IMPOSSIBILE E’ SOLO UNA PAROLA PRONUNCIATA DA
PICCOLI UOMINI CHE TROVANO PIU’ FACILE VIVERE NEL
MONDO CHE GLI E’ STATO DATO, PIUTTOSTO CHE CERCARE
DI CAMBIARLO. IMPOSSIBILE NON E’ UN DATO DI FATTO, E’
UN OPINIONE. IMPOSSIBILE NON E’ UNA REGOLA E’ UNA
SFIDA. IMPOSSIBILE NON E’ UGUALE PER TUTTI.
IMPOSSIBILE NON E’ PER SEMPRE.
IMPOSSIBLE IS NOTHING.
THE GREATEST OF ALL TIME
Nato a: Louisville, Kentucky (Usa)
il 18 gennaio 1942
Altezza: cm. 191
Peso: kg. 96
Nazionalità: Statunitense
Categoria: pesi massimi
Professionista: dal 29 Ottobre
1960
Record: 61 incontri disputati 56
vinti (37 per ko), 5 persi
Mondiali sostenuti: 25
Mondiali vinti: 22
Altri titoli: Oro ai Giochi olimpici
di Roma 1960 nei mediomassimi
Frasi famose: "Io sono l'eccelso"
Quello che è considerato il più grande pugile di tutti i tempi, Cassius Clay alias Muhammad
Alì (nome che ha adottato dopo essersi convertito alla religione islamica) è nato il 17
gennaio del 1942 a Louisville, Kentucky e ha iniziato a tirare di boxe per un caso fortuito,
dopo essere capitato in una palestra mentre, bambino, era alla ricerca della sua bicicletta
rubata.
Iniziato alla boxe da un poliziotto di origini irlandesi a soli dodici anni il futuro campione del
mondo cominciò ben presto a raccogliere trionfi nelle categorie dilettantistiche. Campione
olimpico a Roma nel 1960, si trovò però nel suo paese d'origine, gli Stati Uniti d'America, a
combattere con un avversario ben più temibile di chiunque potesse incontrare sul ring: la
segregazione razziale. Molto sensibile al problema e trascinato dal suo spirito battagliero
ed indomito, Alì prese subito a cuore le tematiche che colpivano in prima persona i fratelli
neri meno fortunati di lui. Proprio a causa di un episodio di razzismo il giovane pugile
arriverà a gettare il proprio oro olimpico nelle acque del fiume Ohio (solo nel 1996 ad
Atlanta il CIO gli riconsegnò una medaglia sostitutiva).
Allenato da Angelo Dundee, Clay arrivò al
mondiale a ventidue anni battendo in sette
riprese Sonny Liston. Fu in quel periodo che
Cassius Clay cominciò a farsi conoscere
anche per le sue dichiarazioni provocatorie e
sopra le righe che ebbero l'inevitabile
conseguenza di far parlare molto di lui. Cosa
che forse non sarebbe comunque successa se
Alì, grazie al suo enorme carisma anche
mediatico, non avesse avuto una reale presa
sul pubblico. In effetti il suo modo di essere,
spavaldo fino ad arrivare alla spacconeria, era
una notevole novità "spettacolare" per quei
tempi, esercitando un fascino immediato sul
pubblico, sempre più assetato, grazie a quel
meccanismo, di notizie e di informazioni sulla
sua attività.
Immediatamente dopo aver conquistato la corona annunciò di essersi convertito
all'Islam e di aver assunto il nome di Muhammad Ali.
Da quell'istante cominciarono anche i suoi guai che culminarono nella chiamata alle
armi nel 1966 dopo essere stato riformato quattro anni prima. Affermando di essere
un "ministro della religione islamica" si definì "obiettore di coscienza" rifiutandosi di
partire per il Vietnam ("Nessun Vietcong mi ha mai chiamato negro", dichiarò alla
stampa per giustificare la propria decisione) e venne condannato da una giuria
composta di soli bianchi a cinque anni di reclusione.
