in collaborazione e con il patrocinio del
Comune di Pogliano Milanese
OSTEOPOROSI
“equilibrio & rischio cadute”
guida alla conoscenza, al trattamento e alla prevenzione
Area Fisio
www.areafisio.com
Il Centro Area Fisio nasce il 30 Settembre 2012 in
via Morgagni 40 a Pogliano Milanese (sopra lo Spaccio Dolciario)
come naturale processo di crescita e sviluppo dopo l'esperienza dello
Studio di Fisioterapia di Legnano nel 1999 e quella dello
Studio Professionale di Fisioterapia di San Giorgio su Legnano del 2004.
Area Fisio opera in tre settori distinti,
diagnosi, trattamento & prevenzione accomunati dall'avere
la persona nel suo insieme come "missione".
Area Fisio persegue il modello bio-psico-sociale, dove, a lato dell'aspetto biologico (la patologia e la
disfunzione) si cura con particolare attenzione l'aspetto psicologico (come la persona riesce ad
approcciarsi e a vivere il deficit funzionale) e si pone in rilievo l'aspetto sociale (come gestire il limite
fisico in relazione dell'attività e dei rapporti sociali).
Dario Maria Villa
dottore in fisioterapia
Responsabile e Titolare del Centro Area Fisio è Dario Maria Villa, dottore in fisioterapia,
Istruttore Certificato di Kinesio Taping
Docente di Bendaggio Funzionale presso l'Università Vita-Salute dell'Ospedale San Raffaele di Milano,
Coordinatore Scientifico e Didattico del
“Master di Formazione Avanzata in Metodologia Clinica e Riabilitazione in Ambito Sportivo”
del Gruppo di Studio della Terapia Manuale di Milano
Esperto in Terapia Manuale e in Rieducazione Posturale Propriocettiva.
Relatore in numerosi Congressi e Convegni nazionali
Dott. Fabrizio Borsani
direttore sanitario
Geriatra
Dermatologo Plastico
Odontoiatra
Direttore Generale Centro di Raccolta Sangue – AVIS Parabiago
Direttore Sanitario Rsa Comunale di Parabiago
Direttore Sanitario RSA “Fondazione Lampugnani”, Nerviano
Direttore Sanitario RSA “Fondazione Ferrario”, Vanzago
Osteoporosi … conoscerla per curarla
L’Osteoporosi è una malattia di rilevanza sociale.
La sua incidenza, con prevalenza per il sesso
femminile, aumenta con l’età sino ad interessare la
maggior parte della popolazione oltre l’ottava
decade di vita.
Cos’è l’Osteoporosi ?
 la patologia sistemica che colpisce lo scheletro umano
colpevole della fragilità delle ossa
 provoca riduzione continua della concentrazione
minerale nella composizione delle ossa e un
danneggiamento della architettura cellulare
del tessuto stesso.
 la manifestazione più importante è la frattura
 è una malattia in grado di deteriorare il patrimonio minerale
osseo:
le ossa divengono più fragili e, pertanto, più facili a rompersi,
anche in conseguenza di piccoli urti e lievi traumi o,
nei casi più gravi, addirittura spontaneamente.
 Se lasciata progredire si sviluppa senza sintomi fino a portare
alla frattura di un osso, spesso a livello del femore,
della colonna o del polso, con ricadute anche pesanti
come la necessità di interventi chirurgici e di lunghe riabilitazioni
Definizione OMS
Malattia sistemica caratterizzata da
diminuzione della massa ossea e
deterioramento della microarchitettura del tessuto osseo
che porta ad una
maggiore fragilità dell’osso e ad un aumentato rischio di fratture.
Quale osteoporosi?
Si possono distinguere due forme di osteoporosi:
primitive e secondarie.
Quelle primitive che compaiono dopo la menopausa (postmenopausale)
o comunque con l’avanzare dell’età (senile)
Quelle secondarie come le forme provocate da patologie (reumatiche, endocrinologiche,
renali, legate a malassorbimento intestinale) e dall’assunzione di farmaci
(corticosteroidi, immunosoppressori) utilizzati per periodi prolungati.
Si pensa all’osteoporosi come ad una malattia propria della persona anziana
ma in realtà può colpire a qualsiasi età, il 55% delle persone
sopra i 50 anni ne è affetta, spesso senza saperlo.
Di queste l’80% è di sesso femminile, il 20% di sesso maschile.
