LA DISLESSIA NELLA SCUOLA ITALIANA
OGGI ….
INSIEME PER COMPRENDERE IL PROBLEMA
International Meeting
Parco Letterario Salvatore Quasimodo
Roccalumera , 15 ottobre 2007
DOTT.SSA CHIARA GARUFI
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INDICE
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LA DISLESSIA :
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che cos’è
come si manifesta
come riconoscerla
come affrontarla
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LA DISLESSIA NELLA SCUOLA ITALIANA OGGI:
-
La scuola e il suo ruolo
Normativa e tutela dei diritti

CONCLUSIONI
-
-
- La sfida …
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La dislessia,per definizione,è una disabilità specifica
dell’apprendimento di origine neurobiologica , che
può interessare
bambini normali , che non
presentano alcun tipo di handicap neurologico ,
sensoriale o condizioni di svantaggio sociale.
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Si manifesta con difficoltà di lettura , che può essere
più o meno grave e spesso è correlata da problemi
nella scrittura,(disgrafia, disortografia ) e/o nel
calcolo ( discalculia).
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Il bambino dislessico ha difficoltà scolastiche, che di
solito compaiono già nei primi anni di scuola e
persistono negli anni successivi
Ecco elencati gli errori più frequenti :
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Inversione di lettere e numeri (p/b, a/e, u/n, sc/cs, 31/13 ) ;
Sostituzione di suoni simili ( p/b, d/t, m/n, f/v, r/l, s/z, 9/6 ) ;
Difficoltà nei suoni difficili da pronunciare ( chi/ che, ghi/ ghe, gn/ gl ) ;
Inadeguata padronanza fonologica generale;
Doppie;
Punteggiatura ignorata o inadeguata;
Difficoltà ad imparare informazioni sequenziali ( lettere dell’alfabeto, i giorni
della settimana, i mesi dell’anno ,orologio);
Difficoltà a memorizzare le tabelline;
Difficoltà a memorizzare le procedure delle operazioni aritmetiche .
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Ogni bambino dislessico è diverso dall’altro perché la dislessia si
presenta come un complesso di caratteristiche
( comportamenti, abilità, differenze percettive o di sviluppo )
condivise in misura più o meno estesa:
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L’acquisizione delle abilità nelle prime fasi dello sviluppo è più
lenta rispetto la media;
Può apparire pigro , sbadato;
Q.I. è nella media o al di sopra,il rendimento scolastico non è
adeguato;
Ha difficoltà a mantenere un’attenzione costante; anche la
concentrazione risulta inadeguata;
Apprende
rapidamente
attraverso
l’osservazione,
la
dimostrazione, la sperimentazione e gli aiuti visivi.
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E’ molto lento nella lettura ;
• Spesso non comprende il contenuto di quanto letto;
• Legge male ad alta voce;
• Nella lettura e nella scrittura mostra ripetizioni, trasposizioni,
aggiunte, omissioni, sostituzioni o inversioni di lettere, parole e
numeri;
• Si confonde con alcuni tipi di lettere, numeri o parole e tende
ad invertirli;
• Tende a non ricordare le elencazioni, specie se in sequenza;
• Esprime le sue idee con difficoltà;
• Nella lettura e/o scrittura tende a ripetere sillabe, parole e
addirittura intere frasi, talvolta legge o scrive parole al contrario;
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• Si basa sulle dita per contare;
• Ha difficoltà nella numerazione progressiva e regressiva;
• Ha difficoltà nel calcolo;
• Non memorizza le tabelline;
• Ha difficoltà nella decodifica dei numeri ( da un formato
lessico ad uno numerico )
Es. 1.492 lo scrive
1000400902
• Conoscenza numerica non adeguata (valore posizionale);
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• Un bambino dislessico può imparare a parlare una lingua straniera con la
stessa facilità di altri bambini, ma la necessità di imparare la lingua straniera
scritta comporta una difficoltà maggiore.
• Con lo studio di un’altra lingua i suoni e le concordanze aumentano rendendo
più faticoso l’apprendimento;
• in particolare nella lingua inglese la non concordanza suoni/lettere è maggiore
(a 26 lettere dell’alfabeto, 45 suoni diversi nella pronuncia e circa 150 modi di
scrivere questi suoni..);
• Se un bambino dislessico deve imparare una seconda lingua, meglio una con
una base latina, perché la scrittura è più trasparente.
