Corso di Psicoterapia
Prof. Lorenzo Burti
1
Definizione essenziale di
psicoterapia
• La psicoterapia è qualsiasi forma di aiuto e di
cura attraverso il rapporto interpersonale
prevalentemente verbale
• Cioè quanto di utile può derivare al soggetto
– la scomparsa dei propri disturbi,
– E per la soluzione dei propri problemi
– dall'incontro
–con un'altra persona
–o con altre persone,
• e dallo scambio diretto di parole e di
messaggi non verbali
2
Definizione essenziale di
psicoterapia (2)
• In modo più preciso e limitato, si può parlare di
psicoterapia quando un aiuto del genere venga
dato
– in modo intenzionale
– da parte di una o più persone
– che abbiano la capacità di farlo
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Esiste una psicoterapia non
professionale?
• Quasi sempre, chi è "bisognoso di aiuto
psicologico" si rivolge ad altri per essere
aiutato.
• Non sempre chi cerca questo aiuto lo fa in
modo chiaro e appropriato,
• non sempre sa di cosa ha bisogno
• non sempre incontra chi vuole e sa
aiutarlo
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Esiste una psicoterapia non
professionale? (2)
• La forma più semplice di psicoterapia è
qualcosa di molto banale:
– è l'aiuto dato,
– quasi senza saperlo,
– da una persona qualsiasi, da un amico, da
un'amica, dalla portinaia o dal barista
• A volte si tratta di persone disposte ad ascoltare,
e capaci dì reagire con buon senso
• questo può significare molto, e talora moltissimo
per chi è sofferente
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Esiste una psicoterapia non
professionale? (3)
• Questa persona
– da un lato deve far parte dello stesso ambito culturale
del soggetto sofferente, per poterlo capire e per farsi
capire
– ma da un altro lato non deve avere con luì rapporti
personali di stretta amicizia, di affetto, o vincoli
familiari altrimenti
• potrà trovarsi o a simpatizzare in modo globale e
acritico con la persona sofferente
• oppure a sabotarne inconsciamente i bisogni
quando fra i due esistono sotterranei rancori e
tensioni
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La psicoterapia professionale
• La psicoterapia "professionale" può essere
intesa in due modi.
– In senso stretto, essa è la "seduta di
psicoterapia" che si può fare con le tecniche
più diverse.
– In senso un po' più ampio qualsìasi rapporto
fra chi cura e chi viene curato costituisce
psicoterapia.
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Importanza del rapporto (2)
• Qualsiasi persona con problemi di tipo psichiatrico tende
ad avere difficoltà dei rapporti interpersonali.
• La situazione più comune è quella della persona che è
consapevole di "star male" proprio in quanto non riesce
ad avere rapporti interpersonali soddisfacenti.
– può essere difficoltà con persone specifiche:
• per lo più, con dei familiari. Oppure
– con tipi specifici di persone:
– ad esempio con persone dotate di maggiore
potere ed autorità del soggetto;
• o con persone dell'altro sesso
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Importanza del rapporto (3)
Si sviluppa un "investimento" del paziente nel
terapeuta che determina la sua tendenza
– a ripetere e riversare
– nel rapporto, man mano che esso procede,
– gli aspetti più tipici e cruciali delle proprie
difficoltà a rapportarsi con gli altri,
– le proprie ansie ed aspettative,
– i proprì conflitti,
– le proprie emozioni,
9
Il transfert
• II legame del paziente verso il terapeuta (il
transfert) è sempre profondo e tenace.
• È proprio la forza di questo legame, la sua
importanza drammatica, che determina in
ultima analisi
– molte delle possibilità terapeutiche,
– ma anche i rischi del rapporto stesso.
10
Psicoterapia di base
•
•
•
•
La psicoterapia più elementare, "di base" è quella che avviene mediante
– un rapporto semplice e diretto,
– un incontro,
– uno scambio informale o formale di informazioni e di messaggi verbali e
non verbali,
– fra il paziente psichiatrico
– e la persona che ha un ruolo terapeutico o assistenziale nei suoi
confronti.
Un rapporto di questo tipo è quello che più si avvicina alla forma dì aiuto
"naturale," non professionale, che abbiamo considerato all'inizio.
