Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
Questo report è consultabile all’indirizzo:
www.gruppohera.it/inbuoneacque
Analisi dell’acqua comune per comune, video di approfondimento, “L’acqua virtuale negli alimenti”
e molti altri contenuti sono disponibili nel sito internet del Gruppo all’indirizzo:
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Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
Prefazione
di Luca Lucentini
L’
acqua, per sua essenza o simbologia, ricorre in molte religioni e
caratterizza molteplici espressioni di spiritualità, tradizioni e miti,
in ogni tempo e luogo sulla terra. La coscienza dell’acqua come
elemento essenziale per ogni funzione vitale, la sensazione di sete
che, ogni tanto, tangibilmente ricorda (a
noi popolazione del pianeta privilegiata per
accesso all’acqua) l’unicità di questo bene,
la presenza e fruizione dell’acqua libera in
natura, rende forte la convinzione di dovere
e potere contare sempre sulla possibilità
di disporre di risorse idriche sicure e senza
limitazioni. Paradossalmente, tuttavia, nel
vasto coinvolgimento e nell’appassionata
partecipazione rispetto al tema acqua,
risultano spesso dietro le quinte i molti
attori e le molteplici attività che presiedono
alla gestione e controllo della risorsa idrica,
assicurandone nel tempo la sicurezza e
fruibilità e sostenendone equilibratamente l’utilizzo e lo smaltimento. E qualche
preclusione o diffidenza per l’acqua di
rubinetto da parte di molti consumatori
potrebbe essere superata con una migliore
La consapevolezza dei consumatori sulla
qualità dell’acqua di rubinetto deve essere
consapevolezza sul patrimonio di ricerca
raggiunta attraverso una comunicazione
e conoscenza, strutture e risorse in gioco
costante, obiettiva e completa
per garantire costantemente la disponibilità e qualità dell’acqua nelle case e nelle
strutture produttive che ne necessitano, in un contesto nel quale, peraltro, il
grado di informazione non sempre risulta completo od obiettivo.
La prevenzione e il controllo dei rischi correlati alla produzione e consumo
delle acque potabili è rigorosamente regolata dal moderno assetto normativo
europeo che governa criteri e metodi finalizzati a un sempre più elevato livello
di protezione della salute dei consumatori. Così come, sul piano nazionale, in
collaborazione costante con le autorità sanitarie e ambientali centrali e peri-
2
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
L’interesse
per l’acqua
coinvolge tutti,
profondamente.
feriche, la tutela e la sorveglianza della qualità delle acque
è perseguita efficacemente come misura imprescindibile di
prevenzione primaria collettiva, assicurando un controllo accurato della filiera idrica dalla captazione al punto di utenza.
Essenziale è parallelamente l’impegno dei sistemi di gestione
idrica, nel loro complesso, nel garantire una fornitura di acqua quantitativamente e qualitativamente idonea, fronteggiando una rilevante serie di difficoltà
che oggi riguardano, tra l’altro, le ristrette disponibilità economiche, la qualità
delle risorse idriche di origine, compromessa da inquinamenti sempre più
diffusi, e il controllo di fenomeni legati ai cambiamenti climatici che hanno un
considerevole impatto sulla disponibilità e qualità di acque da destinare alla
potabilizzazione e sul processo di trattamento e distribuzione.
In questo contesto, il notevole impegno e l’elevata professionalità delle forze
in campo che, pur nei rispettivi ruoli, operano in efficace sinergia e la costante
attenzione all’innovazione di criteri e metodologie di intervento dovrebbero
generare un elevato livello di fiducia verso il mondo delle acque destinate al
consumo umano. Ma un aspetto critico riguarda la necessità di migliorare i
sistemi informativi in materia di qualità delle acque e malattie idro-trasmissibili
per garantire con più efficacia il diritto di informazione per i cittadini, anche
nell’ambito del Water Information System for Europe (WISE), in strutturazione
sul piano nazionale nell’ambito di un coordinamento europeo. E, d’altra parte, l’accrescimento della consapevolezza dei consumatori sul complesso di
azioni che presiedono alla qualità delle acque di rubinetto nel loro territorio,
presupposto per decisioni consapevoli ed utilizzi equilibrati e sostenibili, deve
essere perseguito con una comunicazione bidirezionale costante, obiettiva e
completa da parte delle imprese responsabili del servizio idrico integrato sul
ciclo dell’acqua, dalla protezione delle risorse di origine, trattamenti e distribuzione sul territorio, smaltimento e depurazione delle acque reflue.
In questa direzione va senz’altro il rapporto “In buone acque” realizzato dal
Gruppo Hera che rende periodicamente accessibile a un ampio pubblico
strategie, metodi, risorse, attività e dati oggettivi sulla qualità dell’acqua potabile e rappresenta uno strumento di particolare efficacia per gli utenti del
servizio idrico serviti sul territorio, così come un modello da promuovere per
altri sistemi di gestione idrica.
Luca Lucentini
Direttore del Reparto Igiene delle Acque Interne, Dipartimento Ambiente e Prevenzione
Primaria dell’Istituto Superiore di Sanità – Roma.
3
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
Prefazione
2
Lettera di presentazione
5
Introduzione
6
Perchè ci si perde in un bicchier d’acqua?
6
Hera in 2 parOle 8
Un report per navigare... in buone acque
9
Alla fonte di tutto: il governo dell’acqua
11
Regolamentazione e pianificazione
11
Gestione
14
Controllo
15
Dal ciclo idrico al servizio idrico, passando per la gestione integrata 17
La carta d’identità del servizio acquedottistico di Hera
18
Il servizio idrico integrato di Hera
19
La captazione: da dove arriva l’acqua che beviamo
20
La potabilizzazione: quando l’acqua diventa buona da bere
22
L’acquedotto gestito da Hera in Emilia Romagna
24
La distribuzione: l’acqua al posto giusto nel momento giusto
29
Il sistema acquedottistico di Bologna: il campo pozzi di Tiro a Segno
29
Chi è Romagna Acque
34
I controlli per essere... in buone acque
36
L’attività di controllo di Hera
36
Il Sistema Laboratori di Hera
39
L’attività di controllo delle Aziende Usl
41
L’acqua di rubinetto è buona e garantita: i dati sulla qualità
45
I risultati delle analisi di Hera
45
I risultati delle analisi delle Aziende Usl
49
La conformità dell’acqua rispetto alla legge
50
L’impegno di Hera oltre la qualità
55
I programmi di miglioramento e ricerca
55
Le azioni di sensibilizzazione sul territorio
58
Acqua di casa mia: una campagna per un consumo consapevole
61
La qualità dell’acqua sul web e molto altro
63
La qualità dell’acqua secondo chi la beve
66
Consumo di acqua e salute: la piramide dell’idratazione
e le false credenze sull’acqua
68
Appendice: i parametri oggetto di rendicontazione in questo report 73
Appendice: le campagne di comunicazione di Hera sull’acqua potabile 76
Glossario
78
4
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
Lettera di presentazione
di Maurizio Chiarini
I
n Buone Acque è uno dei due report che annualmente pubblichiamo per integrare la
rendicontazione annuale sulla sostenibilità del Gruppo rispetto ad alcuni temi molto
sentiti dai cittadini: la raccolta differenziata e la qualità dell’acqua. All’inizio del 2012
abbiamo attivato un’ulteriore iniziativa di comunicazione relativa a un altro argomento
che ha fatto molto discutere: le tariffe del servizio idrico integrato.
“In buone acque” è appunto il report dedicato al sistema acquedottistico e alla qualità
dell’acqua potabile con il quale forniamo tutte le informazioni indispensabili per comprendere come il nostro Gruppo gestisce un servizio fondamentale per la cittadinanza. Questo
rapporto rappresenta un livello di informazione tanto più interessante quanto più l’attenzione
in questi ultimi anni si è concentrata sulle problematiche del settore idrico.
Dietro la fornitura dell’acqua che esce dal rubinetto di casa ci sono molte attività che giornalmente svolgiamo per garantire acqua di qualità. Per gestire l’intero servizio idrico integrato è necessario prelevare l’acqua dall’ambiente e questo comporta spesso la necessità
di sottoporla a trattamenti di potabilizzazione; l’acqua viene poi distribuita attraverso una
rete di acquedotto che va tenuta in costante efficienza. Dopo il consumo, le acque reflue
vengono raccolte nelle reti di fognatura e depurate negli impianti di depurazione. La gestione
di queste attività comporta investimenti rilevanti sia per mantenere in esercizio le reti e gli
impianti esistenti sia per ammodernarli.
Ma (come prevede la normativa) i costi per la gestione dell’intero servizio idrico integrato e gli
investimenti per mantenere in buono stato le infrastrutture devono essere interamente coperti
dalla tariffa del servizio idrico. Questi costi devono quindi comprendere tutte le attività: dal prelievo dell’acqua dall’ambiente, all’utilizzo dell’acqua da parte del cittadino fino alla restituzione
della stessa acqua all’ambiente opportunamente depurata. Solo se esistono garanzie di finanziamento degli investimenti e certezza del sistema tariffario è possibile gestire il servizio idrico
e garantire la disponibilità e la qualità di questa risorsa che oggi è considerata come scontata.
Per la prima volta in questo report vengono presentati, grazie all’importante contributo
dell’Assessorato regionale alle Politiche per la salute, i dati sulla qualità dell’acqua distribuita
da Hera risultanti dall’attività di controllo delle Aziende Usl. I risultati delle analisi effettuate sono assolutamente buoni e dimostrano come la diffidenza sulla qualità dell’acqua di
rubinetto che ancora oggi persiste, a danno dell’ambiente e del bilancio familiare, non sia
basata su dati scientifici e oggettivi.
Spero che la lettura di questo report faccia chiarezza su tutto il lavoro che svolgiamo per
produrre buona acqua da bere e, con questo auspicio, auguro a tutti una buona lettura.
Maurizio Chiarini
Amministratore Delegato Hera S.p.A.
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Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
Introduzione
Privatizzazioni e tariffe, siccità e diritti umani, gestione pubblica e logiche di mercato: parlare di acqua è
complesso. Con questo report il Gruppo Hera si propone
di affrontare l’argomento lasciando parlare numeri verificabili e fatti tangibili.
Perchè ci si perde in un bicchier d’acqua?
Per quanto trasparente, semplice e familiare possa apparire l’elemento
fisico, assolutamente complesso e, talvolta, insidioso è l’argomento.
Perché parlare di acqua significa sempre di più analizzarne implicazioni
politiche, sociali, economiche e ambientali, correndo il rischio di perdersi
e scadere nei luoghi comuni.
L’acqua, oltre ad essere indispensabile per la vita umana e a svolgere
un ruolo fondamentale per la regolazione del clima, rappresenta una
risorsa indispensabile per molte attività economiche. La disponibilità
di acqua potabile rappresenta invece un passaggio indispensabile per
lo sviluppo e la crescita di una comunità.
È anche per questo che gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio delle Nazioni Unite, sottoscritti da tutti i 191 stati membri dell’ONU nel 2000,
prevedevano di ridurre della metà, entro il 2015, la percentuale di
popolazione senza un accesso a fonti di acqua potabile sicure e agli
impianti igienici di base.
Il rapporto “Progress on sanitation and drinking-water - 2012 update”, pubblicato nel marzo 2012 da OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e
Unicef (United Nations Children’s Fund), fornisce una buona notizia: è stato
raggiunto già nel 2010 l’obiettivo di dimezzare la percentuale di persone
senza accesso a fonti di acqua potabile sicure che era previsto per il 2015.
Nonostante ciò, però, sono ancora circa 800 milioni le persone nel mondo
che non hanno accesso a fonti di acqua potabile sicure.
Nel luglio 2010 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato
una risoluzione che riconosce l’accesso a fonti di acqua potabile sicure e agli impianti igienici di base come un diritto universale dell’uomo.
6
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
Nel 2010 è
stato raggiunto
l’obiettivo di
dimezzare la
percentuale
di persone
senza accesso
a fonti di acqua
potabile sicure
La risoluzione, approvata con 122 voti favorevoli e 41
astensioni, raccomanda agli Stati di attuare iniziative
per assicurare a tutti i cittadini acqua potabile di qualità
e accessibile.
Mentre nei paesi in via di sviluppo l’attenzione è concentrata
sullo sviluppo di sistemi idrici sicuri, nei paesi più sviluppati la disponibilità dei servizi idrici è migliore. Il rapporto
Eurostat sull’ambiente mostra che la disponibilità di acqua
nei paesi europei è a un buon livello. La maggioranza della
popolazione europea è collegata a reti di acquedotto con
proporzioni vicine al 100% in molti paesi e l’utilizzo della risorsa idrica appare
sostenibile nel lungo periodo in gran parte dei paesi europei. Rimane invece
di forte attualità la necessità di rendere operativi impianti di depurazione in
grado di restituire all’ambiente
le acque reflue. La percentuale
Secondo l’OMS, ancora oggi nel mondo
di cittadini collegata a impianti
un miliardo di persone non ha accesso
all’acqua potabile
di depurazione delle acque è
inferiore all’80% del totale in 12
dei 27 paesi europei. Nel 2009
il servizio di fognatura copre in
Italia il 93% delle esigenze del
territorio mentre il servizio di
depurazione copre l’85% delle
esigenze del territorio (percentuale che scende al 71% nel sud
Italia); in Emilia-Romagna queste
percentuali salgono al 94% e al
93% (Fonte: Conviri, Rapporto
sullo stato dei servizi 2011).
Il dibattito acceso, e a volte forse eccessivamente ideologico,
che avvolge il tema dell’acqua
fa però capire quanto questa
risorsa così semplice e allo
stesso tempo così preziosa sia
considerata molto importante
dalle persone.
7
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
L’acqua viene considerata come un bene indispensabile, un diritto al quale
non si può rinunciare e che va gestito con molta attenzione.
Nel giugno 2011 il referendum sulla gestione del servizio idrico integrato ha
abrogato la norma che prevedeva come modalità ordinarie di affidamento
del servizio idrico integrato la procedura competitiva a evidenza pubblica
oppure l’affidamento a società a partecipazione “mista” pubblica e privata
(quest’ultima modalità doveva però sottostare a determinate condizioni).
L’esito del referendum rimuove quindi il divieto di affidare il servizio ad aziende
controllate al 100% dagli enti locali senza gara e l’obbligo per gli enti locali
di affidare il servizio idrico con gara rendendo più complicato il superamento
di una gestione della risorsa idrica particolarmente frammentata in Italia.
Nel 2008 l’Istat contava 3.351 gestori dei servizi idrici, un numero sensibilmente elevato anche se inferiore ai 7.826 gestori presenti nel 1999 e agli
oltre 13.000 presenti nel 1994, anno di approvazione della legge n.36 che
ha avviato il percorso di riorganizzazione del sistema di gestione del servizio
idrico nazionale. A conferma dell’elevata parcellizzazione della gestione del
servizio idrico si può notare1 come nel 2010 le prime dieci aziende attive
nella distribuzione gas rappresentano il 70% del totale delle aziende in termini
di volumi distribuiti, quelle elettriche addirittura il 98% mentre le prime dieci
aziende che gestiscono il servizio idrico nei capoluoghi di provincia italiani
servono soltanto il 44% dei cittadini italiani.
Hera in 2 parOle
Hera è una delle principali società multiutility in Italia; e opera in 241
comuni delle province di Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Modena, Ravenna, Rimini, Pesaro-Urbino e in tre comuni della provincia di Firenze. Hera
fornisce servizi energetici (gas, energia elettrica), idrici (acquedotto, fognatura e depurazione) e ambientali (raccolta e smaltimento rifiuti) per
un bacino complessivo di oltre 3 milioni di cittadini.
Nel 2011 Hera è stata la prima multiutility italiana nel settore ambiente in
termini di rifiuti trattati (5,1 milioni di tonnellate), la seconda nel settore
idrico in termini di volumi di acqua erogata (254 milioni di metri cubi),
Fonte: AEEG, Relazione annuale 2011 per gas ed energia
elettrica; elaborazioni su dati Federconsumatori, VIII Inda-
1
8
gine sulle tariffe dei servizi idrici per il servizio idrico.
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
il quarto operatore italiano nel
settore gas in termini di gas
venduto (3,3 miliardi di metri
cubi) e l’ottavo operatore italiano nel settore energia elettrica
in termini di energia elettrica
venduta (10 terawattora).
Il Consiglio di Amministrazione di Hera beve acqua
di rubinetto!
i numeri chiave di hera (2011)
Clienti gas
1.114.500
Gas venduto
3.321 milioni di m3
Clienti acqua
1.185.400
Acqua venduta
Clienti energia elettrica
253,7 milioni di m3
482.100
Energia elettrica venduta
9.996 GWh
Rifiuti trattati
5.107.100 t
Lavoratori a tempo indeterminato al 31/12
6.484
Un report per navigare... in buone acque
L’obiettivo del presente report è di rendere accessibili a un ampio pubblico i
dati relativi alle attività svolte e i risultati raggiunti dal Gruppo Hera per garantire
la qualità dell’acqua potabile. Il documento approfondisce i seguenti temi:
Il sistema di governo delle acque per descrivere ruoli e responsabilità
dei pianificatori, controllori e gestori (cap. “Alla fonte di tutto: il governo
dell’acqua”).
I processi di trattamento e distribuzione delle acque per far conoscere
le tecniche adottate (cap. “Dal ciclo idrico al servizio idrico passando
per la gestione integrata”) dedicando un approfondimento al campo
pozzi di Tiro a Segno a Bologna per esplorare con maggior dettaglio le
caratteristiche di un impianto strategico per il territorio2.
Ogni edizione di “In buone acque” prevede un approfondimento su uno dei principali impianti di potabilizzazione
2
gestiti da Hera elencati nel capitolo “Lo schema del servizio idrico di Hera”.
9
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
I dati dei monitoraggi effettuati da Hera e dagli organi di controllo per
descrivere la qualità delle acque (cap. “I controlli per essere ... in buone
acque” e “L’acqua di rubinetto è buona e garantita: i dati sulla qualità”).
Le iniziative di Hera per illustrare l’impegno sia dal punto di vista della
ricerca sia della comunicazione e relazione con il territorio (cap. “L’impegno di Hera oltre la qualità”).
L’accessibilità di dati e informazioni, talvolta complesse, a un ampio pubblico è perseguita attraverso:
l’utilizzo di un linguaggio non tecnico supportato da un’appendice “I
parametri oggetto di rendicontazione in questo report” e da un glossario
che mirano ad aumentare la comprensione di alcuni termini tecnici;
la selezione di un set di indicatori in grado di descrivere la qualità delle
acque evitando di “far affogare” il lettore in un mare di dati.
Circa i contenuti del report si precisa che:
la competenza di Hera in materia di distribuzione dell’acqua termina al
contatore (come previsto dall’art. 5 del D.Lgs. n. 31/2001); pertanto,
i dati forniti non possono considerare eventuali modifiche ai parametri
qualitativi che dovessero essere determinate dalle caratteristiche della
rete interna all’abitazione dei clienti;
i dati riportati nel documento descrivono la qualità dell’acqua potabile
rapportati ai limiti di legge e rilevati dal 1° gennaio al 31 dicembre 2011
nell’ambito del territorio dell’Emilia Romagna3 gestito da Hera attraverso
le sette strutture operative territoriali di Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena,
Imola-Faenza, Modena, Ravenna e Rimini;
il capitolo “Alla fonte di tutto: il governo dell’acqua” e il paragrafo “L’attività di controllo delle Aziende Usl” sono stati redatti con il contributo
del Servizio Veterinario e Igiene degli Alimenti della Direzione Sanità e
Politiche Sociali dell’Assessorato Politiche per la Salute della Regione
Emilia-Romagna;
il capitolo “I controlli per essere ... in buone acque” riporta i dati relativi
alla qualità dell’acqua derivanti dalle analisi effettuate nel 2011 dai
laboratori Arpa per conto delle Aziende Usl. I dati sono stati forniti da
Arpa Emilia-Romagna e dal Servizio Veterinario e Igiene degli Alimenti
della Direzione Sanità e Politiche Sociali dell’Assessorato Politiche per
la Salute della Regione Emilia-Romagna.
Oltre al territorio gestito in Emilia Romagna Hera gestisce
l’acqua potabile in tre comuni della provincia di Firenze
3
10
e in tre comuni della provincia di Pesaro-Urbino. I dati riportati nel report fanno riferimento anche a questi comuni
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
Alla fonte di tutto:
il governo dell’acqua
Le attuali politiche di tutela dei corpi idrici vedono il
coinvolgimento di numerosi attori, protagonisti ciascuno
di una fase del processo di governo dell’acqua: regolamentazione e pianificazione, gestione e controllo.
