Schede botaniche delle principali specie arbustive ed arboree planiziari
“presenti nella pianura padana” ( BOSCHI DI PIANURA )
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ACERO;
AILANTO;
BAGOLARO;
BIANCOSPINO;
CILIEGIO;
CORNIOLO;
FARNIA;
FRASSINO;
GELSO;
GLEDIZIA;
MELO;
NOCCIOLO
OLMO;
ORNIELLO;
PIOPPO;
PUNGITOPO;
ROBINIA;
ROVERELLA;
SAMBUCO.
INTRODUZIONE:
L'ambiente planiziario è quello che ha subito le più importanti modificazioni negli ultimi 10.000
anni, da quando cioè l'uomo ha cominciato a praticare l'agricoltura e ad allevare gli animali. Alla
fine dell'era glaciale infatti la Pianura Padana era ricoperta da una rigogliosa, immensa foresta di
latifoglie di farnie e carpini con frassini, tigli, olmi. Oggi di questa non rimangono che rari e piccoli
lembi superstiti: l'uomo-agricoltore, nel tempo, ha conquistato tutta la fertile pianura.
Al margine delle colture tuttavia possiamo trovare dei boschi in miniatura: le siepi campestri. I
parchi che circondano ville antiche della pianura possono spesso conservare aspetti vegetazionali
dei boschi planiziari. A volte, la monotonia del paesaggio agrario planiziario è interrotta da isole
boschive, più o meno spontanee, che ricordano la vegetazione originaria di questi luoghi. La farnia
è la specie più rappresentativa delle foreste planiziarie. Un tempo l'esercizio della caccia e la
produzione legnosa hanno costituito un'importante fonte di sostentamento per le popolazioni
locali; oggi la "produttività" dei boschi planiziari è nel campo naturalistico e didattico.
Distribuzione dei boschi in Italia
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boschi dell'ambiente mediterraneo
boschi dell'ambiente planiziario e siepi campestri
boschi dell'ambiente fluviale
boschi dell'ambiente collinare
boschi dell'ambiente montano
boschi dell'ambiente alpino
Naturalmente, Il clima, nel suo insieme, è il principale fattore fisionomico e distributivo della vegetazione. Dal
momento che sono conosciuti i regimi termici e pluviometrici di una stazione è possibile classificare il clima della
stazione stessa. Infatti, nel corso del secolo scorso si è sviluppata una nuova scienza, la fitoclimatologia, finalizzata a
studiare le relazioni esistenti tra andamento delle temperature e dei regimi di precipitazione e distribuzione delle
fitocenosi. La fitoclimatologia ha avuto una grande importanza negli ultimi decenni, anche in relazione alla sempre
maggiore disponibilità di dati sperimentali, nonché, alla crescita e allo sviluppo delle discipline statistiche e
informatiche. Infatti, diverse classificazioni climatiche sono state messe a punto nel xx secolo: di particolare interesse
ecologico sono quelle fitoclimatiche, mediante le quali è possibile definire la possibilità di una determinata specie di
poter vivere in un dato clima. Le classificazioni fitoclimatiche sono state definite a partire dall’inizio del secolo scorso e
la più comunemente adottata è quella formulata dal Pavari (1916) che suddivide il clima italiano in fasce fitoclimatiche
sulla base della temperatura media annua, della temperatura media del mese più freddo e del mese più caldo, la
temperatura media dei massimi e dei minimi, le precipitazioni annue e quelle del periodo estivo, l’umidità atmosferica
relativa. Sulla base di questi parametri, il territorio italiano è suddiviso in 5 fasce fitoclimatiche, ciascuna associata al
nome di una specie vegetale rappresentativa: lauretum, castanetum, fagetum, picetum e alpinetum.
Mappa delle zone fitoclimatiche in Italia
Lauretum caldo
Fagetum
Lauretum freddo
Picetum
Castanetum
Alpinetum
ACERO CAMPESTRE: (Acer campestre)
CLASSIFICAZIONE BOTANICA
Dominio: Eukaryota;
Regno Plantae;
Divisione: Spermatophyta o Magnoliophyta;
Sottodivisione: Angiospermae;
Classe: Dicotyledones o Magnoliopsida;
Ordine: Sapindales
Famiglia: Aceracea
Genere: Acer ; Specie: Acer campestre.
Le foglie dell'Acero campestre sono più piccole rispetto a quelle degli altri aceri (3-8 cm), a tre lobi principali. Il nome
specifico deriva dal fatto che è spesso coltivato nei campi, in particolare come albero tutore della vite e nelle
formazione di siepi. E' un albero caducifoglie, alto non più di 15 m e non molto longevo. E' una specie che preferisce
le esposizioni soleggiate e si adatta a vivere anche su terreni argillosi. L'areale di diffusione è vasto e comprende quasi
tutta l'Europa centro-meridionale. L'acero campestre è una pianta mellifera. Le sue foglie vengono utilizzate come
foraggio. Il legno è chiaro, duro e pesante e tende a deformarsi: viene quindi usato solo per la fabbricazione di piccoli
oggetti. Essendo un albero di modeste dimensioni e sopportando bene il taglio, è stato ampiamente utilizzato come
tutore per la vite. È inoltre un ottimo combustibile, un tempo particolarmente diffuso in pianura padana. Attualmente
trova impiego come albero ornamentale e da siepe, per via della sua efficacia nel consolidamento dei terreni franosi.
