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di Franco Pasargiklian
supervisione iconografica: Luigi Rigo - foto Michele Lepre - Francesco Bonacossa - Franco Pasargiklian
Sabato pomeriggio
11 aprile
Sabato pomeriggio 11 aprile
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Nella grande palestra all’interno
della Scuola della Guardia di
Finanza sono posizionate le funzioni attivate dalla DiComaC, più le
postazioni riservate alla Regione Abruzzo, all’Anci e alle altre componenti del
servizio nazionale della protezione civile (legge 225/92). In un tavolo in fondo
a destra scorgo il prof. Bernardo De
Bernardinis, vice capo del Dipartimento
della Protezione civile nazionale, nominato per decreto capo responsabile
della DiComaC. L’attività è dovunque
frenetica, capisco subito che le informazioni necessarie per realizzare il mio
servizio dovrò procurarmele in qualche
modo da solo e con molta pazienza.
L’unica cosa che mi concedo in questo
momento è rivolgere un cenno di salu-
to alle persone che conosco nelle varie
postazioni, non certo proporre un’intervista! Per mia fortuna Bertolaso ha convocato per le 23.30, quando la situazione sarà logicamente più calma, un briefing, cui ho avuto il permesso di assistere, con i responsabili dei 7 Com e i rappresentanti delle varie forze in campo
nazionali e locali. Sarà questa l’occasione per conoscere lo stato dell’arte dell’emergenza in corso e stabilire di conseguenza come muovermi nei giorni
successivi. Trovo una sedia libera nella
postazione dell’Abruzzo, dove incontro
alcuni funzionari e dirigenti con i quali
ho condiviso le belle giornate del
nostro campionato di sci a Roccaraso.
Lavorano con le loro magliette del
Servizio regionale di protezione civile,
ma sono tutti sfollati come i loro concittadini di L’Aquila: Altero ha sistemato la
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Nella DiComaC. Funzioni e
postazioni. Nella foto in alto,
Fabrizio Curcio, direttore
dell’Ufficio Emergenze del
Dipartimento della protezione
civile nazionale, Pasquale
Squeo e Marco Agnoloni
del medesimo Dipartimento.
In basso la postazione abruzzese
famiglia a Roseto e dorme in una tenda
davanti alla Sala operativa regionale,
situata in una struttura non compromessa dal sisma, poco distante dalla
DiComaC. Fuma più sigarette del solito.
Carla, il marito e la figlioletta di 7 anni
devono forse la loro incolumità alla
sponda del letto che ha impedito ad un
grosso e massiccio armadio di legno di
continuare la corsa schiacciandoli, mentre calcinacci e mattoni rovinavano nella
stanza. Ora alloggiano in una roulotte,
dopo aver fatto la fila come
tutti gli altri concittadini per
procurarsi delle coperte.
Giampiero e Francesco sono
‘miracolati’: a Giampiero è
crollata la casa, ma non la stanza da letto dove si trovava e Francesco,
per sua grandissima fortuna, era di
turno in sala operativa alle 3.32 di quel
6 aprile, quando la sua abitazione si è
sbriciolata. Entrambi dormono in tenda
con Altero. Antonella, accompagnata
dai Vigili del fuoco, è andata a recuperare a casa sua, nel centro di L’Aquila, gioielli e contanti che aveva nel comodino.
Ha chiesto un permesso di un giorno
per andare a Pescara a comprarsi qualche indumento. Sabatino fatica a tenere
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Altero Leone, Antonella
De Felice, Sabatino
Belmaggio, di spalle,
con Daniela Stati,
assessore alla Protezione
civile della Regione
Abruzzo
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le palpebre aperte...Daniela Stati, l’assessore regionale alla protezione civile,
che avevo conosciuto così vivace e solare in quel di Roccaraso, è pallida,
distrutta, ma riesce a trovare la forza di
stare accanto al presidente della Sicilia,
Raffaele Lombardo che con De
Bernardinis e il direttore della Protezione civile regionale Salvo Cocina è
in visita alla DiComaC, prima di andare
nel campo gestito dalla sua regione a
circa 20 km da L’Aquila. E nella foto che
scatto Daniela riesce ad accennare un
sorriso.