Regolamentazione e pianificazione
La Regione Emilia-Romagna, attraverso la definizione di linee guida e
di indirizzi strategici, esercita la funzione normativa di regolamentazione
della risorsa idrica in accordo con le Autorità di Bacino, le Province e i
Comuni. Tale ruolo viene espletato dalla Direzione Generale Ambiente e
Difesa del Suolo e della Costa, attraverso l’elaborazione del Piano di Tutela
delle Acque, strumento di pianificazione con il quale vengono individuate
le misure necessarie per la tutela della risorsa idrica, dal punto di vista
qualitativo e quantitativo, con l’obiettivo di perseguire:
il mantenimento o il riequilibrio del bilancio idrico tra disponibilità e prelievi, indispensabile per definire gli usi compatibili delle risorse idriche
al fine della loro salvaguardia nel futuro;
la stima delle caratteristiche di qualità dei corpi idrici attraverso l’intensificazione del monitoraggio e la conseguente definizione degli interventi
per il raggiungimento degli obiettivi di qualità.
Alla Direzione Sanità e Politiche Sociali e in particolare al Servizio Veterinario
e Igiene degli Alimenti spetta, a tutela della salute pubblica, il coordinamento
delle attività delle Aziende Usl, che si concretizza principalmente nell’emanazione di atti di indirizzo contenenti i criteri per la predisposizione dei piani
di controllo delle acque destinate al consumo umano, a opera delle Aziende
Usl, e nella verifica della loro corretta attuazione.
Accanto al Piano di Tutela delle Acque, viene elaborato il Piano d’Ambito,
strumento di regolamentazione e pianificazione del servizio idrico integrato
redatto dall’Agenzia Territoriale Regionale.
L’Agenzia Territoriale Regionale ha il compito di rappresentare la domanda
collettiva del servizio e di regolarne la produzione ed erogazione all’utenza.
Attraverso il Piano d’Ambito sono definiti:
11
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
gli obiettivi di miglioramento del servizio idrico per il raggiungimento di
standard di qualità, con definizione al tempo stesso degli investimenti
occorrenti e dei livelli minimi del servizio;
l’ottimizzazione del sistema tariffario, con copertura dei costi e metodologie premianti l’efficienza e la qualità del servizio;
le politiche di gestione relative al risparmio, al riuso e alla destinazione
di risorse più pregiate per gli usi potabili.
In Emilia Romagna l’organizzazione del servizio idrico integrato è demandata alla
nuova Agenzia Territoriale Regionale dell’Emilia-Romagna per i servizi idrici
e i rifiuti, istituita con legge regionale n. 23/2011, a seguito della necessaria
riorganizzazione dei servizi dopo la soppressione delle Autorità di Ambito Territoriale. Principio cardine della nuova strutturazione del servizio idrico e rifiuti è
la creazione di un unico ambito ottimale coincidente con il territorio regionale.
La nuova Agenzia opera su due livelli cui competono distinte funzioni di governo: un ambito regionale e strutture a livello provinciale. È dotata anche di una
struttura tecnico operativa, presieduta da un direttore, anch’essa organizzata
per articolazioni territoriali.
Il Consiglio d’Ambito Regionale ha la funzione, tra l’altro, di:
approvare la ricognizione delle infrastrutture;
decidere relativamente alle modalità di affidamento del servizio;
definire le linee guida vincolanti per l’approvazione dei piani degli interventi;
approvare lo schema tipo della carta dei servizi, nonché la relativa adozione da parte dei gestori.
I Consigli locali provvedono fra l’altro:
a proporre al Consiglio d’ambito le modalità specifiche di organizzazione
e gestione dei servizi;
ad approvare il piano degli interventi, nel rispetto delle linee guida;
a controllare le modalità di effettuazione del servizio da parte dei gestori
ed a predisporre una relazione annuale al Consiglio d’ambito.
In rappresentanza degli interessi degli utenti dei servizi, ai fini del controllo
della qualità del servizio idrico integrato e del servizio di gestione dei rifiuti
urbani, presso il Consiglio d’ambito dell’Agenzia è istituito il Comitato consultivo degli utenti e dei portatori di interesse.
12
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
A proposito della tariffa del servizio idrico
Allo stato attuale le tariffe relative al
ciclo idrico sono determinate dall’Agenzia Territoriale Regionale per tutte
le sue componenti costituite dalla quota fissa, dalla quota variabile acqua e
dalle quote per la fognatura
e per la depurazione. Le
tariffe applicate da Hera
sono quindi quelle deliberate dall’Agenzia Territoriale
Regionale sulla base degli
accordi sottoscritti.
La legge Galli del 1994, così
come il Testo Unico dell’ambiente (D.Lgs. n.152/2006),
stabilisce che
le tariffe del
servizio idrico
integrato debba no copr i r e
i nt er a ment e i
costi di gestione
del servizio e il
recente referendum ha abrogato, in
questo contesto normativo, il riconoscimento, nella tariffa del servizio
idrico integrato, della remunerazione
del capitale investito secondo un tasso
di rendimento prestabilito (definito
con decreto ministeriale nel 1996 nella
misura del 7% del capitale investito).
Nel territorio servito da Hera la situazione tariffaria è da questo punto di vi-
sta piuttosto variegata. Nel complesso,
le tariffe del servizio idrico integrato
in vigore nel 2010 nei comuni serviti
da Hera coprono il
97,6% della somma dei
costi sostenuti per la
gestione del servizio
e della corretta remunerazione del capitale investito.
Con il referendum di giugno
2011, si è deciso
di modificare la
metodologia di
definizione della
tariffa eliminando la voce “remunerazione del capitale investito”.
Questa quota va a coprire gli
oneri finanziari, ovvero gli interessi passivi sul debito contratto che devono essere pagati
da Hera a coloro che hanno finanziato
gli investimenti sulle infrastrutture,
copre le imposte corrisposte allo Stato
e, per la parte rimanente, rappresenta
utile netto per il gestore.
Tuttavia, a oggi il legislatore non ha
ancora definito le modalità necessarie
per recepire l’esito del referendum. Con
la legge n. 214/2011 tuttavia si è stabilito
il passaggio delle funzioni di regolazione
economica e non economica, nonché di
13
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
controllo del settore idrico, all’Autorità
per l’Energia Elettrica e il Gas (AEEG),
mansioni da definirsi in dettaglio con
Decreto del Presidente del Consiglio dei
Ministri che alla data di redazione del
presente rapporto, non è stato ancora
emanato. Nel frattempo, il 22 maggio
2012 l’AEEG ha pubblicato un documento di consultazione nell’ambito del
procedimento per l’adozione di provvedimenti tariffari in materia di servizi
idrici. Con questa prima consultazione
l’AEEG intende sottoporre agli stakeholder alcune valutazioni preliminari sullo
sviluppo della regolazione tariffaria in
materia di servizio idrico integrato.
Nel 2012 Hera ha avviato una campagna informativa per illustrare come
vengono definite le tariffe del servizio
idrico, quali sono gli elementi che le
compongono e che le influenzano e
come vengono applicate. La campagna
“Tariffe chiare come l’acqua” è consistita in dieci cartoline, divulgate in
130 mila copie attraverso i quotidiani
locali, e una sezione di approfondimento all’interno del sito web del Gruppo
(www.gruppohera.it/acqua).
Gestione
I gestori sono le organizzazioni che materialmente forniscono il servizio
ai cittadini, sulla base dell’affidamento realizzato dall’Agenzia Territoriale
Regionale con il Piano d’Ambito. Il servizio viene regolato grazie alle convenzioni di servizio, documenti contrattuali che indicano gli standard e le
prestazioni da garantire, il costo del servizio e i relativi piani finanziari, le
penali e le sanzioni in caso di mancata osservazione di quanto previsto.
Pertanto, i gestori e l’Agenzia Territoriale Regionale collaborano sul territorio
di competenza per delineare al meglio lo schema dei servizi, in un’ottica
di ottimizzazione del sistema.
Generalmente, il gestore si occupa anche di varie attività amministrative
quali: stipula, modifica e cessazione dei contratti di erogazione del servizio
idrico integrato o di parti di esso, misurazione e registrazione dei prodotti
erogati e delle prestazioni effettuate, fatturazione e riscossione delle tariffe.
14
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
Controllo
La funzione di monitoraggio ambientale e di controllo dell’acqua viene esercitata, a livello locale, da una pluralità di soggetti, con specifiche competenze:
l’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas, le Aziende Usl, l’Agenzia Regionale per
la Prevenzione e l’Ambiente (Arpa) e l’Agenzia Territoriale Regionale.
A livello nazionale, la legge n. 106/2011, aveva previsto la creazione di un’Agenzia di regolazione nazionale, ma prima ancora che si potesse concretizzare,
è subentrata una nuova disposizione con la legge n. 214/2011 che stabilisce la
soppressione dell’ Agenzia di regolazione nazionale e il passaggio delle funzioni
di regolazione economica e non economica, nonché di controllo del settore idrico, all’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas, mansioni che saranno definite
puntualmente con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che alla data
di redazione del presente report
non è ancora stato emanato.
Le Aziende Usl, alle quali spetta
la tutela della salute pubblica,
esercitano il controllo ufficiale e la vigilanza sulle acque
destinate al consumo umano
per le quali i Sindaci possono
emettere, in qualità di Autorità Sanitarie locali, eventuali
ordinanze di non potabilità. I
Dipartimenti di Sanità Pubblica
sono le strutture delle Aziende
Usl incaricate di verificare che
l’acqua mantenga le necessarie
Campioni per una delle oltre 330.000 analisi sulle acque
caratteristiche di potabilità. A tal
potabili effettuate nel 2011 nei laboratori del Gruppo Hera
fine controllano l’acqua, sulla
base di piani che tengono conto
degli indirizzi regionali, individuando i punti rappresentativi della qualità degli
impianti stessi. In tali punti i Dipartimenti di Sanità Pubblica prelevano l’acqua
che sarà poi analizzata dai laboratori dell’Arpa. Effettuano inoltre ispezioni degli
impianti degli acquedotti per conoscerne le condizioni strutturali e funzionali e
individuare eventuali criticità.
L’Agenzia Regionale per la Prevenzione e l’Ambiente (Arpa) effettua il monitoraggio sulla risorsa idrica naturale presente sul territorio attraverso il rileva-
15
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
mento, la validazione e la trasmissione dei dati sullo stato di qualità delle acque
al sistema informativo ambientale regionale e nazionale. L’Arpa provvede alla
stesura di report tematici finalizzati a costituire la base per eventuali politiche
di risanamento della risorsa. Gestisce il monitoraggio della matrice acqua in
relazione alle acque interne superficiali e sotterranee, alle acque di transizione
e marino costiere, nonché il monitoraggio delle acque destinate alla potabilizzazione in collaborazione con le Aziende Usl. Inoltre fornisce il supporto tecnico
per l’analisi delle acque potabili distribuite alla popolazione.
L’Agenzia Territoriale Regionale svolge un’attività di controllo dell’attuazione da
parte del gestore del Piano di Ambito e del rispetto, sempre da parte del gestore,
delle Carte del Servizio.
In linea con gli incarichi affidatigli dall’Agenzia Territoriale Regionale, anche il gestore
del Servizio Idrico Integrato effettua il controllo della qualità delle acque potabili
secondo quanto previsto dalle normative vigenti: il D.Lgs. n. 31/2001 (si veda
il cap. “I controlli per essere... in buone acque”) assegna al gestore l’obbligo di
garantire la potabilità dell’acqua fino ai punti di consegna agli utenti (contatori).
La Carta del Servizio
Nella gestione del Servizio Idrico Integrato la tutela della qualità è affidata
all’Agenzia Territoriale Regionale con
criteri e parametri da diffondere ai
cittadini attraverso uno specifico documento denominato “Carta del Servizio”.
La Legge della Regione Emilia-Romagna
n. 25/1999 affidava alle Agenzie di ATO
la responsabilità di deliberare “schemi
di riferimento” delle Carte del Servizio
e al gestore di redigere le Carte stesse.
Dal 2011 risultano applicate le Carte del
servizio idrico in tutti i territori serviti.
16
Relativamente alla qualità dell’acqua
potabile, l’attuale bozza della nuova
Carta dei Servizi prevede, in continuità con la precedente, l’obbligo per il
gestore di fornire informazioni, con
cadenza almeno semestrale, sui seguenti parametri: pH, durezza totale,
residuo secco a 180 °C, ammonio, nitrati, nitriti, cloruri e fluoruro. Tali dati
sono disponibili, per singolo Comune
e in confronto con i limiti fissati dalla
normativa, sul sito internet del Gruppo
dal mese di marzo 2008.
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
Dal ciclo idrico al servizio idrico,
passando per la gestione integrata
Il servizio idrico integrato rende l’acqua disponibile in
natura fruibile all’uso e consumo umano e la restituisce
depurata all’ambiente. Hera è presente nella gestione del
servizio idrico in 227 comuni per un bacino di utenza
di oltre 3 milioni di abitanti.
Il concetto di servizio idrico attiene alla cultura in quanto riferito all’attività
dell’uomo finalizzata a soddisfare i bisogni idrici nelle strutture sociali.
Diverso è il ciclo idrico, o ciclo idrologico, che invece attiene alla natura
e descrive il trasferimento delle masse idriche (nelle diverse forme di
aggregazione) fra atmosfera, suolo e sottosuolo.
L’attività svolta dal Gruppo Hera riguarda dunque il servizio idrico e, in particolare, la gestione integrata di tutte le fasi necessarie a rendere l’acqua
fruibile e disponibile all’uso e consumo civile e industriale: dal prelievo alla
potabilizzazione fino alla distribuzione agli utenti, dalla gestione dei sistemi
fognari alla depurazione fino alla restituzione delle acque all’ambiente.
i numeri del servizio idrico hera
Comuni serviti
227
Cittadini serviti
3,1 milioni
Volumi venduti
254 milioni di m3
Impianti di potabilizzazione
326
Rete acquedottistica
31.260 km
Rete fognaria
15.000 km
Impianti di depurazione
848
17
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
Il sistema di fitodepurazione di Bentivoglio (Bologna). In Italia ancora il 15% delle esigenze del territorio
non sono coperte dal servizio di depurazione
La carta d’identità
del servizio acquedottistico di Hera
La gestione dell’insieme degli impianti di captazione, potabilizzazione e
distribuzione dell’acqua sino al cliente finale (punti 1, 2 e 3 della figura “Il
servizio idrico integrato di Hera”) costituisce il cosiddetto servizio acquedottistico. Nell’ambito del servizio acquedottistico civile, cioè dedicato alle
acque destinate al consumo umano, Hera ha gestito nel 2011:
1.415 punti di captazione,
326 impianti di potabilizzazione (esclusi i punti di disinfezione integrativa in rete),
31.260 chilometri di rete di distribuzione.
Il 53,8% della rete di distribuzione è in materiale plastico, il 21,3% in
cemento-amianto, il 17,1% in acciaio, il 6,6% in ghisa e la parte restante
in altri materiali.
I dati riportati nei seguenti paragrafi sono relativi alla gestione acquedottistica effettuata dalle Strutture Operative Territoriali di Hera in 165 comuni
dell’Emilia Romagna, cui si aggiungono, per ragioni storiche di contiguità
territoriale, 3 comuni della Toscana e 3 delle Marche (dal 1° gennaio
2012 il servizio in questi 3 comuni è passato a Marche Multiservizi). Dal
1° gennaio 2012, a seguito degli esiti di un referendum popolare che ha
sancito il passaggio di 7 comuni dalla regione Marche alla regione EmiliaRomagna, il servizio idrico viene gestito dalla SOT di Rimini e non più da
Marche Multiservizi in 4 di questi.
18
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
il servizio idrico integrato di hera
1
CAPTAZIONE/PRELIEVO
Le acque potabili, quelle per uso
irriguo e uso industriale, vengono
prelevate dall’ambiente con opere
di captazione diverse a seconda del
tipo di fonte (sorgente, pozzo, ecc)
6
RESTITUZIONE
ALL’AMBIENTE
Al termine del ciclo le
acque sono restituite
all’ambiente
5
DEPURAZIONE
Gli impianti di depurazione
migliorano le caratteristiche
delle acque reflue attraverso
processi chimico-fisici
e biologici, garantendo
che il loro scarico non alteri
gli ecosistemi naturali
4
MONITORAGGIO
E CONTROLLO
Allo scopo di
assicurare la qualità
dell’acqua erogata
e di quella restituita
all’ambiente, tutte
le fasi del ciclo sono
sottoposte a una
estesa e complessa
attività di controllo
effettuata sia presso
gli impianti, sia
mediante analisi di
laboratorio su campioni
appositamente
prelevati
FOGNATURA
Le acque reflue domestiche
e industriali vengono raccolte
da un sistema di reti e
impianti che le convoglia agli
impianti di depurazione
2
POTABILIZZAZZAZIONE
L’acqua raccolta viene sottoposta
a trattamenti specifici per
assicurare i requisiti di qualità
stabiliti dalla legge, migliorandone
le caratteristiche chimico-fisiche,
biologiche e organolettiche
3 DISTRIBUZIONE
L’acqua viene distribuita
attraverso un sistema di reti e
impianti in grado di garantire le
portate e le pressioni necessarie
nelle diverse aree, nonché di
preservare le caratteristiche
qualitative dell’acqua
19
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
Quant’è un metro cubo di acqua
Un metro cubo (mc oppure m3) d’acqua
corrisponde a mille litri (L) d’acqua che
pesano una tonnellata (1.000 kg). Considerando che una vasca da bagno contiene
tra i 100 e i 160 litri di acqua, un metro
cubo di acqua corrisponde a 6-10 bagni
nella vasca di casa. Considerando invece
che i consumi di una doccia si aggirano
sui 15 litri al minuto, un metro cubo di
acqua corrisponde a circa 22 docce.
La captazione: da dove arriva l’acqua che beviamo
Hera preleva l’acqua da diverse fonti di approvvigionamento: acque superficiali
(torrenti, fiumi e laghi), falde prevalentemente di pianura e sorgenti dislocate
sul territorio collinare e montano. Nel 2011 i prelievi da falda sono stati pari
a circa il 46% del totale, quelli da acque superficiali sono stati pari al 48%
mentre il prelievo da sorgenti è stato di poco inferiore al 6%.
Nel 2011 Hera ha immesso nelle reti di distribuzione dell’acquedotto civile
circa 304 milioni di metri cubi di acqua, facendo registrare un incremento
dell’1,4% rispetto al valore del 2010. Confrontando invece il volume immesso
in rete con quello del 2008 si può evidenziare una riduzione dello 0,5% che
corrisponde a un minore prelievo di acqua dall’ambiente per 1,5 milioni di
metri cubi. Nel 2008 si era a sua volta registrata (a parità di perimetro) una
riduzione dell’1,5% rispetto all’anno precedente (pari a circa 4 milioni di metri
cubi). Complessivamente, quindi, l’acqua immessa nelle reti di distribuzione
dell’acquedotto civile si è ridotta tra il 2007 e il 2011 di 5,5 milioni di
metri cubi pari all’1,8% dell’immesso in rete nel 2011.
Acqua immessa nell’acquedotto civile per fonte di approvvigionamento (migliaia di m3)
2008
2009
2010
2011
Falda
143.767
146.412
128.651
139.852
Acque superficiali
144.121
139.476
152.766
145.152
Sorgenti
16.311
16.936
17.380
17.653
Totale
304.199
302.824
298.797
302.657
Interscambio tra SOT
1.347
1.322
1.136
1.338
Totale complessivo
305.546
304.146
299.933
303.995
20
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
Impianto di potabilizzazione Val di Setta (Bologna)
Dal 2010, con la realizzazione dell’adduttore Reno-Setta, l’acqua
prelevata da falda si è ridotta di circa 10 milioni di metri cubi
Il 48% dell’acqua
immessa in rete
proviene da fiumi
e laghi
Il mix di fonti utilizzato dipende dalle risorse idriche naturali e dagli impianti
presenti nei singoli territori, nonché dalla disponibilità idrica nei diversi mesi
dell’anno. Le fonti superficiali sono maggiormente soggette a variazioni quantitative nel tempo a causa della diversa disponibilità idrica.
Il lieve incremento del volume totale dell’acqua immessa in rete registrato nel
2011 rispetto al 2010 è stato determinato dalle condizioni climatiche contraddistinte da precipitazioni molto scarse che hanno portato in generale a una
ridotta disponibilità di acque superficiali. Questa ridotta disponibilità è stata
compensata in Romagna con l’utilizzo di acqua di falda.
In particolare le province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini hanno dovuto affrontare una vera e propria condizione di emergenza idrica (sancita dal Decreto
del Presidente della Regione Emilia Romagna 214/2011 che ha dichiarato
lo stato di crisi) che ha determinato una notevole riduzione dei volumi forniti
dall’Acquedotto della Romagna (invaso di Ridracoli). Le elevate richieste di rete
hanno richiesto un forte sfruttamento delle riserve idriche sotterranee, con
particolare riferimento alle falde riminesi.