• Se deve imparare l’inglese, è opportuno insistere sulla lingua parlata.
• Utilizzare le immagini e i sussidi didattici informatici.
• Verifiche orali.
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Può avere difficoltà che implicano
abilità motorie;
Ha difficoltà a copiare o a
riassumere correttamente;
La scrittura è talvolta illeggibile e
può non essere in grado di
rileggerla;
Può apparire non coordinato e
goffo nei movimenti quando
gioca o è impegnato in attività
sportive (disprassia);
Spesso confonde la destra con
la sinistra e il sopra con il sotto;
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Sperimenta difficoltà nella
consapevolezza del tempo e
nella sua gestione ( lettura
dell’orologio, sequenza dei
giorni della settimana,dei mesi,
delle stagioni ) .
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• Pare sempre svogliato , sembra non gli importi nulla
della scuola ;
• Può essere disordinato e richiedere attenzione ;
• In classe disturba oppure a volte è troppo calmo ;
• Può essere emotivo o ansioso riguardo ai suoi
problemi scolastici .
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Quando un genitore , un insegnante sospetta di trovarsi di fronte ad un
bambino dislessico è importante che segnali il caso a chi di competenza
perché venga fatta al più presto una valutazione diagnostica .
La diagnosi deve essere fatta da specialisti esperti, mediante test specifici.
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È BENE SAPERE CHE :
Più tardi avviene l’identificazione del problema maggiori saranno le ripercussioni
psicologiche sul soggetto (bassa autostima,depressione,abbandono scolastico);
Qualsiasi sia l’età del bambino, dai 4 anni in poi, è bene rivolgersi al Servizio di
Neuropsichiatria per una valutazione della funzione linguistica.
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La comunicazione scuola-famiglia è uno degli aspetti più delicati ed importanti.
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I rapporti con i tecnici sono importanti: la dislessia è un problema che richiede
l’intervento e l’aiuto di competenze diverse per ottenere dei risultati,dunque, è
fondamentale lavorare in sinergia.
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Quando ci si trova di fronte ad un soggetto con DSA la
VALUTAZIONE diventa un momento molto delicato .
Bisogna privilegiare una valutazione costruttiva e “non
punitiva”, che sappia valorizzare l’impegno, le potenzialità e le
effettive capacità dei bambini .
È importante :
• FAVORIRE STRATEGIE (scuola-famiglia) :
•ESPOSIZIONE ORALE:
PRODUZIONE SCRITTA:
interrogazioni programmate;
una valutazione separata di
uso di schemi e mappe concettuali;
contenuto e forma
Bisogna fare in modo che la valutazione aiuti gli alunni a
diventare consapevoli in positivo delle proprie capacità e dei
propri miglioramenti.
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Ogni anno nelle scuole italiane entrano almeno 400.000 nuovi
bambini,fra cui da 12.000 a 20.000 con DSA,destinati a dover
affrontare , da subito , un cammino arduo e doloroso perchè
dislessici.
La scuola in tal senso assume un ruolo importante e decisivo,poiché è proprio in
quel luogo che avviene la prima identificazione del problema,che dovrebbe essere
tempestiva ma che in realtà non lo è affatto.
Gli anni in cui è possibile individuare precocemente il disturbo sono l’ultimo anno
della scuola per l’infanzia e i primi due della scuola primaria.
Spesso accade però che la dislessia ,come disturbo, venga negata e che le
difficoltà di questi bambini vengano sottovalutate e male interpretate dagli
insegnanti che li definiscono come problemi di scarso impegno e distrazione.
I disturbi dell’apprendimento sono così liquidati e stigmatizzati come se fossero
una mania di neuropsichiatri vogliosi di medicalizzare tutto e tutti .
La mancanza di informazione/formazione degli insegnanti sul tema dislessia ha
determinato per migliaia di bambini un percorso scolastico di sofferenze e di
incomprensioni che spesso si è concluso con l’abbandono.
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Pensare che dislessia e disturbi di apprendimento non esistano e che siano
dovuti a carenze della didattica è davvero un illusione che, davanti alla
persistenza del problema, finisce con il colpevolizzare il ragazzo dislessico
che tende a sentirsi “DIVERSO” e come tale tende a comportarsi rischiando
di assumere comportamenti devianti.