Dati clinici dell'Organizzazione Mondiale della Sanità pubblicati
sulle maggiori riviste mediche internazionali riportano che :
il 23-30% delle donne in età postmenopausale sono affette da osteoporosi;
il 33% delle donne di età superiore ai 65 anni è destinata a subire una frattura da
osteoporosi;
il 50% delle donne di età superiore ai 70 anni è destinata a subire una frattura da
osteoporosi.
Fattori di Rischio
Sesso femminile (rischio genetico) con rapporto 8 a 2 sull’uomo.
( scheletro meno robusto, allattamento, menopausa, vita più lunga delle donne)
L’età (15% delle donne a 50 anni e 50% a 80 anni)
Storia familiare.
Razza (europee ed americane > africane)
Abitudini alimentari fumo, alcool, vita sedentaria
Diete sbilanciate povere di sali minerali, insufficiente assunzione di calcio
dieta carnea (troppe proteine inducono ad una perdita di calcio con le urine).
E’ importante sottolineare che la riduzione della massa ossea,
caratterizzante l’osteoporosi, non determina di per sé la
comparsa di alcuna specifica sintomatologia.
OSTEOPOROSI
CONOSCERLA PER CURARLA
Cos’è l’Osteoporosi? Perché è diventata ai nostri giorni una malattia importante?
E’ una malattia sistemica dell’apparato scheletrico caratterizzata da:
· Perdita di massa ossea.
· Deterioramento con distruzione della micro-architettura del tessuto osseo.
OSTEOPOROSI"ossa porose"
L’osteoporosi è una malattia del metabolismo osseo cronica e degenerativa
che intacca la densità minerale dell’osso, con conseguente aumento della sua
fragilità e suscettibilità alle fratture. In condizioni normali, la resistenza e la
compattezza delle ossa sono date dal contenuto in minerali (calcio e fosforo).
E' importante prendersi cura delle proprie ossa sin da bambini
e prestare particolari attenzioni con l'avanzare dell'età, tra cui:
• un adeguato apporto di calcio e di vitamina D
• costante attività fisica (riduce del 25% il rischio di fratture)
Quali sono i fattori di rischio nell’Osteoporosi?

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








Età
Razza bianca
Sesso femminile
Consumo eccessivo di alcool (> 60 g/die)
Fumo (> 20 sigarette/die)
Sedentarietà
Costituzione gracile e ridotta massa grassa (BMI < 19 kg/m2)
Uso a lungo termine di cortisonici e anticonvulsionanti
Menopausa precoce e amenorrea
Disturbi del comportamento alimentare (anoressia, bulimia,..)
Insufficiente assunzione di Calcio
Diete sbilanciate povere di sali minerali
Il contributo genetico della patogenesi dell’osteoporosi sembra essere il maggior
determinante della variabilità interpersonale in massa ossea. La propensione
all’osteoporosi, al pari di molte altre condizioni morbose, è attribuibile all’effetto
complessivo e combinato di molti polimorfismi genetici. Attualmente polimorfismi di
geni che codificano il collagene tipo 1 (Colia 1), il recettore estrogenico (ER) e della
vitamina D (VDR) vengono proposti come possibili determinanti genetici del rischio
osteoporotico.
L’evento clinico più rilevante LA FRATTURA
Sedi più frequenti:

Polso

Femore

Vertebre
Nelle fratture di femore i dati epidemiologici dimostrano che
solo il 50% dei pazienti rimane autosufficiente con
compromissione comunque della qualità della vita successiva.
Le conseguenze delle fratture vertebrali sono meno
drammatiche, ma se sono multiple provocano dolore continuo,
riduzione della motilità cifosi, difficoltà respiratorie.
RADIOGRAFIA DI UN
RACHIDE DORSALE
OSTEOPOROTICO IN
PROIEZIONE FRONTALE
Le fratture osteoporotiche hanno importanti implicazioni sociali ed economiche oltre
che sanitarie. Tra gli anziani rappresentano una delle maggiori cause di mortalità.
Infatti, i pazienti con frattura del femore prossimale, presentano entro un anno dalla
frattura, un tasso di mortalità del 15-30%. Il 50% delle donne con frattura del femore
presenta inoltre una consistente riduzione del livello di autosufficienza ed in circa il
20% dei casi richiede una ospedalizzazione a lungo termine.
Dott. Fabrizio Giudici
Chirurgo Vertebrale – Area Fisio
Indicazioni e Limiti della Vertebro/Cifoplastica
Analisi prospettica sull’invecchiamento
in Europa
Popolazione > 65 a.
Popolazione > 75 a.