Con riferimento alla tabella di pagina precedente, si evidenzia come nel 2010 la
realizzazione dell’adduttore Reno-Setta abbia portato per il territorio bolognese
a una riduzione del 23% nell’acqua prelevata da falda (circa 10 milioni di metri
cubi) a fronte di un maggior prelievo di acqua superficiale. Questa variazione
si riflette anche nei dati complessivi di Gruppo.
Dal primo gennaio 2009 Hera acquista all’ingrosso quasi tutta l’acqua distribuita
in Romagna (circa il 94% nel 2011) da Romagna Acque - Società delle Fonti (vedi
approfondimento a pagina 34) che gestisce i principali impianti di produzione
idrica nelle province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini. Da questa data, infatti,
è diventato operativo il passaggio della gestione di 301 punti di captazione di
acqua da Hera a Romagna Acque-Società delle Fonti (si tratta in particolare
di 143 sorgenti, 16 impianti di derivazione da acque superficiali e 142 pozzi).
21
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
Acqua immessa in rete per fonte di approvvigionamento (2011)
SOT
Bologna
SOT
Ferrara
SOT
ForlìCesena
SOT
ImolaFaenza
SOT
SOT
Modena Ravenna
SOT
Rimini
Totale
100%
80%
60%
40%
20%
Falda
Acque superficiali
Sorgenti
0%
La potabilizzazione:
quando l’acqua diventa buona da bere
I trattamenti di potabilizzazione sono finalizzati a rendere l’acqua conforme ai
requisiti previsti per gli usi potabili migliorandone gli aspetti organolettici (colore,
odore, sapore), chimico-fisici (ad esempio, pH, residuo secco a 180 °C, durezza)
e microbiologici (ad esempio, Escherichia coli).
I principali trattamenti, illustrati in ordine di sequenza tra loro, sono i seguenti.
Sedimentazione: è un processo fisico che consente di rimuovere le sostanze
solide sedimentabili presenti nell’acqua dalla quale si separano generalmente
per gravità.
Chiariflocculazione: consiste nell’addizione all’acqua di alcuni composti chimici
(es. sali d’alluminio) che favoriscono l’aggregazione di piccole particelle, non
altrimenti sedimentabili, in aggregati più voluminosi, favorendone la rimozione
nella rete di filtrazione.
Ossidazione: si effettua con idonei agenti chimici (es. biossido di cloro, permanganato di potassio, ozono) che interagiscono con i contaminanti disciolti
(sostanze organiche e inorganiche), facilitandone la rimozione.
Filtrazione: serve a eliminare le particelle ancora presenti dopo i precedenti
processi. La filtrazione su sabbia è un processo fisico che consente di separare dall’acqua le particelle sfuggite dai comparti di sedimentazione e di
chiariflocculazione; la filtrazione su carbone attivo rimuove microinquinanti
prevalentemente organici.
Disinfezione: è lo stadio di trattamento finale che agisce sulla componente microbiologica residua e assicura l’assenza di microrganismi patogeni; usualmente
è effettuata con prodotti a base di cloro (ipoclorito di sodio, biossido di cloro)
che consentono un residuo di disinfettante in tutta la fase di distribuzione.
22
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
Le acque di migliore qualità all’origine, derivate da sorgenti e pozzi profondi,
necessitano in genere di trattamenti semplici (tipicamente sedimentazione,
filtrazione e disinfezione) in quanto beneficiano dei fenomeni naturali di “autodepurazione” che avvengono durante la filtrazione dell’acqua nel terreno e
negli strati del sottosuolo. Le acque superficiali e alcune acque di falda, specie
quelle di pianura, a causa delle loro caratteristiche e della loro vulnerabilità
a inquinamenti accidentali, richiedono filiere di trattamento complesse comprendenti in genere molte o tutte le fasi precedentemente descritte. In alcune
acque di falda è necessario effettuare trattamenti per la rimozione di inquinanti
di origine naturale, quali ammoniaca, ferro e manganese, e di origine antropica, i più comuni dei quali sono i nitrati e taluni composti organoalogenati.
Il cloro nell’acqua potabile
Nella filiera di trattamento la disinfezione è indispensabile per garantire
al consumatore finale un’adeguata
protezione igienico-sanitaria. Il
dosaggio di disinfettanti a base di cloro,
sia nell’impianto di produzione sia lungo
la rete di distribuzione, garantisce la
rimozione all’origine dei microrganismi potenzialmente patogeni e
la persistenza necessaria a evitare il
loro sviluppo durante la distribuzione.
L’introduzione della clorazione nei primi
anni del secolo scorso, unitamente ai
trattamenti di filtrazione, ha ridotto
drasticamente a livello mondiale la diffusione di patologie connesse all’acqua
utilizzata per l’alimentazione.
Affinché l’acqua perda l’odore e il sapore
derivanti dalla presenza di cloro, è sufficiente adottare piccoli accorgimenti
domestici: lasciare l’acqua in una brocca,
magari riempiendola e rimettendola nel
frigorifero di casa a fine pasto così che
sia pronta al pasto successivo, in modo
da consentire al cloro di volatilizzarsi
gradualmente. Oppure consumarla fredda, l’acqua a bassa temperatura risulta
più gradevole.
Nella mappa e nella tabella successiva sono riportati i principali impianti di
potabilizzazione da cui si alimentano gli acquedotti civili gestiti da Hera, con
una produzione di circa 690.000 metri cubi di acqua al giorno, pari a circa
l’83% dell’acqua immessa in rete. La mappa mostra anche le principali reti di
distribuzione che si sviluppano nel territorio servito. Nel territorio delle SOT di
Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini 301 punti di captazione su 367 complessivi
sono gestiti da Romagna Acque - Società delle Fonti.
23
sot modena
Impianti minori
65
Punti di captazione
255
Sorgenti
171
Derivazioni da acque superficiali
3
Pozzi
81
Pozzi Marzaglia
Pozzi
Stellata
Po
C
P
Pozzi Cognento
Modena
Pozzi
Formigine
Pozzi
San Vitale
Pozzi
Modena Sud
Pozzi Sassuolo
Pozzi San Cesario
sot bologna
Impianti minori
58
Punti di captazione
254
Sorgenti
193
Derivazioni da acque superficiali
4
Pozzi
57
Pozzi
Tiro a Segno
Bologna
Pozzi
Borgo Panigale
Centrale
Val di Setta
Pozzi
Fossolo
Pozzi
Mirandola
Setta
Reno
Diga Suviana
Suviana
Brasimone
L’acquedotto gestito da Hera
in Emilia Romagna
sot imola-faenza
*Tra parentesi il numero di impianti e punti di captazione gestiti da Hera
Rete Principale Hera
Rete Romagna Acque
Fiumi e bacini
Impianti di potabilizzazione
alimentati con acque di falda
Impianti di potabilizzazione
alimentati con acque di superficie
Impianti minori
88
Punti di captazione
251
Sorgenti
200
Derivazioni da acque superficiali
6
Pozzi
45
Po
sot ferrara
Centrale
Pontelagoscuro
Ferrara
Impianti minori
1
Punti di captazione
34
Sorgenti
0
Derivazioni da acque superficiali
3
Pozzi
31
Mare Adriatico
sot ravenna*
Reno
Impianti minori
2 (0)
Punti di captazione
4 (0)
Sorgenti
0 (0)
Derivazioni da acque superficiali
1 (0)
Pozzi
3 (0)
NIP
Centrale
Bubano
Ravenna
Imola
sot rimini*
Pozzi Imola
Forlì
Cesena
Pozzi Forlì
Impianti minori
80 (52)
Punti di captazione
180 (66)
Sorgenti
68 (59)
Derivazioni da acque superficiali
11 (5)
Pozzi
101 (2)
Pozzi Anello Nord
Pozzi Raggera
Pozzi Cesena
Rimini
Centrale Campana
Pozzi Polveriera
sot forlì-cesena*
Impianti minori
54 (0)
Punti di captazione
181 (0)
Diga di Ridracoli
Sorgenti
133 (0)
Ridracoli
Derivazioni da acque superficiali
9 (0)
Pozzi
39 (0)
Diga
Conca
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
principali impianti in cui si potabilizza l’acqua distribuita da hera (2011)
Tipo Fonte
Trattamento1
Centrale Val di Setta
superficie (torrente Setta)
B
Pozzi Borgo Panigale
falda
A
Pozzi Tiro a Segno
falda
C
Pozzi San Vitale
falda
B
Pozzi Fossolo
falda
C
Pozzi Mirandola
falda
A
Diga Suviana
superficie (bacino di Suviana)
B
Bubano5
superficie (bacini di Bubano)
C
Pozzi Imola
Diga Ridracoli4
falda
A
superficie (bacino di Ridracoli)
B
falda
B
Pozzi Forlì2
falda
A
superficie (fiume Po)
C
Pozzi Stellata
falda
C
Pozzi Cognento
falda
A
Pozzi Cesena
2
Centrale Pontelagoscuro
Pozzi Modena sud
falda
A
Pozzi Marzaglia
falda
A
Pozzi San Cesario
falda
A
Pozzi Tommaselli
falda
A
Pozzi Santa Cecilia
falda
A
superficie3
C
Centrale Campana2
falda
B
Pozzi Polveriera
falda
A
Pozzi Anello Nord2
falda
A
falda
B
superficie (bacino del Conca)
C
NIP2
2
Pozzi Raggera
2
Diga Conca2
1
La tipologia di trattamento è riportata in tabella con i seguenti codici:
A = trattamento fisico semplice e/o disinfezione
B = trattamento fisico e chimico normale e disinfezione
C = trattamento fisico e chimico spinto con affinazione e disinfezione
26
Impianti gestiti dal 1° gennaio 2009 da Romagna Acque - Società
delle Fonti
3
Fiume Reno, fiume Lamone, fiume Po tramite Canale Emiliano Romagnolo
2
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
Comune
Provincia
Produzione media (m3/g)
Abitanti massimi servibili
Sasso Marconi
BO
125.048
829.440
Bologna
BO
34.228
Bologna
BO
23.025
Calderara di Reno
BO
25.195
311.000
Bologna
BO
6.795
62.000
San Lazzaro di Savena
BO
9.013
62.000
Castel di Casio
BO
4.779
33.000
Mordano
BO
14.111
159.000
Imola
BO
15.791
116.000
Santa Sofia
FC
140.742
1.244.000
Forlì
FC
13.103
163.000
Cesena
FC
14.452
104.000
Ferrara
FE
75.000
215.000
Bondeno
FE
6.280
35.000
Modena
MO
23.700
138.000
Modena
MO
1.800
40.000
Modena
MO
24.700
138.000
San Cesario sul Panaro
MO
14.700
83.000
Formigine
MO
17.500
66.000
Sassuolo
MO
12.100
49.000
Ravenna
RA
39.832
300.000
Rimini
RN
14.516
156.000
Rimini
RN
8.849
86.000
Rimini
RN
11.797
69.000
Rimini
RN
10.963
69.000
Misano Adriatico
RN
1.552
35.000
L’impianto di potabilizzazione di Santa Sofia in cui si tratta l’acqua
dell’invaso di Ridracoli è gestito da Romagna Acque - Società delle
Fonti fin dalla sua realizzazione
4
380.160
L’impianto produce acqua per la rete industriale parte della quale
viene potabilizzata e immessa nell’acquedotto civile. I valori riportati
si riferiscono solo alla quota destinata alla potabilizzazione
5
27
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
Acqua immessa in acquedotto civile per tipologia di trattamento (2011)
Sola disinfezione
Disinfezione
e altri trattamenti
Totale
23%
77%
100%
Territorio di SOT Ferrara
0%
100%
100%
Territorio di SOT Forlì-Cesena
15%
85%
100%
Territorio di SOT Imola-Faenza
28%
72%
100%
Territorio di SOT Modena
99%
1%
100%
Territorio di SOT Ravenna
0%
100%
100%
Territorio di SOT Rimini
67%
33%
100%
Totale
37%
63%
100%
Territorio di SOT Bologna
I processi di trattamento possono prevedere la semplice disinfezione oppure
modalità più complesse a seconda della qualità dell’acqua di approvvigionamento. In generale prevalgono trattamenti complessi: nei territori di Ravenna
e Ferrara rappresentano il 100% in quanto si utilizzano acque derivate da
corsi idrici a elevati impatti ambientali e vulnerabili a inquinamenti accidentali. Rimini e Modena invece hanno un approvvigionamento prevalente da
acqua di falda con caratteristiche all’origine tali da consentire la semplice
disinfezione che risulta quindi la tipologia di trattamento prevalente.
Impianto di potabilizzazione di Val di Setta (Bologna) che produce giornalmente 125 mila
metri cubi di acqua buona e sicura per 800.000 persone
28
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
La rete idrica
come la rete
stradale: autostrade,
vicoli e raccordi per
servire l’acqua nel
posto giusto e al
momento giusto
La distribuzione: l’acqua al posto
giusto nel momento giusto
L’acqua potabilizzata viene immessa nella rete di distribuzione e, attraverso serbatoi di compenso e impianti di
sollevamento, raggiunge i clienti finali scorrendo senza
bisogno di energia supplementare fino ai rubinetti. Lungo
le reti di distribuzione, che seguono in genere le direttrici
stradali, sono presenti impianti cosiddetti “in linea”, destinati a garantire una regolazione delle pressioni di esercizio e/o una disinfezione
di copertura. Da tali reti si diramano gli allacciamenti che le collegano con le
reti interne dei clienti finali.
L’esistenza di serbatoi di compenso permette una costante erogazione del
servizio, consentendo di rendere parzialmente indipendenti le quantità immesse in rete da quelle prelevate dall’utenza e garantendo volumi di riserva per
sopperire a eventuali fuori servizio impiantistici.
Il sistema acquedottistico di Bologna:
il campo pozzi di Tiro a Segno
Il principale sistema acquedottistico presente nel territorio bolognese serve
la città di Bologna, i comuni della pianura e della prima collina bolognese e
parte dei comuni dell’area montana ed è alimentato dalla centrale di potabilizzazione Val di Setta a Sasso Marconi (che preleva l’acqua dal torrente
Setta e dal fiume Reno) e dai pozzi di falda sulle conoidi del fiume Reno e
dei torrenti Savena e Idice.
Ulteriori acquedotti sono presenti a San Giovanni in Persiceto e Bazzano
(alimentati dai campi pozzi della conoide del fiume Panaro) e nel territorio
montano (alimentati principalmente da captazioni superficiali come quella
presso il lago di Suviana e da sorgenti locali). Il principale di questi è l’acquedotto di Suviana servito dal potabilizzatore sulle rive dell’omonimo lago.
Con 81,5 milioni di metri cubi distribuiti nel 2011, pari a circa il 90% del
totale dei volumi prodotti dagli acquedotti bolognesi, l’acquedotto principale di Bologna ha alimentato un bacino di utenza di 770 mila abitanti. Il
fabbisogno idrico viene soddisfatto in misura prevalente dalla centrale Val
di Setta, la cui produzione 2011 è stata pari a 45,6 milioni di metri cubi, e
integrata dalle acque di falda dei campi pozzi Borgo Panigale, Tiro a Segno
e Fossolo (nel comune di Bologna), San Vitale (nel comune di Calderara di
Reno) e Mirandola (nel comune di San Lazzaro).
29
Campo pozzi di Manzolino
San Giovanni
in Persiceto
Campo pozzi di San Vitale
Campo pozzi di Magazzino
ACQUEDOTTO
PRIMARIO
Campo pozzi di Tiro a Segno
Campo pozzi di Fossolo
Bazzano
Campo pozzi di Borgo Panigale
Campo pozzi di Mirandola
BOLOGNA
Centrale di Val di Setta
F. R
e
no
Savigno
ett
T. S
T. Brasimone
Camugnano
T. Setta
F. R
en
o
F. Lim
entra
Acquedotto
Suviana
a
Vergato
Castel d’Aiano
Invaso Suviana
Invaso Brasimone
Diga di Suviana
Nel territorio bolognese sono presenti otto sistemi acquedottistici di cui il principale, l’acquedotto primario, con
81,5 milioni di m3 distribuiti nel 2011 ha coperto il 90% dei fabbisogni idrici del comprensorio (770.000 abitanti)
Le acque prelevate dalla falda vengono sottoposte a sola disinfezione negli
impianti Borgo Panigale e Mirandola, mentre nei rimanenti subiscono anche
un processo di filtrazione; le potenzialità di tali impianti sono variabili tra
100 e 900 litri al secondo.
Una galleria scavata nella roccia nel 15 d.C., denominata “cunicolo romano”,
drena le acque del torrente Setta in prossimità della centrale Val di Setta e
le trasporta per gravità all’impianto di rilancio di Viale Aldini.
L’architettura della rete si sviluppa con dorsali di grande diametro (fino a
1,5 metri) che collegano i principali impianti di produzione e trasportano le
acque fino alle zone periferiche del territorio. Una delle principali, denominata
“tangenziale idrica”, cinge ad anello la città di Bologna e mette in collegamento i due principali serbatoi di compenso ubicati ai piedi della collina nei
comuni di Casalecchio di Reno e San Lazzaro di Savena. Tali serbatoi, con
un volume di 40.000 metri cubi ciascuno, consentono di fare fronte alle
richieste di punta delle utenze e di compensare eventuali fermi degli impianti
30
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
di produzione. La distribuzione alle utenze avviene per mezzo di una rete di
distribuzione capillare nella quale, per mezzo di valvole pilotate per la riduzione della pressione, viene mantenuto un valore di pressione ottimale per
garantire la qualità del servizio e per contenere le perdite idriche.
L’entrata in esercizio del campo pozzi Tiro a Segno, situato sulla sponda
destra del fiume Reno, risale al 1937, quando per mezzo di 6 pozzi profondi
220 metri era possibile prelevare fino a 300 litri al secondo. La potenzialità
massima della centrale, attualmente pari a 900 litri al secondo, è il risultato
di successivi ampliamenti e ammodernamenti che hanno aumentato la dotazione a 13 pozzi in grado di sfruttare l’acquifero della conoide alluvionale
del fiume Reno fino ad una profondità di 350 metri di profondità.
Esistono due distinte reti pozzi interne all’impianto, in funzione della qualità
dell’acqua captata:
l’acqua che non richiede alcun trattamento particolare per la sua potabilizzazione viene immessa direttamente nella rete di distribuzione attraverso
i gruppi di sollevamento;
l’acqua che necessita di trattamenti di potabilizzazione viene invece inviata
all’impianto di filtrazione.
La filtrazione è a doppio stadio: le acque captate dalla falda transitano in
successione prima attraverso filtri a sabbia attivati biologicamente per la
rimozione del ferro e del manganese e poi attraverso filtri a carbone attivo
per la rimozione di organo alogenati dovuti a contaminazione antropica della
falda. Le acque di scarico derivanti dal processo di lavaggio dei filtri a sabbia
vengono raccolte e trattate in una specifica sezione dell’impianto.
Il processo di potabilizzazione si completa con la disinfezione con biossido
di cloro che garantisce una clorazione di copertura, in funzione delle portate
prodotte e delle concentrazioni di cloro residuo misurate con apposite sonde
nell’acqua trattata.
La centrale è governata localmente da un sistema di automazione basato su
di un PLC che costituisce l’interfaccia fra i vari organi di centrale, i pannelli
operatore locali e il sistema di telecontrollo. È a questo sistema che è affidato il corretto funzionamento dell’impianto in ogni condizione di esercizio e
che in caso di anomalie provvede a porlo tempestivamente in condizioni di
sicurezza e a trasmettere al sistema di telecontrollo i necessari segnali di
allarme. La centrale è controllata a distanza da un sistema di telecomando
e segnalazione collegato attraverso una linea telefonica di trasmissione dati
con il centro di telecontrollo di Forlì.
31
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
1 LaI 13captazione
pozzi presenti, profondi da 145 a 350
metri, hanno struttura classica con sviluppo verticale e grande diametro indicata
per lo sfruttamento di risorse idriche allocate in sistemi multistrato profondi con
granulometrie degli acquiferi a prevalenza
di elementi ghiaiosi.
Un pozzo per il prelievo dell’acqua
nell’impianto di Tiro a Segno
2 LaLa filtrazione
sezione è costituita da due linee paral-
lele identiche della potenzialità di 225 litri
al secondo e dotate ciascuna di 11 filtri.
L’acqua grezza addizionata con ossigeno
liquido e miscelata nel primo filtro ossidatore/dissabbiatore transita attraverso il primo
stadio di filtrazione a sabbia, costituito da
5 filtri disposti in parallelo. Durante questo
processo vengono rimosse le sabbie silicee,
trattenuti gli ossidi di ferro e manganese
generati a seguito dall’iniezione di ossigeno
puro e abbattuta l’ammoniaca per degradazione biologica. Il secondo stadio filtrante,
costituito sempre da 5 filtri in parallelo ma
a base di carbone attivo, ha la funzione di
rimuovere i composti organo alogenati.