Situazioni del genere si creano quando una persona parla o passa del
tempo con un operatore desideroso di capire e di aiutare.
Si può parlare di vero e proprio rapporto psicoterapico, cioè di psicoterapia
in senso stretto, quando
– questo rapporto non e casuale e episodico,
– ma si struttura con una certa continuità, cioè con una serie di incontri e
di colloqui;
– e quando non è un rapporto informale ma si struttura secondo tecniche
psicoterapiche.
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Fattori relativi al paziente
• La possibilità che questo rapporto sia
realmente di aiuto dipende da una serie di
fattori.
– fattori relativi al paziente riguardano
soprattutto
• la volontà di modificare le proprie scelte di vita,
• la capacità di introspezione
• la capacità di esprimere con parole i propri disagi.
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Fattori relativi al terapeuta (1)
• Per il terapeuta il fattore principale riguarda
– la sua personalità ed il suo equilibrio psicologico.
•
•
•
•
•
•
deve essere persona capace di calore e di contatto umano,
equilibrata,
priva di importanti problemi personali non risolti,
intelligente,
psicologicamente adulta e matura,
lucidamente cosciente delle caratteristiche della propria personalità.
• non tutti sono adatti ad avere rapporti psicoterapici con pazienti:
• inoltre i migliori non sono sempre i più colti e i più ufficialmente
qualificati;
• e non sono neppure le persone dotate di maggiori titoli e credito
sociale
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Fattori relativi al terapeuta (2)
• Al terapeuta si richiede
– di essere motivato a incontrare il paziente,
– di farlo volentieri, conoscendo le proprie motivazioni,
– con il desiderio personale preciso di aiutarlo a risolvere le sue
difficoltà,
– e con la consapevole disponibilità di aiutarlo a lungo (se
necessario per anni) senza stancarsi.
– Se il paziente è poco affine al terapeuta, se gli è poco simpatico,
o se i suoi problemi personali vengono avvertiti come fastidiosi o
estranei, la psicoterapia è di scarso o di nessun aiuto.
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Formazione del terapeuta
• la formazione del terapeuta non riguarda soltanto
– la sua acquisizione
• di strumenti culturali, tecnici e pratici di psicologia e
psichiatria
• di principi e tecniche psicoterapiche
– ma anche soprattutto
• l'acquisizione di un equilibrio di una forma di sicura
spontaneità
• e di intelligente umanità nel rapporto con il paziente.
– tutto questo dipende in primo luogo da caratteristiche personali
del terapeuta, Se una persona non ha le caratteristiche
psicologiche necessarie per occuparsi di pazienti psichiatrici, è
difficile che possa acquisirle con l'apprendimento.
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Struttura del rapporto psicoterapico
Struttura del rapporto psicoterapico
• II problema principale del rapporto psicoterapico è quello della
distanza.
– Il terapeuta deve trovare, per ogni singolo paziente, l'equilibrio
fra due pericoli opposti.
• Il primo corrisponde al modo di fare tipico dei medici
tradizionali, che è costituito da un atteggiamento
– di distacco,
– di sufficienza,
– di paternalismo,
– di indifferenza nel rapporto.
• Questo atteggiamento ovviamente è di scarsissimo aiuto al
paziente.
• Esso si lega in genere a un certo pessimismo del terapeuta
sulla possibilità del paziente di uscire dalle proprie difficoltà
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Struttura del rapporto psicoterapico (2)
• Forme tecniche diverse di psicoterapia accentuano in modo
variabile l'una o l'altra dì queste caratteristiche, cioè
– la maturazione
– la comprensione.
• La forma di psicoterapia più semplice è quella
– del colloquio faccia a faccia, a due.
– Nella psicanalisi classica, invece, il paziente sta semisdraiato su
un lettino, e non vede il terapeuta, che sta dietro a lui.
• Altre situazioni sono variabili per quanto riguarda la vicinanza e il
controllo reciproco fra paziente e terapeuta.