• 1950 = 14%
• 1950 = 2,7%
• 1995 = 19,1%
• 1995 = 5,2%
• 2025 = 30,1%
• 2025 = 9,1%
• 2050 = 40,2%
• 2050 = 14,6%
Solo Europa Occidentale > 65 a. nel 2050 oltre il 50%
International Institute for Applied Systems Analysis, Laxemburg, Austria, April 2003
L’incidenza delle fratture vertebrali
sopra i 65 anni = 39%
National Center for Chronic Disease Prevention
and Health Promotion
CDC (1999), Healthy Aging 12:3
Le fratture vertebrali in osteoporosi aumentano
il rischio di mortalità e riducono
la qualità della vita
Kado DM et al. 1999, Vertebral fractures and mortality in
older women: a prospective study. Study of Osteoporotic
Fractures Research Group. Arch. Int. Med. 159, 1215-1220
Fratture vertebrali in osteoporosi
Asintomatiche
Sintomatiche
Trattamento fratture vertebrali
in osteoporosi
• Riposo assoluto
• Terapia medica
• Corsetti
• Osteosintesi
• Vertebroplastica
• Cifoplastica
Vertebroplastica
•
Introduzione per via percutanea, transpeduncolare o extrapeduncolare, nell’area di
frattura del corpo vertebrale di un biomateriale (polimetilmetacrilato) per stabilizzare
la frattura ed eliminare il dolore



Materiali biocompatibili utilizzati : Polimetilmetacrilato, ceramica,calcio
fosfato, idrossiapatite
Cemento iniettato: 3-5cc per la col. lombare 2-3cc per la col. dorsale
L’iniezione può essere mono o biterale (direzione della sonda)
Vertebroplastica
accesso monolaterale
F. 75 a. frattura I L - Obesa, Corsetto C35 non sopportato, Intesi dolori
Vertebroplastica
Complicanze (Revisione Letteratura) 4-6%
Associate all’introduzione della canula
Fratture costali, Neuriti, Fratture del peduncolo, Infezioni
 Associate all’iniezione del cemento
Fuoriuscita nel canale vertebrale, invasione nel sistema venoso
 Nuove fratture nei segmenti adiacenti

Cifoplastica
Introduzione nel corpo vertebrale per via percutanea transpeduncolare o
extrapeduncolare bilateralmente di un palloncino per ridurre la frattura e
creare una cavità che sarà riempita da un biomateriale (polimetilmetacrilato)
allo scopo di riallineare il piano sagittale del rachide ed eliminare il dolore
Vertebro/Cifoplastica Controindicazioni
Nei giovani
 Gravi patologie cardio-polmonari
 Patol. della coagulazione o t. con anticoaculanti
 Infezione locale o sepsi generale
 Fratture mieliche o con danno neurologico
 Riduzione altezza corpo vertebrale >70%
 Fratture A 3 3 (Magerl et Al.)

Vertebroplastica
Risultati (Revisione Letteratura)
Buoni nel 70-95% dei casi
Mehobod et al.: Vertebroplasty for osteoporotic spine fracture:
Prevention and treatment. Eur. Spine J. (2003) 12 (Suppl.2). S 155- S 162
Cifoplastica
Risultati (Revisione Letteratura)
Scomparsa del dolore 90-94%
Ripristino altezza corpo vertebrale 47-70%
Non complicanze neurologiche da fuoriuscita del cemento né da
invasione del sistema venoso
Incremento delle fratture nelle vertebre adiacenti?
F.M. Philips (2003) : Minimally Invasive Treatments of Osteoporotic
Vertebral Compression Fractures. Spine 28 15S, S45-S53
Conclusioni
• La vertebro/cifoplastica sono valide procedure nella cura delle
fratture vertebrali da osteoporosi
• Efficaci nel ridurre il dolore e nella correzione sagittale del
rachide
• Accurato programma preoper.= migliori risultati
• La vertebroplastica per ridurre il dolore
• La cifoplastica per riallineare l’asse sagittale
Quadro Clinico: il dolore
Diagnostica Strumentale
Radiologia Convenzionale
Valutazione strumentale qualitativa
• Riduzione trabecole orizzontali
• Rinforzo trabecole verticali
• Assottigliamento osso corticale
• Fissurazioni e perforazioni della
corticale
Tomografia Computerizzata
Possibilità di misurare la densità di uno specifico volume
(analisi Quantitativa)
Densità (H) di minerale (mg/cm3)
Fosfato di potassio(minerali)-etanolo(grasso)-acqua(tessuti molli)
Risonanza Magnetica
Possibilità di adeguata valutazione del midollo osseo…..
midollo rosso
midollo giallo
midollo giallo
midollo rosso
Dexa (densitometria ossea) o
M.O.C.