AILANTO: ( Ailanthus altissima - ALBERO DEL PARADISO )
CLASSIFICAZIONE BOTANICA
Dominio: Eukaryota;
Regno Plantae;
Divisione: Spermatophyta o Magnoliophyta;
Sottodivisione: Angiospermae;
Classe: Dicotyledones o Magnoliopsida;
Ordine: Sapindales
Famiglia: Simaroubaceae
Genere: Ailanthus ; Specie: Ailanthus altissima.
Le foglie dell’ailanto sono composte, imparipennate, costituite da 6-15 paia di foglioline con la base dentata. I fiori
sono riunite in infiorescenze unisessuali di 15-20 cm la cui epoca di fioritura si svolge tra maggio e giugno. Frutti:
samare lanceolate, bruno rossastre, persistenti in inverno sulla pianta. Portamento: altezza sino a 20 m. L'ailanto,
originario della Cina, si è diffuso e naturalizzato in tutta l'Europa centro-meridionale fin dal 1700. E' specie frugale,
resistente, adattabile a qualsiasi tipo di terreno, purché al riparo da forte vento, a cui è sensibile per la fragilità del
tronco e dei rami; s'incontra frequentemente in tutti gli incolti, lungo i torrenti, in terreni di aree marginali e nelle
boscaglie, dove spesso si comporta da infestante. Si moltiplica abbondantemente ( tanto da essere considerato un
infestante) per semi e rigetti basali: ha rapidissimo accrescimento, ma non è molto longevo. La pianta ha legno
tenero, usato soprattutto nell'industria cartaria per la cellulosa di buona qualità, mentre l'uso come pianta
ornamentale è limitatissimo per l'odore sgradevole delle foglie.
Bagolaro, spaccasassi ( Celtis australis L. )
CLASSIFICAZIONE BOTANICA
Dominio: Eukaryota;
Regno Plantae;
Divisione: Spermatophyta o Magnoliophyta;
Sottodivisione: Angiospermae;
Classe: Dicotyledones o Magnoliopsida;
Ordine: Urticales
Famiglia: Ulmaceae
Genere: Celtis ; Specie: Celtis australis.
Le foglie sono decidue, con inserzione alterna, lanceolate, apice appuntito e base asimmetrica (tipica della famiglia).
Margine seghettato. Fiori: ermafroditi o unisessuali (maschili) di piccole dimensioni, lungamente peduncolati,
giallastri, solitari o in gruppi, fioritura in aprile/maggio contemporaneamente all' inizio della fogliazione. I frutti sono
delle drupe peduncolate, nere a maturazione. Portamento: altezza sino a 25 m. Il bagolaro ha areale che comprende
tutta l'Europa mediterranea. E' spesso coltivato come pianta ornamentale, nonché, nelle alberature stradali, grazie
anche al suo rapido accrescimento. Specie eliofila, frugalissima, vive in ambienti aridi ,su terreni calcarei, sassosi, dove
l'apparato radicale, robusto e assai sviluppato, penetra nelle fessure delle rocce favorendone lo sgretolamento: da ciò
deriva un altro nome volgare, molto usato, "spaccasassi".
BIANCOSPINO: Crataegus monogyna
CLASSIFICAZIONE BOTANICA
Dominio: Eukaryota;
Regno Plantae;
Divisione: Spermatophyta o Magnoliophyta;
Sottodivisione: Angiospermae;
Classe: Dicotyledones o Magnoliopsida;
Ordine: Rosales
Famiglia: Rosaceae
Genere: Crataegus; Specie: Crataegus monogyna.
Il biancospino comune è un arbusto o un piccolo albero molto ramificato e dotato di spine, appartenente alla famiglia
delle Rosacea. La pianta può raggiungere altezze comprese tra i 50 centimetri ed i 6 metri. Il fusto è ricoperto da una
corteccia compatta e di colore grigio. I rami giovani sono dotati di spine che si sviluppano alla base dei rametti brevi.