Un giornalista del più importante quotidiano nazionale ha scritto che la
risposta all’emergenza della protezione
civile regionale abruzzese è debole...
non desidero fare
Il Prof. Bernardo
commenti in proDe Bernardinis, capo
posito, nemmeno
responsabile della DiComaC
riceve Raffaele Lombardo,
su talk show telepresidente della Regione
visivi di superstar
Siciliana e il suo direttore Salvo
dell’informazione
Cocina
che ho avuto la
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Briefing degli psicologi
coordinati da Fabio Sbattella
della Cattolica di Milano
sfortuna di vedere prima di partire per
l’Abruzzo, se non dire, forse più con
tristezza che con rabbia: “Che schifo!”.
In attesa del driefing delle 23.30, incontro Fabio Sbattella, psicologo dell’Associazione Psicologi per i Popoli e docente dell’Università Cattolica di Milano. E’
il coordinatore operativo di circa 60 psicologi di varie organizzazioni che al
momento stanno operando nei luoghi
colpiti dal sisma. Una parte di questi è
giunta direttamente con le Colonne
mobili delle regioni d’appartenenza.
Sbattella garantisce per almeno un
mese la presenza operativa in loco di
colleghi professionalmente competenti
in psicologia dell’emergenza, in quanto
è fondamentale assicurare continuità al
lavoro svolto fin dai primi giorni. Nei
primi giorni dell’emergenza il lavoro di
questo team si è sviluppato principalmente su quattro aspetti: ‘La cattiva
notizia’ - la presa d’atto diretta, ovvero il
riconoscimento delle salme nella camera mortuaria, dove infatti 12 o 14 psicologi sono stati sempre presenti per
sostenere i parenti in questi momenti di
assoluto tormento; debriefing con i soccorritori che hanno operato sulle macerie e a diretto contatto con morti e
sopravvissuti; presenza di 35 operatori
durante i solenni funerali di Stato - una
presenza non impositiva, ma partecipativa che è stata gradita dalle famiglie -;
sostegno psicologico nei campi con
diversi interventi di detensione in concomitanze delle scosse; in alcuni campi
sono stati istituiti all’interno d’una
tenda dei ‘Centri di ascolto’ (ricordo
che ancora dopo una settimana dal
sisma distruttivo del 6 aprile, si contavano fino a 130 scosse giornaliere, di cui
molte con punte superiori ai 3 gradi
della Scala Richter e che una in particolare, quella di mercoledì 15, ha toccato
il 4.9).
E’ il momento del briefing delle 23.30,
indetto da Bertolaso. Mi dirigo verso la
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sala riunioni della Scuola della GdF,
situata in un’altra ala della caserma. A
capo tavola, naturalmente, siedono
Guido Bertolaso e Bernardo De
Bernardinis, accanto il sindaco di
L’Aquila Massimo Cialente, il presidente
della Regione Abruzzo, Giovanni Chiodi
i direttori generali del Dipartimento
Mauro Dolce, Fabrizio Curcio, Agostino
Miozzo e i referenti che ho citato più
sopra.
Prima di passare la parola ai capi Com,
Bertolaso denuncia varie criticità di cui
Sabato 11 aprile,
ore 23.30.
Vertice di Guido
Bertolaso con i 7 capi
Com e i rappresentanti
delle istituzioni locali e
nazionali
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si deve trovare soluzione il più rapidamente possibile, quali, ad esempio, un
campo a quota 1.000 metri ancora privo
di elettricità, un altro con 10 disabili tra
gli sfollati, privi di assistenza specifica.
Da qui l’invito ai responsabili dei 7 Com
di conoscere numeri e tipi di disabilità
dei vari campi di loro competenza, per
organizzare un’assistenza mirata e professionale. Curcio propone una riunione quotidiana a fine giornata per coordinarsi sulle linee generali d’azione.