• Variazioni tecniche possono dipendere anche dal tipo di problemi
del paziente, e in particolare dalle sue difficoltà a parlare. In genere
si tende facilmente ad applicare forme simili di psicoterapia a
pazienti con problemi assai diversi, ma questo può essere un errore
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Un caso di ‘psicoterapia’ del 17° secolo
• Verso la festa di Pasqua (1635), conobbi delle tentazioni
orribili. Qualcosa di strano avveniva nel mio spirito. Gli
spiriti maligni mi lasciavano delle impressioni così forti
dei loro obbrobri, che non potevo pensare ad altro. Mi
mettevano sotto gli occhi le cose più oscene che si
possano immaginare. Mi ispiravano dei desideri malvagi
e degli affetti sregolati per le persone che potevano
soccorrere la mia anima allo scopo di indurmi a rompere
ogni commercio con esse.
• Sopportai queste tentazioni per dodici giorni senza
metterne a parte padre Surin. Ero ben decisa, infatti, a
non confidarmi con lui su questo punto, giacché tali
tentazioni lo riguardavano.
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Un caso di ‘psicoterapia’ del 17° secolo (2)
• Poco a poco, il mio spirito entrò in uno
stato di grande timore e abbattimento. Non
potevo pensare a me stessa, se non come
a una persona già dannata. I miei nemici
non mi lasciavano quasi mai il tempo di
formare un buon proposito, e, quando vi
riuscivo, mi privavano del potere di
attuarlo. Dio permetteva loro di agire così,
precisamente perché non ero sincera
con il mio direttore spirituale
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Un caso di ‘psicoterapia’ del 17° secolo (3)
• Una volta, precipitai in un tale sconforto, che mi misi a
urlare di disperazione.
• Padre Surin tentò di approfittare di quel momento di
desolazione per parlarmi e per indurmi a svelare la
causa del mio tormento; ma ottenne soltanto un nuovo
rifiuto.
• Vedendo che non c'era nulla da fare, padre Surin andò
davanti al Santo Sacramento.
• Cominciò a pregare per me. Rimase là per almeno tre
ore. Nel frattempo, io non facevo che urlare: mi
sembrava che tutto l'inferno fosse nel mio corpo e mi
sentivo completamente abbandonata al potere dei
demoni.
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Un caso di ‘psicoterapia’ del 17° secolo (4)
• Mentre padre Surin era in orazione, Nostro
Signore gli mostrò chiaramente le tentazioni
e le pene di cui soffrivo, gli fece vedere lo
stato della mia anima, e le devastazioni che i
demoni operavano in essa.
• La grande compassione che provava per me,
lo spinse a venirmi a trovare nel luogo in cui mi
aveva lasciata, per tentare di darmi qualche
conforto.
• Non mi trovò affatto disposta ad ascoltarlo,
perché mi sembrava che egli fosse in parte la
causa del mio tormento
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Un caso di ‘psicoterapia’ del 17° secolo (5)
• Tuttavia, padre Surin non si scoraggiò! Mi
disse che sapeva bene in che cosa
consisteva il mio male, che quel che mi
accadeva non doveva sorprendermi, che
si trattava di uno stratagemma del
diavolo per impedire che egli mi
prestasse assistenza, com'era suo
dovere.
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Un caso di ‘psicoterapia’ del 17° secolo (6)
• Benché le sue parole mi avessero veramente stupita,
tentai di dissimulare ancora, come avevo fatto in
passato.
• Padre Surin mi disse: "Figlia mia, qualsiasi cosa facciate,
non potreste celarmi il vostro male;
• esso consiste in tre cose, di cui sono perfettamente a
conoscenza.
• Per quanto riguarda le tentazioni infami che sentite
quando mi siete vicina,
– non siatene sorpresa, è un'astuzia del diavolo
– che non durerà per molto.
– Sforzatevi di aprirmi il vostro cuore; non è più il momento di
dissimulare, il vostro nemico si serve della vostra indole naturale
per nascondere il suo gioco
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Un caso di ‘psicoterapia’ del 17° secolo (7)
• Se accettate di unire la vostra volontà alla
mia,
• vi assicuro che,
• con l'aiuto della grazia,
• uscirete dallo stato in cui vi trovate,
• e che insieme
• umilieremo tutto l'inferno.