Le foglie sono caduche, alterne e di forma molto variabile; con lamina ovoidale a lobi acuti (da 3 a 7) e base tronca o
cuneata; il margine fogliare è dentellato solo all'apice; la pagina inferiore è più chiara;
sono lunghe 2-4 centimetri, dotate di picciolo, di forma romboidale ed incise profondamente. L'apice dei lobi è
dentellato. I fiori sono raggruppati in corimbi, che ne contengono circa 5-25. I petali sono di colore bianco-rosato e
lunghi 5 o 6 millimetri. I frutti sono ovali, rossi a maturazione e con un nocciolo che contiene il seme. La fioritura
avviene tipicamente tra aprile e maggio, mentre i frutti maturano fra novembre e dicembre. I frutti del biancospino
sono edibili, ma solitamente non vengono mangiati freschi, bensì lavorati per ottenere marmellate, gelatine o
sciroppi. La pianta è distribuita in Europa, Nord Africa, Asia e America. Il suo habitat naturale è rappresentato dalle
aree di boscaglia e tra i cespugli, in terreni prevalentemente calcarei. Vegeta a quote comprese tra 0 e 1.500 metri. I
frutti vengono impiegati a scopo alimentare; le foglie ed i fiori sono utilizzate a scopo medicinale per le loro proprietà
antispasmodiche, cardioattive ed ipotensive.
CILIEGIO: Prunus avium L.
CLASSIFICAZIONE BOTANICA
Dominio: Eukaryota;
Regno Plantae;
Divisione: Spermatophyta o Magnoliophyta;
Sottodivisione: Angiospermae;
Classe: Dicotyledones o Magnoliopsida;
Ordine: Rosales
Famiglia: Rosaceae
Genere: Prunus; Specie: Prunus avium.
La pianta di ciliegio presenta foglie caduche o decidue, ovato-acuminate, alterne, provviste di 2 caratteristiche
ghiandole rosse nel punto di inserzione della lamina; i fiori sono bianchi riunite in ombrelle: la fioritura avviene a
seconda delle condizioni pedoclimatiche in aprile-maggio. Frutti: drupe globose, rosse. Portamento: altezza sino a 20
metri. Il ciliegio è una pianta molto rustica, diffusa allo stato selvatico praticamente ovunque ed è coltivata per le
diverse varietà del frutto e per il legname pregiato dal tipico colore rossastro. Esistono anche varietà ornamentali
derivate da incroci o selezioni con le specie Prunus, coltivate per l' abbondante fioritura.
CORNIOLO: Cornus mas L.
CLASSIFICAZIONE BOTANICA
Dominio: Eukaryota;
Regno Plantae;
Divisione: Spermatophyta o Magnoliophyta;
Sottodivisione: Angiospermae;
Classe: Dicotyledones o Magnoliopsida;
Ordine: Cornales
Famiglia: Cornaceae
Genere: Cornus; Specie: Cornus mas L.
Il corniolo è un arbusto o piccolo albero alto fino a 5 m, appartenente alla famiglia delle Cornacea, con foglie semplici
ovate ed opposte, ricoperte parzialmente da peluria su entrambe le pagine con un picciolo breve (5-10 mm); la forma
è arrotondata, integra e un po' ondulata ai margini, acuminata all'apice. È di colore verde, più chiaro di sotto. Presenta
una nervatura al centro e 3-4 paia di nervature secondarie. I fiori sono ermafroditi, cioè che hanno organi per la
riproduzione sia maschili sia femminili, di colore giallo, si presentano in forma di ombrelle semplici e brevi: la fioritura
in Italia va da marzo ad aprile. Il frutto del corniolo è una drupa, sia di un bel colore rosso corallo che anche giallo,
assomiglia a piccole ciliegie oblunghe ( forma di un uovo allungato ). I rami sono di colore rosso-bruno e rametti brevi,
la corteccia è screpolata. Il corniolo, specie propria dell'Europa centro-orientale sino al Caucaso e all'Asia minore, in
Italia si trova in tutta la penisola ma è più frequente nelle regioni settentrionali. È una specie che predilige i terreni
calcarei, e vive in piccoli gruppi nelle radure dei boschi di latifoglie, tra gli arbusti e nelle siepi del piano sino a 1300 –
1530 m; spesso è coltivata anche come specie ornamentale e per i suoi frutti commestibili.
Farnia: Quercus robur.
CLASSIFICAZIONE BOTANICA
Dominio: Eukaryota;
Regno Plantae;
Divisione: Spermatophyta o Magnoliophyta;
Sottodivisione: Angiospermae;
Classe: Dicotyledones o Magnoliopsida;
Ordine: Fagales;
Famiglia: Fagaceae;
Genere: Quercus; Specie: Quercus robur.
La farnia è un albero a foglie decidue appartenente alla famiglia delle Fagacee. Essa è la specie tipo attraverso cui il
genere Quercus è definito. È la quercia più diffusa in Europa, e il suo areale è alquanto vasto. La farnia è un albero dal
portamento maestoso ed elegante, con una chioma espansa, molto ampia e di forma globosa ed irregolare. Le foglie,
lunghe dai 7 ai 14 cm, sono decidue, alterne, subsessili ( cioè, con picciolo molto breve ), glabre, di forma obovata con
margini lobati: da 4 a 7 lobi per lato, e due vistose orecchiette alla base della foglia. La pagina superiore è di colore
verde scuro, quella inferiore mostra un riflesso bluastro. Essendo una pianta monoica, ogni esemplare porta fiori di
entrambi i sessi, molto simili a quelli delle altre querce. I fiori maschili si presentano in amenti filiformi di colore
giallognolo; quelli femminili sono da 1 a 3 su un lungo peduncolo. La fioritura avviene nel periodo di aprile-maggio. I
frutti sono acheni, più precisamente ghiande. Esse sono lunghe fino a 4 cm, di forma ovale-allungata, con cupola
ruvida e ricoperta di squame romboidali che le ricopre per circa un quarto. Il colore va dal verde chiaro al marrone con
il procedere della maturazione. Crescono singolarmente o a gruppi di fino 4 ghiande su lunghi gambi (da 3 a 7 cm).