La densitometria ossea valutata con tecnica DEXA (a doppio raggio X)
è tuttora la tecnica più affidabile nella misurazione della massa ossea.
I siti scheletrici più frequentemente valutati con questa
metodica sono la colonna lombare ed il femore prossimale.
E’ generalmente raccomandata a tutte le donne oltre i 65 anni di età.
Nelle donne di età inferiore e nei maschi, l’indagine è raccomandata solo in presenza di
fattori di rischio quali ad esempio patologie o farmaci in grado di determinare
osteoporosi.
Il controllo dell’indagine, utile per valutare l’efficacia della terapia, è generalmente
giustificato solo dopo 18-24 mesi e comunque mai prima di un anno.
Risulta pertanto, di fondamentale importanza per tutte le donne,
entro i primi 5 anni dalla menopausa, effettuare un esame MOC
(Mineralometria Ossea Computerizzata) per la diagnosi precoce di osteoporosi.
La MOC può essere eseguita sia con metodica a raggi X che ad ultrasuoni.
Criteri di definizione
 Il criterio finora adottato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per
definire l'osteoporosi fa riferimento a un valore di densitometria ossea (BMD) del
femore o della colonna con T-score inferiore a 2.5 DS rispetto al valore medio
normale di una popolazione giovane.
 Questo parametro è predittivo del rischio di fratture, ma scarsamente sensibile e
poco specifico, anche se è in grado di guadagnare accuratezza diagnostica
combinato con altri fattori come l'età e la presenza di fratture in anamnesi
Indicazioni dell'OMS
per la diagnosi
Tipo di diagnosi T-score
 Normale
I valori mineralometrici nella norma per sesso ed età. Assenza di segni evidenti di
osteopenia. Non inferiore a -1
 Osteopenia iniziale
La tendenza dei valori mineralometrici verso i limiti inferiori della norma suggerisce
un controllo periodico dell'andamento del contenuto minerale osseo. Tra -1 e -1.5
 Osteopenia
I valori densitometrici depongono per una netta riduzione del contenuto minerale
osseo. Appaiono opportuni controlli periodici. Tra -1.6 e -2.5
 Osteoporosi
In base alla definizione dell'OMS, si parla di osteoporosi in presenza di valori di
densità ossea 2.5 deviazioni standard (T-score) sotto il valore medio di un gruppo di
riferimento composto da individui giovani e in buona salute. Sono opportuni
controlli periodici ogni 10-12 mesi circa. Uguale o inferiore a -2.5 senza fratture
 Osteoporosi severa
Oltre ad un T-score inferiore a -2.5, il soggetto ha avuto una o più fratture
atraumatiche o per traumi molto lievi. Uguale o inferiore a -2.5 con fratture
U.O. DI DIAGNOSTICA PER IMMAGINI SEDE INRCA COSENZA
Diagnostica di Laboratorio
Nella valutazione clinica del paziente osteoporotico, le indagini biochimiche giocano
un ruolo importante, complementare e non alternativo, rispetto alla valutazione
strumentale. Forniscono un aiuto nello stabilire una corretta diagnosi differenziale cioè
alla ricerca di patologie metaboliche o non dello scheletro che sono in grado di
causare osteoporosi.
Indici Biochimici
La valutazione di particolari indici biochimici, definiti come
“marcatori di turnover” osseo, può consentire di valutare
l’entità dell’attività metabolica dello scheletro.
Marcatori di formazione con dosaggio nel siero :
Fosfatasi alcalina totale – Fosfatasi alcalina ossea - Osteocalcina –
Propeptide C– terminale del procollageno I
Marcatori di riassorbimento con dosaggio nelle urine :
Calciuria–Idrossiprolina–Piridinolina e deossipiridinolina (urine e siero)Telopeptide n-terminale del collageno I (urine e siero) –
Telopeptide C–terminale del collageno I (CTx) (urine e siero).
Conclusioni
Le indagini diagnostiche, strumentali e di laboratorio,
hanno pertanto un ruolo importante nella valutazione
del paziente osteoporotico perché consentono di porre diagnosi,
di fare una predizione del rischio di frattura e di monitorare
la patologia nel tempo.
Prevenzione
 regolare esercizio fisico, sotto controllo
fisioterapico, con programmi di ginnastica
riabilitativa specifica per l'osteoporosi;
 riduzione del consumo di alcool, caffè e fumo;
 adeguato apporto nella dieta di calcio e vitamina D.
