Dal temperamento al carattere
8 maggio 2010
Alessandra La Marca
I genitori e gli
insegnanti
che educano i figli
– con poca esigenza
– con un eccesso di beni materiali
– col desiderio di soddisfare tutti i loro desideri
non contribuiscono realmente alla crescita
armonica del bambino
• Si tratta di una condiscendenza che può anche
nascere dall’affetto ma che più spesso nasce
– dall’egoismo
– dal desiderio di risparmiarsi lo sforzo che comporta
educare bene.
• Dato che la dinamica del consumismo è di per sé
insaziabile, cadere in questo errore porta i
bambini
– ad uno stile di vita capriccioso e li introduce in una
spirale di ricerca costante delle comodità.
• Si vorrebbero evitare loro ogni tipo di sforzo e di
contrarietà, che sono normali nella vita
– ma così la loro volontà diventa debole e viene messa
una delle più dolorose ipoteche sulla loro felicità.
Lo sviluppo morale di un alunno
• viene riletto dai movimenti
educativi come sviluppo
del carattere in tre direzioni:
– capacità di cogliere il bene,
che è sollecitato dalle diverse
situazioni di vita;
– capacità di amare tale bene,
cioè capacità di scegliere, di
agire coerentemente per
conseguirlo;
– costanza nell’agire bene
L'affettività
• non è qualcosa di accidentale
nella persona
• ma qualcosa di essenziale che
incide profondamente nel suo
modo di essere e di agire.
– In che senso il temperamento
è modificabile e quindi
educabile?
– Perché gli insegnanti devono
contare sulla collaborazione
dei genitori?
Le buone
abitudini
• soprattutto nell'infanzia,
sono in gran parte sorrette
dal clima di affetto.
• Su questa pre-educazione
poggia successivamente
l’educazione che
– a scuola, in famiglia e nei
diversi ambienti in cui si
sviluppa
• ogni uomo riceve sui valori
morali o fini virtuosi e sulle
norme relative agli atti
virtuosi.
Durante l'infanzia
• l'educazione morale è strettamente collegata
all'educazione dell'affettività, dei sentimenti e
quindi del carattere.
– A volte purtroppo accade che il timore del
condizionamento affettivo porta gli educatori (genitori
e insegnanti) a guardare il tema dell'affettività con una
certa diffidenza.
• Si dimentica che gli affetti ci condizionano nella
misura in cui noi lo consentiamo e che pertanto
possono essere educati.
Il temperamento
• è composto per lo più da elementi innati e
costituzionali
• solo in piccola parte subisce l'azione dei
fattori ambientali.
• Ogni figlio ha diritto ad essere
aiutato nell'educazione del proprio
carattere e nell'acquisizione delle
virtù.
Temperamento e carattere
• Il temperamento è qualcosa di innato
• il carattere è in parte il risultato di una
tendenza libera verso il bene, in parte
anche conseguenza dell'educazione e
degli influssi ambientali
E' possibile infatti moderare il temperamento
attraverso l'acquisizione di abitudini
• il bambino si abitua a poco a poco a certe
inibizioni delle sue tendenze disordinate
• lo sforzo iniziale andrà poi sempre più
diminuendo con il formarsi dell'abitudine e con il
rinvigorimento della capacità di autodominio.
• La formazione di buone abitudini non sempre
corrisponde ad un'educazione del temperamento
affinché diventi carattere.
• La vita virtuosa ha inizio con la pratica di abitudini
rette e oneste, inizialmente esteriori ma che
favoriscono lo sviluppo degli abiti.
Quando il genitore vuole promuovere la
continuità stabile nel comportamento
• il riferimento non può che essere alla
formazione delle virtù nei figli;
• in particolare fra i 3 e i 5 anni le virtù da
curare in modo particolare sono quelle
connesse alle virtù cardinali della
temperanza e della fortezza
Durante il gioco ogni alunno
• prestando attenzione alle reazioni dei
compagni può comprendere più
facilmente, se guidato
– quali sono gli aspetti del suo carattere da
smussare
– quali da potenziare
– quali sono i suoi punti deboli
– quali le doti che può mettere a disposizione
per il raggiungimento del fine comune.
Quando un alunno rimane coinvolto
in un conflitto
• il suo comportamento si modifica,
emergono i lati peggiori della sua
personalità e si compromette il rapporto
con gli altri.
• Le reazioni iniziali al conflitto dipendono
un buona misura dal temperamento del
bambino.
Davanti ad un conflitto l'alunno può reagire
in uno dei quattro seguenti modi:
• Attaccando. Di solito, non ha remore a parlare.
Aggredisce gli altri sul piano personale per
demolirne le idee. Accusa e umilia allo scopo di
prevalere, a qualunque costo.
• Dominando. Tende a portare all'eccesso le
proprie affermazioni, senza neppure capire le
ragioni degli altri. In possesso di una grande
forza di volontà, cerca di imporre con ogni
mezzo le proprie idee, pensieri e modi di sentire.
• Ritirandosi. Si controlla con maggiore facilità e
trattiene i sentimenti e le emozioni. Non parla e
preferisce non esprimere le proprie idee, ma
tende ad alterare la realtà. Evita i compagni e
rifugge dalle situazioni spiacevoli.
• Arrendendosi. Cede senza combattere per
conservare la pace e diminuire l'incidenza dei
conflitti nella propria vita. Abile nella finzione, si
mostra d'accordo anche se non lo è, mentendo
agli altri e a sé stesso.
I fattori fondamentali che stanno alla
base del temperamento
•
si possono paragonare alla forma dei
nostri lineamenti.
• Non possiamo modificare ciò che abbiamo
ricevuto in eredità dai genitori o dai nonni:
– il colore degli occhi e il taglio della bocca, la
conformazione del viso e la tonalità della
pelle.
Disposizioni fondamentali
che classificano il
temperamento di un
bambino
EMOTIVITÀ
(emotivo/non
emotivo)
ATTIVITA’
(attivo/non attivo)
RISONANZA
(primario/secondario)
Le loro diverse
combinazioni originano
otto gruppi
temperamentali
NERVOSO
(E.nA.P)
SANGUIGNO
(nE.A.P.)
SENTIMENTALE
(E.nA.S.)
FLEMMATICO
(nE.A.S.)
COLLERICO
(E.A.P.)
AMORFO
(nE.nA.P.)
PASSIONALE
(E.A.P.)
APATICO
(nE.nA.S.)
Si possono prendere in esame
insieme ai genitori
• OSA
• abilità componenti la funzione della
percezione del S.O.F.E
• dimensioni del temperamento
Si possono analizzare insieme ai genitori
• le varie funzioni e loro espressioni
– per progettare insieme attività da svolgere durante il laboratorio
e di cui i genitori possono tener conto anche a casa
– Sulla base di questo lavoro previo di studio sulla funzione
percettiva
– sarà possibile formulare insieme ai genitori alcuni obiettivi
educativi, facendo un costante riferimento alle Indicazioni
Nazionali (all. I)
– per progettare le attività da svolgere durante il laboratorio e
tenendo conto delle diversità di temperamento dei bambini (all.
III)
– che partendo dalla funzione percettiva aiutino
insegnanti e genitori ad essere consapevoli
dell’importanza degli aspetti specifici della
educazione intellettuale, affettiva e morale.
Le funzioni educative della scuola e della
famiglia sono complementari.
• Solo se i genitori
saranno considerati e
si sentiranno risorsa
educativa potranno
essere meglio
individuate e
valorizzate le singole
capacità di ogni
bambino.
Scarica

Dal temperamento al carattere