Maturano l'autunno seguente alla fioritura. Questa pianta è caratterizzata da notevoli dimensioni ( raggiunge
un'altezza che va dai 25 ai 40 m), crescita lenta e da rinomata longevità: se lasciata crescere in autonomia può vivere
sino a qualche secolo, mentre con interventi di potatura o di taglio alla base del fusto la vita può estendersi in maniera
rilevante. Nel Parco del Delta del Po Veneto, in provincia di Rovigo, c'è la Quercia di San Basilio, una farnia di oltre 500
anni di età, una delle ultime testimoni dell'antico bosco che ricopriva la Pianura Padana.
Frassino: Fraxinus excelsior.
CLASSIFICAZIONE BOTANICA
Dominio: Eukaryota;
Regno Plantae;
Divisione: Spermatophyta o Magnoliophyta;
Sottodivisione: Angiospermae;
Classe: Dicotyledones o Magnoliopsida;
Ordine: Scrophulariales;
Famiglia: Oleaceae;
Genere: Fraxinus; Specie: Fraxinus excelsior.
È un albero di notevoli dimensioni fino a 40 m di altezza, lo si trova in tutta la penisola italiana, meno sporadicamente
nell'Appennino centro settentrionale, dove prospera nelle zone fitoclimatiche del Castanetum, del Fagetum e più
raramente del Lauretum; ha il tronco dritto e cilindrico con corteccia dapprima liscia e olivastra, successivamente
grigio-brunastra e screpolata longitudinalmente; ha grandi foglie caduche composte imparipennate formate da 4-7
paia di foglioline sessili opposte e minutamente seghettate di colore verde cupo e lucente sulla pagina superiore più
chiare su quella inferiore; i fiori, ermafroditi, sono riuniti in infiorescenze ascellari a pannocchia e sono piccoli, di
colore verdastro e compaiono prima delle foglie; sono privi di calice e di corolla con stami brevissimi sormontati da
un'antera globosa di colore porpora scuro; i frutti sono samare bislunghe a forma variabile con base arrotondata o
troncata, con un unico seme, riunite in grappoli pendenti. Il Frassino maggiore è una specie interessante per
l'arboricoltura da legno, lucivaga mesofila ed esigente, richiede terreni fertili, umidi ricchi di humus e profondi, viene
governato a fustaia con turni di 70-80 anni e raramente a ceduo, si moltiplica facilmente con la semina o trapiantando
piantine di 2-4 anni; il nome proviene dal latino "phraxis" che significa siepe, in quanto queste piante venivano usate
per formare delle siepi o come piante di confine. Il genere comprende circa 70 specie arboree ed arbustive, per la
maggior parte appartenenti alle regioni temperate dell'emisfero boreale. In Italia il Frassino maggiore (Fraxinus
excelsior) è presente dal piano fino all'area montana.
GELSO: Morus nigra L.
CLASSIFICAZIONE BOTANICA
Dominio: Eukaryota;
Regno: Plantae;
Divisione: Spermatophyta o Magnoliophyta;
Sottodivisione: Angiospermae;
Classe: Dicotyledones o Magnoliopsida;
Ordine: Urticales;
Famiglia: Moraceae;
Genere: Morus; Specie: Morus nigra L.
Il gelso è una pianta originaria dell'Asia: diffusa, allo stato naturale, anche in Africa e in Nord-America. Comprende
alberi o arbusti di taglia media. Le foglie sono caduche, alterne, di forma ovale o a base cordata con margine dentato.
Il gelso nero (Morus nigra ) o moro nero è un albero alto fino a 8-15 m. È simile al Gelso bianco, ma si differenzia per
alcuni caratteri salienti: rispetto al Gelso bianco; infatti, il Gelso nero ha foglie più piccole e produce frutti neroviolacei e più saporiti; la foglia è pubescente nella pagina inferiore, ruvida nella pagina superiore, cuoriforme alla base,
ed il frutto è un sorosio costituito da piccole bacche carnose, che assumono a maturità un colore rosso-violaceo ed un
sapore dolce. Le foglie presentano il margine dentato. La chioma è caratterizzata da rami robusti e grossolani.
Nell'Europa meridionale veniva ampiamente coltivato per la produzione dei frutti. Oggi è maggiormente usato come
albero ornamentale. Il gelso bianco, invece è stato introdotto in Europa verso il XV secolo principalmente per la
bachicoltura ( assieme al gelso nero ). Nell' ottocento, quindi, in molte regioni italiane il gelso era diventato una
coltura fondamentale: tuttavia, la successiva decadenza dell'allevamento del baco da seta, non solo in Italia, ma
nell'intera Europa, ha portato anche alla quasi scomparsa di un interesse agricolo, almeno in tali parti del mondo.