• È inutile che resistiate a Dio, alla fine dovrete
arrendervi, giacché la sua bontà ha fatto su di
voi dei grandi progetti
25
Psicoterapie
• Individuale
http://www.youtube.com/watch?v=Ss8fYIKlRdo
&feature=related
• Di gruppo
http://www.youtube.com/watch?v=CElcIXZUBF
4&feature=related
• Di coppia e familiare
http://www.youtube.com/watch?v=BVbNxSNZm
yk&feature=related
26
Psicoterapie
• Counseling
• Dell’inconscio
– Ipnosi
– Psicodinamiche
• Del conscio
–
–
–
–
–
Comportamentali
Cognitive
Cognitivo-comportamentali
Strategiche
Sistemiche
• Del vissuto
– Esistenziali
– Umanistiche
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Psicoterapie psicodinamiche
•
•
•
•
•
•
Jean-Martin Charcot
Sigmund Freud (1856-1939)
Carl Jung (1875-1961)
Alfred Adler (1870-1937)
Melanie Klein (1882-1960)
Heinz Kohut (1913-1981)
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Sigmund Freud
•
•
•
•
Trauma infantile
Conscio, preconscio e inconscio (1^ topica*)
Io, Es e Super Io (2^ topica o ipotesi strutturale)
Istinto di Vita e Istinto di Morte
(*)Topica: "luogo psichico“: si può differenziare un certo numero di sistemi, attribuirgli
caratteri e funzioni diverse, disporli in un certo ordine e, così, dedurre l'ordine di
successione delle fasi di un processo psichico che si svolge nel tempo
30
Le due topiche
•
•
1^ topica: Freud suppose tre sistemi psichici in cui le operazioni della mente
sono distinte a seconda che siano consce o no
– Inconscio: processi e contenuti inconsci che sono attivamente respinti
dalla coscienza
– Preconscio: …possono diventare consci con uno sforzo dell'attenzione
– Conscio: …coscienti
2^ topica: scoperta del ruolo svolto nella costituzione della personalità di
elementi sempre più complessi come gli ideali, le istanze critiche, le
immagini di sé. Esigenza di configurare questi elementi psichici come
"persone" nella "personalità" spinge Freud ad adottare un modello più
antropomorfico:
– Es : polo pulsionale della personalità
– Io: presiede alle relazioni fra individuo e ambiente
– Super-Io: comprende i nostri precetti morali e le nostre aspirazioni
ideali
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Istinto di Vita e Istinto di Morte
• Con il saggio Al di là del principio del piacere (1920) e
nell'Io e l'Es (1922) Freud introduce il concetto di
pulsione di morte.
• La pulsione di vita comprende
– pulsione sessuale e
– pulsione conservativa
• Pulsione di morte: istinto distruttivo, una condizione
originaria, che precede la vita, e a cui ogni individuo
tende a tornare.
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Psicanalisi
• Approccio ideato da Sigmund Freud; il è fine di portare alla
coscienza conflitti inconsci, utilizzando tecniche come l’associazione
libera e l’interpretazione dei sogni
• Caratteristiche
• Sfidare e chiarire le difese, desideri e sensi di colpa patologici del
paziente.
• Attraverso l’analisi:
– dei conflitti, compresi quelli che contribuiscono alle resistenze
(riluttanza inconscia ad impegnarsi nel trattamento o nelle
associazioni libere), comprese quelle di transfert nei riguardi
dell’analista;
– delle reazioni distorte e infantili;
il trattamento psicanalitico chiarisce come il paziente,
inconsciamente, è il proprio peggiore nemico; come l’inconscio, le
reazioni simboliche, stimolate dalle esperienze di oggi,
interferiscono con la possibilità di provare gioia e causano i sintomi
35
Carl Gustav Jung (1875-1961)
•
•
•
Fondatore della Psicologia analitica
Inizialmente vicino alle concezioni di Sigmund Freud se ne allontanò
definitivamente nel 1913, dopo un processo di differenziazione concettuale
culminato con la pubblicazione, nel 1912, di La libido: simboli e
trasformazioni. In questo libro egli esponeva il suo orientamento, ampliando
la ricerca analitica dalla storia personale del singolo alla storia della
collettività umana. L'inconscio non è più solo quello individuale, prodotto
dalla rimozione, ma nell'individuo esiste anche un inconscio collettivo che si
esprime negli archetipi.
