Istituto Italiano della Saldatura – Lungobisagno Istria, 15 – 16141 Genova (I) - Tariffa regime libero: “Poste Italiane SpA - Sped. A.P. 70%, DCB Genova” Tassa Pagata - Taxe Perçue ordinario - Contiene IP + Supplemento - Bimestrale Novembre - Dicembre 2012 ISSN:0035-6794
Organo Ufficiale dell’Istituto Italiano della Saldatura - anno LXIV - N. 6 * 2012
Laggan - Tormore Export Pipeline
Isole Shetland UK
a pagina 747
Il Gruppo IIS si completa il 1° Gennaio 2013:
dall’Istituto Italiano della Saldatura nasce
IIS Progress S.r.l.
La nuova Società continuerà a svolgere le tradizionali attività di Formazione teorica e pratica
QHOFDPSRGHOODVDOGDWXUDHGHOOHWHFQLFKHDIÀQLHGHIIHWWXHUjFRQLOSURSULR/DERUDWRULR
le tradizionali prove ed analisi sui materiali da costruzione e sui giunti saldati
A completamento della trasformazione, iniziata nel
2011 con la creazione delle Società IIS Service e IIS
Cert, l’Istituto Italiano della Saldatura - Ente Morale
ha deciso di concludere il percorso della “partizione”
con la costituzione di IIS Progress, la terza Società del
Gruppo IIS.
In dettaglio, il Gruppo IIS sarà costituito da tre
Società, con personalità giuridica di S.r.l., totalmente
di proprietà dell’Istituto Italiano della Saldatura
- Ente Morale, quale unico socio in un contesto di
LQDOLHQDELOLWj
L’Istituto Italiano della Saldatura - Ente Morale, quale
6RFLHWj JXLGD GHÀQLUj OD ´9LVLRQµ GHO *UXSSR ,,6
DYHQGR D ULIHULPHQWR IUD O·DOWUR OH ÀQDOLWj FXOWXUDOL
della propria “Mission”.
IIS Progress, con il suo Staff composto da 42 persone,
opererà oltre che nella Sede Centrale di Genova
DQFKHSUHVVRJOL8IÀFL5HJLRQDOLGL/HJQDQR0,
0RJOLDQR 9HQHWR 79 3ULROR *DUJDOOR 65 H
7DUDQWR7$
Con riferimento al proprio “Oggetto Sociale”, IIS
Progress svolgerà le tradizionali attività di formazione
teorica e pratica del personale nel campo delle
tecniche di giunzione e dei controlli non distruttivi
H SUHVVR LO SURSULR /DERUDWRULR HIIHWWXHUj DQDOLVL
prove e controlli su materiali da costruzione, fornirà
DVVLVWHQ]D WHFQLFRVFLHQWLÀFD H FRQGXUUj VWXGL
ricerche e sperimentazioni con riferimento alle
WHFQRORJLHGLJLXQ]LRQHHGDTXHOOHFRQQHVVHDIÀQLH
contigue, nonché alle relative applicazioni industriali.
3HULQIR8IÀFLR6WDPSD8IÀFLR&RPPHUFLDOH
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Articoli
747
“Laggan-Tormore Export Pipeline”: applicazione di fili
1Ni per saldatura orbitale NG-GMAW di giunti di forte
spessore ad elevata resistenza e tenacità - F. Ciccomascolo
e T. Megna
Francesco Ciccomascolo e Tito Megna ci illustrano alcuni degli
aspetti più significativi correlati con la fabbricazione di una
pipeline sulle Isole Shetland, nell’ambito del progetto Total
denominato Laggan-Tormore. I costruttori Italiani hanno in
questo settore un’esperienza riconosciuta a livello internazionale,
grazie alla quale SICIM ha potuto affrontare le severe specifiche
contrattuali con opportune scelte sia sul piano della tecnologia
della saldatura, sia su quello della scelta dei consumabili idonei
ad ottenere le previste condizioni di overmatching, optando per
preparazioni narrow gap idonee ai forti spessori (33 mm) previsti
progettualmente.
757
Resistenza meccanica ed a corrosione di giunti simili a
sovrapposizione saldati mediante FSW - G. Castagnola et al.
771
Valutazione della “Minimum Pressurizing Temperature”
(MPT) per reattori di elevato spessore realizzati in
acciai bassolegati al Cr-Mo, in esercizio in condizioni di
“hydrogen charging” - G. L. Cosso e R. Grandicelli
In copertina
Contractor: SICIM S.p.A.
Cliente: Total E&P
Progetto: Laggan-Tormore (Isole Shetland) - UK
Saldatura di linea con processo GMAW meccanizzato
di pipeline in acciaio al carbonio
(diametro 30” - spessore 33 mm)
Con questa presentazione, Giovanni Castagnola ed altri analizzano
le proprietà meccaniche e la resistenza alla corrosione di giunti
saldati a sovrapposizione con processo FSW, utilizzando come
materiali base leghe tipo AA2024 e AA 6056, parametrizzando la
velocità di avanzamento durante il programma sperimentale di
prove. La caratterizzazione dei risultati è partita con le classiche
prove di resistenza a trazione, quindi è stata svolta una microscopia
ottica dei giunti e le prove di resistenza alla corrosione mediante
monitoraggio del potenziale a circuito aperto e polarizzazione
anodica. A valle dell’indagine, sono emersi risultati più favorevoli in
corrispondenza di velocità di avanzamento minori, con rotture che si
manifestano in zone diverse in funzione della lega.
Gian Luigi Cosso e Roberto Grandicelli affrontano il tema della
temperatura minima di pressurizzazione (MPT) per reattori di
elevato spessore realizzati in acciaio al Cr - Mo, per servizio in
condizioni di “Hydrogen Charging”, come appunto suggerisce
il titolo della presentazione. Come noto, nella conduzione di
queste apparecchiature è necessario valutare gli effetti della
diminuzione della tenacità del materiale riconducibili al fenomeno
della fragilità da rinvenimento (Temper Embrittlement), con
rischi di rotture in fase di avvio dell’impianto in cui è esercita
l’apparecchiatura, quando la temperatura è confrontabile con
quella ambiente. Allo scopo, si rende appunto necessaria la
valutazione della MPT e della relazione che intercorre tra la
temperatura dei componenti e la pressione massima impiegabile in
fase di avviamento.
779
Robotica ed automazione dei processi saldati: traguardi
acquisiti e prospettive future - R. Molfino
789
Nuove soluzioni di monitoraggio di processo nella
saldatura laser in fibra di leghe di titanio - D. Colombo e
B. Previtali
Questa presentazione è stata proposta durante il recentissimo
Convegno in materia di automazione e robotica in saldatura,
svoltosi a Milano il 27 Novembre 2012. La Professoressa Molfino
(Presidente di SIRI) illustra da una parte lo stato dell’arte
della materia e prova a definire allo stesso tempo le possibili
prospettive del settore; la presentazione tocca gli argomenti
afferenti alle architetture robotiche, considerando la rapida
crescita del processo FSW e delle specifiche che impone per la
propria robotizzazione, quindi l’impiego di piattaforme mobili
per cantieristica navale. L’analisi passa quindi a considerare le
attrezzature robotiche, illustrando in sintesi i risultati di alcuni
programmi di ricerca internazionali, con un cenno alle celle tipo
Plug & Play, per passare quindi alla sensoristica, all’insegna di
una sempre crescente ricerca di integrazione tra la componente
robotica e quella umana.
Daniele Colombo e Barbara Previtali illustrano le caratteristiche
di una nuova soluzione per il monitoraggio del processo di
saldatura laser di leghe di titanio (con l’impiego di sorgenti in
fibra). Si tratta del sistema denominato TOCM (Through Optical
Combiner Monitoring), che rende possibile il monitoraggio
direttamente dal combiner ottico presente all’interno delle sorgenti
in fibra. La parte sperimentale del lavoro considera appunto i
risultati ottenuti nel monitoraggio di giunti a sovrapposizione di
lamiere di Ti Grado 5, dello spessore di 2 mm, evidenziando la
capacità del sistema di rilevare le non conformità e le motivazioni
che le hanno generate.
International Institute of Welding (IIW)
TIG weld penetration improvement by laser-activated
process with oxygen - M. Mizutani and S. Katayama
801
M. Mizutami e S. Katayama riassumono in questo articolo
i risultati di un’attività sperimentale volta a migliorare la
capacità di penetrazione del processo TIG mediante l’ausilio
di una sorgente laser attivata con ossigeno. E’ noto infatti che
il processo TIG può avvalersi di metodi per incrementarne
appunto la penetrazione, quale ad esempio il cosiddetto A-TIG,
originariamente introdotto dal Paton Welding Institute.
In questo caso, il processo prevede il pretrattamento di un’area
di dimensioni ridotte con un fascio laser attivato con ossigeno,
prima del passaggio dell’arco TIG, allo scopo di sfruttare
le proprietà dell’ossigeno nei confronti della profondità di
penetrazione. Le successive attività di caratterizzazione dei
giunti evidenziano risultati incoraggianti, anche a confronto di
quanto sarebbe possibile ottenere agendo sulla sola velocità di
avanzamento. Il processo così descritto prende il nome di
LA-TIG (dove LA sta appunto per Laser Activated).
IIS Didattica
Introduzione alla stesura di Specifiche di Procedura di
Saldatura (WPS) secondo Codice ASME,
Sezione IX - IIS FOR
ANNO LXIV Novembre - Dicembre 2012
Periodico Bimestrale
DIRETTORE RESPONSABILE:
Dott. Ing. Mauro Scasso
REDATTORE CAPO:
Dott. Ing. Michele Murgia; [email protected]
REDAZIONE:
Isabella Gallo; [email protected]
Maura Rodella; [email protected]
PUBBLICITÀ:
811
Scienza e Tecnica
Progettare la sicurezza - SIL - Safety Integrity Level: la
funzione dei sistemi di protezione SIS in relazione ai
vincoli di sicurezza integrata secondo IEC 61508 e 61511
G. Cevasco e R. Grandicelli
Direzione - Redazione - Pubblicità:
Lungobisagno lstria, 15 ∙ 16141 Genova
Telefono: 010 8341475 ∙ Fax: 010 8367780
[email protected] ∙ www.iis.it
743
745
827
IIS News & Events
Convegno “Robotica ed automazione dei processi in
saldatura: quali alternative ai processi convenzionali?”
Milano, 27 Novembre 2012 - M. Murgia
831
Abbiamo provato per voi
Elettrodi Elga Cromarod, ITW Welding
837
Normativa Tecnica
UNI EN ISO 13585:2012 “Brasatura forte - Qualificazione
dei brasatori e degli operatori per la brasatura forte”
E. Birello
849
Dalle Aziende
Comunicati Stampa
853
Notiziario
Letteratura Tecnica, Codici e Norme,
Corsi, Mostre e Convegni
861
Ricerche Bibliografiche da IIS-Data
Hydrogen-induced cracking (HIC)
871
877
884
Indice 2012
Elenco degli Inserzionisti
ABBONAMENTI:
Organo Ufficiale
dell’Istituto Italiano della Saldatura
Rubriche
In memoria
Franco Lezzi
Franco Ricciardi; [email protected]
Cinzia Presti; [email protected]
Francesca Repetto; [email protected]
Il Codice americano ASME BPV (Boiler and Pressure Vessel),
riconosciuto e applicato a livello internazionale per la
progettazione e la fabbricazione di attrezzature a pressione,
dedica un’intera sezione, la IX appunto, alla regolamentazione
ed alla verifica dei requisiti fondamentali per garantire la
la ripetibilità degli standard prestazionali richiesti alle saldature,
in fase di fabbricazione. Lo scopo del presente articolo è quello
di illustrare, in linea generale, le prescrizioni relative ai processi
di saldatura richiamate nella Sezione, affinchè il processo
produttivo possa essere pianificato ed eseguito
mediante l’applicazione di variabili di saldatura
predeterminate e di efficacia conosciuta.
Editoriale
Il messaggio a Garcia
6 2012
Abbonamento annuale 2012
Italia: ……………..……€ 100.00
Estero: ………….……...€ 170.00
Un numero separato:... € 26.00
La Rivista viene inviata gratuitamente ai Soci
dell’Istituto Italiano della Saldatura.
Rivista associata
Registrazione al ROC n° 5042 - Tariffa regime
libero: “Poste Italiane SpA - Spedizione in
Abbonamento Postale 70%, DCB Genova”
Fine Stampa Dicembre 2012
Aut. Trib. Genova 341 - 20.04.1955
Stampa: ALGRAPHY S.r.l. - Genova www.algraphy.it
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dei diritti della persona e per finalità strettamente
connesse e strumentali all’invio della pubblicazione e ad eventuali comunicazioni ad esse correlate.
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(VSHULHQ]HGL)6:VXSLSHOLQHLQDFFLDLRJUDGR;
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Metallurgia della saldatura e saldabilità
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3URJUHVVLQHOODVDOGDWXUDGHJOLDFFLDLDOFURPRPDUWHQVLWLFLHEDLQLWLFRPDUWHQVLWLFL
3RURVLWjQHOODVDOGDWXUDLEULGDODVHUMIGGLOHJKHGLDOOXPLQLR
,QÁXHQFHRIWKHVRIW]RQHRQWKHVWUHQJWKRIZHOGHGPRGHUQ+6/$VWHHOV
(YDOXDWLRQRIKRWFUDFNLQJVXVFHSWLELOLW\RIQLFNHOEDVHGDOOR\VE\WKH395THVW
&KDUDFWHUL]DWLRQRIFROGODSGHIHFWVLQWDQGHPDUF0$*ZHOGLQJ
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,QWURGX]LRQHDOODVDOGDWXUDGHJOLDFFLDLDJUDQRÀQHPLFUROHJDWL
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Fabbricazione di prodotti saldati
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)DEEULFD]LRQHPHGLDQWHVDOGDWXUDSHUODUHDOL]]D]LRQHGLXQDJUDQGHRSHUDGLLQJHJQHULDFLYLOH
Qualità, sicurezza ed ambiente in saldatura
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6DOXWHHVLFXUH]]DLQVDOGDWXUDFRQFLOLDUHODULGX]LRQHGHLULVFKLHOHHVLJHQ]HGHOODSURGX]LRQH
Normativa tecnica
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,OQXRYRTXDGURQRUPDWLYRFKHGHÀQLVFHOHUHJROHWHFQLFKHQHOODUHDOL]]D]LRQHGLVWUXWWXUHPHWDOOLFKHVDOGDWH
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6WDWRGHOO·DUWHGHOODQRUPDWLYD(1UHODWLYDDLFRQVXPDELOLGLVDOGDWXUD
Diagnostica
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$SSOLFD]LRQLGHOFRQWUROOR87FRQWHFQRORJLD3KDVHG$UUD\
2013
Tecnologia della saldatura
5 L Y L V W D , W D O L D Q D G H O O D 6 D O G D W X U D 3LDQR(GLWRULDOH
Editoriale
Il messaggio a Garcia
E
lbert Green Hubbard nacque a
Bloomington, nell’Illinois, il 19 giugno 1856. Dopo un periodo nell’esercito, nel 1895 fondò la Roycroft,
un'associazione di artigiani e artisti
che facevano parte dell'Arts and Crafts, in East Aurora, New York.
Raggiunse il successo editoriale per
caso, scrivendo il brano "Messaggio
per Garcia", come riempitivo della sua
rivista The Philistine, nel febbraio del
1899. Il brano, ampliato e ristampato
come libro, vendette oltre 40.000.000
di copie nel mondo.
Nel seguito è riportato un estratto che,
credo, vada la pena di leggere.
“Quando a Cuba scoppiò la guerra
fra la Spagna e gli Stati Uniti, diventò
necessario comunicare rapidamente
col capo degli insorti, Garcia, che si
trovava all'interno dell'isola, sui monti, chissà dove. Nessuna lettera spedita
per posta, nessun telegramma avrebbe
potuto raggiungerlo. Il Presidente degli Stati Uniti, McKinley, doveva assicurarsi la sua collaborazione, d'urgenza. Che fare?
Qualcuno disse al Presidente: “C'è
un tale, di nome Rowan, che si offre
di andare a cercare Garcia e di fare
tutto il possibile per trovarlo”. Rowan
fu mandato a chiamare e gli fu affidata
una lettera da consegnare a Garcia.
Come Rowan abbia preso la lettera,
l'abbia chiusa in una borsa di tela
cerata, se la sia legata a tracolla sul
cuore; come quattro giorni dopo sia
arrivato in barca al largo della costa
cubana, vi sia approdato di notte, sia
scomparso nella giungla, e tre settimane dopo sia ricomparso dal lato opposto dell'isola, dopo aver traversato
a piedi un paese nemico e consegnata
la lettera a Garcia, sono cose che non
occorre qui raccontare per filo e per
segno.
Il punto che voglio mettere a fuoco è
questo: McKinley diede a Rowan una
lettera da consegnare a Garcia; Rowan prese la lettera e non domandò:
“Dov'è questo Garcia?”.
Ecco un uomo la cui figura dovrebbe
essere fusa in bronzo immortale, la cui
statua dovrebbe essere collocata in
ogni scuola del paese.
Tutti quelli che hanno cercato di portare a termine un'impresa sono rimasti
prima o poi sbalorditi dall'insensibilità dell'uomo medio, dalla sua incapacità o dalla sua riluttanza a concentrarsi su una cosa e a farla.
Aiuto distratto, disattenzione, disordinata indifferenza e lavoro svogliato
sembrano la norma! Tu stesso, lettore,
puoi fare la prova, chiedendo ad un
tuo collaboratore: “Per piacere, guarda sull'enciclopedia e fammi un breve
riassunto della vita del Correggio”.
Che cosa risponderà?
Dirà tranquillamente: “Sissignore” e
farà ciò che gli si richiede?
E’ probabile che non sarà così.
Ti guarderà e farà una o più delle seguenti domande.
“Chi era?”
“Quale enciclopedia?”
“Dov'è l'enciclopedia?"
“Sono forse pagato per questo?”
“Che nome ha detto? Bismarck?”
“Non potrebbe occuparsene il Carletto?”
“E' morto?”
“E' una cosa urgente?”
“Non vuole che le porti il libro, così
potrà cercare lei stesso ciò che le occorre?”
“A che cosa deve servire un riassunto
della vita di quel tizio?”.
E scommetto che dopo che tu avrai
risposto alle sue domande e spiegato
come si fa a trovare le informazioni
richieste e perché ti occorrono, se ne
andrà e chiederà a uno dei suoi compagni di aiutarlo a trovare Garcia.
Naturalmente posso perdere la scommessa, ma secondo la legge delle probabilità dovrei vincerla.
Ora, se sei saggio, non ti darai la pena
di spiegare che Correggio si trova sotto la lettera C e non sotto la K, ma
sorriderai con dolcezza e dirai: “Non
importa”, e andrai a cercarti tu stesso
ciò che volevi sapere.
Questa incapacità di un'azione indipendente, questa debolezza di volontà,
questa riluttanza ad accettare di buon
cuore l'incarico e ad eseguirlo, queste
sono le cose che rimandano a un lontano futuro l'attuazione di un mondo
migliore”.
Amen!
Dott. Ing. Mauro Scasso
Segretario Generale IIS
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
743
CORSO DI SPECIALIZZAZIONE IN SALDATURA 2013
Genova (GE), Legnano (MI), Mogliano Veneto (TV)
8WLOHDOOD4XDOLÀFD]LRQHD,QWHUQDWLRQDO:HOGLQJ(QJLQHHU7HFKQRORJLVW
IIS Progress Srl, SRFLHWjGHOGUXSSR Istituto Italiano della SaldaturaWHUUjDSDUWLUHGDOPHVH
GL0DU]RSUHVVRJOLUIÀFLRegionali GL/HJQDQR0,0RJOLDQR9HQHWR79HODSURSULDVHGH
GLGenovaLOWUDGL]LRQDOH&RUVRGL6SHFLDOL]]D]LRQHLQ6DOGDWXUD.
7HQXWR GDO SUHVVR DOFXQH GHOOH SL SUHVWLJLRVH VHGL VFRODVWLFKH HG DFFDGHPLFKH FRQ ROWUH
WHFQLFLTXDOLÀFDWLLOFRUVRUDSSUHVHQWDWXWWRUDLOSULQFLSDOHVWUXPHQWRSHUODIRUPD]LRQHGL
EDVHGHLWHFQLFLHGHLFRRUGLQDWRULGLVDOGDWXUDRSHUDQWLQHOODIDEEULFD]LRQHGLSURGRWWLVDOGDWL
'XUDQWHLOFRUVRO·XQLFRULFRQRVFLXWRGDOO·,VWLWXWR,QWHUQD]LRQDOHGHOOD6DOGDWXUD,,:H
GDOOD)HGHUD]LRQH(XURSHDGHOOD6DOGDWXUD(:)VDUjIRUQLWDDGRJQLSDUWHFLSDQWHODFROODQDFRPSOHWDGHOOHSXEEOLFD]LRQLGHOO·,,6XQ&'5RPHGLWRLQFROODERUD]LRQHFRQO·81,
FRQWHQHQWHXQDUDFFROWDGLROWUHQRUPHHXURSHHUHODWLYHDOODVDOGDWXUDHGDLFRQWUROOL
QRQGLVWUXWWLYLGHLJLXQWLVDOGDWLHLOFDOLEUR,,6GLWLSR´EULGJHFDPµXWLOHVWUXPHQWRGLODYRUR
SHUORVYROJLPHQWRGHOOHDWWLYLWjGHOFRRUGLQDWRUHGLVDOGDWXUD
Valenza del Corso
,O&RUVRGL6SHFLDOL]]D]LRQHFRQVHQWHXQDSULPDPDFRPSOHWDSUHSDUD]LRQHQHLSLGLIIXVLSURFHVVL
GLVDOGDWXUDHPDWHULDOLXWLOL]]DWLLQDPELWRLQGXVWULDOH
3HUWDOHUDJLRQHSXzULVXOWDUHGLSDUWLFRODUHLQWHUHVVHSHUSHUVRQDOHGLUHFHQWHDVVXQ]LRQHLQ$]LHQ
GDFKHDEELDELVRJQRGLXQDSULPDIRUPD]LRQHVSHFLÀFDFRVuFRPHDQFKHSHUSHUVRQDOHSLHVSHUWR
FRPHPRPHQWRGLDJJLRUQDPHQWR
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UHTXLVLWRGLOHJJHSHULIDEEULFDQWLQHOVHWWRUHGHOODFDUSHQWHULDFLYLOHFRVuFRPHLQGLFDWR
GDOD. M. 14 Gennaio 2008 ´$SSURYD]LRQHGHOOHQXRYHQRUPHWHFQLFKHSHUOHFRVWUX]LRQLµDO
SXQWR´3URFHVVRGLVDOGDWXUDµ7DEHOOD,;FRRUGLQDPHQWRGHOOHDWWLYLWjGLVDOGDWXUD
Calendario ed orario delle lezioni
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Programma delle lezioni
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1. 7HFQRORJLDGHOODVDOGDWXUDSURFHVVLFRQÀDPPDRVVLDFHWLOHQLFDFRQHOHWWURGRULYHVWLWRD
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Quota di partecipazione, iscrizioni e informazioni
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3HUOHLVFUL]LRQLqSRVVLELOHULYROJHUVLD
IIS Progress Srl, Via Lungobisagno Istria 15, 16141 Genova.
Segreteria:Tel. 010 8341371, Fax 010 8367780,
[email protected], www.formazionesaldatura.it.
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GLUHJRODUL]]DUHODSURSULDLVFUL]LRQHVRORLQXQVHFRQGRWHPSRSRWUjIDUORFRQWDWWDQGRGLUHWWD
PHQWHOD6HJUHWHULD
In memoria
Franco Lezzi
(Delegato Italiano per oltre 10 anni ai Sottocomitati SC 1,
“Qualificazione dei Procedimenti” e SC 2 “Qualificazione
dei Saldatori e dei Coordinatori”), nonché dell’European
Welding Federation (EWF) e dell’International Institute
of Welding (IIW), per l’elaborazione delle linee-guida
per l’armonizzazione della Formazione, Qualificazione e
Certificazione delle Figure Professionali di Saldatura EWF
e IIW, tra le quali possono essere ricordate quelle relative
alle Figure di Coordinamento (come il Welding Engineer) e
di Ispezione (Welding Inspector).
L'Ing. Lezzi è stato inoltre uno degli artefici del crescente
successo delle Giornate Nazionali della Saldatura, divenute
poi la manifestazione di riferimento del settore a livello
nazionale e ha diretto sino allo scorso mese di Ottobre la
Sottocommissione Mista Saldature - UNIPLAST, preposta
alla normazione della saldatura dei materiali plastici.
Martedì 4 Dicembre è mancato a Genova, dopo aver lottato
invano per oltre un anno contro una grave malattia, il Dott.
Ing. Franco Lezzi.
Laureatosi in Ingegneria Industriale Meccanica presso
l’Università di Genova nel Gennaio 1976, fu assunto l’anno
successivo presso la Motomeccanica Generale Navale/CNR
(oggi Wärtsilä Italia SpA), come Vice Responsabile delle
Attività Manutentive di Bordo; nel 1978 entrò quindi a far
parte dell’Istituto Italiano della Saldatura, occupandosi
principalmente di attività di formazione e normazione.
In IIS, divenne nel 1988 Dirigente Responsabile per le
attività di Qualificazione e Certificazione del Personale,
nel campo della saldatura e delle PND e successivamente
Direttore della Divisione Formazione e Insegnamento,
nel 1990. All’inizio della decade successiva, divenne
ancora il Responsabile delle attività di Normazione e delle
Manifestazioni Tecniche, attività delle quali si è occupato
praticamente sino alla sua scomparsa.
Attivo come Presidente o Membro di importanti Comitati
Tecnici nazionali (UNI, AIM, CICPND, ISPESL) ed
internazionali (CEN, ISO), si è particolarmente impegnato
nell’ambito dei Comitati Tecnici del CEN TC 121
Franco è stato per quasi trent’anni il riferimento principale
di varie generazioni di giovani Ingegneri, all’interno
dell’Istituto, che proprio nella sua Divisione muovevano
i primi passi, apprezzandone la dedizione, lo spirito di
sacrificio ed il senso di appartenenza, che lo portavano ad
anteporre sistematicamente l’interesse dell’Istituto stesso
al proprio. Un’intelligenza viva e curiosa lo spingeva a
coltivare molteplici interessi, anche al di fuori dell’ambito
lavorativo (è notoria la sua passione per la musica, che
coltivava suonando il basso con un gruppo di amici) ed
una capacità fuori dal comune di rapportarsi al prossimo
gli consentiva rapporti sinceri e diretti con interlocutori
anche molto diversi per estrazione, carattere e cultura,
come confermano le numerosissime testimonianze ricevute
in questi giorni, in Istituto, dopo la sua scomparsa, e la
calorosa partecipazione al suo ultimo saluto.
L’Istituto e gli amici più vicini a Franco perdono purtroppo
un uomo sincero e leale, che ha saputo coniugare la
professionalità del proprio operato con una calda umanità.
Dalla Direzione e dai dipendenti tutti dell’IIS un sincero
ringraziamento a Franco ed un abbraccio a Susanna e
Stefano, dei quali è stato marito e padre affettuoso.
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
745
Ridotto consumo energetico
Tecnologicamente innovativa
Curata nel design
Salda perfettamente
Semplice da usare
Possibilità di memorizzare i parametri di saldatura
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multifunzione con regolazione sinergica
s-)'-!'
s3ALDATURACONELETTRODORIVESTITO
s4)'CONINNESCOh,)&4v
“Laggan-Tormore Export Pipeline”:
DSSOLFD]LRQHGLÀOL1LSHUVDOGDWXUDRUELWDOH
NG-GMAW di giunti di forte spessore ad
elevata resistenza e tenacità (°)
F. Ciccomascolo
T. Megna*
Sommario / Summary
La saldatura automatica di una pipeline da 30” sulle isole
Shetland (UK) con materiale base L450MB per il progetto
TOTAL Laggan-Tormore è stata di recente ultimata dal contractor SICIM. Il forte spessore di parete (33 mm), l’overmatching da garantire nel giunto saldato rispetto al metallo
base, la tenacità a bassa temperatura richiesta e l’esigenza di
implementare un’ECA per evitare il trattamento termico postsaldatura sono risultate essere le peculiarità principali rispetto
ai requisiti che generalmente si incontrano nelle linee di terra.
SICIM ha preparato e qualificato un procedimento di saldatura orbitale meccanizzata GMAW con cianfrino narrow-gap e
direzione discendente, utilizzando un proprio sistema di saldatura automatica e impiegando come materiale d’apporto
un filo pieno basso legato 1% Ni che Air Liquide Welding
ha recentemente sviluppato ed introdotto con il proprio marchio OERLIKON per coprire simili esigenze nella saldatura
di pipeline. Le proprietà meccaniche ottenute nella qualifica
del procedimento sono risultate essere eccellenti, con elevati
livelli di tenacità in ZF e ZTA in condizioni as welded e ottime
caratteristiche tensili in ZF. Grazie alle prestazioni del sistema
automatico di saldatura, la messa a punto di un procedimento
mirato, le buone caratteristiche del consumabile e l’expertise
del contractor, la linea è stata completata con buoni livelli di
qualità e produttività.
Automatic welding of a 30” diameter, 33 mm wall thickness
pipeline onshore the Shetland Islands UK, has been carried
out recently by the contractor SICIM for the TOTAL LagganTormore project. The base material was L450MB grade pipe
(°) Memoria presentata al Convegno IIS: “La saldatura nella fabbricazione e
nella manutenzione di oleodotti e gasdotti in acciaio: come stanno cambiando processi, materiali, tecnologie e normative”. Milano, 22 Marzo 2012.
Articolo redatto grazie alla collaborazione tra ALW e SICIM.
* SICIM S.p.A.
steel. Such a heavy wall thickness is unusual for onshore pipe
lines. The mechanical property requirements include the criteria that the strength of the weld metal must over-match the
base material and to generate high toughness weld metal at
low temperatures. Additional toughness requirements derived
from an Engineering Critical Assessment (ECA), implemented by SICIM to ensure that a post weld heat treatment was
not required. SICIM has qualified a downhill mechanised
orbital welding procedure with a narrow-gap bevel using an
automatic welding system of its own design and manufacture
using a low alloyed 1%Ni MAG welding consumable.
This MAG welding wire was developed recently by Air Liquide Welding and has been specifically designed for these
demanding pipeline welding applications. Mechanical properties achieved in the weld procedure qualification testing
programme were excellent, with high levels of toughness in
both the weld metal and HAZ at a high level of weld metal
strength. Due to the performance of the automatic welding
system and the expertise of the contractor, combined with a
specifically designed procedure and welding consumable, this
pipeline has been completed with high quality and at a high
level of productivity.
IIW Thesaurus Keywords:
Dynamic fracture tests; fracture mechanics; GMA welding; heat affected zone; high; high strength steels; low alloy
steels; mechanical properties; narrow gap welding; orbital
welding; pipeline steels; pipelines; solid filler wire; tensile
tests; thickness; toughness; weld metal.
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
747
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1. Il Progetto Laggan-Tormore Export Pipeline
1.1 Generalità
Il progetto Laggan-Tormore di TOTAL E&P UK prevede l’istallazione di flowline di produzione sottomarine dai
Laggan-Tormore fields agli impianti di Sullom Voe sulle isole
Shetland, e di una Export Pipeline da 30” di diametro dagli
stessi impianti di Sullom Voe alla piattaforma MCP-01.
SICIM ha acquisito in subappalto da Allseas i lavori di istallazione di tutte le linee on-shore, e in particolare i lavori di
istallazione della porzione on-shore della Export Pipeline da
30”, che prevedono la costruzione di 6,5 km di condotta nelle prossimità dei suddetti impianti.
Di seguito le principali caratteristiche del materiale base della condotta in questione:
r Tubi prodotti da TATA STEEL UK;
r Classificazione DNV SAWL 450 FDU (equivalente a
ISO 3193 L450MB);
r Diametro esterno: 787 mm - Spessore nominale: 32,92 mm.
1.2 I requisiti del progetto
Le specifiche di riferimento per la saldatura della Export Pipeline sono:
r BS 4515-1:2009 [1];
r TOTAL GS EP PLR 420 Rev. 07 [2].
I requisiti specifici di progetto che era necessario soddisfare
per la qualifica dei procedimenti di saldatura prevedevano
tra l’altro:
r L’ottenimento di un over-matching nella zona fusa pari
a 80 MPa rispetto al carico di snervamento nominale
minimo del materiale base;
r Requisiti di tenacità a bassa temperatura (MIN 38 J
MEDIA 45 J a -30 °C in Zona Fusa e FL, Cap e Root,
h12, h3 e h6);
r La specifica GS EP PLR 420 prevedeva inoltre l’obbligo
di effettuare un trattamento termico dopo saldatura per
lo spessore in questione. SICIM ha proposto di eseguire
un Engineering Critical Assessment per dimostrare che
i giunti avessero adeguate caratteristiche di tenacità in
condizioni as welded e che non fosse necessario alcun
PWHT. L’analisi, condotta in accordo alla norma BS
7910: 2005 [3], ha stabilito i test meccanici addizionali
necessari e i requisiti minimi a questo scopo.
2. Sistema di saldatura e procedimento di saldatura
2.1 Il sistema di saldatura
La scelta del sistema di saldatura per le saldature di linea di
questa particolare pipeline è ricaduta sul sistema di saldatura
GPR-FASTWELD, sviluppato e realizzato da SICIM.
GPR-FASTWELD è un sistema saldante meccanizzato orbitale ideale per tutte le applicazioni su pipeline, anche di forte
spessore. Si basa su un controllo via PLC di tutte le funzioni
caratteristiche che ne permette la più ampia regolazione al
fine di ottenere saldature ottimizzate in ogni condizione di
748
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
lavoro, con grande risparmio di tempo e qualità del giunto
molto elevata. È un sistema aperto ed estremamente flessibile. La saldatura circonferenziale di tubazioni di diametro
da 6” in su si può eseguire con le seguenti combinazioni di
processi, tecniche e materiali d’apporto:
r GMAW con filo pieno e cianfrino narrow-gap in direzione discendente, ideale quando si voglia massimizzare la produttività e la semplicità di applicazione;
r Pulsed GMAW con filo pieno e cianfrino narrow-gap in
direzione discendente, usato soprattutto nelle passate di
riempimento su forti spessori;
r FCAW con fili metal cored in direzione discendente su
passate di riempimento e finitura;
r FCAW con fili animati in direzione ascendente su passate di riempimento e finitura;
r Prima passata: con o senza sostegno con cianfrini narrow-gap o con gap fino a 4 mm.
Tra le caratteristiche salienti del sistema si citano:
r Schermi touch screen di controllo che permettono di
visualizzare i parametri del procedimento in corso, visualizzare la posizione delle teste saldanti sul tubo e le
grandezze elettriche principali, modificare i parametri
di saldatura e del sistema;
r Pannelli per il controllo dei parametri di saldatura (Fig.
1) da parte degli operatori e telecomandi per gli operatori che permettono di selezionare i programmi di saldatura, modificare entro range prestabiliti alcuni parametri
di saldatura, correggere il posizionamento della torcia;
r Teste saldanti di dimensioni ridotte e peso contenuto a
16 kg (Fig. 2), con traina-filo a bordo macchina, portabobina separato e collocato nella cabina di saldatura,
sistema elettropneumatico di ancoraggio alla fascia-guida, inclinometro digitale e torcia raffreddata ad acqua o
ad aria con oscillazione pendolare e lineare;
r Il sistema è interfacciato con diversi tipi di saldatrici a
inverter di marche primarie. Qualunque inverter con un
segnale di controllo della tensione 0-10 V è utilizzabile;
r Il miscelatore dei gas di protezione permette di selezionare automaticamente miscele di gas binarie senza
dipendere da bombole premiscelate.
2.2 Il procedimento di saldatura
Il procedimento di saldatura utilizzato è GMAW meccanizzato con cianfrino narrow-gap e prima passata senza
sostegno, direzione discendente con filo pieno di diametro
1,2 mm e protezione gassosa con Ar e CO2. La scelta del
procedimento è conseguenza del background di SICIM sulla saldatura di linea meccanizzata di gasdotti con cianfrino
narrow-gap e della collaborazione con Air Liquide Welding
per la scelta del materiale d’apporto idoneo.
La prima passata senza sostegno è ormai caratteristica preferenziale dei procedimenti di linea di SICIM: per il progetto
in questione è stato scelto di non impiegare pattini di sostegno in rame per evitare rischi di contaminazione in saldatura
e per non dover far fronte agli stringenti controlli e requisiti
)&LFFRPDVFRORH70HJQD´/DJJDQ7RUPRUH([SRUW3LSHOLQHµDSSOLFD]LRQHGLÀOL1LSHUVDOGDWXUDRUELWDOH1**0$:GLJLXQWL
Figura 1 - Interno della cabina di saldatura con sistema GPRFASTWELD
Figura 2 - Testa saldante
previsti nel caso di utilizzo di sostegno in rame. La configurazione del cianfrino di tipo narrow-gap, che richiede in
questo caso circa 4,3 kg di materiale d’apporto per giunto,
ha permesso di limitare, insieme a una curata messa a punto
dei parametri di saldatura, il tempo di esecuzione a 2,5 h per
giunto. I parametri di saldatura sono caratterizzati, a differenza di quanto generalmente SICIM propone per lo stesso
procedimento su spessori più sottili, da velocità di avanzamento non elevate. Questa scelta ha consentito di limitare il
numero di passate di riempimento a 9, con un’altezza media delle passate di riempimento pari a 3,1 mm, ottenendo
apporti termici abbastanza alti per il processo in questione
(0,9 – 1,0 kJ/mm) senza pregiudicare in alcun modo le caratteristiche meccaniche, come si è potuto verificare. Il gas di
protezione, una miscela di Ar e CO2 in proporzioni diverse
a seconda delle passate, è stato scelto in seguito a un confronto tecnico tra SICIM e Air Liquide Welding, al fine di
sposare le caratteristiche del materiale d’apporto utilizzato,
di preservare il modo di trasferimento spray arc per le passate di riempimento, di favorire stabilità e più facile innesco
dell’arco.
r
3. Materiale d’apporto
3.1 Generalità
Come trattato nel Paragrafo precedente, nella saldatura orbitale di pipeline, la definizione dei parametri di saldatura
è piuttosto accurata e la tecnica utilizzata in downhill narrow-gap presenta criticità specifiche. In sostanza, le caratteristiche principali che devono contraddistinguere i materiali d’apporto per la saldatura di pipeline sotto protezione
gassosa con procedimenti automatici e meccanizzati sono le
seguenti:
r Buona stabilità d’arco in narrow gap con stick-out relativamente elevati, in downhill e gas di protezione ricco
di CO2 (oppure in arco pulsato con miscele tipicamente
M21);
r
r
r
Ridotto tasso di spruzzi e di silicati che possono influenzare la difettosità del giunto saldato e le operazioni di
pulizia;
Buono scorrimento in guaina e nei porta-corrente al fine
di limitare le operazioni di sostituzione delle parti soggette a usura e minimizzare i tempi di arco spento;
Prestazioni costanti, in termini di saldabilità, al variare
dei lotti e delle singole bobine; la definizione accurata
dei parametri di saldatura che viene effettuata in fase di
qualifica rimane costante per tutta la durata del progetto e non deve essere influenzata dal comportamento del
filo;
Proprietà meccaniche consistenti con i requisiti specifici dei progetti di pipeline che spesso comportano overmatching rispetto al materiale base e tenacità a bassa
temperatura (-30 °C o anche -40 °C).
3.2 Modalità di produzione e di controllo
Quanto sopra enunciato richiede una particolare cura nella
selezione delle materie prime, nella produzione e nel controllo qualità con accorgimenti ad hoc. Air Liquide Welding
ha sviluppato la propria gamma di fili dedicati, denominata
OERLIKON CARBOPIPE, in cui ha implementato modalità operative elencate di seguito.
r Materie prime: la vergella è prodotta da minerale senza
aggiunta di rottame al fine di ottenere una composizione chimica mantenuta in un range molto ristretto con
un livello molto basso di impurezze e con un dosaggio
accurato di elementi microleganti.
r Produzione: al fine di assicurare lo stesso livello di ripetibilità delle performance la produzione del filo è sempre effettuata in un unico impianto su linee specifiche.
Inoltre è impiegato un processo di trafilatura a secco dedicato che consente di ottenere un’elevata aderenza della ramatura, spessore controllato della stessa e un basso
contenuto di elementi ‘destabilizzanti’ per l’arco elettrico. La tolleranza sul diametro è ristretta a due centesimi
5LYLVWD,WDOLDQDGHOOD6DOGDWXUDQ1RYHPEUH'LFHPEUH
749
)&LFFRPDVFRORH70HJQD´/DJJDQ7RUPRUH([SRUW3LSHOLQHµDSSOLFD]LRQHGLÀOL1LSHUVDOGDWXUDRUELWDOH1**0$:GLJLXQWL
TABELLA 1 - Composizione chimica tipica di CARBOPIPE 70
C%
Si%
Mn%
P%
S%
Ni%
Cu%
0.080
0.90
1.65
0.008
0.008
-
0.17
r
TABELLA 2 - Composizione chimica tipica di CARBOPIPE 80Ni
r
C%
Si%
Mn%
P%
S%
Ni%
Cu%
0.080
0.65
1.70
0.008
0.008
0.93
0.17
di mm rispetto ai quattro generalmente richiesti dalla
norma EN ISO 544 [4] correntemente applicata.
Controllo di Qualità: per ogni batch sono eseguiti i seguenti controlli supplementari rispetto alla produzione
standard: verifiche specifiche di stabilità d’arco e alimentazione filo mediante monitoraggio dei parametri di
saldatura e coppia erogata dal motore; analisi chimica e
meccanica all weld metal con diverse tipologie di gas di
protezione (100% CO2, 50% Ar – 50% CO2, 80% Ar –
20% CO2); alzata nulla e spira libera in un range ottimale ristretto e prestabilito, con controlli particolarmente
frequenti (ad esempio ogni 10 bobine per il formato 15
kg); diametro effettivo del filo in tolleranza ristretta.
3.3 Limiti dei fili pieni tradizionalmente impiegati nella
saldatura di pipeline
Nella saldatura di pipeline, generalmente sono impiegati fili
C-Mn non legati a elevato Mn, basse impurezze e tasso di
microleganti controllato con classificazione EN ISO 14341A G 46 5 M21 4Si1 / G 42 4 C1 4Si1. L’analisi chimica
tipica degli elementi principali della soluzione Air Liquide Welding, denominata OERLIKON CARBOPIPE 70, è
riportata nella Tabella 1. I risultati ottenuti in narrow-gap
downhill confermano che la ZF del giunto saldato presenta
un notevole margine rispetto alla tensione di snervamento e
alla tenacità richiesta, anche nel caso di materiale base tipo
L485 [5]. In alcuni casi, per materiali base L450 o L485,
questa soluzione non è ottimale:
r Richiesta di over-matching “formale” rispetto al materiale base con miscela di Ar-CO2 ricca di CO2 come
protezione gassosa. Qualora sia richiesto al metallo
d’apporto il raggiungimento delle caratteristiche tensili
minime o attuali del materiale base, la classificazione di
cui sopra non consente di ottemperare a quanto richiesto
per il grado L485 MB e, a rigore, neanche per il grado L450 MB in caso di gas di protezione tipo EN ISO
14175 M31, C2 o C1.
r Particolari esigenze di tenacità in termini di Charpy
impact test o CTOD. Requisiti di CTOD sono sempre
più di frequente presenti anche nel pipeline on-shore.
L’esigenza può nascere dalle specifiche di progetto, o
dall’applicazione di un ECA per ampliare i criteri di ac750
5LYLVWD,WDOLDQDGHOOD6DOGDWXUDQ1RYHPEUH'LFHPEUH
r
cettabilità dei controlli non distruttivi o evitare PWHT
come nel caso in questione. Un filo tradizionale può non
garantire la necessaria tenacità.
Procedimenti ad elevata produttività, caratterizzati da
bassa velocità di raffreddamento, elevato apporto termico e/o interpass. Riscontrabili soprattutto nel pipeline
off-shore prevedono l’impiego di molte teste contemporaneamente, ciascuna delle quali multi torcia. Soprattutto nelle posizioni in cui tali teste saldano praticamente
in simultanea, si osserva un sensibile calo delle caratteristiche tensili nel deposito e, talvolta, della tenacità.
Saldatura per varo J in posizione 2G, in cui la saldatura
è generalmente eseguita in continuo con varie teste e
torce (possono essere impiegate contemporaneamente anche otto torce) con evidente surriscaldamento del
giunto e interpass che raggiungono facilmente anche i
350 °C. In tali circostanze le caratteristiche meccaniche
del suddetto metallo d’apporto possono non essere sufficienti a garantire i requisiti nel giunto saldato.
3.4 Filo tipo 1Ni in classificazione AWS A5.28 ER 80 S-G:
composizione chimica e caratteristiche meccaniche
Al fine di superare le suddette limitazioni, Air Liquide Welding ha deciso di mettere a punto un filo avente una chimica particolare, non prevista dalle classificazioni standard
AWS e EN ISO, a elevato Mn con l’aggiunta di 0.9% Ni,
avente il duplice effetto di aumentare leggermente le caratteristiche tensili e in maniera sostanziale la tenacità. Il filo,
denominato OERLIKON CARBOPIPE 80Ni, è classificato
AWS A5.28 ER 80S-G e EN ISO 14341-A G 50 5 M21 0
/ G 46 4 C1 0 e presenta la composizione tipica, per quanto riguarda gli elementi principali, riportata nella Tabella 2.
Anch’esso viene prodotto con tenore controllato di elementi
microleganti. I benefici in termini di resistenza/tenacità sono
evidenti dai saggi in solo metallo d’apporto, come si evince
dalla Tabella 3 che mostra la comparazione fra alcuni lotti
del filo CARBOPIPE 70 ‘standard’ e il batch messo a punto
per CARBOPIPE 80Ni.
Si evidenzia, nel caso di CARBOPIPE 80Ni un incremento
di 30-40 MPa nella tensione di snervamento e un sensibile
miglioramento della tenacità. Da esperienze che Air Liquide
Welding ha condotto su giunti di pipeline durante qualifiche
e test, incrementi notevoli di dette caratteristiche sono stati
osservati anche in giunti saldati nelle stesse condizioni con
CARBOPIPE 80Ni rispetto a CARBOPIPE 70 [5].
3.5 Impiego per Laggan-Tormore Export Pipeline
In virtù dei requisiti meccanici del giunto, in particolare
dell’esigenza emersa in sede di ECA riguardante le prove
CTOD a -20 °C e tenute in considerazione le caratteristiche
del procedimento ad apporto termico relativamente elevato, Air Liquide Welding ha consigliato a SICIM l’utilizzo di
CARBOPIPE 80Ni invece di un filo dall’analisi chimica più
tradizionale. In sede di trial e qualifica, la messa a punto del
procedimento ha comportato solamente alcuni aggiustamen-
)&LFFRPDVFRORH70HJQD´/DJJDQ7RUPRUH([SRUW3LSHOLQHµDSSOLFD]LRQHGLÀOL1LSHUVDOGDWXUDRUELWDOH1**0$:GLJLXQWL
TABELLA 3 - Prove comparative CARBOPIPE 80Ni - CARBOPIPE 70
Shielding
Gas
Wire
Trade name
Carbopipe 70
CVN Test
[%]
ReH
[N/mm2]
Rm
[N/mm2]
A%
T
Ar-CO2 80-20
494
589
24,2
-40 °C
CO2 100
460
561
26,3
Batch n.
656664
Tensile Test
Results
[J]
154
Avg.
[J]
151
168
159
160
158,4
-40 °C
64
78
74
72,0
Carbopipe 70
726198
CO2 100
506
586
22,0
-40 °C
70
65
69
68,0
Carbopipe 70
33760051
CO2 100
492
585
25,5
-40 °C
97
99
98
98,0
Carbopipe 70
3311777815 Ar-CO2 80-20
512
603
26,0
-40 °C
128
108
124
120,0
-30 °C
78
83
79
80,0
Carbopipe 70
640650
Ar-CO2 50-50
482
583
29,8
-50 °C
60
36
61
52,3
Ar-CO2 80-20
550
638
27,0
-50 °C
170
200
170
Ar-CO2 50-50
527
609
27,9
-50 °C
102
119
115
Carbopipe 80Ni AD 1757
ti nella composizione del gas di protezione con un leggero
incremento della percentuale di Argon per ottenere la stabilità d’arco richiesta.
5LVXOWDWLGHOOHTXDOLÀFKH
Le qualifiche del procedimento di saldatura si sono svolte
presso la sede SICIM a Busseto (PR). Sono state simulate le
condizioni di cantiere come richiesto. Le prove meccaniche
sono state eseguite presso i laboratori Exova in Crema. Di
seguito i risultati salienti.
4.1 Prove di trazione
Per valutare le caratteristiche tensili e l’ottenimento dell’over-matching richiesto, le prove previste dalle specifiche di
riferimento sono state ritenute sufficienti (Tabella 4).
Si osserva che, per quanto riguarda la prova di trazione
longitudinale, è stato ottenuto un valore di tensione di sner-
160
178
175,6
112,0
vamento considerevolmente alto, in linea con le attese e le
caratteristiche del materiale d’apporto abbinato al procedimento di saldatura utilizzato. E’ da notare anche l’allungamento a rottura piuttosto elevato nonostante le ragguardevoli
caratteristiche tensili, indice di una notevole energia di deformazione assorbita dal provino.
4.2 Prove di resilienza
Le specifiche di riferimento prevedevano di valutare la resilienza del giunto in ZF e FL nelle posizioni h12, h3 e h6
in Root e Cap, per un totale di 10 set di provette Charpy-V.
L’Engineering Critical Assessment ha poi previsto, visto lo
spessore di parete, di considerare la resilienza a metà spessore in posizione h3, imponendo test addizionali su ulteriori 2
set di provette. La temperatura di test è di -30 °C (Tabella 5).
I risultati hanno evidenziato valori di resilienza elevati e costanti (circa 100 J in ZF), in linea con le attese e le caratteristiche del materiale d’apporto, e riconducibili all’utilizzo di
TABELLA 4 - Prove di trazione a temperatura ambiente
Provino
Posizione
Dimensioni
(mm)
Rp 0,2%
(Nmm2)
Rt 0,5%
(N/mm2)
Rm
(N/mm2)
A
(%)
Note
AWM
h11
Ø
8,00
669
667
710
25,0
-
Trasversale
h2
25,00
x
30,40
-
-
589
-
Rottura nel
materiale base
Trasversale
h4
25,00
x
30,50
-
-
586
-
Rottura nel
materiale base
-
•
•
•
-
Requisiti
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
751
)&LFFRPDVFRORH70HJQD´/DJJDQ7RUPRUH([SRUW3LSHOLQHµDSSOLFD]LRQHGLÀOL1LSHUVDOGDWXUDRUELWDOH1**0$:GLJLXQWL
TABELLA 5 - Prove di resilienza a -30 °C
TABELLA 6 - Prove CTOD a -20 °C
Valori singoli
(J)
Posizione
Dimensioni
(mm)
WM (2 mm Root)
h12
10 x 10
98
89
118
102
WM (2 mm Cap)
h3
10 x 10
119
111
119
116
WM (Mid THK)
h3
10 x 10
107
123
113
114
WM (2 mm Root)
h3
10 x 10
118
111
108
112
WM (2 mm Cap)
h6
10 x 10
102
121
99
107
WM (2 mm Root)
h6
10 x 10
102
93
84
93
FL (2 mm Root)
h12
10 x 10
301
247
176
241
FL (2 mm Cap)
h3
10 x 10
269
322
278
290
FL (Mid THK)
h3
10 x 10
257
320
293
290
FL (2 mm Root)
h3
10 x 10
183
314
310
269
FL (2 mm Cap)
h6
10 x 10
156
305
248
236
FL (2 mm Root)
h6
10 x 10
309
326
212
282
38
38
38
45
Requisiti
apporti termici bassi in assoluto, anche se abbastanza alti per
questo procedimento di saldatura in particolare. Si osserva
inoltre la costanza dei valori ottenuti nelle diverse posizioni
di prelievo dei provini (in corrispondenza della Root, a metà
spessore e in corrispondenza del Cap). Ciò è indice dell’ottimo comportamento del metallo d’apporto al variare della
temperatura di interpass e delle condizioni di raffreddamento del giunto, come d'altronde ci si attendeva.
