Liceo Scientifico e Linguistico “Galileo Ferraris”
Taranto
A.S.: 2012-2013
Matteo Gregucci 4E
È un organo approssimativamente sferico
di circa 23 mm di diametro, ha il compito
di ricavare informazioni sull'ambiente
circostante attraverso la luce
CORNEA: membrana trasparente
con indice di rifrazione simile a
quello dell’acqua;
UMORE
ACQUEO:
liquido
costituito da acqua, sali e
sostanze proteiche;
IRIDE: diaframma che al centro ha
un foro;
PUPILLA: di diametro variabile a
seconda dell’intensità della luce;
CRISTALLINO:
corpo elastico
trasparente a forma di lente;
Per vedere nitidamente un oggetto la sua immagine deve
formarsi VITREO:
sulla retina.sostanza
UMORE
L’occhio, variando il suo potere convergente, rende possibile
la visione
oggetti
gelatinosa
che di
riempie
il volume
del accomodativo.
globo oculare; Esso è
che si trovano a distanze piccole o grandi grazie al processo
membrana
ricoperta da
regolato dai muscoli ciliari attraverso le variazioni di densitàRETINA:
e curvatura
del cristallino.
cellule
sensibili
allaper
luce,unchiamata
Quindi ne deriva un grado di funzionalità esteso entro un
campo
che va,
per la loro forma coni e
organo normale, dal cosiddetto punto remoto (teoricamente
all’infinito) al punto
bastoncelli, che comunicano lo
prossimo a circa 8 cm dall’occhiostimolo al nervo ottico
Come abbiamo detto precedentemente la retina è costituita da sensori chiamati coni
Quando
un tiposono
di posti
cono
ha
un della
difetto
si
parla didi
e
bastoncelli.
I
bastoncelli
alla
periferia
retina
e
permettono
L’insieme dei colori percepibili dall’0cchio umano è detto spettro della luce
daltonismo
percepire la luminosità e il movimento
(visione scotopica), mentre i coni , posti in una
visibile e si estende dal rosso al violetto. La luce visibile è composta da onde
zona detta fovea, permettono di diversificare i colori (visione fotopica).
In realtà
14 Hz e 8·1014 Hz.
elettromagnetiche
di
frequenza
compresa
nell’intervallo
4·10
esistono tre tipi di coni, ognuno sensibile ad una diversa lunghezza d’onda:
Le onde elettromagnetiche
di frequenza
e quelle di frequenza
• Cono
S (blu – 437 inferiore
nm)
superiore• Cono
non provocano
sensazioni
visive.
M (verde – 533
nm)
• Cono L (rosso – 564 nm)
DALTONISMO
Il daltonismo è una condizione in cui si
ha un’alterata percezione dei colori
DEFICIT VISIVI
DISCROMATOPSIE
Acromatopsia
ACROMATOPSIA
Visione normale
Il daltonismo fu descritto
per la prima volta da John
Dalton, scienziato inglese
che era affetto da
deuteranopia nel 1798
PROTANOPIA
(Insensibilità al rosso)
DEUTERANOPIA
(Insensibilità al verde)
Protanopia
Protanomalia
PROTANOMALIA
(Scarsa sensibilità al
rosso)
Deuteranomalia
DEUTERANOMALIA
(Scarsa sensibilità al
verde)
Tritanopia
TRITANOPIA
(Insensibilità al blu e
al giallo)
Deuteranopia
TRITANOMALIA
(Scarsa sensibilità al
blu e al giallo)
Tritanomalia
DALTONISMO
CAUSE, DIAGNOSI E CURA
CAUSE: I più diffusi tipi di
daltonismo sono dovuti ad
alterazioni
ereditarie
(daltonismo
genetico)
dei fotorecettori detti coni, ma
è anche possibile diventare
daltonici in seguito ad un
danneggiamento della retina,
del
nervo
ottico
o
di
determinate aree della corteccia
celebrale. Tale daltonismo è
spesso diverso da quello di
origine genetica; ad esempio,
può manifestarsi solo in una
parte del campo visivo. Alcune
forme di daltonismo acquisito
sono reversibili. I soggetti che
tentano i record di isolamento
nelle grotte, sotto terra o in
condizioni comunque di buio
forzato per mesi, diventano
daltonici e il processo non è
facilmente reversibile.
Non esiste una cura per il daltonismo genetico anche se
recenti esperimenti sulle cellule staminali condotti da
scienziati americani fanno ben sperare per il futuro.