Note biografiche: Nacque da Paul Achilles Jung (1842-1896), un pastore
protestante che esercitava anche la funzione di cappellano nel manicomio
della città; un bambino solitario, Durante il liceo ebbe insegnanti di spicco e
le sue letture spaziavano da letteratura a filosofia, da teoria della religione
allo spiritualismo. Il libro che lo colpì di più Così parlò Zarathustra di
Friedrich Nietzsche. Laureatosi in medicina entrò a lavorare nell’ospedale
psichiatrico di Zurigo diretto da Eugen Bleuler. Nel 1902 si recò a Parigi per
frequentare le lezioni di Pierre Janet.
36
Biografia (cont.)
• Nel 1906 iniziò una collaborazione ed una amicizia con Freud che
proseguì fino al 1912
• Nel 1912 Jung pubblicò il volume Psicologia dell’Inconscio le cui tesi
divergevano talmente da quelle di Freud da portare i due ad una
rottura
• Questa rottura fu seguita da un periodo di difficoltà psicologiche che
però si concluse con l’individuazione da parte di Jung di un suo
filone originale ed autonomo
• Una volta staccatosi da Freud, Jung cominciò ad attrarre attorno a
sé un proprio gruppo di pazienti, studenti e analisti.
37
Biografia (cont.)
• nel 1925 effettuò una spedizione in Africa che portò Jung a contatto
con riti e miti delle popolazioni indigene, ma soprattutto con il
proprio inconscio.
• La fama: verso la metà degli anni venti colleghi e pazienti smisero si
rivolgersi a lui con "Dottore" e venne chiamato "Professore". Nello
stesso tempo i suoi viaggi e l'arrivo anche di curiosi dall'estero,
portavano la sua fama a estendersi a livello internazionale,
• Jung e il paranormale: condusse analisi parapsicologiche. Jung
tendeva a spiegare i fenomeni, più che come manifestazioni di
spiritismo, come manifestazioni di alcuni inconsci turbati e
particolarmente sensibili; tuttavia ammise che certi fenomeni erano
inspiegabili, a suo parere, avvicinandosi a una posizione
possibilista.
• Jung scrisse quattro saggi sui Mandala, i disegni rituali buddisti e
induisti, dopo averli studiati per oltre venti anni.
38
Biografia (cont.)
•
•
Jung e il nazismo: Jung fu criticato per la sua adesione ad
un'organizzazione di origine nazista, oltre che per la sua funzione di
redattore capo della rivista Zentralblatt fur Psychotherapie, un periodico di
analoga matrice nazista. La relazione tra Jung e il nazismo continuò, anche
dopo la guerra, ad essere oggetto di polemiche e dibattiti. Jung, comunque,
consapevole com'era delle falsità di tale accuse, non diede mai troppo peso
alla questione.
Morì il 6 giugno 1961, dopo una breve malattia, nella sua casa sul lago di
Zurigo.
39
Freud e Jung
•
•
•
L'aspetto che separò maggiormente Jung da Freud fu la concezione
dell'inconscio. Freud affermava che l'inconscio alla nascita era un
contenitore vuoto e durante la vita si riempiva delle cose che la coscienza
riteneva "inutili" o dannose per l'Io, attraverso la rimozione.
Al contrario, Jung asseriva che la coscienza nasceva dall'inconscio, che
aveva quindi già una sua autonomia. Inoltre, secondo Jung, la psicoanalisi
di Freud era schematica e teneva poco conto della persona nel suo
contesto vitale. Invece Jung dava importanza alla persona ed al suo
contesto, così diede via alla sua "psicologia analitica" che voleva essere
non solo uno strumento per guarire da patologie psichiche ma anche una
concezione del mondo, o ancor meglio uno strumento per adattare la
propria anima alla vita e poterne cogliere tutte le potenzialità di espressione
e specificità individuale. Egli chiamò questo percorso "individuazione".