Gleditsia (Spino di Giuda) - Gleditsia triacanthos.
CLASSIFICAZIONE BOTANICA
Dominio: Eukaryota;
Regno: Plantae;
Divisione: Spermatophyta o Magnoliophyta;
Sottodivisione: Angiospermae;
Classe: Dicotyledones o Magnoliopsida;
Ordine: Fabales;
Famiglia: Fabaceae;
Genere: Gleditsia; Specie: Gleditsia triacanthos.
Il genere Gleditsia comprende alberi della famiglia delle Leguminose o Fabacee, diffusi nelle regioni temperate e
subtropicali delle due Americhe e anche in parte dell'Asia e dell'Africa. La Gleditsia triacanthos (Spino di Giuda) è
presente anche in Italia, dove non è indigena, ma si è naturalizzata in alcune località. La maggior parte delle specie di
Gleditsia presentano vistose spine ramificate sul tronco. Infatti, il nome specifico (triacanthos) vuol dire "a tre spine",
e si riferisce alla tipica ramificazione delle spine. Il nome comune "Spino di Giuda", fa riferimento alla corona di spine,
usata durante la Passione di Gesù, secondo il racconto dei Vangeli. Portamento: la pianta è alta da 15 a 30 m. Le foglie,
caduche, pennato-composte, sono costituite da 15-30 piccole foglioline verdi, ovali. In tarda primavera compaiono
numerose infiorescenze di piccoli fiori bianco-verdastri poco appariscenti. Fruttifica in estate, producendo baccelli
lunghi 15-20 cm, inizialmente verdi con polpa pastosa e dolce, e, successivamente, a maturazione, semilegnosi, rossobrunastri, con all'interno numerosi semi scuri. Pianta a crescita rapida e relativamente longeva, (100-150 anni), si
adatta a molti ambienti e tollera il freddo, la salsedine e l'inquinamento: infatti, viene usata per alberature stradali in
località marittime. Grazie al rapido ritmo di crescita e alla tolleranza a cattive condizioni ambientali, viene utilmente
impiegata anche per piantumare aree verdi appena costituite (edilizia nuova, discariche, miniere abbandonate).
Melo selvatico: Malus sylvestris
CLASSIFICAZIONE BOTANICA
Dominio: Eukaryota;
Regno Plantae;
Divisione: Spermatophyta o Magnoliophyta;
Sottodivisione: Angiospermae;
Classe: Dicotyledones o Magnoliopsida;
Ordine: Rosales;
Famiglia: Rosaceae;
Genere: Malus; Specie: Malus sylvestris.
Il melo selvatico è un albero appartenente alla famiglia delle Rosaceae, alto fino a 10 metri, con chioma densa e
rotondeggiante; le foglie sono decidue, alterne, semplici, picciolate, ovate con apice acuto e base arrotondata, lunghe
3-4 cm, col bordo seghettato; la pagina inferiore presenta una certa pelosità o tomentosità che tende a scomparire
con l'avanzare della stagione. I fiori sono ermafroditi con una corolla di 5 petali, bianchi internamente o con macchie
rosa, esternamente macchiati di rosa o rosso; riuniti in infiorescenze con 3-7 fiori terminali ed erette; il peduncolo
fiorale è lungo 1-3 cm. Il frutto è un pomo globoso largo 2-4 cm, prima verde, poi più o meno arrossato. Giunge a
maturazione tra luglio e ottobre. Il torsolo (pericarpo) contiene alcuni semi neri e lisci. Il melo domestico (Malus
domestica), ottenuto per domesticazione del selvatico, si differenzia, oltre che per i frutti più grossi, succosi e dolci a
maturità, per le foglie, inferiormente tomentose anche in estate; inoltre i rami non sono spinescenti. È una pianta,
repetita juvant, che cresce prevalentemente in forma di arbusto o alberello, ma che in condizioni ottimali può anche
superare i 10 m di altezza.
Nocciolo: Corylus avellana
CLASSIFICAZIONE BOTANICA
Dominio: Eukaryota;
Regno Plantae;
Divisione: Spermatophyta o Magnoliophyta;
Sottodivisione: Angiospermae;
Classe: Dicotyledones o Magnoliopsida;
Ordine: Fagales;
Famiglia: Betulaceae;
Genere: Corylus; Specie: Corylus avellana.
