Michele A. Cortelazzo
Competenza orale e scritta
Michele Cortelazzo
Competenza scritta e orale
esempi di variazione diafasica
registri
registro formale
registro medio
registro informale
viso, volto
faccia
muso
ebbro
ubriaco
ciucco
frodare
rubare
fottere, fregare
ardire, audacia
coraggio
fegato
adirato, incollerito
arrabbiato
incazzato
rimuovere, estrarre
togliere, levare
tirare fuori/via,
togliere via, levare via
allestire
organizzare
mettere su
sollevare
alzare
tirare su
Michele Cortelazzo
Competenza scritta e orale
Scritto e parlato (1)
Scrivere un verbale significa trasferire in forma scritta un contenuto orale. E per di
più scrivere mentre si continua ad ascoltare.
prodotto finito (scritto) – prodotto in progress (parlato)
Un testo scritto viene presentato al lettore come "prodotto finito", al termine del
processo di produzione e in un momento diverso da quello in cui è stato prodotto.
Può essere fruito secondo una linea sequenziale (dall'inizio alla fine), ma anche
con un altro ordine, a salti, tornando indietro a rileggere se il lettore ha dei dubbi.
Un discorso orale, invece, è fruito via via che viene prodotto, nello stesso momento
in cui viene prodotto. Il produttore non può nascondere gli errori, il lettore non può
tornare indietro, se non con la memoria, se ha dei dubbi.
Conseguenza: lo scritto è molto più pianificato del parlato (ed anche che il fruitore
si attende che lo scritto sia molto più pianificato del parlato).
Michele Cortelazzo
Competenza scritta e orale
scritto e parlato (2)
mancanza di correggibilità
Quando si scrive, si scrive lentamente e, nei limiti del possibile, quando si vuole,
con i ritmi che si vuole.
Quando si parla, il ritmo di produzione non è autonomo: si è come costretti a
continuare a parlare, a prendere la parola nel momento richiesto dalla situazione e
dall'interlocutore, ecc. Se si commettono errori, o anche solo lapsus, il ricevente se
ne accorge.
Nel parlato i cambiamenti di programma, le autocorrezioni, entrano come tali nel
discorso e vengono recepite dall'ascoltatore; nello scritto, e ancor più nello scritto al
computer, cambiamenti di programma vengono cancellati).
Conseguenza: il parlato è molto più frammentario dello scritto.
Michele Cortelazzo
Competenza scritta e orale
Scritto e parlato (3)
complessità dei codici comunicativi
Quando si parla, si usano contemporaneamente anche codici non verbali (gesti,
sguardi, posture ecc.). Inoltre, si fa riferimento implicito al contesto di situazione.
riferimento a conoscenze condivise
Il parlato dà per implicite, molto più che lo scritto, le conoscenze che si ritiene siano
condivise da emittente e ricevente.
Conseguenza: il parlato è più ricco dello scritto di sottintesi e, più in generale, di
nozioni e di valori comuni agli interlocutori dati per scontati.
Il parlato può essere meno preciso del parlato. Esempio: la tendenza a far
riferimento a persone, eventi, oggetti, in modo generico e poco esplicito (per es.
con termini generali come cosa, roba, affare, tizio ecc).
Michele Cortelazzo
Competenza scritta e orale
Conseguenze sulla grammatica (1)
1. Assenza o scarsissima frequenza di egli/ella, esso/essa, essi/esse, a favore di lui/lei/loro
2. Assenza o scarsissima frequenza di vi locativo, a favore di ci.
3. Assenza o scarsissima frequenza di ciò, a favore di questo/quello.
4. Impiego maggiore dei pronomi tonici soggetto, in particolare di io.
5. Assenza o scarsissima frequenza di il quale, a favore di che.
6. Assenza o scarsissima frequenza del participio presente con valore verbale, a vantaggio
del gerundio o della frase relativa.
7. Assenza o scarsissima frequenza della forma passiva, a vantaggio di una terza persona
plurale generica o della dislocazione a sinistra.
8. Assenza o scarsissima frequenza di poiché come congiunzione causale a favore di
siccome o dato che.
9. L'impiego di perché in posizione assoluta iniziale come argomentativo-esplicativo.
10. L'impiego di come mai invece di perché nelle interrogative
11. L'impiego di niente in gruppi nominali in funzione di aggettivo (pomodori niente).
12. L'impiego di elementi rafforzativi-intensificativi particolari (bello grosso, un gran brutto
odore, brutto forte ecc.)
13. L'impiego di deittici con valore enfatico-rafforzativo, o allusivo (questa ferita qua; dice
questo qui ecc.)
Michele Cortelazzo
Competenza scritta e orale
Conseguenze sulla grammatica (2)
14. Ridondanza pronominale; in particolare ci + avere o entrare.
15. Coreferenze e riprese pronominali abnormi.
16. Concordanze e accordi verbali anomali.
17. c'è/ci sono ... che (c'è presentativo)
18. Topicalizzazioni e dislocazioni a destra e sinistra.
19. Anacoluti.
20. che polivalente.
21. Contaminazione di costrutti.
22. Ellissi e brachilogie.
23. Parafrasi e ripetizioni.
24. Demarcativi e segnali di apertura/chiusura del testo.
25. Particelle modali o di sfumatura.
26. Forme genericizzanti (una specie di, un tipo di ...)
27. Costrutti e moduli impersonali e generici.
28. Modo di connessione degli enunciati (in primo luogo paratassi asindetica).
(da Gaetano Berruto, Per una caratterizzazione del parlato. L'italiano parlato ha un'altra grammatica?, in Günter Holtus/Edgar Radtke (a
cura di), Gesprochenes Italienisch in Geschichte und Gegenwart, Tübingen, Narr, 1985, pp. 120-153).
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Diapositiva 1 - Michele A. Cortelazzo