Organigramma
1 – Organigramma
2 – Quale visione antropologica?
3 – Il quotidiano nella Scuola
dell’Infanzia
4 – Connotarsi salesianamente
5 – Mappa personale
6 – Sfogliando le “guide”
7 – Criteri di analisi
8 – Al di là delle “guide”
Quale visione
antropologica?
Una visione chiamata:
PERSONALISMO DIALOGICO
fondato sull’esistenzialismo
cristiano
Quale visione
antropologica?
Il personalismo rappresenta una
visione filosofico-antropologica
dell'uomo che sottolinea la sua
dignità quale figlio di Dio.
Quale visione
antropologica?
Il personalismo vede nel dinamismo
che caratterizza la persona un
essere chiamato alla
autorealizzazione abbracciando
liberamente i valori trascendentali
e duraturi.
Quale visione
antropologica?
Il personalismo tiene molto conto
della libertà personale: quella del
singolo e quella degli altri, e, di
conseguenza, ha una coscienza
vivissima della responsabilità
personale.
Quale visione
antropologica?
Il personalismo mantiene una viva
coscienza della dignità e dei
diritti della persona, che vanno
difesi contro qualsiasi tipo di
violazione.
Quale visione
antropologica?
Nell’ottica personalista, chi è
cosciente dei propri diritti ha pure
coscienza dei propri doveri.
Quale visione
antropologica?
Karol Wojtyla affermava: "La
persona si realizza nel modo più
compiuto mediante il dovere"
(Persona e Atto, Lib. Ed. Vaticana,
1982, p. 194).
Quale visione
antropologica?
La visione personalista rende
coscienti della dignità e dei diritti
degli altri non meno che dei
propri.
Quale visione
antropologica?
Ci vive nella visione antropologica
del personalismo si comporta con
rispetto verso gli altri che vede
come fratelli e sorelle in Cristo,
perché figli e figlie dello stesso
Padre che è nei cieli (riassunto
egregiamente nel Padre Nostro).
Quale visione
antropologica?
Il personalismo vede il compimento
dei doveri verso gli altri come
mezzo di sviluppo personale e di
autorealizzazione.
Quale visione
antropologica?
L’idea forte ed essenziale del
personalismo è l’idea di autodonazione. La Gaudium et Spes
(n.24) afferma: “l'uomo non può
ritrovarsi pienamente se non
attraverso un dono sincero di sé.”
Quale visione
antropologica?
La natura umana possiede un
“carattere essenzialmente
relazionale”. Il bambino che
cresce si arricchisce per mezzo
della relazione con gli altri;
l'alternativa è l'isolamento e
l'alienazione umana.
Quale visione
antropologica?
La consapevolezza dei valori
presenti negli altri è la base per la
costruzione della comunità.
Quale visione
antropologica?
La partecipazione personalista
nella comunità non significa
adattarsi per interesse, ma si
fonda sulla coscienza della dignità
e dei diritti di tutti.
Quale visione
antropologica?
Il personalismo cristiano è
orientato verso la comunità per
via della comunione di ogni fedele
con Cristo.
Quale visione
antropologica?
Di conseguenza ci si auto-realizza
per estroversione e mai per
introversione.
Cerchiamo un centro, però questo
non è in noi stessi, bensì in Cristo;
e anche negli altri, lo cerchiamo
in Cristo.
Quale visione
antropologica?
Il personalismo cristiano propone
una vocazione fondamentale di
ciascuno alla comunione.
Quale visione
antropologica?
Lo sviluppo della vita personale in
comunione con Cristo richiede
una lotta costante contro
l'egocentrismo. Questa lotta porta
la persona ad essere più aperta
alla comunione con gli altri.
Quale visione
antropologica?
Per il personalismo, chi si dà, si
trova.
Quale visione
antropologica?
Attenzione che l'individualismo si
presenta come un tipo di
personalismo falso che sottolinea
i diritti, ma non i doveri.
Esige libertà, ma non accetta la
responsabilità di dover rispondere
delle proprie azioni.
Quale visione
antropologica?
Trasforma l'individuo in norma di
moralità mentre è la verità la
norma della moralità!
Quale visione
antropologica?
I giudizi dell’individualismo tendono
ad essere soggettivi.
L’individualismo promuove l'arbitrio
nella condotta, senza
preoccuparsi delle esigenze della
vita sociale.
Quale visione
antropologica?
Si preoccupa di se stesso, però non
degli altri, a meno che gli
interessi di questi coincidano con
i propri. Difende i diritti degli altri
soltanto quando può farlo senza
costo personale.
Quale visione
antropologica?
Mai difenderà un diritto altrui se ciò
implica un dovere personale.
L'individualismo tende ad essere
cieco o chiuso verso i valori che
esistono negli altri: le relazioni
con loro valgono nella misura in
cui servono se stessi.