752
Valore
medio
(J)
Provino
Charpy-V
Provino
Posizione
J critical
(N/mm)
CTOD
(mm)
WM 01
h12
695
0,60
WM 02
h12
658
0,57
WM 03
h12
731
0,64
WM 01
h3
654
0,57
WM 02
h3
680
0,59
WM 03
h3
626
0,54
FL 01
h12
1649
1,35
FL 02
h12
1598
1,29
FL 03
h12
1426
1,15
FL 01
h3
1633
1,33
FL 02
h3
1531
1,28
FL 03
h3
1611
1,33
4.3 ECA
Il proposito dell’ECA era di dimostrare che le proprietà
meccaniche della saldatura in condizioni as welded (tenacità
in zona fusa e in zona termicamente alterata) fossero ‘accettabili’ e che quindi il trattamento termico post-saldatura non
fosse necessario. L’accettabilità è stata definita nei termini
dei requisiti del documento: “The EPRG guidelines on the
assessment of defects in transmission pipeline girth welds”
[6], e nei termini dei risultati dell’ECA stessa. Le citate guidelines illustrano infatti le proprietà richieste per assicurare che una saldatura circonferenziale tolleri la presenza di
discontinuità che rientrino in criteri di accettabilità di tipo
workmanship; illustrano inoltre un approccio conservativo
nella determinazione del comportamento a frattura.
L’analisi condotta ha quindi portato alla conclusione che il
trattamento termico post saldatura potesse essere evitato, a
patto che:
r i criteri di accettabilità delle discontinuità si basassero
su livelli di tipo “workmanship”;
r ci fossero requisiti di over-matching sulle caratteristiche
tensili (§ 4.1);
r fossero rispettati i requisiti di tenacità.
Le prove addizionali previste per la determinazione della
Figura 3 - Micrografia 100 x provino WM 01 h12
Figura 4 - Superfici di frattura provino WM 01 h12
5LYLVWD,WDOLDQDGHOOD6DOGDWXUDQ1RYHPEUH'LFHPEUH
)&LFFRPDVFRORH70HJQD´/DJJDQ7RUPRUH([SRUW3LSHOLQHµDSSOLFD]LRQHGLÀOL1LSHUVDOGDWXUDRUELWDOH1**0$:GLJLXQWL
Figura 5 - Macrografia h12
Figura 6 - Macrografia h3
tenacità sono sotto elencate:
r 2 set di 3 test CTOD con provette surface notched
SENB (ZF) – posizioni h12 e h3;
r 2 set di 3 test CTOD con provette surface notched
SENB (FL) – posizioni h12 e h3.
I requisiti: valore minimo di CTOD pari a 0,25 mm (o equivalentemente valore minimo di J-critical pari a 115 N/mm),
con temperatura di test di -20 °C. I risultati hanno evidenziato valori di CTOD elevati e costanti (sempre oltre 0,5 mm in
ZF), in linea con le attese e le caratteristiche del materiale
d’apporto, e riconducibili all’utilizzo di apporti termici bassi
in assoluto, anche se abbastanza alti per questo procedimento di saldatura in particolare. All’esame visivo tutte le fratture risultano essere di tipo duttile a elevato assorbimento
di energia (Fig. 4). La microstruttura in zona fusa è costituita da ferrite aciculare con isole di
ferrite pro-euttetoide a bordo grano.
Sia l’aspetto delle superfici di frattura
(Fig. 4), sia le metallografie (Fig. 3)
evidenziano la tenacità del deposito.
Il suddetto dato qualitativo è confermato dai valori di CTOD ottenuti.
Figura 7 - Macrografia h6
TABELLA 7 - Prova di durezza (posizione h3)
Punto
Valore
HV5
Punto
Valore
HV5
Punto
Valore
HV5
Punto
Valore
HV5
1
216
5
239
9
209
13
205
2
210
6
234
10
205
14
201
3
204
7
229
11
201
15
198
4
245
8
217
12
203
16
208
4.4 Macrografie e durezza
L’esame delle macrografie (Figg. 5, 6
e 7) eseguite ha evidenziato l’ottimale
definizione dei parametri di saldatura
(tensione d’arco, velocità di avanzamento, velocità del filo e parametri
geometrici della torcia), permettendo
al variare della larghezza del cianfrino l’ottenimento di passate di altezza
costante e ZTA di ridotte dimensioni.
Si nota anche il buon profilo interno
della root pass, ben raccordato con il
materiale base, non facile da ottenere nei procedimenti automatici senza
5LYLVWD,WDOLDQDGHOOD6DOGDWXUDQ1RYHPEUH'LFHPEUH
753
)&LFFRPDVFRORH70HJQD´/DJJDQ7RUPRUH([SRUW3LSHOLQHµDSSOLFD]LRQHGLÀOL1LSHUVDOGDWXUDRUELWDOH1**0$:GLJLXQWL
La media di produzione è stata di 11,7 saldature per giorno
con punte di 19 saldature per giorno. Questi risultati sono
stati più che soddisfacenti considerando le proibitive condizioni ambientali e meteorologiche, le poche ore di luce
al giorno in quel periodo dell’anno e gli stringenti requisiti
di qualità e sicurezza imposti. La percentuale di riparazioni
complessiva è stata del 4,4%. Anche questo risultato è da
considerarsi soddisfacente visto il piccolo numero di saldature complessive e l’esigenza di limitare al minimo il periodo di start-up e produrre a pieno regime nel più breve tempo
possibile.
6. Conclusioni
Figura 8 - Saldatura di linea
sostegno. Le durezze ottenute in posizione h3 si attestano su
valori tra 200 e 250 HV5 (Tabella 7).
5. Fase di produzione
L’esecuzione delle 340 saldature di linea si è svolta nei mesi
di Novembre e Dicembre 2011 nell’arco di 29 giorni di produzione. Erano presenti in sito 6 pipe-welder equipaggiati
con sistema di saldatura GPR–Fastweld. Sono stati impiegati mediamente 4 pipe-welder contemporaneamente (Fig. 8).
Il caso preso in esame nella presente memoria rappresenta
un esempio di come siano sempre più spesso stringenti ed
esigenti i requisiti nei lavori di saldatura su condotte di terra. Al tempo stesso il progetto in questione prevedeva una
saldatura di linea su una condotta particolare, di piccola lunghezza e forte spessore.
Lo studio e la preparazione accurata del procedimento di
saldatura, insieme all’adeguata scelta del materiale d’apporto, hanno permesso il soddisfacimento dei requisiti imposti:
over-matching della zona fusa, elevata tenacità a bassa temperatura e ECA per evitare il PWHT; ponendo le basi per un
positivo risultato in campo, in cui ai requisiti di qualità dei
giunti si è dovuta coniugare la produttività richiesta.
%LEOLRJUDÀD
[1] Specification for welding of steel pipelines on land and offshore, carbon and carbon manganese steel pipelines, BS 4515-1:2009,
British Standards Institution, December 2008.
[2] Site welding of carbon steel pipelines to API 1104 (sweet service), General Specification Pipelines - Risers, GS EP PLR 420 EN,
Rev. 07, Total Exploration & Production, October 2008.
[3] Guide to methods for assessing the acceptability of flaws in metallic structures, BS 7910: 2005, British Standards Institution, July 2005.
[4] Materiali d’apporto per saldatura - Condizioni tecniche di fornitura per i metalli d’apporto - Tipo di prodotto, dimensioni, tolleranze
e marcature, UNI EN ISO 544:2011, UNI - Ente Nazionale Italiano di Unificazione, Settembre 2011.
[5] Ciccomascolo F., Martins G., Recent developments to increase quality and productivity in both automatic and mechanized pipeline
welding, Conference “Rio Pipeline 2011”, Rio de Janeiro BR, September 2011.
[6] Knauf G., Hopkins P., The EPRG guidelines on the assessment of defects in transmission pipeline girth welds, 3R International, Vol.
35, 1996.
Francesco CICCOMASCOLO si è laureato in Ingegneria Meccanica presso l’Università di Bologna nel 1995; in seguito ha conseguito il diploma IWE e un Master di Ingegneria della Saldatura presso l’Universita’ di Ferrara. Dopo una
parentesi iniziale come progettista meccanico e fluidodinamico in G.E. Nuovo Pignone (divisione turbine a vapore e
compressori centrifughi) e in Antonelli (bracci per la distribuzione del calcestruzzo), ha svolto la sua attivita’ lavorativa
principalmente nel mondo della saldatura. In Antonelli ha ricoperto i ruoli di Responsabile QA/QC e Saldatura, interessandosi alle problematiche relative agli acciai basso legati ad elevato limite elastico. Ha lavorato poi presso PWT
(sistemi automatici e meccanizzati per la saldatura del pipeline) come Chief Welding Engineer, occupandosi sia di studi
di fattibilità tecnica che di field service per qualifiche, start up e trouble shooting nella saldatura di condotte on shore.
Dal 2008 al 2012 e’ stato Key Segment Manager - Pipe Laying presso Air Liquide Welding, promuovendo consumabili
e automazione per il suddetto segmento industriale. Attualmente è Global Industry Segment Manager - Chemical per
Boehler Welding Group. Ha fatto parte della SubCommission XI-E “Trasmission Pipelines” dell’IIW.
Tito MEGNA, Ingegnere Meccanico, International Welding Engineer, libero professionista, collabora da diversi anni
con SICIM come coordinatore delle attività di saldatura e di CND su progetti di costruzione di pipeline di grande
diametro, e di piping ed elementi strutturali in impianto, in contesti internazionali. La sua attività è focalizzata
ultimamente sulla saldatura di pipeline di acciaio al carbonio con processo GMAW meccanizzato, e sull’applicazione
di AUT con criteri di accettabilità determinati da Engineering Critical Assessment. Ha esperienza nella realizzazione e
nel controllo di saldature, eseguite con diversi processi, su acciai al carbonio e inossidabili, nonché nella saldatura di
tubazioni in HDPE per contatto con elemento termico. Cura per SICIM gli aspetti di gestione della qualità in saldatura
in accordo alle norme ISO 3834.
Gli autori desiderano ringraziare Air Liquide Welding e SICIM per l’autorizzazione alla pubblicazione della presente memoria. Le opinioni espresse sono quelle
degli autori e non necessariamente delle organizzazioni che rappresentano.
754
5LYLVWD,WDOLDQDGHOOD6DOGDWXUDQ1RYHPEUH'LFHPEUH
Resistenza meccanica ed a corrosione di
giunti simili a sovrapposizione saldati
mediante FSW (°)
G. Castagnola*
A. Squillace*
C. Bitondo*
F. Acerra**
F. Bellucci*
Sommario / Summary
Il presente lavoro descrive il comportamento meccanico
e la resistenza a corrosione di giunti simili a sovrapposizione saldati mediante Friction Stir Welding (FSW); tali
giunti sono stati realizzati da laminati di leghe AA2024
e AA6056. Sono stati investigati tre differenti velocità di
avanzamento della saldatura per ognuno dei due materiali.
Sono state effettuate: prove meccaniche statiche per avere un’informazione sulla resistenza meccanica e dei modi
di rottura; microscopia ottica per individuare difetti di
saldatura macroscopici; la resistenza a corrosione è stata
studiata mediante il monitoraggio del potenziale a circuito aperto (O.C.P.) e la polarizzazione anodica, realizzate
mediante l’applicazione sulla zona da investigare di una
cella elettrochimica a capillare, con un diametro interno
di 0.5 mm. I risultati ottenuti dai test di visualizzazione
mediante l’applicazione di gel aggressivo contenente un
indicatore di pH hanno confermato i risultati delle prove.
I risultati migliori, sia meccanici che elettrochimici sono
stati osservati per velocità di avanzamento basse. Nel caso
dei giunti AA6056 la rottura è avvenuta lungo le linee di
flusso della saldatura, mentre nel caso del AA2024 si è verificata prevalentemente nel lamierino inferiore, risultando
critica la zona termicamente alterata.
This paper describes both the mechanical and corrosion
behaviour of similar made from AA2024 and AA6056, all
(°) Memoria presentata alle Giornate Nazionali di Saldatura 6,
Workshop: “Affidabilità delle strutture e degli impianti”,
Genova, 26-27 Maggio 2011
* Università di Napoli, Federico II, Dipartimento di Ingegneria dei
Materiali e della Produzione (D.I.M.P.), Napoli
** Alenia Aeronautica SpA, Pomigliano D’Arco, Napoli
in form of rolled sheet Friction Stir Welding (FSW) lap
joints. The effects of heating using three different weld
speeds, on both alloys employed in this work, were also
investigated.
Static mechanical tests were carried out providing information about static strengths and failure modes. Optical
observation was used in investigating macroscopically
weld and welding defects.
The corrosion behaviour of such joints was investigated
by electrochemical dc techniques (open circuit potential O.C.P. - monitoring and anodic polarization) using a capillary electrochemical cell, with a resolution of 0.5 mm.
In order to confirm results obtained by local measurements, global gel visualization tests were also performed
on the same specimens.
The best mechanical and electrochemical performance
was observed when the weld speed is low. In AA6056 failure occurs in weld along the mixing area, while in the case
of welding AA2024 it occurs mainly in the lower plate,
most critical zone is the HAZ.
IIW Thesaurus Keywords:
Al Cu alloys; Al Mg Si alloys; aluminium alloys; corrosion;
corrosion tests; friction stir welding; friction welding; lap
joints; mechanical properties; mechanical tests; metallography; microstructure; process parameters; speed.
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
757
G. Castagnola et al. - Resistenza meccanica ed a corrosione di giunti simili a sovrapposizione saldati mediante FSW
1. Introduzione
La Friction Stir Welding (FSW) fu brevettata al “The Welding Institute” (TWI), UK, nel 1991 [1] come tecnica di
saldatura allo stato solido e fin dagli inizi fu applicata alle
leghe di alluminio. Nel processo di FSW il materiale è sottoposto ad un’intensa deformazione plastica ad alte temperature, producendo così una fine ricristallizazione equiassiale
dei grani (Fig. 1); tale fine microstruttura, ottenuta nei giunti
saldati mediante FSW, presenta delle ottime proprietà meccaniche [2]. Un’indagine bibliografica ha rivelato che sono
stati condotti pochi lavori sulla saldabilità mediante FSW e
sul comportamento meccanico ed elettrochimico dei giunti
realizzati mediante tale tecnica [5-9].
Le maggiori difficoltà nella caratterizzazione elettrochimica
dei giunti saldati, quale che sia la tecnica utilizzata [10-15],
si riscontra nell’investigazione delle aree interessate di dimensioni generalmente inferiori a 0.5 - 1.0 mm2. Le tecniche
tradizionali che consentono di acquisire le informazioni dei
valori su parametri importanti quali il potenziale e la velocità di corrosione, come la prova potenzio-dinamica ed il monitoraggio del potenziale a circuito aperto, consentono una
facile caratterizzazione di macro-superfici con aree non inferiori a qualche cm2. Uno dei metodi che cerca di ovviare a
tali limitazioni consiste nell’applicare le tecniche elettrochimiche tradizionali mediante l’utilizzo di una microcella [1719]. La microcella è un potente mezzo per l’investigazione
elettrochimica di superfici con aree di piccole dimensioni,
come le zone dei saldati, in tale modo è possibile acquisire le
reali proprietà di ciascuna zona di un giunto saldato [8,12].
Il presente lavoro è volto ad individuare come i parametri del
processo di saldatura influiscano sul comportamento meccanico ed a corrosione di giunti saldati mediante FSW di
interesse per l’industria aeronautica.
I risultati ottenuti in quest’indagine saranno utili per discriminare tra i giunti di interesse, i parametri di processo da
adottare sulla base dei test meccanici e dei risultati della suscettibilità a corrosione.
2. Materiali e metodi
2.1 Materiali impiegati
Le leghe di alluminio testate sono state le AA2024 e AA6056,
entrambe prodotte mediante laminazione. La composizione
nominale di tali leghe è riportata nelle Tabelle 1 e 2 [16].
Il materiale saldato nel presente studio è stato fornito da Alenia Aeronautica SpA sotto forma di lamierini di dimensione
di 500 mm x 150 mm.
Il manufatto finale è stato ottenuto utilizzando un utensile
liscio montato su una fresatrice Dormac, tale utensile ha la
geometria esposta nella Tabella 3.
I giunti investigati sono stati saldati nel modo seguente: laminato AA2024 su laminato AA2024; laminato AA6056 su
laminato AA6056.
Nelle applicazioni aeronautiche il trattamento termico
consolidato per le leghe di alluminio utilizzate per “skin”
e “stringer” per i materiali base prima della saldatura, così
come investigato nel presente lavoro, è l’invecchiamento naturale, leghe AA2024-T3 e AA6056-T4.
Figura 2 - Configurazione geometrica dei giunti e schema dei test meccanici statici
TABELLA 3 - Geometria dell’utensile
Figura 1 - Rappresentazione schematica di un processo di Friction Stir
Welding
Tool Shape
Dimension
Taper [D]
10°
Pin base diameter [d]
6,80 mm
Pin height [h]
3,70 mm
Shoulder diameter [D]
13,60 mm
TABELLA 1 - Composizione chimica nominale della lega AA2024
Si %
Fe %
Cu %
Mn %
Mg %
Cr %
Ti %
Zn %
Al %
0,15
0,20
3,1 - 4,5
0,15 - 0,5
1,2 - 1,5
0,10
0,15
0,25
Bal.
TABELLA 2 - Composizione chimica nominale della lega AA6056
758
Si %
Fe %
Cu %
Mn %
Mg %
Cr %
Zr + Ti %
Zn %
Al %
0,70 - 1,3
0,50
0,5 - 1,1
0,4 - 1,0
0,6 - 1,2
0,25
”
0,1 - 0,7
Bal.
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
G. Castagnola et al. - Resistenza meccanica ed a corrosione di giunti simili a sovrapposizione saldati mediante FSW
TABELLA 4 - Parametri del processo di saldatura utilizzati
Welding parameters matrix
Joint
Upper plate
Lower plate
AA2024
(2.26 mm)
AA2024
(2.26 mm)
La
Lb
Ld
115
I parametri di processo utilizzati sono riportati nella Tabella
4 ed è stata valutata la saldabilità di tali giunti. La configurazione utilizzata per i giunti è rappresentata nella Figura 2.
2.2 Macrografie
Dopo la saldatura sono state effettuate alcune macrografie
della sezione trasversale la direzione di saldatura nel materiale saldato e nel foro di uscita dell’utensile per ciascun
giunto. Ciò ha permesso, oltre che di valutare l’esito della
saldatura, anche l’estensione delle zone TMAZ e HAZ.
2.3 Test meccanici statici
I test sono stati condotti utilizzando una macchina MTS Alliance RT/50. Sebbene questi test non consentano uno stato
tensionale piano e mono-assiale (Fig. 2), risulta comunque
possibile effettuare una comparazione tra i giunti ed un’analisi preliminare sulla saldabilità stessa dei giunti. Sono stati
considerati tre test andati a buon fine per ogni tipologia di
saldatura. Le frecce mostrano la direzione di applicazione
del carico.
Rotation
speed (RPM)
AA6056
(2.56 mm)
AA6056
(6.35 mm)
500
clockwise
165
230
Lf
Tilt
angle
115
Lc
Le
Figura 3 - La cella elettrochimica a capillare utilizzata:
(a) disegno schematico della tecnica a microcella; (b) la
microcella montata su microscopio
Weld speed
(mm/min)
165
1°
500
anticlockwise
230
nei test di questo lavoro è di circa 500 μm. La microcella è
fissata ad un portaobiettivi girevole ed il campione è montato
sul supporto del microscopio.
Questa configurazione consente di cercare una specifica area
del campione prima di cambiare l’obiettivo con il capillare,
cosi è possibile posizionare la microcella in maniera semplice, precisa e veloce. Inoltre, sono inseriti nel capillare un
elettrodo di riferimento ed un contro-elettrodo, ciò consente
il controllo della cella per l’effettuazione di test elettrochimici sulla superficie da analizzare. L’apparato è completato
da un potenziostato/galvanostato Solartron, modello 1286,
controllato dal software CorrWare.
2.6 Monitoraggio del potenziale a circuito aperto
Dopo la lucidatura, il campione è stato immerso nella soluzione di prova ed il suo OCP è stato monitorato per 60 s.
L’elettrodo di riferimento utilizzato in tutti i test è al Ag/
AgCl saturo. Tutti i test elettrochimici sono stati condotti
in soluzione acquosa di NaCl al 3.5% in peso a temperatura
ambiente.
2.4 Preparazione dei provini
Tutti i provini dei giunti saldati sono stati sottoposti ad una
preparazione della superficie a monte delle prove elettrochimiche. La preparazione, utilizzata anche per la preparazione delle superfici a test metallografici, è consistita nelle fasi
di lappatura e lucidatura, la pulitura è stata realizzata con
l’utilizzo di dischi Struers utilizzati in successione con granulometrie decrescenti P220, P600, P800, P1200, P2400, la
lucidatura finale è stata fatta con paste diamantate da 1 μm
e 0.5 μm.
2.7 Polarizzazione anodica
Le polarizzazioni potenziodinamiche sono state eseguite in
maniera tale da investigare la sola caratteristica anodica del
materiale.
Il set-up individuato presentava come punto di inizio della
scansione un valore di 30 mV al di sotto dell’OCP fino ad
un potenziale finale di -500 mV, al di sotto del potenziale
di riferimento, oppure -400 mV se necessario. La velocità
di scansione adottata è stata di 0.5 mV/s, al fine di evitare
fenomeni di aerazione differenziale [17].
2.5 Configurazione microcella
La configurazione per le prove elettrochimiche è basata
sull’uso di un capillare, come mostrato schematicamente
nella Figura 3a. La microcella è stata montata nella posizione di un obiettivo di un microscopio, consentendo in tal
modo un posizionamento preciso del capillare, la microcella
completamente assemblata è mostrata nella Figura 3b.
Consiste principalmente in un capillare riempito con elettrolita. Il diametro interno dell’estremità del capillare utilizzato
2.8 Microscopio ottico
A valle delle polarizzazioni sono state acquisite delle immagini dell’area anodizzata mediante un microscopio ZEISS
AXIOSKOP 40 utilizzando una macchina fotografica digitale NIKON COOLPIX 5000.
Tali fotografie sono state elaborate utilizzando un software
Leica IM50 al fine di calcolare le dimensioni dei pits. Tutte
le foto sono state fatte con uno zoom della macchina fotografica di 3x ad un ingrandimento del microscopio di 10x.
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
759
G. Castagnola et al. - Resistenza meccanica ed a corrosione di giunti simili a sovrapposizione saldati mediante FSW
Figura 4 - Sezione trasversale (a) e foro di uscita (b) del provino La
Figura 5 - Sezione trasversale (a) e foro di uscita (b) del provino Lb
Figura 6 - Sezione trasversale (a) e foro di uscita (b) del provino Lc
Figura 7 - Sezione trasversale (a) e foro di uscita (b) del provino Ld
Figura 8 - Sezione trasversale (a) e foro di uscita (b) del provino Le
Figura 9 - Sezione trasversale (a) e foro di uscita (b) del provino Lf
2.9 Test di visualizzazione mediante gel
Tale test, attraverso un indicatore universale di pH, identifica sulla superficie di un campione preparato come precedentemente descritto, le zone acide e le zone alcaline che si
formano a seguito di un attacco chimico o elettrochimico sul
materiale.
760
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
La composizione del gel è la seguente:
r
100 ml di acqua distillata;
r
0,035 g di NaCl;
r
3 g di Agar (fattore gelificante);
r
15 ml di indicatore universale di
pH.
Lo ione cloruro in acqua è responsabile dei fenomeni corrosivi dell’alluminio; l’Agar è il polimero che funge da
gelificante, tale da controllare le condizioni ambientali scelte ed impedire
la volatilizzazione dell’indicatore di
pH.
3.
Risultati e Discussione
3.1 Microscopia ottica
Per le osservazioni al microscopio ottico i campioni da analizzare sono stati ricavati dall’area saldata per ognuno
dei giunti realizzati.
Come già noto e riscontrabile in letteratura, l’estensione delle zone HAZ
e TMAZ decresce quando aumenta la
velocità di saldatura; questa occorrenza risulta verificata sia per i giunti realizzati con AA2024 che AA6056 come
può essere osservato nelle parti (a) e
(b) delle Figure dalla 4 alla 9.
La qualità complessiva dei giunti è buona per i giunti realizzati in
AA2024, mentre seri difetti diventano
evidenti alle più alte velocità di saldatura per i giunti realizzati con la lega di
alluminio 6056 (Fig. 7a).
3.2 Test meccanici statici
Tutte le tre tipologie di giunti realizzati
sono state sottoposte a test meccanici
statici. Per ottenere valori comparabili
per ognuno dei materiali considerati
(AA2024 e AA6056), i valori del carico di rottura ottenuti sono stati normalizzati sulla larghezza del provino.
I risultati dei carichi normalizzati indicano una resistenza meccanica migliore alle basse velocità di saldatura.
Ma mentre per i giunti realizzati in
AA6056 è possibile notare una tendenza di peggioramento netta all’aumentare della velocità di saldatura (Fig. 11), lo stesso comportamento non è vero per la lega AA2024: non è, infatti,
possibile definire una tendenza decisa di comportamento
(Fig. 10).
Questo indica che per la lega AA6056 i parametri adottati
G. Castagnola et al. - Resistenza meccanica ed a corrosione di giunti simili a sovrapposizione saldati mediante FSW
Figura 10 - Carichi di rottura medi normalizzati per i giunti 2024
Figura 12 - Modo di rottura dei provini La, Lb e Lc
Figura 13 - Modo di rottura dei provini Ld
Figura 14 - Modo di rottura dei provini Le e Lf
sono al limite della finestra di saldabilità, mentre per la lega
AA2024, tutti i parametri adottati sono efficaci alla saldatura. Non sono state fatte comparazioni tra i risultati meccanici
delle due leghe in esame in quanto gli spessori dei lamierini
saldati sono diversi, inoltre le due leghe hanno diverse finalità di applicazione.
3.3 Modi di rottura
Dalle Figure 12, 13 e 14, che rappresentano i provini rotti a
conclusione dei test meccanici statici, è possibile analizzare
Figura 11 - Carichi di rottura medi normalizzati per i giunti 6056
le modalità di rottura dei giunti saldati: la rottura avviene
principalmente nel lamierino inferiore nel caso della lega
AA2024, mentre nel caso della lega AA6056 la rottura avviene lungo la zona saldata tra i due lamierini.
Da queste figure è anche possibile studiare la direzione principale lungo la quale si propaga la cricca. A questo punto è
necessario distinguere nettamente i due casi in quanto presentano anche geometrie diverse.
Nella lega 2024 è possibile notare che tutte le cricche iniziano nella regione termicamente alterata (HAZ), ma piuttosto
che proseguire all’interno del cordone di saldatura procedono nella lamiera inferiore, ciò dimostra l’efficacia del processo di saldatura stesso.
Diverso è il caso dei giunti saldati in AA6056, infatti le lamiere saldate sono di diverso spessore. In particolare, la lamiera inferiore ha spessore decisamente maggiore rispetto
a quella superiore (circa 2,48 volte); questo comporta una
rigidità decisamente superiore che, insieme alla geometria di
prova, non equiassiale e piana, comporta una diversa interpretazione dei dati. Infatti, la rottura in questo caso avviene
sempre lungo la saldatura stessa, nel caso del giunto a più
bassa velocità di avanzamento dell’utensile, quindi più caldo, la rottura avviene con notevole deformazione del laminato superiore, per gli altri due giunti saldati la rottura avviene
quasi senza deformazione del giunto superiore, quasi con
distacco, questo riflette l’andamento delle prove meccaniche
statiche.
3.4 Tecnica della Microcella
Le prove di OCP e di polarizzazione anodica sono state condotte sulla sezione trasversale dei giunti saldati a sovrapposizione così come è mostrato nella Figura 15.
Non è stato possibile investigare il comportamento della regione HAZ a causa delle sue ridotte dimensioni (pochi micron) a fronte del diametro del capillare impiegato nel precedente studio. Le aeree studiate nel presente lavoro sono
(i) a, (ii) n, (iii) r, in corrispondenza della lamiera superiore;
(iv) md-a, (v) md-n, (vi) md-r, in corrispondenza delle zone
di contatto dove avviene il mescolamento del materiale tra i
due lamierini sovrapposti; (vii) deep, nel lamierino inferiore.
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
761
G. Castagnola et al. - Resistenza meccanica ed a corrosione di giunti simili a sovrapposizione saldati mediante FSW
Figura 15 - Posizioni del capillare utilizzate per le prove elettrochimiche
3.5 Monitoraggio OCP e test di polarizzazione
Dalle prove di OCP e di polarizzazione si ottengono delle curve del valore di potenziale rispetto al tempo ed alla
densità di corrente rispettivamente; per poter confrontare in
maniera semplificata questa notevole quantità di dati è stato
scelto di ricavare e rappresentare i valori di potenziale di
corrosione e di pitting così come riportato nella Figura 16;
infatti il potenziale di corrosione (coincidente con il potenziale a circuito aperto) rappresenta le condizioni di equilibrio a cui si porta il materiale non ancora corroso, mentre il
potenziale di pitting rappresenta quel valore per cui la velocità di corrosione aumenta di vari ordini di grandezza, a tale
aumento, che si verifica localmente, corrisponde un proporzionale aumento della velocità con cui si riduce lo spessore
della lamiera, potendo quindi essere causa di cedimenti catastrofici della struttura.
Dal confronto tra i potenziali di corrosione e il materiale
base è possibile ottenere un’indicazione sull’innescarsi di
possibili fenomeni di corrosione galvanica tra zone dello
stesso giunto.
Tale fenomeno può essere amplificato nei giunti saldati: se
l’area anodica corrisponde ad una delle zone saldate, la velocità di corrosione aumenta notevolmente, infatti la velocità
di corrosione per accoppiamento galvanico è proporzionale
Figura 16 - Estrapolazione dei valori del potenziale di corrosione
(Ecorr) e di pitting (Epit).
762
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
al rapporto tra area anodica e catodica. Invece, il confronto
tra i potenziali di corrosione ed il potenziale di pitting della
stessa zona, dà indicazioni sulla possibilità che il giunto possa presentare un tratto di passività aumentando la resistenza
a corrosione del giunto stesso, o che tale passività non sia
sufficiente.
Infine, il confronto tra i potenziali di pitting dello stesso
giunto e il potenziale di pitting del materiale base può dare
un’indicazione su come il processo di saldatura incida sulla
resistenza a corrosione del giunto.
Nelle Figure dalla 17 alla 22 la linea continua rappresenta
il potenziale di corrosione del materiale base corrispondente ai
valori Ecorr (AA2024) = -652 mV e Ecorr (AA6056) = -745 mV,
entrambi misurati rispetto all’elettrodo di riferimento al Ag/
AgCl.
Le misure dei potenziali di corrosione mostrano come il
cordone di saldatura presenti un comportamento anodico
rispetto al materiale base, questa tendenza è accentuata soprattutto nella zona “advancing” del laminato superiore, il
suo comportamento è comunque paragonabile a quello della
zona md-n soprattutto per la coincidenza dei potenziali di
pitting; risulta critica però solo la zona “advancing” in quanto è esposta verso la superficie del giunto.
Anche i potenziali di pitting risultano inferiori rispetto a
quello del materiale base.
Si può notare inoltre che per la zona deep risulta un’ampia
dispersione dei dati, indice di variazione delle caratteristiche
di questa zona lungo la direzione di saldatura. Infine, sia la
zona del nugget della lamiera superiore sia la zona di miscelazione dei materiali, appartenenti ai due laminati saldati,
presentano caratteristiche prossime a quelle del materiale
base.
Il giunto La ha ricevuto un maggior apporto di calore generato dall’attrito tra i giunti realizzati in AA2024 ed è stato
realizzato con velocità di saldatura di 115 mm/min.
Per il giunto Lb (AA2024, 165 mm/min) la maggior dispersione di dati è stata evidenziata nella zona md-n. Anche in
questo caso il comportamento del cordone di saldatura è nel
complesso anodico rispetto al materiale base. Sono più critiche le zone termomeccanicamente alterate, particolare criticità riguarda la zona md-a, infatti si trova in prossimità della
zona in cui vengono a contatto i due laminati, con possibilità
di corrosione per crevice.
Infine, la zona del nugget della lamiera superiore e quella di
affondamento del pin in quella inferiore, deep, presentano
valori prossimi al materiale base.
Il giunto realizzato in AA2024 più freddo (Lc), con velocità
di avanzamento del pin di 230 mm/min, presenta la maggior
dispersione dei dati per la nugget zone superiore. Anche per
questo giunto il comportamento globale è anodico rispetto al
materiale base, il comportamento in quasi tutte le zone del
cordone è più vicino a quello del materiale base.
Come è stato già osservato per i test meccanici, il comportamento peggiore lo si nota per il giunto realizzato con la
velocità di saldatura intermedia (165 mm/min) tra quelli rea-
G. Castagnola et al. - Resistenza meccanica ed a corrosione di giunti simili a sovrapposizione saldati mediante FSW
Figura 17 - Intervallo dei potenziali di corrosione e di pitting per le
zone investigate nel giunto La
Figura 18 - Intervallo dei potenziali di corrosione e di pitting per le
zone investigate nel giunto Lb
Figura 19 - Intervallo dei potenziali di corrosione e di pitting per le
zone investigate nel giunto Lc
Figura 20 - Intervallo dei potenziali di corrosione e di pitting per le
zone investigate nel giunto Ld
lizzati con la lega AA2024, il comportamento migliore invece è ottenuto dal giunto più caldo realizzato con la velocità
di avanzamento dell’utensile più bassa (115 mm/min). Ciò
è vero in quando il comportamento del nugget del lamierino
superiore presenta una grande dispersione di valori, tale dispersione può portare ad un accoppiamento galvanico della
nugget zone, di area piccola, che può portare a correnti locali
anche molto elevate.
Questo comportamento può essere spiegato, sia per le prove
meccaniche che elettrochimiche, dalla completa ricristallizzazione della zona del nugget e quindi dalla parziale modifica della forma dei grani indotta dal calore prodotto dal
passaggio dell’utensile.
È possibile inoltre notare come la zona con maggiore dispersione dei valori si sposti verso l’alto con l’aumentare della
velocità di avanzamento, fino alla velocità di 230 mm/min
che non consente la completa ricristallizzazione del nugget.
I grafici per i giunti realizzati in lega di alluminio 6056 sono
mostrati nelle Figure 17, 18 e 19. A causa della presenza
di difetti con vuoti non è stato possibile eseguire le misure
nella zona denominata md-n.
Il giunto Ld presenta la migliore performance da un punto di
vista elettrochimico, mentre gli altri due giunti non mostrano significative differenze. Tutti i giunti, inoltre, presentano
una marcata dispersione dei dati misurati.
Tutti i giunti realizzati in AA6056 presentano una significativa passività che migliora il loro comportamento a corrosione in ogni area testata.
In questa caratterizzazione è possibile comparare direttamente le due leghe per un possibile uso nelle applicazioni
FSW. Sia la passività sia le piccole differenze nel potenziale
di corrosione del materiale base e delle aree modificate della
zona saldata indicano un grande vantaggio nell’utilizzo della
lega AA6056 per la durabilità delle strutture.
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
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G. Castagnola et al. - Resistenza meccanica ed a corrosione di giunti simili a sovrapposizione saldati mediante FSW
Figura 21 - Intervallo dei potenziali di corrosione e di pitting per le
zone investigate nel giunto Le
Figura 22 - Intervallo dei potenziali di corrosione e di pitting per le
zone investigate nel giunto Lf
3.6 Test di visualizzazione mediante gel
Le Figure 20 e 21 rappresentano i giunti sottoposti al Gel
Test all’insorgere dei fenomeni di corrosione evidenti.
Mediante tale metodo è possibile osservare se i giunti corrodono formando una cella galvanica e se, e dove, si innescano
fenomeni di pitting.
Si possono evidenziare celle galvaniche in quanto l’indicatore universale inserito nella ricetta di preparazione del gel
colora in blu le aree catodiche, mentre le aree anodiche si
colorano in rosso.
Quando si presenta una colorazione solo di tipo corrosivo,
rosso, si può ragionevolmente supporre che il fenomeno di
tipo corrosivo innescato non sia dovuto ad accoppiamento
galvanico. Nella Figura 23 - rappresentativa di tutti i giunti
saldati in AA2024 e del giunto risultato più suscettibile a
corrosione dalle prove elettrochimiche - si può notare che i
primi fenomeni di innesco evidente della corrosione partano maggiormente in corrispondenza della zona md-r ed in
maniera meno evidente della zona md-a, in particolar modo
in corrispondenza della fine di questa, dove inizia l’intercapedine costituita dai due laminati. Il fenomeno di innesco è
spiegabile tramite corrosione di tipo crevice che si verifica in
corrispondenza di discontinuità delle superfici.
Anche per i giunti realizzati in AA6056 (Fig. 24) i punti di
innesco sono nelle zone di interfaccia ed iniziale corrosione
crevice. Quindi per tutti i tipi di giunti è necessario prevedere una opportuna protezione delle aree più suscettibili a cor-
rosione ed esposte verso l’atmosfera nella struttura, queste
aree sono quelle corrispondenti all’interfaccia non saldata
tra i due laminati in prossimità delle zone md-a e md-r, queste zone sono suscettibili alla corrosione per crevice.
Tali immagini non sono, però, esaustive dei fenomeni di corrosione che si possono verificare su un giunto sottoposto a
Gel Test. Infatti, la colorazione del gel è influenzata anche
dalla cinetica dei fenomeni corrosivi: se la velocità di corrosione è sufficientemente lenta, i cationi acidi hanno sufficiente tempo di diffondere nel mezzo e diluire la colorazione
data dall’indicatore universale di pH.
Al fine di analizzare tutti i fenomeni che si sono verificati
sulla superficie esposta al gel sono state effettuate delle micrografie del giunto a valle del test di corrosione.
Dalla Figura 25 si possono osservare i fenomeni di corrosione del giunto La (AA2024, 115 mm/min). Nelle zone del
laminato superiore non si osservano fenomeni significativi.
Figura 23 - Punto di innesco dei fenomeni di corrosione, giunto Lb.
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Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
Figura 24 - Punto di innesco dei fenomeni di corrosione, giunto Ld
G. Castagnola et al. - Resistenza meccanica ed a corrosione di giunti simili a sovrapposizione saldati mediante FSW
Figura 25 - Superficie del giunto La dopo il Gel Test in corrispondenza
delle zone a (i), n (ii), r (iii), md-a (iv), md-n (v), md-r (vi) e deep (vii)
Figura 26 - Superficie del giunto Lb dopo il Gel Test in corrispondenza
delle zone a (i), n (ii), r (iii), md-a (iv), md-n (v), md-r (vi) e deep (vii)
Nella zona di miscelamento
del materiale dei due laminati risultano evidenziate
dai fenomeni corrosivi le
linee di flusso lungo le quali
è avvenuto il miscelamento durante la saldatura. È
possibile riscontrare anche
un fenomeno di corrosione non profondo nella zona
deep. Come già dimostrato
dalle prove elettrochimiche il giunto Lb (AA2024,
165 mm/min), mostrato
nella Figura 18, si presenta maggiormente attaccato
dalla corrosione. Sono particolarmente aggredite dalla
corrosione le zone a, md-n
e deep, nella zona indicata
nella Figura 26 (vi) md-r,
si nota come i fenomeni di
corrosione si accentuino
all’interfaccia tra i due laminati. L’ultimo dei giunti
in AA2024 (Fig. 27), Lc
(230 mm/min), mostra, oltre
ai fenomeni di innesco per
crevice nella zona md-r, un
fenomeno di attacco nella
zona del nugget (Fig. 27-ii).
Per i giunti in AA2024, si è
potuto notare, come già evidenziato dalle prove elettrochimiche, come i fenomeni
di corrosione non indotti
da crevice, si spostino nel
cordone di saldatura dal laminato inferiore a quello
superiore all’aumentare della velocità di avanzamento.
Il giunto Ld (AA6056, 115
mm/min), come mostrato
nella Figura 28, non presenta
evidenti segni di corrosione,
a meno di fenomeni trascurabili innescatisi nella zona
md-a (come nella Figura 28iv) da corrosione crevice. Il
giunto Le, rappresentato in
Figura 29, (AA6056, 161
mm/min) non presenta segni evidenti di corrosione. I
punti attaccati corrispondono alle zone md-n e md-r e
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G. Castagnola et al. - Resistenza meccanica ed a corrosione di giunti simili a sovrapposizione saldati mediante FSW
Figura 27 - Superficie del giunto Lc dopo il Gel Test in corrispondenza
delle zone a (i), n (ii), r (iii), md-a (iv), md-n (v), md-r (vi) e deep (vii)
Figura 28 - Superficie del giunto Ld dopo il Gel Test in corrispondenza
delle zone a (i), n (ii), r (iii), md-a (iv), md-n (v), md-r (vi) e deep (vii)
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Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
sono attribuibili a corrosione
crevice, infatti, come è possibile evincere dalla Figura
28 (v) e (vi), sono localizzati
nei punti in cui sono presenti
evidenti difetti di saldatura, corrispondenti alle zone
dove non è stato possibile
effettuare le prove elettrochimiche. Infine il giunto
Lf (AA6056, 230 mm/min),
mostrato nella Figura 30,
non presenta particolari differenze di rilievo rispetto al
precedente da un punto di
vista dei fenomeni corrosivi, infatti questi sembrano
accentuati, ma i fenomeni
mostrati sono accentuati dalla maggiore difettosità del
giunto. Da tali prove di visualizzazione mediante gel,
si trova quindi riscontro alle
prove elettrochimiche realizzate mediante microcella.
4. Conclusioni
Il lavoro realizzato sulle proprietà meccaniche ed elettrochimiche di giunti a sovrapposizione, in lega AA2024
e AA6056, saldati mediante
FSW, consente di concludere
quanto descritto di seguito.
La qualità complessiva dei
giunti in AA2024 è buona,
mentre seri difetti diventano
evidenti alle più alte velocità
di saldatura per i giunti realizzati con la lega di alluminio 6056. Le prove meccaniche statiche dimostrano che
i parametri di saldatura adottati sono efficaci nel caso
della lega AA2024 e che la
rottura dei giunti avviene nel
lamierino inferiore con innesco nella zona termicamente
alterata.
I parametri adottati per la saldatura sono prossimi al limite della finestra di saldabilità
della lega AA6056, questo,
oltre ad essere evidenziato
G. Castagnola et al. - Resistenza meccanica ed a corrosione di giunti simili a sovrapposizione saldati mediante FSW
dalla difettosità dei giunti
più freddi, è reso evidente
dalle prove meccaniche, infatti la rottura avviene lungo la linea di miscelazione
dei materiali, all’interno del
cordone di saldatura, senza deformazione del laminato superiore per i giunti
realizzati con velocità di
saldatura più elevate. Il
giunto AA6056, più caldo,
realizzato alla velocità di
saldatura più bassa, risulta
più performante, la rottura
nel cordone in questo caso
è imputabile alla differenza
di spessore tra i due laminati saldati.
È evidente infatti la deformazione del laminato superiore, più sottile. Le prove
elettrochimiche dimostrano
come le proprietà della lega
AA2024 nella zona saldata
siano anodiche rispetto al
materiale base, così come
all’aumentare della velocità di saldatura. Il calore
apportato fa, inoltre, variare
lungo l’altezza del giunto le
proprietà del materiale.
Tali conclusioni trovano
conforto nei test di corrosione mediante gel.
Le proprietà di resistenza
alla corrosione della lega
AA6056 non risultano sensibilmente inficiate dal processo di saldatura.
Le caratteristiche geometriche dei giunti realizzati
secondo la configurazione
proposta presentano problematiche importanti di
corrosione per crevice. Per
un utilizzo di tale geometria deve essere studiato
un opportuno sistema di
protezione dalla corrosione
all’interfaccia dei materiali
saldati. Le prove elettrochimiche ed i test di corrosione mediante gel risultano in
accordo.
Figura 29 - Superficie del giunto Le dopo il Gel Test in corrispondenza
delle zone a (i), n (ii), r (iii), md-a (iv), md-n (v), md-r (vi) e deep (vii)
Figura 30 - Superficie del giunto Lf dopo il Gel Test in corrispondenza
delle zone a (i), n (ii), r (iii), md-a (iv), md-n (v), md-r (vi) e deep (vii)
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Sankaran, Scripta Materialia 45 (2001) 605-612.
Ringraziamenti
Questo lavoro è stato condotto all’interno del progetto di ricerca nazionale “Friction Stir Welding” finanziato dalla L. 297.
Giovanni CASTAGNOLA, progettista dall’ottobre 2011 presso Ansaldo Nucleare SpA nell’unità del decommissioning e waste management svolge, inoltre, supervisione tecnica nella ricerca su trattamenti elettrochimici di
rifiuti radioattivi. Nel 2011 collabora con Ansaldo Nucleare SpA nell’ambito del decommissioning e waste management e svolge saltuariamente attività nello sviluppo dei reattori di IV generazione e a fusione. Ha conseguito
nel gennaio 2011 un master universitario di secondo livello in “Scienze e tecnologie degli impianti nucleari”,
presso l’Università degli Studi di Genova. Nel 2009 ha conseguito il Dottorato di Ricerca in “Tecnologie e sistemi
di produzione”, presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II, Dipartimento di Ingegneria dei Materiali
e della Produzione (D.I.M.P.) con una tesi in Chimica - Fisica. Durante tale Dottorato è stato “visiting student”
presso il Corrosion and Protection Centre della School of Materials della “University of Manchester” per un
periodo di formazione all’estero. Presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II ha conseguito nell’ottobre
2006 una laurea quinquennale in “Ingegneria Chimica” con tesi in Corrosione e protezione dei materiali. Ha
partecipato a progetti di ricerca nazionali (L. 297) ed europei (Wel-Air ed Aeromag), anche nell’ambito di collaborazioni tra D.I.M.P. e Alenia Aeronautica S.p.A. e fatto parte del comitato organizzatore locale del “Second
World Congress on Corrosion in the Military“ tenutosi a Napoli nel 2007. Ha effettuato presentazioni a diversi
workshop e congressi nazionali ed internazionali ed alcune pubblicazioni. E’ stato vincitore nel 2008 del premio
istituito dalla regione Campania “Scrivi il futuro” per l’area tematica “Nuovi Materiali” con il progetto “Tecniche non invasive di monitoraggio e ripristino di strutture in calcestruzzo armato”.
Antonino SQUILLACE, laureato in Ingegneria Meccanica presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università
degli Studi di Napoli Federico II, consegue un Dottorato di Ricerca in “Tecnologie dei Materiali ed Impianti
Industriali” presso la stessa Università. Ricercatore Universitario in “Tecnologie e Sistemi di Lavorazione”,
svolge attività didattica universitaria presso la Facoltà di Ingegneria, Corso di “Tecnologie Generali dei
Materiali”. L’Attività e la produzione scientifica presso il Dipartimento di Ingegneria dei Materiali e della
Produzione (DIMP) dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, riguarda essenzialmente lo studio di
giunzioni di tipo meccanico di materiali compositi a matrice polimerica e rinforzo fibroso e successivamente
di compositi ibridi, in collaborazione con Alenia Aeronautica. Il secondo campo di ricerca indagato è quello
della saldatura Friction Stir Welding (FSW) di leghe leggere per applicazioni in campo aeronautico. Una
parte dell’attività di ricerca, scaturita da specifiche collaborazioni con grandi aziende del settore aeronautico
nazionale, ha riguardato la saldatura laser di leghe di alluminio.
768
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
G. Castagnola et al. - Resistenza meccanica ed a corrosione di giunti simili a sovrapposizione saldati mediante FSW
La quarta attività di ricerca ha visto l’attenzione focalizzarsi sui controlli non distruttivi mediante termografia
all’infrarosso, principalmente con tecnica lock in. Una breve attività è scaturita da un’interessante rapporto
di collaborazione scientifica con il Dipartimento di Scienze Odontostomatologiche e Maxillo-Facciali
dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, riguardante gli impianti dentali in titanio.
Attività a latere hanno riguardato la caratterizzazione e modellazione del comportamento di leghe a memoria
di forma (SMA), la caratterizzazione del comportamento di materiali plastici stampati, l’utilizzo di fibre ottiche
nell’health monitoring di strutture metalliche e i meccanismi di delaminazione di materiali compositi.
E’ responsabile scientifico di numerosi progetti e convenzioni di ricerca ed autore di pubblicazioni su riviste
internazionali e su atti di convegni nazionali ed internazionali.
Ciro BITONDO, si laurea in Ingegneria Chimica presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di
Napoli Federico II, con tesi sulla Corrosione e Protezione dei Materiali, Effetti del trattamento termico e della
composizione sul comportamento alla corrosione di leghe di alluminio della serie 7000 per strutture FML.
Nel 2010 consegue un Dottorato di Ricerca, presso il DIMP Tecnologie dell’Università di Napoli, in “Tecnologie
e sistemi di Produzione”: Laser Beam e Friction Stir Welding di leghe innovative di alluminio e titanio in
campo aeronautico, analisi delle proprietà meccaniche e della resistenza alla corrosione, studio dell’influenza
di trattamenti superficiali (chimico-fisici) su tali proprietà. Ha svolto diverse attività acquisendo capacità e
competenze tecniche relative a: Tecniche Sperimentali - Chimica, Corrosione: Polarizzazioni Elettrochimiche,
Spettroscopia di Impedenza Elettrochimica (EIS), Microscopio Ottico, Microscopio Elettronico a Scansione
(SEM) e utilizzo sonda EDS, Analisi Microstrutturale - Metallografica mediante Etching, Lappatura e lucidatura
di materiali, Scansione Calorimetrica Differenziale (DSC); Tecniche Sperimentali - Meccanica: Compressione,
Trazione, Fatica, Durezza, Microdurezza, Rugosità, Stress Corrosion Cracking, Hoop-Stress, Saldatura FSW,
Misure degli spessori agli ultrasuoni. Tecniche sperimentali - Statistica: Design of Experiment (DoE), Metodi e
strategie per la pianificazione sperimentale in ambito scientifico e industriale, per l’ottimizzazione dei prodotti e
dei processi. E’ autore di diverse pubblicazioni su riviste e presentazioni a congressi nazionali ed internazionali.
Francesco ACERRA, laureato in Ingegneria Aerospaziale, dal 2004 svolge la sua attività professionale
presso Alenia Aeronautica di Pomigliano d’Arco nell’Ente “Ricerca”. L’esperienza maturata in tale periodo
include l’approfondita conoscenza della tecnologia di saldatura “Laser Beam Welding” su materiali metallici
tradizionali ed innovativi. Svolge corsi, per la qualifica degli operatori, relativi a “trattamenti termici di leghe di
alluminio e leghe di acciaio” e “inginocchiatura a caldo di leghe di alluminio”. Partecipa attivamente a diversi
progetti nazionali ed europei sulla saldatura friction stir di leghe di alluminio tradizionali ed innovative e sulle
relative applicazioni strutturali in aeronautica e sui trattamenti termici di parti in leghe di alluminio saldate
fiction stir. E’ responsabile WP del progetto di ricerca riguardante la nanostrutturazione, mediante tecnologia
di Accumulative Roll Bonding (ARB), di materiali metallici utilizzati in campo aeronautico (leghe di alluminio).