Linee Guida
 La National Osteoporosis Foundation (NOF) ha pubblicato le linee
guida sul management dell'osteoporosi
* età, storia di fratture, BMD femorale, BMI (se non è disponibile la BMD), storia
familiare di fratture del femore, abitudine al fumo, assunzione di alcool, storia di
terapia cronica steroidea, presenza di cause secondarie di perdita di massa ossea
come l'artrite reumatoide.
Per gli estensori delle linee guida NOF l'osteoporosi può essere
prevenuta e trattata, prima che determini fratture, con opzioni
terapeutiche efficaci nel ridurre il rischio di fratture successive
al primo evento.
Raccomandazioni Specifiche
* informare i pazienti sui rischi dell'osteoporosi e sulle fratture
secondarie
* gestire le cause di osteoporosi secondaria (es. artrite reumatoide)
* incoraggiare l'assunzione di dosi adeguate di calcio (≥≥1200
mg/die, aggiungendo supplementi se necessario) e vitamina D (800 1000 IU/die di vitamina D3 nei soggetti a rischio di assunzione
inadeguata)
* suggerire il controllo del peso ed esercizi di rinforzo muscolare per
ridurre il rischio di cadute e fratture
* stimolare i pazienti a smettere di fumare e a ridurre il consumo di alcool
* prescrivere la BMD alle donne di età ≥65 anni e agli uomini ≥70 anni
nonostante i fattori di rischio clinici
* prescrivere la BMD alle donne giovani in postmenopausa e
agli uomini tra i 50 e 70 anni con un profilo di fattori di rischio elevato
* prescrivere la BMD per determinare il grado di severità della malattia per i
pazienti che sono andati incontro a una frattura prima dei 50 anni
* indicare la BMD in alcune condizioni come: l'artrite reumatoide, l'impiego cronico
di steroidi o di altri farmaci in grado di ridurre la massa ossea, nelle valutazioni di
farmacoterapia dell'osteoporosi, nel monitoraggio degli effetti del trattamento,
nella valutazione delle donne in età menopausale che hanno sospeso la terapia
ormonale sostitutiva
* Iniziare un trattamento in soggetti con fratture dell'anca o vertebrali (cliniche o
morfometriche)
* Iniziare un trattamento, dopo una valutazione appropriata, in soggetti con un
valore di BMD T-score <2.5 DS al collo del femore, all'anca o alla colonna
* Iniziare un trattamento in donne in postmenopausa e in uomini ≥50 anni con
massa ossea ridotta o osteopenia (BMD T-score tra – 1 e 2.5 DS al collo del femore,
all'anca o alla colonna) e con una probabilità di frattura dell'anca a 10 anni ≥3%
oppure con una probabilità di rischio di fratture maggiori > 20% basata sul modello
di rischio assoluto di fratture del OMS
* I farmaci approvati dalla Federal Drug Administration per la prevenzione e il
trattamento dell'osteoporosi comprendono i bifosfonati, la calcitonina, la terapia
ormonale sostitutiva, il raloxifene e il PTH 1-34. I benefici anti-frattura di questi
farmaci sono stati studiati prevalentemente su donne con osteoporosi postmenopausale e per i bifosfonati, nella somministrazione giornaliera. Non esistono
dati sulle fratture negli uomini e dati limitati nell'osteoporosi secondaria a steroidi.
* La BMD per il monitoraggio della perdita di massa ossea è indicata ogni 2 anni
presso centri che assicurano una buona qualità di misurazione. I soggetti in terapia
dovrebbero eseguire una BMD ogni 2 anni dall'inizio della terapia e sottoporsi a
controlli successivi ogni 2 anni.
* Le terapie fisiche e la riabilitazione possono ridurre la disabilità, migliorando la
funzione fisica e l'attività quotidiana, e diminuiscono il rischio di cadute nei
soggetti con osteoporosi
I farmaci
•
Bifosfonati (anti-osteoclasti)
- Lontano dai pasti, abbondante acqua e posizione seduta
- Effetti collaterali: pirosi, odinofagia, esofagite
- Controindcazioni: patologie esofagee, ipocalcemia, IRC grave
•
Raloxifene
•
Terapia ormonale sostitutiva ? (No !!)
- Non vi è indicazione per l’osteoporosi, ma solo per ridurre i sintomi associati
alla menopausa.
- Dopo la cessazione della TOS si ha perdita ossea
Rimedi Non Farmacologici
•
adeguato apporto di calcio e vitamine
• esposizione al sole
• attività fisica regolare
• cessazione fumo
• riduzione assunzione alcolici
Fabbisogno giornaliero di Calcio
mg
Bambini
Adolescenti
500-700
1000-1300
Adulti giovani
500
Adulti anziani
800
Donne gravide
1500
Donne che allattano
2000
Donne in premenopausa
1200
Donne in postmenopausa
1500
Assorbimento e Biodisponibilità
del Calcio
I sali di calcio sono poco solubili e ciò rende problematico il loro assorbimento.