Aggiunge che ad oggi la situazione dei
bagni chimici nei campi è buona, mentre ancora in altri vi sono problemi di
allacci per i moduli doccia che devono,
inoltre essere incrementate a tre moduli per campo. Annuncia che Telecom sta
dotando i campi di ponti Internet e conclude il suo intervento dicendo che
nonostante Pasqua e Pasquetta, tra
domenica e lunedì i problemi di docce
ed elettricità nei campi saranno in parte
risolti.
Antonio Dusi in rappresentanza del
Cnvvf dichiara che sono chiuse le ope-
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Domenica di Pasqua, 12 aprile.
Onna, paese simbolo
del terremoto abruzzese:
40 morti su 350 abitanti.
Il campo è gestito da volontari
della Colonna Mobile del Lazio
in collaborazione con tecnici
della Provincia di Roma.
Capo campo Franco Albanesi
della FVRS
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razioni di ricerca dei sopravvissuti e
delle vittime; alla DiComaC sono giunti
100 funzionari ingegneri Vvf da tutti i
comandi d’Italia per incrementare le
squadre di tecnici che devono certificare il grado di agibilità dei fabbricati delle
aree colpite dal sisma; 210 unità sono
impiegate per il recupero degli effetti
personali dei cittadini nelle case inagibili e si stanno già effettuando alcuni
interventi a difesa dei beni culturali
architettonici di L’Aquila. Il Prof. Mauro
Dolce aggiunge, a proposito delle verifiche tecniche degli stabili, che altre
squadre d’ingegneri di comuni, province, regioni e anche di università si stanno coordinando in perfetta sinergia con
i vigili del fuoco per fare i sopralluoghi...mai successo prima (applauso di
tutti i partecipanti al briefing)! Il Prof.
Dolce conclude il suo intervento dicendo che su 1.100 verifiche effettuate nei
primi tre giorni il 70% degli abitati sono
risultati agibili o agibili con provvedimenti.
La parola va poi ai sette capi Com, di cui
riassumerò solo qualche nota particolare, perché molte problematiche dei
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Ospedale da campo della Regione
Marche. Visita del presidente della
Camera Gianfranco Fini, accompagnato
dal governatore Gian Mario Spacca,
da Roberto Oreficini, responsabile
regionale della Protezione civile,
da Agostino Miozzo, direttore Ufficio
Volontariato, Relazioni istituzionali
e internazionali del Dipartimento,
dal capo Campo Susanna Balducci
e dal responsabile sanitario Marco
Esposito dell’ARES
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Com si rivelano simili tra loro. Il Com 1
è quello che gestisce il campo forse più
difficile, quello situato in pieno centro
città, in Piazza d’Armi che ha accolto
punte di 2.500 sfollati, stabilizzandosi,
poi a 1.500 ospiti. C’è una cucina da
campo, piccola, che prepara solo colazioni per il mattino. Cena e pranzo sono
fornite con un servizio di catering
(costoso) per circa 2.000 pasti, problema che Bertolaso invita a risolvere in
tempi brevi e che sarà risolto di lì a
pochi giorni quando l’Emilia Romagna
avrà assunto il controllo del campo,
portando le cucine da campo dell’Ana e
del Coordinamento provinciale di
Parma.
Come dicevo sopra, tutti i Com hanno,
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chi più chi meno, problemi analoghi:
alcuni campi non hanno ancora l’elettricità o per lo meno la certificazione dell’elettrificazione del campo. E’ chiaro
che impianti con cavi elettrici che si
snodano per terra, magari in mezzo al
fango, non possono certo essere a
norma. Un gran lavoro in tal senso lo
stanno compiendo, naturalmente, i tecnici dell’Enel che ho visto all’opera in
diversi campi, ma anche volontari elettricisti giunti con le colonne mobili e in
modo particolare diverse squadre di
tecnici dell’Aem/A2A di Milano, della
Cea di Roma e dell’Azienda municipalizzata di Torino, che stanno operando per
conto di tutti i 7 Com. Il riscaldamento
delle tende è ancora da mettere a regime in diversi campi ed è questo un problema particolarmente urgente da risolvere, in quanto le previsioni meteo non
sono buone e alcune tendopoli si trovano ad oltre 800 metri d’altitudine. Sono
già stati risolti quasi dovunque i problemi legati all’alimentazione differenziata
per diabetici e celiaci in particolare
(persone allergiche ai glutinati, che non
avrei mai pensato fossero così numerose, ndr).