E’ coinvolto in attività di caratterizzazione di nuove leghe leggere, quali leghe di alluminio-litio ed alluminioscandio. Dal 2009 è in forza all’Ente “Materiali e Processi”, in particolare per quanto riguarda la Tecnologia
dei Materiali Metallici ed è coinvolto nel Programma Bombardier Aerospace C-Series come Focal Point delle
Tecnologie e dei Processi dei Materiali Metallici. Dal 2012 è Project Manager di un progetto nazionale sulla
saldatura laser beam di leghe di titanio aeronautico e sulle relative applicazioni strutturali in aeronautica,
per l’ottimizzazione/riduzione del Buy to Fly Ratio. Da Settembre 2012 è Project Manager di un progetto
del Distretto Aerospaziale Campano sulle leghe di alluminio innovative (AlLi, AlSc, ed altre leghe innovative
proposte da produttori mondiali delle stesse per applicazioni aeronautiche), processi innovativi di fabbricazione
ed assemblaggio di parti aeronautiche e selezione e messa a punto di materiali e processi ecocompatibili per il
trattamento delle superfici di componenti aeronautici. Ha pubblicato diversi lavori su riviste scientifiche e ha
presentato numerose memorie a convegni scientifici nazionali ed esteri.
Francesco BELLUCCI, laureato in Ingegneria Chimica presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Napoli
con lode nel 1972, ha svolto attività di ricerca e didattica presso la Facoltà di Ingegneria ininterrottamente dal
1972 a tutt’oggi ricoprendo i ruoli di Professore di Chimica, di Elettrochimica Applicata e di Corrosione e Protezione dei Materiali. Ha svolto attività di ricerca presso i seguenti Istituti Internazionali: Max-Planck Institut
fur Biophysik, Germania Occidentale, Istituto di Ricerca Donegani Novara, Laboratoire des Materiaux, Equipe
de Corrosion, University of Marseille, France e Massachusetts Institute of Technology, Massachusetts (MIT). E’
stato inoltre professore a contratto presso il Massachusetts Institute of Technology, USA e presso l’Universita’ di
Marsiglia, Francia. E’stato insignito di diversi premi di operosità scientifica, di Borse di Studio NATO, di Borsa
Fulbright ed è risultato vincitore del premio Melvin Romanoff per il miglior lavoro di Corrosione pubblicato
dalla National Association of Corrosion Engineering (NACE), USA, nel 1991. Il campo di ricerca affrontato è
focalizzato su un’ampia area della scienza della corrosione e dell’ingegneria includendo i seguenti settori specifici: corrosione e protezione di materiali metallici, proprietà protettive di rivestimenti organici, degradazione
ambientale di strutture in calcestruzzo armato, cinetica di cura di materiali polimerici, modifiche superficiali dei
materiali con tecniche tradizionali e innovative basate sull’uso di tecnologia al plasma freddo.
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
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Valutazione della “Minimum Pressurizing
Temperature” (MPT) per reattori di elevato
spessore realizzati in acciai bassolegati al
Cr-Mo, in esercizio in condizioni di
“hydrogen charging” (°)
G. L. Cosso*
R. Grandicelli*
Sommario / Summary
Nella conduzione di apparecchiature realizzate con l’impiego di acciai bassolegati al Cr-Mo, in esercizio in condizioni di “hydrogen charging”, è in generale necessario
considerare i possibili effetti di degrado della tenacità del
materiale determinati da fenomeni di “temper embrittlement” e dalla presenza di idrogeno. Il rischio di rottura
fragile è in particolare significativo durante la fase di avvio
dell’impianto, per componenti di spessore elevato, quando la temperatura del materiale è relativamente prossima
al valore ambiente. È quindi necessario definire il valore
della “Minimum Pressurizing Temperature” (MPT) e, in
generale, la relazione tra temperatura dei componenti e
pressione massima che deve essere adottata durante l’avviamento. Nel presente lavoro vengono esaminati riferimenti normativi e procedure per la determinazione della
“Minimum Pressurizing Temperature” e ne viene descritta l’applicazione pratica per reattori in esercizio in unità
“Hydrocracking”.
In operating pressure equipment manufactured through the
use Cr-Mo low-alloy steels, in “hydrogen charging” service conditions, it is generally necessary to account for pos(°) Memoria presentata al Convegno SAFAP 2012.
* IIS SERVICE dell’Istituto Italiano della Saldatura, Genova.
sible toughness degradation effects due to “temper embrittlement” phenomena and presence of diffused hydrogen.
The risk of brittle fracture is particularly significant during
plant start-up stage, for large thickness components, when
material temperature is relatively close to room one. It is
then necessary to define the “Minimum Pressurizing Temperature” (MPT) and, in general, the relationship between
components temperature and maximum internal pressure
to be adopted during the start-up stage.
In this document, standard references and assessment
procedures for determining the “Minimum Pressurizing
Temperature” are examined, describing their practical application for reactors operated in “Hydrocracking” units.
IIW Thesaurus Keywords:
Brittle fracture; chemical engineering; creep resisting
materials; elevated temperature strength; embrittlement;
fracture mechanics; high; high pressure; high temperature; hydrogen embrittlement; low alloy Cr-Mo steels;
pressure; pressure vessels; standards; temperature; tempering; thickness; toughness.
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
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G. L. Cosso e R. Grandicelli - Valutazione della “Minimum Pressurizing Temperature” (MPT) per reattori di elevato spessore...
1. Introduzione
Durante la fase di avviamento di un impianto petrolchimico,
le apparecchiature in pressione che lo costituiscono possono
subire sollecitazioni non trascurabili a temperature relativamente contenute, prossime al valore ambiente, in corrispondenza delle quali non è possibile escludere completamente il
rischio che si manifestino fenomeni di rottura fragile.
Tale eventualità deve essere in particolare considerata:
r per apparecchiature costituite da componenti di spessore elevato;
r in presenza di fenomeni di degrado della tenacità dei
materiali determinati dall’esposizione a particolari condizioni di esercizio.
I reattori in servizio in unità “Hydrocracking” costituiscono un esempio di apparecchiature per le quali è necessario
prendere in esame il rischio di rottura fragile durante la fase
di avviamento.
Vengono infatti realizzati con l’utilizzo di acciai bassolegati (di composizione chimica nominale 2.25Cr–1Mo, con
placcatura interna in acciaio inossidabile austenitico); sono
costituiti da componenti di spessore elevato (superiore a
50 mm); l’esposizione prolungata alle elevate temperature di
servizio (# 400 °C) può determinare fenomeni di “fragilizzazione da rinvenimento” (temper embrittlement); l’esercizio
in condizione di “hydrogen charging” induce un ulteriore
degrado della tenacità del materiale (hydrogen embrittlement). È quindi prassi consolidata prevedere limitazioni al
valore massimo della pressione interna nella fase di avviamento, fino a che non vengano raggiunte temperature sufficientemente elevate (Minimum Pressurizing Temperature)
da rendere trascurabile il rischio di rottura fragile.
Oltre che sulla base dell’esperienza operativa, tali indicazioni possono essere definite adottando le prescrizioni delle
principali norme per la fabbricazione, la progettazione e l’esercizio delle attrezzature in pressione.
Per affrontare la descrizione della procedura proposta per la
determinazione della “Minimum Pressurizing Temperature”
viene considerato un apparecchio realizzato con le modalità
descritte nel prospetto seguente, in cui sono anche sintetizzati i principali dati di progetto e di esercizio:
r materiali:
- fasciame cilindrico e fondi: acciaio ASME SA 387
Gr. 22 Cl. 2 (+ “Weld Overlay” in acciaio inossidabile austenitico Tp. 347);
- connessioni e flange: acciaio ASME SA 336 Gr. F22
Cl. 3 (+ “Weld Overlay” in acciaio inossidabile austenitico Tp. 347);
r spessore nominale del fasciame cilindrico (al netto del
“Weld Overlay”): 100 mm;
r pressione di progetto: 90 barg;
r temperatura di progetto: 450 °C;
r pressione di esercizio: 80 barg;
r temperatura di esercizio: 400 °C;
r “Minimum Design Metal Temperature”: -20 °C.
772
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
2. Procedura proposta per il calcolo della
“Minimum Pressurizing Temperature”
La procedura proposta per il calcolo di MPT è basata sui
requisiti previsti, in merito alla tenacità dei materiali, da
ASME Boiler & Pressure Vessel Code, Sec. VIII “Rules
for Construction of Pressure Vessels”, Division 2 “Alternative Rules” ([1]). Per considerare il degrado della tenacità
dei materiali determinato dai fenomeni di “temper embrittlement” e “hydrogen embrittlement” vengono adottate le
prescrizioni proposte dalla norma API 579-1/ASME FFS-1
“Fitness For Service” ([2]).
La procedura consente di determinare una relazione tra pressione massima e temperatura, durante la fase di avviamento, che garantisce una resistenza nei confronti della rottura
fragile equivalente a quella prevista in [1], in condizioni di
progetto, alla “Minimum Design Metal Temperature”. Per
effettuare una verifica “alternativa” dell’attendibilità della
relazione tra pressione massima e temperatura ottenuta dalla
procedura indicata è possibile adottare i principi della meccanica della frattura.
Questa ulteriore valutazione, di cui viene proposta nei Paragrafi seguenti una sintetica descrizione, consiste nel calcolare le dimensioni “critiche” di eventuali difetti bidimensionali (crack-like flaws) necessarie per determinare la rottura
fragile; la stima viene condotta per differenti coppie di valori
pressione massima – temperatura. L’esito della verifica viene ritenuto positivo se le dimensioni “critiche” del difetto
ne garantiscano l’individuazione con le tecniche di controllo
non distruttivo impiegate durante la fabbricazione dell’apparecchiatura. Per questa valutazione vengono adottate le
prescrizioni della norma BS 7910 “Guide to methods for assessing the acceptability of flaws in metallic structures”, [3].
3. Prescrizioni indicate in [1] in merito alla tenacità
dei materiali
Le prescrizioni indicate in [1] in merito alla tenacità dei materiali sono riportate in Cl. 3.11 “Material Toughness Requirements”. È inoltre necessario considerare i requisiti indicati
in Cl. 3.4 “Supplemental Requirements for Cr-Mo steels”,
dal momento che i materiali utilizzati sono caratterizzati da
composizione chimica nominale 2.25Cr-1Mo.
Le prescrizioni sopra citate prevedono che i materiali impiegati siano in grado di evidenziare un valore medio di energia
dissipata nella prova di resilienza pari a 54 J a MDMT (Minimum Design Metal Temperature). Tale requisito deve essere applicato sia al materiale base, sia alle giunzioni saldate
(in zona termicamente alterata ed in zona fusa, Cl. 3.4.5).
Il valore dell’energia dissipata nella prova di resilienza può
essere utilizzato per stimare un valore corrispondente della
tenacità del materiale (material toughness).
A tale scopo è possibile utilizzare le correlazioni indicate in
più riferimenti tecnici e normativi. Nel presente lavoro è stata utilizzata la correlazione media di Rolfe-Novak-Barsom
proposta in [2] (Annex F “Material Properties For a FFS
G. L. Cosso e R. Grandicelli - Valutazione della “Minimum Pressurizing Temperature” (MPT) per reattori di elevato spessore...
Figura 1 – Relazione tra “J factor” e FATT
Assessment”, Eq. F.60). È opportuno evidenziare, come è
possibile dedurre dai Paragrafi seguenti, che l’utilizzo della
stima media, in luogo di un valore caratteristico o di “lower
bound”, è in questo contesto maggiormente cautelativa.
Il valore medio di tenacità ottenuto, pari a 100.5 MPa m0.5,
può di conseguenza essere considerato il requisito previsto
da [1] per garantire all’apparecchiatura una adeguata resistenza, nelle condizioni di progetto, nei confronti della rottura fragile. È inoltre importante evidenziare che le prescrizioni in [1] prevedono la possibilità di ridurre MDMT rispetto
alla temperatura di esecuzione della prova di resilienza nel
caso in cui la pressione agente sia inferiore alla pressione
massima ammissibile (Cl. 3.11.2.6 e Fig. 3.13M).
Adottando l’ipotesi cautelativa che quest’ultima sia pari
alla pressione di progetto, è possibile definire la relazione
tra pressione massima e temperatura
durante la fase di avviamento.
tratta dalla memoria “Effect of
aging and hydrogen on fracture
mechanics and CVN properties
of 2.25Cr–1Mo steel grades –
Application to MPT Issues” [4],
è indicata la correlazione tra “J
factor” (determinato sulla base
della percentuale in peso di
Mn, Si, P e Sn) ed il valore di
temperatura denominato FATT
(“Fracture Appearance Transition Temperature”).
Quest’ultimo termine rappresenta la temperatura di transizione della tenacità calcolata sulla
base dell’aspetto della superficie
di frattura (temperatura corrispondente ad un aspetto della
superficie di frattura per il 50%
cristallino e per il 50% fragile,
si veda ad esempio la norma
ASTM A370 “Standard Test Methods and Definitions for
Mechanical Testing of Steel Products” [5]).
Le prescrizioni in [2] indicano una correlazione tra “J factor” e FATT (Annex F, Eq. F.99). Nel caso in cui, in particolare, sia considerato un valore massimo di “J factor” pari a
120 (limitazione di norma osservata nella produzione di materiali destinati alle applicazioni in esame), la temperatura
FATT corrispondente è pari a 60.3 °C, in sostanziale accordo
con quanto indicato nella Figura 1 per un “confidence limit”
pari a 99%.
Secondo le prescrizioni in [2] (Annex F, Cl. F.4.7.3), il valore
FATT può essere adottato come “reference temperature” Tref
in Figura 2 (curva rossa), nella quale è riportata la relazione
tra temperatura T e tenacità KIC (valore di “lower bound”, Eq.
F.53). Il fenomeno denominato “hydrogen embrittlement” è
4. Degrado della tenacità indotto
da “temper embrittlement”
e “hydrogen embrittlement”
Il fenomeno denominato “temper
embrittlement” è rappresentato dalla
riduzione della tenacità a temperature prossime o inferiori al valore ambiente, determinata dall’esposizione
prolungata a temperature di esercizio
comprese tra 350 °C e 550 °C.
La severità del degrado può essere
correlata alla composizione chimica
del materiale, con particolare riferimento ad elementi “secondari” (P, Sb,
Sn, As), di norma presenti in percentuali molto modeste. Nella Figura 1,
Figura 2 – Relazioni KIC Vs. T e KIR Vs. T
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
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G. L. Cosso e R. Grandicelli - Valutazione della “Minimum Pressurizing Temperature” (MPT) per reattori di elevato spessore...
5.
Figura 3 – Confronto tra relazione KIR Vs. T (Figura 2, curva blu) e
dati sperimentali
rappresentato dalla riduzione della tenacità indotta dalla presenza di idrogeno in soluzione in corrispondenza dell’apice
di un eventuale difetto bidimensionale.
In accordo a [2] (Annex F, Cl. F.4.7.3), questo secondo fenomeno di degrado può essere cautelativamente considerato
adottando la correlazione tra temperatura T e tenacità KIR (in
luogo di KIC), definita dall’Eq. (F.55), (curva blu in Figura
2). L’ipotesi adottata può essere ritenuta adeguatamente cautelativa, come evidenziato dal confronto (Figura 3, anch’essa tratta da [4]) tra la curva KIR Vs. T, determinata con le
modalità sopra indicate, e i dati sperimentali ottenuti in differenti condizioni di invecchiamento e/o tenore di idrogeno
in soluzione.
Per una stima alternativa degli effetti del fenomeno di
“hydrogen embrittlement” è possibile adottare le indicazioni
in [4], nel caso in cui sia possibile stimare la concentrazione
di idrogeno nel materiale delle membrature.
Figura 4 – Relazioni tra pressione massima e temperatura durante
l’avviamento
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Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
Determinazione di MPT e
della relazione tra pressione
massima e temperatura
durante l’avviamento
Una volta definita, considerando gli
effetti dei fenomeni di “temper embrittlement” e “hydrogen embrittlement”,
la relazione tra tenacità e temperatura,
con le modalità descritte nei Paragrafi
precedenti, è possibile calcolare immediatamente la “Minimum Pressurizing
Temperature”, in corrispondenza della
quale può essere imposto il valore di
progetto della pressione interna. MPT
viene infatti ottenuta imponendo che
KIR sia pari alla tenacità (100.5 MPa
m0.5) stimata sulla base dei requisiti in
[1] (si veda il Paragrafo 3). Nel caso in
esame il valore di MPT ottenuto è pari a 123.8 °C (Figura 2,
linea nera tratteggiata).
Per determinare con quali modalità è necessario limitare la
pressione agente nell’intervallo tra MDMT (-20 °C) e MPT
(123.8 °C), definendo di conseguenza la relazione tra pressione massima e temperatura, sono state in primo luogo
adottate le prescrizioni in [1] (Cl. 3.11.2.6 e Fig. 3.13M) già
citate nel precedente Paragrafo 3, che prevedono la possibilità di ridurre MDMT rispetto alla temperatura di esecuzione
della prova di resilienza nel caso in cui la pressione agente
sia inferiore alla pressione massima ammissibile.
Adottando l’ipotesi cautelativa che questo secondo valore
sia pari alla pressione di progetto Pd (90 barg, si veda il Paragrafo 1), è possibile correlare la riduzione di temperatura TR
al rapporto Rts = P/Pd, in cui P rappresenta la pressione agente. La relazione tra pressione massima e temperatura viene
definita con la procedura seguente:
r per un generico valore P < Pd viene
calcolato il valore corrispondente di
Rts e TR;
r il valore MDMT – TR viene adottato per calcolare KIC (Figura 2, curva
rossa), senza considerare l’influenza di fenomeni di fragilizzazione
(Tref assume pertanto un valore pari
a -47.2 °C);
r imponendo la relazione KIC = KIR
viene infine dedotta (Figura 2,
curva blu) la temperatura T corrispondente a P. In questo caso viene
ovviamente considerato l’effetto di
entrambi i fenomeni di fragilizzazione discussi nel Paragrafo 4 (Tref
è pertanto pari a FATT).
L’approccio descritto è limitato dalle
condizioni previste in [1], che indicano
un valore massimo pari a 55 °C per la
G. L. Cosso e R. Grandicelli - Valutazione della “Minimum Pressurizing Temperature” (MPT) per reattori di elevato spessore...
temperatura di riduzione TR. Non è di conseguenza possibile calcolare completamente
la curva Max P Vs. T per l’intero intervallo
MDMT – MPT.
Un possibile approccio alternativo è rappresentato dall’ipotesi che P possa essere determinata
mediante l’equazione:
P (T) = Pd KIR (T) / KIR (MPT)
(1)
dal momento che il fattore di intensificazione
delle tensioni KI è direttamente proporzionale
alla tensione agente. Come è possibile osservare nella Figura 4, questo secondo approccio
manifesta una buona corrispondenza con il
precedente, sebbene risulti leggermente meno
cautelativo. Sulla base dei risultati riportati nella Figura 4 è stato ritenuto opportuno adottare
la curva ottenuta con il primo approccio (curva
rossa), opportunamente estrapolata, mediante l’adozione di
un polinomio di 2° grado, a MDMT. La curva così ottenuta,
che costituisce di conseguenza il risultato finale della valutazione, è riportata nella Figura 5.
9HULÀFD GHOOD UHOD]LRQH WUD SUHVVLRQH PDVVLPD
e temperatura con l’adozione dei principi della
meccanica della frattura
Questa seconda valutazione viene condotta ipotizzando che
i componenti in esame siano interessati dalla presenza di
difetti bidimensionali (crack-like flaws), nelle posizioni ritenute più significative (in relazione, in particolare, alla pre-
Figura 5 – Relazione tra pressione massima e temperatura, durante
l’avviamento, proposta per l’applicazione in esame
senza di giunzioni saldate e alla severità delle sollecitazioni
agenti). Le condizioni che promuovono il manifestarsi della
rottura fragile sono correlate alle dimensioni del difetto, allo
stato di tensione agente e alla tenacità del materiale. È di
conseguenza possibile calcolare, per ciascuno dei difetti di
cui è stata ipotizzata la presenza, dimensioni massime accettabili (o “critiche”), oltre le quali il difetto stesso può determinare la rottura fragile del componente. I risultati devono
quindi essere considerati in relazione alle tecniche impiegate
per il controllo non distruttivo: l’esito della valutazione viene ritenuto positivo se le dimensioni ottenute garantiscono la
possibilità di individuare il difetto con probabilità soddisfacente. Per la valutazione sono state adottate le prescrizioni in
Figura 6 – Calcolo delle dimensioni critiche di un difetto affiorante posizionato in corrispondenza della connessione di scarico del catalizzatore
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
775
G. L. Cosso e R. Grandicelli - Valutazione della “Minimum Pressurizing Temperature” (MPT) per reattori di elevato spessore...
[3] (Chapter 7 “Assessment for fracture resistance”), utilizzando, in particolare, la procedura di Livello 2. Per considerare adeguatamente gli effetti di concentrazione di tensione
è stato preso in esame un componente (la connessione di
scarico del catalizzatore, Figura 6) che costituisce una singolarità geometrica particolarmente severa, effettuandone
l’analisi strutturale numerica ad elementi finiti.
Nel calcolo delle sollecitazioni sono state incluse le tensioni
di natura termica, determinate dalla distribuzione non uniforme della temperatura durante l’avviamento (ipotizzando
un gradiente non superiore a 40 °C/h).
La valutazione è stata condotta prendendo in esame quattro
differenti coppie di valori pressione – temperatura, dedotte
dalla relazione tra pressione massima e temperatura durante
l’avviamento, (Fig. 5).
Per ciascun valore di temperatura è stata considerata la tenacità del materiale corrispondente, dedotta dalla Figura 2.
In tutti i casi esaminati le dimensioni critiche di eventuali difetti bidimensionali ottenute dalla valutazione garantiscono
un’adeguata probabilità di rilevazione dei difetti stessi, mediante le tecniche di controllo non distruttivo (esame magnetoscopico ed esame ultrasonoro) di norma impiegate nella
fabbricazione delle apparecchiature in esame.
Nella Figura 6 sono in particolare riportate le dimensioni
critiche, calcolate in corrispondenza di un valore di temperatura pari a 10 °C, di un difetto affiorante in superficie.
7. Conclusioni
Nel presente lavoro è stata discussa una possibile procedura
per la determinazione della “Minimum Pressurizing Temperature” (MPT) e della relazione tra pressione massima e
temperatura durante l’avviamento, per la conduzione di apparecchiature costituite da componenti di elevato spessore,
realizzate con l’impiego di acciai bassolegati al Cr-Mo ed
esercite in condizioni di “hydrogen charging”.
La definizione di queste prescrizioni è necessaria per limitare adeguatamente il rischio di rottura fragile, considerando
gli effetti di degrado della tenacità determinati dalla diffusione di idrogeno e dall’esposizione prolungata ad elevata
temperatura (temper embrittlement). Nella descrizione della
procedura sono stati evidenziati i riferimenti normativi, tratti
dai principali codici per la progettazione, la fabbricazione e
l’esercizio di apparecchiature in pressione, che è possibile
adottare per la valutazione. Una verifica dell’attendibilità
della procedura proposta è stata condotta con l’adozione
dei principi della Meccanica della Frattura, calcolando le
dimensioni critiche di eventuali difetti bidimensionali: i risultati ottenuti sono congruenti con le prescrizioni indicate
per la fase di avviamento, dal momento che garantiscono
una adeguata probabilità di rilevazione dei difetti stessi con
le tecniche di controllo non distruttivo di norma adottate durante la fabbricazione delle apparecchiature.
%LEOLRJUDÀD
[1] ASME Boiler & Pressure Vessel Code, Sec. VIII “Rules for Construction of Pressure Vessels”, Division 2
“Alternative Rules”.
[2] API 579-1/ASME FFS-1 “Fitness For Service”.
[3] BS 7910 “Guide to methods for assessing the acceptability of flaws in metallic structures”.
[4] P. Bourges, C. Chauvy, L. Coudreuse, S. Pillot, “Effect of aging and hydrogen on fracture mechanics and CVN
properties of 2.25Cr – 1Mo steel grades – Application to MPT Issues”, NACE Conference “Corrosion 2009”, Paper
no. 09341.
[5] ASTM A370 “Standard Test Methods and Definitions for Mechanical Testing of Steel Products”.
Gian Luigi COSSO, laureato in Ingegneria Civile presso l’Università di Genova nel 1999. Funzionario
dell’Istituto Italiano della Saldatura dal 2000; attualmente Responsabile dell’Area Calcolo e Progettazione della
Divisione Ingegneria di IIS Service.
Roberto GRANDICELLI, funzionario dell’Istituto Italiano della Saldatura dal 2005; inizialmente occupato in
attività di certificazione PED per la Divisione Certificazione, dal 2009 lavora nell’Area Calcolo e Progettazione
della Divisione Ingegneria di IIS Service.
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Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
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Robotica ed automazione dei processi
saldati: traguardi acquisiti e prospettive
future (°)
R. Molfino
Sommario / Summary
Molte applicazioni di robotica e automazione in saldatura
sono state sviluppate e sono attive in tutto il mondo.
Nelle ultime statistiche il 30% dei robot installati nel mondo sono impiegati in saldatura; la proporzione in Europa è
27% ed in Italia è 19%.
Tuttavia, se da qualche punto di vista si può dire che questi
sistemi abbiano raggiunto un certo grado di maturità, gli
obiettivi d’automazione flessibile e intelligente in questo
difficile settore sono ancora lontani e richiedono un notevole sforzo interdisciplinare a livello di ricerca e di applicazione per il loro soddisfacimento.
Questo articolo presenta brevemente lo stato dell’arte e illustra le prospettive future con riferimento alle principali
tecnologie che sono alla base dei nuovi sviluppi dell’automazione dei processi saldati.
Robotics and automation for the welding have been devel(°) Memoria presentata al Convegno IIS: “ Robotica ed automazione
dei processi in saldatura: quali alternative ai processi convenzionali? Milano, 27 Novembre 2012.
* Università degli Studi di Genova, Genova.
oped in several applications throughout the world.
In recent statistical data concerning installed robots
worldwide the 30% are used in welding; the proportion is
27% in Europe and 19% in Italy.
However, from some point of view we can say that these
systems have reached a certain level of maturity, but in this
difficult area, flexible automation and artificial intelligence
objectives are far and for their satisfaction a considerable
effort in interdisciplinary research and implementation is
required. This paper presents the state of the art and outlines future prospects for the main technologies on the basis of developments in welding automation.
IIW Thesaurus Keywords:
Artificial intelligence; automatic control; commercial information; development; fusion welding; future; process equipment; robots; synergic control.
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
779
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1. Introduzione
L’articolo ha l’obiettivo di esplorare soluzioni di robotica ed
automazione dei processi di saldatura con un particolare riferimento allo stato dell’arte attuale e alle prospettive future.
L’argomento è importante e riflette attuali necessità dell’industria manifatturiera che si trova di fronte a produzioni
diversificate in un mercato volubile per cui gli attributi di
flessibilità ed adattabilità dei processi sono irrinunciabili insieme alla soddisfazione del cliente in termini di tempo di
risposta e qualità dei prodotti.
Per migliorare processi complessi come quello in esame si
possono intraprendere differenti indirizzi, focalizzati su specifici aspetti. E’ ciò che avviene nell’automazione dei processi saldati.
In questo articolo si prendono in esame solo alcuni degli
aspetti su cui ricercatori accademici ed industriali stanno lavorando. In particolare sono stati scelti, per la portata innovativa e per l’interesse applicativo le architetture robotiche,
le attrezzature di supporto, integrazione e sinergie di lavoro
e la sensoristica.
2. Architetture robotiche
La saldatura richiede architetture robotiche agili e ad elevata
mobilità, con adeguati sbracci, capaci di lavorare in spazi
difficili da raggiungere e talvolta in aree confinate in cui il
terminale di lavoro deve operare con assegnato orientamento. Per queste ragioni le architetture cinematiche più diffuse
in saldatura sono quelle antropomorfe a mobilità completa
o ridondante.
Oggi la tendenza è verso soluzioni con maggiore destrezza,
con robot più snelli e privi di cavi esterni, capaci di coordinare le loro operazioni su uno spazio anche parzialmente
condiviso e di cooperare con attrezzature di supporto delle
parti come se fossero assi aggiuntivi del sistema robotico.
La cooperazione con l’uomo è un nuovo traguardo nel settore della robotica che influenzerà gli sviluppi futuri anche
nel campo della saldatura. In effetti le nuove tecnologie permettono di sviluppare robot sicuri in grado di collaborare e
lavorare fianco a fianco con l’uomo.
In seguito vengono brevemente descritte alcune recenti applicazioni di architetture robotiche strumentali all’automazione di processi saldati.
FSW è un moderno processo di saldatura ampiamente utilizzato in molte industrie ma con applicazioni limitate a
semplici geometrie come linee rette e circolari dei giunti e
principalmente su parti in alluminio.
L’operazione è eseguita da macchine rigide che eseguono
eccellenti saldature ma limitate in termini di flessibilità.
Molti ricercatori stanno studiando modalità di implementazione del processo FSW su robot industriali che permettono
l’esecuzione di traiettorie tridimensionali e che migliorerebbero la flessibilità del sistema.
I problemi nascono dalla scarsa rigidezza dei robot e dalle
altissime forze richieste dal processo. Questi problemi sono
oggi affrontati in modi differenti con l’intento di rendere fattibile e efficiente l’uso di robot per FSW.
Jeroen De Backer [DeB 2012] propone di limitare l’influenza delle deflessioni del robot misurando le deviazioni della
traiettoria e compensandole in tempo reale.
La deviazione dal giunto è ricavata da immagini acquisite
da un microscopio calibrato (Fig. 1) e i legami tra la deviazione ed i parametri del processo misurati sono ricostruiti ed
utilizzati nel sistema di controllo. In particolare un modello
lineare approssimato dell’influenza della forza laterale sulla
deviazione della traiettoria è utilizzato per predire future deviazioni che sono quindi inviate al sistema di controllo per
la compensazione. Verifiche sperimentali su leghe dure di
alluminio hanno dimostrato la fattibilità con buona qualità
del giunto saldato.
Figura 1 - Cella robotica FSR con robot ESAB RosioTM e misura di deviazione su immagine acquisita con microscopio (cortesia ESAB)
780
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Figura 2 - Sistema di saldatura FSW e schema del controllo di forza (cortesia Vanderbilt University)
Il processo FSW richiede che l'utensile mantenga una grande forza assiale sulle parti mentre si muove sul percorso
di saldatura. L'architettura del robot deve garantire queste
funzioni, per esempio con una architettura a cinematica parallela che presenti un'idonea forma dell'ellissoide di forza.
Inoltre è necessario dotare il robot di un controllo di forza in
grado di compensare la sua mancanza di rigidezza e le singolarità nello spazio di lavoro e di controllare la profondità
di immersione a garanzia della qualità di saldatura.
Uno studio di riferimento in questo settore è svolto al Welding Automation Laboratory dell'Università di Vanderbilt,
Nashville [LSC2011], (Fig. 2).
La cantieristica navale è un settore ad elevato impiego di
manodopera. Più di 40 migliaia di miliardi di dollari saranno
spesi in tutto il mondo in infrastrutture tra il 2010 ed il 2030
e soluzioni robotiche robuste, sicure, sostenibili ed efficienti
sono attese [DCD2012].
Una soluzione curiosa e intelligente recentemente in sviluppo al Robotic Technologies of Tennessee (RTT) e finanziata
da Small Business Technology Transfer (STTR) è il robot
arrampicatore per saldatura proposto per migliorare le tecni-
che di automazione per la fabbricazione navale in US dove
si pensa che l’automazione dei cantieri navali possa avere
importanti ricadute socio-economiche per il paese.
Poiché i sistemi robotici tradizionali sono inadeguati a muoversi e a mantenere la continuità della saldatura in ambienti
industriali difficili caratterizzati da parti di grandi dimensioni, con spazi di lavoro non piani e sopra testa, i ricercatori
propongono l' utilizzo di robot arrampicatori, sviluppati per
compiti di ispezione remota nell'industria della produzione
di energia, da integrare con dispositivi di saldatura automatizzata.
E' previsto, dopo una fase di verifica in laboratorio, la sperimentazione in cantiere per la valutazione delle prestazioni.
Le sfide tecnologiche sono l’interazione efficace e sicura con
un ambiente dinamico poco strutturato, un sistema sensoriale idoneo a condizioni variabili di manipolazione e navigazione della piattaforma mobile.
Si pensa che molti settori manifatturieri potrebbero fruire di
soluzioni simili a quella in studio. Nella Figura 3 sono mostrate due piattaforme mobili robotizzate in scala sviluppate
al Robotic Technologies of Tennessee (RTT).
Figura 3 - Piattaforme mobili per la saldatura robotizzata navale (cortesia RTT)
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Figura 4 - Blocchi di nave a doppio scafo. Robot di saldatura: dimensioni, applicazione, componenti (cortesia [DNT2011])
Un gruppo di ricerca accademia-industria coreano ha recentemente proposto una soluzione interessante per la saldatura
di navi a doppio scafo. L’ambiente di lavoro all’interno di
tali strutture a doppio scafo è difficile e pericoloso per l’angusto spazio, la polvere, la carenza di ventilazione, la scarsa
visibilità affidata a lampade installate temporaneamente nel
blocco, l’elevata temperatura soprattutto nei periodi estivi.
Una forte limitazione è data dalle aperture di accesso di dimensioni limitate che impongono limiti di dimensioni e peso
al robot di saldatura; inoltre lamiere e rinforzi presentano
spesso irregolarità dovuta al processo di fabbricazione.
Il gruppo di ricerca ha costruito un robot a 4 assi di pic-
Figura 5 - Diagramma dei passi dell’algoritmo di inseguimento del giunto
782
5LYLVWD,WDOLDQDGHOOD6DOGDWXUDQ1RYHPEUH'LFHPEUH
cole dimensioni e peso inferiore ai 15 kg in grado di saldare autonomamente un giunto a V con lamiere accostate
con bordi non combacianti, con saldatura di imbastitura
eseguita a mano, (Fig. 4). Il robot è dotato di un algoritmo
di inseguimento del giunto, pilotato da un sensore laser di
spostamento, che viene usato per pianificare la traiettoria di
riempimento del giunto. L’algoritmo consiste di 4 passi: rilevamento della sezione trasversale del profilo del giunto,
filtraggio Gaussiano dei dati rilevati per migliorarne il contenuto informativo, generazione di punti di riferimento che
indicano forma e locazione del giunto e pianificazione della
traiettoria per saldatura a più passate, (Fig. 5).
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Figura 6 - Modelli FEM e attrezzo di tenuta ibrido con chiusure
meccaniche e ventose magnetiche SGM (Cortesia del progetto FAR
DM29107/FIRB RBIP06WJ4W PNR SmartFlex, sistemi di produzione
intelligenti, flessibili e riconfigurabili)
3. Attrezzature robotiche
Oggi l’industria, soprattutto quella automobilistica, ha molte
applicazioni di robot di saldatura ma, di fronte a richieste di
produzione sempre più diversificate, trova difficoltà dovute
alle attrezzature di supporto delle parti che sono disegnate
appositamente per quelle date parti e non hanno capacità di
adattarsi a parti differenti. Si può dire che i margini di flessibilità dei robot sono limitati dalla mancanza di flessibilità
della cosiddetta peri-robotica.
In seguito si illustrano i risultati di due recenti progetti di
ricerca su questo tema.
La riconfigurabilità dei sistemi di manifattura e giunzione,
soprattutto per prodotti complessi come l’automobile, ha
assunto importanza critica in un contesto di mercato che richiede la produzione di famiglie di beni su una stessa linea,
con riduzione dei tempi di messa a punto e lancio, rapida
evoluzione dei prodotti, forte diversificazione e richiesta di
maggiori qualità e durata.
Questa direzione del mercato forza lo sviluppo di sistemi
adattabili/riconfigurabili/cooperanti (attivi e passivi) di bloccaggio e sostegno delle parti in lavorazione, sia rigide, sia
flessibili come evoluzione dei sistemi tradizionali di bloccaggio/supporto disegnati per singole parti rigide.
La ricerca orientata a sistemi adattabili/riconfigurabili ha riguardato insieme la progettazione meccatronica dei sistemi
e lo sviluppo di strumenti per gestire la riconfigurabilità.
Un obiettivo comune ai sistemi software di supporto ai sistemi riconfigurabili è la pianificazione delle operazioni di
riconfigurazione a partire da librerie di elementi di bloccag-
gio/supporto, in base alla caratteristiche della parte da sostenere e a vincoli di processo (cinematici e di forza), limitando
il più possibile l’intervento di personale umano.
La maggior parte dei sistemi di supporto riconfigurabili è
progettata per elementi in parete spessa e rigidi, con poche
eccezioni riguardanti oggetti flessibili e in pareti sottili soggetti a deformazione nell’afferraggio/bloccaggio e a difetto
di accuratezza al termine dell’assemblaggio.
L’adattamento è realizzato utilizzando appoggi regolabili
meccanicamente e pneumaticamente, aghi mobili, blocchi
mobili, morse; è stato anche proposto l’uso del cambiamento di fase di materiali per generare superfici di appoggio
adattabili.
I sistemi riconfigurabili evolvono oggi in sistemi di bloccaggio/supporto intelligenti che associano intelligenza nel
controllo/adattamento e sensorizzazione per monitorare il
corretto svolgimento del processo di giunzione ad una architettura meccanica flessibile e modulare.
In parallelo allo sviluppo di sistemi statici (attivi/passivi,
aggiustabili/modulari/riconfigurabili), la necessità di flessibilità e adattabilità spinge allo sviluppo di sistemi cooperanti
col processo di assemblaggio: sistemi automatici e robot ad
uno o più gradi di libertà che muovano le parti in lavorazione
in coordinamento con il sistema che effettua le lavorazioni/
assemblaggio.
Linee di ricerca aperte riguardano i sistemi di supporto collaboranti intelligenti e robotizzati (Molfino, 2005). Il lavoro
coinvolge le architetture, il controllo e gli strumenti di pianificazione delle operazioni di riconfigurazione, la integrazione di attuazione (smart, SMA, ecc.) e sensori, la distribuzione e il tipo di gradi di libertà fra supporto e macchine
di processo, il raggiungimento di sufficienti accuratezza e
rigidezza, la possibilità di autoriconfigurazione.
Su queste linee hanno lavorato i partners del progetto nazionale FIRB FAR SmartFlex.
Uno dei risultati è illustrato nella Figura 6 e riguarda l’uso
di bloccaggi magnetici in attrezzature flessibili da usare in
saldatura. Il progetto AUTORECON finanziato dalla Commissione Europea riguarda lo sviluppo di una pinza riconfigurabile per il supporto di parti durante la saldatura robotica
nel settore automobilistico.
La pinza oltre a un buon grado di riconfigurabilità deve essere sufficientemente rigida per tenere le parti in tolleranza geometrica. E’ stato trovato un buon compromesso tra gradi di
libertà attivi per una riconfigurazione in tempo reale e gradi
di libertà passivi da bloccare manualmente a garanzia della
rigidezza richiesta. Nella Figura 7 è riportato uno schema
generale del sistema robotico di saldatura che sarà sviluppato, realizzato e provato in un’industria automobilistica.
4. Integrazione e sinergie
L’automazione dei processi di saldatura si è dimostrata fattibile ed ha raggiunto un buon livello di maturità ma ci sono
ampli margini di miglioramento verso la qualità dei prodotti
saldati e la maggiore flessibilità ed adattatività degli impianti.
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Figura 7 - Schema del sistema iper-flessibile di saldatura per industria automobilistica. Il robot porta una pinza riconfigurabile per la presa e
sostegno dei pezzi durante la saldatura. La pinza può essere scambiata tra i robot in caso di necessità. (cortesia AUTORECON)
Le proposte riguardano: maggiore integrazione del controllo
robot e controllo di processo; celle di saldatura Plug & Play;
cooperazione uomo robot.
I robot di saldatura sono molto diffusi nell’industria [Peres,
2006], tuttavia l’automazione completa del processo non è
sempre possibile data la complessità e la varietà dei compiti di saldatura. L’operatore umano è spesso ancora attore
indispensabile del processo, soprattutto per produzioni in
volumi limitati dove si preferiscono capacità di saldatura
adattativa e flessibile che possano far fronte in tempi brevi
a varianti di produzione. In queste circostanze l’uomo gioca
un ruolo indiscusso ma saldatori esperti iniziano a scarseggiare e le loro prestazioni sono ad alto costo. Inoltre nell’industria aumentano le richieste di saldatura di differenti tipologie: arco, laser, attrito etc., che, spesso, non sono tutte
di competenza di un solo saldatore. Queste considerazioni
hanno portato alcuni ricercatori a proporre robot assistenti
Figura 8 - Schema di controllo di impedenza (cortesia Università di
Delft)
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per operatori manuali. All’Università di Delft è stato sviluppato un robot che interagisce fisicamente con l’operatore per
eliminare le vibrazioni della torcia durante la saldatura eseguita da saldatori alle prime esperienze (novelli). La torcia è
attaccata all’estremità (TCP) di un robot aptico e uomo e robot conducono insieme la torcia. L’uomo controlla direzione
e velocità ed il robot ha il compito di eliminare movimenti
bruschi ed improvvisi. Viene usato un sistema di controllo
ad impedenza variabile per facilitare la manipolazione della
torcia durante le fasi di lavoro e di trasferimento, vedi schema di Figura 8.
Il sistema è stato sperimentato da 3 uomini e 2 donne senza
esperienza in saldatura. In figura 9 sono presentati alcuni risultati ottenuti.
Un recente progetto su questo tema è stato finanziato in Germania dal Federal Ministry of Economy and Technology
(BMWi): RORAROB assistente robotico per la saldatura di
costruzioni tubolari e assemblaggio di strutture. Il settore
industriale interessato e coinvolto è formato da imprese di
media dimensione e caratterizzato da pochi prodotti dello
stesso tipo, da scarso supporto tecnico ed elevato impegno
di manodopera.
Viene proposto un sistema multi-robot che ha il compito di
assistere le maestranze di produzione eseguendo alcuni passi
operativi in parallelo realizzando così i prodotti più velocemente, più accuratamente ed economicamente.
La fruttuosa collaborazione uomo robot è resa possibile dalle nuove potenziate funzioni di sicurezza dei robot associate
agli sviluppi tecnici della sensoristica.
Il sistema prevede l’uso di due robot per il supporto delle
parti da saldare, come indicato nella Figura 10, ma introduce
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Figura 9 - Saldatura di operatore inesperto assistita dal robot (sopra) e saldatura senza il robot (sotto)
Figura 10 - Schema del sistema RORAROB (cortesia IRPA)
anche la possibilità di affidare ad un terzo robot l’esecuzione della saldatura. Nell’ambito del progetto viene sviluppata
una nuova ergonomica interfaccia operatore per cui la collaborazione potrà avvenire in modo naturale ed intuitivo.
Il controllo della posizione e l’adattamento dei parametri del
moto sono affidati all’uso di appropriati sensori: un sistema
di misura ottico rileva le coordinate dei robot e delle parti
manipolate; un sensore di forza e coppia rileva le forze esercitate durante il processo.
5. Sensoristica
Ai processi di saldatura robotizzati si chiede oggi maggiore
intelligenza e capacità adattative che devono essere basate
sulla conoscenza.
Oltre alla conoscenza “a priori” codificata in leggi della
fisica, chimica e metallurgia, è necessaria una conoscenza
“a posteriori”, acquisita direttamente sul campo attraverso
idonei sensori. Brevemente si ricordano le varie tipologie di
sensori utilizzati nell’industria e quindi si descrivono alcune nuove applicazioni che potrebbero migliorare la qualità
dei processi continui di saldatura astraendo da particolari
richieste di accuratezza di taglio e preparazione delle parti
da saldare.
Per la saldatura automatizzata è necessario disporre di sistemi di rilevamento del giunto che permettano di pianificare la
traiettoria in tempo reale lungo la linea di giunto.
Molti studi sono stati condotti su sistemi di inseguimento del
giunto che, negli ultimi decenni, hanno portato allo sviluppo
di nuovi sensori.
Una recente revisione della letteratura sui sensori di inseguimento del giunto per robot di saldatura è stata svolta da
ricercatori dell’Università di Cranfield che distinguono, in
base al principio fisico di funzionamento: sensori tattili, sensori ottici, sensori laser, sensori d’arco, sensori elettromagnetici e sensori ad ultrasuoni.
Sul mercato sono disponibili sensori delle varie tipologie ma
la scelta di un particolare tipo di sensore dipende dall’applicazione, dalla geometria di giunto, dalle tolleranze delle
parti e dal tipo di processo di saldatura adottato.
Prima di descrivere alcuni casi applicativi recenti, si introducono brevemente le differenti tipologie di sensori.
Sensori tattili sono costituiti da una sonda che striscia sul
cianfrino e rileva la deflessione della torcia dalla corretta posizione. Il contatto meccanico richiede differenti sonde per
differenti forme del cianfrino. Questi sensori meccanici sono
molto semplici ed economici e per questo sono molto utilizzati. Tuttavia sono applicabili solo a saldature con cianfrino
in prima passata rettilinea o in giunti a T.
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Figura 11 - MotoEye installato su un robot di saldatura: dettaglio del
sensore e robot (cortesia Motoman)
Inoltre si deve tener conto che le sonde si deformano e si
consumano. Questa categoria di sensori non è adatta a saldature ad alta velocità.
I sensori elettromagnetici si basano sul principio dell’induzione magnetica: una corrente ad alta frequenza sul primario induce un potenziale sull’avvolgimento secondario.
Un disallineamento della parte crea asimmetria del campo
magnetico ed una differenza di potenziale sull’avvolgimento
che viene rilevata dal sensore. Questi sensori sono utili per
esempio per saldature di testa e a T ma non sono flessibili e
sono sensibili ad interferenze elettromagnetiche con l’arco e
all’accuratezza di giunzione.
Nell’ultimo decennio sono stati sviluppati differenti tipologie di sensori ottici per rilevare la posizione della torcia, la
forma del cianfrino, la penetrazione nel bagno di saldatura.
Figura 12 - Testa laser con laser di misura laterali (cortesia Sanko
Steel, Okkaido University)
786
5LYLVWD,WDOLDQDGHOOD6DOGDWXUDQ1RYHPEUH'LFHPEUH
Si hanno sensori foto-elettronici, sensori laser, telecamere
CCD. In genere questi sensori hanno elevata accuratezza e
ripetibilità. Gli svantaggi sono i costi di hw, oggi in riduzione) e sw, i possibili errori dovuti alla distanza a cui operano
rispetto alle grandezze da rilevare e la limitata accessibilità.
Ad oggi questi sensori sono poco utilizzati nell’industria.
Da più di 30 anni si utilizzano sensori d’arco per l’inseguimento del giunto. Essi rilevano le variazioni della corrente
di saldatura durante le oscillazioni lungo il cianfrino. Questi
sensori hanno il vantaggio di non dover essere montati sul
sistema, di eseguire il rilevamento direttamente sulla torcia,
buona accessibilità e resistenza, basso costo.
Sensori ad ultrasuoni utilizzano un trasmettitore ed un ricevitore: il cianfrino viene rilevato esplorandone la superficie
di fronte alla torcia e l’ampiezza delle onde ricevute viene
elaborata ed inviata al sistema di controllo del moto. L’inseguimento della traiettoria asservito a questi sensori si è
dimostrato robusto ed efficace.
Moduli software di elaborazione dei dati sono stati sviluppati per estrarre dalla massa dei dati rilevati dai sensori informazioni utili per il controllo del processo di saldatura e di
manipolazione della torcia. Si tratta di moduli di filtraggio
da rumore e da componenti non significative nonché moduli di predizione per la pianificazione in tempo reale, tenuto
conto della dinamica del robot.
Nella Figura 11 si vede un robot equipaggiato con il sensore
laser MotoEye che utilizza il nuovo software MotoEye™ SF
di inseguimento della traiettoria del giunto, presentato sul
mercato da Yaskawa Motoman nel Novembre 2011.
Il modulo dà informazioni sull’offset e la geometria del
giunto. Queste informazioni sono usate per adattare la traiettoria ed i parametri di saldatura a parti differenti e con
diverse locazioni. Questo sistema permette anche di saldare
parti che sono supportate da attrezzature in movimento con
buoni risultati in termini di tempo e qualità dell’operazione
di saldatura.
La saldatura laser richiede un accurato allineamento lungo
la linea di giunto.
Ricercatori dell’Università giapponese Okkaido, in stretta
collaborazione con l’industria [MMK 2011], hanno proposto
e realizzato un sistema di misura della posizione e giacitura
delle parti da saldare per la guida del moto del robot di saldatura. Questo sistema è stato integrato in una nuova testa di
saldatura laser rappresentata nella Figura 12.
La linea di saldatura non è evidenziata da un tratto luminoso
come avviene sul giunto saldato per cui si è ricorso ad una
misura indiretta basata sul cambiamento locale sulle immagini rilevate dai laser di misura, posti lateralmente al laser di
saldatura.
Questo metodo si è dimostrato robusto ed affidabile.
Una particolare applicazione di sensori in saldatura è il rilevamento della forma di parti da saldare non accurate.
L’acquisizione è fatta con un nuovo sensore 3D e le informazioni sono inviate ad uno scanner laser per la pianificazione
delle traiettorie. Lo schema è riportato nella Figura 13.
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Figura 13 - Schema di cella di saldatura con robot equipaggiato con un
simbolico scanner laser fissato al TCP (Tool Center Point) e telecamera fissa su una attrezzatura a 2 gradi di libertà di rotazione che sostiene
un ipotetico pezzo. Lo scenario in realtà virtuale fa parte dell’interfaccia con l’operatore
6. Conclusioni
Molti sono i robot di saldatura impiegati nell’industria e si
prevede che il numero cresca nel prossimo futuro.
Se, da un lato, si può dire che si tratti di un prodotto matu-
ro, è indubbio che tutta una
serie di migliorie è attesa
per una maggiore diffusione nei moderni comparti
manifatturieri dove l’automazione flessibile è risorsa
indispensabile per la competitività. Questi miglioramenti riguardano differenti
aspetti, dalle architetture
strumentali, orientate ad
applicazioni speciali, all’integrazione stretta processo e movimentazione del
terminale di saldatura, alla
cooperazione robot-robot e
robot-uomo, allo sviluppo
di nuovi sistemi percettivi.
L’articolo presenta, accanto a soluzioni tradizionali industriali, alcune soluzioni allo
studio e/o sperimentate in laboratorio da ricercatori accademici, spesso in collaborazione e su indicazione di industrie
utilizzatrici che hanno riscontrato l’urgenza di una soluzione
ai propri problemi di saldatura.
%LEOLRJUDÀD
[1] Control of Robotic Friction Stir Welding, Journal of Manufacturing Science and Engineering, 2011, Vol. 133, n. 3,
031008.1-031008.11.
[2] Molfino R., Robotica: da rigidi e ripetitivi ad agili e flessibili. Soluzioni di Assemblaggio, n. 2, Ottobre 2005, pp. 96-101.
[3] Pires J. N., Welding robots: technology, systems issues and applications, Springer-Verlag London Limited; 2006.
[4] Mustafa Suphi Erden, Bobby Maric, Assisting manual welding with robot, Robotics and Computer-Integrated Manufacturing 27
(2011), 818-828.
[5] Jeroen De Backer, Robotic Friction Stir Welding for Flexible Production, Lund University, Media-Tryck, Lund, 2012.
[6] Jeroen De Backer, Mikael Soron, Torbjörn Ilar, Anna-Karin Christiansson, Friction Stir Welding with Robot for Light Weight
Vehicle Design, Key-note presentation at the FSW Symposium in Timmendorfer Strand, Germany, May 2010.
[7] Akihiko Matsushita, Takafumi Morishita, Shun’ichi Kaneko, Hitoshi Ohfuji, Kaoru Fukuda, Image Detection of Seam Line for
Laser Welding Robot, Journal of Robotics and Mechatronics, Vol. 23 n. 6, 2011.
[8] Doyoung Chang, Donghoon Son, Jungwoo Lee, Donghu Lee, Tae-wan Kim, Kyu-Yeul Lee, Jongwon Kim, A new seam-tracking
algorithm through characteristic-point detection for a portable welding robot, Robotics and Computer-Integrated Manufacturing
28 (2012) 1-13.