Quale visione
antropologica?
Continuiamo a riflettere:
- Cosa è il “bene comune” per il
personalismo?
- Cosa è il “bene comune” per
l’individualismo?
- Attenzione al “collettivismo”: NON
è una soluzione all’individualismo
moderno!
Quale visione
antropologica?
Domanda: Ma cosa c’entra questo
con la nostra pratica quotidiana di
maestre della Scuola dell’Infanzia
e, soprattutto, cosa c’entra con la
SCELTA della guida didattica?
Quale visione
antropologica?
Un solo esempio: educare
all’ambiente, realtà presente in
quasi tutte le “guide” che si
incontrano sul mercato librario.
Quale sarà l’ottica da seguire?
Quali i criteri che guideranno la
scelta e l’impostazione
dell’attività didattica?
Quale visione
antropologica?
C’è una grande differenza fra:
“educare all’ecologia” e “educare
alla salvaguardia del creato!”
Quale visione
antropologica?
L’etica ambientale cattolica non è
Antropocentrica, ma teocentrica!
Quale visione
antropologica?
L’etica della visione giudeo-cristiana è
un’etica teologica o “etica
dell’amministrazione”.
Tale etica fonda e giustifica la
responsabilità per la natura sul
concetto del mondo come dono
divino affidato all’essere umano, che
deve rendere conto a Dio stesso
della sua amministrazione.
Quale visione
antropologica?
Dove e come c’entra il personalismo
nell’educazione all’ambiente?
Nell’ottica dell’esistenzialismo
personalista e cattolico, l’uomo, per
ristabilire l’armonia con la natura,
deve riscoprire un modo di
rapportarsi con il mondo che non
conduce alla sua appropriazione,
ma allo stare insieme a esso (V.
Mele, La bioetica al femminile, Vita
e Pensiero, Milano, 1998: pp. 85-9).
Quale visione
antropologica?
Le mie scelte didattico-educative,
le nostre scelte, sono coerenti
con una visione personalista
cattolica?
Quale visione
antropologica?
Enrico Pederzani, Momenti di
Pedagogia Cristiana, Ed. Marco
Valerio, Torino, 2000.
Il quotidiano nella
Scuola dell’Infanzia
La mia Scuola dell’Infanzia, in quanto
scuola parotaria, fa parte dell’unico
sistema scolastico nazionale
integrato dell’istruzione, istituito in
base alla legge n. 62 del 2 marzo
2000: “Norme per la parità
scolastica e disposizioni per il
diritto allo studio e all’istruzione”.
Pertanto è una scuola che svolge un
servizio pubblico, pur nella diversità
della sua gestione non statale.
Il quotidiano nella
Scuola dell’Infanzia
In quanto scuola cattolica:
- si struttura come luogo di
autentica e specifica azione
pastorale;
- condivide la missione
evangelizzatrice della Chiesa;
- è impegnata a realizzare un
progetto educativo cristiano.
Il quotidiano nella
Scuola dell’Infanzia
In quanto scuola cattolica
salesiana:
- - vive il sistema preventivo di don
Bosco;
- si fonda su ragione, religione e
amorevolezza;
- ha come caratteristica lo spirito di
famiglia
Il quotidiano nella
Scuola dell’Infanzia
In quanto scuola paritaria… si
preoccupa di offrire ‘un sapere
per la vita’, ovvero fornire
strumenti per interpretare e
ordinare criticamente i messaggi
ricevuti da più parti e in vario
modo.
Il quotidiano nella
Scuola dell’Infanzia
La mia scuola non vuole educare al
pluralismo, come se tutte le
opinioni siano vere, ma vuole
educare nel pluralismo,
affermando le proprie convinzioni
nel rispetto e nella conoscenza di
quelle altrui.
Il quotidiano nella
Scuola dell’Infanzia
Attenzione alla riflessione antropologica
che precede e accompagna tutto il
nostro lavoro educativo!
Siamo chiamate a prestare attenzione
alla direzione significante e al modo
con cui percorriamo i sentieri educativi
lasciandoci guidare da:
- l’essere scuola italiana in Europa
- l’essere scuola cattolica
- l’essere scuola salesiana
Il quotidiano nella
Scuola dell’Infanzia
… e tutti i temi che si desiderano,
sulla falsariga delle indicazioni
nazionali.
Il quotidiano nella
Scuola dell’Infanzia
I COLORI
GLI AMBIENTI
IL CORPO
CON IL CORPO
POSSO…
LA FAMIGLIA
LE REGOLE
L’EDUCAZIONE
AMBIENTALE
L’EDUCAZIONE
STRADALE
IL TEMPO
CRONOLOGICO
IL TEMPO
METEOROLOGICO
LE FORME
GLI AMBIENTI
ARTIFICIALI
GLI ANIMALI
LE EMOZIONI
I NUMERI
LE LETTERE
I CONCETTI
TOPOLOGICI
LE FESTE
Connotarsi
salesianamente
Il significato profondo della parola
“prevenire” è “promuovere”
portando alla perfetta statura i
doni naturali e tutte le dimensioni
della personalità.