Sono moltissimi i campi che a pochi
giorni dal sisma sono riusciti ad offrire
un’assistenza mirata, con personale specializzato, ad anziani e portatori di handicap e un responsabile di Com ha pro-
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Domenica di Pasqua 12 aprile
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posto di spostare i Pma sotto utilizzati
laddove ci sia più bisogno di assistenza
sanitaria. A conclusione di questa breve
sintesi del briefing notturno, tutti hanno
concordemente constatato quanto sia
prezioso il lavoro degli psicologi che
nelle tendopoli più grandi hanno ‘Centri
d’ascolto’ fissi e nelle altre girano monitorando le situazioni, come già mi aveva
anticipato il Prof. Sbattella dell’Università
Cattolica di Milano.
L’orologio segna le 1.30: chi ha cenato è
a posto e chi non l’ha fatto, come i direttori generali del Dipartimento, dovrà
accontentarsi di qualche pezzo di cioc-
colato d’un uovo pasquale che giace
aperto sul tavolo di un ufficio adiacente,
dove Bertolaso ha convocato una
seconda riunione con i suoi più stretti
collaboratori.
Domenica di Pasqua
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Villa Sant’Angelo, il campo dell’Emilia Romagna.
Di buon’ora parto da Pescara,
dove sono alloggiato, per iniziare a visitare le aree d’accoglienza. Mi propongo, nella mia missione di
sei giorni, di visitare i campi principali
delle Colonne mobili regionali, attivate
dal Comitato operativo nazionale della
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La grande tensostruttura per la mensa
Protezione civile; le tendopoli gestite
dalle Associazioni nazionali, le cui
Colonne mobili sono state attivate direttamente dal Dipartimento e almeno un
campo dei Vigili del fuoco, riservando
ancora un po’ di tempo per altri incontri non prevedibili.
A metà mattina il presidente della
Camera, Gianfranco Fini visiterà l’ospedale da campo delle Marche, collocato
proprio di fronte al grande ospedale di
L’Aquila, reso quasi completamente inagibile dal sisma, per poi proseguire a
Villa Sant’Angelo, dove la sua nativa
Emilia Romagna gestisce il campo.
Decido di seguire anch’io questa scaletta, ma prima di arrivare in città mi fermo
nel campo di Onna, paese simbolo di
questa tragedia, gestito da un gruppo
di volontari giunti con la Colonna
mobile del Lazio.
Il primo volontario che incontro è una
donna, Debora della Fvrs (Federazione
Volontari Radio Soccorso) del Lazio,
che accompagna nella sua carozzella
un disabile in tenda. Mi porta dal capo
campo, Franco Albanesi che è anche il
presidente di quest’associazione.
Attivati immediatamente dal Servizio
regionale del Lazio sono arrivati sul
posto lunedì mattina con il supporto di
volontari della Cov di Vicovaro, di
Cantalupo Mandela, di personale e tecnici della provincia di Roma e di unità
cinofile, portando con loro anche un
geofono per coadiuvare la ricerca dei
dispersi sotto le macerie. Un battaglione di Carabinieri con militari della
Guardia di Finanza prestava già un
primo soccorso scavando a mani nude
tra le macerie. La situazione è apparsa
subito drammatica: i morti recuperati
in questa piccola frazione di L’Aquila
che conta 350 abitanti sono stati 40, tra
i quali anche il delegato comunale.
