a cura della Prof.ssa
Maria Isaura Piredda
ALLE ORIGINI DELLA
NOSTRA LETTERATURA:
IL Cantico delle creature
IL PRIMO TESTO
IN LINGUA VOLGARE
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Francesco d’Assisi, il più alto
esponente della spiritualità religiosa
del XIII secolo, fu il primo ad
utilizzare la lingua volgare per
“tradurre” la preghiera in modo
comprensibile ai fedeli “illetterati”, i
laici che non conoscevano il latino
(lingua ufficiale della Chiesa)
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Francesco nacque ad Assisi (in Umbria) nel
1181 o 1182, da Pietro di Bernardone, un
ricco mercante di stoffe.
Al momento della sua nascita, il padre era in
Francia per ragioni di commercio.
Quando tornò, mutò il nome del bambino da
Giovanni a Francesco (cioè “francese”), in
omaggio alla Francia.
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Francesco ricevette una buona
educazione, lesse poemi e romanzi
francesi, apprese il latino.
Frequentatore di allegre brigate di
giovani, si dilettò di musica e di canto.
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Ebbe una giovinezza agiata e brillante e si
appassionò al mestiere delle armi.
Nel 1202-1203 partecipò alla guerra tra
Assisi e Perugia e venne preso prigioniero.
Nel 1204 (o 1205) partì al seguito del
nobile Gualtieri di Brienne, giunto in armi
dalla Francia per riconquistare i propri feudi
in Puglia.
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Dopo un periodo di
travaglio interiore,
nel 1205, per fare
penitenza, si recò
fra i lebbrosi
ritirandosi in un
eremo (= dimora
solitaria e isolata).
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Nella
chiesetta di
San Damiano
ad Assisi udì
un invito di
Dio a
ricostruire la
sua chiesa.
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A tale scopo vendette le stoffe paterne, ma
fu citato in giudizio dal padre.
Davanti al vescovo di Assisi, il giovane
rinunciò all’eredità spogliandosi nudo e
dichiarando di riconoscere come padre
solo Colui che è nei Cieli, scegliendo una
vita di povertà di cura degli altri e di amore
per il prossimo.
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Si dedicò quindi al restauro di alcune chiese,
tra cui San Damiano e Santa Maria degli
Angeli (o della Porziuncola)
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Tuttavia comprese che il restauro cui
era chiamato riguardava l’intera
comunità cattolica.
Nel 1208 indossò l’umile saio e iniziò
a predicare la penitenza.
Si unirono a lui i primi compagni
(Bernardo da Quintavalle, Pietro
Cattani, Egidio e Silvestro da Assisi)
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Con essi stabilì la prima Regola (1209),
andata perduta.
Nel 1210 si recò con loro a Roma da papa
Innocenzo III che approvò verbalmente la
sua regola di vita, interamente ricalcata sul
Vangelo (approvazione definitiva dell’ordine
francescano giungerà nel 1223 da papa
Onorio III).
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Nel 1212 Francesco
fu raggiunto alla
chiesetta della
Porziuncola da
Chiara di Assisi, che
si stabilirà a San
Damiano fondando il
primo monastero
delle clarisse
francescane.
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Nel 1219 si recò in Terrasanta per
predicare il Vangelo tra gli infedeli.
Venne accolto dal sultano d’Egitto che
lo ascoltò con benevolenza.
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Nell’ordine
francescano erano
ormai entrati
migliaia di seguaci o
frati minori.
Francesco ne affidò
la guida nel 1221
all’amico frate Elia.
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Con l’amico Cesario di Spira elaborò
la Regola dell’ordine francescano che
nel 1223 fu approvata definitivamente
da papa Onorio III.
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Il 25
dicembre
1223
celebrò il
Natale
nell’eremo
di Greccio
con un
presepio
vivente.
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Nel 1225 sul
monte Verna,
malato e
sofferente per le
privazioni (digiuni
e penitenze),
ricevette le
stigmate (i segni
della passione di
Cristo).
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Morì nella Porziuncola il 4 ottobre
1226.
Fu dichiarato santo già nel 1228 da
papa Gregorio IX.
IL CANTICO DELLE CREATURE
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Il Cantico delle creature (o Cantico di
Frate Sole), scritto tra il 1224 e il 1226,
è il testo più antico della letteratura italiana.
Francesco scrisse il Cantico dopo una notte
trascorsa tra il male che lo affliggeva agli
occhi e il tormento dei topi durante una
visione divina.
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E’ l'unico testo scritto in volgare umbro da
Francesco (che utilizzò per gli altri scritti il
latino).
La scelta del volgare rivela l'intenzione di
Francesco di consegnare ai propri confratelli
una sorta di predicazione da destinarsi al
popolo dei fedeli, popolani e illetterati, che
dovevano essere messi in grado di capire il
messaggio religioso.
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Si tratta di una sorta di “salmo in
volgare” (sul modello dei Salmi
biblici).
Il titolo tramandato dai manoscritti è in
latino, Laudes creaturarum (= “Lodi
delle creature”), ma in altre fonti il
documento è tramandato come
Cantico di frate Sole.
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Il corpo del testo risale al 1224, mentre nel
1226, poco prima di morire, Francesco
aggiunse gli undici versi conclusivi (dal v. 23
in poi).
Il Cantico era originariamente
accompagnato da una melodia, non giunta
fino a noi.
Nell’intenzione dell’autore, poesia e musica
dovevano unirsi nella lode a Dio.

La lode a Dio viene espressa in volgare
in forma di prosa rimata, divisa in
versetti assonanzati tra loro.

a)
b)
Il Cantico è composto da 33 versi
suddivisi in due parti:
nei primi 22 versi il Cantico è una lode a
Dio per tutti gli elementi del creato (sole,
luna, stelle, vento, acqua, fuoco, terra),
la seconda parte (ultimi 11 versi) è una
preghiera penitenziale di fronte alla morte.
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Francesco dAssisi