32
La sezione di filtrazione a sabbia
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
3 LaL’acqua
disinfezione
prodotta è sottoposta al trattamento di disinfezione, che serve a garantire
l’assenza di agenti patogeni nell’acqua. La
disinfezione è realizzata mediante l’immissione di biossido di cloro prodotto in soluzione liquida per reazione tra acido cloridrico e clorito sodico in presenza di acqua di
diluizione. Il funzionamento dell’impianto di
disinfezione è condizionato dal regime d’esercizio della centrale. Il corretto dosaggio
del disinfettante è controllato da strumenti che misurano il cloro residuo presente
nell’acqua trattata.
Il trattamento di disinfezione
con biossido di cloro
Le pompe di rilancio che immettono
l’acqua nella rete di distribuzione
4 LaLe potabilizzazione
pompe di rilancio ricevono l’acqua
sia direttamente dalla rete dei pozzi sia
dall’impianto di filtrazione e la immettono nella rete adduttrice. Sono costituite
da quattro gruppi elettropompa ad asse
verticale di tipo centrifugo, tre da 450 litri
al secondo e una da 210 litri al secondo.
33
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
Nel 2011
Romagna
Romagna Acque-Società delle Fonti S.p.A. è il gestore delle Acque ha fornito
fonti di produzione di acqua potabile del territorio romagno- il 37% dell’acqua
lo. Opera storicamente nella gestione degli impianti, delle immessa in rete
reti e dei serbatoi costituenti l’Acquedotto della Romagna, da Hera
Chi è Romagna Acque
alimentati dall’invaso di Ridracoli; dal 1° gennaio 2009
gestisce anche tutti gli altri impianti idrici romagnoli situati nelle province di
Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini. Le principali fonti di alimentazione di superficie, oltre a Ridracoli, sono il CER (da cui si alimenta il NIP di Ravenna e da
cui si alimenterà il nuovo NIP 2, in via di realizzazione), il Lamone e il Reno
per il ravennate; il Conca nel riminese. A queste si aggiungono le numerose
fonti sotterranee, presenti prevalentemente nel forlivese, nel cesenate e nel
riminese (soprattutto nella conoide del fiume Marecchia).
Le acque provenienti da queste fonti sono trattate dai diversi impianti dislocati sul territorio: primi fra tutti l’impianto di Capaccio a Santa Sofia e il
NIP a Ravenna, a cui si aggiungono numerosi altri piccoli impianti presenti
nelle tre province. Attraverso tali strutture la società garantisce a Hera, in
qualità di fornitore all’ingrosso, la copertura dell’intero fabbisogno per usi
civili del territorio romagnolo.
L’acquedotto è costituito da opere, infrastrutture e impianti utilizzati per la
raccolta (captazione), il passaggio al successivo trattamento (potabilizzazione), il trasferimento ai serbatoi di accumulo (adduzione) e infine la consegna
dell’acqua a Hera S.p.A. che provvede alla successiva distribuzione all’utente
finale. Complessivamente, la rete delle condotte di adduzione è lunga circa
600 chilometri. Nel 2011 Romagna Acque ha fornito a Hera quasi 112
milioni di metri cubi di acqua.
Il capitale sociale di Romagna Acque-Società delle Fonti S.p.A. è detenuto
interamente da enti pubblici del territorio. La mission consiste nel “garantire
acqua in qualità e quantità adeguata in ogni momento dell’anno, a tutto il
territorio romagnolo, salvaguardando l’ambiente e la risorsa e garantendo
impatti tariffari contenuti”.
In linea con questo obiettivo, Romagna Acque ha recentemente approvato
un importante piano degli investimenti per il periodo 2012-2023, pari a circa
300 milioni di euro (di cui 240 per l’acquedottistica), che si basa su alcuni
presupposti strategici essenziali secondo cui l’uso ottimale della risorsa
idrica deve coniugare aspetti ambientali, economici e industriali.
Il più significativo intervento previsto dal Piano degli Investimenti di Roma-
34
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
Il più significativo investimento di Romagna Acque in corso è il nuovo potabilizzatore
di Ravenna che utilizzerà acqua proveniente dal Canale Emiliano Romagnolo
gna Acque è il nuovo grande potabilizzatore in via di costruzione a Ravenna,
denominato NIP2, che utilizzerà acqua proveniente dal Canale Emiliano
Romagnolo e ne potabilizzerà le acque grazie a tecnologie all’avanguardia,
con un elevatissimo livello qualitativo della risorsa potabilizzata.
Particolarmente importante è infine il lavoro quotidiano di controllo sulla
risorsa idrica, che si integra e si somma a quello realizzato da Hera. In
particolare, nel corso del 2011 il Servizio Integrato Laboratorio Analisi di
Romagna Acque ha effettuato circa 146 mila analisi su oltre 8 mila campioni
prelevati: i controlli sono svolti sia sull’acqua allo stato grezzo, sia sull’acqua
all’uscita degli impianti, sia infine su quella ai punti di consegna.
Qualità dell’acqua ai punti di consegna nelle province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini
Concentrazione ioni idrogeno (pH)
D.Lgs. n. 31/2001
Anno 2011
(valori minimi e massimi)
6,5-9,5
7,6 - 7,8
501
21 - 29,8
1.5001
312 - 423
Cloruro (mg/L)
250
19,3 - 51,9
Nitrato (mg/L)
502
3,9 - 9,9
Sodio (mg/L)
200
16,3 - 30,8
Durezza totale (°F)
Residuo secco a 180° (mg/L)
1
Per i parametri durezza totale e residuo secco a 180° il D.Lgs. n. 31/2001
prevede un valore consigliato.
2
Parametro riportato nelle parti A e B dell’allegato 1 del D.Lgs. n.
31/2001. Gli altri sono riportati nella parte C dell’allegato 1 e classificati
dalla normativa “parametri indicatori”. Si veda pag. 38.
35
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
I controlli per essere...
in buone acque
Affermare che l’acqua è buona da bere significa garantirne
la qualità e salubrità per il consumo potabile nel massimo
rispetto dei requisiti normativi. Piani di controllo delle
acque sono perciò definiti sia dal gestore sia dai Dipartimenti di Sanità Pubblica delle Aziende Usl.
L’attività di controllo di Hera
Hera gestisce il sistema idrico garantendo ai propri clienti un’acqua buona da
bere, nel rispetto dei requisiti normativi, con una sorveglianza costante realizzata attraverso la pianificazione di controlli mirati su tutta la filiera di produzione
dell’acqua potabile che va dalle fonti di approvvigionamento alla distribuzione.
L’accertamento della qualità dell’acqua prelevata e distribuita comporta
un’attività di monitoraggio e controllo che viene effettuata secondo modalità
definite a livello di Gruppo e applicate da ogni singola Struttura Operativa
Territoriale. Più in particolare, annualmente viene stilato il Piano di Controllo
Analitico del Servizio Idrico Integrato, articolato nei Piani di Controllo dei
singoli territori. Tali documenti hanno l’obiettivo di garantire la conformità
legislativa e assicurare un elevato standard qualitativo del prodotto. Nel
Piano sono documentati:
i punti di campionamento da sottoporre al controllo
sulle filiere di trattamento e sulle reti distributive;
L’accertamento
i parametri analitici oggetto di monitoraggio;
della qualità
la frequenza di analisi.
dell’acqua
I criteri di elaborazione del Piano prediligono l’ottenimento di comporta
dati di qualità, in termini di significatività, anziché l’esaustività un’attività di
delle rilevazioni. Infatti, pur prevedendo una base di controllo monitoraggio
omogenea per tutto il territorio servito, il Piano è concepito e controllo che
ad hoc per rispondere a particolari esigenze impiantistiche viene effettuata
o a specifiche necessità di monitoraggio emerse dall’analisi secondo modalità
delle serie storiche dei dati. Tali criteri sono conformi alle definite a livello
più recenti linee guida pubblicate in Italia secondo cui:
di Gruppo
36
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
ai fini della sorveglianza routinaria dei requisiti di qualità
delle acque, un numero elevato di controlli mirato solo
ad alcuni parametri ha talora
molto più significato rispetto
all’esecuzione di pochi controlli
volti al rilevamento di numerosi
parametri, spesso non giustificati dalla storia della fonte di
approvvigionamento;
è preferibile privilegiare il conIl piano di controllo delle acque definito da Hera
trollo più frequente dei parametri
ha l’obiettivo di garantire la conformità legislativa
più significativi, piuttosto che il
controllo meno frequente di un
maggior numero di parametri in tutti i punti di prelievo, basando quindi la
programmazione su un’attenta valutazione delle serie analitiche storiche.
Il grado di sorveglianza sulle caratteristiche qualitative dell’acqua non va
peraltro valutato sulla base della semplice quantificazione del numero di
determinazioni effettuate, quanto piuttosto attraverso un’attenta e scrupolosa scelta dei parametri da monitorare, al fine di prevenire o ridurre al
minimo il rischio di casi di non conformità. I principali criteri adottati per
la redazione del Piano sono i seguenti:
il rispetto delle norme vigenti a livello comunitario, nazionale e locale;
il concetto di acquedotto come “impianto di produzione” di acqua destinata al consumo umano, cioè come un sistema produttivo unitario da
gestire e controllare con un approccio integrato;
la piena consapevolezza del significato dei parametri analitici e della
loro dinamica;
la preferenza per parametri di carattere generale (es. conducibilità) in
grado di segnalare variazioni anomale della qualità dell’acqua che possono poi essere approfondite con ulteriori analisi;
il grado di vulnerabilità delle fonti idriche utilizzate;
i dati analitici storici per verificare i parametri critici e il livello di rischio;
l’individuazione dei parametri critici e del livello di rischio sulla base dei
dati analitici statistici;
37
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
la conoscenza della rete distributiva nei termini di lunghezza e materiali a contatto con l’acqua potabile, nonché di presenza di serbatoi di
accumulo e utenze particolari;
la conoscenza dei reagenti utilizzati nei processi di trattamento e in
distribuzione.
Il prelievo dei campioni da sottoporre ad analisi è una fase particolarmente
delicata nell’attività di controllo. Per quanto riguarda il prelievo di campioni
destinati ad analisi microbiologiche, si adottano rigorose regole di asetticità.
La normativa sui controlli delle acque potabili
II D.Lgs. n. 31/2001 e n. 27/2002, attuativi della direttiva 98/83/CE, rappresentano le norme di riferimento per
il controllo della qualità delle acque
destinate al consumo umano. Essi
prevedono che su tali acque vengano
eseguiti due tipi di controllo analitico
chimico-fisico e microbiologico:
- controlli interni, di responsabilità del Gestore;
- controlli esterni, effettuati dalle Aziende Usl.
La normativa elenca i parametri da monitorare e a
ognuno di essi attribuisce
un “valore parametrico”
che costituisce un valore
limite, superato il quale occorre provvedere con adeguati
interventi. I parametri da monitorare
e di cui si chiede il rispetto della conformità sono inseriti nell’allegato 1 del
D.Lgs. n. 31/2001. Per le parti A (parametri microbiologici) e B (parametri
chimici) di tale allegato, in caso di
38
non conformità al valore parametrico,
viene proposto un percorso delineato
dall’Azienda Usl (art. 10 del D.Lgs. n.
31/2001 successivamente modificato
dal D.Lgs. n. 27/2002), che prevede
il ripristino immediato della qualità
dell’acqua da parte del Gestore. La parte
C dello stesso allegato 1 riporta invece
una serie di parametri definiti
“indicatori”. Anche per tale
gruppo di parametri sono
definiti i valori di cui si
richiede il rispetto, cambia tuttavia il percorso
da intraprendere (art. 14
del D.Lgs. n. 31/2001 successivamente modificato
dal D.Lgs. n. 27/2002). In
questo caso, infatti, il soggetto
competente non è più l’Azienda Usl,
bensì l’Agenzia Territoriale Regionale
che pianifica interventi volti al ripristino
della qualità dell’acqua, ma senza quel
carattere di “emergenza” che è riservato
ai parametri delle parti A e B.
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
Il Sistema Laboratori
di Hera
L’attività di analisi dei campioni è effettuata attraverso il Sistema Laboratori del
Gruppo Hera costituito da tre laboratori,
ubicati a Bologna, Forlì e Ravenna con
diverse unità logistiche per i campionamenti, dislocate sul territorio, a stretto
contatto con i diversi impianti.
Le unità operative dei laboratori di Bologna e Forlì costituiscono un laboratorio “multi sito” accreditato Accredia
(Ente Italiano di Accreditamento) in
conformità alla norma UNI EN ISO/IEC
17025:2005. Il Sistema di Gestione
della Qualità del laboratorio multi sito è
certificato in conformità alla norma UNI
EN ISO 9001:2008. Inoltre il laboratorio
Analisi microbiologiche al laboratorio di Sasso
di Bologna, dedicato alle analisi delle
Marconi (Bologna) dove vengono realizzate
acque potabili, delle acque reflue e alle
tutte le analisi sull’acqua distribuita da Hera
analisi microbiologiche, è riconosciuto
dal Ministero dell’Istruzione, Università
e Ricerca come laboratorio di ricerca.
Il Sistema Laboratori del Gruppo prevede uno specifico servizio di trasporto
campioni, operativo 7 giorni su 7, dalle unità di campionamento dislocate sul
territorio al laboratorio di Bologna. I mezzi adibiti al trasporto assicurano l’assoluta adeguatezza della conservazione
I laboratori
dei campioni prelevati (refrigerazione e registrazione delle del Gruppo sono
temperature di trasporto) a dimostrazione del fatto che il operativi sette
livello e la qualità dei controlli non dipendono dal luogo giorni su sette
fisico nel quale viene svolta l’attività analitica se, come ed effettuano
nel caso di Hera, vengono garantite corrette operazioni di più di 900 analisi
campionamento e di trasporto dei campioni stessi.
al giorno sulle
I risultati delle analisi sono resi disponibili ai gestori acque potabili
degli impianti di potabilizzazione nello stesso giorno di con il lavoro
esecuzione del campionamento quando tecnicamente di 80 tecnici
possibile (per diversi parametri come ad esempio i specializzati
39
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
parametri microbiologici le analisi durano più giorni). Per le analisi microbiologiche la disponibilità dei risultati è garantita in 24-48-72 ore. È
inoltre disponibile strumentazione per analisi in tempo reale per numerosi
parametri così come è previsto un servizio di emergenza attraverso il
quale i gestori degli impianti di potabilizzazione possono avvalersi di un
supporto analitico 24 ore su 24.
Attraverso il lavoro di circa 80 tecnici specializzati, per 365 giorni all’anno,
i laboratori Hera assicurano al Gruppo gli strumenti per il monitoraggio
ottimale del servizio idrico.
Nel 2011 nei laboratori del Gruppo sono state effettuate sulle acque
potabili 336.406 analisi, oltre 900 al giorno, di cui 189.960 nelle reti
di distribuzione.
Per quanto riguarda la numerosità dei controlli che Hera effettua negli impianti e nelle reti di distribuzione, è opportuno sottolineare che i controlli
eseguiti sono connessi sia alla complessità acquedottistica sia al grado
di vulnerabilità delle fonti (le acque superficiali sono solitamente più
contaminate e più esposte a inquinamenti accidentali rispetto alle acque
di falda e di sorgente). Nella tabella seguente è indicato il numero delle
analisi sulle acque potabili.
ANALISI sulle acque potabili PER TERRITORIO (2011)
Numero di analisi
di cui sulla rete
di distribuzione
Lunghezza della rete (km)
SOT Bologna
66.920
36.133
6.934
SOT Ferrara
65.329
17.428
2.503
SOT Forlì-Cesena
52.767
36.324
3.969
SOT Imola-Faenza
53.000
24.855
3.517
SOT Modena
32.564
17.073
4.514
SOT Ravenna
27.881
27.881
2.357
SOT Rimini
37.945
30.266
2.978
Totale
336.406
189.960
26.772
40
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
Il valore di Modena è giustificato dalla semplicità del sistema di approvvigionamento e trattamento (solo acque di falda, a bassissima variabilità e
semplicemente disinfettate). Viceversa i valori più alti della romagna sono
conseguenti alla necessità di monitorare con più attenzione un’acqua non
prodotta da Hera e fornita da un terzo dove la variabilità è molto elevata per
la tipologia di fonti utilizzate e la diversa miscelazione stagionale.
L’attività di controllo delle Aziende Usl
L’attività di controllo e vigilanza delle acque destinate al consumo umano
trova, a livello regionale, specifiche indicazioni nelle due circolari regionali
n. 2/1999 e n. 9/2004 che dettano criteri per l’organizzazione di piani di
controllo effettuati dai Dipartimenti di Sanità Pubblica delle Aziende Usl
che forniscono anche indicazioni sulla corretta gestione delle difformità
analitiche riscontrate nell’acqua.
La predisposizione del piano annuale dei controlli e l’individuazione della
mappa dei punti di prelievo tengono conto dell’articolazione dell’acquedotto e del suo grado di complessità per poter accertare il mantenimento
costante dei requisiti di qualità dell’acqua fino ai rubinetti. Nei punti
rappresentativi dell’acquedotto vengono effettuati quindi campionamenti
di acqua, che viene poi analizzata da Arpa nei laboratori di Bologna (area
centro-est della regione) e di Reggio Emilia (per le province dell’area ovest).
L’Azienda Usl, attraverso il controllo ufficiale, verifica anche l’attività e la
corretta gestione del servizio idrico.
Vengono eseguite due tipologie di controllo:
il controllo di routine, che
come detta il D.Lgs. n.
Piani di controllo vengono effettuati dai dipartimenti
31/2001 “Mira a fornire ad
di sanità pubblica delle Aziende USL
intervalli regolari informazioni
sulla qualità organolettica e
microbiologica delle acque
fornite per il consumo umano,
nonché informazioni sull’efficacia degli eventuali trattamenti dell’acqua potabile
(in particolare disinfezione),
per accertare se le acque
41
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
Per un
destinate al consumo umano rispondano o meno ai
pertinenti valori di parametro fissati dal presente de- acquedotto che
creto”. Rientrano in questo controllo parametri quali ad eroga ogni giorno
esempio il colore, il ferro, la torbidità, il disinfettante 1.000 metri cubi
utilizzato e parametri microbiologici quali l’Escherichia di acqua e serve
5.000 abitanti, la
coli e i batteri coliformi;
il controllo di verifica, che, come detta il decreto stesso, norma individua 4
“Mira a fornire le informazioni necessarie per accerta- controlli all’anno
re se tutti i valori di parametro contenuti nel decreto di routine e 1
sono rispettati. Tutti i parametri fissati sono soggetti controllo all’anno
a controllo di verifica, a meno che l’Azienda sanitaria di verifica
locale competente al controllo non stabilisca che, per
un periodo determinato, è improbabile che un parametro si ritrovi in un
dato approvvigionamento d’acqua in concentrazioni tali da far prevedere
il rischio di un mancato rispetto del relativo valore di parametro”.
I parametri chimico-fisici e microbiologici da rilevare fissati dalla norma
sono 51 e possono essere integrati dai Dipartimenti di Sanità Pubblica a
seconda delle situazioni di rischio individuate o della tipologia delle fonti
che approvvigionano l’acquedotto.
Per quanto riguarda la frequenza dei controlli agli impianti di distribuzione
degli acquedotti è lo stesso decreto che individua un numero minimo che
aumenta a seconda del volume di acqua distribuito ogni giorno; è prevista
una frequenza maggiore per i controlli di routine. I controlli sono distribuiti
uniformemente durante l’anno.
A titolo esemplificativo, per un acquedotto che eroga ogni giorno circa 1.000
metri cubi di acqua e che serve circa 5.000 abitanti, la norma individua 4
controlli all’anno di routine e 1 controllo all’anno di verifica. L’Azienda Usl
può tuttavia prevedere maggiori frequenze di campionamento in relazione alla
complessità dell’acquedotto stesso e del suo grado di affidabilità.
In caso di presenza nell’acqua di sostanze che ne modificano la qualità o che
la rendono non potabile, gli stessi Dipartimenti individuano i provvedimenti
idonei alla tutela della salute pubblica e attuano politiche d’informazione e
raccomandazione ai consumatori in ordine ai comportamenti da adottarsi.
Le proposte delle Aziende Usl vengono accolte dal Sindaco competente che
in veste di Autorità sanitaria emette ordinanze specifiche con indicazioni ai
cittadini sull’utilizzo dell’acqua.
A seconda dell’inconveniente che si verifica può essere sufficiente la bollitura
42
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
dell’acqua prima del consumo oppure se le Aziende Usl ritengono che il consumo di tale acqua possa essere nocivo alla salute viene ordinato il divieto
al consumo.