Privo, quindi, del supporto dei riferimenti istituzionali di Onna, Franco
Albanesi individuerà un’area sufficientemente lontana dal borgo e leggermente rialzata rispetto al terreno circostante, per montare la tendopoli che
ha accolto 285 persone, quasi tutti gli
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La visita del presidente della Camera
Gianfranco Fini al campo, accompagnato
dal direttore dell’Agenzia regionale
di Protezione civile, Demetrio Egidi
e dal sindaco di Villa Sant’Angelo.
Un anziano ospite del campo vuole
ringraziare pubblicamente
la Protezione civile per la qualità
dell’assistenza ricevuta
L’Ospedale da campo
delle Marche
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abitanti sopravvissuti al sisma a parte i
feriti gravi che sono stati portati in
ospedali fuori da L’Aquila. Una settantina di volontari ha montato il campo
con le tende dei Granatieri di Sardegna
e della provincia di Roma che aveva
portato anche coperte e sacchi a pelo
per coprire il fabbisogno del campo. La
sera stessa i volontari hanno attivato la
cucina da campo della Fvrs, capace di
500 pasti l’ora. Grazie ai tecnici della
provincia quello di Onna è stato sicuramente uno dei primi campi ad avere il
cablaggio elettrico certificato.
La struttura è stata montata proprio di
fronte all’Ospedale San Salvatore di
Coppito, a significare, si spera, solo una
sua temporanea sostituzione. Questo
ospedale da campo modulare è il più
moderno e attrezzato di cui la
Protezione civile italiana disponga ed ha
già un’importante storia: il suo ‘gemello’ fu donato dalla Regione al Pakistan,
dopo aver operato diversi mesi in seguito al devastante sisma dell’ottobre 2005;
sempre nello stesso anno le Marche
donarono alcuni moduli attrezzati dell’ospedale a Thailandia e Indonesia nell’ambito degli interventi italiani nel sud
est asiatico dopo lo Tsunami. In attesa
dell’arrivo del presidente Fini, riesco a
scambiare due parole con la responsabile del campo, Susanna Balducci, inge-
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gnere del Servizio regionale di
Protezione civile delle Marche: ”Al
momento ospitiamo 22 degenti più i
parenti di questi, per un totale di 40
posti letto. Dopo la primissima emergenza, stiamo ora strutturando i reparti
presenti all’ospedale: medicina interna,
oncologia, otorinolaringoiatria, ginecologia ecc. Siamo circa 200 persone tra
funzionari, volontari dell’Ares di cui 45
sono medici e infermieri, tra i quali il
presidente Marco Esposito, responsabile sanitario dell’ospedale campale oltre
a personale Anpas, Cri, Vigili del fuoco
volontari di Ancona, dell’Anc per la viabilità e volontari di altre organizzazioni
(che in seguito ho visto lavorare anche
in altri campi, ndr.). Marco Esposito
guida la visita del presidente Fini ai vari
reparti dell’ospedale da campo, accompagnato dal governatore Gian Mario
Spacca, dal responsabile della Protezione civile regionale Roberto Oreficini
e da Agostino Miozzo del Dipartimento,
e afferma pubblicamente che la soddisfazione maggiore è stata la leale collaborazione instauratasi con la Direzione
generale delle Asl e dell’Ospedale San
Salvatore. I medici di L’Aquila, infatti,
hanno potuto fin da subito ricominciare
il proprio lavoro in questo ospedale,
collaborando alla strutturazione dei
suoi reparti più urgenti.
Villa Sant’Angelo,
nel campo dell’Emilia
Romagna
Precedo l’arrivo del presidente Fini al
campo, avendo modo così di parlare
con il suo responsabile, ovvero il funzionario Antonio Monni e il referente del
volontariato presente nel campo, Lucio
Lodi, presidente del Coordinamento
provinciale di Ferrara. La Colonna mobile ha preso possesso dell’area già lune-
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Poggio Picenze, il campo della Regione
Campania. Capo campo il funzionario e
volontario, Pasquale Landinetti.
I volontari della famiglia Forlani
e la cucina da campo di Caserta.
Le roulottes per gli ospiti più anziani.