Fu quello uno dei momenti più bui della sua vita. Decise di ritirarsi e venne
attaccato per il suo impegno nelle lotte condotte da Martin Luther King e Malcom
X. Poté tornare a combattere nel 1971 quando fu assolto grazie a una irregolarità
nelle indagini svolte su di lui.
Persa la sfida con Frazier ai punti, riuscì a tornare campione del mondo WBA
solo nel 1974 mettendo al tappeto George Foreman a Kinshasa, in un incontro
passato alla storia e ad oggi ricordato sui manuali come uno dei più grandi eventi
sportivi di sempre (celebrato fedelmente, dal film-documentario "Quando
eravamo re").
Kinshasa 1974:George Foreman contro
Muhammad Ali incontro valevole per il
campionato mondiale versione WBC-WBA
Colpito negli ultimi anni dal terribile morbo di Parkinson, Cassius Clay ha
commosso l'opinione pubblica di tutto il mondo, turbata dal violento contrasto
esistente fra le immagini esuberanti e piene di vita di un tempo e l'uomo
sofferente e privato delle sue forze che si presenta adesso.
Il grande atleta, dotato di una forza di volontà e di un
carattere d'acciaio, non si è fatto moralmente
sconfiggere dalla malattia e continua a combattere le
sue battaglie di pace, in difesa dei diritti civili, pur
sempre rimanendo un simbolo per la popolazione di
colore mondiale.
MARTIN LUTHER KING
Nasceva ad Atlanta il 15
gennaio del '29, nel cuore
dell'America nera. L'uomo "del
sogno", della libertà e della
giustizia ancora oggi
rappresenta un modello e non
solo per i neri americani. Ma
chi era davvero il reverendo
King e quale è stata la sua
battaglia. Quale l'eredità
lasciata agli afroamericani di
oggi. La grande storia di
una delle icone più famose
degli anni Sessanta.
BATTISTA
La religione di Martin Luther King accetta i principi fondamentali
della Riforma protestante, introducendo però la pratica del battesimo
in età adulta. Altri principi fondamentale sono l'autonomia delle
chiese locali e la separazione fra Stato e Chiesa. In tutto il mondo ci
sono oltre 30 milioni di battisti, concentrati soprattutto negli Usa,
dove rappresentano circa il 40 per cento del protestantesimo
americano. Il battesimo è considerato l'atto fondamentale di
adesione consapevole alla comunità. Deve perciò essere celebrato
in età adulta. Non è comunque un sacramento che procura una
condizione di grazia, ma soltanto una professione di fede. mentre
alla Cena del Signore regolarmente celebrata dalla comunità, si
attribuisce valore unicamente memoriale.
Montgomery, Alabama: Martin Luther King arrestato per "vagabondaggio" mentre cerca di entrare
in tribunale per assistere al processo di un suo collaboratore;
Diritti civili
La grande battaglia di Martin Luther King. Negli Stati Uniti del secondo
dopoguerra i neri sono cittadini di serie B, discriminati nel lavoro e nella
vita sociale. Negli Stati del Sud vivono in un regime di vera e propria
segregazione. Scuole, bagni e posti sull'autobus differenti da quelli dei
bianchi, esclusione dalle liste elettorali.
Nel 1954 la Corte Suprema dichiara illegittima la segregazione
razziale nelle scuole statali. King è nominato pastore della chiesa
battista di Montgomery, città in cui la tensione razziale è sempre
altissima. Nel 1955 l'evento destinato a cambiare la vita del
reverendo. Rosa Parks, un'operaia nera è arrestata per essersi
seduta in autobus su uno dei posti riservati ai bianchi. Martin Luther
King guida il boicottaggio di protesta dei mezzi pubblici. L'iniziativa
ha successo. Anche molti bianchi aderiscono alla protesta.