Il nocciòlo è una pianta appartenente alla famiglia delle Betulaceae, con portamento a cespuglio o ad albero:
raggiunge l'altezza di 5-7 m. Ha foglie decidue, semplici, obovate a margine dentato. È una specie monoica dicline: le
infiorescenze sono unisessuali. Le maschili in amenti penduli che si formano in autunno, le femminili somigliano ad
una gemma di piccole dimensioni. Ogni cultivar di Nocciolo è autosterile ed ha bisogno di essere impollinata da
un'altra cultivar. Il frutto, detto nocciola, è avvolto da brattee da cui si libera a maturazione. Esso è commestibile ed è
ricco di un olio, usato sia nell'alimentazione che nell'industria dei colori e in profumeria. Il suo areale spazia dall'area
mediterranea a quella montana, spingendosi sino a quote intorno ai 1200 metri. Vengono coltivate numerose varietà
da frutto e ornamentali. Infatti, il nocciolo è pianta molto comune dalla zona mediterranea a quella montana, dove si
spinge, repetita juvant fino a circa 1200 - 1500 m. Partecipa alla costituzione di boschi misti di latifoglie, prestandosi
bene anche alla colonizzazione di suoli denudati e franosi. Molto frugale, si adatta a substrati diversi, pur preferendo
terreni calcarei, fertili, profondi. E' coltivato come pianta da frutto in numerose regioni; i frutti (nocciole) hanno seme
edule, ricco di olio. Il legno biancastro, di qualità mediocre e ridotte dimensioni è impiegato soprattutto per pali, botti,
o come combustibile per produrre carbone.
Olmo campestre: Ulmus minor
CLASSIFICAZIONE BOTANICA
Dominio: Eukaryota;
Regno Plantae;
Divisione: Spermatophyta o Magnoliophyta;
Sottodivisione: Angiospermae;
Classe: Dicotyledones o Magnoliopsida;
Ordine: Urticales;
Famiglia: Ulmaceae;
Genere: Ulmus; Specie: Ulmus minor.
L'Olmo campestre è un albero deciduo di media grandezza, potendo raggiungere altezze comprese tra i 20 e i 30 m.
Ha habitus deciduo: le foglie sono alterne, ovate, asimmetriche alla base e appuntite all'estremità, lunghe 6-8 cm (di
forma ellittica). Hanno margine dentellato e sono dotate di un breve picciolo. Inoltre, il colore delle foglie è verde, che
vira al giallo durante l'autunno, prima della caduta. La pagina inferiore è di colore grigio verde. I fiori sono piccoli,
ermafroditi e dotati di tepali verdastri. Gli stami sono 5 ed i carpelli 2, formanti un ovario supero. Il frutto è una
samara. La fioritura avviene prima dell'emissione delle foglie, nel periodo a cavallo di inverno e primavera compreso
tra i mesi di febbraio e marzo. Le radici sono molto estese e ramificate e si sviluppano in profondità. La specie è
diffusa in Europa continentale, Asia Mediterranea e America settentrionale. Il suo habitat naturale è rappresentato da
boschi e terreni incolti. Lo si ritrova anche lungo il greto di torrenti e ruscelli. Mostra una buona tolleranza al freddo ed
alla siccità. Vegeta ad altitudini comprese tra 0 e 1.200 metri. l'Olmo campestre si trova in Italia ormai soprattutto nei
filari ai bordi dei campi o nelle alberature stradali. Un tempo molto più frequente, è stato decimato negli ultimi
decenni da una grave malattia: la Grafiosi. Tuttavia, fornisce un legno di bell'aspetto, resistente e di lunga durata, per
questo ha molti impieghi. In passato il legno veniva particolarmente ricercato per lavori da carradore (mozzi e raggi di
ruote), mentre le foglie costituivano ottimo foraggio per il bestiame.
Orniello: Fraxinus ornus
CLASSIFICAZIONE BOTANICA
Dominio: Eukaryota;
Regno Plantae;
Divisione: Spermatophyta o Magnoliophyta;
Sottodivisione: Angiospermae;
Classe: Dicotyledones o Magnoliopsida;
Ordine: Scrophulariales;
Famiglia: Oleaceae;
Genere: Fraxinus; Specie Fraxinus ornus.
L'Orniello è un piccolo albero, molto diffuso in tutta Italia, dal piano fino all'area collinare. Ha foglie caduche
composte, imparipennate con foglioline picciolate formate da 7-9 foglioline, lanceolate a margine dentato,
maggiormente ovate. Le foglie dell'Orniello sono più corte e ovali di quelle del Frassino maggiore. I fiori: riuniti in
vistose infiorescenze, gradevolmente profumate, di colore biancastro a formare una pannocchia nella parte terminale
dei rami; la fioritura avviene ad aprile maggio. Il frutto è una samara appiattita, con un'ala lunga 3-4 cm, riunita a
grappolo , permane sulla pianta per tutto l' inverno Portamento: albero che raggiunge i 15-20 m di altezza. L' orniello
ha un areale esteso sino a 1100-1300 m di altitudine. S' incontra frequentemente nei boschi degli ambienti collinari e
montani; è specie poco esigente per quanto riguarda il terreno, adattandosi anche a rimboschimenti su terreni aridi,
sia calcarei che argillosi. L'orniello produce legno con caratteristiche simili a quelle dei frassino maggiore, ma di più
ridotte dimensioni ed è usato essenzialmente per paleria, manici di attrezzi e come combustibile. Oltre al legno,
importante prodotto dei frassini, soprattutto dell'orniello, è la manna; infatti, da incisioni praticate nel fusto di piante
che abbiano da sette a dodici anni di età, sgorga un liquido linfale che si rapprende rapidamente all'aria.