Rezia MOLFINO, Professore di Meccanica dei Robot, Robotica e Automazione, Flexible Automation, Robot
Programming Methods, Mechanical Design Methods in Robotics, Industrial and Service Robotics and MEMS Design
all’Universita di Genova. Tutore di numerose tesi in Ingegneria Meccanica, Robotics Engineering ed EMARO
(European Master in Advanced Robotics) nonchè supervisore di tesi di dottorato. E’ coordinatore di IMRob, Master
Internazionale di Robotica e promotore del progetto EMARO in Italia. Presidente della SIRI (Associazione Italiana di
Robotica e Automazione) e Coordinatore italiano in IFR (International Federation of Robotics). È autore e coautore
di circa 270 articoli presentati a riviste e convegni internazionali e nazionali su temi di robotica ed automazione
intelligente ed è editore di “Parallel Kinematic Machines” e “Intelligent Manipulation and Grasping”. È stata invitata
a tenere relazioni come key speaker in differenti occasioni. È nominata come revisore di articoli da parte di importanti
riviste internazionali e come revisore di progetti di ricerca da parte della Commissione Europea, del MIUR e di
Ministeri della Ricerca di diversi Paesi (Spagna, Slovacchia, Svezia...). È coordinatore e partner di progetti di ricerca
nazionali ed internazionali. Principali argomenti di ricerca: dinamica e controllo del moto di sistemi meccatronici;
progettazione di robot orientata all’applicazione, modellazione e simulazione cinematica e dinamica, manipolazione
intelligente, robotica estrema, robotica chirurgica, robotica per la sicurezza, micro robotica. E detentore di una ventina
di brevetti su dispositivi e sistemi robotici.
5LYLVWD,WDOLDQDGHOOD6DOGDWXUDQ1RYHPEUH'LFHPEUH
787
COMPETENCE
IN FILLER METALS
Dai pipelines alle centrali elettriche, dalle strutture saldate agli impianti di estrazione di gas e petrolio, alle raffinerie: ogni progetto impone requisiti specifici
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Nuove soluzioni di monitoraggio di
processo nella saldatura laser
LQÀEUDGLOHJKHGLWLWDQLR(°)
D. Colombo *
B. Previtali *
Sommario / Summary
L’articolo presenta una nuova soluzione per il monitoraggio del processo di saldatura laser di leghe di titanio con
sorgenti laser in fibra. Tale soluzione prende il nome di
TOCM – Through Optical Combiner Monitoring essendo
il monitoraggio possibile direttamente dal combiner ottico
presente all’interno delle sorgenti laser in fibra.
A seguito di una prima parte in cui si presentano gli aspetti
principali di tale nuova architettura di monitoraggio, l’attenzione è posta successivamente all’applicazione di tale
soluzione alla saldatura lap-joint di lamiere di Ti6Al4V
dello spessore di 2 mm. La tecnica di analisi del segnale
fotorivelato permette non solo l’identificazione di condizioni di processo fuori controllo, bensì di identificare anche le cause stesse del fuori controllo, fornendone un’interpretazione fenomenologica.
(°) Memoria presentata alle Giornate Nazionali di Saldatura 6,
Workshop: “Diagnostica e Prove non Distruttive”,
Genova, 26-27 Maggio 2011
* SITEC - Laboratorio per le Applicazioni Laser,
Dipartimento di Meccanica - Politecnico di Milano
The paper deals with the development of a new monitoring
solution to be used in fiber laser welding of titanium alloys. Being based on the monitoring of the optical emission
from the welding process directly from inside the optical
combiner of the fiber laser source, the solution is called
Through Optical Combiner Monitoring – TOCM.
In the first part of the paper attention will be focused on the
presentation of the proposed monitoring solution, while in
the second part TOCM of a lap-joint welding configuration
on Ti6Al4V plates will be performer and discussed.
IIW Thesaurus Keywords:
Development; electromagnetic fields; fibre lasers; lap
joints; laser welding; monitoring systems; radiation; titanium alloys.
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
789
'&RORPERH%3UHYLWDOL1XRYHVROX]LRQLGLPRQLWRUDJJLRGLSURFHVVRQHOODVDOGDWXUDODVHULQÀEUDGLOHJKHGLWLWDQLR
1. Introduzione
Grazie alle ottime proprietà meccaniche ed all’elevata resistenza alla corrosione, le leghe di titanio stanno soppiantando le leghe di alluminio in molte applicazioni del settore
aeronautico. Tuttavia, a causa di una più difficile lavorabilità
alle macchine utensili, che comporta uno svantaggioso flyto-buy ratio, la progettazione di parti complesse prevede la
loro realizzazione mediante giunzione, spesso con tecniche
di saldatura, di sotto parti geometricamente più semplici che
richiedono cicli di asportazione di materiale meno onerosi.
Tra le tecnologie di saldatura, una scelta oggi molto diffusa
prevede l’adozione del processo di saldatura laser mediante
l’impiego di sorgenti laser in fibra in cui l’elevata densità
di energia del fascio è in grado di garantire l’esecuzione di
giunti simili a quelli ottenuti con tecnologia a fascio elettronico [1,2]. In tale settore, gli attributi di qualità del prodotto
della saldatura devono sottostare a stringenti vincoli dettati
dalle normative vigenti [3-5] e tali da garantire la resistenza
del giunto saldato durante tutto il ciclo di carico al quale
il componente saldato è sottoposto durante la propria vita
utile. I difetti tipici che possono incorrere durante la realizzazione di un giunto saldato sono ad esempio una ridotta
profondità di penetrazione del giunto saldato, lo sviluppo di
porosità o cricche e l’ossidazione superficiale con formazione di ossido di titanio all’interno del cordone, comportando
una maggior fragilità del giunto [6,7].
Non solo una mancata ottimizzazione del processo di saldatura può facilmente portare allo sviluppo dei difetti appena elencati, ma anche la presenza di fattori di processo
di disturbo e non controllabili può aumentare la variabilità
naturale del processo portando allo sviluppo di difetti indesiderati durante l’esecuzione della saldatura. In tali condizioni
è prassi comune effettuare un monitoraggio del processo, sia
con lo scopo di favorire una miglior comprensione del fenomeno fisico durante la fase di ottimizzazione del processo,
sia in ottica di monitoraggio e controllo della qualità durante
la successiva fase di produzione. Il monitoraggio di processo
in saldatura laser può essere perseguito con differenti approcci, in funzione del tipo e della numerosità di grandezze
fisiche acquisite e trasdotte dal processo [8]. Tra le varie tecniche, la più diffusa è certamente la trasduzione e l’analisi
della radiazione elettro-magnetica emessa dal processo di
saldatura, eseguita sia mediante analisi risolta nel dominio
delle lunghezze d’onda (mediante spettroscopia) sia risolta nel dominio del tempo [9-12] o nel dominio combinato
tempo-frequenza [13] (mediante impiego di fotodiodi).
La misura di tali segnali prevede il posizionamento di fotorivelatori in posizioni in cui sia possibile acquisire la radiazione proveniente dal processo di saldatura. Un approccio
tradizionale prevede il posizionamento di trasduttori in zone
prossime al processo di saldatura. Tale configurazione di
monitoraggio, seppur di facile implementazione, non permette un’architettura di monitoraggio in cui è garantita la
coassialità tra il canale di plasma che si genera nel materiale
790
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
durante la saldatura laser e la linea di vista del dispositivo
di misura, rendendo di difficile identificazione la presenza
di difetti in prossimità della radice del cordone di saldatura.
Di contro, un’architettura di monitoraggio coassiale è permessa qualora il dispositivo di monitoraggio venisse inserito all’interno della catena ottica di focalizzazione del
fascio laser, richiedendo tuttavia una modifica alla testa di
focalizzazione stessa. In relazione a tale contesto operativo,
nell’articolo si presenterà una nuova strategia di diagnosi
e monitoraggio della saldatura basata sull’analisi della radiazione elettromagnetica emessa dal processo ed acquisita
secondo una nuova architettura di monitoraggio. Aspetto innovativo della soluzione proposta è infatti la possibilità di
fotorivelare la radiazione emessa dalla saldatura direttamente all’interno del combiner ottico della sorgente. Vantaggi
di tale soluzione, indicata con l’acronimo inglese T.O.C.M.
(Through Optical Combiner Monitoring) sono la coassialità
della catena ottica di misura con quella di trasmissione del
fascio, l’indipendenza del segnale foto rivelato dalla direzione di saldatura e l’assenza di masse e volumi aggiuntivi
sulla testa di saldatura, generalmente impiegati in dispositivi
di monitoraggio tradizionale. Nella prima parte dell’articolo
si presenterà l’architettura di tale nuova strategia di monitoraggio, riponendo l’attenzione soprattutto sulla descrizione
della componentistica elettro-ottica e meccanica costituente
la soluzione, evidenziandone i vantaggi rispetto a soluzioni
fuori-asse più tradizionali. Successivamente si presenteranno i risultati dell’applicazione del monitoraggio secondo
architettura T.O.C. in un caso di saldatura di lastre in lega
di titanio Ti6Al4V, permettendo di identificare condizioni di
processo fuori controllo durante l’esecuzione della saldatura, garantendone inoltre una spiegazione di tipo fisico.
2. L’architettura di monitoraggio T.O.C.
Con riferimento allo schema illustrato nella Figura 1, il combiner ottico è un componente interno alla sorgente laser che
ha lo scopo di sommare i fasci provenienti dai singoli moduli di potenza costituenti la sorgente e convogliare il fascio
risultante verso la fibra ottica di trasporto del fascio laser,
preservandone la qualità. Le attuali sorgenti laser in fibra
multi kilowatt presentano combiner ottici in cui è possibile
implementare differenti singoli moduli di potenza per futuri
upgrade alla potenza laser complessivamente disponibile al
sistema, grazie alla presenza di diverse fibre ottiche in ingresso al combiner stesso. L’elevata numerosità di tali fibre
ottiche fa si che non tutte siano impiegate per convogliare
il fascio laser proveniente dai moduli restando di fatto inutilizzate. L’idea alla base dell’architettura di monitoraggio
proposta prevede di collegare a tali fibre ottiche dei fotorivelatori (siano essi spettroscopi o fotodiodi) al fine di effettuare il monitoraggio della saldatura laser. Infatti, la radiazione
elettromagnetica emessa dal processo di saldatura compie
a ritroso il percorso di focalizzazione e trasporto del fascio
laser, raggiungendo il combiner e quindi il fotorivelatore ad
'&RORPERH%3UHYLWDOL1XRYHVROX]LRQLGLPRQLWRUDJJLRGLSURFHVVRQHOODVDOGDWXUDODVHULQÀEUDGLOHJKHGLWLWDQLR
esso collegato. Tale architettura di monitoraggio dal combiner ottico è stata sviluppata presso il SITEC – Laboratorio
per le Applicazioni Laser del Politecnico di Milano – in collaborazione con IPG Photonics (Italy) ed è indicata con il
nome TOC (acronimo di Through Optical Combiner).
Tra i principali vantaggi di tale soluzione si ricordano la
coassialità della catena ottica di misura con quella di trasmissione del fascio, l’indipendenza del segnale foto rivelato dalla direzione di saldatura, l’assenza di masse e volumi
aggiuntivi sulla testa di saldatura, generalmente impiegati in
dispositivi di monitoraggio tradizionale e la semplice integrazione di tale architettura di monitoraggio in sistemi laser
per processi di saldatura remoti [14].
3. Confronto con le architetture di monitoraggio
tradizionali
La principale differenza tra le architetture di monitoraggio
tradizionali precedentemente discusse e quella TOC risiede
nella più complessa catena ottica di fotorivelazione presente
in quest’ultima soluzione in cui la radiazione laser osservata
attraversa una maggior quantità di superfici trasmissive (vetri, lenti, fibre ottiche). Le diverse proprietà di trasmissione
ottica delle superfici attraversate comporta un’attenuazione
del segnale acquisito che varia in funzione della lunghezza
d’onda dell’onda elettromagnetica emessa dal processo di
saldatura. Tale condizione si ripercuote quindi in una differente morfologia dello spettro di emissione acquisito ed
utilizzato per il monitoraggio del processo. Un confronto è
possibile effettuando misure dello spettro di emissione sia
con architettura di monitoraggio tradizionale che con l’ar-
TABELLA 1 - Parametri di saldatura utilizzati per l’esecuzione del cordone di saldatura utilizzato per il confronto tra l’architettura di monitoraggio TOC e quella tradizionale
Parametri laser
Qualità del fascio M2
Potenza laser
Velocità di saldatura
5.14
1000 W
4000 mm/min
Posizione di fuoco
0 mm
Gas di protezione
He / Ar
Lunghezza focale lente di collimazione
60 mm
Lunghezza focale lente di focalizzazione
125 mm
Diametro del fascio a fuoco
114 μm
Irradianza media a fuoco
Profondità di campo
7.7 x 1010 W/m2
1.5 mm
chitettura TOC durante l’esecuzione di una saldatura di riferimento. Identificata una condizione di saldatura laser in
configurazione “bead on plate” realizzata su di una lastra di
Ti6Al4V dello spessore di 2 mm, i cui parametri di processo
sono riassunti nella Tabella 1, si è proceduto all’acquisizione dello spettro dell’emissione elettromagnetica associato
Figura 1 - Schema dell’architettura di monitoraggio TOC – Through Optical Combiner
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
791
'&RORPERH%3UHYLWDOL1XRYHVROX]LRQLGLPRQLWRUDJJLRGLSURFHVVRQHOODVDOGDWXUDODVHULQÀEUDGLOHJKHGLWLWDQLR
TABELLA 2 - Parametri principali dello spettroscopio utilizzato per il
confronto tra l’architettura di monitoraggio TOC e quella tradizionale
Parametri spettroscopio Avantes 2048
Range di emissione possibile
200 - 1100 nm
Range di emissione considerato
400 - 800 nm
Risoluzione media
Tempo di integrazione
0,6 nm
15 ms [architettura TOCM]
5 ms [architettura tradizionale]
al processo di saldatura sia in configurazione TOC che in
configurazione tradizionale mediante impiego di uno spettroscopio Aventes 2048 i cui parametri sono stati impostati
secondo quanto indicato nella Tabella 2.
La Figura 2 mostra la sezione trasversale di un cordone di
saldatura laser in configurazione “bead on plate” realizzato
su una lastra di Ti6Al4V dello spessore di 2 mm, eseguito
con i parametri di processo riassunti nella Tabella 1, mentre
gli spettri di emissione medi normalizzati, acquisiti sia secondo l’architettura di monitoraggio tradizionale che secondo quella TOC, sono presentati nella Figura 3.
L’analisi degli spettri di Figura 3 mostra come, grazie alle
alte densità di energia disponibili con le sorgenti laser in fibra, sia possibile ottenere linee di emissione da transizione
elettronica all’interno del range di lunghezze d’onda osservato. Secondo [15] tali linee di emissione sono da riferirsi
ai principali elementi di lega presenti sotto forma di vapore
debolmente ionizzato all’interno del plume di saldatura. La
condizione di sola debole ionizzazione del vapore metallico
è inoltre confermata dalla presenza significativa di un contributo di emissione continuo non trascurabile tra 400 nm
e 800 nm, dovuto all’emissione da corpo grigio secondo la
Figura 2 - Sezione trasversale del cordone di saldatura su lastra di
Ti6Al4V realizzata in configurazione “bead on plate” utilizzata associata alle prove di spettroscopia per il confronto di emissione tra l’architettura di monitoraggio tradizionale e quella TOC
legge di Planck, la cui ampiezza risulta confrontabile con
quella associata alle linee di emissione [16]. Quanto al confronto tra la tradizionale tecnica di monitoraggio fuori asse e
quella TOC proposta, è possibile osservare come gli spettri
normalizzati si presentino di fatto simili nel range di emissione tra 450 nm e 650 nm, dove sono presenti le principali
linee di emissione, permettendo dunque di affermare che dal
punto di vista della caratterizzazione del processo emissivo
l’architettura proposta garantisca la stessa analisi possibile
Figura 3 - Spettri medi normalizzati della condizione di saldatura descritta nella Tabella 1, acquisiti sia con architettura tradizionale fuori-asse
sia in architettura TOC
792
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
'&RORPERH%3UHYLWDOL1XRYHVROX]LRQLGLPRQLWRUDJJLRGLSURFHVVRQHOODVDOGDWXUDODVHULQÀEUDGLOHJKHGLWLWDQLR
secondo l’architettura tradizionale. Due condizioni tuttavia
distinguono la soluzione TOC da quelle tradizionali. Una
prima differenza è relativa all’attenuazione del segnale ottico acquisito nell’architettura TOC, come possibile vedere
dai differenti tempi di integrazione del segnale presentati
nella Tabella 2. La maggior lunghezza del percorso ottico di
misura secondo l’architettura TOC determina una maggior
attenuazione del segnale, con necessità di tempi di integrazione più lunghi e quindi con una conseguente riduzione della frequenza di acquisizione massima.
Una seconda differenza invece è osservabile ai bordi del range di emissione considerato. Al di sotto di 450 nm infatti
l’architettura TOC non è in grado di registrare l’emissione
da parte del processo di saldatura, condizione invece possibile dalla configurazione fuori asse. Tale limite è dovuto alla
presenza, all’interno della catena di misura dell’architettura
TOC, di fibre ottiche sia di trasporto della radiazione laser
sia di connessione tra lo spettroscopio ed il combiner ottico, i cui materiali costituenti presentano un elevato assorbimento nel range di lunghezze d’onda al di sotto dei 450 nm.
Comportamento opposto si registra invece al di sopra dei
650 nm, dove la coassialità dell’architettura TOC permette
l’acquisizione di un segnale con una componente più elevata
nel range discusso.
A conclusione di tale analisi è possibile perciò affermare
che, in saldatura laser in fibra di leghe di titanio, dove lo
spettro di emissione del processo presenta gran parte del suo
contributo tra 450 nm e 800 nm [17], l’architettura di monitoraggio TOC garantisce lo stesso contributo informativo
sulla bontà del processo di saldatura che si potrebbe ottenere
con architetture di monitoraggio tradizionali.
4. Il monitoraggio di processo in saldatura di leghe
di titanio
L’analisi dell’emissione con tecniche spettroscopiche è utile
in fase di identificazione del range di emissione da parte di
un generico processo fusorio.
Tuttavia, la non elevata velocità di acquisizione del segnale,
soprattutto in configurazione TOC, richiedono l’adozione di
altre tecniche di analisi dell’emissione qualora il monitoraggio del processo richieda una maggior risoluzione temporale
della dinamica del processo, come spesso richiesto in condizioni di processo in cui gli attributi di qualità del giunto
possono essere insufficienti a causa della presenza di difetti
localizzati e di piccole dimensioni, la cui genesi e sviluppo
avvengono in piccole frazioni di tempo, quali ad esempio le
porosità.
In tale situazione è prassi adottare una tecnica di monitoraggio dell’emissione elettromagnetica mediante l’impiego
di fotodiodi i quali, sebbene non siano in grado di garantire
un’elevata risoluzione nel dominio delle lunghezze d’onda,
permettono frequenze di acquisizione di ordine di grandezza
superiore rispetto a quelli tipici necessari per il corretto monitoraggio dei processi di saldatura laser.
Dalle analisi di spettroscopia precedentemente esposte, è
TABELLA 3 - Parametri laser della condizione di saldatura di riferimento e condizioni di fuori controllo simulate
Parametri laser della condizione di saldatura di
riferimento
5.14
Qualità del fascio M2
Potenza laser
1000 W
Velocità di saldatura
1500 mm/min
Posizione di fuoco
-1 mm
Gas di protezione
Ar/He (40 nl/min)
Lunghezza focale lente di collimazione
60 mm
Lunghezza focale lente di focalizzazione
125 mm
Diametro del fascio a fuoco
114 μm
7.7 x 1010 W/m2
Irradianza media a fuoco
Profondità di campo
1.5 mm
Lunghezza del tratto di saldatura
90 mm
Durata rampe di potenza in accensione
e spegnimento
250 ms
Condizioni di fuori controllo simulate
Riduzione della potenza laser: livello 1
50 W
(riduzione del 5%
rispetto al riferimento)
Riduzione della potenza laser: livello 2
200 W
(riduzione del 20%
rispetto al riferimento)
Riduzione della portata di gas di
protezione
10 nl/min
(riduzione del 25%
rispetto al riferimento)
possibile definire una configurazione di monitoraggio in architettura TOC basata sull’impiego di un fotodiodo al silicio
con spettro di sensibilità tipico compreso tra i 200 nm ed i
1100 nm.
4.1
Il caso di studio
Per validare la bontà del monitoraggio in architettura TOC
mediante impiego di fotodiodi, si presenta una campagna
di prove finalizzata all’analisi nel dominio del tempo e nel
dominio combinato tempo-frequenza di una condizione di
saldatura di due lastre di Ti6Al4V dello spessore di 2 mm
in configurazione lap-joint. A seguito della definizione di
una condizione di saldatura di riferimento, i cui parametri di
processo sono riassunti nella Tabella 3, sono state effettuate
delle perturbazioni del processo al fine di simulare lo sviluppo di difetti nel cordone di saldatura. I difetti simulati e proposti in tale lavoro hanno previsto l’esecuzione di saldature
con potenze inferiori rispetto a quella di riferimento nonchè
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
793
'&RORPERH%3UHYLWDOL1XRYHVROX]LRQLGLPRQLWRUDJJLRGLSURFHVVRQHOODVDOGDWXUDODVHULQÀEUDGLOHJKHGLWLWDQLR
Figura 4 - Sorgente laser in fibra e sistema laser utilizzati per le prove
di saldatura laser
una riduzione del gas di protezione della saldatura, di cui
si propongono a titolo di esempio le casistiche riassunte in
calce alla Tabella 3. Per ogni condizione di saldatura, siano
esse eseguite in condizione di riferimento o in condizione
di simulazione dei difetti da analizzare, sono state effettuate
un totale di 10 repliche. Nella Figura 4 è mostrato il sistema
laser utilizzato per le prove di saldatura in esame, mentre
la Figura 5 rappresenta una sezione trasversale della condizione di saldatura di riferimento associata ai parametri di
processo della Tabella 3.
4.2
La tecnica di acquisizione ed analisi dei dati
Il segnale di emissione elettromagnetica da parte del fotodiodo è stato acquisito con un’oscilloscopio Tektronix TDS
5034B ad una frequenza di 25 kHz ed analizzato nel dominio del tempo e nel dominio combinato tempo-frequenza.
La fase di preparazione dei dati nonché le successive analisi
sono state effettuate mediante codice “LabView” scritto per
il caso di studio in esame.
Per quanto riguarda l’analisi nel dominio del tempo, l’andamento continuo ossia il contributo alle basse frequenze
dell’emissione elettromagnetica da parte di un processo di
saldatura contiene informazioni circa l’andamento medio
del processo in essere. Ne deriva dunque la possibilità di
identificare, dall’analisi dello stesso, la presenza di spostamenti medi del processo verso condizioni non più di riferimento. L’algoritmo implementato per l’analisi del segnale nel dominio del tempo si basa sull’adozione di carte di
controllo di tipo a media mobile (mX-) ed a range mobile
(mR-) costruite sul segnale foto rivelato alla frequenza di
500 Hz durante tutta la realizzazione della generica saldatura a meno dei transitori ad inizio ed a fine processo associati
alle rampe di potenza.
I limiti superiore ed inferiore delle succitate carte di controllo derivano dai relativi limiti calcolati in carte di controllo
sulla media (X-) e sul range (R-) in saldature eseguite con i
parametri di processo definiti di riferimento nella Tabella 3.
Una maggior risoluzione di analisi è possibile implementando anche un algoritmo per l’analisi combinata nel dominio
794
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
Figura 5 - Sezione trasversale del cordone di saldatura associato alla
condizione di saldatura di riferimento
tempo-frequenza, grazie alla quale è possibile identificare le
diverse cause di emissione elettromagnetica nonché le loro
dinamiche temporali. L’analisi proposta si basa inizialmente
sull’identificazione delle bande di frequenza che contengono il maggior contributo informativo da parte del processo di saldatura, tramite una trasformata veloce di Fourier.
Identificate tali bande, il segnale è in seguito ricampionato
ad una frequenza pari a 4 volte la massima frequenza utile
del segnale al fine di aumentare il rapporto segnale / rumore
senza di contro incorrere in problemi di “aliasing”.
Il segnale così condizionato è infine utilizzato per costruire
uno spettrogramma di Gabor in cui l’energia complessiva
del segnale acquisito è suddiviso nel dominio delle frequenze secondo le proprie componenti tempo varianti [18].
4.3
4.3.1
Discussione dei risultati
Monitoraggio della condizione di saldatura di
riferimento
La Figura 6 mostra le carte di controllo mX e mR per la
condizione di saldatura di riferimento. In esse è possibile
notare come il segnale presenti comunque delle fluttuazioni
all’interno della banda di riferimento, indicando un comportamento dinamico dell’emissione elettromagnetica imputabile sia alle fluttuazioni del keyhole sia a quelle del materiale
fuso circostante. L’analisi di tale andamento temporale mediante trasformata veloce di Fourier restituisce per la saldatura di riferimento lo spettro rappresentato nella Figura 7.
Due principali distribuzioni energetiche possono essere osservate da tale grafico; una prima, continua, al di sotto dei
600 Hz ed una seconda, discreta, rappresentata da elevate
distribuzioni discrete di energia comprese tra 1600 Hz e
2200 Hz. La prima forma di energia, continua, è imputabile
principalmente all’emissione elettromagnetica da parte del
plume di plasma. La seconda, discreta, compete invece alle
frequenze di oscillazione del keyhole in direzione radiale ed
'&RORPERH%3UHYLWDOL1XRYHVROX]LRQLGLPRQLWRUDJJLRGLSURFHVVRQHOODVDOGDWXUDODVHULQÀEUDGLOHJKHGLWLWDQLR
Figura 6 - Carte di controllo mX- (in alto) e mR- (in basso) del segnale
foto rivelato nella condizione di saldatura di riferimento
azimutale. In tale ipotesi è perciò
possibile affermare che difetti imputabili direttamente alla cinematica del keyhole (come ad esempio lo
sviluppo di pori o una riduzione localizzata della profondità di saldatura) siano facilmente identificabili
analizzando tale secondo range di
frequenze. Infine, come è possibile
osservare nello spettrogramma di
Gabor di Figura 8, tale distribuzione di energia rimane pressoché costante durante l’intera durata della
saldatura, prospettando l’assenza
di difetti spazialmente localizzati
all’interno della saldatura.
4.3.2 Monitoraggio delle condizioni
di saldatura associate alla
simulazione di difetti
Come precedentemente indicato,
differenti tipologie di difetti sono
state simulate al fine di riprodurre
le condizioni di monitoraggio tipicamente osservabili in condizioni
di processo fuori controllo a seguito di cause esterne. Una prima
tipologia di difetto simulata è la
riduzione della potenza disponibile
al fascio laser per effettuare la saldatura, al fine di simulare ad esem-
pio un degrado delle proprietà trasmissive delle ottiche di protezione
della testa laser. Per brevità si propongono solo due distinti livelli di
riduzione della potenza laser emessa, rispettivamente una riduzione
di 50 W (pari al 5% della potenza
di riferimento) ed una riduzione di
200 W (pari al 20% della potenza
di riferimento). Il primo livello di
riduzione di potenza proposto è
associabile ad una prima riduzione
di trasmittanza da parte della catena ottica, mentre il secondo livello
di riduzione simulato è tale da non
garantire più la giunzione tra le due
lastre soggette al processo di saldatura, determinando un cordone di
materiale fuso non penetrato nella
lastra inferiore. Le Figure 9 e 10
mostrano rispettivamente la carta di
controllo mX- e lo spettrogramma
di Gabor associati alla riduzione di
Figura 7 - Spettro di potenza del segnale foto rivelato nella condizione di saldatura di riferimento
Figura 8 - Spettrogramma di Gabor del segnale foto rivelato nella condizione di saldatura di riferimento
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
795
'&RORPERH%3UHYLWDOL1XRYHVROX]LRQLGLPRQLWRUDJJLRGLSURFHVVRQHOODVDOGDWXUDODVHULQÀEUDGLOHJKHGLWLWDQLR
Figura 9 - Carta di controllo mX- del segnale foto rivelato nella condizione di saldatura con
riduzione di potenza di 50 W rispetto alla condizione di riferimento
Figura 10 - Spettrogramma di Gabor del segnale foto rivelato nella condizione di saldatura con
riduzione di potenza di 50 W rispetto alla condizione di riferimento
Figura 11 - Carta di controllo mX- del segnale foto rivelato nella condizione di saldatura con
riduzione di potenza di 200 W rispetto alla condizione di riferimento
Figura 12 - Spettrogramma di Gabor del segnale foto rivelato nella condizione di saldatura con
riduzione di potenza di 200 W rispetto alla condizione di riferimento
796
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
potenza pari a 50 W. L’analisi nel dominio del tempo proposta dalla carta
di controllo permette l’identificazione
di una condizione di fuori controllo
da parte del processo laser anche a
fronte di una minima variazione della potenza laser, in quanto si osserva
la perdita di stazionarietà del segnale
nonché un’emissione media più alta
rispetto a quella di riferimento, dovuta ad una minor penetrazione della saldatura e quindi ad una maggior
densità volumetrica di energia nella
lastra superiore. Lo spettrogramma
di Gabor permette inoltre di osservare come, rispetto alla condizione
di riferimento, vi sia una riduzione
generalizzata dell’energia del segnale
alle alte frequenze, con la presenza di
soluzioni di continuità dello spettro
nel dominio delle frequenze caratteristiche del keyhole. Tale interruzione
nell’emissione è da associarsi ad un
collasso localizzato del canale di plasma del keyhole tale da portare alla
probabile incidenza di porosità dovute al gas di processo intrappolato durante il collasso delle pareti del canale
stesso. Nella condizione di saldatura
in cui la potenza laser è ridotta di 200
W si osserva come, sia nella carta di
controllo mX- che nello spettrogramma, l’energia della radiazione elettromagnetica emessa dal processo risulti
fortemente ridotta, (Figg. 11-12). Alle
più basse frequenze di emissione, caratteristiche della fluttuazione del plume metallico sovrastante il materiale
fuso, tale riduzione indica una minor
quantità di vapore metallico prodotto
dalla saldatura e quindi una riduzione nel volume di materiale metallico
portato a fusione. Di contro, nel range di frequenze tipico del keyhole si
nota sia una riduzione dell’energia
posseduta dal segnale, sinonimo di
una minor profondità del canale di
plasma, sia la presenza di soluzioni di continuità associate, come già
detto, al collasso del canale di plasma e dunque indicanti la presenza
di porosità localizzate. Per quanto
riguarda la condizione di riduzione
della portata del gas di protezione,
la Figura 13 ne mostra sia la carta di
'&RORPERH%3UHYLWDOL1XRYHVROX]LRQLGLPRQLWRUDJJLRGLSURFHVVRQHOODVDOGDWXUDODVHULQÀEUDGLOHJKHGLWLWDQLR
controllo mX- che quella mR- associata, mentre la Figura 14 presenta
lo spettrogramma di Gabor relativo.
Dall’analisi delle carte di controllo
si nota come il segnale foto rivelato
non solo presenti un’emissione media molto elevata se confrontato con
quella della condizione di saldatura
di riferimento (carta mX-), ma tale
emissione è associata anche ad una
aumentata variabilità del segnale
stesso (carta mR-). Lo spettrogramma permette inoltre di confermare tale aumento di emissione alle
basse frequenze tipiche del plume
metallico, mentre non è possibile
confermare tale comportamento
anche alle frequenze associate all’emissione da parte del keyhole che
invece presenta un’energia del segnale notevolmente ridotta rispetto
alla condizione di riferimento con la
contemporanea presenza di numerose soluzioni di continuità. Tali variazioni nei segnali rivelati trovano riscontro nel processo di saldatura del
titanio in cui non è garantito il corretto apporto del gas di protezione.
In tale condizione infatti si assiste
al processo esotermico di sviluppo
di ossidi di titanio, con conseguente
innalzamento dell’emissività da parte del plume metallico soprastante la
pozza fusa. Tale processo esotermico risulta di fatto non controllato e
quindi caratterizzato da un’aumentata variabilità. L’assenza inoltre
del corretto apporto del gas di protezione determina una maggior ionizzazione del plume di plasma con
conseguente maggior assorbimento della radiazione laser da
parte dello stesso, a discapito della quota parte di radiazione laser disponibile per il processo fusorio. Tale riduzione
di potenza laser a disposizione per la saldatura determina
dunque la formazione di un keyhole a profondità di penetrazione limitata in cui, con maggior probabilità, è possibile
assistere al collasso periodico del canale di plasma, portando a condizioni di saldatura non più garanti delle proprietà
meccaniche richieste al giunto.
5. Conclusioni
L’avvento delle sorgenti laser in fibra ha portato ad una loro
rapida diffusione in molti settori produttivi, tra cui anche
quello aerospaziale che apprezza la qualità del fascio laser
Figura 13 - Carte di controllo mX- (in alto) e mR- (in basso) del segnale fotorivelato nella condizione di saldatura con riduzione della
portata di gas di protezione (-10 nl/min)
Figura 14 - Spettrogramma di Gabor del segnale fotorivelato nella
condizione di saldatura con riduzione della portata di gas di protezione
(-10 nl/min)
garante dell’esecuzione di cordoni di saldatura comparabili
con quelli ad ora prerogativa della tecnologia a fascio elettronico. Nel presente lavoro è stata presentata una nuova
architettura di monitoraggio del processo di saldatura laser
con tale nuova famiglia di sorgenti laser. Basato sull’acquisizione ed analisi della radiazione elettromagnetica emessa
dal processo di saldatura, l’architettura prevede la foto rivelazione di tale radiazione direttamente dal combiner ottico della sorgente, da cui il nome TOCM - Through Optical
Combiner Monitoring dato alla soluzione di monitoraggio
proposta. L’applicazione di tale soluzione di monitoraggio
alla saldatura di lastre della lega Ti6Al4V ha permesso di verificare come la soluzione TOCM permetta la foto rivelazione della maggior parte della radiazione emessa nel dominio
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
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'&RORPERH%3UHYLWDOL1XRYHVROX]LRQLGLPRQLWRUDJJLRGLSURFHVVRQHOODVDOGDWXUDODVHULQÀEUDGLOHJKHGLWLWDQLR
di emissione tipica del processo in essere, rendendolo di fatto confrontabile alle tradizionali soluzioni di monitoraggio
fuori asse. Inoltre, grazie all’analisi del segnale nel dominio
del tempo è stato possibile identificare diverse condizioni di
fuori controllo del processo di saldatura. Infine, l’impiego
di soluzioni di analisi del segnale nel dominio combinato
tempo-frequenza ha oltretutto permesso di separare le cause
di generazione della radiazione elettromagnetica, nonché di
permettere una maggior comprensione dei fenomeni fisici
tipici delle condizioni di fuori controllo simulate.
%LEOLRJUDÀD
[1]
[2]
[3]
[4]
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Daniele COLOMBO è ricercatore presso il SITEC - Laboratorio per le Applicazioni Laser del Dipartimento
di Meccanica del Politecnico di Milano. Nella sua attività di ricerca si occupa principalmente dello studio
dei processi di taglio e saldatura laser possibili con le sorgenti laser ad elevata brillanza.
Barbara PREVITALI è professore associato in Tecnologie e Sistemi di Lavorazione al Politecnico di
Milano. Attualmente è responsabile del SITEC - Laboratorio per le Applicazioni Laser del Politecnico di
Milano. I suoi principali interessi riguardano lo studio, attraverso approcci sia di tipo sperimentale che
numerico, dei processi laser congiuntamente ai materiali avanzati.
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Mizutani
eg
S. Katayama - TIG weld penetration improvement by laser-activated process with oxygen
International Institute ofM.W
elding
Welding
TIG weld penetration
improvement by
laser-activated process
with oxygen (°)
M. Mizutani
S. Katayama
*
*
Summary / Sommario
1. Introduction
TIG arc welding is widely used in
various manufacturing and building
industries in the world. The popularity
of TIG welding is attributed to the fact
that the process is reliable and relatively inexpensive, and its intended weld
is easily controlled and predictable in
terms of weld shape and composition.
However, conventional TIG arc welding has a disadvantage such as poor
penetration resulting in low productivity. Thus, various researches and developments on active fluxes effective
to improve single run weld penetrations have been carried out, and what
is nowadays called “A-TIG” was originally developed by the Paton Welding
Institute [1-7]. The process utilizing a
small amount of oxygen as an active
element, in addition to a main shielding inert gas (Ar and/or He), is devised
(°) Doc. IIW-2071, Recommended for publication
by Commission XII “Arc Welding Processes
and Production Systems” and Study Group
SG-212 “The Physics of Welding.”
* Joining and W
Welding Research Institute,
Osaka University,
y Osaka (Japan).
This paper deals with a newly developed pretreatment for TIG arc welding
to improve weld penetration. As a pre-treatment, a small oxidized region was
produced on the surface of stainless steel plates by laser irradiation using
oxygen gas prior to travelling TIG arc. The effect of the pre-treatment (especially named LA pre-treatment) on the TIG weld penetration was evaluated. It
was found that the pre-treated region extremely smaller than the weld could
make the TIG weld penetration deeper at lower welding speeds.
Questo articolo descrive un trattamento preliminare di nuova concezione per
migliorare la penetrazione di giunti realizzati con processo di saldatura TIG.
Una piccola area della superficie di una lamiera di acciaio inossidabile viene
ossidata mediante laser, utilizzando ossigeno prima di azionare l’arco. E’ stato
valutato l’effetto di questo trattamento (denominato LA pre-treatment) sulla
penetrazione di un giunto realizzato con processo TIG e si è constatato che la
regione trattata risulta ridotta rispetto a quella che si potrebbe ottenere con il
processo TIG e la penetrazione più profonda a velocità di avanzamento inferiori.
IIW Thesaurus Keywords:
A TIG welding; austenitic stainless steels; GTA welding; lasers; oxides; penetration; plate; stainless steels; surface preparation.
to improve weld penetration this process is named “AA-TIG” [8-12].
On the other hand, it is also commonly
known that rust and mill scales in or
on the prepared groove of the specimen often degrade the quality of TIG
arc welds, and therefore the residues
should be removed prior to welding.
It should be noted that natural rust
usually consists of hydrate resulting in
welding defects. From the aforementioned fact, it is suggested that not the
means but an adequate amount of oxygen supplied into a weld pool should
improve the weld penetration as an
active element. Meanwhile, from the
perspective of modern-industrial demands, a simplified, quick, stable,
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
801
M. Mizutani e S. Katayama - TIG weld penetration improvement by laser-activated process with oxygen
a)
Conventional TIG
b)
A-TIG
c)
Laser-cutting slag used as possibly active
substance
in terms of oxygen effect exerting surface tension.
2. Oxidation processes prior to
TIG welding
d)
Burned steel-wool (BSW) used as possibly active substance
e)
Fe3O4 powder used as possibly active
substance
As stated above, it is known that oxygen in a weld pool greatly affects weld
penetration in TIG arc welding.
In order to examine the influence of
the oxidation process on the weld geometry, several trial experiments were
carried out under the same conditions
listed in Table 1. The material used
TABLE 1 - Welding conditions
Electrode
Type
W-2% Ce2O3
Diameter
3.2 mm
Vertex angle
60°
Gap
2 mm
Gas
f)
Oxide layer (scale) on plate surface
formed by thermal treatment in furnace in air
g)
Oxide layer (scale) on plate surface formed by handy gas burner
Figure 1 - Surface appearances and cross-sections of TIG arc welds with and without several
treatments, showing respectively preparations for treatments, surface appearances before and
after welding, and their cross-sections
controllable and furthermore automated process is preferable. Therefore, in order to investigate the effect
of oxygen on weld penetration and to
develop a new TIG welding process
meeting recent industrial demands, laser, which was thought to be suitable
for such a heat source to oxidize specimen because of its high-power density,
802
was used to produce a pre-treated region (LA pre-treatment). After that
pre-process, TIG arc welding was conducted on the region as the main welding process (LA-TIG) [13-15]. In this
paper, the characteristics of weld bead
widths and penetrations in LA-TIG arc
welding of Type 304 stainless steel are
described with some trial experiments
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
Type
Ar
Flow rate
15 l/min
Nozzle diameter
11 mm
Nozzle height
10 mm
Others
Welding speed
1.5 mm/s
(9 cm/min)
Bead length
About 150 mm
Oxidized treatment
About 50 mm
length
Welding current
150 A (DCEN)
M. Mizutani e S. Katayama - TIG weld penetration improvement by laser-activated process with oxygen
TABLE 2 - Chemical compositions of Type 304 stainless steel
Alloy
element
Cr
Ni
C
Si
Mn
P
S
Fe
Content
[wt. %]
18.20
8.07
0.05
0.47
0.99
0.028
0.003
Bal.
was Type 304 stainless steel including
0.003% sulphur, the chemical compositions are shown in Table 2.
This sulphur content is regarded to be
so low as to exert a higher surface tension at lower temperatures. It implies
the production of a shallow penetration weld. The plates were 200 mmlong, 75 mm-wide and 8 mm-thick.
First of all, conventional TIG welding was conducted as a reference for
the following trials with several treatments. Figure 1 shows the surface appearance and cross-section of the weld
beads obtained from the reference and
the trials with several welding treatments. Welding was carried out from
left to right, showing the bead appearances. In particular, welding was performed at the relatively low speed of
1.5 mm/s to expectantly enhance the
effect of the treatments.
In conventional TIG welding, as shown
in Figure 1 a), a shallow weld with a
2.8 mm penetration depth was formed.
The bead width was consistently about
6.1 mm. In addition, the effect of the
surface conditions on the weld geometry was investigated.
The surface finishing of several specimens was carried out by a grinder,
abrasive papers and/or acid pickling.
As a result, distinguishable differences
on the weld geometry were not observed among specimens compared to
a received one. Type 304 plates were
therefore simply cleaned with ethanol.
Figure 1 b) shows an A-TIG weld with
a commercial flux, FASTIG-SS7 (HOBART). The flux was deposited by
brushing on a length of about 50 mm
on the centre region of the plate.
Then, bead-on-plate welding was
carried out from left to right across
the flux-coated region. It can be seen
that the bead width changed to narrower and the penetration was drasti-
cally deepened to 4.9 mm, as generally credited. After passing through
the flux-coated region, the bead width
recovered.
It is a fact that rust and mill scales often
degrade the quality of a TIG arc weld.
Therefore, in order to investigate the
possibility of applying the residues to
the activating process prior to the main
TIG welding, the effect of the residues
on the weld geometry was evaluated.
The effect of laser-cutting slag on the
bead formation is shown in Figure 1 c).
Mild steel slag was accumulated and
milled to some extent to become fine.
The grinded substance was deposited
on the base plate. It can be seen that
a slightly deeper and narrower weld
bead, which may coincide with that of
A-TIG, was formed although the bead
fluctuated in depth and width.
Furthermore, a commercial steel-wool
was burned by a commercial burner to
form an oxide layer to be used as an
alternative to the activating flux.
As shown in Figure 1 d), the bead formation was almost the same as that of
the slag-induced weld bead. It can be
said that the burned steel-wool (BSW)
also worked as the active flux.
These results may imply that ferric oxides as the flux may activate TIG welding as well as TiO2, SiO2, Cr2O3, NiO
and so forth.
Therefore, the effect of Fe3O4 as the
single-component flux on the weld
formation was investigated. Figure 1
e) shows the bead appearance and the
penetration shape. The colour of the
flux (Fe3O4) changed from black to red,
which was interpreted as the composition change from Fe3O4 to Fe2O3 as the
result of being exposed to air at high
temperatures during and after welding.
The compositions and phases of the
pre-treated layers were confirmed by
EDX (Energy Dispersive X-ray Spec-
trometer) and XRD (X-ray Diffraction
Method). It can be seen that the bead
width became narrower and the penetration depth drastically improved to
4.1 mm, which was almost the same
aspect as seen in A-TIG in Figure 1 b).
Fe O showed a good performance as a
single-component flux.
However, iron oxide has not been used
so often as an active flux ingredient
even though it is expected to have a
potential. The reason why iron oxides
have not been used so much as an active flux is attributed to the associated
iron contamination on stainless steel
from the oxide and deterioration of the
corrosion resistance. It is thus said that
iron oxide residues should be reduced
to a minimum. As it was found that
ferric oxides also performed as active
fluxes, direct formation of oxides on
the plates was therefore tried.
To start with, Type 304 plates were
heat-treated in a furnace at 1273 K
for one hour in atmosphere. The plate
surfaces were grinded to eliminate an
oxidation layer except for the centre
region of 50 mm in order to examine
the effect of the oxides on the bead
formation. As shown in Figure 1 f),
the stable and narrower weld bead appeared in the oxidized region (scale).
The penetration depth was 3.9 mm,
which was equivalent to that of A-TIG
welds. However, this procedure may
not be applied in production welding,
due to the low efficiency resulting in
a high energy and time consumption.
Therefore, in order to form the locallyoxidized region (scale) on the plate, a
handy gas burner was used as a heat
source. Heating was continued until
the temper colour was seen to a certain
extent. Figure 1 g) shows the results of
the heat treatment and the subsequent
welding. It can be seen that there is almost no change in bead width, surface
appearance and penetration.
This result was interpreted by considering that the heat input was not sufficient to form an effective oxide layer
because of the low heat (power) density, and thus stronger heat sources,
such as cutting torches or furthermore
lasers, are required. It was ventured
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
803
M. Mizutani e S. Katayama - TIG weld penetration improvement by laser-activated process with oxygen
not to rank the results of the conducted
experiments in the order of the penetrations because it should be noticed
that these trials were not quantitative
due to the difficulties in measuring the
oxygen content included in the derivatives. Nevertheless, it can be said that
a surface treatment supplying oxygen
is effective in obtaining a deep-penetration weld. In this section, it may be
concluded that the weld pool geometry
is affected by oxygen, regardless of
its origin. It is also predicted that the
weld penetration should be deeper if a
proper amount of oxygen is supplied
into the weld pool.
3. LA-TIG Welding
Lasers are generally superior to gas
cutting torches or arc equipment as
well as furnaces in terms of power
density and controllability in both
space and time as a heat source.
Therefore, in order to investigate the
effect of oxygen on the weld penetration and to newly develop an advanced
TIG welding process meeting recent
industrial demands, LA-TIG was proposed and evaluated.
3.1 Experimental procedures
The material used is Type 304 stainless steel, and the chemical composi-
TABLE 3 - Chemical compositions of Type 304 stainless steel used for LA-TIG
Alloy
element
Cr
Ni
C
Si
Mn
P
S
Fe
Content
[wt. %]
18.13
8.10
0.05
0.50
0.91
0.031
0.003
Bal.
tions of plates of 200 × 50 × 8t mm are
shown in Table 3. They include 0.003%
sulphur, which normally gives a shallow penetration weld in conventional
TIG welding.The experimental setup
and procedure of LA-TIG welding are
illustrated in Figure 2. As to the preprocess named LA pre-treatment, as
shown on the left in Figure 2, a laser
beam was irradiated onto Type 304
plate in O2 shielding gas instead of the
inert gas in the general laser welding.
The pre-treatment was conducted under the various conditions of laser
power, defocused distance and treatment speed. As a result, the conditions range was developed to be narrow in this paper as listed in Table 4.
The main process was TIG welding, as
shown in the right of Figure 2.
In some cases, the main TIG welding was continuously performed from
the non-treated to the LA-treated region in order to clarify the differences
in melting-ability between with and
without LA pre-treatment under the
various conditions described in Table 5.
TABLE 4 - LA pre-treatment conditions
CW YAG Laser
Type
NEC, 1.8 kW,
f = 150 mm
Beam diameter
0.6 mm at focal
point
Position of focused
beam
Just-focused on
plate surface
Power
100 W
Gas
Type
O2
Flow rate
20 l/min
Nozzle diameter
6 mm
(Coaxial nozzle)
Nozzle height
10 mm
Treatment speed
Mainly 20 mm/s
(120 cm/min)
Treated-region
length
Half the TIG
weld length
Then, this process including LA pretreatment and main TIG welding was
named LA-TIG welding.
Figure 2 - Schematic experimental setup of LA-TIG welding, showing procedure from LA pre-treatment (left) to main TIG welding (right)
804
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
M. Mizutani e S. Katayama - TIG weld penetration improvement by laser-activated process with oxygen
TABLE 5 - LA-TIG conditions
Electrode
Type
W-2% Ce2O3
Diameter
3.2 mm
Vertex angle
60°
Gap
Mainly 2 mm
Gas
Type
Ar
Flow rate
15 l/min
Nozzle diameter
11 mm
Nozzle height
10 mm
Welding machine
DAIHEN, 300 A
Welding speed
Mainly 2 mm/s
Bead length
About 160 mm
Treated-region
Latter half
Welding current
Mainly 150 A
(DCEN)
3.2 LA pre-treatment
As a typical example, the surface appearances of the LA-treated region
are shown in Figure 3. The LA-treated
region was very narrow within 1 mm.
And the elapsed time between pre-
Figure 3 - Surface appearances of LA-treated region
treatment and main welding did not
affect the following welding result
because the pre-treated region had a
certain fixing strength and decay durability. The fixing strength was simply evaluated by a peeling test with
a sticky tape, and by scratching with
nails. It seemed that there was no
change in the appearances after these
simple tests. The compositional characteristics were analysed by SEM,
EPMA and XRD as shown in Figure
4. Figure 4 a) shows a cross-sectional
SEM photo and elemental mapping
images of Fe, Cr, Ni and O, as well as
the oxidized region composition.
Under treatment conditions of 100 W
laser power and 20 mm/s speed, the
region formed was about 0.2 mmhigh and 0.5 mm-wide. The chemical
compositions in the region were about
30% Fe, 11% Cr, 0.5% Ni and 58% O
in atomic fraction. Figure 4 b) shows
XRD results of the treated region and
a) Cross-sectional SEM image and EPMA results
Fe3O4 reagent for comparison. Most
peaks of the LA-treated region agreed
with those of the reagent except for
those peaks showing Type 304 base
steel. From the EPMA and XRD results, it was identified that the treated
region consisted mainly of Fe3O4 and
slightly of Cr2O3. The amount of oxygen in the treated region was estimated
on the basis of measurements of the
mass increase by an electronic weight
measuring instrument, as schematically
shown in the left of Figure 5. Type 304
lightweight plates (100 × 10 × 1t mm)
were used to fit into a range of the electronic weight measuring instrument.
Laser was irradiated onto the plates
three times overall in the longitudinal
direction. The weight was measured
before and after laser irradiation during each sequence.
The graph on the right, Figure 5 b),
shows the relationship between laser
treatment speed and weight increase,
b) XRD result, showing comparison between LA-treated region and Fe3O4 reagent
Figure 4 - Identification results of LA-treated region
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
805
M. Mizutani e S. Katayama - TIG weld penetration improvement by laser-activated process with oxygen
3.3 LA-TIG welding
Figure 5 - Oxygen amount in LA-treated region, estimated with measurement result by electronic
weight measuring instrument, showing the procedure and change in weight, i.e. oxygen amount
which means the weight difference between before and after pre-treatments,
divided by the pre-treated length.
It can be seen that the increase in
weight decreases as the pretreatment
speed increases. In addition, it should
be mentioned that without oxygen gas,
there was apparently no affected region
after laser irradiation. On the other
hand, with oxygen gas, even at the
process speed of 300 mm/s and laser
power of 100 W, as shown in Figure
6, the trace remained to some extent.
This may be explained by the fact that
during laser irradiation in oxygen atmosphere, the oxidation reaction heat
contributed to the formation, and furthermore laser absorption was gained
by colour changes accompanied by oxide formation, and therefore, the oxidized region was efficiently formed.
The advantages of LA pre-treatment
can be summarized as follows:
1) LA pre-treatment is controllable
and reproducible for surface oxidation.
2) The treatment speed is relatively
high enough to process before the
main TIG welding.
3) Owing to the use of laser, LA pretreatment may be applicable to
automated processes.