Martin Luther King è citato in tribunale dal
Comune per "aver danneggiato l'azienda
dei trasporti pubblici". King viene arrestato
e imprigionato. In carcere è più volte
minacciato di morte, mentre la sua famiglia
è oggetto di attentati e aggressioni. Una
bomba esplode davanti casa sua e la
Guardia nazionale aizza i cani contro sua
moglie. La protesta dura 381 giorni. Nel
1956 la Corte Suprema dichiara illegale la
segregazione razziale sui trasporti pubblici.
E' la prima vittoria del movimento per i
diritti dei neri. Martin Luther King diventa
un personaggio nazionale.
Martin Luther King riceve
il premio Nobel per la
pace nel 1964.
I have a dream
Le parole più famose di Martin Luther King,
pronunciate a Washington il 23 agosto 1963.
"Io ho ancora un sogno. Ho il sogno che un
giorno gli uomini si rizzeranno in piedi e si
renderanno conto che sono stati creati per
vivere insieme come fratelli. Questa mattina
ho ancora il sogno che un giorno ogni nero
della nostra patria, ogni uomo di colore di
tutto il mondo, sarà giudicato sulla base del
suo carattere piuttosto che su quella del
colore della sua pelle, e ogni uomo rispetterà
la dignità e il valore della personalità umana.
Ho ancora il sogno che un giorno la giustizia
scorrerà come acqua e la rettitudine come
una corrente poderosa. Ho ancora il sogno
che un giorno la guerra cesserà, che gli
uomini muteranno le loro spade in aratri e che
le nazioni non insorgeranno più contro le
nazioni, e la guerra non sarà neppure oggetto
di studio. Ho ancora il sogno ogni valle sarà
innalzata e ogni montagna sarà spianata.
Con questa fede noi saremo capaci di
affrettare il giorno in cui vi sarà la pace sulla
terra".
Memphis
4 aprile 1968. King è a Memphis per partecipare ad una marcia
in favore degli spazzini della città, in sciopero. Sulla veranda
dell'albergo sta discutendo con i suoi collaboratori quando
viene raggiunto da alcuni colpi di fucile.
James Earl Ray
Il presunto omicida di Martin Luther King. Viene arrestato a
Londra due mesi dopo l'omicidio. Aveva dei precedenti per
rapina, alcolismo e spaccio di denaro falso. Inizialmente
confessa, poi si dichiara innocente. Viene condannato a
novantanove anni di carcere ma riesce ad evadere.
Arrestato di nuovo, continua a sostenere la propria
innocenza. Nel 1998 è morto di cirrosi epatica in carcere,
all'età di 73 anni. La famiglia King si è convinta che non sia
stato lui a sparare quel 4 aprile 1968. Nel 1997 la vedova
Corette e il figlio Dexter hanno querelato Loyd Jowers, un
proprietario di un caffè di Memphis che si era vantato di aver
organizzato lui, per centomila dollari, l'omicidio di Martin
Luther King. Una successiva inchiesta si è comunque
conclusa ribadendo la colpevolezza di Ray.
“Ai nostri più accaniti oppositori noi diciamo: Noi faremo fronte alla
vostra capacità di infliggere sofferenze con la nostra capacità di
sopportare le sofferenze; andremo incontro alla vostra forza fisica
con la nostra forza d’animo. Fateci quello che volete e noi
continueremo ad amarvi.
Noi non possiamo in buona coscienza, obbedire alle vostre leggi
ingiuste, perché la non cooperazione col male è un obbligo morale
non meno della cooperazione col bene. Metteteci in prigione e noi vi
ameremo ancora. Lanciate bombe sulle nostre case e minacciate i
nostri figli e noi vi ameremo ancora. Mandate i vostri incappucciati
sicari nelle nostre case nella notte, batteteci e lasciateci mezzi morti
e noi vi ameremo ancora.
Ma siate sicuri che noi vi vinceremo con la nostra capacità di soffrire.
Un giorno noi conquisteremo la libertà, ma non solo per noi stessi:
faremo talmente appello al vostro cuore ed alla vostra coscienza
che alla lunga conquisteremo voi e la nostra vittoria sarà una
duplice vittoria. L’amore è il più potere più duraturo che vi sia al
mondo”.