Pioppo nero: Populus nigra
CLASSIFICAZIONE BOTANICA
Dominio: Eukaryota;
Regno: Plantae;
Divisione: Spermatophyta o Magnoliophyita;
Sottodivisione: Angiospermae;
Classe: Dicotyledones o Magnoliopsida;
Ordine: Salicales;
Famiglia: Salicaceae;
Genere: Populus; Specie: Populus nigra.
Il nome specifico allude alla corteccia nerastra, differente da quella biancastra del Pioppo bianco. E' un albero
caducifoglie che può raggiungere le stesse dimensioni del Pioppo bianco (circa 30 m di altezza).
Anche nella diffusione presenta un areale molto simile al precedente. In Italia è molto coltivato nelle alberature
stradali, in parchi e giardini. Nella pianura Padana è spesso diffusa la varietà "Italica" (pioppo cipressino) dalla chioma
stretta e allungata. Predilige terreni freschi, profondi, e sciolti, ma si adatta anche a ghiaioni.
Il legno, tenero, è utilizzato per tavolame, imballaggi, fiammiferi e per la produzione di cellulosa nell'industria cartaria.
Il Pioppo nero si estende per tutta l'Europa meridionale, l'Asia occidentale, l'Africa settentrionale. Viene largamente
coltivato ovunque. Lo si trova dal piano fino a 1400 metri di altitudine; ovvero, lungo le rive dei corsi d'acqua, dove
forma boscaglie insieme ai salici e agli ontani su suoli permeabili periodicamente inondati. E’ un albero con chioma
ampia e formata da grossi rami. Le gemme sono grosse e acute. Le foglie sono grandi, alterne, caduche e semplici.
Esse hanno la base dritta o cuoriforme e sono piuttosto acuminate all’apice. La lamina si presenta di un colore verde
scuro di sopra, più chiaro nella pagine inferiore. Questo pioppo di rapido accrescimento, viene coltivato soprattutto
per scopi ornamentali.
Pungitopo: Ruscus aculeatus
CLASSIFICAZIONE BOTANICA
Dominio: Eukaryota;
Regno: Plantae;
Divisione: Spermatophyta o Magnoliophyita;
Sottodivisione: Angiospermae;
Classe: Liliopsida;
Ordine: Asparagales;
Famiglia: Ruscaceae;
Genere: Ruscus; Specie: Ruscus aculeatus.
Il Pungitopo è un basso arbusto sempreverde con tipiche bacche rosse, appartenente alla famiglia delle Ruscaceae,
comune nella macchia mediterranea, è una pianta cespugliosa sempreverde alta dai 30 agli 80 cm, provvisto di
cladodi, fusti trasformati che hanno assunto la funzione delle foglie, divenendo ovali, appiattiti e rigidi, con estremità
pungenti. Poco sopra la base dei cladodi, in primavera, si schiudono i minuscoli fiori verdastri, e quindi i frutti, che
maturano in inverno, e che sono vistose bacche scarlatte grosse come ciliegie. È specie indicatrice di mediterraneità,
costituendo una delle componenti del sottobosco delle pinete e delle leccete. Il pungitopo viene coltivato come pianta
ornamentale, soprattutto come decorazione durante le feste natalizie. Il nome fa riferimento al fatto che anticamente
veniva messo attorno alle provviste, per salvaguardarle dai topi.
Robinia pseudoacacia
CLASSIFICAZIONE BOTANICA
Dominio: Eukaryota;
Regno: Plantae;
Divisione: Spermatophyta o Magnoliophyita;
Sottodivisione: Angiospermae;
Classe: Magnoliopsida;
Ordine: Fabales;
Famiglia: Fabaceae;
Genere: Robinia; Specie: Robinia pseudoacacia.