Quando si verifica una difformità nell’acqua erogata vengono immediatamente
avvisati i Gestori del Servizio Idrico che devono mettere in atto tutte le misure
per ripristinarne la qualità. Talora si possono verificare anche inconvenienti
che modificano la qualità organolettica dell’acqua (sapore, odore, ecc.) per la
presenza di parametri in eccesso, quale ad esempio il ferro che non è dannoso
per la salute ma che rende l’acqua sgradevole al consumo.
Oltre l’attività di campionamento, le Aziende Usl svolgono l’attività ispettiva
finalizzata a mantenere aggiornato nel tempo il complesso di conoscenze
sugli impianti di acquedotto e di distribuzione già in essere e ad acquisire
informazioni sulle strutture di nuova costruzione od oggetto di ristrutturazione.
Le ispezioni degli impianti, inoltre, sono utili per analizzare in modo approfondito
le criticità identificate in fase di campionamento. La corretta valutazione del
rischio connessa a un dato analitico irregolare deve infatti comprendere l’analisi
delle condizioni strutturali o funzionali che hanno contribuito a determinarlo.
riepilogo dei controlli sulle acque potabili (2011)
Romagna Acque (su impianti e punti di consegna)
146.000
Hera (su impianti e rete di distribuzione)
336.406
Aziende Usl (laboratori Arpa) (su rete di distribuzione)
106.000
Totale
588.406 (oltre 1.600 al giorno)
43
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
L’acqua di rubinetto è la più controllata: oltre 1.600 analisi al giorno
nel territorio servito da Hera
L’attività di Arpa per il controllo delle acque potabili
Arpa è il laboratorio di riferimento per
i controlli per conto delle Aziende Usl
cui spetta il controllo e la vigilanza sulle
acque destinate al consumo umano. I
controlli riguardano l’acqua fornita
dagli acquedotti ma anche l’acqua
delle acque superficiali e delle falde
sotterranee utilizzate a scopo potabile.
L’attività analitica relativa alle acque
potabili svolta dalla rete dei laboratori
di Arpa vede impegnati tre poli di
analisi: Reggio Emilia (per le province
di Piacenza, Parma e Reggio Emilia),
Bologna (per le altre province di Rimini,
Ravenna, Forlì-Cesena, Bologna, Ferrara e Modena) e Ferrara (come unico
riferimento regionale per la ricerca di
fitofarmaci).
In ogni sede provinciale è operativo uno sportello di accettazione al
quale gli operatori delle Aziende Usl
conferiscono i campioni che vengo-
44
no accettati attraverso un sistema di
codifica di codici a barre nel quale è
identificata l’anagrafica di ogni punto
di campionamento. La consegna ai laboratori interessati è garantita entro le
24 ore dal campionamento attraverso
un efficiente sistema di trasporto che
collega quotidianamente tutte le sedi
Arpa. Tutti i laboratori della rete coinvolti nell’attività di analisi delle acque
potabili sono accreditati secondo la
norma UNI CEI EN/ISO IEC 17025:2005.
Gli investimenti per il mantenimento
della formazione del personale e della
strumentazione sono rilevanti e prioritari per l’Agenzia; la qualità del dato
è garantita anche dalla partecipazione
periodica a circuiti nazionali e internazionali e dalla organizzazione interna
di interconfronti volti al controllo del
processo analitico in toto.
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
L’acqua di rubinetto è buona
e garantita: i dati sulla qualità
Per le sue qualità, l’acqua erogata da Hera può essere
classificata come oligominerale e a basso tenore di sodio.
Per la prima volta vengono presentati i risultati delle
analisi delle Aziende Usl che confermano l’ottima qualità
dell’acqua di rubinetto.
La qualità dell’acqua di rubinetto è rendicontata attraverso una tabella che
riporta i valori relativi ad alcuni parametri. I parametri considerati consentono
di caratterizzare l’acqua dell’acquedotto dal punto di vista qualitativo ed eventualmente di confrontarne le principali caratteristiche con quelle delle acque
minerali in commercio. I parametri sono stati scelti ponendo l’attenzione
anche su report tematici di carattere internazionale redatti e pubblicati da
altre multiutility. I dati sono presentati in confronto con i limiti previsti dalla
normativa di riferimento.
I risultati delle analisi di Hera
I valori sono stati calcolati come medie pesate (sui volumi distribuiti) degli
esiti delle analisi eseguite da Hera
su campioni prelevati presso i punti
I valori medi rilevati dalle analisi effettuate da Hera e
dalle Aziende Usl sono ampiamente entro i limiti di legge
di rete ritenuti idonei a fornire un
quadro sintetico e affidabile della
qualità dell’acqua distribuita. Tali
punti sono stati scelti in quanto
rappresentativi, per dislocazione, alla
luce delle interconnessioni di rete e
del flusso dell’acqua nelle condotte,
delle caratteristiche dell’acqua presente nell’intero sistema di distribuzione. Relativamente ai parametri
riportati nella tabella successiva,
Hera ha effettuato 19.372 analisi
nell’anno 2011 nei punti di rete
rappresentativi.
45
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
Qualità dell’acqua: concentrazioni medie rilevate da hera (2011)
Concentrazione ioni idrogeno (pH)
D.Lgs.
n..
31/2001
SOT
Bologna
SOT
Ferrara
SOT
ForlìCesena
SOT
ImolaFaenza
SOT
Modena
SOT
Ravenna
SOT
Rimini
6,5-9,5
7,5
7,7
7,7
7,5
7,5
7,8
7,5
50
27
21
26
31
33
21
28
15001
345
265
319
418
538
288
383
Ammonio (mg/L)
0,50
<0,02
<0,02
<0,02
0,02
<0,02
<0,02
<0,02
Clorito (µg/L)
700
155
305
266
199
<100
443
223
Cloruro (mg/L)
250
26
27
23
40
83
36
39
Fluoruro (mg/L)
1,50
<0,10
0,11
0,14
0,14
0,10
0,10
0,14
Manganese (µg/L)
50
6
4
6
5
<1
5
5
Nitrato (mg/L)
502
7
9
5
10
20
4
9
Nitrito (mg/L)
0,502
<0,02
<0,02
<0,02
<0,02
<0,02
<0,02
<0,02
Sodio (mg/L)
200
20
17
19
31
52
28
28
Trialometani-Totale3 (µg/L)
302
3
-
5
6
1
8
4
Durezza totale (°F)
Residuo secco a 180° (mg/L)
1
2
2
1
Per i parametri durezza totale e residuo secco a 180° il D.Lgs. n.
31/2001 prevede un valore consigliato.
2
Parametri riportati nelle parti A e B dell’allegato 1 del D.Lgs. n.
31/2001. Gli altri sono riportati nella parte C dell’allegato 1 e clas-
sificati dalla normativa “parametri indicatori” (si veda pag.38)
3
Nella SOT Ferrara non sono stati rilevati i trialometani in quanto
nel 2011 non è stato utilizzato ipoclorito di sodio come disinfettante
Come è possibile constatare, tutti i valori sono ampiamente entro i limiti
di legge e, volendo classificare l’acqua dell’acquedotto sulla base del
modello adottato per le acque minerali, si può affermare che è di tipo
oligominerale a basso tenore di sodio.
I valori medi leggermente più elevati di cloruro, sodio e nitrato nell’acqua dei
territori modenesi e imolesi derivano dalla composizione salina dell’acqua
di falda. I valori più elevati per i cloriti nel ravennate sono dovuti essenzialmente all’utilizzo di quantitativi maggiori di biossido di cloro nelle acque
dell’Acquedotto della Romagna (gestione Romagna Acque - Società delle
Fonti) per la necessità di assicurare la disinfezione di copertura in reti
adduttrici molto estese con tempi di permanenza in condotta molto lunghi.
A livello locale vengono monitorati anche alcuni parametri storicamente
considerati critici per le caratteristiche dell’acqua all’origine e/o per le
46
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
modalità di trattamento. Ad esempio, il controllo di tetracloroetilene+
tricloroetilene (solventi organoalogenati) nelle aree di Bologna e di Imola
deriva dalla loro presenza nelle acque di falda a causa di inquinamenti
ambientali pregressi e in via di superamento, dovuti ad attività dell’uomo
(si tratta di composti che non sono naturalmente presenti in natura). Lo
stesso vale per gli antiparassitari che si trovano nelle acque del fiume Po
che alimenta la centrale di Pontelagoscuro a Ferrara. L’alluminio e il ferro
sono in alcuni casi controllati in quanto i sali di questi metalli sono utilizzati
come flocculanti nei processi di potabilizzazione.
Qualità dell’acqua: concentrazioni medie rilevate sui parametri critici a livello locale (2011)
D.Lgs.n. 31/2001
Risultati analisi
10
<1
SOT Bologna
Tetracloroetilene + Tricloroetilene (µg/L)
SOT Ferrara
Antiparassitari-Totale (µg/L)
0,50
<0,02
SOT Forlì-Cesena
Alluminio (µg/L)
200
27
Alluminio (µg/L)
200
48
Ferro (µg/L)
200
26
Tetracloroetilene + Tricloroetilene (µg/L)
10
<1
SOT Imola-Faenza
Gli esiti dei controlli effettuati da Hera indicano valori ampiamente contenuti
entro i limiti di legge a conferma della validità dei processi di trattamento.
Gli inquinanti ambientali di tipo organico, in particolare solventi alogenati
e antiparassitari, sono trattati con un processo di filtrazione su carbone
attivo che si dimostra particolarmente efficace per la loro rimozione. Il
processo è stato implementato all’interno di impianti di trattamento di
Bologna, Ferrara, Imola.
Nel grafico seguente viene confrontata la qualità dell’acqua potabile distribuita da Hera con i limiti di legge. É stato calcolato il rapporto tra le
concentrazioni di sei parametri (clorito, trialometani-totale, tetracloroetilene+
tricloroetilene, nitrato, nitrito, antiparassitari-totale) misurate da Hera presso
i punti di rete rappresentativi dell’intero sistema di distribuzione e le loro
concentrazioni massime ammissibili nell’acqua potabile. I parametri sono
stati selezionati in quanto presentano rilevanti caratteristiche di tossicità
secondo le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale per la Sanità (OMS).
47
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
qualità dell’acqua rispetto ai limiti di legge (2011):
concentrazioni medie rilevate / concentrazioni massime ammissibili (valore ottimale <100%)1
limite di legge: 100%
100%
80%
60%
40%
25,0%
20%
10,0%
0%
SOT
Bologna
1
15,7%
SOT
Ferrara
17,1%
14,8%
SOT
SOT
Forlì-Cesena Imola-Faenza
16,3%
14,5%
SOT
Modena
SOT
Ravenna
SOT
Rimini
Relativo a 6 parametri: clorito, trialometani-totale, tetracloroetilene+tricloroetilene, nitrato, nitrito, antiparassitari-totale
In tutti gli eventi organizzati da Hera si beve acqua di rubinetto
Nei diversi territori le concentrazioni medie dei parametri sono inferiori ai
limiti di legge in una misura compresa tra il 75% e il 90%.
Ravenna mostra uno scostamento rispetto ai limiti di legge leggermente
inferiore in confronto agli altri territori per una maggiore presenza di sottoprodotti dei reagenti di disinfezione (clorito e trialometani), il cui impiego è
tuttavia indispensabile per garantire la copertura igienico-sanitaria prevista
per legge.
48
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
I risultati delle analisi delle Aziende Usl
La tabella seguente mostra i valori medi delle concentrazioni relativi ad alcuni
parametri (si tratta degli stessi parametri indicati nella tabella di pagina 46,
ad eccezione del residuo secco a 180° e del clorito) rilevate nell’ambito dei
controlli effettuati nel 2011 dalle Aziende Usl attraverso i laboratori di Arpa.
I valori esposti sono stati calcolati come medie pesate (sui volumi distribuiti)
degli esiti delle analisi eseguite nei punti di campionamento negli impianti
di distribuzione (per impianto di distribuzione si intende l’insieme delle
opere di alimentazione della rete di distribuzione - serbatoi di testata e/o
di accumulo, opere connesse - e il complesso delle tubazioni che adducono
l’acqua ai singoli punti di utilizzo).
Nel complesso, relativamente a questi parametri, sono state effettuate
37.768 analisi nel 2011.
Qualità dell’acqua: concentrazioni medie rilevate nei controlli effettuati dalle Aziende Usl
attraverso i laboratori dell’Arpa (2011)
D.Lgs.
n..
31/2001
SOT
Bologna
SOT
Ferrara
SOT
ForlìCesena
SOT
ImolaFaenza
SOT
Modena
SOT
Ravenna
SOT
Rimini
6,5-9,5
7,5
7,7
7,6
7,6
7,5
7,9
7,6
Durezza totale (°F)
50
26,5
21
27
32,5
33
21
30
Ammonio (mg/L)
0,50
<0,02
<0,02
<0,02
<0,02
<0,02
<0,02
0,03
Cloruro (mg/L)
250
22
24
25
32
69
25
36
Fluoruro (mg/L)
Concentrazione ioni idrogeno (pH)
1
1,50
0,1
<0,10
<0,10
0,1
0,09
0,1
<0,1
Manganese (µg/L)
50
3,2
1,8
10
2,8
2,6
3,6
5,8
Nitrato (mg/L)
502
6
8
7
13
18
4
9
Nitrito (mg/L)
0,50
<0,01
<0,01
<0,01
<0,01
<0,01
<0,01
<0,01
Sodio (mg/L)
200
23,7
19,1
21
32,5
52,4
28,1
27,9
Trialometani-Totale (µg/L)
302
3
0,3
5
7
2
10
3
2
2
1
Per il parametro durezza totale il D.Lgs. n. 31/2001 prevede un
valore consigliato.
Parametri riportati nelle parti A e B dell’allegato 1 del D.Lgs. n.
31/2001. Gli altri sono riportati nella parte C dell’allegato 1 e classificati dalla normativa “parametri indicatori” (si veda pag.38)
2
I risultati delle analisi effettuate dalle Aziende Usl confermano nella sostanza
i valori rilevati dagli autocontrolli di Hera e costituiscono un’ulteriore garanzia
della qualità dell’acqua che Hera distribuisce a oltre 3 milioni di cittadini.
49
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
La conformità dell’acqua rispetto alla legge
In aggiunta ai risultati analitici rappresentati come concentrazioni medie
rilevate, si riporta nel grafico seguente la percentuale di analisi effettuate
da Hera e dalle Aziende Usl nel 2011 con risultati conformi alla legge
ovvero con valori rilevati inferiori ai limiti del D.Lgs. 31/2001.
Qualità dell’acqua: % di analisi conformi alla legge (2011)
Analisi effettuate da Hera e dalle Aziende Usl attraverso i laboratori di Arpa
Concentrazione ioni idrogeno (pH)
100,0%
Residuo secco a 180°
100,0%
Alluminio
99,6%
Ammonio
99,7%
Antiparassitari-Totale
100,0%
Clorito
99,8%
Cloruro
99,9%
Escherichia coli
99,2%
Ferro
99,2%
Fluoruro
100,0%
Manganese
99,0%
Nitrato
99,6%
Nitrito
100,0%
Sodio
100,0%
Tetracloroetilene + Tricloroetilene
99,8%
Trialometani
99,7%
80%
85%
Nota: il D.Lgs. n. 31/2001 classifica come “parametri indicatori” alluminio, ammonio, concentrazione ioni idrogeno
(pH), cloruro, ferro, manganese, sodio (si veda pag. 38).
50
90%
95%
100%
Per durezza totale, residuo secco a 180° e il D.Lgs.
31/2001 prevede valori consigliati. Il dato relativo al residuo secco a 180° è riferito alle sole analisi di Hera.
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
Relativamente ai parametri elencati nel grafico riportato alla pagina precedente, Hera e le Aziende Usl attraverso i laboratori di Arpa nel 2011 hanno
effettuato 122.938 analisi lungo la rete di distribuzione: complessivamente
il 99,7% delle analisi è risultato conforme alla legge (D.Lgs. n. 31/2001).
I casi di non conformità hanno riguardato principalmente manganese, ferro
ed Escherichia coli.
Come garantire l’acqua potabile nelle situazioni
di emergenza
Hera interviene in tutti i casi di emergenza idrica, laddove la riduzione drastica
della disponibilità di acqua potabile
di tipo quantitativo e/o qualitativo sia
tale da coinvolgere per lunghi periodi di tempo numerosi clienti e larghe
estensioni di territorio. In tutti i casi
di emergenza idrica, Hera rivolge una
particolare attenzione alle cosiddette utenze sensibili (ospedali, case di
cura e degenza, ecc.) che richiedono
un’erogazione di acqua potabile continua e superiore a una soglia minima
stabilita dall’Organizzazione Mondiale
della Sanità.
Le forniture idriche di emergenza avvengono con trasporto e conferimento di
acqua potabile tramite autobotti presso
i centri cittadini o attraverso la produzione e la consegna di acqua potabile
mediante contenitori preconfezionati.
Hera predispone piani di controllo e
manutenzione ordinaria e straordinaria
delle autobotti e opera nel rispetto di
quanto prescritto dai manuali d’uso delle
macchine impacchettatrici di acqua
potabile garantendo il mantenimento
costante di una scorta minima di sacchetti preconfezionati e verificandone
periodicamente le scadenze. Tutte le
attività operative sono preventivamente
concordate, per quanto possibile, con le
autorità competenti (Regione, Agenzia
Territoriale per i Servizi Idrici e i Rifiuti,
Protezione Civile, Aziende Usl, Comuni,
Prefettura) al fine di coordinare gli interventi di emergenza, la comunicazione
agli utenti e ridurre al minimo i disagi
per la popolazione e gli inconvenienti
igienico-sanitari.
Lo stesso D. Lgs. 31/2001 e la circolare regionale applicativa 9/2004
individuano percorsi di gestione delle non conformità diversi a seconda
che si tratti di parametri che alterano soltanto la qualità dell’acqua da un
51
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
punto di vista organolettico, quali appunto il ferro o il manganese (indicati
dal D. Lgs. 31/2001 come parametri indicatori) oppure parametri che
possono alterare la potabilità dell’acqua quali ad esempio l’Escherichia
coli o parametri chimici come il piombo o i trialometani. In caso di superamento Arpa informa in tempo reale l’autorità competente (Azienda Usl)
che individua tempestivamente idonee misure correttive.
In tutti i casi di risultato non conforme alla legge Hera attua interventi
tempestivi per il ripristino delle normali condizioni di erogazione consistenti
nella regolazione dei sistemi di trattamento (con particolare riguardo alle
stazioni di disinfezione), nei lavaggi di rete per la rimozione di sedimenti
nelle condotte, fino alla sostituzione di tratti di condotte. Nei casi più critici
Hera rende disponibile l’acqua potabile per gli usi alimentari attraverso
autobotti o attraverso la distribuzione di sacchetti preconfezionati, fino alla
totale risoluzione dell’anomalia.
Nel 2011 Hera ha inviato 29 comunicazioni ai Sindaci relative alle misure
adottate per riportare i parametri ai limiti di legge nei casi in cui situazioni
di non conformità di una certa rilevanza o di prolungata durata temporale
abbiano comportato importanti interventi di ripristino della normalità.
Nel corso dell’anno non sono state concesse deroghe al rispetto dei
limiti previsti dal D.Lgs. n. 31/2001 e risultano essere state emesse
13 ordinanze di non potabilità da parte dei Sindaci che hanno coinvolto
complessivamente circa 1.575 cittadini (valore stimato sulla base degli
abitanti residenti nelle relative aree) per periodi di tempo limitati. Le cause prevalenti sono riconducibili a inquinamenti microbiologici causati da
peggioramenti repentini della qualità delle fonti d’approvvigionamento o da
malfunzionamenti degli impianti di disinfezione. In particolare, 5 ordinanze
hanno riguardato il comune di Pievepelago per il quale la gestione del
Servizio Idrico Integrato è stata affidata ad Hera nel corso del 2011; la
situazione impiantistica ereditata è risultata piuttosto precaria e sono stati
programmati interventi strutturali finalizzati a garantire un più elevato livello
di qualità e affidabilità. Tutti i casi sono stati comunque risolti in tempi
brevi senza alcuna evidenza di conseguenze di natura igienico-sanitaria per
i clienti e con disagi contenuti.
Si riporta, a titolo di esempio, la modalità di gestione della non conformità
riguardante un parametro indicatore rilevato da parte dell’azienda AUSL
di Cesena nel comune di Bagno di Romagna (FC) nel maggio del 2011.
52
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
Il 9 maggio 2011 l’Azienda Usl di Cesena ha inviato a Hera una comunicazione
di non conformità relativa a un campione prelevato il 3 maggio 2011 presso l’acquedotto in località Ridracoli nel comune di Bagno di Romagna. La non conformità
riguardava la presenza di Batteri coliformi a 37°C, un parametro “indicatore”,
previsto nell’allegato 1 parte C del D.Lgs. n. 31/2001 per il quale la normativa
prevede controlli e conformità rispetto a valori limiti.