Figure 6 - Surface appearances of LA pre-treated region processed under the conditions of 100 W
laser power and 300 mm/s treatment speed
806
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
In order to investigate the effect of the
LA pre-treatment on TIG weld geometry, bead-on-plate testing by TIG arc
was carried out under various LA pretreatment conditions and subsequent
TIG welding. Typical surface appearances of the LA-treated region and the
subsequent LA-TIG weld beads are
shown in Figure 7. The subsequent
TIG welding was continuously performed from the non-treated to the
LA-treated region and stopped just
before the LA pre-treated-region end
in order to confirm whether the sub-sequent TIG properly traced the LA pretreated region. Figure 7 a) shows the
appearances of LA pre-treated regions
in the upper photo and the subsequent
TIG beads in the lower photo. It can
be seen that the width of the LA pretreated regions is extremely narrow in
comparison with the following TIG
bead. Despite the fact that TIG welding was performed on the plates from
the non-treated to the LA-treated zone,
the weld-bead width became wider just
at the beginning point of the treated
zone, and narrower in the LA-treated
than in the non-treated part. This behaviour of the LA-TIG bead formation
of was very similar to that of A-TIG
and the other oxygen-induced TIG, as
shown in Figure 1 in the pre-experimental study section. In addition, despite the fact that the photograph of the
bead appearances was just taken as a
weld without wipe or wash, the metal
lustre was seen on the bead. The left
and right photos in Figure 7 b) show
the cross-sections of TIG welds with
and without LA pre-treatment, respectively. In the case of welding with LA
pre-treatment, deeper and narrower
weld beads were formed as compared
to conventional TIG welding without
LA pre-treatment. The characteristics
of LA-TIG welding shown in Figure 7
are summarized in Table 6. In the case
of the conventional TIG weld, the bead
width (W) was 8.3 mm, penetration
depth (D) 2.1 mm and the penetration/
width ratio (D/W) 0.25.
In contrast, in the case of the weld with
M. Mizutani e S. Katayama - TIG weld penetration improvement by laser-activated process with oxygen
a) Surface appearances of LA pre-treated lines and weld beads
ollowed by TIG arc traveling
b) Cross-sections of LA-TIG weld and conventional TIG
weld observed at cut parts on surface
Figure 7 - Typical examples of LA pre-treatment regions and LA-TIG arc welds
the pre-treatment, the bead width, penetration depth and D/W ratio changed
to 6.5 mm, 3.7 mm and 0.57, respectively. And the improvement ratio was
assessed to be 1.76 greater than the
D/W ratio of the conventional TIG
weld. The amount of residual oxygen
in the weld was analysed by an oxygen-nitrogen analyser. The amount of
oxygen in the LA-TIG weld was 134.9
ppm, although that in the conventional TIG weld was 32 ppm. In order to
evaluate the efficiency of the
TABLE 6 - Characteristics of LA-TIG compared to conventional TIG
oxygen supplied
Conventional part
in the LA pretreated region, it
Width
8.3 mm
was compared to
Depth
2.1 mm
the residual oxyD/W ratio
0.25
gen in the subsequent weld bead.
Residual oxygen
32 ppm (w)
The value 134.9
LA-TIG part
ppm of oxygen
in the weld was
Width
6.5 mm
converted to the
Depth
D/W ratio
Cross-sectional area of weld
3.7 mm
0.57
17.9 mm2
Residual oxygen analysed by O/N
analyser
134.9 ppm (w)
Residual oxygen (unit-converted)*
0.0191 mg/mm
Supplied oxygen by 20 mm/s treatment
0.05 mg/mm
Improvement ratio between D/W of
LA-TIG weld and that of conventional
TIG weld
1.76
(IÀFLHQF\IURPVXSSOLHGWRUHVLGXDO
oxygen
0.38
*
value 0.0191 mg/mm along the welding direction, according to the relationship shown below the table.
The amount of supplied oxygen was
given by the relation of the LA pretreatment speed vs. increase in weight
from Figure 5. As a result, the efficiency of the supplied oxygen, 0.05 mg/
mm, to the residual oxygen, 0.0191
mg/ mm, is evaluated to be 0.38.
It can be said that the oxygen supplied
by the LA pre-treatment was effectively used to activate the subsequent TIG
welding. Furthermore, the amount
of supplied oxygen was compared to
that of an active substance, which was
reported in Section 2. Tanaka et al. reported that the penetration depth was
saturated at TiO densities greater than
TABLE 7 - Evaluation of oxygen content in weld bead produced with
TiO2 active substance
TiO2
Molecular weight of TiO2
48
Atomic weight of Ti
22
Atomic weight of O
8
Mass fraction of O in TiO2
FO
42 mass %
Amount of TiO2 at which
penetration is saturateda
MD
about 1 mg/cm2
Bead width used for calculation
Wba
7 mm
Supplied oxygen
Mg
0.03 mg/mm
Estimation of oxygen content
Residual oxygen (unit-converted from ppm to mg/mm along the
welding direction) = unit length x cross-sectional area x density x
residual oxygen. Density of Type 304: 7.93 kg/m3.
b
a
b
Reported by Tanaka et al. [16].
Mg = MD x FO x Wba.
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
807
M. Mizutani e S. Katayama - TIG weld penetration improvement by laser-activated process with oxygen
Figure 8 - Compositional feature of LA-TIG
weld, showing chromium-rich oxide not along
bead centreline and inside but on bead edge
near fusion boundary, and homogeneous distribution in weld
the assumption of a herefore, on 7 mmwide weld bead, the supplied oxygen
from TiO2 of 1 mg/cm2 was converted
to 0.03 mg/mm along the welding direction according to Table 7.
It can be said that the oxygen content
in the LA-TIG weld is almost equivalent to that of A-TIG using TiO2.
These estimations were just shown as
examples of the quantitative approach.
As mentioned above, the contribution
of oxygen to the TIG weld from the
LA pre-treated region was 0.38.
This result raised a further question
about where the rest of oxygenis distributed. In order to investigate the
whereabouts of oxygen, an EDX analysis was carried out. Figure 8 shows
the compositional feature of a LA-TIG
weld. It can be seen that chromiumrich oxide was detected on the weld
bead surface not along the centreline
but near the edge along the weld fusion
boundary.
In addition, the homogeneous distribution of principal elements and no oxide inclusion was observed inside the
bead in the scale of this magnification.
It can be assumed that the part of the
oxygen from the pre-oxidized region
may react with chromium and change
to Cr2O3, and then flow and remain on
the weld bead surface along the fusion
808
Figure 9 - Examples of full-penetration
welds produced by LA-TIG welding in plates
of 8 mm and 11 mm in thickness
boundary near the base metal. Finally,
applicability to medium-thick Type
304 plates was attempted.
In order for the amount of oxygen to be
adjusted to intended larger welds, the
LA pre-treatment speed was changed
to lower according to the relations in
Figure 5.
A normal TIG weld and a LA-TIG
weld are shown in Figure 9.
The normal TIG weld penetration was
about 3 mm-deep; however, the full
penetration weld beads were obtained
in 8 and 11 mm-thick plates by LATIG welding. It was confirmed that
LA-TIG was remarkably efficient and
the effect of LA-TIG was similar to
that of A-TIG.
In addition to the above-mentioned
advantages, apparently, the noticeable damage or contamination on the
electrode was not observed after 3 min
welding, probably because welding
was performed in Ar shielding gas.
1.
2.
3.
4.
5.
4. Conclusions
LA-TIG (laser-activated TIG) welding
was proposed and investigated to make
its feature clear.
The major conclusions obtained in this
work are summarized as follows:
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
It was found that some derivatives
including oxygen, regardless of
their origin, could change the subsequent TIG weld geometry to a
certain extent.
LA pre-treatment could precisely
control the amount of oxygen on
Type 304 plates by controlling
the treatment speed, which was
relatively high. Deeply penetrated
TIG welds were produced at moderate LA pre-treatment speeds. In
addition, high power lasers were
not needed for this LA pre-treatment, but 100 W class inexpensive
lasers were applicable.
It was shown that the compounds
consisting of rich Fe3O4 and poor
Cr2O3 were formed in the LAtreated zone of Type 304 stainless
steel plates.
LA-TIG improved weld penetration in a way similar to A-TIG, as
compared with conventional TIG.
LA-TIG welding could produce
fully penetrated deep welds in 8
and 11 mm-thick plates at the TIG
current of 200 A and travelling
speed of 1.5 mm/s and 0.85 mm/s,
respectively, although welds of
about 3 mm in penetration depth
were obtained by normal TIG
welding.
M. Mizutani e S. Katayama - TIG weld penetration improvement by laser-activated process with oxygen
%LEOLRJUDÀD
[1]
[2]
[3]
[4]
[5]
[6]
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Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
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IIS Didattica
Introduzione alla stesura di
6SHFLÀFKHGL3URFHGXUD
GL6DOGDWXUD:36
secondo Codice ASME,
Sezione IX *
1. Introduzione
Le Specifiche di Procedura di Saldatura (o Welding Procedure Specification
- WPS) sono, come noto, uno dei documenti fondamentali su cui si basano
tanto le attività di produzione come
quelle inerenti ai processi di qualificazione dei saldatori e dei procedimenti
stessi di saldatura.
Allo scopo, indipendentemente dalle
competenze tecniche possedute, il costruttore si trova, nella maggior parte
dei casi, tenuto a operare in un preciso
ambito normativo, spesso definito contrattualmente, che afferisce talvolta al
contesto europeo (e al corpus di normative emanate dal CEN TC 121), in
altri casi al contesto statunitense strutturato in accordo all’ASME Boiler and
Pressure Vessels Code, Section IX,
che costituisce nello specifico un riferimento basilare anche per altri codici
di primaria importanza.
Per garantire alle specifiche il necessario grado di standardizzazione, è quasi
superfluo osservare che norme o codici
di riferimento stabiliscano requisiti per
la loro stesura, tanto in termini di contenuti minimi che in termini di criteri
per la specificazione delle variabili da
rappresentare.
Nulla togliendo alla normativa europea, è innegabile però che il Codice
ASME, Section IX, rappresenti un ri*
Redazione a cura della Divisione Formazione
dell’Istituto Italiano della Saldatura, Genova.
ferimento di assoluta rilevanza a livello internazionale, non solo in ambito
statunitense, tanto che talvolta è preso
come riferimento anche in ambiti molto diversi - e purtroppo talvolta impropri - da quello per cui è stato concepito, ossia la definizione dei criteri tecnici applicabili da parte del costruttore
per la progettazione, la fabbricazione e
il collaudo di apparecchiature in pressione, nonché le relative responsabilità
nella gestione del proprio sistema di
controllo della qualità. Questo articolo
si pone lo scopo di fornire una prima
introduzione alla stesura di Specifiche
di Procedura di Saldatura secondo il
suddetto Codice, demandando ad altre sedi, evidentemente, gli approfondimenti necessari a chi già conosca
la materia e voglia invece affrontare
casi specifici, non riconducibili ad uno
schema introduttivo.
2.
La stesura di una WPS
secondo il Codice ASME
Nell’ambito della Section IX del Codice ASME, l’argomento relativo alle
caratteristiche ed ai requisiti minimi di
una WPS è sviluppato all’interno del
paragrafo QW-200 (il Codice aiuta il
proprio utilizzatore localizzando i requisiti stessi in altrettanti paragrafi,
chiaramente identificabili). In particolare, per la stesura e la verifica in un
secondo tempo di una WPS, secondo
il Codice ASME - come in accordo ad
altri riferimenti applicabili - un primo
requisito è il rispetto di una serie di
variabili che il Codice stesso divide
in tre categorie: essenziali, essenziali
supplementari e non essenziali; al riguardo, si osserva che l’aggettivo essenziale va oltre il proprio consueto
significato poiché è associato a quelle
variabili la cui variazione al di fuori di
un dato intervallo comporta la riqualificazione del processo. La lista delle
suddette variabili è riportata nei paragrafi compresi tra il numero QW-250
ed il QW-280. Per il formato da adottare, come chiaramente indicato, il Codice non impone uno schema in forma
mandatoria: tuttavia, nell’Appendix B
(non mandatoria, appunto) è fornito
un esempio di formato che può essere adottato, in assenza di alternative,
limitatamente ai processi ad arco elettrico SMAW, SAW, GMAW e GTAW.
2.1
Dati generali (Code User
Identification Block)
Per quanto possa sembrare strano, è
opportuno fare alcune precisazioni già
a partire da questa parte del documento, che riporta appunto i dati identificativi del Costruttore (che il Codice più
precisamente identifica come Code
User): al riguardo, è il caso di ricordare ai lettori meno esperti che in ambito
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
811
,QWURGX]LRQHDOODVWHVXUDGL6SHFLÀFKHGL3URFHGXUDGL6DOGDWXUD:36VHFRQGR&RGLFH$60(6H]LRQH,;
numero e della revisione) in modo più
rapido ed efficace.
Figura 1 - Code User Identification Block
ASME il Costruttore agisce per effetto
di una vera e propria autorizzazione
conferita da ASME stessa, all’interno
di uno specifico campo di validità.
Entriamo, quindi, nello specifico di
ogni singolo dato, (Fig. 1).
r Company Name: la ragione sociale da indicare in questo punto
dovrebbe coincidere con la denominazione riportata nell’autorizzazione ottenuta da ASME, utilizzando se possibile la versione
(per esempio, una sigla) più breve
esistente;
r By: in questo campo, secondo il
Codice, dovrebbe essere riportato
il riferimento della persona che ha
dato l’autorizzazione all’uso della WPS in questione (di norma, il
sistema di gestione per la qualità
dovrebbe prevedere una o più persone autorizzate a rilasciare tale
autorizzazione);
r Welding Procedure Specification
No.: a questo riguardo, il Codice
non fornisce criteri per la numerazione delle WPS e anche in questo
caso, di solito, si fa riferimento ai
documenti emessi dalle competenti funzioni aziendali in materia di identificazione della documentazione;
r Date: in genere, la data cui si fa
riferimento in questo punto è la
data di certificazione della WPS
oppure quella relativa alla sua autorizzazione all’uso;
r Revision No.: il Codice ammette
al punto QW-200.1(c) la modifica
di una WPS (limitatamente alle
variabili non essenziali), a condizione ovviamente che se ne dia
evidenza in un’apposita revisione
della stessa, da specificare proprio
in questo punto;
r (Revision) Date: si tratta appunto
della data in cui sono state effettuate le variazioni di cui al punto
precedente;
r
(Revision) by: vale sostanzialmente quanto riportato per l’emissione del documento. Si tratta
quindi del riferimento della persona che ha dato l’autorizzazione
all’uso della WPS in questione;
r Supporting PQR No.(s): questo
punto è trattato in QW-200.1(b), il
quale richiede che la WPS faccia
riferimento alla PQR che la supporta (si noti, peraltro, che può
esservi più di una PQR a supporto
dell’insieme delle variabili essenziali di una singola WPS);
r Welding Process(es): è individuato come variabile essenziale
in QW-401. Si tratta, anzi, della
prima vera e propria variabile essenziale nella WPS;
r Process Type(s): questo punto è
descritto in QW-410.25 come variabile non essenziale, a meno di
una variazione dal tipo manuale
(o semiautomatico) a meccanizzato (o automatico) o viceversa.
Le possibilità previste dal Codice,
per il Process Type sono:
r Manual: gestito da un saldatore che imprime il movimento alla pinza (torcia) ed
al consumabile (elettrodo o
bacchetta);
r Semi-automatic: gestito da
un saldatore, che imprime il
movimento alla sola torcia;
r Machine: gestito da un operatore, che è in grado di effettuare variazioni ai parametri;
r Automatic: gestito da un operatore non in grado di effettuare variazioni dei parametri.
Al termine di questo blocco possono
essere esplicitate alcune informazioni,
tipicamente il processo applicabile ed
eventuali limitazioni (assenza o meno
del trattamento termico, esecuzione o
meno delle resilienze in sede di qualificazione), che possano aiutare ad
identificare la WPS (al di là del suo
812812 Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
2.2 Joints
La successiva sezione della Specifica
riguarda le caratteristiche del giunto
intese come tipologia dello stesso e
specifiche relative alla sua preparazione. Come indicato nel format riportato
nel Codice stesso, l’articolo di riferimento è il QW-402, (Fig. 2), nel quale si trovano le informazioni inerenti
l’essenzialità o meno della singola
variabile (che dipende essenzialmente
dal processo di saldatura, come chiaramente riportato nella tabella QW-16).
r Joint design: va indicata la geometria del giunto (groove, fillet ad
esempio) ed il tipo di preparazione dei lembi impiegata (Vee-groove, U-groove, single bevel, double
bevel etc.);
r Root spacing: è il valore della
distanza tra i lembi, che spesso
viene indicato anche nello sketch
riportato nella stessa sezione del
documento;
r Backing: si tratta ovviamente del
sostegno al rovescio del giunto.
In questo punto della sezione ci
si limita ad indicare se esso sia
presente o meno, non la sua natura, che può essere esplicitata successivamente (Metal, Nonfusing
material, Nonmetallic, oppure
Other).
Relativamente a quest’ultimo punto,
va osservato che se un giunto è realizzato con il concorso di più di un processo (ad esempio: GTAW e SMAW,
in sequenza) occorrerà specificare che
il “weld metal” depositato dal primo
processo costituisce il supporto per il
secondo, come se quest’ultimo fosse
eseguito, di fatto, con un vero e proprio sostegno.
Come suggerito anche dalle note indicate nel format presente nel codice,
nello sketch possono inoltre essere
aggiunte a discrezione del Code User
ulteriori informazioni utili a definire in
modo esaustivo le caratteristiche della preparazione del giunto e della sequenza delle passate, limitatamente a
quelle che abbia ovviamente senso di-
,QWURGX]LRQHDOODVWHVXUDGL6SHFLÀFKHGL3URFHGXUDGL6DOGDWXUD:36VHFRQGR&RGLFH$60(6H]LRQH,;
TABELLA 1 - P-No. fondamentali per la
saldatura
Figura 2 - Caratteristiche del giunto
stinguere ai fini dell’applicazione della
WPS stessa (Fig. 2).
2.3 Base metals
Il documento passa quindi a definire in
modo univoco le caratteristiche del(i)
materiale(i) base: le condizioni che
esplicitano la validità della qualificazione della procedura sono riportate
nel paragrafo QW-403, (Fig. 3).
Come avviene peraltro anche a livello europeo, dove i materiali (ferrosi o
meno) sono raggruppati secondo ISO/
TR 15608 in base alla loro analisi
chimica e/o caratteristiche meccaniche, analogamente il Codice definisce
(QW-420, tanto per la saldatura che
per la brasatura) una serie di raggruppamenti denominati P-Number: i materiali associati al medesimo P-Number si ritiene presentino caratteristiche
(composizione chimica, saldabilità,
proprietà meccaniche) confrontabili.
Inoltre, quando necessario, all’interno
di un determinato P-Number possono
essere identificate ulteriori partizioni
grazie ai cosiddetti Group-Number,
utilizzati ad esempio quando una WPS
viene qualificata con l’esecuzione di
resilienze da altre Sezioni o Codici.
Per gli utilizzatori europei può essere
utile osservare che il paragrafo QW420, nella successiva QW/QB-422,
Figura 3 - Caratteristiche del materiale base
fornisce una lista esaustiva delle specifiche dei materiali applicabili, indicando per ognuno di quelli riportati P-No
e Group-No. e il relativo raggruppamento ISO/TR 15608 (si osservi che
tale “cross reference” è peraltro conforme al contenuto della norma ISO/
TR 20173:2008 “Grouping systems
for materials - American materials”.
In sintesi, nella Tabella 1, sono riportati i P-No. fondamentali per la saldatura. In alternativa, per individuare
univocamente il(i) materiale(i) base è
inoltre possibile indicarne la classificazione ed il grado secondo lo stesso
Codice (ad esempio, SA-516 Gr. 70).
Per quanto meno pratico per materiali classificati, è infine possibile anche
l’alternativa dell’identificazione del(i)
materiale(i) base mediante la sua analisi chimica e proprietà meccaniche,
opzione verosimilmente applicabile
in caso di materiali non riconducibili
ad una classificazione standardizzata
in ambito ASME II, ASTM o magari
neppure in possesso di uno specifico
UNS Number. La sezione che stiamo
considerando richiede quindi di specificare lo spessore, tanto che si tratti
di giunti testa a testa (groove welds)
che giunti d’angolo (fillet), informazione che deve risultare ovviamente
congruente con quanto eventualmen-
Materiali
P-No.
acciai
da 1 a 15F
alluminio e
leghe di alluminio
da 21 a 26
rame e leghe di rame
da 31 a 35
nichel e leghe di nichel
da 41 a 49
titanio e leghe di
titanio
da 51 a 53
zirconio e
leghe di zirconio
61 e 62
te indicato nello sketch associato alla
sezione precedente. In questa sezione
può inoltre essere indicato il diametro
del tubo (qualora il materiale base sia
in questa forma), per quanto tale informazione manchi nell’esempio riportato dal Codice.
Come in ogni altra sezione, il modello scelto può riportare a questo punto
un campo “Other” utile ad inserire ulteriori informazioni; è bene ricordare
che ogni campo deve comunque essere
compilato, tenendo bene presente la
differenza esistente tra una voce non
congruente con il caso considerato
(per la quale occorrerà indicare la dicitura “Not applicable”) ed una voce
che – per quanto potenzialmente congruente – si è ritenuto di non applicare
(ad esempio, l’esecuzione di un trattamento termico dopo saldatura).
2.4 Filler metal
E’ quindi il momento di occuparsi
dei materiali d’apporto, i quali fanno
riferimento al paragrafo QW-404 per
quanto concerne la validità della qualificazione della procedura, in termini di
variabili essenziali, (Fig. 4). Per quanto il modulo contenuto nel Codice presenti due sole colonne, utilizzabili per
altrettanti processi (quindi materiali
d’apporto), si suggerisce di prevederne tre, dato che in alcuni casi si tratta di una soluzione piuttosto comune
(si pensi ad un giunto realizzato con
i processi GTAW, SMAW e SAW, in
successione). Come anche nel caso dei
materiali base, per trovare le informazioni riguardanti i materiali d’apporto
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012 813813
,QWURGX]LRQHDOODVWHVXUDGL6SHFLÀFKHGL3URFHGXUDGL6DOGDWXUD:36VHFRQGR&RGLFH$60(6H]LRQH,;
TABELLA 2 - Principali caratterizzazioni
relative agli F. No
Materiali
F-No.
acciai
da 1 a 6
alluminio e
leghe di alluminio
da 21 a 25
rame e leghe di rame
da 31 a 37
nichel e leghe di nichel
da 41 a 46
titanio e leghe di
titanio
da 51 a 56
zirconio e
leghe di zirconio
61
consumabili per riporti
71 e 72
di saldatura
dobbiamo ricercare oltre, nella Section
IX del Codice, arrivando sino al paragrafo QW-430: in questo punto possiamo osservare come i consumabili
siano (ormai storicamente) classificati
con opportuni F-Number nel prospetto
riportato in QW-432; tale prospetto appare più semplice rispetto a quello presente per i materiali base e riporta appunto i singoli F-No. associati ad ogni
classificazione AWS A5.XX (ripresa,
peraltro, nell’analoga SFA-5.XX).
Quando applicabile, la classificazione
è inoltre completata dal relativo UNS.
A titolo di esempio, ad un elettrodo
rivestito classificato E309L-16 secondo AWS A5.4 corrisponde un F-No.
5. Più nel dettaglio, nella Tabella 2, si
riportano le principali categorizzazioni
relative agli F-No. Per comodità del
TABELLA 3 - Principali classificazioni SFA-5.XX (corrispondenti ad ASTM A5.XX)
SFA-5.1
Carbon Steel Electrodes for Shielded Metal Arc Welding
SFA-5.2
Carbon and Low Alloy Steel Rods for Oxyfuel Gas Welding
SFA-5.3
Aluminum and Aluminum-Alloy Electrodes for Shielded Metal Arc Welding
SFA-5.4
Stainless Steel Electrodes for Shielded Metal Arc Welding
SFA-5.5
Low-Alloy Steel Electrodes for Shielded Metal Arc Welding
SFA-5.6
Covered Copper and Copper Alloy Arc Welding Electrodes
SFA-5.7
Copper and Copper Alloy Bare Welding Rods and Electrodes
SFA-5.8
Filler Metals for Brazing and Braze Welding
SFA-5.9
Bare Stainless Steel Welding Electrodes and Rods
SFA-5.10 Bare Aluminum and Aluminum-Alloy Welding Electrodes and Rods
SFA-5.11 Nickel and Nickel-Alloy Welding Electrodes for Shielded Metal Arc Welding
SFA-5.12 Tungsten and Tungsten-Alloy Electrodes for Arc Welding and Cutting
SFA-5.13 Surfacing Electrodes for Shielded Metal Arc Welding
SFA-5.14 Nickel and Nickel-Alloy Bare Welding Electrodes and Rods
SFA-5.15 Welding Electrodes and Rods for Cast Iron
SFA-5.16 Titanium and Titanium Alloy Welding Rods and Electrodes
SFA-5.17 Carbon Steel Electrodes and Fluxes for Submerged Arc Welding
SFA-5.18 Carbon Steel Electrodes and Rods for Gas Shielded Arc Welding
SFA-5.20 Carbon Steel Electrodes for Flux Cored Arc Welding
SFA-5.21 Bare Electrodes and Rods for Surfacing
Stainless Steel Electrodes for Flux Cored Arc Welding and Stainless Steel
SFA-5.22
Flux Cored Rods for Gas Tungsten Arc Welding
SFA-5.23 Low-Alloy Steel Electrodes and Fluxes for Submerged Arc Welding
SFA-5.24 Zirconium and Zirconium Alloy Welding Electrodes and Rods
SFA-5.25 Carbon and Low-Alloy Steel Electrodes and Fluxes for Electroslag Welding
SFA-5.26 Carbon and Low-Alloy Steel Electrodes for Electrogas Welding
SFA-5.28 Low-Alloy Steel Electrodes and Rods for Gas Shielded Arc Welding
SFA-5.29 Low-Alloy Steel Electrodes for Flux Cored Arc Welding
SFA-5.30 Consumable Inserts
SFA-5.31 Fluxes for Brazing and Braze Welding
SFA-5.32 Welding Shielding Gases
Figura 4 - Materiali d’apporto
814814 Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
,QWURGX]LRQHDOODVWHVXUDGL6SHFLÀFKHGL3URFHGXUDGL6DOGDWXUD:36VHFRQGR&RGLFH$60(6H]LRQH,;
TABELLA 4 - Classificazione in base agli
A-No.
Materiali
A-No.
Mild steel
1
Carbon Molybdenum
2
Chrome (0,4 to 2%) Molybdenum
3
Chrome (2 to 4%) Molybdenum
4
Chrome (4 to 10,5%) Molybdenum
5
Chrome - Martensitic
6
Chrome - Ferritic
7
Chromium Nickel (7.5 to 15)
8
Chromium Nickel (15 to 37)
9
Nickel to 4%
10
Manganese Molybdenum
11
Nickel - Chrome Molybdenum
12
lettore, nella Tabella 3 sono indicate
le principali classificazioni SFA-5.XX
(corrispondenti ad ASTM A5.XX).
Successivamente, seguendo ancora
una volta l’ordine del format, troviamo
il campo relativo ad un parametro denominato A-Number (A-No.): si tratta
di un ulteriore sistema di classificazione, in questo caso riferito alla composizione chimica del materiale d’apporto, la cui valenza come variabile essenziale è descritta in QW-404.5, mentre
la classificazione vera è propria (di cui
si riporta una sintesi nella Tabella 4) è
indicata in QW-442.
Evidente, invece, il significato del
campo successivo “Size of Filler Metals”, in cui occorre riportare il diametro del(i) consumabile(i) impiegato(i),
per processo, espresso in millimetri;
inoltre, è prevista la specificazione
della “Product form” dello stesso consumabile, per quanto a stretto rigore si
tratti di un’informazione desumibile da
altre (ad esempio, dalla classificazione
SFA-A5.XX oppure ASTM A5.XX):
in ogni modo, le tipologie principali
sono ovviamente “covered electrode”, “wire”, oppure “rod”. Il campo
“Supplemental Filler Metal” è invece
da ritenere facoltativo e va considerato
ed utilizzato solo se applicabile, ovviamente. Al contrario, appare essenziale
(anche ai fini della validità delle procedure qualificate) il campo denominato
“Thickness Range”, riferito a giunti
tipo “Groove” o “Fillet”, quando applicabili: si tratta della misura (espressa in mm) del deposito realizzato con il
processo considerato. Nel caso sia applicato più di un processo, la sommatoria dei singoli valori deve essere pari
al valore del parametro “Thickness
Range” di cui al punto 2.3 del presente
articolo. I campi successivi (Electrode
– Flux Class, Flux Type e Flux Trade
Name) sono evidentemente riferiti al
flusso impiegato in caso di processo
ad arco sommerso (SAW) e richiedono
semplicemente la registrazione di queste informazioni (al riguardo, per la
valenza di questa variabile si deve fare
riferimento a QW-404.17). Allo stesso modo, il campo afferente ai “Consumable Insert” andrà utilizzato solo
quando applicabile, facendo riferimento, ad esempio, alle specifiche ed alle
classificazioni di cui in SFA-5.30. Per
la voce “Other” valgono considerazioni analoghe a quelle già espresse: così
come per il materiale base possono
essere previste ad esempio limitazioni
al valore del CE, in questo caso possono essere introdotti filtri sull’analisi
chimica dei consumabili stessi, come
accade in alcuni casi per la saldatura
degli acciai al Cr – Mo (V).
2.5 Positions
In questa sezione viene specificata la
posizione di saldatura da impiegare,
con riferimento al paragrafo QW-405
per quanto attiene alla valenza di questa variabile nei confronti della qualificazione dei processi e al QW-461, per
la natura delle informazioni da riportare (Fig. 5 e Tab. 5). Per comprendere la logica implementata dal Codice,
ferma restando la distinzione tra giunti
Figura 5 - Posizioni di saldatura
TABELLA 5 - Groove welds e Fillet welds
Groove welds
Fillet welds
Position
Diagram
reference
Axis
inclination
Rotation of
Face
Flat
A
0 to 15
150 to 210
Horizontal
B
0 to 15
Overhead
C
0 to 80
Vertical
80 to 150
210 to 280
0 to 80
280 to 360
D
15 to 80
80 to 280
E
80 to 90
0 to 360
Position
Diagram
reference
Axis
inclination
Rotation of
Face
Flat
A
0 to 15
150 to 210
Horizontal
B
0 to 15
Overhead
C
0 to 80
D
15 to 80
125 to 235
E
80 to 90
0 to 360
Vertical
125 to 150
210 to 235
0 to 125
235 to 360
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012 815815
,QWURGX]LRQHDOODVWHVXUDGL6SHFLÀFKHGL3URFHGXUDGL6DOGDWXUD:36VHFRQGR&RGLFH$60(6H]LRQH,;
Figura 6 - Posizioni di saldatura per “Groove” (a sinistra) e “Fillet” weld (a destra)
Figura 7 - Designazione delle posizioni di saldatura per giunti “Groove” tra lamiere e tubi e “Fillet” tra lamiere
tipo “Groove” e “Fillet”, occorre fare
riferimento tanto all’asse longitudinale del giunto quanto ad eventuali
possibili rotazioni dello stesso, come
suggerito dalle Figure 6 e 7 (riportate a titolo di esempio). Considerando
i possibili valori assunti da entrambe
queste variabili, si ottengono le seguenti posizioni fondamentali, che saranno implementate successivamente
con ulteriori codifiche riferite ai casi di
impiego più ricorrente (giunti testa a
testa tra lamiere, tra tubi, tra lamiere ed
tubi etc.). In conclusione, la codifica
da utilizzare per la stesura della WPS
si basa sui principi suddetti e prevede
nell’ordine un numero (riferito alla posizione vera e propria) ed una lettera
(G per “Groove”, F per “Fillet”).
Nella Figura 7 sono riportati i casi più
Figura 8 - Preriscaldo
comuni previsti in QW-461. Una volta
specificata la posizione, il format prevede anche l’indicazione relativa alla
“Welding Progression”, per la quale è
ovviamente sufficiente distinguere tra
“Up” e “Down”, qualora ovviamente il concetto sia applicabile al caso
considerato. Per scrupolo, è opportuno ricordare che si deve indicare “Not
816816 Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
applicable” (N. a.) alla voce non pertinente tra quelle riportate (ad esempio, la “Position of Fillet”, per giunti
“Groove”), evitando l’uso di trattini o
(peggio) di lasciare il campo vuoto.
2.6 Preheat
In questa sezione vengono specificate
le informazioni essenziali riguardanti
,QWURGX]LRQHDOODVWHVXUDGL6SHFLÀFKHGL3URFHGXUDGL6DOGDWXUD:36VHFRQGR&RGLFH$60(6H]LRQH,;
Può essere di particolare interesse, in
questo caso come pure in quello della sezione precedente, l’informazione
eventualmente riportata nel campo
“Other”, qualora si faccia riferimento a
norme metodologiche (AWS D10.10,
ad esempio) oppure a specifiche, procedure o altri documenti di natura contrattuale.
TABELLA 6 - Designazione di alcune miscele protettive secondo SFA-5.32
$:6&ODVVLÀFDWLRQ
Mixtures %
Gas
SG-AC-25
ĥ
Argon + Carbon Dioxide
SG-AO-2
98/2
Argon + Oxygen
SG-AHe-10
90/10
Argon + Helium
SG-AH-5
95/5
Argon + Hydrogen
SG-HeA-25
75/25
Helium + Argon
SG-HeAC-7.5/2.5
90/7.5/2.5
Helium + Argon + Carbon Dioxide
SG-ACO-8/2
90/8/2
Argon + Carbon Dioxide + Oxygen
SG-A-G
Special
Argon + Mixture
Figura 9 - Trattamento termico dopo saldatura
l’eventuale esecuzione del preriscaldo,
con riferimento al paragrafo QW-406
per quanto attiene alla valenza di questa variabile nei confronti della qualificazione dei processi (Fig. 8). La compilazione appare piuttosto semplice:
nel campo “Preheat Temperature” si
indica appunto la temperatura stessa di
preriscaldo (intesa ovviamente come
valore minimo), analogamente per la
“Interpass Temperature” (intesa invece come valore massimo). Allo stesso
modo si indica un eventuale “Preheat
Maintenance” (quando applicabile).
Postweld Heat Treatment
(PWHT)
In questa sezione vengono specificate
le informazioni essenziali riguardanti
l’esecuzione dell’eventuale trattamento termico dopo saldatura (con riferimento al paragrafo QW-407 per quanto
attiene alla valenza di questa variabile
nei confronti della qualificazione dei
processi). Le informazioni previste per
questa sezione sono piuttosto sintetiche:
r Temperature Range: indica l’intervallo dei valori di temperatura
previsto per il trattamento, spesso
indicato con la temperatura nominale, completata dalla tolleranza
ammissibile;
r Time Range: indica invece la durata
della fase di mantenimento, spesso
indicata invece come valore singolo.
Il format proposto dal Codice appare
in questo caso anche troppo sintetico: di norma, è preferibile indicare
in questa sezione anche le velocità di
riscaldamento (Heating Rate) e di raffreddamento (Cooling Rate) previste,
espresse in entrambi i casi in °C/ora,
tipicamente (Fig. 9).
2.8 Gas
In questa sezione vengono specificate le informazioni essenziali riguardanti le caratteristiche del(i) gas
impiegato(i) per la protezione, sia essa
quella primaria, secondaria o al rovescio (con riferimento al paragrafo QW408 per quanto attiene alla valenza di
questa variabile nei confronti della
qualificazione dei processi).
Come nel caso precedente, il format
del Codice appare migliorabile introducendo la possibilità di specificare le
caratteristiche del gas per due processi
distinti (Fig. 10). Inoltre, per come è
strutturata, la sezione sembra prendere
in considerazione i soli gas impiegati
con funzione protettiva, mentre appare
opportuno impiegare la sezione stessa
anche per l’eventuale gas plasmageno
e per i gas (combustibile e comburente) impiegati per la saldatura con fiamma (tipicamente ossiacetilenica).
r Con la dicitura “Shielding” si indica il gas per la protezione primaria, quindi alla torcia (relativamente ai processi GTAW, GMAW
e FCAW);
r con la dicitura “Trailing” l’eventuale gas impiegato per la protezione secondaria (caratteristica
ad esempio di talune procedure
2.7
Figura 10 - Gas
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012 817817
,QWURGX]LRQHDOODVWHVXUDGL6SHFLÀFKHGL3URFHGXUDGL6DOGDWXUD:36VHFRQGR&RGLFH$60(6H]LRQH,;
di saldatura di titanio puro o sue
leghe);
r con la dicitura “Backing” l’eventuale presenza di gas di protezione
al rovescio (tipica della saldatura
di alcuni acciai bassolegati e legati e di talune leghe non ferrose).
Per ognuno di questi campi si è tenuti
a specificare la tipologia di gas (o miscela) e la relativa portata (Flow Rate,
espressa in genere in l/min), cui è di
norma associato un intervallo di valori
per ovvie ragioni di opportunità.
Come anticipato, qualora applicabili,
possono essere aggiunti anche i campi relativi al processo plasma (per il
quale il gas assolve oggettivamente
una funzione diversa) ed a quello con
fiamma ossiacetilenica (se di interesse del Code User). Nel format non è
espressamente prevista l’informazione
relativa alla classificazione del gas (o
miscela) secondo SFA-5.32, per quanto sia possibile comunque indicarla,
per ulteriore chiarezza e completezza
(si veda, al riguardo, la Tabella 6).
2.9 Electrical characteristics
In questa sezione vengono specificate
le informazioni essenziali riguardanti
le caratteristiche elettriche associate al
processo(i) di saldatura impiegato(i),
che possono variare peraltro da passata
a passata e richiedono, ovviamente, un
grado di dettaglio significativo.
Il Codice valuta la valenza di queste
variabili in QW-409, (Fig. 11).
Di fatto, questa sezione presenta due
parti distinte:
r una parte che tratta informazioni
indipendenti dalla singola passata;
r una parte strutturata secondo la
tipica forma tabellare per considerare (per righe) le variabili
da associare ad ogni passata (o
gruppo di passate) che sia(no)
realizzata(e) con valori riconducibili agli stessi intervalli numerici
(al riguardo, è opportuno che la
numerazione delle passate risulti
congruente con quella utilizzata
per realizzare lo sketch per la sezione Joints).
Nella prima parte troviamo i seguenti
campi:
r
le caratteristiche della corrente
pulsata (Pulsing Current, quando
impiegata);
r il massimo valore dell’apporto
termico (Heat input), sebbene i
valori di questa variabile siano in
genere riportati per ogni passata
(o gruppo di passate) nella tabella
ad essi relativa;
r le caratteristiche dell’eventuale elettrodo infusibile (Tungsten
Electrode Size and Type), per il
quale è opportuno fare riferimento alla classificazione prevista in
SFA-5.12, per quanto non esplicitamente richiesta;
r le modalità di trasferimento del
materiale d’apporto (Mode of
Metal Transfer, limitatamente al
processo GMAW): per questa
variabile si consiglia particolare
attenzione nel caso di modalità
di trasferimento diverse da quelle convenzionali (Short Circuiting, Spray o Globular), anche per
quanto concerne la validità della
qualificazione associata alla procedura.
Nella seconda parte (quella strutturata
appunto in forma tabellare) troviamo
invece i seguenti campi:
r l’identificazione di ogni singola
passata o gruppo di passate, come
indicato nello sketch, nella parte
iniziale della WPS (Weld Passes),
normalmente mediante una codifica numerica. Si osservi che appare
opportuno distinguere le sole passate che siano seguite con parametri differenti, per non affollare il
documento con informazioni non
strettamente necessarie;
r il processo di saldatura (Process)
impiegato per realizzare quella passata (o gruppo di passate).
Considerando anche la possibilità
di impiegare processi a più fili per
ogni torcia, si suggerisce di prevedere nel format due colonne, ove
necessario, per distinguere opportunamente i fili suddetti e le modalità per la loro alimentazione;
r le caratteristiche che permettono
di identificare in modo univoco il
consumabile (la sua classificazio-
818818 Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
r
r
r
r
r
r
ne SFA-5.XX, tipicamente, ed il
diametro espresso in mm del consumabile stesso): “Classification”
e “Diameter”;
“Current Type” and “Polarity”: la
voce è di per sé chiara, a condizione di non commettere imprecisioni con le sigle (DC, per la corrente
continua, AC per quella alternata;
EN indica invece l’elettrodo negativo ed EP quello positivo; in alternativa, è usata talvolta l’acronimo DCSP ad indicare la Straight
Polarity oppure DCRP la Reverse
Polarity);
“Amps” (Range): in questo punto
si indica l’intensità di corrente impiegata (mediante un intervallo di
valori);
“Wire Feed Speed” (Range): si
tratta della velocità di alimentazione del filo (processi GMAW
oppure FCAW). Spesso per questa
voce si rimanda alla misurazione
dei valori dell’intensità di corrente, cui questa grandezza è notoriamente correlata, per i processi a
filo continuo, ovviamente;
“Energy or Power” (Range): per
questo punto è opportuno fare riferimento all’Appendice H della
Sezione IX (a sua volta richiamato
in QW-409.1), che approfondisce
l’argomento delle forme d’onda
definite “waveform”, la cui diffusione è peraltro crescente. In
sostanza, qualora l’input termico
non possa essere considerato ragionevolmente costante (proprio
per effetto dell’impiego di tali forme d’onda), il Codice suggerisce
l’impiego di due relazioni diverse
dalla classica con cui si calcola
l’apporto termico specifico:
r Energia istantanea / lunghezza del tratto considerato,
oppure
r Potenza istantanea * tempo di
arco acceso / lunghezza del
tratto considerato.
“Volts” (Range): l’intervallo dei
valori di tensione utili all’esecuzione della passata (o del gruppo
di passate);
“Travel Speed” (Range): l’intervallo dei valori (espressi in mm /
,QWURGX]LRQHDOODVWHVXUDGL6SHFLÀFKHGL3URFHGXUDGL6DOGDWXUD:36VHFRQGR&RGLFH$60(6H]LRQH,;
r
r
Figura 11 - Caratteristiche elettriche associate al processo(i) di saldatura impiegato(i)
minuto) all’esecuzione della passata (o del gruppo di passate);
Va osservato che il format che stiamo usando come riferimento riporta
l’apporto termico tra le variabili da
valorizzare nella parte generale della
sezione; tuttavia, è prassi consolidata
il calcolo dell’apporto termico per passata (o gruppi di passate realizzate con
parametri riconducibili ai medesimi
range), prevedendo quindi una colonna dedicata a questo range nella parte
tabellare della sezione.
2.10 Technique
Siamo arrivati all’ultima sezione del
format, che fa riferimento appunto alla
tecnica di saldatura ed è riconducibile
per la valenza delle variabili contenute
al paragrafo QW-410 (Fig. 12).
r String or Weave Bead: una delle
informazioni presenti in una WPS
a prescindere dai riferimenti impiegati per la sua stesura. In particolare, la tecnica “String” non
prevede oscillazioni trasversali e
r
r
r
va vista appunto come antitetica
a quella “Weave” (oscillata), per
la quale è necessario (quando applicabile) indicare la frequenza
dell’oscillazione ed il tempo di
sosta all’estremità di ogni oscillazione effettuata;
Orifice, Nozzle or Gas Cup Size:
per i processi che prevedono
l’impiego di una torcia (GTAW,
GMAW, FCAW e PAW) va indicato il diametro della stessa in
corrispondenza della sezione di
uscita del gas (espresso in mm);
Initial and Interpass Cleaning
(Brushing, Grinding, etc): in questo punto si indicano le modalità
impiegate per la pulitura iniziale e
tra le passate. Solo in casi particolari (ad esempio, applicazioni di
leghe di alluminio, di titanio e sue
leghe) può esservi il riferimento
ad una vera e propria procedura,
quando prevista;
Method of Back Gouging: si tratta delle modalità impiegate per la
r
r
r
r
solcatura al rovescio (applicabile
ovviamente ai giunti saldati da
ambo i lati);
Oscillation: è il campo che specifica i parametri dell’oscillazione,
di cui al campo relativo alla tecnica “String” o “Weave” (frequenza,
tempo di sosta);
Contact Tube to Work Distance:
si tratta della distanza (in mm) tra
la parte estrema del contact tube
(il tubicino di contatto che alimenta elettricamente il filo) ed
il pezzo, per i soli processi a filo
continuo (pieno o animato). E’ un
parametro più comodo da misurare ed impostare rispetto allo stick
out, dal quale peraltro differisce
per la lunghezza dell’arco. Per
evidenti ragioni di praticità, è opportuno indicare un range, piuttosto di un valore preciso;
Multiple or Single Pass (Per
Side): informazione macroscopica sulle modalità di esecuzione,
riferite peraltro ad ogni singolo
lato (un giunto che preveda, ad
esempio, una passata al diritto ed
una al rovescio è da classificare
come Single Pass);
Multiple or Single Electrode:
voce applicabile ovviamente ai
soli processi multi elettrodo (di
norma, per processi a filo continuo, come è il caso delle tecniche
twin arc);
Electrode Spacing: è la distanza
(in mm) tra i fili elettrodi utilizzati, se si sia risposto affermativamente alla voce precedente;
Peening: voce da prevedere ovviamente solo quando applicata,
specificando il metodo con cui il
peening stesso viene praticato.
3. Esempi
Figura 12 - Tecnica di saldatura
In conclusione del presente articolo riteniamo possa essere utile valutare un
esempio di WPS redatta, secondo ASME
IX, a supporto di una qualifica di procedimento effettuata dal Gruppo IIS nella
quale abbiamo omesso per ovvie ragioni
di opportunità alcuni dati sensibili quali
i dati identificativi del costruttore e dei
consumabili utilizzati, (Figg. 13-14).
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012 819819
,QWURGX]LRQHDOODVWHVXUDGL6SHFLÀFKHGL3URFHGXUDGL6DOGDWXUD:36VHFRQGR&RGLFH$60(6H]LRQH,;
Figura 13 - Esempio di WPS, Sheet 1/2
820820 Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
,QWURGX]LRQHDOODVWHVXUDGL6SHFLÀFKHGL3URFHGXUDGL6DOGDWXUD:36VHFRQGR&RGLFH$60(6H]LRQH,;
Figura 14 - Esempio di WPS, Sheet 2/2
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012 821821
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EFMMBCCPOBNFOUPBQBSUJSFEBMQSJNPOVNFSPSBHHJVOHJCJMF
.FEJBWBMVFTSMUVUFMBMBSJTFSWBUF[[BEFJEBUJMBTPUUPTDSJ[JPOF
EFMMBCCPOBNFOUPEÉEJSJUUPBSJDFWFSFJOGPSNB[JPOJFPGGFSUFSFMBUJWF
FTDMVTJWBNFOUFBHMJBSHPNFOUJUSBUUBUJOFMMFSJWJTUF
S#BSSBSFMBDBTFMMBTPMPTFOPOTJEFTJEFSBSJDFWFSFUBMJPGGFSUF
7JB%PNFOJDIJOP.JMBOP5'
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Scienza e Tecnica
Scienza
e
Tecnica
Progettare la sicurezza
SIL - Safety Integrity Level: la funzione dei sistemi di
protezione SIS in relazione ai vincoli di sicurezza
integrata secondo IEC 61508 e 61511
La gestione delle funzioni di sicurezza degli impianti industriali è ormai
demandata, nella maggior parte dei
casi, a sistemi di protezione elettrici/
elettronici/elettronici-programmabili
(E/E/EP). Gli standard IEC 61505 e
61511 forniscono linee guida nella
progettazione e nella gestione dei sistemi di sicurezza strumentati (SIS Safety Instrumented Systems) al fine di
ridurre il rischio residuo di incidente.
In modo particolare, la IEC 61511 è
orientata all’industria di processo. I
risultati delle analisi di tipo statistico, condotte sulle avarie (failure, nel
gergo tecnico) occorse a tali sistemi
di protezione, hanno evidenziato l’importanza dei guasti di tipo sistematico,
oltreché di tipo casuale, specie se riconducibili ad errate valutazioni commesse già in sede di progettazione del
loop di sicurezza. Da qui la necessità
di un’analisi del rischio più efficace ed
approfondita. Una valutazione più accurata delle funzioni di protezione già
in sede di progettazione è in grado di
incrementare le performance e, in ultima analisi, comportare una sensibile
riduzione dei costi da parte dell’utilizzatore finale dell’impianto.
Il principio fondamentale alla base
delle due norme è che i requisiti di un
SIS devono essere identificati attraverso un’analisi del rischio dovuto a un
disservizio dell’apparecchiatura posta sotto controllo (EUC - Equipment
Under Control). Tale identificazione
sottende le seguenti fasi (IEC 61508
Hazard and Risk Analysis, Cap. 7.4):
r
r
determinazione degli eventi pericolosi dell’EUC, e del sistema
di controllo dell’EUC, per tutte
le circostanze ragionevolmente
prevedibili (incluso condizioni di
guasto e di uso improprio);
determinazione della sequenza di
eventi che portano a quanto individuato nel primo punto.
I requisiti di sicurezza per il SIS si fondano pertanto su un approccio sistematico: la probabilità di accadimento degli eventi pericolosi deve essere
valutata e le potenziali conseguenze,
associate a tali eventi, devono essere
determinate. Le normative attuali im-
pongono di analizzare i possibili pericoli, valutandone il rischio in ordine
alla probabilità di accadimento ed
alla conseguenza associata all’evento;
qualora il rischio risulti inaccettabile,
è necessario prevederne una sua riduzione rivedendo i criteri progettuali.
La progettazione dei sistemi di sicurezza, sia meccanici che elettronici, prevede l’individuazione di un valore di
rischio tollerabile, ossia di una soglia
del rischio, diversa da zero, accettabile per un’organizzazione; questa è
necessaria per poter identificare il fattore di riduzione del rischio richiesto
ad una funzione di protezione.
Il rischio tollerabile dipende da molti
fattori, quali: leggi, normative, politiche aziendali, etc.
Uno dei modi di identificazione più
utilizzati, nel caso di analisi quantitativa, consta nel classificare la frequenza di accadimento e la gravità delle
conseguenze applicando il principio
ALARP (As Low As Reasonably Possible). Il principio ALARP afferma che
c’è un livello di rischio intollerabile
ove il rischio non può essere giustificato. Sotto questo valore intollerabile
vi è una regione ALARP, o regione di
tollerabilità, ove un’attività è permessa se il rischio ad essa associato è tale
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
827
Scienza e Tecnica
TABELLA 1 - Schema per la valutazione del rischio
3UREDELOLWjFKHVLYHULÀFKLXQGDQQR
FUHTXHQ]DGXUDWD
Fr
PUREDELOLWjHYHQWRSHULFRORVR
Pr
PRVVLELOLWjHYLWDUHGDQQR
Av
≤JLRUQR
4
molto elevata
4
impossibile
4
> giorno ≤ mese
3
SUREDELOH
3
SRVVLELOH
3
≤ mese
2
possibile
2
probabile
2
≤ anno
1
trascurabile
1
improbabile
1
TABELLA 2 - Identificazione della Classe SIL
Classe SIL
Probabilità
*UDYLWjGHOGDQQR&RQVHJXHQ]H
morte
4
SHUPDQHQWH
3
reversibile
2
solo primo soccorso
1
da essere minimizzato quanto più ragionevolmente praticabile.
Sotto la regione ALARP vi è un livello di rischio minimo, o regione ampiamente accettabile, dove il rischio
è così basso che non è considerato di
per sé pericoloso e nessuna riduzione
del rischio risulta efficiente da un punto dei vista dei costi. Il livello di dettaglio, per un’analisi di probabilità, può
variare da una stima di tipo qualitativo, basata sul giudizio ingegneristico
(what if, check list, HAZOP, FMEA,
Risk Graph), ovvero attraverso una
stima semiquantitativa, come l’analisi
LOPA (Layer Of Protection Analysis).
Quest’ultima tecnica, utilizzata in
modo particolare negli Stati Uniti,
prevede che, una volta identificata la
causa iniziatrice e la sua frequenza di
5-6
7-8
9-10
11-12
SIL 2
SIL 2
SIL 2
SIL 3
SIL 3
SIL 1
SIL 2
SIL 3
SIL 1
SIL 2
accadimento, si stimi il contributo di
tutti i livelli di protezione indipendenti (e.g. PSV, criteri di progettazione,
sistemi di controllo di processo) che
contribuiscono alla riduzione delle
conseguenze dell’evento indesiderato.
A questo segue un’analisi di tipo quantitativo attraverso tecniche di modellazione della propagazione del guasto,
in combinazione di dati storici: albero
dei guasti, analisi di Markov, equazioni affidabilistiche. Queste valutazioni
concorrono dunque alla determinazione del livello di SIL (Safety Integrity
Level) che altro non è che l’indicatore ultimo dell’affidabilità associata
al sistema di sicurezza cui è riferito.