Diversi fattori possono aumentare o diminuire l’assorbimento del calcio:
 La vitamina D regola la sintesi di proteine trasportatrici responsabili nel garantire un
trasporto attivo di calcio dal lume intestinale al plasma.
 La disponibilità di calcio viene poi influenzata positivamente da fattori nutrizionali quali
lattosio e proteine (soprattutto le frazioni bioattive della caseina); mentre viene
ostacolata da sostanze di origine vegetale, quali fitati (cereali, semi e legumi), ossalati
(spinaci e barbabietole) e dalla fibra che con il calcio formano complessi insolubili.
 La quantità di fosforo presente negli alimenti (rapporto calcio:fosforo <1) sembra
indurre un minor assorbimento di calcio a livello intestinale.
 Durante l’infanzia e l’adolescenza, la capacità di assorbire calcio è maggiore; mentre
l’età avanzata modifica negativamente la biodisponibilità di calcio.
Prevenzione alimentare
dell’Osteoporosi
 Un’alimentazione ricca di proteine e fosfati (particolarmente presenti nei formaggi
stagionati) è stata a lungo ritenuta un fattore di rischio per l’osteoporosi. L’ipotesi
fatta individuava proteine e fosfati come sostanze che riducendo il pH dell’organismo
(acidificazione) richiedono un’appropriata azione tampone con conseguente effetto
demineralizzante sull’osso, essendo lo scheletro la principale riserva di minerali
alcalini.
 Si è invece evidenziato che un aumento dell'apporto proteico giornaliero
potrebbe avere un effetto positivo sulla densità minerale ossea e sulle prestazioni
funzionali (prevenzione primaria e secondaria).
 Fondamentale è un adeguato apporto di Calcio e Vit. D per il raggiungimento di
un’ossificazione ottimale.
 Infine, tra le misure preventive va presa in considerazione anche l’opzione di una
sufficiente attività fisica.
Dott. Massimo Negro
Specialista in Alimentazione – Area Fisio
Sports Nutrition Research – University of Pavia
Osteoporosi
Infiammazione
Fattori che agiscono NEGATIVAMENTE sulla
salute dell’osso
Scadimento delle influenze
ormonali (sessuali)
Insufficienti stimoli di forza
sull’osso/sarcopenia
Apporto di calcio/Proteine/vit.D3
insufficiente
Cortisonici
Aumento attività osteoclastica –
apoptosi osteoblasti
DIETA: sarcopenia e osteoporosi
Diete con adeguati apporti proteici (1,2 g/Kg/die) hanno
dimostrato di migliorare la sintesi proteica, la qualità
dell’osso (ass.intestinale, paratormone, IGF-1) e di
rallentare l’evoluzione della sarcopenia, rispetto a diete
normoproteiche (0,8 – 1g/Kg/die)
Kerstetter JE, O’Brien KO, Insogna KL: Am J Clin Nutr 2003; 78: 584S-592S
Manninen AH: Sports Nutrition Review Journal 2004; 1: 45-51
Devine A, et al: Am J Clin Nutr. 2005; 81(6):1423-8
Morais JA, Chevalier S, Gougeon R: J Nutr Health Aging. 2006; 10(4):272-83
Thalacker-Mercer AE, et al: Am J Clin Nutr. 2007; 85(5):1344-52.
La salute dell’osso (in particolare per le donne in
menopasusa) deve essere garantita da un adeguato
introito di energia, proteine, calcio, magnesio, zinco,
vitamina D (critical nutrients)
Ilich JZ, Brownbill RA, Tamborini L: Eur J Clin Nutr. 2003; 57(4):554-65
ALIMENTAZIONE E OSTEOPOROSI
Mantenere il corpo in buona salute ha la sua base
in una corretta alimentazione.
Si basa sull'apporto equilibrato di:
- acqua, carboidrati, proteine, grassi, vitamine, sali
minerali.
Le ossa possono indebolirsi a causa di bassi livelli
di calcio, fosforo e altri minerali nelle ossa.
È necessario assumere la giusta quantità di Calcio, che da
solo non cura l'osteoporosi, ma gioca un ruolo importante
nella prevenzione.
È importante mantenere buoni livelli di Vitamina D con:
- assunzione di alimenti che lo contengono
- esposizione al sole e, nel periodo invernale, con l'eventuale
utilizzo di supplementi.