La segnalazione di non conformità non ha comportato l’emissione di un’ordinanza di non potabilità dell’acqua da parte del Sindaco. A seguito dell’evento, nella
giornata del 10 maggio, Hera ha effettuato un sopralluogo non riscontrando alcun
problema strutturale ma constatando una non sufficiente azione del disinfettante
sull’acqua in distribuzione. È stato quindi coinvolto, nella gestione dell’anomalia, il
fornitore della risorsa idrica, Romagna Acque-Società delle Fonti, perché effettuasse
immediati controlli di funzionalità dell’impianto di clorazione e/o aumentasse il
dosaggio dell’agente disinfettante (ipoclorito di sodio) presso il punto di fornitura
che alimenta la rete acquedottistica in gestione a Hera in località Ridracoli. Inoltre
è stato eseguito il lavaggio/spurgo con acque clorate del tratto di rete interessato.
Tali interventi hanno riportato alla normalità la situazione garantendo la conformità
dell’acqua prelevata nel punto di campionamento oggetto della segnalazione. Le
analisi effettuate dal laboratorio di Hera sul campione prelevato lo stesso giorno
dell’intervento, 10 maggio 2011, hanno infatti evidenziato l’assenza di forme batteriche. Il 16 maggio Hera ha comunicato all’Azienda Usl di Cesena e al Sindaco
di Bagno di Romagna il rientro della situazione nella normalità.
È importante sottolineare che tutte le fasi operative e amministrative di
gestione delle non conformità vengono tracciate utilizzando un apposito
software che genera le opportune registrazioni previste dal sistema di
gestione qualità certificato ISO 9001.
A febbraio 2012 sono caduti oltre 2 metri di neve in Val Marecchia (RN). Hera
ha garantito una consegna porta a porta di acqua potabile alle famiglie isolate
53
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
I controlli di Hera sull’amianto
L’uso di amianto, ampiamente diffuso in
edilizia e in altri settori industriali fino alla
fine degli anni ‘80, è stato definitivamente
bandito nel 1992. È stato riconosciuto ufficialmente che l’inalazione delle fibre di
amianto provoca gravi malattie dell’apparato respiratorio.
La normativa vigente in materia di qualità delle acque destinate al consumo
umano non prevede limiti rispetto alla
presenza di fibre di amianto:
in particolare, il decreto ministeriale 14 maggio 1996, allegato 3, cita un documento dell’Organizzazione
Mondiale della Sanità
in cui si afferma che “...
Non esiste dunque alcuna prova seria che l’ingestione di amianto sia pericolosa per la salute”. La
notevole preoccupazione suscitata dal tema ha comunque indotto Hera a svolgere verifiche costanti dello stato di conservazione delle condotte e
ad applicare un piano di controllo dedicato
alla ricerca delle fibre di amianto nell’acqua.
Dal 2003 Hera redige e applica annualmente il Piano di controllo Amianto nel quale
sono riportati i dettagli dei punti di campionamento di rete più rappresentativi, le
frequenze e i parametri analitici da sottoporre ad analisi.
Il profilo comprende, oltre alla ricerca dell’a-
54
mianto con distinzione delle fibre di lunghezza inferiore e superiore a 10 micron (dieci
millesimi di millimetro), parametri analitici
che rilevano il grado di aggressività dell’acqua (pH, alcalinità e durezza). Tale scelta è
stata adottata dal momento che il possibile rilascio di fibre dalla matrice cementizia
delle tubazioni in cemento amianto dipende dalla sottrazione di ioni calcio e da un’alta aggressività dell’acqua.
Nel 2011 sono state effettuate 888
determinazioni complessive su
111 campionamenti, volte a rilevare l’eventuale rischio di
cessione di fibre di amianto da parte delle reti in cemento amianto. Gli esiti
dei controlli hanno mostrato assenza di fibre in
108 campioni. Nei restanti
3 campioni il numero di fibre
è compreso fra 7.000 e 62.000 fibre/litro, valori di molto inferiori al
valore limite indicato dall’EPA (Ente Protezione Ambientale degli Stati Uniti) pari a
7.000.000 fibre/litro. La rilevazione dell’indice di aggressività effettuata per 111 campioni ha confermato che le acque distribuite da
Hera sono nella generalità dei casi tendenzialmente incrostanti piuttosto che aggressive nei confronti delle matrici cementizie
(indice di aggressività medio pari a 12,22)
e quindi tali da non favorire il rilascio delle fibre d’amianto.
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
L’impegno di Hera
oltre la qualità
Dalla ricerca alla comunicazione, dalle iniziative di
sensibilizzazione alla collaborazione con Istituzioni e
associazioni, il Gruppo Hera è concretamente impegnato
nella promozione dell’uso potabile dell’acqua di rubinetto.
I programmi di miglioramento e ricerca
Nel 2011 è proseguita l’attività di Hera sul tema dei “Contaminanti Emergenti”.
Si tratta di sostanze biologicamente attive di origine antropica quali farmaci,
sostanze psicoattive associate alle tossicodipendenze e i relativi metaboliti e
prodotti per la cura della persona: la presenza di queste sostanze nelle acque
è una tra le più significative questioni ambientali. Per queste sostanze la vigente normativa sulle acque potabili (D.Lgs. n. 31/2001) non stabilisce limiti.
Dal 2007 Hera ha avviato un progetto di ricerca finalizzato a:
identificare i principali Contaminanti Emergenti nei sistemi idrici, con
particolare riferimento alle acque naturali destinate alla potabilizzazione;
mettere a punto metodiche analitiche per la loro determinazione quantitativa;
effettuare indagini sulla presenza di tali sostanze nei sistemi idrici con
particolare riferimento alle acque destinate alla potabilizzazione;
valutare l’efficacia di rimozione degli attuali sistemi di trattamento (potabilizzazione e depurazione).
Partecipando a gruppi di lavoro di livello nazionale (www.edinwater.com) e
avvalendosi di collaborazioni scientifiche di alto livello (Istituto Superiore di
Sanità, Istituto Mario Negri di Milano) sono state selezionate 10 sostanze
“prioritarie” da monitorare nelle acque destinate alla potabilizzazione: 4
polialchilfenoli (4-n-nonilfenolo (NP), 4-ottilfenolo (OP), 4-t-ottilfenolo (t-OP),
bisfenolo A (BPA)), 4 estrogeni (17-a-etinilestradiolo (EE2), b-estradiolo (E2),
estriolo (E3), estrone (E1)) e 2 acidi perfluorurati (acido perfluoroottanoico
(PFOA), acido perfluoroottanoicosolfonato (PFOS)).
Per tutte queste sostanze, per cui sono state acquisite le metodiche analitiche,
i laboratori Hera sono in grado di effettuare le determinazioni quantitative alle
concentrazioni d’interesse (l’ordine di grandezza è quello dei nanogrammi
ovvero miliardesimi di grammo per litro).
55
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
Dal mese di settembre 2010 queste sostanze sono monitoHera è attiva
rate regolarmente con frequenza mensile presso l’impianto nella ricerca dei
di potabilizzazione di Pontelagoscuro a Ferrara.
contaminanti
I risultati 2011 mostrano concentrazioni al di sotto dei limiti emergenti
di rilevabilità per i 4 polialchilfenoli e i 4 estrogeni e con- avvalendosi di
centrazioni molto basse per i due acidi perfluorurati (valore collaborazioni di
massimo pari a 29,1 nanogrammi per litro per il PFOA e di alto livello
3,2 nanogrammi per litro per il PFOS).
Relativamente a PFOA e PFOS si tenga presente che:
non ci sono valori limite per le acque potabili stabiliti in normative europee ed internazionali;
in Germania una commissione sanitaria ha definito delle griglie stabilendo che è rischioso bere per 10 anni acqua con 100 nanogrammi
per litro di PFOA o per pochi giorni se la concentrazione è di 5.000
nanogrammi per litro;
l’Health Protection Agency (HPA) inglese indica in 10 microgrammi (10.000
nanogrammi) per litro la concentrazione massima di PFOA accettabile
“raccomandata” nelle acque potabili;
negli USA non ci sono limiti federali: lo Stato del Minnesota, per gli
effetti di contaminazione ambientale dovuti alla presenza di uno stabilimento di produzione, ha posto un limite di 300 nanogrammi per litro
sia per il PFOA che per il PFOS nelle acque sotterranee riferiti ai casi
di esposizioni croniche.
Nel 2011 è stata avviata una prima ricerca con il Politecnico di Milano
finalizzata a valutare quali sistemi di trattamento risultano più efficaci per
la rimozione di alcune classi di contaminanti emergenti.
Nel 2011 presso l’impianto di potabilizzazione di Pontelagoscuro a Ferrara
è stato messo a regime, dopo la sperimentazione effettuata nel 2010,
l’uso del permanganato di potassio nella fase pre-ossidativa. Ciò consente
di contenere, specialmente in alcuni periodi dell’anno, il potenziale di formazione dei sottoprodotti di disinfezione, migliorare la chiariflocculazione
e mitigare i periodici problemi indotti dallo sviluppo algale. Tale pratica
consente in definitiva di migliorare le caratteristiche finali dell’acqua a
cominciare da quelle organolettiche.
56
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
Nel corso del 2011 sullo stesso impianto è stata effettuata una sperimentazione di ossidazione avanzata (AOP) con acqua ossigenata e ozono per
valutarne, in abbinamento all’utilizzo di uno stadio BAC (Biologically Activated
Carbon) già presente sull’impianto, l’efficacia riguardo alla rimozione di microinquinanti. Le basse concentrazioni dei microinquinanti presenti all’origine
non hanno consentito di esprimere un giudizio di merito sull’efficacia del
trattamento che al momento non si ritiene comunque utile implementare.
Nel 2011 è stato sottoscritto un contratto di ricerca con il Laboratorio Terra
ed AcquaTech, Tecnopolo di Ferrara, per la sperimentazione di un sistema
di disinfezione dell’acqua con tecnica elettrochimica. Se i risultati di laboratorio saranno incoraggianti, si prevede di effettuare nel corso del 2012
un’applicazione con un impianto pilota presso una stazione di disinfezione
di rete che serve una parte della rete acquedottistica di Ferrara.
Inoltre, dal 2008 sono in corso alcune indagini sui microinquinanti di origine
farmaceutica nelle acque reflue finalizzate a valutarne la loro presenza nelle
acque di scarico e la possibilità di effettuare trattamenti di rimozione più
spinta rispetto a quanto assicurato dagli impianti di depurazione tradizionali.
Sempre relativamente ai microinquinanti di origine farmaceutica, nel corso
del 2010 sono state effettuate alcune prove di tipo idraulico su un filtro
pilota che utilizza un carbone attivo granulare già selezionato con prove di
laboratorio. Nel 2011, con il supporto scientifico e analitico dell’Istituto
Mario Negri, è stato effettuato un test pilota presso il depuratore di Cervia,
mirato a valutare la capacità di rimozione di alcuni principi attivi di farmaci
di largo consumo tramite l’utilizzo di un filtro a carboni attivi granulari. Si
è evidenziato che con un tempo di contatto di 20 minuti si ottiene una
rimozione pressoché completa degli inquinanti presi in esame. Tale risultato
sarà tenuto in debito conto nel caso in cui si dovesse in futuro valutare la
necessità di un’applicazione a piena scala.
57
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
Le azioni di sensibilizzazione sul territorio
A partire da inizio 2011 Hera ha collaborato, sostenendo i costi della predisposizione delle aree e dei necessari collegamenti alle reti idrica ed elettrica,
alla installazione di alcune case dell’acqua e cosiddette “sorgenti urbane”
presenti in diversi comuni del territorio in cui Hera gestisce il servizio idrico.
Con le sorgenti urbane, 700.000 bottiglie di plastica in meno!
A fine 2011 erano presenti 5 strutture, nel 2012 ne sono state inaugurate
4 con il contributo di Hera e se ne prevede l’installazione di ulteriori 6 con le
stesse modalità. L’acqua delle “sorgenti urbane” proviene direttamente dalla
rete acquedottistica locale ed è quindi la stessa che esce dal rubinetto di
casa, senza filtri o addolcitori. L’acqua viene resa più fresca grazie al sistema
di refrigerazione applicato in loco e viene erogata anche frizzante. Una grafica
piacevole e leggera che si adatta facilmente ai diversi ambienti urbani e l’utilizzo
di materiali naturali come il legno, caratterizzano l’immagine di questi piccoli
chioschi che offrono ai cittadini acqua buona da bere. Le sorgenti urbane sono
dotate di un grande monitor che mostra i parametri chimico-fisici dell’acqua
erogata in quel territorio, affinché ciascuno sappia cosa beve e sia consapevole della qualità dell’acqua distribuita. Il monitor offre inoltre informazioni sul
servizio idrico e sull’impatto ambientale degli stili di vita, e spiega che bere
58
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
acqua del rubinetto riduce le emissioni di CO2 e i rifiuti (plastica e bottiglie),
e fa bene al bilancio famigliare (350 euro di risparmio annuo rispetto a chi
acquista acqua in bottiglia). Il prelievo da parte dei cittadini dell’acqua refrigerata è gratuito mentre il prelievo di quella addizionata con anidride carbonica
costa 5 centesimi di euro al litro.
A fine 2011 le strutture nel territorio hanno erogato oltre 1 milione di litri di acqua
corrispondenti a 700.000 bottiglie di plastica da 1,5 litri. L’uso di queste strutture
ha evitato il consumo di oltre 20 t di plastica per l’utilizzo di bottiglie di acqua
minerale la cui mancata produzione e dunque uso ha determinato circa 900
cassonetti in meno da smaltire e un risparmio di CO2 di circa 300 tonnellate.
Il progetto Hera2O, avviato nel 2008, promuove l’uso dell’acqua di rubinetto
da parte dei lavoratori di Hera. Bevendo nel 2011 circa 460.000 litri di acqua
di rubinetto grazie agli erogatori installati nelle mense e negli uffici, i lavoratori di Hera hanno evitato la produzione di oltre 700.000 bottiglie di plastica
(ipotizzate bottiglie da 0,50 per mense e usi individuali, da 1,50 per uffici e
sale riunioni), con un risparmio energetico di circa 48 tonnellate equivalenti di
petrolio, minori emissioni di CO2 pari a 135 tonnellate e circa 450 cassonetti
in meno di rifiuti da gestire.
Nel 2011 gli erogatori Hera20 installati nelle mense di Hera hanno distribuito circa 460.000 litri
di acqua di rubinetto: circa 450 cassonetti di plastica in meno da smaltire
59
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
Nel corso della Giornata Mondiale dell’Acqua 2011, è stato promosso un
progetto di solidarietà internazionale del Comitato Europeo per la Formazione
e l’Agricoltura (CEFA) finalizzato alla realizzazione di fonti di approvvigionamento
idrico in Sudan: bottiglie di vetro per l’acqua sono state consegnate ai visitatori
in cambio di un’offerta libera a sostegno del progetto. Sempre in occorrenza
della Giornata Mondiale dell’Acqua, nel 2012, il Gruppo ha distribuito a tutti i
suoi lavoratori bicchieri in plastica da usare in ufficio per l’utilizzo degli erogatori
di acqua di rubinetto e la riduzione così dei bicchieri usa e getta.
Per la prima volta, a gennaio 2012, sono arrivate nei punti vendita di Coop
Estense a Modena e Ferrara le etichette sulla qualità dell’acqua del rubinetto.
L’iniziativa di Coop nell’ambito della campagna “Acqua di casa mia” è realizzata
anche con il contributo di Hera che ha fornito i dati dei controlli sull’acqua effettuati sul territorio e ha organizzato punti informativi nei principali ipermercati
coinvolti. Nelle corsie delle acque minerali in tutti i punti vendita sono stati
affissi quindi i manifesti con l’etichetta dell’acqua di rubinetto distribuita nel
comune. Il progetto vede coinvolti 41 punti vendita in 29 comuni del territorio
di Modena e Ferrara.
Le iniziative sopra citate hanno l’obiettivo di contrastare un primato negativo
italiano: in Italia nel 2010 si sono consumati 186 litri di acqua imbottigliata
procapite e secondo la ricerca Beverfood 2010-2011 l’Italia risulta nel 2009
al secondo posto al mondo per consumi procapite di acqua imbottigliata dopo
il Messico e davanti agli Emirati Arabi Uniti.
Sulla base di nostre elaborazioni e di quanto riportato nel rapporto “Acque minerali: la privatizzazione delle sorgenti in Italia” di Legambiente e Altreconomia,
considerando gli 11 miliardi di litri di acqua minerale consumati in Italia nel
2010 si può stimare un consumo di 653.000 tonnellate di petrolio necessarie
per produrre le 344.000 tonnellate di bottiglie di plastica e un’emissione di
gas serra complessiva di circa un milione di tonnellate di CO2 equivalente. Il
rapporto evidenzia anche che il 78% delle bottiglie utilizzate sono in plastica,
di cui solo un terzo viene raccolto in modo differenziato e inviato a riciclaggio,
e che solo il 15% delle bottiglie viaggia su rotaia.
L’utilizzo di acqua di rubinetto in sostituzione dell’acqua minerale significa
anche minori rifiuti: circa 6.600.000 di cassonetti di plastica in meno da
smaltire o avviare a recupero ogni anno.
60
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
Acqua di casa mia: una campagna
per un consumo consapevole
Claudio Mazzini - Responsabile Innovazione e valori di Coop Italia
A livello mondiale i consumi di acqua si sono moltiplicati per nove e la
quantità a disposizione di ogni essere umano è diminuita del 40%. Partendo da questa considerazione e dal primato tutto italiano nel consumo
di acqua in bottiglia, Coop, nel 2010, ha deciso di lanciare la campagna
“Acqua di casa mia” per aiutare il cittadino a riflettere sulla necessità di
consumare l’acqua in modo maggiormente consapevole, con particolare
attenzione agli aspetti ambientali che ne derivano. È stato predisposto un
Dossier Scientifico che contiene tutti i riferimenti utili a spiegare il mondo
dell’acqua disponibile e scaricabile dal sito www.coopambiente.it, ma
sopratutto è cambiata la corsia delle acque che è poi il luogo più visibile
all’interno del punto vendita:
non più solo acqua in bottiglia ma anche caraffe, gasatori, filtri e kit
per il controllo della qualità dell’acqua del rubinetto;
più visibilità alle acque locali;
informazioni sia sulla localizzazione delle principali acque minerali presenti in Coop sia sulle caratteristiche degli oligoelementi.
Progetto “Acqua di casa mia”.
L’etichetta dell’acqua distribuita da Hera è presente
in 41 punti vendita Coop del territorio di Modena e Ferrara
Acqua di Casa mia
Coop Informa
Scopri le caratteristiche dell’acqua di casa tua
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Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
Nessuna volontà di demonizzare le acque minerali o di far sentire “in colpa”
i consumatori, né tantomeno di confrontare le acque minerali con quelle
di rubinetto, ma un consumo consapevole non può prescindere da alcune
considerazioni generali, quali ad esempio – nel caso si preferissero le
acque minerali – la valutazione di quanti chilometri ha percorso la bottiglia
per arrivare sui banchi della distribuzione: più vicina è la fonte, minore è il
costo ambientale. Inoltre è importante conoscere le caratteristiche delle
acque, che sono tra loro molto diverse
Per questo motivo abbiamo deciso di dare analoghe informazioni anche
sulle caratteristiche delle acque “di casa” , ovvero di informare i cittadini,
attraverso una scheda divulgativa consultabile nei nostri supermercati e
ipermercati, delle caratteristiche chimiche e micro biologiche dell’acqua
del rubinetto di casa propria, in modo da effettuare una scelta di acquisto
(o di non acquisto) ancor più consapevole.
L’esperienza pilota avviata per ora in Coop Estense con la collaborazione
di Hera, Aimag e Sorgea consiste nell’esposizione, in ogni punto vendita,
dell’etichetta dell’acqua del comune di riferimento, con i dati aggiornati
forniti dal gestore del servizio, oltre alle indicazioni su come ottenere
maggiori approfondimenti. L’etichetta dell’acqua nei negozi fornisce quindi
un’informazione completa e trasparente grazie ai dati forniti e aggiornati
dai gestori, comune per comune.
A un anno dall’avvio della campagna Acqua di casa mia i risultati indicano
un calo del venduto nella categoria acqua dell’1,4% in termini di valore
e del 2,6% in quantità.
62
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
La qualità dell’acqua sul web e molto altro
Dal settembre 2011 è attiva una nuova sezione del sito internet del Gruppo
interamente dedicata al mondo dell’acqua. Il nuovo canale acqua offre numerose informazioni sulla qualità dell’acqua, sui sistemi di controllo e molto altro
ancora raccogliendo così in una nuova sezione dedicata tante informazioni e
approfondimenti sull’acqua.