Questa, in estrema sintesi, una rappresentazione schematica di un sistema di
sicurezza:
Schema di un sistema di sicurezza
828
3-4
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
SIL 1
r
r
r
4TPUUPTJTUFNBDPTUJUVJUPEBUSBsduttori di grandezze fisiche in impulsi elettrici (rilevano e convertono le variabili controllate);
4 TPUUPTJTUFNB DIF HFTUJTDF MP
scambio di informazioni fra S1 e
S3 mutuando il segnale in accordo
alle logiche attribuite al loop di
sicurezza (e.g. PLC);
4TPUUPTJTUFNBEFHMJFMFNFOUJànali costituiti, essenzialmente, dai
dispositivi di blocco.
Quanto di seguito riportato valga quale esempio, non esaustivo, su come determinare il SIL richiesto.
1.
determinare la gravità delle conseguenze provocate da un evento
pericoloso;
Scienza e Tecnica
EFUFSNJOBSFJMQVOUFHHJPQFSMBGSFquenza e la durata dell’esposizione
al danno da parte di un operatore;
3. determinare il punteggio per la
probabilità che l’evento pericoloso si verifichi durante l’intervallo
di esposizione;
4. determinare il punteggio per la
possibilità di evitare il danno o di
limitarne la portata.
La Tabella 1 contiene i parametri utilizzati durante la fase di valutazione
del rischio per determinare il punteggio relativo alla probabilità di accadimento di un danno. Nell’esempio
si riporta l’analisi del rischio per un
albero rotante esposto:
r MPQFSBUPSF SJTVMUB FTQPTUP BM QFricolo più volte al giorno:
Frequenza (Fr) = 4;
r ÍQSPCBCJMFDIFTJWFSJàDIJMFWFOto pericoloso:
Probabilità (Pr) = 3;
r JMQFSJDPMPQVÖFTTFSFFWJUBUP1PTsibilità di evitare il pericolo: (Av)
= 3;
r la somma di Fr, Pr e Av:
(4+3+3) = 10.
La conseguenza dell’evento pericoloso
è la lesione irreversibile, Gravità 3, da
Report relativi alla valutazione del livello SIL richiesto, affrontato con metodologia
analitica di tipo qualitativo
DVJOFDPOTFHVFMFHHFOEPMB5BCFMMB
VOB$MBTTF4*-
Un ulteriore momento di analisi si rende, di fatto, necessario a valle del SIL
Evaluation e SIL Assessment.
È necessario infatti valutare l’intero
ciclo di vita del loop di sicurezza, ossia
Report relativi alla determinazione del SIL, calcolato attraverso l’applicazione delle
prescrizioni di cui alla norma IEC 61508
analizzare, attraverso l’applicazione
di specifiche tecniche di ingegneria di
manutenzione, le differenti fasi di vita
di un sistema di sicurezza strumentato
(SIS), a partire dalle fasi di concezione
generale del progetto, fino alla dismissione del SIS stesso, attraversando
anche l’aspetto della manutenzione e
delle prove di funzionamento del sistema di sicurezza che, peraltro, è possibile configurare come una sorta di
Manutenzione Proattiva.
Tale processo è specificatamente richiamato dalla norma IEC 61508.
Analogamente ad ogni altro item di un
impianto, anche un sistema SIL, pertanto, può essere oggetto di approccio
manutentivo del tipo RCM (Reliability
Centered Maintenance).
L’obiettivo finale dell’attività RCM,
nel caso in esame, consiste nel garantire che le Funzioni Strumentate di Sicurezza (SIF) preservino, per l’intero
tempo nel quale ne viene richiesta la
disponibilità, l’efficienza così come
definita in sede di progettazione.
Ing. Giuseppe Cevasco
Roberto Grandicelli
Divisione Ingegneria
IIS SERVICE
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
829
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News & Events
Convegno “Robotica ed automazione dei processi in
saldatura: quali alternative ai processi convenzionali?”
Milano, 27 Novembre 2012
Il programma delle manifestazioni tecniche dell’IIS per l’anno 2012 è ormai
giunto al termine. Nel mese di Novembre, secondo il calendario delle manifestazioni stesse, si è tenuto a Milano
il giorno 27, presso la tradizionale
sede della Federazione delle Associazioni Scientifiche e Tecniche (FAST),
il Convegno intitolato “Robotica ed
automazione dei processi in saldatura: quali alternative ai processi convenzionali” che ha visto, come partner storico, la collaborazione di SIRI
(Associazione Italiana di Robotica ed
Automazione) e il Patrocinio di ANASTA (Associazione Nazionale Aziende
Saldatura, Taglio e Tecniche Affini).
Questo Convegno si inserisce nell’ambito di una collaborazione consolidata tra IIS e SIRI, il cui precedente frutto era stato l’analogo evento
organizzato il 30 Settembre 2010 a
Genova (“Automazione e robotica in
saldatura: soluzioni e tendenze”).
In questo caso, il titolo della manifestazione faceva chiaramente intuire
la finalità della giornata, ovvero il
tentativo di capire quali possibilità al-
ternative abbiano oggi i costruttori ai
tradizionali processi manuali e semiautomatici, in considerazione delle
caratteristiche della propria produzione e dei costi di ammortamento per
nuove tecnologie da implementare in
affiancamento o sostituzione di quelle
esistenti.
La giornata – che ha visto la presenza di quasi sessanta partecipanti – è
iniziata alle 10 e 15 con un breve saluto a nome dell’IIS da parte dell’Ing.
Murgia ed è stata subito dopo aperta
dalla presentazione della Professoressa Rezia Molfino, Presidente SIRI,
che ha premesso alla parte tecnica del
proprio intervento una nota introduttiva sulla propria Associazione.
L’intervento della Professoressa Molfino (Robotica ed automazione dei processi di saldatura: traguardi acquisiti
e prospettive future) aveva l’ingrato
compito di illustrare, da una parte, lo
stato dell’arte e di provare a definire
allo stesso tempo le possibili prospettive del settore; la presentazione ha
toccato gli argomenti delle architetture robotiche, considerando la rapida crescita del processo FSW e delle
specifiche che impone per la propria
robotizzazione, quindi l’impiego di
piattaforme mobili per cantieristica
navale.
L’intervento è quindi passato a considerare le attrezzature robotiche, illustrando in sintesi i risultati di alcuni
programmi di ricerca internazionali,
con un cenno alle celle tipo Plug &
Play, oggetto peraltro di un successivo intervento, per passare quindi alla
sensoristica, all’insegna di una sempre
crescente ricerca di integrazione tra la
componente robotica e quella umana.
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
831
IIS News & Events
Il secondo intervento è stato curato
invece dal Dott. Jorge Dos Santos,
esperto molto conosciuto a livello internazionale ed attivo nell’ambito delle Commissioni Tecniche dell’IIS soprattutto per attività di ricerca all’interno di importanti progetti internazionali orientati al processo FSW.
L’intervento del Dott. Dos Santos (in
lingua Inglese), integrato dall’illustrazione di numerose applicazioni in
ambito automobilistico ed aerospaziale, ad esempio, ha sottolineato le
specifiche esigenze delle attrezzature
robotiche in termini di forza applicata
all’utensile, precisione e rigidezza della struttura, evidenziando i progressi
fatti dalla nascita delle prime attrezzature impiegate sino a quelle di più
moderna concezione.
Dopo la consueta pausa, la giornata è
proseguita con la presentazione curata
da Fincantieri – Cantieri Navali Italiani SpA, la cui produzione caratteristica consente di avere uno spaccato
quanto mai interessante in relazione ai
grandi volumi di saldatura da realizzare ed alle condizioni operative caratteristiche della cantieristica navale.
Per Fincantieri, ha presentato la relazione (scritta in collaborazione con il
Sig. Marco Soriano) l’Ing. Salvatore
Manganaro: dopo una presentazione
della produzione caratteristica dal
Gruppo, l’Ing. Manganaro ha illustrato le peculiarità dell’applicazione dei
processi di saldatura nello specifico
settore, descrivendo l’evoluzione dal
laser puro (e relative difficoltà di adattamento a preparazioni non sempre facilmente controllabili) al laser ibrido,
con i conseguenti benefici in termini di
adattabilità a luci (gap) variabili, arrivando quindi all’introduzione delle
sorgenti in fibra in sostituzione delle
precedenti CO2, con relativa caratterizzazione metallografica e delle minori deformazioni dopo saldatura.
L’ultima presentazione della mattinata
è stata quindi curata da Comau SpA, il
cui ruolo nell’ambito della robotizzazione dei processi di saldatura sarebbe
perlomeno superfluo sottolineare.
Per Comau, erano presenti il Dott.
Jean Paul Anker ed il Sig. Luigi Ciardulli, i quali hanno illustrato le caratteristiche della recente proposta di Comau, la cella denominata ATHOMO,
che presenta (tra le altre proprietà) un
tempo di messa in funzione (Plug &
Play, appunto) estremamente ridotto,
dedicata alla saldatura ad arco con
processo a filo continuo con protezione gassosa.
Oltre alle specifiche tecniche della
cella, la cui flessibilità ed adattabilità
alle varie esigenze produttive sono state evidenziate, è stato possibile valutare anche la praticità della nuova soluzione wireless per il Teach Pendant
e le opzioni disponibili per il monitoraggio e la tracciabilità dei parametri
di processo.
832
I lavori sono stati quindi sospesi temporaneamente per la pausa pranzo,
dopo la quale ha riaperto la sequenza delle presentazioni Air Liquide
Welding SpA (con il Dott. Franck
Guignard), il cui intervento (in lingua
Inglese) riguardava recenti proposte
per l’incremento della produttività
nella saldatura di torri eoliche in ambito offshore.
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
Oltre all’illustrazione di alcune soluzioni a fili multipli per la saldatura
con arco sommerso, il Dott. Guignard
ha descritto l’adozione di alcune preparazioni specifiche per applicazione,
tra cui spicca quella denominata Nib
Deposited®, oggetto di uno specifico
brevetto. Dopo la fase di illustrazione
dei risultati della caratterizzazione dei
giunti, sono state illustrate le applicazioni industriali effettuate e le caratteristiche dei consumabili concepiti
appositamente.
Si è cambiato decisamente settore industriale con la presentazione successiva, curata dall’Ing. Paolo Sacchi,
dello stabilimento Scaglietti di Ferrari
SpA, autore di una memoria cui hanno
collaborato per IIS anche il Sig. Gianni Arleo e l’Ing. Giovanni Battista
Garbarino. Con questa presentazione
è stato possibile entrare nel mondo
della robotizzazione dei processi a filo
continuo applicati alla fabbricazione
di vetture GT in lega di alluminio, applicata da Ferrari in numerosi gradi
per comporre un mosaico di assoluta
rilevanza tecnica, ma di notevole complessità nella gestione dei processi
stessi e delle possibili deformazioni
indotte su spessori di modesta entità.
IIS News & Events
L’argomento è stato prima in parte affrontato dal Dott. Dos Santos; Kuka ha
avuto modo di approfondirne i contenuti, evidenziando gli aspetti e le proprietà che devono essere possedute da
un’architettura e da un’attrezzatura
robotica per realizzare tali traiettorie,
che la renderebbero di estremo interesse per alcuni settori, come ad esempio
quello automobilistico.
La scelta di Ferrari, per il raggiungimento di diversi obiettivi, è da alcuni anni caduta sulla applicazione
robotizzata del noto GMAW-CMT®
di Fronius, una delle applicazioni del
quale è stata illustrata in relazione
alla saldatura della cosiddetta pinna
posteriore del modello F151, alla quale sono demandate ovviamente anche
essenziali funzioni di tipo estetico oltre
che funzionale.
Dal settore automotive, il focus della
giornata è quindi tornato al mondo
delle applicazioni robotizzate FSW,
per le quali una delle società leader
del settore, Kuka Roboter Italia SpA,
grazie alla testimonianza del Dott.
Mauro Baima, ha illustrato i progressi
raggiunti nella realizzazione di traiettorie trimensionali.
E’ stata quindi la volta dell’Ing. Luca
Costa di IIS, il cui intervento ha analizzato il contesto della qualificazione
dei processi automatizzati e robotizzati
e del personale addetto, tanto a livello
operativo quanto a livello di coordinamento tecnico di processo.
Come l’Ing. Costa ha avuto modo di
sottolineare, la qualificazione o certificazione del processo e/o del personale
non andrebbero considerati – secondo
gli attuali indirizzi – come momenti a
sé stanti quanto visti in un ambito ben
più ampio ed integrato, nel quale il costruttore orienti la struttura produttiva
stessa al soddisfacimento di requisiti di qualità predeterminati, come ad
esempio richiesto nella normativa in-
ternazionale conosciuta come UNI EN
ISO 3834.
La giornata si è quindi conclusa con
l’intervento di uno dei più autorevoli
esperti del settore, l’Ing. Domenico
Appendino di Prima Industrie SpA, il
quale - malgrado una fitta agenda di
impegni internazionali - non ha voluto
far mancare la propria testimonianza,
come anche in numerosi altri eventi
nel recente passato.
L’Ing. Appendino si è soffermato sul
processo produttivo con cui sono state
realizzate le torce olimpiche impiegate
nell’ambito delle ultime Olimpiadi di
Londra, evidenziando gli aspetti tecnici ma soprattutto, con sincera partecipazione, il ruolo che la tecnologia
e le imprese italiane possono tuttora
avere a livello internazionale, considerando l’importanza che l’Italia ha
da sempre avuto nell’ambito della
robotica industriale.
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Abbiamo provato per voi...
Abbiamo provato
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Elettrodi Elga Cromarod
ITW Welding
1. Presentazione del prodotto
Conclude l’edizione 2012 della Rubrica “Abbiamo provato per voi…”
un prodotto della casa produttrice di
consumabili per saldatura Elga: gli
elettrodi rivestiti Cromarod, presentati nella Figura 1. Gli elettrodi rivestiti
Cromarod appartengono alla gamma
di consumabili per saldatura prodot-
ti e distribuiti dalla casa produttrice
Elga, facente parte dall’anno 2000 del
gruppo ITW - Illinois Tools Works inc.
- società attiva nella fabbricazione di
prodotti ed attrezzature per diversi settori dell’industria: dalle costruzioni
all’automotive, dall’alimentare all’elettronica, tra gli altri.
Verranno presentate, nel seguente articolo, le cinque diverse tipologie di
elettrodo rivestito di seguito riportate:
r
r
r
r
r
Figura 1 - Elettrodi rivestiti Elga Cromarod
$SPNBSPE-
"84"&-
$SPNBSPE
"84"&
$SPNBSPE#-
"84"&-
$SPNBSPE#-/C
(AWS A5.4 a&-$C
$SPNBSPE#
"84"&
Tutte e cinque le tipologie di elettrodo
sono costituite da un’anima in acciaio
inossidabile – di diverso grado – mentre la composizione del rivestimento
varia da rutilico per i primi due prodotti a basico per i restanti tre.
Per meglio valutare le caratteristiche
di tali prodotti, ne sono state analiz-
(*) Redazione a cura della Divisione Formazione IIS, Ing. Giovanni Garbarino.
Prove condotte in collaborazione con il Laboratorio IIS e ITW Welding.
Si ringrazia per la collaborazione prestata l’Ing. Marco Colombo, Quality and
Technology, Alfa Laval Olmi SpA.
zate le schede tecniche e di sicurezza,
facilmente reperibili in formato elettronico sul sito internet della casa produttrice (www.elga.se
(MJFMFUUSPEJ$SPNBSPE-F$SPNBSPE#-TPOPDPTUJUVJUJEBVOBOJNB
in acciaio inossidabile austenitico a
basso tenore di carbonio (inferiore tiQJDBNFOUFBMMP
"*4*-DPO
rivestimento rispettivamente rutilico e
basico.
-F TDIFEF UFDOJDIF EFJ EVF QSPEPUUJ
sopra citati riportano, a valle di una
breve descrizione della tipologia di
elettrodo, un elenco delle applicazioni
nelle quali risultano essere opportunamente impiegati.
Tra queste si ritrovano - oltre alla saldatura di acciai inossidabili classificaUJTFDPOEP"*4*MBSFBMJ[[B[JPOF
di diverse tipologie di giunti eterogenei: acciaio inossidabile-acciaio a
basso o medio carbonio, acciaio inosTJEBCJMF GFSSJUJDP "*4* "*4* ed esecuzione di strati di transizione
tra acciai a basso o medio carbonio
e riporti realizzati con elettrodo CroNBSPEP$SPNBSPE-QFSBQplicazioni di weld overlay tipicamente
impiegati nel campo dei recipienti in
QSFTTJPOFQSFTTVSFWFTTFMT
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
837
Abbiamo provato per voi...
-B TDIFEB UFDOJDB RVJOEJ SJQPSUB VOP
schema grafico, di facile interpretazione, nel quale vengono elencate le
posizioni in cui è possibile realizzare
tali saldature. Trattandosi di elettrodi
rivestiti, non sorprende il fatto che le
posizioni consigliate risultino essere,
TFDPOEPOPSNBUJWB6/*&/*40
1"1#1$1&F1'TVRVFTUVMUJNB
viene raccomandato l’uso di elettroEJ EJ EJBNFUSP OPO TVQFSJPSF BJ NN
TJBOFMDBTPEFMMFMFUUSPEPBSJWFstimento basico sia rutilico. Cambia,
invece, in funzione della tipologia di
rivestimento, la modalità di alimentazione e la polarità di utilizzo raccomandate: nel caso dell’elettrodo a
rivestimento basico è consigliata unicamente l’alimentazione in corrente
continua ed elettrodo posto al polo poTJUJWP %$
NFOUSF OFM DBTP EFMMFlettrodo a rivestimento rutilico, data la
presenza all’interno di tale rivestimento di elementi alcalini (principalmente
/B , -J
JO HSBEP EJ NJHMJPSBSF MB
stabilità dell’arco elettrico, è possibi-
Figura 2 - Scheda tecnica dell’elettrodo rivestito Cromarod B309L
838
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
le impiegare oltre all’alimentazione in
corrente continua e polarità inversa,
l’alimentazione in corrente alternata,
vantaggiosa nel caso in cui si debbano
realizzare placcature o riporti in quanto tende a contenere maggiormente
il valore del rapporto di diluizione e
contrastare eventuali problematiche
correlate al fenomeno del soffio magnetico.
Segue queste informazioni il valore
del contenuto di ferrite delta presente
all’interno del deposito di saldatura,
FTQSFTTP NFEJBOUF JM QBSBNFUSP '/
ferrite number, dato estremamente
importante in quanto indice delle proprietà chimico-fisiche finali del deposito. Entrambi gli elettrodi Cromarod
-F$SPNBSPE#-TPOPHBSBOUJti nel realizzare depositi caratterizzati
EBVOWBMPSFEJ'/DPFSFOUFDPORVBOto richiesto dalle specifiche tecniche di
riferimento. A questo punto la scheda
tecnica prende in considerazione le
caratteristiche di resistenza alla corrosione di un deposito realizzato con
questi consumabili. Essendo questi
idonei principalmente alla realizzazione di weld overlay, la scheda pone
in secondo piano questa proprietà garantendo, ad ogni modo, che il riporto
di due strati realizzati con elettrodo
$SPNBSPE#-P$SPNBSPE-TV
acciaio a medio carbonio corrisponda, in termini di resistenza alla corrosione, ad un riporto in acciaio inossiEBCJMF"*4*
Seguono quindi le classificazioni seDPOEPOPSNBUJWB6/*&/*40F
normativa americana AWS A5.4.
Da queste è possibile trarre le informazioni riguardanti sia le caratteristiche chimiche che meccaniche di un
deposito realizzato con questi consumabili, ma per comodità del consumatore queste ultime informazioni vengono direttamente riportate nella scheda
tecnica.
A conclusione di quest’ultima sono
fornite le informazioni operative raccomandate per l’impiego di tali elettrodi, tra le altre troviamo: i parametri
tipici di tensione e corrente consigliati
in funzione del diametro di elettrodo,
il rateo di deposito espresso in kg/h e
Abbiamo provato per voi...
le temperature ed i tempi di ricondizioOBNFOUP ž$ QFS I
"OBMPHIF
considerazioni possono essere fatte
QFS MFMFUUSPEP $SPNBSPE -/C *O
questo caso la resistenza al fenomeno della sensibilizzazione, cioè della
precipitazione di carburi di cromo al
bordo del grano austenitico in un intervallo di temperature compreso tra i
ž$ F HMJ ž$ DPO DPOTFHVFOUF
impoverimento del tenore di cromo ed
incremento della sensibilità dell’acciaio al fenomeno della corrosione
intergranulare è garantita non solo
dal basso tenore di carbonio - eviden[JBUP EBMMB MFUUFSB - B TFHVJUP EFMMB
nomenclatura numerica - ma anche
dalla presenza del niobio, elemento
carburigeno in grado di creare carburi
stabili alle alte temperature evitando,
quindi, la presenza di carbonio libero
di legarsi al cromo nell’intervallo di
temperature tipico del fenomeno della
sensibilizzazione.
Come accennato, anche per questa
tipologia di elettrodo a rivestimento
basico la scheda tecnica propone informazioni analoghe ai consumabili
$SPNBSPE - F $SPNBSPE #-
varia sensibilmente, invece, il valore
del ferrite number che sale ad un vaMPSFMJNJUFEJQFSMVOEJMVJUFEXFME
metal. Tale limite ovviamente si abbassa notevolmente sullo strato depositato in funzione della diluizione, sino a
raggiungere un valore medio di ferrite
DPNQSFTP USB F HBSBOUFOEP VOB
analisi chimica sul primo strato paraHPOBCJMFBEVO"*4*-P"*4*
Il contenuto di ferrite compreso tra
WBMPSJEJGFSSJUFOVNCFSFHBSBOUJsce un incremento della resistenza del
deposito nei confronti di fenomeni di
criccabilità a caldo ed infragilimento
ad alta temperatura. Va sottolineato,
infine, che l’impiego dell’elettrodo
$SPNBSPE -/C QFS MFTFDV[JPOF
del primo strato di riporto fornisce il
HJVTUPFRVJMJCSJPEFMSBQQPSUP/C$F
può quindi essere evitato il terzo strato con conseguente risparmio sia dal
punto di vista dei tempi di produzione che della quantità di consumabile
impiegata garantendo ad ogni modo
analisi chimica e valore di ferrite delta
congruenti con quanto richiesto dalle
specifiche tecniche di riferimento.
/FMMF'JHVSFFWFOHPOPSJQPSUBUF
a titolo di esempio, rispettivamente la
scheda tecnica del prodotto Cromarod
#- F MB TDIFEB EJ TJDVSF[[B m EB
evidenziare il fatto che è tradotta in
lingua italiana come richiesto dalle
normative vigenti a differenza di quanto avviene per le schede tecniche –
EFMMFMFUUSPEP$SPNBSPE#
Saranno testati, infine, gli elettrodi
SJWFTUJUJ $SPNBSPE F $SPNBSPE
# BODIF RVFTUJ DBSBUUFSJ[[BUJ EB
un’anima in acciaio inossidabile – in
FOUSBNCJ J DBTJ "*4* m F SJWFTUJ-
mento rutilico nel primo caso e basico
nel secondo. Anche per questi consumabili la scheda tecnica riporta informazioni chiare e dettagliate, a partire
dalla descrizione e dal campo di applicazione del consumabile. Gli elettrodi
$SPNBSPE F $SPNBSPE # SJporta la scheda tecnica, sono costituiti entrambi da un’anima metallica in
acciaio inossidabile austenitico AISI
FWFEPOPJMMPSPNBHHJPSJNQJFHP
nella saldatura dei gradi di acciaio
JOPTTJEBCJMFTUBCJMJ[[BUJBM5JPBM/C
SJTQFUUJWBNFOUF "*4* F "*4* o per la saldatura di gradi non stabiMJ[[BUJDPNFJMHSBEP"*4*F-
Figura 3 - Scheda di sicurezza dell’elettrodo Cromarod B347 (pagina 1 di 3)
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
839
Abbiamo provato per voi...
Figura 4 - Confezione tubo a chiusura ermetica
degli elettrodi rivestiti Cromarod
garantendo elevata resistenza del deposito al fenomeno della corrosione
intergranulare in virtù degli elementi
TUBCJMJ[[BOUJ5JF/C
QSFTFOUJ
Per quanto riguarda la tipologia di
rivestimento, viene garantita per l’eMFUUSPEP CBTJDP $SPNBSPE # VOB
minore tendenza allo sviluppo di porosità all’interno della zona di saldatura, grazie al rivestimento in grado di
fornire una migliore protezione gassosa rispetto ai convenzionali elettrodi
SJWFTUJUJ WJFOF HBSBOUJUB JOPMUSF VOB
scoria facilmente rimovibile anche nel
caso di preparazioni “narrow”, caratteristica che va a ridurre i tempi necessari per eseguire la pulizia del cordone
dopo saldatura. Rispetto all’elettrodo
BSJWFTUJNFOUPSVUJMJDP$SPNBSPE
inoltre, l’elettrodo basico Cromarod
#QSFTFOUBVOUFOPSFEJTJMJDJPJOGFSJPSFDJSDBMBNFUÆ
DIFHBSBOUJTDF
una minore suscettibilità del deposito
a dare luogo alla formazione di cricche a caldo. Va sottolineato, infine, che
l’elettrodo basico Cromarod garantisce una maggiore costanza nel tenore
di ferrite delta del deposito in quanto
questa tipologia di elettrodo, a livello operativo, richiede una lunghezza
d’arco minore rispetto all’elettrodo
rutilico. Diminuisce, di conseguenza,
il pick-up di azoto proveniente dall’atmosfera, fattore che deve essere tenuto
in considerazione in quanto in grado
di variare di alcuni punti il tenore
EJ GFSSJUF EFMUB -FMFUUSPEP SVUJMJDP
840
Figura 5 - Etichettatura delle confezioni per
elettrodi Cromarod
d’altro canto, garantisce una migliore saldabilità ed una più facile rimozione della scoria, caratteristiche che
andranno valutate al fine di scegliere
la migliore soluzione in funzione delle
diverse esigenze produttive.
Il confezionamento degli elettrodi viene effettuato all’interno di tubi metalliDJiDBOuDPODIJVTVSBFSNFUJDB'JH
in grado, pertanto, di mantenere i consumabili al riparo dall’umidità atmosferica, pericolosa in particolar modo
nei confronti degli elettrodi a rivestimento basico. Sono eventualmente disponibili confezioni dry pack che non
necessitano di trattamento di ricondizionamento in forno (fino al momento
JODVJMBDPOGF[JPOFWJFOFBQFSUB
1FS
una comoda e diretta valutazione delle
caratteristiche degli elettrodi, inoltre,
troviamo sull’etichetta riportata sulle
confezioni le principali informazioni
SJHVBSEBOUJ HMJ FMFUUSPEJ JO QBSUJDPlar modo si ritrova: riferimento alla
OPSNBUJWB6/*&/i.BUFSJBMJ
EBQQPSUP QFS MB TBMEBUVSB /PSNB
generale di prodotto per i metalli d’
apporto e per i flussi utilizzati nella
saldatura per fusione dei materiali
metallici” e nomenclatura secondo
OPSNBUJWB 6/* &/ FE BNFSJcana AWS A5.4. Vengono quindi riportate le posizioni e l’alimentazione
in cui è possibile effettuare la saldatura, i principali elementi costituenti
un deposito realizzato con l’elettrodo
di riferimento e la marcatura CE ad
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
indicare che il consumabile è idoneo
per l’impiego in costruzioni soggette
a CPD. Conclude l’etichettatura l’indicazione riguardante temperature e
UFNQJEJSJDPOEJ[JPOBNFOUP/FMMB'Jgura 5 si riporta, a titolo di esempio,
l’etichetta presente sulla confezione
EFHMJFMFUUSPEJ$SPNBSPE#
2. Esecuzione dei saggi di prova
$PNFPSBNBJJM-FUUPSFTBRVFTUBRubrica non ha lo scopo di comprovare le
proprietà del prodotto garantite dalla
casa produttrice, quanto quello di teTUBSOF MF DBSBUUFSJTUJDIF TVM DBNQP
impiegare, cioè, il consumabile in una
delle applicazioni per le quali questo
WJFOF QSPEPUUP F HBSBOUJUP /PO TPOP
stati quindi realizzati i convenzionali saggi di solo materiale d’apporto
al fine di valutarne le caratteristiche
meccaniche e chimiche, ma sono stati
realizzati dei riporti superficiali - applicazione che viene riportata sulle
schede tecniche di tutte e cinque le
tipologie di elettrodo - impiegando
come materiale base un acciaio per
applicazioni in regime di scorrimenUP WJTDPTP DMBTTJàDBUP TFDPOEP 6/*
&/$S.PPTFDPOEP
"45."(S
TQFTTPSFNN
QSFTFOUBUPOFMMB'JHVSBTPSNPOUBUP
da un primo strato di transizione realizzato in acciaio inossidabile auTUFOJUJDP"*4*-P"*4*-/C
e due successivi strati di riporto
Abbiamo provato per voi...
TABELLA 1 - Composizione chimica dell’acciaio ASTM A387 Grado 22
C
Si
Mn
P
S
Al
Cr
Ni
Mo
Cu
V
Nb
Ti
N
0.120
0.280
0.490
0.008
0.0040
0.036
2.20
0.031
0.900
0.015
0.012
0.006
0.002
0.0067
TABELLA 2 - Saggi di riporto eseguiti con le diverse tipologie di elettrodi Cromarod
Saggio n.
Materiale Base
ASTM
Materiale Base
UNI EN 10028-2
I strato di riporto
II strato di
riporto
III strato di
riporto
1
A 387 Gr. 22
12CrMo9-10
Cromarod B309L
Cromarod B347
Cromarod B347
2
A 387 Gr. 22
12CrMo9-10
Cromarod 309L
Cromarod 347
Cromarod 347
3
A 387 Gr. 22
12CrMo9-10
Cromarod B309LNb
Cromarod B347
/
TABELLA 3 - Parametri esecutivi impiegati per la realizzazione dei saggi 1, 2 e 3
Saggio n.
Strato n.
Diametro
elettrodo
[mm]
Intensità di
corrente
[A]
Tensione
d’arco
[V]
Velocità di
avanzamento
[cm/min]
Temperatura
di preriscaldo
[°C]
Temperatura
di interpass
[°C]
1
4
140 ÷ 160
26 ÷ 28
20 ÷ 25
120
170
2
5
180 ÷ 200
26 ÷ 28
20 ÷ 25
20
170
3
5
180 ÷ 200
26 ÷ 28
16 ÷ 20
20
170
1
4
140 ÷ 160
24 ÷ 26
20 ÷ 25
120
170
2
4
140 ÷ 160
24 ÷ 26
20 ÷ 25
20
170
3
4
140 ÷ 160
24 ÷ 26
16 ÷ 20
20
170
1
4
140 ÷ 160
24 ÷ 26
20 ÷ 25
120
170
2
5
180 ÷ 200
26 ÷ 28
16 ÷ 20
20
170
1
2
3
Figura 6 - Materiale base (ASTM A387 Gr.
22) impiegato per l’esecuzione di weld overlay
con elettrodi rivestiti Cromarod
Figura 8 - Saggio n. 2
Figura 7 - Saggio n. 1
Figura 9 - Saggio n. 3
in acciaio inossidabile austenitico
"*4*USBOOFOFMDBTPJODVJÍTUBUP JNQJFHBUP MFMFUUSPEP &-/C JO
quanto per quest’ultima tipologia di
consumabile è sufficiente realizzare
un solo strato successivo in acciaio
JOPTTJEBCJMF "*4* /FMMB 5BCFMMB
1 si riporta la composizione chimica
del materiale base. Al fine di testare
le cinque diverse tipologie di elettrodo, sono stati realizzati i tre saggi di
riporto elencati nella Tabella 2.
/FMMF'JHVSFFTPOPQSFTFOUBUJ
SJTQFUUJWBNFOUFJTBHHJFSFBMJ[zati seguendo le procedure esecutive
SJQPSUBUF OFMMB 5BCFMMB 6OB WPMUB
realizzati i saggi di riporto, è stato
effettuato il trattamento termico di
distensione, necessario nel caso della
realizzazione di riporti di placcatura
di questo genere, impiegando i parametri di tempo e temperatura (esposti
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
841
Abbiamo provato per voi...
TABELLA 4 - Parametri di PWHT
Saggio n.
Temperatura di
mantenimento
[°C]
Tempo di
mantenimento
[h]
Rampa di salita
[°C/h]
Rampa di discesa
[°C/h]
1
690
32
50
50
2
690
32
50
50
3
690
32
50
50
OFMMB 5BCFMMB TJNJMBSJ B RVFMMJ VUJlizzati nel settore della costruzione di
pressure vessels. Va sottolineato che il
trattamento termico è stato condotto
applicando i valori massimi in termini di tempo di mantenimento in temperatura, condizione sicuramente più
critica per quanto riguarda la prova
di piega laterale, in quanto la migrazione del carbonio all’interfaccia tra
materiale base e I strato austenitico è
funzione del tempo di permanenza ad
alta temperatura.
All’aumentare di questo parametro,
pertanto, aumenta l’estensione della
fascia carburata caratterizzata da una
minore duttilità.
Una volta eseguito il trattamento termico, i saggi sono stati sottoposti presso i -aboratori dell’Istituto Italiano
della Saldatura ad una serie di prove
atte a valutarne le caratteristiche meccaniche di aderenza, chimico-fisiche
di valutazione della percentuale di
ferrite delta presente all’interno dei
diversi strati di deposito mediante fer-
ritoscopio ed analisi chimica dell’ultimo strato di riporto seguita da compaSB[JPOF DPO JM EJBHSBNNB83$ illustrato nella Figura 10. Si precisa
che la valutazione del tenore di ferrite
delta effettuata mediante ferritoscopio
è stata condotta prima dell’esecuzione
del PWHT in quanto è noto che dopo
trattamento termico di distensione una
parte della ferrite delta si trasformi in
GBTF TJHNB BNBHOFUJDB
DPNF Í QPTsibile notare dalla Figura 11 la quale
riporta un’immagine micrografica del
saggio n. 1 sottoposto a PWHT nella
quale sono state messe in evidenza entrambe le fasi delta e sigma.
3. Caratterizzazione delle
proprietà dei riporti realizzati
con elettrodi Cromarod
3.1 Prova di piegamento
Al fine di valutare la qualità dell’adesione degli strati di riporto depositati,
sono state condotte prove di piega-
Figura 10 - Diagramma WRC 1992 (Riportato
da ASME II Parte C)
842
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
mento laterale per ciascun saggio in
accordo alla normativa americana
"4.&*9"SU**
Come si può notare dalle immagini
SJQPSUBUF'JHHF
MFQSPWF
non hanno messo in evidenza alcuna
difettologia di tipo operativo quali
incollature o zone caratterizzate da
scarsa aderenza.
3.2 Analisi macrografica dei
saggi di riporto
/FMMF'JHVSFFTPOPSJTQFUtivamente presentate le macrografie
delle sezioni trasversali dei saggi 1, 2
F*OUVUUJFUSFJDBTJSJQPSUBUJOPOTJ
riscontrano zone termicamente alterate né passate particolarmente estese,
dato confortante in quanto indice di un
apporto termico non particolarmente elevato cui corrisponde un valore
della diluizione contenuto, condizione
fondamentale al fine di garantire la resistenza alla corrosione dello strato di
riporto.
Figura 11 - Micrografia del saggio n. 1 (in
evidenza ferrite delta e fase sigma)
Abbiamo provato per voi...
3.3 Valutazione del tenore di
ferrite delta
Figura 12 - Prova di piega laterale eseguita
su saggio n. 1
Figura 13 - Prova di piega laterale eseguita su
saggio n. 2
Figura 14 - Prova di piega laterale eseguita su
saggio n. 3
-FTFDV[JPOF EJ VO SJQPSUP HFOFSBMmente, prevede la deposizione di un
materiale caratterizzato da proprietà
specifiche per l’impiego cui è destinato, su un materiale base che ha lo
scopo di fornire la resistenza meccanica necessaria per l’applicazione preWJTUB/FMDBTPJOPHHFUUPSJGFSFOEPTJ
al campo di applicazione dei pressure vessel, sono stati depositati diversi
strati di acciaio inossidabile austenitico su un substrato in acciaio al carbonio resistente ad impieghi in regime
di scorrimento viscoso (acciaio al Cr.P
°GPOEBNFOUBMFQFSUBOUPUFOFSF
in debita considerazione l’effetto della
EJMVJ[JPOF-BQSFTFO[BEJQJDDPMFQFScentuali di ferrite delta all’interno di
un riporto costituto da acciaio a matrice austenitica, da una parte ne migliora il comportamento nei confronti
della suscettibilità alla formazione di
cricche a caldo ed alla fragilità a caldo
in quanto la ferrite delta è costituita da
un grano caratterizzato da una morfologia in grado di garantire una maggiore solubilizzazione delle impurezze
QSJODJQBMNFOUF [PMGP F GPTGPSP
DIF
altrimenti tenderebbero a dare luogo a
fenomeni di microsegregazione al bordo dei grani austenitici. Questa fase,
inoltre, risulta essere maggiormente
deformabile a caldo rispetto all’austenite, si determinano, pertanto, minori
tensioni di ritiro ed un conseguente incremento della resistenza all’infragiliNFOUPBEBMUBUFNQFSBUVSB-BGFSSJUF
delta, d’altra parte, presenta un tenore
di cromo superiore rispetto a quello
dell’austenite, pertanto al bordo grano tra austenite e ferrite si può verificare un impoverimento nel tenore di
questo elemento per addensamento di
quest’ultimo al bordo grano ferritico.
Tale diminuzione del tenore di cromo
rende più suscettibile il bordo grano
austenitico ad un attacco corrosivo.
Per tale motivo, se la percentuale di
ferrite delta raggiunge e supera valoSJ DIF TJ BHHJSBOP JOUPSOP BM TJ
viene a formare un reticolo di tale fase
pressoché continuo attorno ai grani
austenitici, con pericolo di estensione
della corrosione a tutta la struttura
con una sua conseguente disgregazione. Al fine di valutare l’effetto della diluizione sul tenore di ferrite, sono state
eseguite analisi mediante ferritoscopio
su tutti e tre gli strati di riporto dei tre
saggi eseguiti. Questo strumento, moTUSBUP OFMMB 'JHVSB GPSOJTDF VOB
valutazione quantitativa del tenore di
ferrite presente all’interno di un acciaio basandosi sulla caratteristica di
questa fase di essere ferromagnetica, a
Figura 15 - Macrografia del saggio n. 1
Figura 16 - Macrografia del saggio n. 2
Figura 17 - Macrografia del saggio n. 3
Figura 18 - Ferritoscopio impiegato per la valutazione del tenore di ferrite delta
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
843
Abbiamo provato per voi...
TABELLA 5 - Tenore di ferrite delta valutato mediante ferritoscopio
Saggio n°
1
2
3
Strato n°
Valore medio di
ferrite delta [%]
1
3.32
2
5.21
3
6.12
1
3.63
2
5.37
3
6.53
1
3.61
2
6.01
differenza dell’austenite (che, al contrario, è caratterizzata da proprietà
BNBHOFUJDIF
/FMMB5BCFMMBTPOPQSFTFOUBUJJSJTVMtati emersi a valle delle prove eseguite
con il ferritescopio.
/FMDBTPEJUVUUJFUSFJTBHHJFTFHVJUJ
i dati ricavati dalle analisi rientrano
ampiamente all’interno dei valori riportati dalla scheda tecnica. Questo
non stupisce in quanto, come già accennato, i valori di ferrite riportati
dalla suddetta scheda si riferiscono ad
un deposito di undiluited weld metal,
realizzato, cioè, riportando una serie
di strati di materiale austenitico tale
da non risentire più dell’influenza del
materiale costituente il materiale base.
Va sottolineato ulteriormente il fatto
che la valutazione del tenore di ferrite
delta è stata effettuata prima dell’esecuzione del trattamento termico dopo
saldatura (necessario nel caso delMF TBMEBUVSF PHHFUUP EFMMBSUJDPMP
JO
quanto tale operazione può comportare la decomposizione della ferrite delta presente all’interno della matrice
austenitica nella fase sigma, la quale a
sua volta è amagnetica e potrebbe pertanto sfalsare i valori riportati nell’analisi condotta con ferritoscopio.
to di riporto, assume tra l’altro elevata
importanza la percentuale degli elementi presenti all’interno dei diversi
strati di placcatura, funzione principalmente della composizione chimica
del materiale base, dei consumabili e
del rapporto di diluizione. In particolar modo l’ultimo strato di materiale
depositato deve garantire un tenore di
elementi di lega il più possibile vicino
a quelli richiesti dalle specifiche tecniche dell’utilizzatore finale.
Al fine di valutare tale effetto e, di
conseguenza, l’effetto dei parametri
operativi sul materiale depositato,
è stata condotta presso i -aboratori
dell’Istituto Italiano della Saldatura
su ciascuno dei tre saggi di placcatura
un’analisi chimica dell’ultimo strato
di riporto (l’analisi è stata effettuaUB BE VOB QSPGPOEJUÆ EJ NN TPUUP
la superficie di riporto in accordo al
$PEJDFBNFSJDBOP"4.&4F[JPOF*9
mediante spettrometro ad emissione
PUUJDB'JH
DPONFUPEPBQSFTDBSJDB BE BMUB FOFSHJB )&14
/FMMB
5BCFMMBTPOPSJQPSUBUJJUFOPSJEFHMJ
elementi costituenti i riporti emersi
dalle analisi effettuate. Per ulteriore
verifica, data l’importanza già ribadita del tenore di ferrite delta presente
all’interno della microstruttura metallurgica dello strato di riporto, si è
voluto valutare tale parametro appliDBOEP JM EJBHSBNNB83$ 5BMF
diagramma permette, noti i valori di
cromo equivalente e nichel equivalente, calcolabili rispettivamente tramite
MFSFMB[JPOJ
F
EJTFHVJUPFTQPste, di valutare le fasi costituenti un
determinato acciaio inossidabile ed il
tenore percentuale di ferrite delta presente.
Creq$S.P . /C
/Jeq/J. C + 20 . /. $V
/FMMB 5BCFMMB WFOHPOP SJQPSUBUJ J
3.4 Analisi chimica dello strato
di riporto
In relazione al tenore di ferrite delta
presente all’interno di una struttura
austenitica e relative conseguenze nelle proprietà chimico-fisiche dello stra844
Figura 19 - Spettrometro ad emissione ottica impiegato per le analisi chimiche degli strati di
riporto
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
Abbiamo provato per voi...
TABELLA 6 - Risultati delle analisi chimiche condotte sui saggi di placcatura
Saggio n.
C%
Si %
Mn %
P%
S%
Cr %
Mo %
Ni %
V%
Al %
Cu %
1
0.039
0.354
1.199
0.0169
0.0046
19.427
0.094
10.059
0.0411
0.002
0.058
2
0.032
0.922
0.737
0.0235
0.0097
19.839
0.078
9.918
0.0494
0.001
0.057
3
0.038
0.383
1.154
0.0167
0.0062
19.241
0.106
9.837
0.0358
0.003
0.053
Saggio n.
Ti %
Nb %
W%
As%
Sn %
Co %
N%
Fe%
Nb/C
1
0.008
0.444
0.021
0.001
0.0041
0.013
0.046
68.68
11.38
2
0.005
0.330
0.023
0.001
0.0064
0.014
0.077
67.87
10.31
3
0.007
0.509
0.021
0.001
0.0046
0.012
0.045
68.78
13.39
TABELLA 7 - Valori di Creq e Nieq relativi al
primo strato di riporto dei saggi 1, 2 e 3
TABELLA 8 - Valori di Creq e Nieq relativi
all’ultimo strato di riporto dei saggi 1, 2 e 3
Saggio n.
Creq
Nieq
Saggio n.
Creq
Nieq
1
18,45
12.26
1
19.49
12.37
2
18.35
12.03
2
20.15
12.60
3
18.00
11,63
3
19.70
12.15
valori di cromo equivalente e nichel
equivalente per ciascuno dei tre saggi,
DBMDPMBUJUSBNJUFMFSFMB[JPOJ
F
sopra riportate ed impiegando i valori
emersi dalle analisi chimiche.
/ella Figura 20 si riportano tali valori di Creq e /ieq sul diagramma WRC
DPO MP TDPQP EJ NFUUFSF JO FWJdenza il tenore di ferrite delta presente
nei diversi strati di riporto. Si sottolinea che i valori corrispondenti all’ultimo strato di riporto sono stati calcolati sulla base dei valori emersi dall’a-
nalisi chimica dei campioni, mentre i
valori riferibili ai primi strati di riporto sono stati ricavati algebricamente
considerando un rapporto di diluizione tra le passate congruente con le
QSPDFEVSFEJTBMEBUVSBBEPUUBUF/FMMB
5BCFMMBTPOPSJQPSUBUJJWBMPSJEJ$Seq
F/Jeq ottenuti per via algebrica relativi
al primo strato di riporto costituente i
tre saggi. Come si nota dal diagramma
di Figura 20, in tutti e tre i casi l’analisi chimica dei campioni - si sottolinea
ulteriormente che tale analisi è riferita
Figura 20 - Applicazione del tenore di Creq e Nieq dei campioni 1, 2 e 3 al diagramma WRC 1992
all’ultimo strato di riporto - applicaUBBMEJBHSBNNB83$NFUUFJO
evidenza una struttura austenitica caratterizzata da piccole percentuali di
ferrite delta cui corrispondono valori
di ferrite number compresi tra un vaMPSFNJOJNPEJQPDPTVQFSJPSFBTVM
QSJNPTUSBUPFDPNQSFTJUSBFEOFM
caso degli strati di riporto successivi.
Tali valori sono confortanti in quanto
verosimilmente vicini a quelli emersi a
valle dell’analisi del tenore di ferrite
delta degli strati di riporto condotta
mediante ferritoscopio.
4. Caratteristiche operative:
la parola al saldatore
Come oramai consuetudine, si riportano le impressioni riguardanti le caratteristiche operative e funzionali degli
elettrodi Elga Cromarod forniteci dai
tecnici dell’Istituto Italiano della Saldatura che si sono occupati di realizzare i tre saggi di riporto oggetto dell’articolo presentato. Sia con riferimento
agli elettrodi a rivestimento rutilico
che agli elettrodi a rivestimento basico
le impressioni forniteci sono confortanti. Il primo viene definito ottimo sia
per la facilità di innesco dell’arco sia
per la governabilità del bagno (si sottolinea che queste informazioni hanno
DBSBUUFSF TRVJTJUBNFOUF TPHHFUUJWP
Per quanto riguarda l’elettrodo Cromarod a rivestimento basico, anche in
questo caso vengono garantite buone
caratteristiche a livello operativo (inferiore, come si può intuire, rispetto
BMMFMFUUSPEP B SJWFTUJNFOUP SVUJMJDP
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
845
Abbiamo provato per voi...
sia l’innesco dell’arco che la governabilità del bagno risultano essere
soddisfacenti e facilmente gestibili,
informazione che lascia ipotizzare una
buona qualità anche nel caso di saldaUVSFSFBMJ[[BUFJOQPTJ[JPOF-BTDPSJB
infine, si presenta facilmente rimovibi-
Documentazione
tecnica volontaria
Confezionamento,
etichettatura
ed informazioni
cogenti
846
5. Conclusioni
A conclusione di questo articolo e per
DPNPEJUÆ EFM -FUUPSF SJUFOJBNP VUJMF
riassumere il giudizio emerso a valle
di ogni singola prova realizzata, nella
tabella di seguito riportata.
Completezza delle
informazioni
Le schede tecniche dei prodotti Elga Cromarod, facilmente reperibili sul web in formato
elettronico, riportano esaurienti informazioni sia di carattere tecnico che applicativo.
Qualità delle
informazioni
Le informazioni riportate principalmente di carattere tecnico ed operativo sono
accompagnate da tabelle ed immagini esplicative che permettono di comprendere
nell’immediato le varie proprietà dei consumabili.
Riferimenti tecnici
Proprietà e normative di riferimento sono riportate in modo esaustivo, tutte le
normative risultano essere aggiornate all’ultima versione.
Confezionamento
Il confezionamento permette uno stoccaggio degli elettrodi fuori dal forno di
mantenimento sino all’apertura della confezione. Quest’ultima si presenta maneggevole
e comoda nell’utilizzo.
Etichettatura
L’etichetta si presenta leggibile, chiara e presenta alcuni spazi utilizzabili per la
rintracciabilità dei dati dei saldatori.
Informazioni in lingua inglese.
Scheda di sicurezza
La scheda di sicurezza, disponibile sul web, è scritta in italiano, come previsto dalla
normativa di riferimento, ed appare completa di tutti i punti previsti.
Duttilità del giunto
saldato
Le prove di piegamento laterale condotte, in accordo al Codice americano ASME
Sezione IX Art. II, su tre saggi di riporto hanno avuto tutte esito soddisfacente.
Percentuale di
ferrite delta
presente
In tutti e tre i saggi di riporto, la percentuale di ferrite delta valutata sia tramite
ferritoscopio che mediante indagine sul diagramma WRC 1992 sfruttando le analisi
FKLPLFKHFRQGRWWHVXOODVXSHUÀFLHGHLULSRUWLKDQQRIRUQLWRYDORULFRQIRUPLDTXDQWR
riportato nelle schede tecniche.
Stabilità dell’arco
Gli elettrodi rivestiti Elga Cromarod a rivestimento rutilico e basico sono caratterizzati
rispettivamente da ottima e buona stabilità dell’arco elettrico.
Gestione del bagno
Il bagno di fusione risulta facilmente gestibile per entrambi i tipi di rivestimento, ciò si
traduce in un miglior controllo anche nel caso delle saldature realizzate in posizione
diverse dalla piana.
Rimozione della
scoria
Per entrambe le tipologie di elettrodo, la scoria risulta facilmente rimovibile, caratteristica
GDQRQVRWWRYDOXWDUHVLDSHUTXDQWRULJXDUGDLWHPSLGLHVHFX]LRQHGHOODVDOGDWXUDVLD
SHUTXDQWRULJXDUGDO·HVHFX]LRQHGLSDVVDWHLQFLDQIULQRVWUHWWR
Caratteristiche
del consumabile
Caratteristiche
funzionali ed
operative
le per entrambe le tipologie di elettrodo, caratteristica ancora una volta in
accordo con quanto dichiarato dalla
scheda tecnica del prodotto, dove viene assicurato un risparmio sui tempi
di esecuzione andando a minimizzare
la fase di pulitura del giunto.
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
TECNOLOGIE PER L’INNOVAZIONE
MECSPE
EUROSTAMPI
PLASTIXEXPO
TRATTAMENTI & FINITURE
SUBFORNITURA
MOTEK ITALY
CONTROL ITALY
LOGISTICA
Nuova Collana di DVD - CD Rom tecnici
Lo sviluppo delle tecnologie di saldatura
per la fabbricazione di prodotti
di spessore sottile: conciliare
produttività e qualità del processo
Convegno IIS, Genova 27 Settembre 2012
DVD/FILMATO
Tra i numerosi settori in cui i processi di saldatura hanno registrato, nel corso
GHJOLXOWLPLDQQLLSURJUHVVLSLVLJQLÀFDWLYLWURYLDPRVLFXUDPHQWHTXHOORUHODWLYR
DOODIDEEULFD]LRQHGLSURGRWWLVDOGDWLGLVSHVVRUHULGRWWRSHUJOLVFRSLGLTXHVWR
evento, si intendono tali spessori attorno al millimetro).