La Robinia pseudoacacia è una pianta della famiglia delle Fabaceae, note anche come leguminosa. Il significato del
nome specifico deriva da "pseudo" (=falso) e Acacia, quindi "Falsa acacia. ".E' un albero caducifoglie, alto fino a 25 m,
originario del Nord America e introdotto in Europa dal 1601. In Italia si è naturalizzata diventando specie invadente,
grazie alla rapida crescita: ovvero, per la capacità di diffondersi facilmente e di adattarsi anche a terreni sassosi e
argillosi. Per queste sue caratteristiche e anche per il suo apparato radicale forte, ha spesso trovato impiego in campo
forestale per il consolidamento di scarpate franose e terreni sabbiosi. La Robinia è presente in tutta la penisola dal
piano fino ai 1000 m di altitudine. La pianta di Robinia ha portamento eretto con chioma irregolare, aperta. Le foglie
sono composte imparipennate, lunghe 15-20 cm, formate da 4-10 paia di foglioline lunghe 3-4 cm. I fiori, bianchi, a
grappoli profumati compaiono in maggio-luglio. Pianta con portamento arboreo o arbustivo ,alta fino a 25 metri;
spesso ceduata, con forte attività riproduttiva agamica: i polloni spuntano sia dal colletto sia dalle radici. Frutti a forma
di baccello prima verdi poi marroni lunghi circa 10 cm, deiscenti a maturità. Questa pianta in Europa è ormai
ampiamente naturalizzata ed è considerata una specie invasiva a causa della sua velocità di crescita, soprattutto se
repetita juvant, ceduata: i ricacci (polloni), che fuoriescono sia dalla ceppaia che dal suo esteso apparato radicale,
crescono molto velocemente e soffocano le piante di specie autoctone, soprattutto le querce, in quanto sono
caratterizzate da una crescita più lenta. La conseguenza è la formazione di boschi con una ridotta varietà di specie
arboree. Per ridurre la diffusione della robinia all'interno dei boschi nei quali si è insediata, è necessario lasciare
invecchiare le piante, in quanto la relativamente modesta longevità della specie determina un deperimento
relativamente precoce delle stesse piante. È da evitare il taglio dei polloni in quanto ciò non farebbe che rinvigorire le
piante.
Roverella: Quercus pubescens
CLASSIFICAZIONE BOTANICA
Dominio: Eukaryota;
Regno: Plantae;
Divisione: Spermatophyta o Magnoliophyita;
Sottodivisione: Angiospermae;
Classe: Magnoliopsida;
Ordine: Fagales;
Famiglia: Fagaceae;
Genere: Quercus; Specie: Quercus pubescens.
La Roverella è la specie di quercia più diffusa in Italia, tanto che in molte località è chiamata semplicemente quercia.
Appartiene alla famiglia delle Fagaceae. Resistente all'aridità, è facilmente riconoscibile d'inverno in quanto mantiene
le foglie secche attaccate ai rami, a differenza delle altre specie di querce. Il principale carattere diagnostico per
identificare la specie è quello di sentire al tatto le foglie o le gemme: sono ricoperte da una fine peluria che si può
facilmente apprezzare. Distribuita nel bacino del Mediterraneo e in tutta Italia, con esclusione delle zone più interne e
più elevate. Si trova principalmente nelle località più assolate, nei versanti esposti a sud ad un'altitudine compresa tra
il livello del mare e i 1000 m s.l.m. Portamento: la pianta non supera i 20 metri di altezza ed è molto pollonifera.
Presenta un fusto contorto, corto, con branche sinuose e rami sottili. Le foglie sono decidue, semplici, con lamina
ovoidale allungata, lobata a lobi arrotondati. Pianta monoica a fiori unisessuali; il frutto è una ghianda con pericarpo
ovoide, di colore bruno lucido a maturità. Il legno di Roverella è simile a quello di Farnia, anche se più irregolare e di
più difficile lavorazione. Viene usato per le traverse ferroviarie e come combustibile.
Sambuco nero: Sambucus nigra
CLASSIFICAZIONE BOTANICA
Dominio: Eukaryota;
Regno: Plantae;
Divisione: Spermatophyta o Magnoliophyita;
Sottodivisione: Angiospermae;
Classe: Magnoliopsida;
Ordine: Dipsacales;
Famiglia: Caprifoliaceae;
Genere: Sambucus; Specie: Sambucus nigra.
Il sambuco è una pianta angiosperma dicotiledone legnosa, diffusa in Italia soprattutto negli ambienti rurali, boschi
umidi e rive di corsi d'acqua. Infatti, il Sambuco è un piccolo albero caducifoglie ( arbusto, alto 4–6 m ) che predilige
terreni freschi e si trova spesso nei boschi di ripa, nelle siepi e tra le macerie di vecchie case; tuttavia, può arrivare ad
una altezza massima di 8-10 m. Fornisce un legno biancastro, tenero e di scarsa durata. E' coltivato anche come pianta
ornamentale. Le foglie del Sambuco sono composte da 5-7 foglioline ovali, di colore verde scuro: le foglie sono
imparipennate con margine dentato-seghettato; la forma delle foglioline è lanceolata con apice acuminato. I fiori sono
ermafroditi e portati in corimbi molto vistose, larghe 10–23 cm. Fiorisce tra aprile e giugno. I frutti sono delle bacche
nerastre, lucide. Il sambuco presenta proprietà medicinali-erboristiche riscontrabili nei frutti e nei fiori. Tutto il resto
della pianta, semi compresi, è velenoso poiché contiene il glicoside sambunigrina. La pianta, repetita juvant, viene
utilizzata anche a scopo ornamentale, mentre dal legno del tronco si ricava un legno duro e compatto, utilizzato come
combustibile; il legno dei giovani rami al contrario è tenero e fragile e non trova applicazioni pratiche.
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Schede botaniche - ITAS Cantoni Treviglio