Esistono tuttavia dei presidi esterni che consentono un
notevole miglioramento del difetto visivo. Si tratta di
lenti dotate di uno strato particolare che è progettato
per permettere allo spettro della luce di combinarsi in
modo che la stimolazione dei colori avvenga
Per nei
diagnosticare
le forme
daltonismo, sono
normalmente, come
soggetti
che divedono
stati sviluppati dei particolari test visivi: le
correttamente.
tavole di Ishihara e i test di Fansworth
Per “ametropie” si intendono anomalie di rifrazione dell’occhio. Sono
difetti visivi che derivano da un’anomala correlazione tra le diverse parti
del sistema diottrico oculare. In un occhio otticamente normale, ad
accomodazione rilassata (in condizione cioè di rifrazione statica), i raggi
paralleli, provenienti da un punto oggetto posto all'infinito, convergono
sulla retina a formare un punto immagine, che in questo caso coincide con
il fuoco immagine del sistema ottico oculare. Quando questa condizione
ottica ideale è rispettata siamo in presenza di emmetropia. La condizione
opposta è detta appunto ametropia. Le ametropie si dividono in:
MIOPIA
• L’IMMAGINE SI FORMA DAVANTI ALLA RETINA
IPERMETROPIA
• L’IMMAGINE SI FORMA DIETRO ALLA RETINA
ASTIGMATISMO
• CONDIZIONE IN CUI NON SI HA LA PRESENZA DI
UN SINGOLO PUNTO FOCALE
L'emmetropia è la
condizione ottica
ideale di un occhio. In
un occhio otticamente
normale, ad
accomodazione
rilassata (in
condizione cioè di
rifrazione statica), i
raggi paralleli,
provenienti da un
punto oggetto posto
all'infinito,
convergono sulla
retina a formare un
punto immagine, che
in questo caso
coincide con il fuoco
principale del sistema
ottico oculare.
La miopia è
un'ametropia o
un'anomalia rifrattiva, a
causa della quale i raggi
luminosi provenienti da
un oggetto distante non
si focalizzano
correttamente sulla
retina, ma invece davanti
ad essa. Questo accade o
per un’eccessiva
curvatura della cornea o
per un eccessivo
allungamento del globo
oculare. La conseguenza
è che gli oggetti
osservati tendono ad
apparire sfocati e la
visione migliora con la
riduzione della distanza
a cui si guarda. Per
correggere questo
difetto della vista si
usano lenti divergenti.
L'ipermetropia è
un'ametropia nella quale i
raggi provenienti dall'infinito
si mettono a fuoco oltre la
retina. Nell’occhio
ipermetrope la curvatura
della cornea non è
sufficiente per la lunghezza
oculare che è ridotta rispetto
a quella di un occhio
normale. I raggi luminosi
provenienti da oggetti sia
vicini che lontani non
vengono messi a fuoco sulla
retina, bensì su un piano
dietro di essa: in questo
caso, l’ipermetrope vede
male gli oggetti vicini e in
parte anche quelli lontani.
Un certo grado
d'ipermetropia può essere
compensato grazie
all'accomodazione. Se
quest'ultima non è
sufficiente saranno
necessarie lenti convergenti.
L’astigmatismo è una
condizione dovuta ad una
deformazione della
cornea: le immagini, a
qualunque distanza,
appaiono indistinte,
schiacciate e distorte
lungo una certa direzione
che dipende da quella
dell’asse
dell’astigmatismo.
Normalmente la cornea ha
una forma sferica;
nell’occhio astigmatico,
invece, essa presenta un
profilo ellissoidale (ovale).
Essendo, dunque, la
curvatura della cornea
irregolare, non uniforme, i
raggi luminosi provenienti
dagli oggetti non vengono
rifratti ugualmente in
tutte le direzioni, ma
cadono su piani diversi tra
loro rispetto alla retina.
La presbiopia La
presbiopia, (è una
condizione fisiologica
dell'apparato visivo che
non fa parte delle
ametropie. È prettamente
legata a una perdita di
efficienza dell'apparato
accomodativo. In
particolare, si verifica una
perdita progressiva di
elasticità del cristallino.
Lentamente, dopo i 40
anni, tale capacità tende a
ridursi a causa
dell’indurimento dello
stesso. Chi ne è affetto
fatica a mettere a fuoco in
rapida successione
immagini distanti e vicine,
ha difficoltà nella lettura e
nelle attività da vicino. La
presbiopia può essere
corretta mediante
l’utilizzo di lenti.
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