A differenza del caso relativo agli spessori più importanti, spesso caratteristici
GLSURGX]LRQLVXFRPPHVVDDGHOHYDWDVSHFLDOL]]D]LRQHHFRQPRGHVWHTXDQWLWj
l’industria impiega spessori di piccole dimensioni in produzioni di grande serie
(automotive, elettrodomestici, ad esempio) in cui si pone l’esigenza di conciliare
IRUWLVVLPHHVLJHQ]HGLSURGXWWLYLWjFRQLOULVSHWWRGLDGHJXDWHVSHFLÀFKHGLTXDOLWj4XHVWRHYHQWRVLSRQHO·RELHWWLYRGLDQDOL]]DUHO·DWWXDOHHYROX]LRQHGHLSURFHVVLGLVDOGDWXUDLPSLHJDWLSHUTXHVWHDSSOLFD]LRQLDGDUFRHOHWWULFRDGHQHUJLD
concentrata, allo stato solido), valutandone al tempo stesso le performance e la
FDSDFLWjGLJDUDQWLUHLOULVSHWWRGHOOHVSHFLÀFKHVXGGHWWHVFRSLWDOYROWDULWHQXWL
contrastanti, ma che oggi è spesso possibile conciliare con risultati talvolta davvero sorprendenti.
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CD-ROM - Atti Convegno IIS
‡
‡
‡
‡
‡
‡
‡
Settore DDC
Maura Rodella
(YROX]LRQHGHLSURFHVVLDÀORFRQWLQXRHGHOOHPRGDOLWjGLWUDVIHULPHQWRSHU
la saldatura di piccoli spessori (Giovanni Battista Garbarino/IIS)
6WDWH RI WKH DUW DQG LQGXVWULDO DSSOLFDWLRQV RI WKH )ULFWLRQ 6WLU:HOGLQJ
SURFHVV)6:RQWKLQVKHHWV(Alex Robelou/TWI)
$SSOLFD]LRQLSHULPSLHJRQDYDOHHGDQDOLVLGHOFRPSRUWDPHQWRDIDWLFDGL
adesivi metacrilati (QULFR/HUWRUD &DUOD*DPEDUR &KLDUD0DQGROÀQR',3(0
Facoltà di Ingegneria - Università di Genova)
(VSHULHQ]HDSSOLFDWLYHGHOSURFHVVR&07EUD]LQJSHUODVDOGDWXUDGLFRPSRnenti di piccolo spessore (Luigi Gennari, Moreno Grandi/Arroweld Italia SpA)
6ROX]LRQLLQQRYDWLYHSHUODVDOGDWXUDDÀORFRQWLQXRDGDOWLVVLPDYHORFLWj
il processo Swift Arc Transfer (SAT) 0DU]LR'HSRQWL(6$%6DOGDWXUDSrl)
(YROX]LRQHGHLSURFHVVLGLVDOGDWXUDSHUODIDEEULFD]LRQHGLFHUFKLLQODPLHUD
per impiego automobilistico /XFD'UHUD$PEURVHWWL6$3DROR%DFFDULQL,,6
4XDOLWj HG DFFXUDWH]]D QHOOD VDOGDWXUD H WDJOLR ODVHU FRQ PDFFKLQH '
'RPHQLFR$SSHQGLQR3ULPD,QGXVWULHSpA)
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UNI EN ISO 13585:2012
´%UDVDWXUDIRUWH4XDOLÀFD]LRQHGHL
EUDVDWRULHGHJOLRSHUDWRULSHUODEUDVDWXUDIRUWHµ
I criteri tecnici, ormai consolidati da
decenni, prevedono che il processo di
fabbricazione mediante saldatura sia
opportunamente gestito e controllato.
A tale approccio non sfuggono i processi di brasatura; pertanto, anche in
questo caso, è opportuno intervenire
sul processo in tre fasi:
1. prima (controllo indiretto);
2. durante (controllo in corso
d’opera);
3. dopo (controllo diretto).
Un requisito fondamentale per il controllo indiretto è la qualifica del personale; tuttavia, mentre la qualifica del
saldatore o dell’operatore di saldatura
sono entrate nella cultura tecnica, non
si può dire altrettanto per quanto riguarda il brasatore e l’operatore per
la brasatura. Evidentemente, il principale supporto per adottare questa
filosofia sono le norme tecniche che
sono, per definizione, espressione della buona pratica industriale. Nel campo della saldatura per fusione, con il
passare del tempo il quadro normativo è diventato sempre più completo.
Per quanto riguarda la brasatura, il
principale riferimento è ad oggi il Codice ASME BPV, Sezione IX che, giova
ricordare, è applicabile al settore della costruzione di caldareria (apparecchi a pressione, impianti e caldaie),
ma è anche spesso utilizzato (seppur
impropriamente) in altri settori.
Proprio per colmare questa lacuna
normativa, negli ultimi anni sono state pubblicate alcune norme europee
ed internazionali, successivamente
recepite dall’UNI. In particolare, nel
luglio del 2012 è stata pubblicata
la norma UNI EN ISO 13585:2012
che sostituisce la precedente UNI EN
13133:2002, modificandone in modo
sostanziale i contenuti.
La nuova norma specifica i requisiti
di base per l’esecuzione della prova di
qualificazione per i brasatori e per gli
operatori di brasatura forte e fornisce
le condizioni per l’esecuzione del processo, le condizioni di prova, i criteri
di accettazione e il campo di qualificazione per i certificati.
La principale differenza rispetto all’edizione precedente è la presenza di requisiti di accettabilità per la brasatura
che nella precedente norma, a causa
della grande varietà di applicazioni a
cui era applicabile, non erano stabiliti
in modo dettagliato, ma questi dovevano essere concordati e documentati
prima di eseguire le prove.
Operativamente, la norma UNI EN
ISO 13585:2012 prevede, per la prova
di qualificazione, di eseguire un saggio
utilizzando una procedura scritta BPS
(Brazing Procedure Specification) con
la supervisione di un esaminatore o
di un organismo di prova, successivamente essere soggetto ad ispezione e
controllo da parte dell’esaminatore o
da un organismo di prova per valutarne l’accettabilità.
Colmando un precedente vuoto normativo, la norma è applicabile anche agli operatori di brasatura forte
e, parimenti, anche al personale che
imposta e prepara apparecchiature
meccanizzate per la brasatura forte
(brasatura a forno 921, brasatura a
induzione 916…). In similitudine ad
altre norme europee anche la UNI EN
ISO 13585:2012 introduce il concetto
di “variabili essenziali”, ovvero quelle variabili ritenute fondamentali dal
punto di vista dell’esecuzione operativa
Figura 1 – Operazione di brasatura forte
alla fiamma
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
849
Normativa Tecnica
del processo: per ciascuna variabile
essenziale è definito il campo di validità della qualificazione e se il brasatore o l’operatore di brasatura esegue
brasature al di fuori di tale campo si
rende necessaria una nuova prova di
qualificazione. Di seguito si riporta
l’elenco delle variabili essenziali per
la qualificazione dei brasatori e degli
operatori di brasatura:
r processo di brasatura;
r tipo di prodotto;
r tipo di giunto;
r materiale base;
r tipo di lega brasante;
r metodo di applicazione della lega
brasante;
r dimensioni;
r direzione di applicazione della
lega brasante;
r grado di meccanizzazione.
Come accennato, la norma UNI EN
ISO 13585:2012 propone l’elenco dei
controlli non distruttivi e distruttivi da
eseguirsi in aggiunta all’esame visivo
(la cui esecuzione è richiesta per ogni
saggio):
r controllo ultrasonoro;
r controllo radiografico;
r prova di separazione;
r esame macrografico;
r prova di piega.
Sono invece considerate prove addizionali (da svolgersi in base a requi-
Figura 3 – Microsezioni di giunti brasati
siti specifici, di legge o contrattuali): il
controllo con liquidi penetranti, la prova di tenuta, la prova a pressione, la
termografia, la prova a taglio, la prova di trazione, l’esame metallografico
e la prova di durezza. Infine, i risultati
dei controlli e delle prove devono essere valutati ed interpretati secondo la
norma UNI EN ISO 18279 “Difetti nei
giunti realizzati mediante brasatura
forte”. La validità della qualificazione
del brasatore e dell’operatore di brasatura inizia dalla data dell’esecuzione della brasatura e ha una durata di
tre anni (si noti la differenza rispetto
al caso del saldatore e dell’operatore,
ove la durata è di due anni), sempre
che il brasatore o l’operatore di brasatura esegua con ragionevole conti-
Figura 2 – Operazione di brasatura forte ad induzione
850
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
nuità il suo lavoro entro il campo di
validità della qualifica iniziale.
L’ultimo aspetto che può essere interessante sottolineare è la presenza
dell’Appendice ZA “Punti della presente norma europea riguardanti i
requisiti essenziali o altre disposizioni delle direttive UE”; si sottolinea,
in particolare, il fatto che tale norma soddisfi i requisiti della Direttiva
97/23/EC, Allegato I, 3.1.2 Giunzioni
Permanenti. Di conseguenza, l’uso
della suddetta norma per la certificazione dei brasatori e degli operatori
di brasatura in materia di attrezzature
a pressione è garantita attraverso la
presunzione di conformità ai requisiti essenziali specifici della Direttiva
97/23/CEE (PED).
Di seguito sono riportati i principali
riferimenti normativi:
r UNI EN ISO 4063 “Welding and
allied processes - Nomenclature of
processes and reference numbers”;
r ISO/TR 15608 “Welding - Guidelines for a metallic materials
grouping system”;
r UNI EN ISO 18279 “Brazing Imperfections in brazed joints”;
r UNI EN ISO 12797 “Brazing
- Destructive testes of brazed
joints”;
r UNI EN ISO 12799 “Brazing Non destructive test of brazed
joints”;
r UNI EN 13134 “Brazing - Procedure approval”.
Egidio Birello
Responsabile Ufficio Distaccato IIS
di Mogliano Veneto (TV)
“Cerchiamo di rendere migliore il vostro lavoro e la vostra vita.”
DELVIGO COMMERCIALE Supporti ceramici per la saldatura
0$7$,5)RUQLDVSLUD]LRQHHULFLFODJJLRGHLÁXVVL
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NORGREN
presenta le valvole Maxseal ICO
La nuova gamma di valvole Maxseal
garantisce sicurezza e affidabilità per
la lavorazione di petrolio, gas e prodotti chimici.
Temperature estremamente alte o basse, condizioni secche o umide o ambienti rischiosi non costituiscono un
problema per la gamma di prodotti
Maxseal, altro famoso brand di Norgren, il leader di mercato a livello
internazionale nelle tecnologie di movimentazione pneumatica e controllo
fluidi. Sia a terra che in mare aperto,
la costruzione in acciaio inossidabile
316 sopporta le dure condizioni generalmente sperimentate nelle applicazioni a valle e a monte per petrolio &
gas. Le vavole Maxseal ICO, i filtri regolatori e gli accessori sono specificatamente ideati per offrire Engineering
Advantage aumentando l’efficienza
del processo, assicurando la disponibilità e fornendo affidabilità e sicurezza nell’estrazione di petrolio e gas (in
mare aperto e a terra), nelle lavora-
zioni petrolchimiche, nella produzione
di energia, nell’immagazzinamento di
gas naturale liquefatto (GNL) e di unità galleggianti di produzione, stoccaggio e scarico (FPSO). Sono utilizzate
per controllare le applicazioni in cui
la sicurezza è un punto critico come gli
arresti d’emergenza, la tensione di
scarica disruptiva, i sistemi di protezione della pressione ad alta integrità (HIPPS) e le valvole a solenoide
(SOV) e sono indicate per i circuiti di
sicurezza SIL 3 e SIL 4.
La gamma ICO, progettata con un
elevato rapporto di attrito, fornisce
un fattore di sicurezza 10x ed unito
all’alta efficienza termica della bobina
assicura lo scatto della valvola, anche
dopo molti anni di messa sotto tensione. La generazione di una quantità minima di calore prolunga la vita utile,
mentre il basso consumo energetico riduce i costi di funzionamento e le portate elevate ne migliorano l’efficienza.
La gamma di prodotti ad alta performance include elettrovalvole ad azione diretta o servoassistita con funzioni
a 2/2, 3/2 e 5/2 vie, valvole di regolazione, filtri regolatori, valvole di scarico rapido e regolatori caricati a molla.
La gamma di elettrovalvole ICO è
indicata per essere utilizzata in aree
classificate Ee xd, Ex me e Ex ia ed è
dotata di tutte le omologazioni ricono-
sciute a livello internazionale generalmente richieste dal settore petrolifero
e del gas. Oltre alla gamma standard,
Norgren progetta e produce componenti su misura, ivi inclusi collettori
per il comando degli attuatori, pattini
e valvole con attuatore. Materiali speciali sono disponibili su richiesta.
Per maggiori informazioni sulla gamma Maxseal di Norgren ambienti estremi, visitare il sito www.norgren.com/it.
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Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
853
Dalle Aziende
ITW WELDING,
consumabili per la saldatura
dell’acciaio LEAN DUPLEX - LDX
Grafico YS - PRE
ITW Welding, leader mondiale nella produzione e commercializzazione
di consumabili, macchine e impianti
per l’automazione della saldatura, offre una gamma completa in grado di
soddisfare ogni richiesta per la saldatura del materiale base Lean Duplex
(LDX) con tutti i processi di saldatura
ad arco. LDX presenta ottime caratteristiche meccaniche e di resistenza alla corrosione e un basso costo
di fabbricazione. Infatti, il materiale
base e quello di apporto per la saldatura risultano contenere un tenore di
lega nobile inferiore ai comuni acciai
della serie 300 e degli acciai duplex,
pertanto il loro costo di fabbricazione
e di vendita all’utilizzatore risulta più
competitivo e meno fluttuante grazie ai
valori inferiori di extra lega.
Oggi LDX è sempre più impiegato nei
seguenti segmenti:
r costruzioni civili (es. ponti);
r apparecchi in pressione e scambiatori di calore;
r tubazioni di processo;
r industria della carta;
r serbatoi di stoccaggio.
Analisi chimica comparativa
Prove meccaniche comparative secondo Std. ASTM
Gamma di prodotti Elga per la saldatura del materiale base Lean Duplex (LDX)
854
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
ITW Welding Products Italy offre, con
il proprio marchio ELGA, garanzia
di eccellenza nei consumabili di saldatura, con i seguenti prodotti per la
soluzione LEAN DUPLEX - LDX, suddivisi per i vari processi. I consumabili ELGA per la saldatura dell’acciaio
LDX offrono un’ eccellente saldabilità,
garantendo la migliore qualita’, proprietà meccaniche e di resistenza alla
corrosione tipiche del materiale base.
Per informazioni, consulenze tecniche
contattare:
ITW Welding Products Italy
Via Privata Iseo, 6/e
20098 San Giuliano Milanese MI
Tel. (+39) 02.982901
www.itw-welding.com
Dalle Aziende
AIR LIQUIDE WELDING
lancia il nuovo cannello ossitaglio
MACH HP per applicazioni
automatiche
HeavyCut™
La tecnologia HeavyCut™ migliora
l’efficienza di taglio e prolunga la durata dei consumabili. Consumabili e
parametri di processo avanzati permettono di tagliare meglio piastre di
maggior spessore, durano di più e producono un costo per taglio inferiore.
È possibile ottenere prestazioni di alta
qualità e precisione su spessori fino a
50 mm.
Cannello ossitaglio MACH HP:
30% più veloce, facile da montare,
maggiore durata.
Con questo nuovo cannello, Air Liquide
Welding propone uno strumento in
grado di:
r Raggiungere prestazioni di velocità di taglio più alte (circa il 30%
in più se comparato ai cannelli di
ossitaglio convenzionali).
r Raggiungere il range di qualità di
taglio "1" in accordo con la norma ISO 9013.
r Garantire una piena penetrazione
della lamiera per spessori fino a
150 mm.
Queste caratteristiche sono ottenute grazie alla sua forma specifica e a
un’elevata qualità della lavorazione
del canale di taglio.
Il cannello MACH HP garantisce una
facilità d'uso maggiore, grazie alla
presenza di punte che possono essere
sostituite senza l'utilizzo di strumenti
particolari ma mediante un sistema a
baionetta, rendendo le operazioni di
sostituzione molto veloci. Un sistema
specifico chiamato OxyCOOL può,
durante la fase di surriscaldamento
(prima dell'inizio del taglio stesso),
inviare micro-iniezioni di ossigeno per
raffreddare sia il canale di taglio della
punta, sia il cannello, al fine di prevenire ritorni di fiamma e scorie generate dal surriscaldamento.
Tale dispositivo consente di aumentare
la durata della punta (moltiplicato per
2) ed estenderne la qualità di taglio.
Il cannello MACH HP può lavorare
con diverse tipologie di gas, tra cui:
propano, metano, FLAMAL 29 & 31
ed acetilene. Il cannello può essere installato su tutte le macchine di taglio
termico Air Liquide Welding, associate
o meno ad un sistema di taglio plasma.
E’ anche disponibile come parte per
il "retrofit" di macchine esistenti (Air
Liquide Welding o altre tipologie presenti sul mercato).
Il cannello HP MACH è particolarmente apprezzato da aziende operanti
in molti settori, quali: caldareria, la-
miere, frese in acciaio strutturale... è
particolarmente adatto laddove è richiesto un aumento di produttività.
AIR LIQUIDE Welding
Via Torricelli, 15/A
37135 Verona VR
Tel. (+39) 045 829 15 11
www.airliquidewelding.it
VICTOR TECHNOLOGIES™
evento di lancio Victor® Thermal
Dynamics®
A Hannover, nel corso della fiera
EuroBLECH, Victor Technologies presenta con il marchio Victor® Thermal
Dynamics® nuove tecnologie per il
taglio automatizzato. Dopo la conclusione del secondo giorno della fiera
EuroBLECH, Victor Technologies™
ha tenuto presso il proprio stand un
evento di lancio, in cui ha presentato
ufficialmente, con il marchio Victor®
Thermal Dynamics®, la nuova gamma
di apparecchiature per taglio automatizzato al plasma di nuova generazione. All’evento era invitato un variegato
uditorio di OEM, distributori del settore dell’automazione e utilizzatori finali, ai quali veniva offerta una panoramica sul futuro della nostra tecnologia
di taglio automatizzato al plasma. Gli
intervenuti si sono dichiarati estremamente positivi sul futuro delle nuove
soluzioni, che potranno presto essere
ordinate nell’ambito del portafoglio
prodotti Victor® Thermal Dynamics®.
Di seguito si riportano alcuni prodotti
e soluzioni che sono stati presentati.
Diameter PRO™.
Diameter PRO™ permette di tagliare
fori pronti per il bullone con conicità
minima o nulla. Appena tagliati i fori,
il pezzo è pronto per la finitura o il
montaggio. Si risparmia quindi tempo e danaro, e si eliminano ulteriori
processi aumentando la produttività.
Diameter PRO™ è il processo ideale quando si devono tagliare fori con
rapporti diametro/spessore 1:1 o superiori su acciaio dolce da 3 a 50 mm di
spessore.
Controllo integrato iCNC™ XT
La serie XT dei sistemi iCNC™ di Victor® Thermal Dynamics® porta l’intelligenza nel processo di taglio al banco
di saldatura. I segreti del taglio al plasma e le precise condizioni necessarie
per ottenere costante qualità di taglio
con un particolare banco sono integrati in ogni sistema. E soprattutto il
sofisticato controllo si combina automaticamente con la facilità d’uso.
ProMotion Nest
ProMotion Nest è un potente software per creare efficienti programmi di
taglio direttamente da disegni CAD
standard (DXF). È fornito di serie
nei sistemi di controllo ProMotion
iCNC™, ma è anche disponibile come
software di produttività da usare con
qualunque macchina CNC per taglio
in grado di leggere programmi di taglio ESSI o EIA.
Ultra-Cut® XT
Un’anteprima della nuova generazione di generatori per taglio al plasma
di alta precisione Ultra-Cut® XT.
VICTOR TECHNOLOGIES EUROPE
Via Bolsena, 7
20098 S. Giuliano Milanese MI
Tel. (+39) 02 36546801
www.victortechnologies.com
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
855
Dalle Aziende
NDT ITALIANA,
CND con Particelle Magnetiche:
nuovi prodotti e procedure
per lavorare in sicurezza
La tendenza degli ultimi anni in tema
di sicurezza è quella di proporre alle
aziende soluzioni in grado di ridurre
i rischi (di carattere professionale ed
ambientale) che sono presenti durante i vari processi lavorativi: puntare
quindi sulla prevenzione, anziché limitarsi alla dotazione di adeguati strumenti protettivi collettivi e personali
per gli operatori.
Lo stesso Decreto 81/2008 sulla “tutela della salute e della sicurezza nei
luoghi di lavoro” richiede al datore di
lavoro, in occasione della valutazione
dei rischi, di considerare in che misura
questi possano essere ridotti o eliminati mediante l’impiego di attrezzature
o materiali di lavoro alternativi (Capo
III, Sez. 1, Art. 15): “[...] c) l'eliminazione dei rischi e, ove ciò non sia
possibile, la loro riduzione al minimo
in relazione alle conoscenze acquisite
in base al progresso tecnico; [...] e) la
riduzione dei rischi alla fonte; f) la sostituzione di ciò che è pericoloso con
ciò che non lo è, o è meno pericoloso”.
Uno dei più conosciuti rischi è quello
di incendio. Oltre al rischio durante
la fase di utilizzo, va considerato il rischio di incendio dovuto alla presenza
in magazzino di materiale infiamma-
bile: la probabilità di accadimento di
un evento “incendio” risulta tanto più
alta, quanto più materiale (prodotti
infiammabili) risultano immagazzinati
nell’ambiente di lavoro considerato.
In magnetoscopia la tendenza è quella
di usare sempre più particelle magnetiche (sia nere che fluorescenti) in acqua anziché in petrolio, soprattutto nei
bancali: il vantaggio per la sicurezza
sta nel fatto di eliminare i rischi di infiammabilità, irritazioni per la pelle e
nocività (simbolo Xn).
Grazie ai moderni additivi per acqua
le performance rispetto al petrolio
risultano ancora più paragonabili da
ogni punto di vista.
Sempre rimanendo nel campo del
controllo con particelle magnetiche,
la lacca bianca di contrasto è il prodotto che presenta i maggiori rischi di
infiammabilità, essendo a base di solventi a rapida evaporazione.
Come eliminare questo rischio in
azienda? Oggi esistono ben due possibilità.La prima è quella di utilizzare una lacca bianca di contrasto non
infiammabile. Una tale formulazione
che possiamo definire “a base acqua”
è già conosciuta e utilizzata in molti paesi del nord Europa, nonostante
i più lunghi tempi di asciugatura che
inevitabilmente comporta. L’utilizzo di
prodotti a base acqua consente inoltre di eliminare i cosiddetti “COV”
Polvere Magnetica Elite FW1 (duale) a confronto con il metodo tradizionale visibile particelle
nere + lacca di fondo bianca (Elite BW2 + Elite WBL5), entrambe in condizioni di luce ambiente
pari a 1.500 lx
856
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
(composti organici volatili) e quindi di
eliminare sia i rischi ambientali sia i
costi di abbattimento di tali sostanze
mediante filtri a carboni attivi.
L’altra possibilità è invece offerta
dalle polveri magnetiche fluorescenti
“dual” cioè utilizzabili anche in presenza di luce bianca superiore a 20
lux, come ad esempio la polvere magnetica Elite FW1.
Tali polveri presentano una sensibilità
superiore a quelle tradizionali “nere”,
ed hanno il vantaggio di non richiedere l’utilizzo (con rischi e costi connessi) della lacca bianca di contrasto,
nemmeno su superfici scure: le indicazioni risulteranno infatti visibili in
luce ambiente grazie all’irraggiamento con luce UV delle particelle magnetiche fluorescenti “duali”.
NDT ITALIANA Srl
Via del Lavoro, 28
20863 Concorezzo MB
Tel. (+39) 039.647590
[email protected]
www.ndt.it
AEC TECHNOLOGY,
“Running Inductor”: una nuova
soluzione per preriscaldo
ad induzione
A.E.C. Technology è lieta di annunciare il lancio di una nuova soluzione
per il preriscaldo in linea ad induzione a media frequenza, denominato
“Running Inductor”
A.E.C. Technology, presente sul mercato dei macchinari per il trattamento
termico da oltre 30 anni, avendo maturato una notevole esperienza nel metodo dell’induzione a media frequenza
e a frequenza di rete, con macchinari
da 40 kVA fino a 250 kVA, sempre attenta poi, alle mutevoli condizioni di
mercato e alle richieste che da essa ne
derivano, ha sviluppato una nuova soluzione per il preriscaldo ad induzione
denominato “Running Inductor”.
Il sistema di preriscaldo in linea avviene
mediante l’utilizzo della macchina ad
induzione a media frequenza denomi-
Dalle Aziende
nata EOS30. L’apparecchio a media
frequenza EOS30 alimenta l’induttore,
con corrente a bassa tensione, ad una
potenza nominale di 40 kVA ad una
frequenza compresa tra i 5 e i 30 kHz.
Il sistema Mistral, assemblato nella
EOS30, fornisce il raffreddamento ad
acqua a circuito chiuso, durante il funzionamento.
L’induttore “Running” è fissato alla
testa della saldatura ad arco sommerso, andando a formare così un insieme omogeneo ed efficace. L’induttore
scalda il metallo ai due lati del cian-
frino, esattamente davanti alla testa di
saldatura e alla velocità di 800 mm/
min (può giungere fino a 1200mm/
min), il pezzo raggiunge la temperatura di 150 °C su spessori che possono
variare dai 30 ai 40 mm.
Il rivestimento della testa è fatto d’alluminio, è resistente alla corrosione
ed è insensibile al riscaldamento per
induzione.
Le ruote, in teflon, resistono alle alte
temperature, assicurando un avanzamento facile e mantenendo costante
la distanza tra l’induttore e il pezzo in
fase di preriscaldo.
Il sistema di raffreddamento ad acqua
evita il surriscaldamento della testa,
permettendo così all’induttore di lavorare durante lunghi periodi di tempo.
Lo speciale induttore, “Running”, è
versatile per i diversi settori (energetico, petrolchimico, costruzioni...) e
per diverse applicazioni nella fase del
preriscaldo.
Le possibili applicazioni posso essere
per l’appunto le seguenti:
r Preriscaldo saldatura torri dei
mulini a vento;
r Preriscaldo Pipe Mills;
r Preriscaldo Travi.
I benefici che si possono trarre dall’utilizzo di questa innovativa soluzione
sono molteplici, i più importanti sono
i seguenti:
r Generazione del calore direttamente sulla superficie del pezzo in
fase di saldatura;
r Velocità del preriscaldo del pezzo;
r Elevata flessibilità dell’applicazione;
r Non vi è necessità di preparazione
del pezzo per il preriscaldo;
r Non vi è tempistica di preriscaldo
in quanto il tutto avviene durante
la fase di saldatura.
AEC TECHNOLOGY
Via Leonardo da Vinci, 17
26013 Campagnola Cremasca CR (Italy)
Tel. (+39) 0373 752111
www.aectechnology.it
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
857
Dalle Aziende
ESAB,
nuovo generatore per saldatura
ad arco sommerso Aristo® 1000
AC/DC: oltre ogni aspettativa!
Il nuovo generatore ESAB rappresenta
la soluzione più avanzata ed efficiente per la saldatura ad arco sommerso.
Sviluppato per funzionare nelle più
gravose condizioni di esercizio, il generatore a inverter Aristo® 1000 AC/
DC SAW costituisce un decisivo passo
in avanti per versatilità, prestazioni,
durata, efficienza energetica.
I progettisti ESAB non si accontentano
di soddisfare semplicemente le aspettative dei clienti, ma vanno sempre più
avanti. Il generatore a inverter Aristo®
1000 AC/DC è in grado di erogare
1000 A al 100% e offrire una serie di
nuove funzioni che esaltano le prestazioni, riducono i consumi di energia,
tagliano i fermi-macchina, accelerano il processo di saldatura e contribuiscono a migliorare decisamente la
produttività.
ESAB è da sempre impegnata nelle
innovazioni d’avanguardia, che si traducono subito per i clienti in miglioramenti della qualità e della produttività.
Innovazioni come la vasta gamma di
parametri di saldatura pre-programmati e richiamabili (255), la commutazione “on the fly” tra saldatura in
corrente continua DC a saldatura in
corrente alternata AC, la possibilità di
utilizzare cavi di saldatura lunghi oltre
il doppio rispetto agli attuali standard
industriali, sono più che semplici aggiornamenti tecnologici. Si tratta di
vere e proprie invenzioni, che fanno di
Aristo® 1000 AC/DC il miglior generatore per saldatura ad arco sommerso
oggi disponibile.
semplice pulsante, consente all’operatore di passare da DC in AC (corrente
alternata) senza spegnere l’arco di saldatura, procedura utile nelle saldature
circonferenziali per convertire dalla
prima passata in DC al riempimento
in AC. Questo minimizza i fermi-macchina e il rischio di difetti di saldatura,
grazie alla completa eliminazione della sequenza stop/start.
La funzione Bead Profile Modelling™
consente il controllo completo dell’onda quadra in AC. Mediante il pannello
standard PEK l’operatore può regolare frequenza, bilanciamento e offset
per ottimizzare il profilo di penetrazione, l’apporto di calore, il tasso di deposito e la stabilità dell’arco secondo
particolari esigenze.
Il generatore a inverter Aristo® 1000
AC/DC è conforme alle norme IP23 e
può funzionare nelle più gravose condizioni di esercizio. E’ già predisposto
per il collegamento in parallelo con
la semplice aggiunta di un cavo tra i
due generatori. Inoltre può essere comandato da un controllo remoto per
l’accensione di uno o più generatori a
distanza. Molte installazioni possono
richiedere l’impiego di cavi di saldatura di lunghezza notevole. Particolarmente in AC la lunghezza dei cavi pone
seri problemi di caduta di tensione e di
deformazione dell’onda quadra.
Il generatore è un modello unico per
tutto il mondo, multi tensione e multifrequenza, ed è già conforme a tutte
le diverse normative locali (CE, CCC,
ETL, GhostR). Nella gran parte delle applicazioni si utilizza la modalità
DC (corrente continua), che assicura
giunti con buona penetrazione.
L’innovativa funzione “on the fly”
(brevetto ESAB), azionabile con un
858
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
La tecnologia Cable Boost™ (brevetto
ESAB) risolve il problema, immagazzinando energia e rilasciandola opportunamente per ripristinare i livelli
predisposti. Cable Boost™ consente
di utilizzare cavi di lunghezza più che
doppia rispetto allo standard, senza
compromettere le caratteristiche di
saldatura.
L’efficienza energetica è un altro dei
punti di forza. Fattore di potenza 0,93,
efficienza 88% e consumo a vuoto di
soli 240 W determinano un notevole
risparmio, inoltre l’energia induttiva
generata dai cavi di saldatura viene
ri-utilizzata nel processo, invece di essere dispersa in perdite e in calore.
Una delle cause più comuni di interruzione della produzione è il danneggiamento di cavi e connettori. Il generatore Aristo® 1000 AC/DC dispone di un
vano protetto da un pannello per cavi
e connettori, con netta separazione fra
cavi di alimentazione, cavi di saldatura e cavi di controllo per la massima
sicurezza.
Il sistema di raffreddamento a circuito
chiuso garantisce la massima efficienza, mantenendo i componenti elettronici delicati lontani e protetti dal flusso d’aria forzata.
Efficienza, versatilità, affidabilità: le
caratteristiche di Aristo® 1000 AC/DC
lo rendono ideale per tutte le applicazioni di saldatura automatizzata, quali
torri eoliche, componenti per generazione di energia, travi e ponti, macchine movimento terra, panel-lines ed in
generale per la fabbricazione di componenti saldati con procedimenti a filo
singolo e multi-filo.
Da ora la saldatura ad arco sommerso
non sarà più la stessa.
ESAB Saldatura SpA
Via Novara, 57/59
20010 Bareggio MI (Italy)
Tel. (+39) 02 97968.1
www.esab.it
Dalle Aziende
AFFIDABILITÁ &
TECNOLOGIE 2013.
Caratterizzazione dei materiali:
nasce un grande evento
in ambito industriale
lontario e cogente, normative nazionali e internazionali, documentazione
tecnica, stesure capitolati e specifiche
di controllo, ecc.
Esposizione di strumentazioni,
tecnologie e servizi. Convegni, casi
applicativi. 17-18 aprile 2013
Torino, Lingotto Fiere
A seguito del successo della scorsa
edizione, il Comitato scientifico e gli
organizzatori di AFFIDABILITÁ &
TECNOLOGIE hanno deciso di dare
seguito alle richieste di espositori e
visitatori e di realizzare un preciso
progetto volto a far nascere in Italia
una manifestazione espositiva di riferimento per gli operatori del settore
“prove” in ambito industriale.
Nel contesto della prossima edizione
di AFFIDABILITÁ & TECNOLOGIE
2013 il tema della caratterizzazione dei
materiali avrà un ruolo di primo piano.
Obiettivi
r Ampliare la conoscenza delle opportunità per l’utenza industriale:
la caratterizzazione dei materiali
quale soluzione indispensabile al
servizio dell’affidabilità, sicurezza e, in definitiva, della crescita e
della competitività aziendale.
r Promuovere le conoscenze e il
trasferimento tecnologico: incrementare l’interazione tra il mondo
industriale, la ricerca e i fornitori
di tecnologie e strumentazioni.
r Presentare tecnologie e casi applicativi: esposizione e programma informativo, il più autorevole
e completo momento d’incontro in
Italia per gli operatori industriali
e scientifici che utilizzano o sviluppano soluzioni, servizi e tecnologie per la caratterizzazione dei
materiali.
Attività espositive previste in occasione
della prossima edizione 2013
r &YQP OFMMBSDP EFMMB EVF HJPSOJ
esposizione specialistica di tecno-
r
logie e soluzioni innovative dedicate
alla caratterizzazione dei materiali;
Casi applicativi: centinaia di testimonianze a cura delle società
espositrici (ulteriore opportunità
per i visitatori: nell’arco della due
giorni, incontri one to one presso
gli stand delle società espositrici);
Alcune anticipazioni sulle tecnologie
esposte:
Analisi di inconvenienti
Ricerca cause di danneggiamenti
precoci, failure analysis, diagnostica
strutturale, verifica dei processi produttivi o di trasformazione quali trattamenti superficiali o termici.
Caratteristiche dei materiali
Prove meccaniche di componenti,
prodotti, strutture e materiali e di semilavorati in genere quali ad esempio
estrusi, laminati, forgiati, fusioni, ecc.
tecnologie per la determinazione della
resistenza a trazione, compressione,
flessione, torsione, taglio, fatica, resilienza, ecc.; durezza, analisi chimiche,
prove ambientali e in generale per determinare la conformità dei materiali
alle specifiche.
Caratterizzazione delle superfici
Spessore e composizione rivestimenti,
nano misure, controllo qualità, tribologia e caratterizzazione meccanica,
misure colore, ecc.
Certificazioni e normative
Attestazione di conformità di prodotti
e apparecchiature alle direttive comunitarie o alle norme di riferimento,
certificazione di prodotti in ambito vo-
Consulenze
Studi di fattibilità, messa a punto materiali e processi, industrializzazione
di prototipi con ottimizzazione dei costi di realizzazione, studi su trattamenti superficiali o di protezione, ecc.
Elaborazione dati
Calcoli strutturali, analisi delle sollecitazioni, simulazioni software, stima
della vita di componenti.
Programma Convegni e Seminari
Oltre all’ampia esposizione di servizi,
strumenti e tecnologie, sono previsti:
r Convegni: due eventi ad alto valore aggiunto, organizzati da A&T
in collaborazione con Patrocinatori; selezionati testimonial industriali e della ricerca propongono
un programma di testimonianze
selezionate di concreto interesse
per il mondo industriale;
r 4FNJOBSJ F CSFWJ TQFFDI OPWJUÆ
soluzioni, progetti presentati dalle
società espositrici in sale attrezzate o in spazio open.
Visitatori
AFFIDABILITÁ & TECNOLOGIE si
rivolge a aziende appartenenti a filiere
industriali particolarmente interessate
all’innovazione tecnologica, in particolare: automotive, aerospace e avionica, ferroviaria, meccanica, metallurgia, macchine utensili, meccatronica,
OEM, elettronica, plastica e materiali
compositi, medicale.
Espositori
Fornitori di tecnologie, strumenti e
servizi per gli operatori industriali e
la ricerca scientifica, in caratterizzazione dei materiali.
Per informazioni:
www.affidabilita.eu
[email protected]
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
859
La più ampia gamma di soluzioni
per la saldatura e taglio
Il Gruppo AIR LIQUIDE Welding è uno dei leader nel mercato della saldatura e taglio dei metalli.
Attraverso diversi marchi di fama internazionale SAF-FRO, OERLIKON, CEMONT, WELDLINE propone un’ampia gamma
di impianti di saldatura e taglio, prodotti di consumo, accessori e servizi associati alle imprese che lavorano il metallo.
Con il C.T.A.S. (Centro Tecnico di Applicazioni della Saldatura), il più importante centro privato al mondo di ricerca e sviluppo
nel settore della saldatura, AIR LIQUIDE Welding offre costantemente ai suoi clienti soluzioni innovative per migliorare le loro
performance e la loro produttività, mantenendo come principale obiettivo il comfort e la sicurezza degli operatori.
FRO-AIR LIQUIDE Welding Italia
www.airliquidewelding.it
[email protected]
Notiziario
Letteratura tecnica
Welding Deformation and Residual
Stress Prevention, 1st Edition
Ueda Y., Waltham (MA-USA)
2012-12-05
229x152 mm, 312 pagine,
ISBN 9780123948045
Recentemente, i requisiti di sicurezza
delle strutture saldate sono diventati
sempre più severi. Per soddisfare queste esigenze, gli ingegneri impegnati
nella progettazione strutturale e nel
controllo di qualità, necessitano di conoscere in anticipo le deformazioni e
le tensioni residue di saldatura.
A questo proposito i temi trattati da
questo volume riguardano le conoscenze di base delle caratteristiche
meccaniche della saldatura e principalmente le metodologie di calcolo e
di analisi preventiva delle deformazioni e delle tensioni residue, utilizzando
sofisticati sistemi informatici.
I primi capitoli, dopo un’introduzione
sui concetti fondamentali dei meccanismi di saldatura, descrivono, mediante
semplici modelli matematici, i metodi
di misura, di valutazione e di previsione delle tensioni residue e delle deformazioni. Successivamente, utilizzando
simulazioni di calcolo con elementi
finiti, sono analizzate le teorie di base
elasto-platiche, la distribuzione della
temperatura nella zona del giunto e la
trasmissione del calore. I capitoli 5 e 6
forniscono i dettagli e la documentazione necessari all’accesso ad un programma informatico di calcolo, localizzato sul sito “booksite.elsevier.com”
e realizzato appositamente sui temi
trattati dal volume. In dettaglio, questi
capitoli, illustrano come il programma
può essere di grande utilità, soprattutto
attraverso la presentazione di numerosi esempi. Il settimo ed ultimo capitolo
suggerisce come affrontare i problemi
che si verificano durante la realizzazione di strutture saldate attraverso numerosi esempi basati sulla conoscenza
e sull’esperienza accumulata dagli autori. Il testo si conclude con una serie
di appendici: nella prima “A” sono raccolti importanti dati sulla distribuzione
delle tensioni residue in tipici giunti
saldati, mentre le “B e C” comprendono una serie di dati riguardanti le
caratteristiche meccaniche di vari materiali in relazione alla variazione della
temperatura utilizzati nel programma
on-line all’indirizzo internet “booksite.elsevier. com/9780123948045”.
Questo libro è stato scritto per tutti co-
loro che intendono utilizzare l'analisi
computazionale e la previsione delle
tensioni residue e di deformazione nel
loro lavoro pratico.
Gli autori si aspettano che i lettori
comprendano la capacità dei metodi di
calcolo attraverso l'utilizzo del software e che possano arricchirsi di nuove
esperienze.
Recently, the safety requirements of
welded structures have become increasingly severe. To meet these requirements, engineers engaged in
structural design and quality control
need to anticipate welding deformation and residual stresses with higher
accuracy. This gives engineers more
opportunities to conduct computational analysis using software. To use
the software and evaluate the output,
engineers need a basic understanding
of welding mechanics and experience
using the software.
This book meets this demand by providing:
1. Basic theories and analysis procedures using a simple three-bar
model.
2. A software package for performing basic analysis.
3. Examples of strategic methods
and procedures to solve various
welding related problems encountered in the process of construction.
4. Appendices with databases of
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
861
Notiziario
welding residual stresses, temperature-dependent material properties, etc.
In Chapters 1 and 2, using a simple
three-bar model, the mechanism of
production of residual stress and deformation during welding, the fundamental theory of measurement of residual
stress, and the procedure of prediction
of residual stress and deformation are
presented. In Chapters 3 and 4, the
basic theories of elasticity and plasticity, heat conduction, and the FEM are
also explained using this model. Chapters 5 and 6 present the documentation for the included software on the
companion website in a Q&A format
and illustrate how to use the programs
through several examples. Chapter 7
presents suggestions for how to approach manufacturing problems relevant to welding mechanics through
many examples of analysis based on
the knowledge and accumulated experience of the authors. Further, Appendix A offers data on welding residual
stresses of analyses and experiments
of various types of welding joints.
Appendices B and C, found on the
companion website at “booksite.elsevier.com/9780123948045”, present
temperature - dependent mechanical
properties of various materials used in
the actual analysis and three-dimen-
sional theory of thermal elastic-plastic
analysis. This book has been written
for the practicing engineers who intend to utilize computational analysis
and prediction of residual stress and
deformation in their practical work.
The authors expect that the readers
will comprehend the capability of the
computational methods of welding
mechanics through using the software
and accumulating new experience.
UNI CEN ISO/TS 15011-6 - Salute
e sicurezza nella saldatura e nelle tecniche affini - Metodo di laboratorio per
il campionamento dei fumi e dei gas
- Parte 6: Procedura per la determinazione quantitativa dei fumi e dei gas
generati dalla saldatura a resistenza a
punti (2012).
ification for castings, nickel and nickel
alloy (2012).
Elsevier Science & Technology Books,
225 Wyman St. Waltham,
MA 02451 (USA)
www.elsevier.com
Codici e norme
Norme nazionali
Italia
UNI EN ISO 2400 - Prove non distruttive - Esame ad ultrasuoni - Specifica
per blocco di taratura N° 1 (2012).
UNI EN ISO 5172 - Apparecchiature
per saldatura a gas - Cannelli per saldatura a gas, riscaldo e taglio Requisiti e prove (2012).
UNI 11096 - Prove non distruttive Controlli sullo stato di integrità strutturale di attrezzature a pressione soggette a scorrimento viscoso a caldo
- Pianificazione ed esecuzione dei controlli, valutazione dei risultati e documentazione (2012).
UNI EN ISO 12211 - Industrie del
petrolio, petrolchimiche e del gas naturale - Scambiatori di calore tipo “Spiral plate” (2012).
UNI EN 12252 - Attrezzature e accessori per GPL - Equipaggiamento delle
cisterne per il trasporto su strada di
GPL (2012).
UNI EN ISO 12212 - Industrie del
petrolio, petrolchimiche e del gas
naturale - Scambiatori di calore tipo
“Hairpin” (2012).
862
UNI EN 14587-3 - Applicazioni ferroviarie - Saldatura a scintillio delle
rotaie - Parte 3: Saldatura durante la
costruzione di incroci (2012).
Norme americane
USA
API STD 6DX - Standard for actuator
sizing and mounting kits for pipeline
valves (2012).
API RP 553 - Refinery valves and accessories for control and safety instrumented systems (2012).
API RP 1595 - Design, construction,
operation, maintenance, and inspection of aviation pre-airfield storage terminals (2012).
ASTM A283/A283M - Standard specification for low and intermediate tensile strength carbon steel plates (2012).
ASTM A494/A494M - Standard spec-
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
ASTM A884/A884M - Standard specification for epoxy-coated steel wire
and welded wire reinforcement (2012).
ASTM A1023/A1023M - Standard
specification for stranded carbon
steel wire ropes for general purposes
(2012).
ASTM A1064/A1064M - Standard
specification for steel wire and welded wire reinforcement, plain and deformed, for concrete (2012).
ASTM A1076/A1076M - Standard
specification for cold formed carbon
structural steel tubing made from metallic precoated sheet steel (2012).
ASTM E1106 - Standard test method
for primary calibration of acoustic
emission sensors (2012).
NACE MR0103 - Materials resistant
to sulfide stress cracking in corrosive petroleum refining environments
(2012).
NACE SP0170 - Protection of austenitic stainless steels and other austenitic
alloys from polythionic acid stress corrosion cracking during a shutdown of
refinery equipment (2012).
Notiziario
NACE 35100 - In-line inspection of
pipelines (2012).
AWS A5.1/A5.1M - Specification for
carbon steel electrodes for shielded
metal arc welding (2012).
AWS A5.10/A5.10M - Welding consumables - wire electrodes, wires and
rods for welding of aluminum and aluminum-alloys – classification (2012).
AWS A5.31M/A5.31 - Specification
for fluxes for brazing and braze welding (2012).
AWS B2.3/B2.3M - Specification for
soldering procedure and performance
qualification (2012).
AWS D15.1/D15.1M - Railroad welding specification for cars and locomotives (2012).
AWS G2.3M/G2.3 - Guide for the
joining of solid solution austenitic
stainless steels (2012).
Norme europee
EN
CEN/TR 764-6 - Pressure equipment
- Part 6: Structure and content of operating instructions (2012).
EN 1369 - Founding - Magnetic particle testing (2012).
EN 4268 - Aerospace series - Metallic
materials - Heat treatment facilities General requirements (2012).
EN 13100-4 - Non destructive testing of welded joints of thermoplastics
semifinished products - Part 4: High
voltage testing (2012).
EN ISO 13588 - Non-destructive testing of welds - Ultrasonic testing - Use
of automated phased array technology
(2012).
EN 14116 - Tanks for transport of dangerous goods - Digital interface for
product recognition devices for liquid
fuels (2012).
EN 16296 - Imperfections in thermoplastics welded joints - Quality levels
(2012).
Norme internazionali
ISO
ISO 683-1 - Heat-treatable steels, alloy steels and free-cutting steels - Part
1: Non-alloy steels for quenching and
tempering (2012).
ISO 683-2 - Heat-treatable steels, alloy steels and free-cutting steels - Part
2: Alloy steels for quenching and tempering (2012).
ISO 683-11 - Heat-treatable steels, al-
.
loy steels and free-cutting steels - Part
11: Case-hardening steels (2012).
ISO 2400 - Non-destructive testing Ultrasonic testing - Specification for
calibration block No. 1 (2012).
ISO 9016 - Destructive tests on welds
in metallic materials - Impact tests Test specimen location, notch orientation and examination (2012).
ISO 12176-1 - Plastics pipes and fittings - Equipment for fusion jointing
polyethylene systems - Part 1: Butt fusion (2012).
ISO 12991 - Liquefied natural gas
(LNG) - Tanks for on-board storage as
a fuel for automotive vehicles (2012).
ISO 13588 - Non-destructive testing
of welds - Ultrasonic testing - Use of
automated phased array technology
(2012).
ISO 15698-2 - Steel for the reinforcement of concrete - Headed bars - Part
2: Test methods (2012).
ISO 16160 - Hot-rolled steel sheet
products - Dimensional and shape tolerances (2012).
ISO 16809 - Non-destructive testing
- Ultrasonic thickness measurement
(2012).
Istituto Italiano della Saldatura Divisione Formazione
Lungobisagno Istria 15 16141 Genova
www.formazionesaldatura.it
[email protected]
Corsi IIS
.