Più in dettaglio, sono presenti sezioni dedicate a:
qualità e controllo in merito a tutte le fasi del Servizio Idrico Integrato, con
un approfondimento sul tema dei controlli realizzati sulla qualità delle acque
destinate alla produzione di acqua potabile;
qualità dell’acqua rispetto ai limiti di legge;
confronto tra acqua distribuita da Hera e acque minerali naturali in commercio;
calcolo del risparmio annuale possibile bevendo acqua di rubinetto anziché
acqua minerale (presenti 19 marche di acqua minerale per il confronto);
mappa degli impianti di potabilizzazione, depurazione e dei serbatoi;
dati medi semestrali per singolo comune relativi a: ammonio, cloruro, pH,
durezza, fluoruro, nitrato, nitrito, residuo secco a 180 °C, sodio. Dal primo
semestre 2012 questo set di parametri verrà esteso con ulteriori quattro:
calcio, magnesio, solfato e alcalinità totale;
approfondimenti video sul sistema dei laboratori e telecontrollo e sul ciclo
dell’acqua;
risposte alle più frequenti domande sull’acqua e la possibilità di farne di
nuove con la sezione “l’esperto risponde”.
Sul sito è inoltre presente una sezione dedicata al corretto uso quotidiano
dell’acqua di rubinetto e alla promozione dei relativi comportamenti sostenibili.
Il “canale acqua” ospita anche
il report “In buone acque”.
Nel nuovo canale del sito internet interamente
dedicato all’acqua sono disponibili numerose
A partire dall’autunno 2012
informazioni relative all’acqua di rubinetto
è previsto l’inserimento in
bolletta dei dati sulla qualità
dell’acqua distribuita. L’iniziativa, che permetterà a ogni
cliente di ottenere informazioni
relative all’acqua distribuita da
Hera nel proprio comune, sarà
accompagnata da specifiche
azioni di comunicazione.
63
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
Preferire l’acqua di rubinetto
genera vantaggi economici e ambientali!
impronta ecologica dell’acqua di rubinetto e dell’acqua in bottiglia
L’impronta ecologica misura la dimensione di territorio necessario per produrre
energia, i materiali consumati e i relativi scarti di un certo processo produttivo.
impronta ecologica di 1.000 litri
dell’acquedotto di Porretta Terme (Bo): 2,1 m2
pari a uno sgabuzzino
impronta ecologica
di 1.000 litri di sei marche
di acque minerali:
da 469 a 613 m2
pari a circa 1,2-1,5
campi da basket
impronta ecologica di 1.000 litri
della Centrale Val di Setta (Bo): 1,2 m2
pari a un piccolo sgabuzzino
Fonte: Fabio Marchioni, “La sostenibilità dell’acqua ad uso alimentare: l’impronta ecologica dell’acqua
di Porretta Terme”, Tesi di laurea (anno accademico 2009/2010).
confronto tra acqua di rubinetto e acqua in bottiglia secondo la metodologia LCS
(life cycle assessment, analisi del ciclo di vita)
L’analisi del ciclo di vita
valuta l’insieme delle
relazioni che un prodotto
ha con l’ambiente considerando il suo intero ciclo
di vita e dunque tutti gli
impatti ambientali che
procura.
100%
100%
Consumi elettrici necessari
per produrre un litro
di acqua in bottiglia...
3% ... e un litro
di acqua di rubinetto
Emissioni di CO2 necessarie
per produrre un litro di acqua
in bottiglia...
2% ... e un litro
di acqua di rubinetto
Fonte: Alessandro Nogarino, “Analisi LCA dell’acqua destinata al consumo umano per l’individuazione del
risparmio energetico: il progetto Hera2O di Hera S.p.A.”, Tesi di laurea (anno accademico 2007-2008).
64
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
costo di 1000 litri d’acqua nel 2011
Consumare acqua di rubinetto al posto della minerale, oltre a benefici ambientali,
produce anche un risparmio economico.
Acqua in bottiglia
300 €
Acqua di rubinetto
1,61 €
Considerata una famiglia di 3 persone con consumo di un litro di acqua minerale al giorno e un costo medio
dell’acqua minerale di 0,30 €/l (17 marche di acqua minerale presenti nei supermercati dell’Emilia Romagna); il prezzo medio dell’acqua di rubinetto è riferito alla media 2011 delle bollette delle principali sette
città servite da Hera (considerato un consumo medio annuo di 130 mc riferito a una famiglia di 3 persone).
confronto tra la qualità dell’acqua distribuita da hera e le acque minerali
I valori della qualità dell’acqua distribuita da Hera sono confrontabili con quelli
delle acque minerali.
Conc. ioni
idrogeno
(pH)
max: 8,4
max: 7,8
Durezza
totale
(°F)
max: 93
Residuo secco
a 180°C
(mg/L)
max:1300
Sodio
(mg/L)
max:74,4
Fluoruro
(mg/L)
max:1,1
max: 52
min: 5,8
Nitrato
(mg/L)
Cloruro
(mg/L)
max: 20
max:19,55
max: 83
max:78,7
max: 538
max: 33
min: 21
min: 5,8
min: 3
min: 265
min: 22,3
acqua
di rubinetto
min: 17
max: 0,14
min: 0,9
min: 0,1
min: 0,07
min: 4
min: 1
min: 24
min: 0,3
acqua
in bottiglia
Confronto effettuato con i dati relativi a 28 acque minerali naturali in commercio pubblicati dalla rivista Altroconsumo (n. 184 di luglio/agosto 2005). Per pH e cloruro sono stati utilizzati i dati indicati nelle etichette
di nove acque minerali di larga commercializzazione.
65
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
La qualità dell’acqua secondo chi la beve
A partire dal 2005, attraverso interviste telefoniche, Hera ha avviato un
percorso annuale di ascolto delle esigenze dei clienti e di verifica della loro
soddisfazione nei confronti della società e dei servizi che eroga. I risultati
sono utilizzati per definire gli obiettivi di miglioramento.
Il campione stratificato intervistato nel 2011 in merito al servizio idrico è
stato costituito da 1.630 nuclei familiari clienti del Servizio Idrico Integrato.
Nel complesso, il Servizio Idrico Integrato di Hera ha raggiunto il punteggio
di 74 su una scala da 0 a 100 in cui il livello di 70 può essere considerato
un livello di elevata soddisfazione.
Che tipo di acqua bevete di solito?
Nel 2011 la percentuale di cittadini che
decidono di bere acqua di rubinetto
(esclusivamente oppure insieme alla
minerale) è pari complessivamente al
56%, lievemente in diminuzione rispet2005
2006
2007
to al 2012, ma comunque in crescita
rispetto agli anni precedenti. Ciò si
riflette nella percentuale della popolazione che beve unicamente acqua in
bottiglia pari al 44%.
2008
2009
2010
2011
100%
53%
54%
54%
48%
55%
41%
44%
80%
60%
21%
19%
20%
24%
20%
27%
22%
26%
20%
40%
21%
33%
38%
36%
20%
24%
0%
Solo rubinetto
66
Entrambe
Solo minerale
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
La soddisfazione sulla qualità e sul gusto dell’acqua, nelle sue componenti di gradevolezza del sapore e dell’odore, di limpidezza e assenza di
calcare, è pari a 64 punti mentre la valutazione del costo del servizio in
relazione all’utilità dello stesso e alle esigenze del cliente raggiunge un
punteggio di 68. La valutazione sull’assenza di calcare rimane critica con
un punteggio pari a 48.
La componente del servizio nei confronti della quale gli utenti si ritengono
maggiormente soddisfatti è quella relativa all’affidabilità dell’erogazione e
alla continuità dell’approvvigionamento la cui valutazione positiva presenta
un indice di soddisfazione pari a 79.
Secondo l’indagine di Istat sugli aspetti della vita quotidiana delle famiglie,
la diffidenza nel bere acqua di rubinetto si manifesta ancora elevata nel
Paese: nel 2011 il 30% delle famiglie ha al suo interno uno o più componenti che dichiarano di non fidarsi a berla. Tale fenomeno raggiunge i
livelli più elevati in Sicilia (60,1%), Sardegna (53,4%) e Calabria (47,7%).
È minimo, invece, nella provincia autonoma di Trento, dove appena l’1,8%
delle famiglie manifesta sfiducia nell’utilizzo dell’acqua di rubinetto per il
consumo umano.
Negli ultimi dieci anni la mancanza di fiducia delle famiglie nel bere acqua
di rubinetto ha mostrato, nel complesso, un importante cambiamento in
positivo: le famiglie che annoverano al proprio interno uno o più membri
che non si fidano a consumare acqua di rubinetto diminuiscono dal 40,1%
del 2002 al 30% del 2011.
Nel 2010, secondo la rilevazione di Istat sui consumi delle famiglie, il
61,8% delle famiglie italiane ha acquistato acqua minerale, in calo rispetto
agli anni precedenti (era il 64,3% nel 2008 e il 63,4% nel 2009). L’analisi
per ripartizione geografica vede una leggera prevalenza di famiglie che
acquistano acqua minerale al Sud (65,7%) mentre consumi lievemente
più bassi si registrano per le famiglie del Nord (58,7%).
67
Consumo di acqua e salute:
la piramide dell’idratazione
e le false credenze sull’acqua
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
Alcuni esperti di nutrizione hanno recentemente proposto un modello molto
intuitivo per richiamare l’attenzione sul ruolo fondamentale che l’acqua ha
all’interno dell’alimentazione quotidiana. Attraverso la piramide dell’idratazione si può capire facilmente quali alimenti consumare per rispettare
l’apporto quotidiano di liquidi in modo da prevenire gli effetti gravemente
negativi della disidratazione e per ottimizzare l’apporto giornaliero di acqua
o altre bevande con valore calorico nullo o limitato.
Alla base della piramide si trova l’acqua di rubinetto o imbottigliata che
andrebbe consumata giornalmente per almeno un litro al giorno. Altri 600
millilitri dovrebbe provenire da bevande come tè, infusi, orzo, caffè decaffeinato,
tutti senza zucchero, che si trovano al secondo livello della piramide. Al terzo
livello troviamo il latte e le spremute e succhi di frutta, non zuccherati. Nella
parte più elevata della piramide si trovano le bevande che vanno consumate
con minore frequenza e con maggiore attenzione; si tratta in particolare di
bevande gassate e zuccherate, bevande energetiche, caffè e birra.
La piramide dell’idratazione
cosa e quanto bere
in una giornata
Bibite gassate e zuccherate, energy drink
occasionalmente
0-200 ml (0-1 bicchiere)
Bevande idrosaline per lo sport
solo se necessario
0-500 ml (0-1 bottiglia)
Caffe senza zucchero
0-200 ml (0-5 tazzine)
Birra alcolica
0-330 ml (0-1 lattina)
Latte, anche vegetale
0-400 ml (0-2 bicchieri)
Succhi di frutta con zuccheri aggiunti
0-200 ml (0-1 bicchiere)
Centrifugati, spremute, succhi di frutta
100% frutta, senza zucchero
0-400 ml (0-2 bicchieri)
Tè, infusi, orzo,caffè decaffeinato
tutti senza zucchero
0-600 ml (0-3 bicchieri)
Acqua
almeno 1 litro
68
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
Per quanto riguarda la durezza dell’acqua, che spesso viene erroneamente ritenuta un problema per la salute umana, va sottolineato che si
tratta invece proprio dell’opposto e cioè di un valore aggiunto dell’acqua
stessa: la letteratura medico-scientifica attribuisce alle acque dure un
effetto protettivo sull’apparato cardiovascolare e le assolve dall’accusa di
contribuire alla calcolosi renale. Numerose ricerche condotte in differenti
periodi, aree geografiche e popolazioni hanno ribadito l’esistenza di un
effetto protettivo dei contenuti di calcio e magnesio disciolti nell’acqua
nei confronti dell’insorgenza di malattie cardiovascolari.
Anche rispetto al sodio, è errato pensare che sia preferibile bere acque povere di sodio dal momento che i valori di sodio contenuti nell’acqua sono in
genere irrilevanti: ad esempio bere un litro d’acqua di rubinetto equivale a
mangiare poco più di mezzo cracker. La gran parte del sodio ingerito (come
cloruro di sodio) proviene dagli altri alimenti, mentre l’acqua ha un ruolo
trascurabile. Queste conclusioni sono presenti nelle linee guida sulla qualità
dell’acqua potabile pubblicate nel 2011 dall’Organizzazione Mondiale della
Sanità le quali rispetto al sodio affermano che non esistono preoccupazioni
per la salute considerando i livelli di sodio contenuti nell’acqua e che non
esiste un legame tra presenza di sodio nell’acqua e ipertensione.
Il 56% degli intervistati nell’indagine di soddisfazione dei clienti dichiara
di bere acqua di rubinetto
69
Che rapporto c’è fra consumo
di acqua e salute?
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
Lo abbiamo chiesto a una specialista in malattie
del metabolismo e del ricambio
Per approfondire la relazione tra consumo di acqua e salute abbiamo
intervistato la Professoressa Renata Caudarella, studiosa di Malattie
del Metabolismo e del Ricambio1 (presso l’Università di Bologna)
Rispetto all’acqua di rubinetto, una delle preoccupazioni maggiori dei consumatori è rivolta al calcare e ai suoi effetti sulla salute. Bere l’acqua di rubinetto
fa venire i calcoli?
Questa domanda è particolarmente interessante in quanto consente di correggere
alcuni concetti che vengono divulgati comunemente dai media e non solo. Quando si
affronta il tema dell’acqua del rubinetto o di acque minerali ricche di calcio, spesso si
immagina che a livello corporeo, in particolare arterie e reni si verifichi una situazione
analoga a quella delle condotte idriche o negli elettrodomestici con la deposizione di
calcare. Innanzi tutto non si deve parlare di calcare ma piuttosto di soluti che possono
favorire la formazione di calcoli quali il calcio, e del contenuto di calcio delle acque
minerali o di rubinetto. Bisogna tener presente che solo circa il 20 - 25% del calcio
contenuto nell’acqua e negli alimenti in generale viene assorbita a livello intestinale;
il suo assorbimento è regolato dalla presenza di altri componenti quali ad esempio
ossalato, fosfato etc. e dagli ormoni che regolano il bilancio calcio fosforo.
Perché si pensa che il calcio e quindi le acque ricche di calcio possano favorire
la formazione di calcoli?
Il ragionamento è molto semplice: la maggior parte dei calcoli sono formati da sali
di calcio (soprattutto ossalato e fosfato di calcio) e l’aumentata escrezione urinaria
di calcio rappresenta l’alterazione metabolica più frequente nei pazienti con calcolosi
renale. Da questi presupposti nasce la raccomandazione comune anche nella pratica
clinica, di ridurre l’apporto giornaliero di calcio per prevenire le recidive, anche se gli
studi presenti in letteratura non hanno mai stabilito la reale efficacia di questa affermazione. E ciò nonostante questa raccomandazione è stata estesa a tutti. Inoltre nella
maggior parte dei pazienti con calcolosi, la massa ossea tende ad essere inferiore
alla norma. Un ulteriore problema è rappresentato dalla presenza di un’aumentata
escrezione urinaria di ossalato nei pazienti con dieta a basso contenuto di calcio.
Quando infatti l’apporto di calcio si riduce aumenta l’assorbimento intestinale di
ossalato che viene successivamente eliminato in maggiore quantità per via renale.
Il ridotto apporto di calcio ha quindi due conseguenze; la prima di non modificare la
1
Professoressa Associata in Malattie del Metabolismo e del Ricambio presso l’Università di Bologna sino al 2006.
70
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
storia naturale della calcolosi ossalo-calcica, che è la forma più comune di calcolosi.
La seconda di aumentare il riassorbimento della componente minerale (sali di calcio)
dal tessuto osseo, cosa che può impoverire la massa ossea.
Esistono studi che confermano queste conclusioni?
Uno studio epidemiologico sulla recidiva di calcoli condotto, nell’arco di 4 anni, su
circa 45.000 uomini ha mostrato che l’incidenza di recidive era inferiore di circa il
50% nel gruppo di soggetti che aveva un maggiore apporto di calcio. In un successivo
studio prospettico su 91.731 donne, della durata di 12 anni, è stato confermato che
l’apporto di calcio maggiore si associava ad un ridotto rischio di calcoli renali. Anche
le acque minerali ricche di calcio non favoriscono la formazione di calcoli in quanto
pur inducendo un incremento non significativo della calciuria, riducono significativamente l’escrezione urinaria di ossalato e non aumentano il grado di saturazione per
l’ossalato di calcio e il fosfato di calcio. Infine numerosi studi epidemiologici hanno
evidenziato una relazione inversa tra durezza delle acque e calcolosi renale; la maggior
incidenza di calcolosi calcica si è osservata in aree geografiche come la Thailandia
e gli stati del sud-est negli USA, dove le popolazioni consumano acque con basso
contenuto di minerali.
In conclusione le acque ricche di calcio, oltre all’effetto benefico di diluizione, comune
a tutte le acque, diminuiscono contestualmente l’escrezione di ossalato in quanto
ne riducono l’assorbimento a livello intestinale. Il contenuto di calcio nell’acqua non
favorisce quindi la formazione dei calcoli renali; si deve solo consigliare di non superare
l’apporto giornaliero di calcio raccomandato per l’età e il sesso dei pazienti.
Altro fattore di attenzione, il sodio. Vengono costantemente pubblicizzate acque minerali a basso contenuto di sodio, ma quanto incide quello contenuto
nell’acqua sull’assunzione complessiva giornaliera?
L’influenza dell’apporto giornaliero di sodio con la dieta sulla pressione arteriosa
è ben noto ma l’apporto di sodio con l’acqua è trascurabile poiché la maggior parte
del sodio ingerito (come cloruro di sodio) proviene dagli altri alimenti.
Qual è il ruolo dell’acqua e degli elementi in essa contenuti, all’interno di una
corretta alimentazione?
L’acqua è indispensabile per il mantenimento della vita. Basta pensare che il 55-60%
del peso di un soggetto adulto è dovuto all’acqua e che essa è indispensabile per
un corretto svolgimento dei processi fisiologici e delle reazioni biochimiche corporee.
L’apporto di calcio con l’acqua diventa particolarmente importante ad esempio nei
soggetti con intolleranza al lattosio; in questi pazienti l’apporto giornaliero di calcio
può essere raggiunto introducendo nella dieta acque ad elevato contenuto di calcio.
Per finire… lei beve acqua di rubinetto?
Si quando sono a casa, ma purtroppo questo non capita molto spesso.
71
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
False credenze sull’acqua
Le linee guida per una sana alimentazione italiana pubblicate nel 2003
dall’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (INRAN)
smentiscono alcune false credenze relative all’acqua:
Non è vero che l’acqua vada bevuta
al di fuori dei pasti.
Al limite, se si eccede nella quantità si allungheranno di un poco i tempi della digestione (per una
diluizione dei succhi gastrici), ma un’adeguata
quantità di acqua (non oltre i 600-700 millilitri)
è utile per favorire i processi digestivi, perché
migliora la consistenza degli alimenti ingeriti.
Non è vero che bere molta acqua
provochi maggiore ritenzione idrica.
La ritenzione idrica dipende più dal
sale e da altre sostanze contenute
nei cibi che consumiamo che dalla
quantità di acqua che ingeriamo.
Non è vero che occorra preferire le
acque oligominerali rispetto alle acque
maggiormente mineralizzate per mantenere la linea o “curare la cellulite”.
I sali contenuti nell’acqua favoriscono
l’eliminazione di quelli contenuti in eccesso nell’organismo. Nei bambini, in
particolare, sarebbe bene non utilizzare
le acque oligominerali in modo esclusivo,
ma bisognerebbe alternarle con quelle più
ricche di minerali, in quanto una diuresi
eccessiva può impoverire di sali minerali
un organismo in crescita.
Non è vero che bisogna bere acqua a basso
contenuto di sodio per controllare l’ipertensione.
La gran parte del sodio ingerito proviene dagli altri
alimenti, mentre l’acqua ha un ruolo trascurabile:
bere un litro d’acqua del rubinetto, quanto ad
apporto di sodio, equivale a mangiare poco più
di mezzo cracker!
Non è vero che l’acqua faccia ingrassare.
L’acqua non contiene calorie, e le variazioni
di peso dovute all’ingestione o eliminazione
dell’acqua sono momentanee e ingannevoli.
72
Non è vero che il calcio presente
nell’acqua favorisca la formazione
dei calcoli renali.
Le persone predisposte a formare
calcoli renali devono bere abbondantemente e ripetutamente nel corso della
giornata, senza temere che il calcio
contenuto nell’acqua possa favorire la
formazione dei calcoli stessi: anzi, è
stato dimostrato che anche le acque
minerali ricche di calcio possono costituire al riguardo un fattore protettivo.