CALCIO (Ca)
Principali fonti:
• latte (anche scremato)
• derivati del latte come yogurt (anche magro) e formaggi
• sesamo, mandorle, noci, nocciole, pistacchi, avena
• cavoli, broccoli,radicchio,spinaci,carciofi
• prodotti del mare - alghe, pesce (alici ,salmone in scatola)
• l'acqua del rubinetto, molte acque minerali (quelle che contengono più di 200 mg
per litro)
Un consumo eccessivo di latte e prodotti caseari può causare la perdita di calcio e di
altri minerali alcalini da parte delle ossa, con conseguente fragilità delle stesse.
L'osteoporosi non è infatti conseguente a carenza di calcio nella dieta, ma ad un
eccesso di acidità che costringe l'organismo a ricavare il calcio dalle ossa.
Rimane logico garantire un sufficiente apporto alimentare di calcio, purché non
provenga solo dai latticini.
ALCUNI CIBI RICCHI DI CALCIO
calcio (mg) in 100g di prodotto
Alimenti consigliati
per incrementare l’apporto di Calcio
LATTE E DERIVATI
 Per mantenere un buon apporto di calcio è importante consumare due/tre porzioni al giorno di
prodotti lattiero-caseari.Tali porzioni portano alla copertura del 43% del fabbisogno di calcio nelle fasce
più bisognose (bambini e adolescenti, donne in menopausa) e di oltre il 60% di un maschio adulto o di
una donna di età compresa tra i 30 e i 49 anni. I formaggi stagionati rappresentano, inoltre, una variabile
ma non trascurabile fonte di vitamina D (fino a 50 mcg/100 g).
La presenza di proteine e dei CPPs nei prodotti lattiero-caseari rende più efficace l’assunzione di calcio
e migliora la BMD.
L’eliminazione di tali alimenti è associata a una minore statura e BMD nei bambini e ad un maggiore
rischio di fratture, con un aumento di circa 2,7 volte rispetto a diete che includono questi prodotti.
 Alcune persone sono intolleranti al lattosio e hanno difficoltà a consumare latticini (carenza enzima
lattasi). Per la digestione di tali alimenti in questi casi si consiglia di consumare latte delattosato, yogurt
o formaggi stagionati; tutti alimenti a basso tenore di lattosio.
 In presenza di sovrappeso o colesterolo alto è possibile ugualmente seguire una dieta ricca in calcio
assumendo due/tre volte alla settimana 50 gr di Grana Padano.
CARNE E PESCE
La carne è relativamente povera di calcio, mentre il pesce, pur non essendone particolarmente ricco,
ne contiene il doppio ed è quindi da preferire (in particolare sono molto ricche di calcio e vitamina D
le alici se consumate con la lisca).
LEGUMI
E’ importante consumare da due a quattro volte alla settimana soia e legumi che, oltre a contenere
buone quantità di calcio, sono una fonte di proteine vegetali (contribuiscono a ridurre la calcinuria) e
contengono sostanze con azione protettiva sull’osso.
VERDURA E FRUTTA
 Ortaggi a foglia verde scura (in particolare rucola, radicchio verde, broccoli, rapa, cicoria, bietole)
apportano mediamente circa 70 mg di calcio per 100 g.
 La frutta invece, non è particolarmente ricca in calcio, tuttavia fragole, frutti di bosco ed agrumi
ne contengono una maggiore quantità rispetto alla media.
ACQUA
L’introito di calcio può essere aumentato be acqua ad un alto contenuto di calcio con almeno 150200 mg\litro (es. acque minerali bicarbonatocalciche ma anche l’acqua del rubinetto che lascia
residui calcarei).
FIBRA
Contrariamente a quanto ritenuto in precedenza, gli alimenti ricchi in fibra non sembrano limitare in
modo significativo (se non vi sono carenze di vitamina D) le capacità dell’intestino di assorbire il
calcio alimentare ed addirittura alcuni tipi (es. inulina) possono addirittura aumentarne
l’assorbimento.
VITAMINA D
Un adeguato apporto di calcio e vitamina D riduce il rischio di osteoporosi.
È necessaria per l'assorbimento del calcio e per i processi di rimodellamento osseo.
È l'unica vitamina che non siamo costretti ad assumere con i cibi.
Siamo capaci di sintetizzarla grazie ai raggi ultravioletti (UVB) della luce solare.
Sono sufficienti venti minuti al giorno di esposizione al sole.
La vitamina D è presente in pochi alimenti:
- pesci grassi (aringhe, tonno, sgombri).