Al concetto di individuazione si lega la nozione di archetipo.
40
Archetipi e inconscio collettivo
•
•
L'inconscio alla nascita contiene delle impostazioni psichiche innate, quasi
sicuramente dovute al tipo di sistema nervoso caratteristico del genere
umano, trasmesse in modo ereditario. Tali impostazioni e immagini mentali
sono quindi collettive, cioè appartenenti a tutti; Jung chiama questo sistema
psichico inconscio collettivo, distinguendolo dall'inconscio personale che
deriva direttamente dall'esperienza personale dell'individuo. La
formulazione dell'archetipo è più volte ridefinita, precisata, approfondita da
Jung.
L'inconscio collettivo, per Jung, è costituito sostanzialmente da schemi di
base universali, impersonali, innati, ereditari che lui chiama archetipi. Di
questi i più importanti sono: il «Sé» (il risultato del processo di formazione
dell'individuo), l'«ombra» (la parte istintiva e irrazionale contenente anche i
pensieri repressi dalla coscienza), l'«anima» (la personalità femminile così
come l'uomo se la rappresenta nel suo inconscio) e l'«animus» (la
controparte maschile dell'anima nella donna). Particolarmente rilevante è
l'archetipo femminile che chiama anima o animus (nella sua controparte
maschile).
41
Tipi psicologici
•
•
con la pubblicazione di Tipi psicologici traccia una classificazione degli
individui secondo "tipologie psicologiche", che prendono le mosse dalle
caratteristiche del loro adattamento. Essi si articolano attorno alla
fondamentale polarità "Introverso/Estroverso", ed alla conseguente
distinzione di due individui tipici fondamentali. Individuati dall'opposto
orientamento generale della loro libido primaria (intro-versa o estro-versa).
Per spiegare le rilevanti differenze individuali all'interno dei gruppi, Jung
incrocia l'iniziale modello bipolare con una ulteriore quadripartizione in
"funzioni" psichiche (il pensiero, il sentimento, la sensazione e l'intuizione).
L'appartenenza ad uno di questi quattro sottogruppi è motivata dalla
funzione che nel corso dell'adattamento viene privilegiata, e a cui
l'individuo, a partire dall'infanzia, affida le sue principali speranze di riuscita.
La combinazione tra questi due "assi" (quello Introversione/Estroversione e
quello delle 4 funzioni) dà luogo agli otto tipi psicologici individuali.
42
Individuazione
•
•
Questa teoria assume rilievo nel processo di individuazione, nel quale è
necessario che l'Io sia consapevole dell'atteggiamento psicologico che si è
reso dominante o esclusivo. Solo superando la propria unilaterale adesione
ad un modo di rappresentare la realtà e aprendosi agli altri modi, l'individuo
può davvero affermare la sua autonomia da modelli collettivi accettati.
La "scelta" del tipo psicologico a cui l'individuo appartiene corrisponde, più
ad esigenze collettive che individuali. Mostrare il valore delle opzioni
trascurate dallo sviluppo è il compito dell'individuazione, allo studio e alla
pratica della quale d'ora in poi la psicologia analitica si consacrerà. Diventa
così possibile il confronto con le funzioni arrestatesi ad uno stadio arcaico
dello sviluppo, integrandole in un'individualità dinamicamente matura.