M. L. KING , La forza di amare
THE WALL
By Catherine Anne McNeill
I walked along that long black wall, with names as far as I could see.
Friends I knew in childhood now etched in memories.
I’ve touched their names so many times, remembered them with love.
I walk along, the rain pours down, tears from heaven above.
I watch a Vet, deep in thought, pain across his face.
He walks a mother to the wall; he’s taken his friend’s place.
She reaches out to touch a name, the one that was her son.
They pause togheter in the rain, their memories a bond.
The men who fought, the men who died, their names for all to see.
Their lives so brief, fallen short, a page in history.
We can’t forget what they had done, so many years ago.
Sacrifices they have made the bravery they showed.
I walked along that long black wall, crying in the rain.
For all those men who’ve touched our lives, we’ll never see again.
28 May 2000
LA TELEVISIONE
TRASMISSIONE DELLE IMMAGINI
La trasmissione d’immagini televisive può avvenire:
1) VIA ETERE;
2) VIA CAVO;
3) VIA SATELLITE;
4) A CIRCUITO CHIUSO;
Le più diffuse, allo stato attuale, in Italia sono quelle via etere, il cui principio di
funzionamento è realizzato secondo il seguente schema a blocchi.
Una telecamera riprende la scena trasformando l’immagine in un segnale
elettrico televisivo che va a modulare una portante a radiofrequenza
trasmessa poi via etere da un’antenna.
Un’altra antenna opportunamente sintonizzata sulla frequenza della
stazione trasmittente riceve il segnale a radiofrequenza che il televisore
demodula ritrasformandolo in un’immagine uguale a quella di partenza.
TELECAMERA A COLORI
La telecamera riprende una scena a colori trasformando quindi l’informazione
racchiusa nell’immagine stessa in tre segnali elettrici secondo lo schema
seguente.
La luce proveniente dalla scena da riprendere entra nell’obiettivo della
telecamera che la raccoglie e la separa nei tre colori fondamentali per
mezzo di tre lenti speciali, dette dicroiche, in grado di riflettere soltanto il
colore rosso la prima, e il colore blu la seconda e di mandarle entro un tubo
da ripresa in grado di trasformarle in un opportuno segnale elettrico.
La luce verde, non deviata, entra direttamente nella telecamera del verde.
I tre tubi da ripresa generano quindi tre distinti segnali elettrici che
racchiudono l’informazione presente nell’immagine originaria, ma dopo
averla scomposta nei tre colori fondamentali: rosso, blu e verde.
CINESCOPIO TELEVISIVO
Il cinescopio televisivo è essenzialmente un grosso tubo di vetro spesso, entro
il quale è stato praticato il vuoto spinto ed al quale è stata applicata una
differenza di potenziale di circa 15 KV per quelli in bianco e nero, e di circa
25 KV per quelli a colori, tra l’anodo, cioè la parte interna dello schermo, ed
il catodo, costituito dal cannone elettronico.
Il cannone elettronico, catodo, emette elettroni che, opportunamente deflessi
dal giogo di deflessione magnetico, situato sul collo del tubo, arrivano sullo
schermo colpendo particolari vernici che producono luce.
Le singole righe dell'immagine vengono descritte dal pennello elettronico, come
indicato nell'animazione, partendo da sinistra verso destra al ritmo di 625 righe
ogni venticinquesimo di secondo, cioè 15.625 righe al secondo
SPETTRO DEL SEGNALE TELEVISIVO
Il segnale di luminanza è modulato in VSB ( VESTIGIAL SIDE BAND =
BANDA LATERALE RESIDUA) e viene trasmesso con la portante
ridotta di ampiezza, con la banda laterale destra per intero e una piccola
parte della sinistra.
Il segnale audio viene modulato in frequenza, (FM) e la sua portante è
allocata a 5,5 MHz a destra della portante video, come in figura.
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