Volontari della Colonna mobile campana
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dì pomeriggio, montando subito le
tende per più di 300 sfollati. Il tempo
era assolutamente inclemente con pioggia, freddo e fango il che rendeva quasi
inagibile l’area del campo. Con la ghiaia
e un sistema di passerelle di materiale
plastico adagiato sul terreno si è subito
ovviato a questo inconveniente rendendo agibile l’accesso alle tende. Nella
stessa giornata sono stati resi operativi
bagni, impianti elettrici e la cucina da
campo di Rimini. Questo borgo ha
avuto parecchi morti: 17 persone su
una popolazione di 400 abitanti.
Quando, mercoledì sera, è stata avvertita un’ennesima botta violenta del 4.9
della Scala Richter che ha sollevato
un’enorme nuvola di polvere sui resti
delle abitazioni del borgo, situato a
poche centinaia di metri dalla tendopoli, molte persone sono state prese
dal panico. Chi s è sentito male, è stato
subito soccorso e assistito da personale Anpas, Cri e del 118. La stessa cucina da campo di Rimini, quella sera, si è
impegnata per 900 pasti, ospitando
cittadini in preda al panico, giunti da
altre frazioni confinanti con Villa
Sant’Angelo.
Nel campo sono state prese misure preventive contro eventuali invasioni d’insetti certificate dal 118 e nella Colonna
mobile giunta lunedì, composta da 170
unità vi erano anche veterinari, 6 psicologi e 14 tecnici per le prime valutazioni
di agibilità degli edifici del borgo. Con il
campo andato a regime il personale
necessario per la conduzione di questo
sarà di circa 50/60 unità con turnazione
settimanale, conclude Monni.
Poggio Picenze,
nel campo della Campania
1.060 abitanti, 5 vittime, 1.055 sfollati, il
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60% dell’abitato del centro storico distrutto. Sono questi i numeri con i quali il
Servizio regionale di Protezione civile
della Campania sta facendo i conti.
E’ il dottor Pasquale Landinetti il capo
campo, funzionario della regione e anche
volontario, che ebbi modo di conoscere e
stimare quando l’ingegner Calcara stava
cominciando a ‘edificare’, dal nulla, il
sistema regionale di Protezione civile.
Anche questo campo è nato lunedì con
l’arrivo della Colonna mobile composta
da 180 volontari e 12 ‘regionali’. Il campo
è a regime e anche con qualche cosa in
più, come vedremo più avanti: 130 tende,
un gran tendone mensa, un modulo cucina, una sala operativa mobile e una per la
logistica, una sala radio, elettricità e riscal-
damento e un Pma, arrivato martedì,
gestito da volontari della Cri. Fiori all’occhiello di questo campo sono le due
tende sociali: una adibita a chiesa, dove
riposano anche le reliquie di San Felice,
patrono di Poggio Picenze e l’altra diventata scuola dove insegnano maestre del
Comune. Nel campo vi sono sei anziani in
situazione critica, di cui uno con ossigeno
continuo, ma anche tantissimi bambini,
dei quali si prendono cura due volontarie
della Cri e una psicologa del paese. I bambini hanno a disposizione una grossa
tenda trasformata in ludoteca e una coloratissima struttura gonfiabile che sorge in
mezzo al campo con scivoli, scalette, tappeto elastico eccetera per la gioia degli
anziani che li osservano seduti fuori dalle
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Paganica, nel campo soccorritori
dei Vvf Volontari della Provincia
Autonoma di Trento e i NuVolA
nella loro cucina da campo
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loro tende. E’ incredibile come in questo
campo regni un’atmosfera allegra, nonostante la tragedia abbattutasi solo pochi
giorni prima, come ha avuto modo di
constatare lo stesso Chiodi, presidente
della regione Abruzzo, durante la sua visita alla tendopoli.