La didattica,a questo punto,diventa importantissima e gli insegnanti
dovrebbero aggiornarsi per poter affrontare il problema dislessia con
metodologie didattiche adeguate,cercando però di non superare l’illusione di
onnipotenza: la dislessia è un problema costituzionale da cui si può
migliorare ma non guarire.
La missione degli insegnanti,dunque,dovrebbe essere quella di accogliere e
fare proprie le conoscenze scientifiche più recenti su
questo tema per poter agire in maniera consapevole e mirata nella loro
importantissima funzione di favorire l’apprendimento con metodi adeguati e
personalizzati a seconda delle caratteristiche individuali degli allievi.
Purtroppo c’è ancora molta strada da percorre per rendere la scuola italiana
più adatta ad affrontare le difficoltà di apprendimento e far si che questi
bambini ,un giorno adulti, possano realizzarsi
come gli altri senza che le loro intelligenze vengano
frustrate ed umiliate.
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La situazione italiana se confrontata con quella degli altri Paesi
europei ed extra europei ci appare carente .
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La storia dei provvedimenti legislativi volti a garantire il diritto
allo studio dei soggetti con DSA inizia 19 novembre 2002 con il
DdL Basile n. 1838;
Continua,poi,con un ulteriore decreto,più completo,che viene
presentato il 16 giugno 2004 alla Commissione Cultura della
Camera, DdL Parodi n. 5066 .
Nel maggio 2006 viene presentato alla Camera ed al Senato un
nuovo DdL che riguarda le Norme in materia di difficoltà
specifiche di apprendimento . Questo,approvato il 15 novembre
2006 dal Parlamento è rimasto fermo al Senato ed è tuttora in
attesa di approvazione definitiva .
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Negli ultimi anni il vuoto legislativo è stato parzialmente colmato da una serie
di circolari da parte del MIUR che hanno avuto il merito di fornire alle
scuole del nostro Paese alcune utili indicazioni in materia di :
STRUMENTI COMPENSATIVI
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Utilizzo del PC ;
Uso di schemi e mappe concettuali;
Uso della calcolatrice ;
Software informatici;
Utilizzo di sintesi vocale e registratore.
DISPENSATIVI
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Esami per la patente solo orali
MODALITA’ VALUTATIVE E ALTRI IMPORTANTI ASPETTI RELATIVI
ALL’ESERCIZIO DEL DIRITTO ALLO STUDIO .
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Creare una nuova cultura sul problema dislessia è l’unico mezzo
per :
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MODIFICARE la mancanza di informazioni , spesso inesatte,e tutti gli
atteggiamenti negativi in proposito ;
-
FAVORIRE la creazione di un linguaggio comune tra i tre attori del sistema :
scuola,famiglia e servizi sanitari preposti alla diagnosi ;
-
SENSIBILIZZARE al problema,con la conseguente richiesta di informazione
/formazione a tutti i livelli per far si che questi ragazzi con DSA incontrino
lungo il cammino scolastico,insegnanti e operatori sensibili e preparati che
sappiano capirlo ,che sappiano indirizzare la famiglia ,che sappiano accogliere
le informazioni fornite dai tecnici sanitari e che sappiano costruire un ambiente
didattico favorevole .
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Se ci soffermiamo a pensare , la scuola e il suo mondo
sembrano assomigliare ad un treno in corsa , nel quale
tutti i vagoni viaggiano alla stessa velocità , e che si ferma
solo nelle principali stazioni.
Su questo treno tutti i bambini-vagone devono andare alla
stessa velocità, poiché , ancora oggi , nelle nostre scuole
non è previsto il caso di un bambino-vagone che per sue
caratteristiche possa viaggiare in modo più lento , magari
percorrere qualche binario diverso dai soliti oppure
fermarsi anche nelle stazioni secondarie ……….
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….. per essere giusti non si può dare a tutti
la stessa cosa nello stesso modo, ma a
ciascuno ciò di cui ha più bisogno !!!
FINE
GRAZIE PER L’ATTENZIONE
DOTT.SSA CHIARA GARUFI
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Il mondo della scuola può a volte assomigliare ad