- olio di fegato di merluzzo (ne è ricchissimo).
ll fabbisogno di vitamina D dipende dall'età:
• bambini e adulti fino ai 50 anni di età: 200 unità al giorno;
• soggetti di età compresa tra i 51 ed i 70 anni di età: 400 unità al giorno
• per gli over 70, l'apporto consigliabile è di 600 Unità al giorno
La supplementazione Combinata
La supplementazione a base di Vitamina D e di Ca è spesso raccomandata per
prevenire le fratture.
È dimostrato che le donne che ricevono dosi giornaliere di
• 1000-1.200 mg di calcio, in associazione con
• 1.000 UI/die di vitamina D
hanno una riduzione del 29% del rischio di fratture.
Recenti studi dimostrano tuttavia come il Calcio (Ca) e la vitamina D da soli
siano inadeguati e non abbiano impatto sull’incidenza di fratture nel periodo
post-menopausale.
Alimenti Sconsigliati
 SODIO Un eccessivo introito di sodio può ridurre la capacità del rene si riassorbire il calcio.
 VERDURE Alcune verdure riducono l'assorbimento intestinale di calcio. Il calcio contenuto in
alcuni vegetali si ritrova spesso sotto forma di ossalato, un sale insolubile che ne ostacola
l’assorbimento intestinale.
Alimenti
Contenuto in ossalato (mg/100g)
Bietole
690
Spinaci
676
Cacao in polvere
450
Thè nero
370
Barbabietole
338
Pepe nero
300
Rabarbaro
250
 CAFFEINA Un eccessivo consumo di caffeina aumenta la perdita di calcio con le urine.
 ALCOLICI Il consumo di alcolici diminuisce l'assorbimento del calcio e riduce l'attività degli
osteoblasti (cellule deputate alla demolizione dell’osso).
Prevenzione
Obiettivi
favorire la crescita scheletrica nei primi 3 decenni di vita
prevenire la perdita ossea durante l’invecchiamento
preservare l’integrità strutturale dello scheletro
prevenire le fratture
seguire una dieta adeguata per apporto in calcio e mineral
praticare una adeguata attivita’ fisica
GRAZIE PER L’ATTENZIONE
Perché l’esercizio Fisico
Calcio
Alimentazione
Fissazione
del Calcio
Esercizio &
Movimento
Quale esercizio Fisico ?
E il nuoto?
Fisioterapia
La fisioterapia può prevenire le fratture aiutando a
mantenere o migliorando il tono muscolare, i
riflessi, la coordinazione e l’equilibrio. Per le
persone che cadono spesso è talvolta
importante l’insegnamento delle tecniche per
potersi rialzare da terra, ciò che non è per nulla
evidente nella terza età.
Fisioterapia come prevenzione
 Mobilizzazione segmentaria autonoma
 Rinforzo Muscolare /Ergonomia
 Esercizi di controllo posturale
 Riabilitazione propriocettiva
 Uso delle vibrazioni
Fisioterapia come
Recupero Post Traumatico
 Recupero Articolare
 Recupero del tono/trofismo muscolare
 Recupero del controllo motorio
 Recupero del carico (quando necessario)
 Recupero del controllo posturale
 Recupero dell’autonomia globale
 Programma di attivazione/esercizi domiciliari
Controllo Posturale
Riabilitazione Propriocettiva
Riabilitazione in Acqua
A cosa serve la fisioterapia allora?
“La fisioterapia è la professione medica il quale scopo
primario è la promozione dell’ottimo stato di salute e
funzione attraverso l’applicazione dei principi scientifici
per prevenire, identificare, valutare, correggere o
alleviare un acuto o prolungato stato di disfunzione”
American Physical Therapy Association, 1989
Test Pratico
Strategia Precauzionale
Appoggio Alterato
Test Statico
Occhi Aperti – Occhi Chiusi
Esercizi Suggeriti
Livello
Prestazione
Esercizi Consigliati
Marcetta sul posto con ritmo pendolare
arti sup corretto
0
Strategia precauzionale
anche ad occhi aperti
Marcetta sul posto con OC
Cammino sulle punte dei piedi
Marcetta sul posto con OC
Marcetta sul posto con OC
1
Strategia precauzionale
ad OC oltre il 50%
una gamba davanti all'altra
Appoggio monopodalico OA
per 30 secondi
Appoggio monopodalico OA
per 1 minuto
2
Strategia precauzionale
ad OC sotto il 50%
Appoggio monopodalico OC
per 30 secondi
Appoggio monopodalico OA
muovendo il corpo in tutte le direz.
Grazie per l’attenzione!!!!!
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Osteoporosi - equilibrio & rischio cadute