Inoltre, ricerche recenti dimostrano
che la capacità dell’intestino umano
di assorbire il calcio contenuto nelle
acque (spesso presente in quantità
consistente) è considerata addirittura simile a quella relativa al calcio
contenuto nel latte.
Non è vero che l’acqua gassata
faccia male.
Né l’acqua naturalmente gassata né quella
addizionata con gas (normalmente anidride
carbonica) creano problemi alla nostra
salute, anzi l’anidride carbonica migliora la
conservabilità del prodotto. Solo quando la
quantità di gas è molto elevata si possono
avere lievi problemi in individui che già
soffrano di disturbi gastrici e/o intestinali.
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
Appendice: i parametri oggetto di
rendicontazione in questo report
Alluminio
É uno dei metalli più ampiamente usati dall’uomo e anche uno dei composti più diffusi nella
crosta terrestre.
(limite di legge per acque di rete 200 µg/L (parametro indicatore), per acque minerali il parametro
è previsto ma senza limite)
tuttavia l’OMS individua in 700 μg/L un valore
guida provvisorio. Tale valore è stato recepito
all’interno della normativa italiana come valore
massimo ammissibile.
(limite di legge per acque di rete 700 µg/L (parametro chimico), per acque minerali il parametro
non è previsto)
Ammonio
È una sostanza che deriva principalmente dalle
deiezioni umane o animali dove è contenuto
assieme all’urea risultante dal metabolismo
delle proteine. La sua presenza nelle acque,
specialmente in quelle sotterranee, è dovuta, in
alcuni casi, a cause geologiche quali ad esempio
la degradazione di materiale in via di fossilizzazione (resti di piante, giacimenti di torba, ecc.).
Nelle acque può essere presente per un valore
massimo di 0,50 mg/L.
(limite di legge per acque di rete 0,50 mg/L (parametro indicatore), per acque minerali il parametro
è previsto ma senza limite)
Cloruro
Gli ioni cloruro presenti in acqua possono essere
di origine sia minerale sia organica. In quest’ultimo caso aumenti anomali di concentrazione
possono essere collegati a inquinamenti di
natura organica. Concentrazioni eccessive di
cloruro in un’acqua, soprattutto se associate a
valori di pH acido, accelerano la corrosione dei
metalli nelle reti.
(limite di legge per acque di rete 250 mg/L (parametro indicatore), per acque minerali il parametro
è previsto ma senza limite)
Antiparassitari-Totale
Gli antiparassitari sono prodotti chimici normalmente impiegati in agricoltura per controllare,
respingere e uccidere organismi animali quali
insetti e microbi. Il valore indica la somma dei
singoli antiparassitari rilevati e quantificati in
occasione delle analisi.
(limite di legge per acque di rete 0,50 µg/L (parametro chimico), per acque minerali il parametro
non deve “risultare rilevabile con metodi che
abbiano i limiti minimi di rendimento analitico”
citati dalla legge)
Clorito
I cloriti sono tipici sottoprodotti della disinfezione dovuti all’uso di biossido di cloro come
disinfettante. Non vi sono forti preoccupazioni
rispetto agli effetti sulla salute di questi composti,
Concentrazione ioni idrogeno (pH)
Indica il grado di acidità di un’acqua. Valori troppo
alti o troppo bassi rispetto alla condizione di
neutralità (pH=7), potrebbero avere un significato
indiretto di pericolosità: acque troppo acide
(pH<7), specie in presenza di anidride carbonica aggressiva, immesse in tubature metalliche
possono risultare aggressive e solubilizzare
componenti che influiscono negativamente sulla
gradevolezza dell’acqua (ferro, manganese, zinco)
o comportano un vero e proprio rischio di tossicità
(piombo, cadmio).
(limite di legge per acque di rete con valore fra 6,5
e 9,5 (parametro indicatore), per acque minerali il
parametro è previsto ma senza limite)
Durezza
La durezza indica la presenza di sali di calcio
e magnesio disciolti nell’acqua. Si misura in
gradi francesi (°F) ognuno dei quali corrisponde
73
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
a 10 mg/L di carbonato di calcio. Una possibile
scala di classificazione della durezza considera le
acque leggere o dolci quelle con durezza inferiore
a 15-20 °F, mediamente dure sino a 20-35 °F e
dure oltre 35 °F.
Su indicazione medica può essere consigliato
l’utilizzo di acque con particolari gradazioni di
calcio. Normalmente il calcio presente nell’acqua
è importante per la salute al punto che la legge
vieta, nel caso di installazione di un addolcitore
domestico, di abbassare il valore della durezza
sotto i 15 °F. Al contrario, ben noti sono i danni
causati da acque troppo dure a elettrodomestici e
sanitari, al punto che molti detersivi contengono
sostanze che combattono il calcare.
(parametro indicatore di legge per acque di rete
con valore consigliato inferiore a 50°F e superiore
a 15°F per acque sottoposte a trattamento di
addolcimento o di dissalazione, per acque minerali
il parametro non è previsto)
Escherichia coli
È una delle specie principali di batteri che vivono
nella parte inferiore dell’intestino di animali a
sangue caldo. La presenza di Escherichia coli
nell’acqua è “indice” del livello di contaminazione fecale.
(limite di legge per acque di rete 0/100 mL
(parametro microbiologico), per acque minerali il
parametro deve “risultare assente”)
Ferro
È un metallo ed è uno dei principali componenti
della crosta terrestre. Può essere presente
nell’acqua potabile anche come risultato dell’uso
di flocculanti negli impianti di trattamento per la
produzione di acqua potabile o della corrosione
delle condotte in acciaio e ghisa durante la
distribuzione dell’acqua. Il ferro è considerato
un elemento indesiderabile, in quanto già una
concentrazione di circa 0,3 mg/L conferisce
all’acqua una colorazione giallina e un sapore
sgradevole (metallico).
(limite di legge per acque di rete 200 µg/L (para-
74
metro indicatore), per acque minerali il parametro
è previsto ma senza limite)
Fluoruro
Esprime il contenuto di fluoro, elemento indispensabile soprattutto per denti e ossa, da assumere
a piccole dosi. Un’assunzione eccessiva potrebbe
provocare effetti sull’apparato scheletrico e sulla
dentatura.
(limite di legge per acque di rete 1,50 mg/L (parametro chimico), per acque minerali 5 mg/L e 1,5
mg/L per acque destinate all’infanzia)
Manganese
Il manganese si ritrova naturalmente presente
sia nelle acque superficiali sia nelle acque di
falda. Se presente in quantità superiore ai limiti
legislativamente previsti può produrre degli effetti
indesiderabili sull’acqua potabile. Il manganese,
infatti, determina l’alterazione delle caratteristiche
organolettiche dell’acqua quali: colore, sapore
indesiderabile e torbidità.
(limite di legge per acque di rete 50 µg/L (parametro
indicatore), per acque minerali 500 µg/L)
Nitrato e Nitrito
I nitrati e i nitriti sono sostanze inquinanti. La
presenza di nitriti e nitrati nell’acqua potabile
è solo in minima parte naturale: nella maggior
parte dei casi dipende da attività umane quali
allevamenti, fertilizzanti, rifiuti industriali, scarichi
urbani e liquami.
(nitrato: limite di legge per acque di rete 50 mg/L
(parametro chimico), per acque minerali 45 mg/L
e 10 mg/L per acque destinate all’infanzia)
(nitrito: limite di legge per acque di rete 0,50
mg/L (parametro chimico), per acque minerali
0,02 mg/L)
Residuo secco a 180°
Le acque potabili e quelle minerali possono
contenere elevate, medie o basse quantità di
sali, principalmente carbonati, bicarbonati, cloruri
e solfati, combinati con sodio, potassio, calcio
e magnesio. Il residuo secco, o fisso, indica la
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
quantità di sali disciolti presenti nelle acque dopo
l’evaporazione di un litro d’acqua a 180°; più è
basso, minore è il contenuto di sali e viceversa.
Fino a 50 mg/L si ha un’acqua minimamente
mineralizzata ossia povera di sali, indicata per
favorire la diuresi e per calcoli renali; da 50 a
500 mg/L un’acqua oligominerale o leggermente
mineralizzata, adatta all’uso quotidiano e con una
buona azione diuretica; da 500 a 1.500 mg/L
un’acqua mediamente mineralizzata, più adatta
a chi pratica attività sportive; oltre i 1.500 mg/L
un’acqua ricca di sali, adatta a scopo curativo e
su consiglio medico.
(parametro indicatore per acque di rete con valore
massimo consigliato 1.500 mg/L, per acque minerali il parametro è previsto ma senza limite)
abbiano i limiti minimi di rendimento analitico”
citati dalla legge)
Trialometani-Totale
Rappresentano uno dei più noti sottoprodotti di
disinfezione: la loro presenza nelle acque potabili
è infatti connessa all’utilizzo dell’ipoclorito di
sodio come disinfettante. Si formano infatti dalla
reazione delle sostanze organiche naturali presenti
nell’acqua con l’ipoclorito di sodio.
(limite di legge per acque di rete 30 µg/L (parametro chimico), per acque minerali il parametro
non deve “risultare rilevabile con metodi che
abbiano i limiti minimi di rendimento analitico”
citati dalla legge)
Sodio
Il sodio è abbondantissimo in natura e pertanto
è presente, in misura maggiore o minore, in tutte
le acque naturali, sotto forma di cloruro di sodio
(il sale comune) e come bicarbonato di sodio.
Per il suo contenuto in sodio, l’acqua distribuita
da Hera è comparabile alle acque minerali in
commercio.
In riferimento al totale degli apporti dietetici, i
valori di sodio contenuti nell’acqua sono in genere
irrilevanti: ad esempio bere un litro d’acqua di
rubinetto equivale a mangiare poco più di mezzo
cracker. La gran parte del sodio ingerito (come
cloruro di sodio) proviene dagli altri alimenti,
mentre l’acqua ha un ruolo trascurabile.
(limite di legge per acque di rete 200 mg/L (parametro indicatore), per acque minerali il parametro
è previsto ma senza limite)
Tetracloroetilene + Tricloroetilene (Trielina)
Si tratta di due composti chimici presenti nell’acqua per la contaminazione del suolo e del sottosuolo causata da pratiche industriali non corrette,
quali lo scarico in pozzi perdenti o fognature.
(limite di legge per acque di rete 10 µg/L (parametro chimico), per acque minerali il parametro
non deve “risultare rilevabile con metodi che
75
Appendice: le campagne
di comunicazione di Hera
sull’acqua potabile
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
Campagna pubblicitaria realizzata da Hera nel 2009
Campagna pubblicitaria realizzata da Hera nel 2011
76
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
Il Progetto Hera2O è stato attivato nel
2008 per promuovere l’uso di acqua di
rubinetto da parte dei lavoratori
Nel 2010 Hera ha promosso il Manifesto
dell’acqua dei Sindaci che impegna i comuni
a promuovere l’acqua di rubinetto
Per promuovere il consumo di acqua di rubinetto, nel 2012
i lavoratori di Hera hanno ricevuto un bicchiere o una borraccia
77
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
Glossario
Acqua oligominerale
Si definisce oligominerale l’acqua con un valore
di residuo secco a 180 °C compreso fra 50
e 500 mg/L. L’acqua oligominerale è adatta
all’uso quotidiano e possiede una buona azione
diuretica.
Ambito Territoriale Ottimale (ATO)
L’Ambito Territoriale Ottimale, in base alla Legge
n. 36 del 1994, determina il livello territoriale
di organizzazione del Servizio Idrico Integrato in
vista del superamento della frammentazione
delle gestioni e del conseguimento di adeguate
dimensioni gestionali; la legge regionale delimita
i suoi confini in base al bacino idrografico.
Campionamento
Nell’analisi chimica viene detto campionamento
l’insieme di operazioni necessarie alla preparazione di un campione, ovvero la quantità di sostanza
o la parte di un materiale che dovrà essere
sottoposta ad analisi e che dovrà rappresentare
significativamente l’intera sostanza o materiale
di appartenenza.
Carta dei servizi
La Carta dei servizi è un documento che ogni
Ufficio della Pubblica Amministrazione e ogni
gestore di servizio pubblico è tenuto a fornire
ai propri utenti. In esso sono descritti finalità,
modi, criteri e strutture attraverso cui il servizio
viene attuato, diritti e doveri, modalità e tempi
di partecipazione, procedure di controllo che
l’utente ha a sua disposizione.
Le Carte dei servizi sono uno strumento di tutela
dei cittadini in quanto dichiarano gli standard di
qualità del servizio, cioè le caratteristiche delle
principali prestazioni fornite dall’Azienda e i tempi
entro i quali devono essere eseguite.
Concentrazioni
Le concentrazioni delle sostanze disciolte in acqua
sono normalmente espresse in milligrammi per
litro (mg/L), che corrispondono a un millesimo di
grammo in un litro d’acqua, in microgrammi per
78
litro (µg/L), che corrispondono a un milionesimo
di grammo in un litro d’acqua, oppure in nanogrammi per litro (ng/l), che corrispondono a un
miliardesimo di grammo in un litro d’acqua.
Conducibilità elettrica dell’acqua
La conducibilità misura la quantità di sali disciolta
in acqua. Più cariche sono presenti in acqua e
più sali vi saranno disciolti.
CO2 equivalente
Sono le emissioni di tutti i gas serra equiparate,
negli effetti di riscaldamento della Terra, alla CO2
secondo tabelle di conversione definite. L’effetto
del metano (CH4) per il riscaldamento della Terra
è equiparabile a 21 volte quello della CO2 mentre
quella del protossido di azoto (N2O) è equivalente
a 310 volte quello della CO2.
Falda acquifera
Si definisce falda acquifera un deposito d’acqua
che si raccoglie in strati porosi del sottosuolo,
costituiti ad esempio da sabbie e ghiaie, e che
viene alimentato dalle precipitazioni atmosferiche
attraverso processi di infiltrazione. Le acque
della falda acquifera mantengono in genere una
temperatura costante, prossima alla temperatura
media delle rocce che le ospitano. Le falde
più profonde mantengono la propria posizione
indisturbate, spesso anche per milioni di anni,
mentre quelle più superficiali sono coinvolte nel
ciclo idrologico, del quale costituiscono un’importante componente.
Indice di aggressività delle acque
L’aggressività di un’acqua definisce la propensione
di questa ad attaccare e solubilizzare alcuni minerali contenuti in rocce, terreni o materiali edili. Le
acque aggressive presentano in genere un basso
contenuto salino, bassa alcalinità e un contenuto
di anidride carbonica libera che viene chiamata
aggressiva. L’aggressività può favorire il deterioramento delle matrici cementizie e danneggiare
le condotte di fibrocemento con il conseguente
rilascio di fibre di amianto in acqua. L’acqua risulta
Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
tanto più aggressiva, quanto più basso è il valore
dell’indice di aggressività. Indici di aggressività
inferiori a 12 indicano acque tendenzialmente
aggressive per le matrici cementizie.
Nanogrammo
Unità di misura della massa. Un nanogrammo (simbolo ng) è la miliardesima parte del grammo.
OMS
L’Organizzazione Mondiale della Sanità è l’agenzia
dell’ONU specializzata in tema di salute, fondata
il 7 aprile 1948 e con sede a Ginevra. L’obiettivo
dell’OMS è il raggiungimento da parte di tutte le
popolazioni del livello più alto possibile di salute,
intesa come condizione di completo benessere
fisico, mentale e sociale e non soltanto come
assenza di malattia o di infermità.
Organoalogenati
Sono sostanze organiche contenenti alogeni
(fluoro, cloro, bromo, iodio e astato). Per quanto
riguarda le acque potabili, gli organoalogenati di
interesse sono alcuni solventi presenti nelle acque
a causa di inquinamento ambientale (tricloroetilene, tetracloroetilene) e i cosiddetti “trialometani”
che si formano come sottoprodotti nei processi
di disinfezione con ipoclorito di sodio. Per il tricloroetilene+tetracloroetilene e per i trialometanitotale si veda l’appendice.
PET
Il PET, polietilene tereftalato o polietilentereftalato,
è un materiale plastico usato in svariati modi,
leggero e infrangibile, impiegato soprattutto
in imballaggi che dopo l’uso possono essere
riciclati senza problemi e poi riutilizzati. Il PET è
prodotto al 100% dal petrolio o dal metano. Da
circa 1,9 chilogrammo di petrolio si ottiene circa
1 chilogrammo di PET.
Subsidenza
Si tratta di un fenomeno di progressivo abbassamento del suolo dovuto alla compattazione
dei materiali. La subsidenza può essere sia di
carattere naturale, nel caso di sedimenti molto
porosi che tendono ad abbassarsi se hanno sopra
un carico, sia di carattere artificiale (subsidenza
indotta), ad esempio a seguito di estrazione di
acqua, petrolio o gas dal terreno che lasci vuoti
gli spazi intergranulari, provocando pertanto un
assestamento del terreno.
Trattamento chimico
Si definisce trattamento chimico un processo che
utilizza reagenti chimici con l’obiettivo di modificare
la struttura molecolare delle sostanze. Nel caso
della potabilizzazione dell’acqua un tipico esempio
è quello che utilizza l’ozono per ossidare-modificare
le sostanze organiche nell’acqua.
Trattamento fisico
Si definisce trattamento fisico un processo
che utilizza le proprietà fisiche delle sostanze
contenute nell’acqua (la dimensione, il peso, la
densità) per separarle da essa.
UNI EN ISO/IEC 17025:2005
La norma specifica i requisiti generali per la
competenza dei laboratori a effettuare prove e/o
tarature, incluso il campionamento. Essa copre
le prove e tarature eseguite utilizzando metodi
normalizzati, metodi non-normalizzati e metodi
sviluppati dai laboratori.
UNI EN ISO 9001:2000
La norma ISO 9001 costituisce il riferimento,
riconosciuto a livello mondiale, per la certificazione del Sistema di Gestione per la Qualità
delle organizzazioni di tutti i settori produttivi e
di tutte le dimensioni.
Sostanza colloidale (colloide)
Si definisce un colloide una sospensione di
minuscole particelle di una sostanza, detta fase
dispersa, in un’altra, detta fase continua o mezzo
disperdente. Sia la fase sospesa, o dispersa,
sia il mezzo disperdente possono essere solidi,
liquidi o gassosi.
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Report 2011 sulla qualità dell’acqua potabile
Gruppo di lavoro
Filippo M. Bocchi
Paola Brandolini
Gianluca Principato
Direzione Corporate Social Responsibility, Hera S.p.A.
Claudio Anzalone
Laura Minelli
Angelo Pettazzoni
Coordinamento Tecnico Reti, Hera S.p.A.
Sara Cameranesi
Riccardo Finelli
Direzione Centrale Relazioni Esterne, Hera S.p.A.
Hanno collaborato alla redazione del report:
Vito Belladonna
Arpa Emilia-Romagna
Lisa Gentili
Arpa Emilia-Romagna
Stefania Greggi
Romagna Acque – Società delle fonti S.p.A.
Claudio Mazzini
Coop Italia
Carlo Pezzi
Romagna Acque – Società delle fonti S.p.A.
Leonella Rossi
Arpa Emilia-Romagna
Danila Tortorici
Direzione Sanità e Politiche Sociali, Regione Emilia-Romagna
Andrea Zuppiroli
Direzione Ambiente e Difesa del Suolo e della Costa, Regione Emilia-Romagna
Hanno inoltre collaborato: Franco Sami, Luciano Agostini (Direzione Settore Servizi Tecnici Operations, Hera S.p.A.), Fabrizio Mazzacurati, Susanna Morelli (Coordinamento Tecnico Reti, Hera S.p.A.),
Francesco Avolio, Elena Billi, Giorgio Paderni, Filippo Zanolla (Business Unit SOT Bologna), Francesco
Maffini, Massimo Mari, Riccardo Pollini (Business Unit SOT Ferrara), Paola Casali, (Business Unit SOT
Forlì-Cesena), Luigi Bombardi, Cristina Morini (Business Unit SOT Imola-Faenza), Francesca Romani
(Business Unit SOT Modena), Luca Marchi, Imerio Pirazzini, Daniele Quintavalle (Business Unit SOT
Ravenna), Mirko Boschetti Manuela Corbelli (Business Unit SOT Rimini).
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Responsabilità progetto editoriale
Direzione Centrale Realazioni Esterne Hera S.p.A.
Giuseppe Gagliano
Riccardo Finelli
Progetto grafico
avenida.it
Stampa
La Pieve Poligrafica Editore Villa Verucchio s.r.l.
Stampato su carta ecologica Cyclus Print riciclata al 100%
Finito di stampare nel luglio 2012
Hera S.p.A.
Viale C. Berti Pichat 2/4
40127 Bologna
www.gruppohera.it
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