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Alfred Adler
• Debolezza d’organo
• Senso d’inferiorità
• Pulsione di autoaffermazione o aggressiva come
ipercompensazione
• Teoria della nevrosi: l’attività umana ruota attorno a una finzione
perché si conforma ad una norma ideale che assume le
caratteristiche di verità assoluta
• La devianza individuale da questa norma configura la nevrosi
• Psicoterapia: 3 fasi:
– 1. comprensione del paziente;
– 2. il t. deve rendere consapevole il p. del carattere fittizio della
meta e dello stile della sua vita;
– 3. il p. deve decidere se vuole modificare la meta e lo stiel della
sua vita; se sì, deve essere aiutato a farlo
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Psicoterapie fenomenologiche o
esistenziali
• Filosofi precursori: Husserl, Heidegger,
Sartre
• Binswanger, Minkowski, May, Laing,
Cooper
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fenomenologia
• La fenomenologia si occupa dell’esperienza
intuitiva dei fenomeni (ciò che si presenta alla
riflessione con immediatezza): punto di partenza
dal quale estrarre le caratteristiche essenziali di
ciò che sperimentiamo
• fenomenologia si riferisce quindi alle esperienze
soggettive e al loro studio
• Un termine tipico della fenomenologia è Dasein,
che significa essere nel tempo, cioè si riferisce
all’essere nella sua temporalità
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Psicoterapie cognitivocomportamentali
• Albert Ellis
• Aaron Beck
47
Albert Ellis
• La prima forma di Cognitive Behavior Therapy fu sviluppata da
Albert Ellis (1913-2007) all’inizio degli anni 1950. Ellis chiamò poi il
suo approccio Rational Emotive Behavioral Therapy, o REBT
48
Filosofia
• La CBT si basa sull’idea che
• Come pensiamo (cognizione)
• Come ci sentiamo (emozioni ed affettività)
• Come agiamo (comportamento)
Questi tre ambiti sono in stretta relazione reciproca
• E cioè
• I nostri pensieri influenzano i nostri sentimenti e il nostro
comportamento,
• I nostri sentimenti influenzano il nostro comportamento e i
nostri pensieri,
• Il nostro comportamento influenza le nostre emozioni e i
nostri pensieri.
Il cambiamento in uno dei tre ambiti probabilmente si tradurrà in un
cambiamento degli altri due
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Esempio
• Se uno che dopo un errore pensa: “sono un essere
inutile e non riesco a fare nulla di giusto”…
• Questo pensiero influisce negativamente sull’umore e fa
sentire la persona depressa.
• Il problema può aggravarsi ulteriormente se la persona
reagisce evitando le attività: conferma quindi a sé stesso
i propri concetti negativi tramite il comportamento di
evitamento
• Così gli diventa più difficile avere una esperienza di
successo, il ché rinforza il pensiero originario di essere
“inutile”.
• Questo è un esempio di profezia che si autorealizza o di
circolo vizioso.
50
Esempio (cont.)
• Terapeuta e cliente debbono allora lavorare insieme per
cambiare tutto ciò indirizzando il lavoro terapeutico a
cambiare il modo in cui il paziente concettualizza la sua
situazione e come si comporta in risposta a situazioni
simili; debbono sviluppare schemi più flessibili di
pensiero e di risposta e ridurre l’evitamento delle attività.
• Se, grazie alla terapia, il cliente esce dagli schemi di
pensiero negativo e di comportamento distruttivo, le
sensazioni di depressione possono, con il tempo,
attenuarsi.
• Il cliente può allora diventare più attivo, ottenere
maggiori successi, e ulteriormente ridurre le sensazioni
di depressione.
Piscoterapie umanistiche
• Carl Rogers
• Erich Fromm
• Self-help
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Carl Rogers
• Gli individui vivono al centro di un mondo di esperienze
in continuo cambiamento (mondo fenomenico).
• Ciò che l’organismo percepisce è reale
• Obiettivo dell’individuo è realizzare le sue potenzialità
• Terapia centrata sul cliente
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Terapia centrata sul cliente
• Il terapeuta non dovrebbe dirigere il cliente ma esserci
mentre il cliente dirige il progredire della terapia
• Quando un bimbo impara ad andare in bicicletta, non
puoi spiegargli come fare: deve provare lui; non lo puoi
nemmeno sostenere tutto il tempo. C’è un punto in cui lo
devi lasciar andare e se cade, cade, ma se lo tieni, non
impara mai
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Psicoterapie strategiche
• Milton Erickson
• Jay Haley
55
Teoria del doppio legame (di
Bateson, Don Jackson, Weakland)
56
• Teoria dei tipi logici di Russell e
Whiteheads:
• per esempio il nome di una classe non
può essere membro della classe
• Comunicazione e metacomunicazione
Psicoterapie sistemiche
• Paul Watzlawick
• John Weakland
• Mara Selvini Palazzoli
59
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Un caso di `psicoterapia` del 17° secolo ( 2 )