Luogo
Data
Titolo
Ore
Genova
14-18/01/2013
Corso per International Welding Engineer (IWE) - Parte 3 - Modulo
Progettazione e calcolo
--
Genova
14-18/01/2013
Corso per International Welding Technologist (IWT) - Parte 3 - Modulo
Progettazione e calcolo
--
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
863
Notiziario
864
Luogo
Data
Titolo
Legnano
21-24/01/2013
Corso di saldatura di tubi e/o raccordi di PE per convogliamento di gas,
acqua o altri fluidi, UNI 9737 e EWF
--
Mogliano Veneto
21-25/01/2013
Corso per International Welding Technologist (IWT) - Parte 3 - Modulo
Progettazione e calcolo
--
Genova
28-01/02/2013
Corso per International Welding Specialist (IWS) - Parte 3 - Modulo
Tecnologia della saldatura
--
Genova
28-01/02/2013
Corso per International Welding Engineer (IWE) - Parti 1 e 2 - Corso di
Specializzazione
--
Genova
28-01/02/2013
Corso per International Welding Technologist (IWT) - Parti 1 e 2 Corso di Specializzazione
--
Genova, Università di
Genova, DIPTEM
28-01/02/2013
Corso sull’incollaggio (Adhesive Bonding) - Corso teorico-pratico per
operatori (European Adhesive Bonder)
--
Mogliano Veneto
04-05/02/2013
Corso per International Welding Engineer (IWE) - Parte 3 - Modulo
Progettazione e calcolo
--
Messina
04-07/02/2013
Corso di saldatura di tubi e/o raccordi di PE per convogliamento di gas,
acqua o altri fluidi, UNI 9737 e EWF
--
Roma
04-07/02/2013
Corso di saldatura di tubi e/o raccordi di PE per convogliamento di gas,
acqua o altri fluidi, UNI 9737 e EWF
--
Genova
11-14/02/2013
Corso di saldatura di tubi e/o raccordi di PE per convogliamento di gas,
acqua o altri fluidi, UNI 9737 e EWF
--
Genova
11-15/02/2013
Corso per International Welding Engineer (IWE) - Parte 3 - Modulo
Fabbricazione
--
Genova
11-15/02/2013
Corso per International Welding Technologist (IWT) - Parte 3 - Modulo
Fabbricazione
--
Genova
18-19/02/2013
Corso per Auditor / Lead Auditor - Modulo Base ISO 19011
16
Mogliano Veneto
18-21/02/2013
Corso di saldatura di tubi e/o raccordi di PE per convogliamento di gas,
acqua o altri fluidi, UNI 9737 e EWF
--
Mogliano Veneto
18-22/02/2013
Corso celere in saldatura
32
Genova
19-21/02/2013
Corsi sulla microsaldatura in elettronica - Standard IPC-A-610 Certificazione e ricertificazione come Certified IPC Specialist (CIS)
24
Genova
20-22/02/2013
Corso per Auditor / Lead Auditor - Qualità ISO 9001
24
Legnano
20-24/02/2013
Corso per International Welding Engineer (IWE) - Parte 3 - Modulo
Fabbricazione
--
Legnano
20-24/02/2013
Corso per International Welding Technologist (IWT) - Parte 3 - Modulo
Fabbricazione
--
Genova
21/02/2013
Corsi sulla microsaldatura in elettronica - Standard IPC-A-610 Challenge Test come Certified IPC Specialist (CIS)
6
Genova
25-28/02/2013
Corso per International Welding Specialist (IWS) - Parte 3 - Modulo
Metallurgia e Saldabilità
--
Genova
25-01/03/2013
Corso per International Welding Engineer (IWE) - Parti 1 e 2 - Corso di
Specializzazione
--
Genova
25-01/03/2013
Corso per International Welding Technologist (IWT) - Parti 1 e 2 Corso di Specializzazione
--
Genova
25-01/03/2013
Corsi sulla microsaldatura in elettronica - Standard IPC J-STD-001 Certificazione come Certified IPC Specialist (CIS)
36
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
Ore
Notiziario
Luogo
Data
Titolo
Ore
Genova
28-01/03/2013
Corso per International Welding Specialist (IWS) - Parte 3 - Modulo
Progettazione e Calcolo
--
Legnano
Marzo-Giugno
2013
Corso per International Welding Engineer (IWE) - Parti 1 e 2 - Corso di
Specializzazione
--
Mogliano Veneto
Marzo-Giugno
2013
Corso per International Welding Engineer (IWE) - Parti 1 e 2 - Corso di
Specializzazione
--
Legnano
Marzo-Giugno
2013
Corso per International Welding Technologist (IWT) - Parti 1 e 2 Corso di Specializzazione
--
Mogliano Veneto
Marzo-Giugno
2013
Corso per International Welding Technologist (IWT) - Parti 1 e 2 Corso di Specializzazione
--
Genova
01/03/2013
Corsi sulla microsaldatura in elettronica - Standard IPC J-STD-001 Challenge Test come Certified IPC Specialist (CIS)
8
Legnano
04-07/03/2013
Corso di saldatura di tubi e/o raccordi di PE per convogliamento di gas,
acqua o altri fluidi, UNI 9737 e EWF
--
Mogliano Veneto
04-08/03/2013
Corso per International Welding Engineer (IWE) - Parte 3 - Modulo
Fabbricazione
--
Mogliano Veneto
04-08/03/2013
Corso per International Welding Technologist (IWT) - Parte 3 - Modulo
Fabbricazione
--
Legnano
05-07/03/2013
Corsi specialistici sulla microsaldatura in elettronica - Principi generali
e qualità nella saldatura in elettronica
24
Legnano
05-09/03/2013
Corso per International Welding Technologist (IWT) - Parte 3 - Modulo
Fabbricazione
--
Mogliano Veneto
11-13/03/2013
Corso sull’applicazione del DM 14 Gennaio 2008 - Corso Base
20
Genova
11-15/03/2013
Corso per International Welding Technologist (IWT) - Parte 3 - Modulo
Fabbricazione
--
Genova
11-15/03/2013
Corso per International Welding Engineer (IWE) - Parte 3 - Modulo
Fabbricazione
--
Genova
11-15/03/2013
Corso sulla protezione dalla corrosione nel settore ferroviario Coordinatori ed ispettori per le attività di protezione anticorrosiva - Corso
di qualificazione per CCF- Grado A
76
Legnano
12-14/03/2013
Corsi sulla microsaldatura in elettronica - Standard IPC-A-610 Certificazione e ricertificazione come Certified IPC Specialist (CIS)
24
Legnano
12-14/03/2013
Corso per International Welding Engineer (IWE) - Parte 3 - Modulo
Fabbricazione
--
Mogliano Veneto
13-15/03/2013
Corso sull’applicazione del DM 14 Gennaio 2008 - Seminario EWF
652-11 per coordinatori di saldatura
20
Legnano
14/03/2013
Corsi sulla microsaldatura in elettronica - Standard IPC-A-610 Challenge Test come Certified IPC Specialist (CIS)
6
Mogliano Veneto
18-22/03/2013
Corso per International Welding Engineer (IWE) - Parte 3 - Modulo
Fabbricazione
--
Mogliano Veneto
22/03/2013
Corso per International Welding Technologist (IWT) - Parte 3 - Modulo
Fabbricazione
--
Mogliano Veneto
25-27/03/2013
Corso per International Welding Engineer (IWE) - Parte 3 - Modulo
Fabbricazione
--
Genova
25-29/03/2013
Corso per International Welding Specialist (IWS) - Parte 3 - Modulo
Fabbricazione
--
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
865
Notiziario
Corsi IIS di qualificazione per personale addetto alle PND di livello 1, 2 e 3
Luogo
Data
Modulo Base (MB)
Ore
Mogliano Veneto
21-22/01/2013
Modulo di Base per livello 2, UNI EN ISO 9712, ASNT SNT-TC-1A
16
Priolo
22-23/01/2013
Modulo di Base per livello 2, UNI EN ISO 9712, ASNT SNT-TC-1A
16
Legnano
28-29/01/2013
Modulo di Base per livello 2, UNI EN ISO 9712, ASNT SNT-TC-1A
16
Genova
26-27/02/2013
Modulo Esame Base per livello 3, UNI EN ISO 9712
16
Corsi IIS di qualificazione per personale addetto alle PND di livello 1, 2 e 3
866
Luogo
Data
Modulo Base (MB)
Mogliano Veneto
21-22/01/2013
Modulo di Base per livello 2, UNI EN ISO 9712, ASNT SNT-TC-1A
16
Priolo
22-23/01/2013
Modulo di Base per livello 2, UNI EN ISO 9712, ASNT SNT-TC-1A
16
Legnano
28-29/01/2013
Modulo di Base per livello 2, UNI EN ISO 9712, ASNT SNT-TC-1A
16
Genova
26-27/02/2013
Modulo Esame Base per livello 3, UNI EN ISO 9712
16
Luogo
Data
Esame Visivo (VT)
Genova
17-18/01/2013
Modulo Specifico (MS) Saldatura
12
Mogliano Veneto
23/01/2013
Modulo di Metodo (MM) per livello 2, UNI EN ISO 9712
8
Priolo
24/01/2013
Modulo di Metodo (MM) per livello 2, UNI EN ISO 9712
8
Legnano
30/01/2013
Modulo di Metodo (MM) per livello 2, UNI EN ISO 9712
8
Priolo
06-07/02/2013
Modulo Specifico (MS) Saldatura
12
Legnano
07-08/02/2013
Modulo Specifico (MS) Saldatura
12
Mogliano Veneto
12-13/02/2013
Modulo Specifico (MS) Saldatura
12
Genova
05-06/03/2013
Modulo Esame di Metodo per livello 3, UNI EN ISO 9712
16
Genova
21/03/2013
Modulo di Metodo (MM) per livello 2, UNI EN ISO 9712
8
Luogo
Data
Esame Radiografico (RT)
Genova
19-22/02/2013
Modulo di Metodo (MM) per livello 2, UNI EN ISO 9712
28
Legnano
25-28/02/2013
Modulo di Metodo (MM) per livello 2, UNI EN ISO 9712
28
Genova
12-14/03/2013
Modulo Esame di Metodo per livello 3, UNI EN ISO 9712
24
Mogliano Veneto
12-15/03/2013
Modulo di Metodo (MM) per livello 2, UNI EN ISO 9712
28
Luogo
Data
Esame Ultrasonoro (UT)
Genova
05-08/02/2013
Modulo di Metodo (MM) per livello 2, UNI EN ISO 9712
28
Legnano
19-22/02/2013
Modulo di Metodo (MM) per livello 2, UNI EN ISO 9712
28
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
Ore
Ore
Ore
Ore
Notiziario
Mogliano Veneto
05-08/03/2013
Modulo di Metodo (MM) per livello 2, UNI EN ISO 9712
28
Genova
11-15/02/2013
Modulo Specifico (MS) Operatore Tecniche Convenzionali
36
Legnano
11-15/03/2013
Modulo Specifico (MS) Operatore Tecniche Convenzionali
36
Luogo
Data
Esame con Particelle Magnetiche (MT)
Genova
21-22/01/2013
Mogliano Veneto
29-30/01/2013
Genova
28-01/03/2013
Modulo Esame di Metodo per livello 3, UNI EN ISO 9712
16
Legnano
05-06/03/2013
Modulo di Metodo (MM) per livello 2, UNI EN ISO 9712,
ASNT SNT-TC-1A
16
Luogo
Data
Esame con Liquidi Penetranti (PT)
Genova
23-24/01/2013
Modulo di Metodo (MM) per livello 2, UNI EN ISO 9712
16
Mogliano Veneto
31-01/02/2013
Modulo di Metodo (MM) per livello 2, UNI EN ISO 9712
16
Legnano
07-08/03/2013
Modulo di Metodo (MM) per livello 2, UNI EN ISO 9712
16
Genova
07-08/03/2013
Modulo Esame di Metodo per livello 3, UNI EN ISO 9712
16
Ore
Modulo di Metodo (MM) per livello 2, UNI EN ISO 9712,
ASNT SNT-TC-1A
Modulo di Metodo (MM) per livello 2, UNI EN ISO 9712,
ASNT SNT-TC-1A
16
16
Ore
Mostre e Convegni
Luogo
Data
Titolo
Contatti
Orlando, FL
USA
19-31/01/2013
COMPOSITES 2013
www.compositesshow.org
[email protected]
Jaipur,
India
01-02/02/2013
ASME India Oil & Gas Pipeline
Conference
http://asme-ipti.org/pipeline-division/india
[email protected]
Mumbai,
India
01-03/02/2013
IATF - India Automation Technology
Fair
www.iatf.in
[email protected]
San Francisco,
California,
USA
02-07/02/2013
SPIE Photonics West 2013 - Attend the
most influential conference for
biophotonics and biomedical optics,
high-power laser manufacturing,
optoelectronics, microfabrication,
and green photonics.
http://spie.org
Andhra Pradesh,
India
03-07/02/2013
ASTM 17th International Symposium
on Zirconium in the Nuclear Industry
www.astm.org
Melbourne,
Australia
04-05/02/2013
High Temperature Processing
Symposium
www.swinburne.edu.au/engineering/htp/symposium
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
867
Notiziario
868
Notiziario
Luogo
Data
Titolo
Contatti
Boston, MA
USA
04-06/02/2013
ASME 2013 2nd Global Congress on
NanoEngineering for Medicine and
Biology (NEMB2013)
www.asmeconferences.org/
NEMB2013
Great Bend, KS
USA
05-07/02/2013
NACE - 27th Annual Corrosion
Control Seminar
www.nace.org
[email protected]
Victoria, BC,
Canada
11-14/02/2013
NACE Northern Area Western
Conference 2013
http://events.nace.org
[email protected]
Scozia,
UK
12/02/2013
TWI - Optimisation of In-Service
Inspections (ISI) - The first meeting of
the NDT Technical Group.
www.twi.co.uk/news-events
Kalpakkam,
India
13-16/02/2013
OPE 2012 - International Conference
and Exhibition on Pressure Vessels and
Piping
www.iiwelding.org
Jakarta,
Indonesia
20-23/02/2013
Indometal 2013 - Metal and Steel
Trade Fair - Messe Düsseldorf Asia
(Singapore)
www.indometal.net
New Orleans, LA
USA
26-27/02/2013
AWS 8th Shipbuilding Conference
www.aws.org
Chennai,
India
28-02/03/2013
International Corrosion Prevention
Symposium for Research Scholars
www.corsym.com
Perth,
Australia
10-13/03/2013
(iWIN2013) 1st Australasian
International Welding, Inspection and
NDT Conference. Joint conference
celebrating the 50th anniversary of the
Australian Institute for NDT and the
57th annual conference of the Welding
Technology Institute of Australia.
Great Abington,
Cambridge,
UK
14/03/2013
TWI - Linear Friction Welding
Seminar
www.twi.co.uk/news-events
Orlando, FL,
USA
17-21/03/2013
NACE CORROSION 2013 Conference
and Expo 68th annual conference
www.nace.org
[email protected]
Memphis,
Tennessee,
USA
18-21/03/2013
ASNT 22nd Research Symposium
www.asnt.org
Ravenna,
Italia
20-22/03/2013
OMC 2013- 11th Offshore
Mediterranean Conference &
Exhibition
www.omc.it
[email protected]
Las Vegas, NV
USA
26-27/03/2013
AWS - Weld Cracking Conference
www.aws.org
Mosca,
Russia
26-28/03/2013
10th Anniversary International
Exhibition and Conference for
Coatings and Surface Treatment
http://expocoating.primexpo.ru/en
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
www.iwin2013.com.au
Dati IIS-Data
Per maggiori informazioni
contattare la Biblioteca dell’Istituto:
[email protected]; (+39) 010 83 41 385
“Hydrogen-induced cracking (HIC)” (2003-2012)
Sigma phase precipitation and its influence on hydrogen
induced cracking of duplex stainless steel base metal
and weld metal (Doc. IIW-1613-03, ex-doc. IX-2056-03)
di NAKADE K., «Welding in the World» Settembre-Ottobre
2003 pp. 9-20.
Acciai inossidabili austeno-ferritici; austenite; composizione chimica; criccabilitá; fattori di influenza; ferrite;
frattografia; idrogeno; infragilimento da idrogeno; materiale base; microstruttura; propagazione delle cricche; proprietà meccaniche; sigma; trasformazione.
An investigation of ductility dip cracking in nickel-based
filler materials -Part I di COLLINS M. G. e LIPPOLD J.
C., «Welding Journal» Ottobre 2003 pp. 288s-295s.
Acciai da costruzione; acciai inossidabili austenitici;
bordi dei grani; condizioni di processo; criccabilitá; duttilità; infragilimento da idrogeno; leghe di nichel; materiali d'apporto; prove di meccanica della frattura; prove di
saldabilità; saldatura ad arco a punti; saldatura TIG.
An investigation of ductility dip cracking in nickel-based
weld metals - Part Il di COLLINS M.G. et al., «Welding
Journal» Dicembre 2003 pp. 348s-354s.
Alta temperatura; bassa temperatura; bordi dei grani;
criccabilitá; duttilità; infragilimento da idrogeno; leghe di
nichel; materiali d'apporto; meccanica della frattura; prove
di saldabilità; saldabilità; zona fusa.
An investigation of ductility-dip cracking in nickel-based
weld metals - Part III di COLLINS M. G. et al., «Welding
Journal» Febbraio 2004 pp. 39s-49s.
Aggiunte di elementi di lega; alta temperatura; bordi dei
grani; criccabilitá; duttilità; infragilimento da idrogeno;
leghe di nichel; materiali d'apporto; saldatura TIG; zona
fusa.
Sulphide stress cracking behaviour of weldments produced by indirect electric arc welding di NATIVIDAD C.
et al., «Corrosion Engineering Science and Technology»
Gennaio-Marzo 2006 pp. 91-95.
Acciai al C-Mn; acciai microlegati; arco elettrico; criccabilitá; idrogeno diffusibile; infragilimento da idrogeno; microstruttura; saldatura MIG; solfuri; tensocorrosione.
Form of corrosion. Physical - metallurgical (mechanical)
hydrogen damage di NOTTEN G. «Stainless Steel World»
Ottobre 2005 pp. 70-80.
Corrosione; criccabilitá; criccabilità a freddo; fattori di
influenza; giunti saldati; idrogeno; infragilimento da idrogeno; materiali dissimili; metallurgia; previsione; proprietà
fisiche; proprietà meccaniche.
An evaluation of hydrogen induced cracking susceptibility of titanium alloys in US high-level nuclear waste
repository environments di HUA F. et al., «Stainless Steel
World» Aprile 2006 pp. 19-29.
Assorbimento; composto intermetallico; condizioni superficiali; corrosione; corrosione interstiziale; criccabilitá;
industria nucleare; infragilimento da idrogeno; leghe di titanio; metallurgia; tensocorrosione.
Disbonding of austenitic stainless steel cladding following high temperature hydrogen service (Doc. IIW-184407 (ex-doc. IX-2234r1-07)) di GITTOS M. F., «Welding in
the World» Marzo-Aprile 2008 pp. 54-67.
Acciai al Cr Mo a bassa lega; acciai basso-legati; acciai
inossidabili; acciai inossidabili austenitici; acciai placcati;
analisi con elementi finiti; calcolo; condizioni di processo;
criccabilitá; difetti; distacco; gas; idrogeno; infragilimento; infragilimento da idrogeno; interfaccia; leghe di nichel;
materiali resistenti allo scorrimento a caldo; metalli placcati; microstruttura; ricarica ad arco sommerso; ricarica
ad elettroscoria; ricarica al plasma; ricarica manuale con
elettrodi rivestiti; trattamento termico; trattamento termico
dopo saldatura.
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
871
5LFHUFKH%LEOLRJUDÀFKH
Hydrogen induced stress cracking di WOOLLIN P.,
«Stainless Steel World» Gennaio-Febbraio 2008 pp. 37.
Acciai inossidabili; acciai inossidabili austeno-ferritici; acciai inossidabili martensitici; criccabilitá; criccabilità nella
zona di raccordo; infragilimento da idrogeno; raccordi di
saldatura; strutture di piattaforme marine; tensocorrosione.
Environmentally assisted cracking behavior of alloy 182
weld in sulfuric acid solution di TSAI W- T. et al., «Corrosion» Gennaio 2009 pp. 15-23.
Acciai inossidabili; acciai inossidabili austenitici; acidi;
composizione chimica; corrosione; criccabilitá; distribuzione delle tensioni; frattografia; inconel; infragilimento da
idrogeno; materiali d'apporto; microstruttura; proprietà
meccaniche; saldatura ad arco sommerso; tensocorrosione;
zolfo.
Rilevazione e monitoraggio di cricche indotte su recipienti a pressione in servizio in ambiente "WET H2S"
nell'industria petrolifera di CHIOFALO G. et al., «Il Giornale delle Prove non Distruttive» Luglio-Settembre 2008 pp.
36-42.
Acciai a grano fino; acciai al C; acciai da costruzione; acido solfidrico; condizioni di servizio; controllo non distruttivo; corrosione; criccabilitá; criccabilità a freddo; difetti;
idoneità all'impiego; impianti; industria petrolifera; infragilimento da idrogeno; ingegneria chimica; meccanica della frattura; recipienti in pressione; solfuri; tensocorrosione.
Repairing cracks in refinery heat exchangers di RAO S.,
«Welding Journal» Settembre 2009 pp. 38-41.
Criccabilitá; criccabilità a freddo; idoneità all'impiego; industria petrolifera; infragilimento da idrogeno; ingegneria
chimica; operazioni in servizio; placcatura; riparazione;
saldatura manuale con elettrodi rivestiti; saldatura TIG;
scambiatori di calore; trattamento termico dopo saldatura;
ZTA.
Mechanism of stress oriented hic in high strength microalloyed steels (API 5L-X46, X65, X70, ASTM A516-70) di
AMANO K. et al., «WRC Bulletin» N. 526/2009 pp. 35-40.
Acciai microlegati; acido solfidrico; analisi con elementi
finiti; condotte; corrosione; criccabilitá; infragilimento da
idrogeno; microstruttura; NACE; norme; recipienti in pressione; simulazione; tensocorrosione; trattamento termomeccanico; ZTA.
Evaluation of SSC initiation and propagation properties
of high strength steels for pressure vessel (ASTM A516
Gr. 70, A841) di KOBAYASHI J. et al., «WRC Bulletin» N.
526/2009 pp. 41-52.
Acciai ad alta resistenza; acido solfidrico; criccabilitá; industria petrolifera; infragilimento da idrogeno; ingegneria
chimica; innesco delle cricche; NACE; norme; propagazione
delle cricche; proprietà meccaniche; prove meccaniche; recipienti in pressione; saldatura manuale con elettrodi rivestiti; simulazione; sviluppo; tensocorrosione; trattamento termico dopo saldatura; ZTA; ZTA a grano ingrossato.
Factors controlling the SSC susceptibility in weldments
of HSLA steels (API 5L-X46, X65) di WATANABE Y. et
al., «WRC Bulletin» N. 526/2009 pp. 53-62.
Acciai ad alta resistenza; acciai basso-legati; acido solfid872
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
rico; analisi con elementi finiti; criccabilitá; durezza; infragilimento da idrogeno; meccanica della frattura; microstruttura; NACE; norme; saldatura ad arco sommerso; simulazione; tensocorrosione; trattamento termo-meccanico;
ZTA.
Hydrogen cracking thresholds in segregation bands of
heavy forgings of low alloy steels di TVRDY M. et al.,
«WRC Bulletin» N. 526/2009 pp. 63-68.
Acciai al Cr Mo a bassa lega; acciai basso-legati; alta temperatura; alto; criccabilitá; infragilimento da idrogeno;
materiali resistenti allo scorrimento a caldo; microstruttura; pezzi forgiati; proprietà meccaniche; resistenza ad alta
temperatura; segregazione; spessore.
Hydrogen uptake and transport in low alloy steels (BS
4360 50D, AISI 4340) di GRIFFITHS A. J. et al., «WRC
Bulletin» N. 526/2009 pp. 69-80.
Acciai basso-legati; corrosione; criccabilitá; idrogeno diffusibile; infragilimento da idrogeno; microstruttura; pezzi
forgiati; propagazione delle cricche; proprietà meccaniche;
prove di corrosione; resistenza a fatica.
Evaluation of advanced plate steels for resistance to hic
and SOHIC in wet H2S environments di RUSSELL D. et
al., «WRC Bulletin» N. 530/2009 pp. 43-60.
Acido solfidrico; carbonio equivalente; corrosione; criccabilitá; giunti saldati; infragilimento da idrogeno; lamiere;
microstruttura; norme; proprietà meccaniche; prove di corrosione; sviluppo; tensocorrosione; trattamento termo-meccanico, NACE.
Crack test. Ultrasonic testing for hydrogen induced and
stress corrosion cracking in the oil and gas industry di
AL-MITHIN A.W. et al., «Materials Evaluation» Gennaio
2010 pp. 37-44.
Acciai al C; acciai basso-legati; acciai inossidabili; acciai
inossidabili austenitici; acciai placcati; acido solfidrico;
cloro; condizioni di servizio; condotte; controllo non distruttivo; controllo ultrasonoro; corrosione; criccabilitá;
criccabilità a freddo; fattori di influenza; impianti; industria
del gas; industria petrolifera; infragilimento da idrogeno;
operazioni in servizio; radiografia; recipienti in pressione;
tensioni residue; tensocorrosione; tubi; tubisteria.
Effetto della diffusione dell'idrogeno sui fenomeni di environmental assisted cracking di acciai per pipeline in
condizioni di protezione catodica di CABRINI M. et al.,
«La Metallurgia Italiana» Febbraio 2008 pp. 15-22.
Acciai ad alta resistenza; acciai basso-legati; acciai microlegati; acciai per condotte; ambiente subacqueo; condotte;
corrosione; corrosione di tubi interrati dovuta a correnti
vaganti; criccabilitá; cricche di fatica; fattori di influenza;
idrogeno diffusibile; infragilimento da idrogeno; microstruttura; propagazione delle cricche; proprietà meccaniche; protezione catodica; prove di corrosione; resistenza a
fatica; strutture di piattaforme marine; tensocorrosione.
Meccanismi di accrescimento e identificazione di difetti
multipli indotti da idrogeno (Hydrogen Step Wise Cracking) di VERKADE J. C. et al., «La Metallurgia Italiana»
Febbraio 2008 pp. 37-40.
Acido solfidrico; bordi dei grani; controllo non distruttivo;
5LFHUFKH%LEOLRJUDÀFKH
controllo ultrasonoro; controllo ultrasonoro TOFD; criccabilitá; difetti; idrogeno diffusibile; impianti; industria
petrolifera; infragilimento da idrogeno; propagazione delle
cricche; tensocorrosione.
Mechanisms of hydrogen induced stress crack initiation
and propagation in super duplex stainless steels (SAF
2507 SAF 2906) di CHAI G. et al., «Steel Research» Luglio
2009 pp. 482-487.
Acciai inossidabili; acciai inossidabili austeno-ferritici;
ambiente marino; corrosione intergranulare; criccabilitá;
cricche intergranulari; difetti; infragilimento da idrogeno;
innesco delle cricche; meccanica della frattura; microscopia elettronica; microstruttura; propagazione delle cricche;
proprietà meccaniche; protezione catodica; prove meccaniche; scorrimento a caldo; tensocorrosione.
Susceptibility to hydrogen-induced cracking in H2S
corrosion environment of API 5L-X80 welding metal)
(Traduzione inglese Weld. Int. N.2/2011, pp. 94-100) di
HILTON J. et al., «Revista de Metalurgia» Luglio-Agosto
2009 pp. 267-276.
Acciai microlegati; acciai per condotte; acidi; acido solfidrico; cordone depositato; corrosione; criccabilitá; fili animati; infragilimento da idrogeno; microstruttura; parametri
di processo; preriscaldo; prove di corrosione; saldatura con
filo animato; zona fusa.
Behaviors of welded line pipe steels in wet H2S containing environments (IIW Proceedings AWST - 2010, Istanbul/Turkey) (X60 X65 X70 HIC SWC) di UYSAL A.K. e
CANSEVER N., IIW 2010 pp. 627-633.
Acciai ad alta resistenza; acciai basso-legati; acidi; alta frequenza; condizioni ambientali; condizioni di servizio; condotte; corrosione; criccabilitá; gas naturale; infragilimento
da idrogeno; microstruttura; proprietà meccaniche; prove
di corrosione; prove meccaniche; saldatura ad arco sommerso; saldatura laser; saldatura manuale con elettrodi rivestiti; solfuri; tensocorrosione; trattamento termo-meccanico;
ZTA.
Saving maintenance costs on a hydro-cracker in a refinery complex using Sumitono 347P steel tube di MATSUDA Y. et al., «Stainless Steel World» Ottobre 2010 pp.
69-71.
Acciai inossidabili; acciai inossidabili austenitici; acidi;
alta temperatura; corrosione intergranulare; costi; criccabilitá; durata della vita; giunti saldati; impianti; industria
petrolifera; infragilimento da idrogeno; ingegneria chimica; manutenzione; microstruttura; prove di saldabilità; riduzione chimica; saldabilità; tensocorrosione; trattamento
termico dopo saldatura; tubi; vita residua; zolfo; ZTA.
Stress corrosion cracking of high strength steel fasteners
for space applications (AFNOR 35NCD16) di JHA A. K.
et al., «Journal of Failure Analysis and Prevention» LuglioAgosto 2010 pp. 270-281.
Acciai ad alta resistenza; acciai basso-legati; analisi delle
tensioni; aspetto; austenite; bordi dei grani; condizioni superficiali; corrosione; corrosione intergranulare; criccabilitá; dispositivi di fissaggio; indurimento; infragilimento
da idrogeno; metallografia; rinvenimento; rotture; spazio
interplanetario; tensocorrosione; trattamento termico.
Hydrogen-induced cracking (HIC) of hardened and tempered steel fastener used in space application di JHA ABHAY K. e SREEKUMAR K., «Journal of Failure Analysis
and Prevention» Settembre-Ottobre 2009 pp. 420-428.
Acciai basso-legati; acciai bonificati; cadmio; corrosione
intergranulare; criccabilitá; dispositivi di fissaggio; frattografia; infragilimento; infragilimento da idrogeno; metallografia; microcricche; pezzi fusi; propagazione delle cricche; rinvenimento; strutture aerospaziali; tensioni residue;
tensocorrosione.
The role of hydrogen in weld cracking processes - a new
look at the problem (chevron cracks) (7CrMoVTiB10-10,
L485MB, P91) di TASAK E. et al., «Welding International»
Giugno 2011 pp. 409-414.
Acciai al Cr Mo a bassa lega; acciai al Cr Mo ad alta lega;
acciai microlegati; alta temperatura; criccabilitá; criccabilità a caldo; criccabilità a freddo; cricche intergranulari;
difetti; fiocchi; giunti saldati; infragilimento da idrogeno;
materiali resistenti allo scorrimento a caldo; microstruttura; ossidi; resistenza ad alta temperatura; saldabilità; solidificazione; ZTA.
Hydrogen embrittlement of metals: a primer for the failure analyst (AISI 1020) di LOUTHAN M. R., «Journal of
Failure Analysis and Prevention» Maggio-Giugno 2008 pp.
289-307.
Acciai ad alta resistenza; acciai al Cr Mo a bassa lega; acciai inossidabili; acciai inossidabili austenitici; condizioni
di servizio; corrosione intergranulare; criccabilitá; cricche
di fatica; cricche intergranulari; durata della vita; fattori
di influenza; fiocchi; idrogeno; idrogeno diffusibile; infragilimento da idrogeno; materiali resistenti allo scorrimento a
caldo; metallurgia; microstruttura; resistenza a fatica; rotture.
Hydrogen permeation behaviour of X56 steel in simulated atmospheric environment under loading di ZHENG
C.B. et al., «Corrosion Engineering Science and Technology» Ottobre-Dicembre 2011 pp. 365-367.
Acciai al C; carico; corrosione; corrosione atmosferica;
criccabilitá; deformazione elastica; deformazione plastica;
idrogeno; infragilimento da idrogeno; prove di corrosione;
simulazione.
Review of environmentally assisted cracking di SADANANDA K. e VASUDEVAN A.K., «Metallurgical and Materials Transactions» Febbraio 2011 pp. 279-295.
Acciai ad alta resistenza; aspetto; cinetica delle reazioni;
corrosione intergranulare; criccabilitá; frattografia; infragilimento; infragilimento da idrogeno; infragilimento dovuto al metallo fuso; leghe d'alluminio; materiali ceramici; metalli amorfi; propagazione delle cricche; proprietà
chimiche; reazioni chimiche; recensione, rassegna; tensocorrosione; tipi di rotture.
Investigation on role of corrosion generated hydrogen in
process of stress corrosion cracking of austenitic stainless steel in marine atmospheric environment (AISI
321) di HUANG Y.L. et al., «Corrosion Engineering Science
and Technology»Ottobre-Dicembre 2012 pp. 284-288.
Acciai inossidabili; acciai inossidabili austenitici; ambiente
marino; corrosione; corrosione da acqua di mare; criccabilitá; infragilimento da idrogeno; tensocorrosione.
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
873
17-18 aprile 2013
7a edizione
Torino, Lingotto Fiere
pad.1
esposizione di strumentazioni, tecnologie e servizi - convegni - casi applicativi
per la
CARATTERIZZAZIONE DEI MATERIALI
ANALISI DI INCONVENIENTI
CERTIFICAZIONI E NORMATIVE
Ricerca cause di danneggiamenti precoci,
failure analysis, diagnostica strutturale, veri¿ca dei processi produttivi o di trasforma]ione Tuali trattamenti super¿ciali o termici
Attesta]ione di conformità di prodotti e apparecchiature alle direttive e normative na]ionali
e interna]ionali di riferimento, documenta]ione tecnica, ecc
CARATTERISTICHE DEI MATERIALI
CONSULENZE
Prove meccaniche di componenti, prodotti,
strutture e materiali e di semilavorati in genere
Tecnologie per la determina]ione della resisten]a a tra]ione, compressione, Àessione,
torsione, taglio, resilien]a, ecc
Analisi chimiche, prove amEientali, ecc
Studi di fattibilità, messa a punto materiali e processi, industriali]]a]ione di prototipi
con ottimi]]a]ione dei costi di reali]]a]ione,
studi su trattamenti super¿ciali o di prote]ione, ecc
CARATTERIZZAZIONE DELLE SUPERFICI
ELABORAZIONE DATI
Spessore e composi]ione rivestimenti, nano
misure, controllo qualità, tribologia e caratteri]]a]ione meccanica, misure colore, ecc
Calcoli strutturali, analisi delle sollecita]ioni,
simula]ioni softZare, stima della vita di componenti
Af¿dabilità TecnologieWHOID[ZZZDI¿GDELOLWDHXHYHQWR#DI¿GDELOLWDHX
Indice 2012
Numero 1 - pagg. 1 - 146
Numero 2 - pagg. 147- 304
Numero 3 - pagg. 305 - 458
Numero 4 - pagg. 459 - 588
Numero 5 - pagg. 589 - 738
Numero 6 - pagg. 739 - 884
EDITORIALE
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La gestione della conoscenza, 1, pag. 4.
Élites, 2, pag. 151.
Periferia, 3, pag. 309.
Il mercato ha sempre ragione?, 4, pag. 463.
Il primato dell’aritmetica, 5, pag. 593.
Il messaggio a Garcia, 6, pag. 743.
ARTICOLI
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Caratterizzazione della resistenza a fatica delle giunzioni saldate per particolari di ponti metallici in presenza di anomalie costruttive, (M. Lanza, C. Servetto),
1, pagg.11-16.
Saldatura di acciai inossidabili martensitici ad elevata
resilienza per componenti idrodinamici di imbarcazioni innovative: confronto fra tecnologie tradizionali
e tecnologie HDE, (G. Barbieri et al.), 1, pagg. 21-35.
Saldatura Friction Stir tra estrusi e laminati, (E. Lertora et al.), 1, pagg. 39-45.
Valutazioni di tipo ergonomico ed ambientale legate
ad operazioni di saldatura, (F. Colombo, E. Rosellini),
1, pagg. 47-58.
Modificazioni metallurgiche e tensioni residue in un
acciaio saldato a medio contenuto di carbonio, (S.
Missori et al.), 1, pagg. 61-68.
Effetto dei parametri di saldatura GTAW sulla
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microstruttura della zona termicamente alterata e
della zona fusa nell’acciaio P91, (A. Dimatteo et al.),
2, pagg. 153-161.
Incremento della produttività della passata di radice
nella saldatura circonferenziale dei tubi per gasdotti
mediante tecnologia ibrida, (M. Fersini et al.), 2, pagg.
165-174.
Verifica a fatica di giunti di profilati a bulbo mediante approcci locali, (C. M. Rizzo e W. Fricke), 2, pagg.
177-187.
Qualificazione di un sistema di controllo ultrasonoro
in accordo alle Raccomandazioni del Codice DNV
OS-F101, (F. Bragotto et al.), 2, pagg. 189-194.
Panorama sulla normativa europea per la qualità in
saldatura, (F. Lezzi et al.), 2, pagg. 197-208.
In India a Chennai, l’antica Madras, dal 17 al 22
Luglio 2011, il 64° Congresso Annuale dell’Istituto
Internazionale della Saldatura, (G. Costa), 2, pagg.
211-232.
Utilizzo di laser in fibra ad elevata focalizzazione per
la saldatura: vantaggi e proprietà, (J. P. Bergmann et
al.), 3, pagg. 311-316.
Nuovi materiali d’apporto sviluppati per i nuovi acciai ad alto snervamento, (P. Bonalumi et al.), 3, pagg.
323-328.
Evoluzione della normativa tecnica internazionale
per la progettazione, la produzione e la fabbricazione di
manufatti e di pipelines per il trasporto di idrocarburi
on-shore ed off-shore, (M. Celant), 3, pagg. 331-337.
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
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Indice 2012
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Controllo qualità della placcatura di reattori per
hydrocracking: procedure e criteri di accettabilità
applicabili, (G. Zappavigna), 3, pagg. 339-349.
L’affidabilità degli assemblaggi elettronici, (L. Moliterni), 3, pagg. 351-362.
Microstruttura e proprietà meccaniche di giunti saldati a fascio elettronico in acciaio DP600, (P. Ferro et
al.), 4, pagg. 465-471.
Applicazione del laser allo stato solido con fibre ottiche per riporto in Inconel 625 su acciaio al carbonio
per valvole, (A. Lauro e P. Baccarini), 4, pagg. 477483.
Valutazione della tenacità di giunti saldati con prove di meccanica della frattura (J, CTOD): criteri di
estrapolazione dei risultati ottenuti su provini di medio spessore a giunti di spessore elevato, (G. L. Cosso
et al.), 4, pagg. 485-492.
L’applicazione della metodologia RCM per la riduzione del Life Cycle Cost di sistemi Oil & Gas, (D.
Saccardi), 3, pagg. 495-500.
Modelli di organizzazione e di gestione della sicurezza, (L. Timossi e P. Picollo), 3, pagg. 503-510.
Alcuni metodi per la valutazione della suscettibilità al
fenomeno delle cricche da riscaldo (reheat cracking)
della zona fusa dell’ acciaio 2,25Cr 1Mo 1/4V: Gleeble
test®, GDMS, trazione a caldo (Mini JIP Project), (A.
Bertoni e C. Chovet), 5, pagg. 595-602.
Saldatura ibrida laser-MIG di giunti a T in lega di
titanio, (R. Spina et al.), 5, pagg. 607-617.
Recenti sviluppi della RBI - Risk Based Inspection
dell’American Petroleum Institute: l’integrazione
con la tecnologia del Fitness For Service per il calcolo della probabilità di rilascio, (S. Pinca), 5, pagg.
619-624.
State of the art for flaw assessment of pipeline girth
welds, (H. Pisarski), 5, pagg. 627-638.
Radiografia Digitale: Caratterizzazione dei sistemi
CR per applicazioni industriali, (S. Rusca), 5, pagg.
641-649.
Qualificazione del processo di placcatura, normativa
applicabile, (A. Pandolfo), 5, pagg. 651-660.
Dagli anni sessanta l’impegno di IIS e IIS CERT
nella qualificazione, certificazione e approvazione
del personale PND, (G. Costa e S. Morra), 5, pagg.
663-670.
“Laggan-Tormore Export Pipeline”: applicazione di
fili 1Ni per saldatura orbitale NG-GMAW di giunti
di forte spessore ad elevata resistenza e tenacità, (F.
Ciccomascolo e T. Megna), 6, pagg. 747-754.
Resistenza meccanica ed a corrosione di giunti simili
a sovrapposizione saldati mediante FSW, (G. Castagnola et al.), 6, pagg. 757-769.
Valutazione della “Minimum Pressurizing Temperature” (MPT) per reattori di elevato spessore realizzati in acciai bassolegati al Cr-Mo, in esercizio in
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
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condizioni di “hydrogen charging”, (G. L. Cosso e R.
Grandicelli), 6, pagg. 771-776.
Robotica ed automazione dei processi saldati: traguardi acquisiti e prospettive future, (R. Molfino), 6,
pagg. 779-787.
Nuove soluzioni di monitoraggio di processo nella
saldatura laser in fibra di leghe di titanio, (D. Colombo e B. Previtali), 6, pagg. 789-798.
ISTITUTO ITALIANO DELLA SALDATURA
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Relazione della Presidenza sulla gestione dell’Istituto Italiano della Saldatura, di IIS SERVICE e di IIS
CERT nel 2011, 3, pagg. 365-377.
ISTITUTO INTERNAZIONALE DELLA
SALDATURA (IIW)
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Arc attachments on aluminium during tungsten electrode positive polarity in TIG welding of aluminium,
(S. Rose et al.), 1, pagg. 71-79.
Case study for welding simulation in the automotive
industry, (W. Perret et al.), 2, pagg. 235-245.
Non-destructive inspection of ITER PF jacket welds,
(L. Silva et al.), 3, pagg. 379-386.
Soundness diagnosis of a steel bridge pier repaired
by heating/pressings, (M. Hirohata et al.), 3, pagg.
513-522.
Creep rupture properties and fracture type of 9Cr1Mo-V-Nb/18Cr-8Ni steel dissimilar joints, (M. Yamazaki et al.), 5, pagg. 671-681.
TIG weld penetration improvement by laser-activated process with oxygen, (M. Mizutani, S. Katayama),
6, pagg. 801-809.
IIS DIDATTICA
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I cupro-nichel: proprietà meccaniche, chimico-fisiche e saldabilità, (IIS-FOR), 1, pagg. 81-91.
La saldatura ad ultrasuoni, (IIS-FOR), 2, pagg. 247-254.
Introduzione alle leghe a memoria di forma (Shape
Memory Alloys) ed alla loro saldabilità, (IIS-FOR), 3,
pagg. 387-396.
Caratteristiche ed impiego di tubi e raccordi in acciaio
inossidabile e lega di nichel fabbricati per colata centrifuga, (IIS-FOR), 4, pagg. 525-535.
Introduzione al processo di saldatura al plasma, (IISFOR), 5, pagg. 683-689.
Introduzione alla stesura di Specifiche di Procedura
di Saldatura (WPS) secondo Codice ASME, Sezione
IX, (IIS-FOR), 6, pagg. 811-821.
Indice 2012
SCIENZA E TECNICA
ABBIAMO PROVATO PER VOI
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Prodotti anti-spatter per la saldatura a filo continuo
con protezione gassosa: quale influenza sulla qualità e sulla ripetibilità del processo?, (P. Baccarini e E.
Adile), 1, pagg. 93-95.
Impiego di acciai termomeccanici per la fabbricazione di strutture saldate, (Estratto della Circolare CTA
2-2004), 2, pagg. 257-262.
Proprietà del nuovo acciaio inossidabile duplex LDX
2404®, (C. Canderyd, R. Pettersson, M. Johansson, traduzione di M. Murgia), 3, pagg. 399-406.
Il numero magico, (M. Lanza), 4, pagg. 539-540.
Idrogeno e metalli, (M. De Marco), 5, pagg. 693-695.
Progettare la sicurezza - SIL - Safety Integrity Level:
la funzione dei sistemi di protezione SIS in relazione
ai vincoli di sicurezza integrata secondo IEC 61508 e
61511, (G. Cevasco e R. Grandicelli), 6, pagg. 827-829.
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NORMATIVA TECNICA
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INCONTRO CON...
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Ernest Levert, (Lockheed Martin), 1, pagg. 97-102.
Rezia Molfino, (Università di Genova, SIRI), 3, pagg.
409-412.
Alessandro Santoro, (UNI), 4, pagg. 549-553.
Elettrodo basico CONARC“ONEdi Lincoln Electric,
(G. Garbarino), 1, pagg. 105-115.
Visore SE 28F di SMART NdT, (G. Calcagno e P. Miniello), 2, pagg. 275-280.
Filo metal cored Fileur AMC 01, (G. Garbarino), 3,
pagg. 415-426.
Torcia al taglio plasma Trafimet Ergocut S65, (G.
Garbarino), 4, pagg. 555-563.
Liquidi Penetranti “Elite Flaw-Findr” di NDT
ITALIANA, (P. Miniello), 5, pagg. 701-707.
Elettrodi Elga Cromarod ITW Welding, (G. Garbarino), 6, pagg. 837-846.
Commissione Saldature dell’UNI, (S. Giorgi), 2,
pagg. 281-282.
Nascono le “prassi di riferimento”. Una risposta
tempestiva per mercati che cambiano, 3, pagg. 429430.
UNI EN ISO 13585:2012 “Brasatura forte - Qualificazione dei brasatori e degli operatori per la brasatura forte”, (E. Birello), 6, pagg. 849-850.
IIS NEWS & EVENTS
DALLE ASSOCIAZIONI
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Le norme UNI EN 15085:2008 “Saldatura dei veicoli
ferroviari e dei relativi componenti”. Costruttori ed
utilizzatori a confronto: traguardi acquisiti e criticità
del sistema. L’esperienza italiana ed europea. Firenze, 28 Febbraio 2012, (M. Murgia), 2, pagg. 265-268.
La saldatura laser da processo avanzato a tecnologia
diffusa: una scommessa vinta? Bologna, 21 Giugno
2012, (M. Murgia), 4, pagg. 543-546.
Giornate Nazionali di Saldatura 7: lavori in corso, (M. Murgia), 5, pagg. 697-699.
Convegno “Robotica ed automazione dei processi in
saldatura: quali alternative ai processi convenzionali?” Milano, 27 Novembre 2012, (M. Murgia), 6, pagg.
831-833.
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ANASTA: il mercato nazionale della saldatura e taglio 2011 si mantiene positivo, (ANASTA), 1, pagg.
125-126.
Assemblea Generale ANASTA nell’incertezza del
periodo 2011-2012, (G. Maccarini, ANASTA), 3, pagg.
433-434.
SALUTE, SICUREZZA E AMBIENTE
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Accordi Stato-Regioni per la formazione su salute e
sicurezza, (T. Valente), 1, pag. 127.
Aggiornamento periodico della formazione per gli
addetti antincendio / D. Lgs. 231/01... in “flash over”,
(T. Limardo), 2, pagg. 283-284.
L’ESPERTO RISPONDE
2, pag. 273.
DALLE AZIENDE FEATURES
t
IIW-EWF NOTIZIE
Nuovo procedimento ICETM - Integrated Cold Electrode di ESAB, (Hannes Raudsepp M. Sc.), 5, pagg.
711-715.
1, 117-123;
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
879
Indice 2012
DALLE AZIENDE
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1, pagg. 129-130; 2, pagg. 287-290; 3, pagg. 437-439; 4,
pagg. 565-567; 5, pagg. 719-721; 6, pagg. 853-859.
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NOTIZIARIO
LETTERATURA TECNICA
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Effects of hydrogen on materials 2008. Proceedings
of the international hydrogen conference. Jackson
Hole, Wyoming, September 7-10, 2008, (Somerday B.,
Sofronis P. e Jones R. - ASM International), 1, pag. 131.
Fracture and fatigue of welded joints and structures,
(MacDonald K. - Woodhead Publishing Limited), 1,
pagg. 131-132.
International Comparison of Steels, (Beuth Verlag
GmbH), 1, pag. 132.
Il rapporto di lavoro all’estero e la normativa prevenzionistica da applicare, (Campo D. - EPC Srl), 2,
pag. 291.
Corrosion of magnesium alloys, (Song G. L. - Woodhead Publishing Limited), 2, pag. 291-292.
Pressure vessels: external pressure technology (Second Edition), (Ross C. T. F. - Woodhead Publishing
Limited), 3, pag. 292.
Materials degradation and its control by surface engineering (3rd Edition), (Batchelor A. W., Loh N. L. e
Chandrasekaran M. - Imperial College Press), 3, pag.
443.
Welding thermal processes and weld pool behaviors,
(Wu C. S. - Taylor and Francis Group), 3, pagg. 443444.
Progettare le strutture in acciaio (CD allegato), (Floridia S. - Dario Flaccovio Editore), 4, pag. 571.
Creep - Fatigue Interactions: Test Methods and Models - STP 1539, (Ashok S. e Dogan B. Conshohocke
- ASM International), 4, pagg. 571-572.
ASM Handbook, Volume 6A: Welding Fundamentals and Processes, (Lienert T., Siewert T., Babu S. e
Acoff A. - ASM International), 5, pagg. 723-724.
Welding and joining of aerospace materials, (Chaturvedi M. C. - Woodhead Publishing Limited), 5, pag.
724.
Rivista Italiana della Saldatura - n. 6 - Novembre / Dicembre 2012
Fatigue Design of Steel and Composite Structures:
Eurocode 3: Design of Steel Structures, Part 1-9 Fatigue; Eurocode 4: Design of Composite Steel and
Concrete Structures, (Nussbaumer A., Borges L., Davaine L. - ECCS-CECM-EKS), 5, pagg. 724-725.
Welding Deformation and Residual Stress Prevention, 1st Edition, (Ueda Y. - Elsevier Science &
Technology Books), 6, pagg. 861-862.
CODICI E NORME
Norme nazionali: 1, pag. 132; 2, pagg. 292-293; 3, pag.
444; 4, pagg. 572-573; 5, pag. 725; 6, pag. 862.
Norme americane: 1, pag. 132; 2, pagg. 293-294; 3, pagg.
444-445; 4, pag. 573; 5, pag. 726; 6, pagg. 862-863.
Norme europee: 1, pag. 132; 2, pag. 294; 3, pag. 445; 4,
pag. 573; 5, pag. 726; 6, pag. 863.
Norme internazionali: 1, pag. 132; 2, pag. 294; 3, pag. 445,
4, pag. 573, 5, pag. 726, 6, pag. 863.
CORSI
Corsi IIS, Saldatura e PND: 1, pagg. 133-135; 2, pagg.
294-296; 3, pagg. 445-447; 4, pagg. 574-577; 5, pagg. 727729; 6, pagg. 863-867.
Corsi di altre società: 1, pagg. 136-138; 2, pagg. 296-298;
3, pag. 447; 4, pagg. 577-578; 5, pagg. 729-730.
MOSTRE E CONVEGNI
1, pagg. 139-140; 2, pagg. 298-299; 3, pagg. 447-448; 4,
pagg. 578-580; 5, pag. 731; 6, pagg. 867-868.
RICERCHE BIBLIOGRAFICHE IIS-DATA
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La saldatura in elettronica, 1, pagg. 141-143.
La saldatura ad ultrasuoni, 2, pagg. 300-303.
Trattamento termico dopo saldatura, 3, pagg. 451454.
Ispezione basata sull’analisi del rischio, 4, pagg. 583586.
Saldatura al plasma, 5, pagg. 733-735.
Hydrogen-induced cracking (HIC), 6, pagg. 871873.
Technology is life
Dalla progettazione alla costruzione, dagli acquisti al montaggio, dall’installazione al controllo, dal
risparmio energetico alla sostenibilità ambientale, dall’assistenza allo smaltimento, la competitività
del prodotto manifatturiero è funzione delle svariate competenze che permettono di gestire in
termini meccatronici la catena di processo. Una somma di “intelligenze” di cui MECHA-TRONIKA
si fa espressione per garantire a offerta e domanda la più qualificata occasione di incontro.
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DEI PROCESSI E DELLE LAVORAZIONI LOGISTICA E MOVIMENTAZIONE SOFTWARE
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Organizzazione a cura di
con la promozione di
SIRI - Associazione Italiana
di Robotica e Automazione
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ed
9a
Organizzato da:
2013
Piacenza
14-16 novembre
PIACENZA EXPO
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PubliTec - Milano
Tel. +39 02 535781
Fax +39 02 56814579
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www.expolaser.it
La tecnologia
laser al servizio
dell’industria
Elenco
degli
Inserzionisti
-755-756
---------788
-746
--869
739
-851
--4a di copertina
-----876
-------883
----847
882
-826
875
-835
870
----860
-770
-----834
----
874
825
---777
--799
----881
-778
824
-830
--------823
---822
810
800
ACS ACAI
AEC TECHNOLOGY
AIPND
AIR LIQUIDE WELDING
ANASTA
ANDIT AUTOMAZIONE
AQM
ASG Superconductors
ASSOMOTORACING
BERKENHOFF
BIT
BÖHLER WELDING GROUP ITALIA
CAPILLA
CEA
CEBORA
CGM TECHNOLOGY
COM-MEDIA
COMMERSALD
DRAHTZUG STEIN
DVC - DELVIGO COMMERCIALE
EDIBIT
EDIMET
ESAB SALDATURA
ESARC
ETC OERLIKON
EUROCONTROL
F.B.I.
FIERA ACCADUEO
FIERA AFFIDABILITA’ & TECNOLOGIE
FIERA AIRET
FIERA BIAS
FIERA BIMEC
FIERA BI-MU
FIERA BIMU-MED
FIERA DI ESSEN
FIERA EUROBLECH
FIERA EXPOLASER
FIERA EXPOMECCANICA
FIERA LAMIERA
FIERA LASER WORLD OF PHOTONICS
FIERA MCM
FIERA MECSPE
FIERA MECHA-TRONIKA
FIERA METEF
FIERA MOTORSPORT EXPOTECH
FIERA OMC
FIERA SAMUMETAL
FIERA SEATEC
FIERA SEP
FIERA TEKNOMOTIVE
FIERA TT EXPO
FIERA VENMEC
FONDAZIONE ALDINI VALERIANI
FRO-AIR LIQUIDE Welding Italia
GE INSPECTION TECHNOLOGIES
GILARDONI
HARMS & WENDE
HENKEL ITALIA
HYPERTHERM Europe B.V.
IGUS
INE
ITW
LANSEC ITALIA
LINCOLN ELECTRIC ITALIA
LINK INDUSTRIES
MEDIAPOINT & COMMUNICATIONS
MEDIAVALUE
MESSER ITALIA
NDT ITALIANA
OLYMPUS ITALIA
ORBITALUM TOOLS
OUTOKUMPU
OXYTURBO
PROTEC
PUBLITEC
RANDSTAD GROUP ITALIA
REMASALD
RIVISTA MECCANICA & AUTOMAZIONE
RIVISTA TECN’È
RIVISTA U & C
RIVOIRA
SALDOBRAZ ENGINEERING SRL
SALTECO
SANDVIK ITALIA
SAPIO
SELCO
SE.MAT
SEMAT EQUIPMENT
SIAD
SIGMA INTERNATIONAL
SINCOSALD
SMART N.D.T.
TECNOELETTRA
TECNOMECCANICA
TELWIN
TQM
TRAFILERIE DI CITTADELLA
TRAFIMET DISTRIBUTION
VICTOR TECHNOLOGIES EUROPE
www.acaiacs.it
www.aectechnology.it
www.aipnd.it
www.airliquidewelding.it
www.anasta.it
www.anditaut.it
www.aqm.it
www.as-g.it
www.assomotoracing.it
www.bedra.com
www.bitcostruzioni.com
www.btw.it; www.bohlerweldinggroup.com
www.capilla-gmbh.de
www.ceaweld.com
www.cebora.it
www.cgm-cigiemme.it
www.watergas.it
www.commersald.com
www.drahtzug.de
www.delvigo.com
www.edibit.com
www.edimet.it; www.aluplanet.com
www.esab.it
www.esarc.it
www.oerlikon.it
www.eurocontrol.it
www.fbifbi.com
www.accadueo.com
www.affidabilita.eu
www.airet.it
www.fieramilano.it
www.bi-mec.it; www.ucimu.it
www.bimu-sfortec.com; www.ucimu.it
www.ucimu.it
www.messe-essen.de
www.euroblech.com
www.expolaser.it
www.centrofiera.it
www.lamiera.net; www.ucimu.it
www.monacofiere.com
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www.senaf.it
www.mechatronika.it
www.metef.com
www.motorsportexpotech.it
www.omc.it
www.samumetal.it
www.sea-tec.it
www.seponline.it
www.teknomotive.com
www.ttexpo.it
www.venmec.it
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www.airliquidewelding.it
www.ge.com
www.gilardoni.it
www.harms-wende.de
www.henkel.it
www.hypertherm.com
www.igus.it
www.ine.it
www.itw.com; www.millerwelds.com
www.lansec.it
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www.mediapointsrl.it
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www.mediavalue.it
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