La sorpresa finale è stata l’incontro con
Patrizia Forlani, che gestisce la cucina da
campo dell’associazione SVG di Caserta,
nipote del grande Roberto, uno dei pionieri più illustri della Protezione civile italiana,
capostipite di una ‘dinastia’, tra i quali
ricordiamo il figlio Giuseppe, che dopo
essere stato per diversi anni responsabile
di Protezione civile presso la Prefettura di
Torino, ora è prefetto in una direzione centrale del Ministero dell’Interno.
Patrizia dice che si preparano in media
650 pasti di giorno e altrettanti di sera con
un picco raggiunto a Pasqua di circa 780
per turno, contemplando qualche portata
in stile Kebab per i diversi ospiti macedoni che abitano nel campo.
Prima di lasciare Poggio Picenze per raggiungere il campo dei trentini, Landinetti
mi consegna una dozzina di cassette di
mozzarelle fresche di Caserta, invitandomi a offrirle a colleghi e volontari, che
avrei incontrato nel mio giro odierno.
Cosa che con piacere ho fatto, riservandone anche un paio a fine giornata, ai funzionari abruzzesi che erano di turno nella
Sala operativa regionale.
Paganica, nel campo dei
soccorritori della provincia
autonoma di Trento
Come tutti sappiamo e abbiamo potuto verificare nelle maxi emergenze del
passato, il Trentino è una ‘macchina’ di
Protezione civile, di cui il nostro sistema non può prescindere.
Alle 10.00 di mattina di lunedì partì da
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Trento un elicottero con le prime unità
cinofile, responsabili della logistica e
del Servizio antincendio e Protezione
civile, tra i quali un direttore, Silvio
Zanetti. Un secondo elicottero si
aggiunse con un’equipe medica. La
Colonna Mobile provinciale composta
da 30 Vvf permanenti, 120 Vvf volontari, 10 NuVolA, 5 Cri, 5 guardie forestali
e 10 dipendenti del dipartimento
Protezione civile della PAT, tra i quali
un altro direttore, Gianfranco Cesarini
Sforza è partita un’ora dopo.
A Paganica lunedì sera viene montato il
primo campo per i soccorritori in
un’area individuata dal nucleo esploratori, giunto in elicottero la mattina.
Mercoledì i campi a regime diventano
3: il primo, appunto, per i soccorritori
con circa 200 posti letto nelle tende e
ampliato martedì per dare ospitalità
anche a 30 abitanti della località di
Filetto, il secondo per 500 sfollati in 50
tende riscaldate e il terzo per ospitare
un gran tendone mensa e la cucina da
campo gestita dai Nu.Vol.A per un totale di 4.000 pasti giornalieri.
A questo contingente si sono aggiunti
il giorno successivo 20 ingegneri
dell’Ordine di Trento e dell’Università, convenzionati col Dipartimento
provinciale di Protezione civile assieme a 3 geologi per le prime verifiche
di agibilità degli edifici e una squadra
di psicologi.
Da Paganica raggiungo la DiComaC,
dove incontro il ‘mio’ sindaco Letizia
Moratti, accompagnata dal giovane dirigente della Protezione civile di Milano,
Cerri, mentre con Agostino Miozzo, nei
panni di ‘Cicerone’, visita le varie funzioni che la compongono.
Nella zona riservata ai funzionari della
regione Abruzzo, incontro il comandante Nicola de Feo, titolare della società
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Nella sala operativa della Regione
Abruzzo e un elicottero della Elisem
parcheggiato nel prato antistante
elicotteristica Elisem, con cui la regione ha stipulato da qualche tempo una
convenzione di protezione civile a
tutto campo: dall’Aib, al soccorso, al
trasporto di materiali, mezzi e persone.
Mi accompagna a visitare la Sala ope-
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rativa dell’Abruzzo; qui, nel prato
adiacente l’edificio staziona uno dei
suoi elicotteri.
Davanti a un computer incontro
Francesco, il funzionario che, come ho
detto più sopra, deve la sua vita al fatto
di trovarsi di turno in Sala operativa
proprio mentre la sua abitazione crollava rovinosamente alle 3.32.
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Sabato pomeriggio 11 aprile - La Protezione Civile Italiana