la pittura liquida.
Sono infatti accompagnati da impronte di mani in negativo, talvolta con i pollici
ripiegati di profilo. Questa tecnica è stata utilizzata anche a Lascaux.
Volto di Altamira
Questa figura umana - "maschera" o "fantasma" - è
stata eseguita su uno spigolo naturale della roccia
nella grotta di Altamira in Spagna
Venere di
Mezhiricÿ
(Ucraina)
Figura femminile molto
stilizzata, della fine del
Paleolitico
La signora col
cappuccio
Profilo maschili di
La Marche (Francia)
Signora col cappuccio
di Brassempouy
(Landes, Francia).
È il volto più antico
dell’umanità (20.000
anni), privo di bocca.
In quest’incisione
magdaleniana su pietra,
il profilo assume tratti
animaleschi nel
prolungamento del naso
e della bocca.
Dischetto
osseo (Mas d’Azil)
Le due facce incise con le
immagini di una vacca e di
un vitello.
Cavallo che
salta di
Bruniquel
L’atteggiamento del
cavallo, con le zampe
anteriori piegate
nell’atto di saltare, è
stato suggerito - come
per il "bisonte che si
lecca" - dalla forma
allungata del supporto
(corno di renna).
Particolare cura è stata
dedicata ai dettagli del
Cavallo di Vogelherd
Questo piccolo cavallo in avorio (lungo 5 cm) è stato rinvenuto, insieme ad altre sculture zoomorfe, nel sito di Vogelherd (bacino
superiore del Danubio, Germania del sud). Risale a 32.000 anni ed è
una delle più antiche sculture conosciute
Blocco scolpito di Roc de Sers
I solutreani hanno praticato in particolare la scultura
monumentale: ne è testimonianza questo blocco lungo 1,60 m, sul
quale sono raffigurati un cavallo e un bisonte, la cui testa è stata
sostituita con quella di un cinghiale
Gli uomini preistorici scelgono il loro habitat in funzione del terreno sul quale
desiderano insediarsi, il quale deve assicurare loro non solo riparo e calore ma
anche alimenti e acqua.
Si è talvolta erroneamente portati a credere che gli uomini preistorici, di norma,
scegliessero come loro dimore le grotte. In realtà dovevano essere più numerose le
abitazioni all’aperto (che però si sono conservate meno bene). Si costruivano capanne o
tende con i materiali più diversi, anche ossa di mammut.
Tipi di abitazione nel Paleolitico: roccia, in grotta,
all’aperto
Un’estate in riva alla Senna
Provenienti da un insediamento 40 chilometri più a nord e provvisti di una scorta di
lame in selce, i magdaleniani che si installarono a Pincevent.
Ricostruzione di un insediamento invernale
Situata sulla riva destra del Reno a Gonnersdorf (Germania),
l’abitazione è stata utilizzata a più riprese.
I magdaleniani, cacciatori di cavalli, renne e volpi, abitavano in una
grande tenda circolare. Tavolette
di scisto, con incise rappresentazioni di animali e uomini, coprivano il
pavimento. All’interno di piccole buche sono state ritrovate alcune
statuette femminili stilizzate
Dall'altra parte dello stretto
Il livello del mare molto basso durante l'ultima era glaciale permette agli
uomini di passare facilmente dall'Asia all'America. Quando il mare sale
di nuovo, il grande ponte di terra dello stretto di Bering viene sommerso.
A questo punto le tribù e le razze americane si sviluppano
indipendentementeDall'altra
da quelle
dell'Asia
parte dello stretto
Il livello del mare molto basso durante
l'ultima era glaciale permette agli uomini di
passare facilmente dall'Asia all'America.
Quando il mare sale di nuovo, il grande
ponte di terra dello stretto di Bering viene
sommerso. A questo punto le tribù e le
razze americane si sviluppano
indipendentemente da quelle dell'Asia
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