Connotarsi
salesianamente
Aiutare i più deboli, potenziare i più
piccoli sforzi di ognuno.
Connotarsi
salesianamente
Farsi aiutare dai sussidi e dalla
tecnologia per un percorso
personalizzato di crescita.
Connotarsi
salesianamente
Lavorare sul ragionamento e sulla
“presa di decisioni” nonché sulla
perseveranza nel compito
intrapreso.
Connotarsi
salesianamente
Far leva sul positivo.
Elogiare più che rimproverare.
Ricordarsi che chi ama corregge!
Il rimprovero è altra cosa.
Connotarsi
salesianamente
Praticare un’amorevolezza che si
lascia leggere!
Connotarsi
salesianamente
La religione è quella delle “piccole
cose”, del quotidiano, dello
stupore di fronte al mistero.
Connotarsi
salesianamente
Vivere la gioia e nella gioia.
Ambienti gioiosi dove l’esempio è
dato da noi maestre.
Mappa personale
Dare uno sguardo veloce durante la
pausa e completarla a casa
propria.
Sfogliando le “guide”
Quante sono? Decine!
Sfogliando le “guide”
Ci sono le guide propriamente dette
e altri manuali che aiutano nella
pratica di attività laboratoriali,
senza dimenticare i quaderni
attivi.
Sfogliando le “guide”
Ci sono Guide con obiettivi
specifici.
Sfogliando le “guide”
La Guida Didattica Uno per tutti... tutti
per uno! risponde alla concreta
esigenza di un’educazione
all’interculturalità all’interno della
Scuola dell’Infanzia ed offre,
pertanto, numerosi spunti di
riflessione e occasioni di apertura
verso le diverse culture che si
trovano a convivere sempre più
frequentemente.
Sfogliando le “guide”
La struttura della Guida consente a
ogni insegnante di adattare
facilmente i percorsi alla propria
realtà sociale e territoriale,
mantenendo, comunque, la validità
didattica.
Le varie attività, fantasiose e
divertenti, stimolano l’intelligenza e
la creatività dei bambini in un clima
di solidarietà e rispetto.
Editrice Mirò.
Sfogliando le “guide”
Va guardata la “mission” di una Guida.
Ad esempio, la casa editrice Mirò
afferma: “I bambini e gli insegnanti
di oggi vivono in una società
complessa, esposti alle continue
sollecitazioni di una realtà in rapido
mutamento, in cui spesso è difficile
orientarsi.
L’azienda offre risposte concrete sul
piano educativo e didattico.”
Sfogliando le “guide”
Altre case editrici affermano altro,
anche solo con il titolo della
Guida.
Sfogliando le “guide”
Su Internet si trova materiale. Dalle
tradizionalissime e scomparse
“cornicette” che, molti anni fa,
usate con discrezione, aiutavano
il coordinamento occhio-mano e il
potenziamento delle immagini
mentali:
Sfogliando le “guide”
… ai materiali utili per insegnare il
lessico di qualsiasi campo
semantico. Basta cercare le
immagini su Internet!
Criteri di analisi
La prima domanda è:
Perché scegliere una guida?
Criteri di analisi
Per varie ragioni:
PRIMA - Una guida ben scelta
accompagna tutto l’anno dando
serenità alla maestra che si
affida alla guida per non lasciare
lacune non colmate.
Criteri di analisi
SECONDA - Una guida ben fatta
propone attività e riflessioni su
tutti i campi di sviluppo.
Criteri di analisi
TERZA - Una Guida ben fatta e ben
scelta invita ad ampliare le
attività proposte, sprona la
creatività della maestra, invita
alla cooperazione e alla
collaborazione fra le maestre
della stessa scuola… anche nei
casi più difficili!
Criteri di analisi
Ora i criteri di analisi di una guida.
Criteri di analisi
La prima domanda da farsi è:
“Chi l’ha scritta?” Spesso i libri
hanno una breve nota biografica
che ci illumina sulla formazione
dell’autore/dell’autrice della
guida. Su dove opera e sulle altre
pubblicazioni curate.
Criteri di analisi
Esempio:
Camilla Pasqualini, laureata in Pedagogia e
attualmente insegnante di Scuola dell'infanzia,
ha un'ampia formazione ed esperienza relativa
all'applicazione del mezzo informatico alla
didattica e ha elaborate numerosi progetti per la
Scuola dell'infanzia e la Scuola primaria; da anni
conduce percorsi di formazione per docenti sul
rapporto tra multimedialita e insegnamento.
