PITAGORA
DI SAMO
Pitagora regge il cosmo
Matematico puro o profeta religioso
a capo di una setta segreta?
Ascolta!
Scienziato e sciamano, legislatore e oligarca, taumaturgo
e filosofo, mago e oratore, liberatore di città e musico,
iniziatore della razionalità greca ed erede della sapienza
esoterica dell’Oriente, fondatore della matematica ricordato
soprattutto per un teorema scoperto dieci secoli prima della
sua nascita.
La vita di Pitagora copre quasi tutto il VI secolo avanti Cristo:
nacque a Samo, un'isola dello Ionio, nel 580 a. C. Quando
aveva circa quarant'anni, dopo essere stato allievo di Talete
e dopo aver visitato molti paesi, in particolare Egitto e
Babilonia, abbandonò la sua patria per sfuggire alla dittatura
di Policrate e si stabilì a Crotone, in Calabria, dove fondò una
comunità filosofica e religiosa che si impegnò direttamente
nell'attività politica della regione. Alla fine del sesto secolo,
una sommossa, guidata dai nobili locali, cacciò i pitagorici da
Crotone. Pitagora si rifugiò a Metaponto dove poco dopo
morì, verso il 494.
I PITAGORICI
Pitagora predicava l'astinenza e imponeva ai discepoli una serie di regole e precetti dal
valore simbolico e rituale, come la proibizione di mangiare fave, di spezzare il pane, di
toccare galli bianchi, di attizzare il fuoco con il ferro o di accogliere rondini sotto il proprio
tetto.
Pitagora credeva nella metempsicosi, ovvero nella trasmigrazione delle anime con
successive reincarnazioni dell'anima in specie diverse, fino alla loro eventuale purificazione
e alla conseguente uscita dalla "ruota delle nascite".
Lo studio della matematica era visto come lo strumento per raggiungere questa liberazione
dell'anima dal corpo: numeri e forme della matematica, con la loro intrinseca bellezza e
perfezione, sostenevano i pitagorici, possono guidare l'anima verso il cielo.
Fatto eccezionale, anche le donne erano ammesse alle
lezioni di Pitagora. La vita dei pitagorici era per certi
aspetti quasi monacale, in una comunione dei beni e
nell'osservanza di riti e regole molto rigorose che
contribuivano a creare attorno alla scuola un alone di
rispetto e di mistero.
Dice il filosofo Giamblico che chi aspirava a far parte dei
pitagorici doveva osservare 5 anni di silenzio:
“ Dopo 5 anni di silenzio, se risultava degno di essere iniziato
alla dottrina, diventava esoterico e poteva ascoltare e anche
vedere Pitagora dentro la tenda. Prima, fuori dalla tenda, aveva
potuto soltanto ascoltare le sue lezioni, senza mai vederlo”.
IL PENTAGRAMMA
Figura sacra ai pitagorici, la stella a cinque punte,
racchiusa nel cerchio divino era il segno di
riconoscimento fra gli adepti.
Il pentagramma è rimasto ancora oggi un simbolo sacro o magico, venduto persino
come amuleto. Qualcuno ritiene che il pentagramma con la punta in basso acquisti un
valore negativo, "diabolico”.
Con questo intreccio di teoria e di magia dei numeri, di simboli
esoterici, di setta religiosa e di comunità scientifica, la figura di
Pitagora può essere vista come filosofo e matematico, ma anche
come profeta e mago e la sua comunità come scuola, ma anche
come setta segreta.
A cura di Ferri Antonella
Testi e immagini tratte da vari siti internet: polymath; math.unifi;indire
File audio realizzato da Ferri Antonella
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Pitagora regge il cosmo