Collabora inoltre alla rivista di aggiornamento e
didattica per docenti di Scuola dell'infanzia
«Progetto tre-sei Gulliver».
Criteri di analisi
La seconda domanda è:
“Chi ha raccomandato la guida e
cosa dice a proposito della
stessa?”
Leggere recensioni,
raccomandazioni, giudizi di chi
l’ha già utilizzata.
Criteri di analisi
Terzo, chiedersi: “quali altri libri ha
scritto l’autore / l’autrice?” Ogni
anno sforna forse un libro con la
copertina diversa ma che
sostanzialmente è uguale?
Criteri di analisi
La quarta domanda è: Chi ha
pubblicato la Guida?”
È una casa editrice dalla lunga
tradizione in materia di Guide?
Si sa come la pensa in generale la
casa editrice sui valori? Ci sono
dichiarazioni sul libro? Cosa è
stato detto alla fiera di Bologna
ad esempio?
Criteri di analisi
Domanda-chiave:
“C’è una matrice pedagogicometodologica dietro alla Guida?”
Vedere ad esempio le pubblicazioni del
Centro Pedagogico MCE del FriuliVenezia Giulia, basate sul pensiero di
Célestin Freinet e prodotte dal Gruppo
nazionale Materiali e Tecniche di
Cooperazione Educativa.
Criteri di analisi
A questo punto la Guida va
sfogliata e vanno presi in
considerazione i singoli contenuti
che vanno confrontati con… la
nostra visione antropologica, la
nostra “fede” pastorale, il nostro
“stile” salesiano!
Criteri di analisi
Ricordiamo che le Guide non
bastano! È necessario leggere,
anche poco, ma sempre. Libri
belli, forse difficili, ma che ci
fanno crescere.
Criteri di analisi
Musaio Marisa, Pedagogia del bello.
Suggestioni e percorsi educativi,
Collana Scienze della formazione,
2007.
Criteri di analisi
Attenzione ai “regali” che la Guida
offre! Non saranno fatti per caso
per far chiudere un occhio su
qualcosa che ci dovrebbe essere
e che non c’è? (cd musicali o
altro).
Criteri di analisi
Attenzione alla “vera vita” dei
bambini fuori dalla scuola
dell’infanzia!
La Guida dovrebbe essere una
finestra aperta sul mondo reale
della scuola, che permette di far
fronte alle molteplici
problematiche e aspettative di un
mondo in continua evoluzione.
Al di là della guida
L’ALTROTEATRO
Il teatro di figura offre numerose
possibilità espressive, didattiche
e formative.
Le tipologie di burattini e
marionette sono numerose.
Al di là della guida
Il teatro delle ombre, da realizzare
anche con la lavagna luminosa.
Al di là della guida
Al libro-teatro.
Al di là della guida
Molte sono le iniziative che si
possono organizzare durante
l’anno scolastico. Possono durare
un’intero anno oppure costituire
un progetto che dura un tempo
limitato.
Al di là della guida
Incontri al museo
Per stimolare, anche nei bambini
più piccoli, la sensibilità nei
confronti del patrimonio culturale
e per creare familiarità con il
museo, vissuto come luogo di
esperienze interessanti e
divertenti.
Al di là della guida
Incontri al museo
Si propongono percorsi
emotivamente coinvolgenti che
consentono ai bambini di scoprire
e conoscere il museo nell’aspetto
delle collezioni, del suo
funzionamento e delle persone
che vi lavorano.
Al di là della guida
Oltre i banchi fra le quinte
Per offrire ai bambini un primo
approccio al mondo teatrale nei suoi
due elementi fondamentali:
- la struttura-teatro, con le persone
che vi lavorano;
- l’articolazione dell’evento
spettacolo, dal testo della fiaba alla
sua messa in scena.
Al di là della guida
Crescere con la musica
Laboratori nelle nostre scuole
dell’infanzia, corsi di base e
seminari intensivi per maestre
sulle tematiche:
Al di là della guida
􀂃
􀂃
􀂃
􀂃
􀂃
􀂃
il ritmo della parola
suoni e colori
metodo e strumentario Orff
danze europee ed extraeuropee
vocalità e coralità
tecnica di base di
sonorizzazione
Al di là della guida
Avvio all’ascolto del suono e della
musica, al movimento ritmico,
all’uso creativo-espressivo del
suono e della parola, a
riconoscere ed usare facili
strumenti a percussione e a fiato.
Al di là della guida
Laboratori di pittura con artisti.
Pratica di attività manuali.
Uscite didattiche.
Inventarsi tutto per l’uscita! Anche
la canzoncina con gli eventi che i
bambini hanno vissuto.
E documentare!
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Quale visione antropologica?