L'integrazione europea: sviluppo
storico e sfide future
Marco Brunazzo
Centro europeo d’eccellenza Jean Monnet
Università degli Studi di Trento
www.unitn.it/cjm
Introduzione
1. Cos'è l'UE?
2. Allargamento e approfondimento
3. L'UE e le crisi
4. L'UE e la crisi attuale
5. Le misure adottate
6. Le conseguenze istituzionali della crisi attuale
5. Verso un'Europa più differenziata?
1. Cos'è l'UE?
• Una federazione non dichiarata
• Una unione di stati nazionali
• Una forma di federalismo
intergovernativo
• Una democrazia composita
• Una potenza civile
• La più complessa organizzazione
internazionale
• …
1. Cos'è l'UE?
L’UE non è una semplice organizzazione internazionale
• Gli stati membri vi esercitano un grande ruolo, ma:
• l’UE produce legislazione che viene riconosciuta come superiore a quella degli
stati, vincolante per tutti i cittadini, i trattati UE sono andati via via
costituzionalizzandosi
• l’UE dispone di un parlamento eletto direttamente (seppure con limiti sul
versante dei processi decisionali)
• l’UE prende decisioni su un ampio raggio di politiche pubbliche e ha obiettivi
più ampi delle organizzazioni internazionali
1. Cos'è l'UE?
L’UE non è uno stato
•
•
•
•
le istituzioni dell’UE non hanno i poteri e le risorse per svolgere
autonomamente la loro azione (es. entrate fiscali proprie; budget limitato)
competenze limitate da quelle degli stati membri (politiche di welfare,
educazione, culturale, estera…)
manca una chiara distribuzione costituzionale delle competenze tra le
istituzioni
deficit democratico (è difficile stabilire chi fa cosa) ma anche deficit elettorale
1. Cos'è l'UE?
Dichiarazione Schuman
Parigi, ore 16 del 9 maggio 1950, Sala
dell'orologio, Quay d'Orsay
L’Europa non potrà farsi in una sola volta, né sarà costruita
tutta insieme; essa sorgerà da realizzazioni concrete che
creino anzitutto una solidarietà di fatto. L’unione delle nazioni
esige l’eliminazione del contrasto secolare tra la Francia e la
Germania: l’azione intrapresa deve concernere in prima linea
la Francia e la Germania.
A tal fine, il governo francese propone di concentrare
immediatamente l’azione su un punto limitato ma decisivo.
Il governo francese propone di mettere l’insieme della
produzione franco-tedesca di carbone e di acciaio sotto una
comune Alta Autorità, nel quadro di un’organizzazione alla
quale possono aderire gli altri paesi europei. La fusione della
produzioni di carbone e di acciaio assicurerà subito la
costituzione di basi comuni per lo sviluppo economico, prima
tappa della Federazione europea, e cambierà il destino di
queste regioni che per lungo tempo si sono dedicate alla
fabbricazione di strumenti bellici di cui più costantemente
sono state le vittime.
1. Cos'è l'UE?
Discorso per il Premio Carlo Magno
Aquisgrana, 24 settembre 1952
…Ma la storia dimostra che gli inizi di qualsiasi aggregato
supernazionale sono sempre modesti: dettati da una
esigenza difensiva che riunisce insieme popoli già legati da
stretti rapporti economici, storici e culturali; che agli inizi il
decentramento dei poteri all'interno della Confederazione è
talmente accentuato da rendere debole e timida l'attività degli
organi confederali e che solo il tempo mette in movimento
forze centripete che finiscono per vincere le resistenze
periferiche.
Agli scettici basterà ricordare che la stessa Confederazione
svizzera, ora giustamente presa a modello di una illuminata e
armonica convivenza in un unico quadro stabile di popoli di
diverse lingue, origini e costumi, rimase per lungo periodo
poco più di una perpetua alleanza difensiva, la cui Dieta
federale non era che la riunione degli ambasciatori degli Stati
membri: cioè pressappoco lo stadio federativo in cui si trova
già l'Europa occidentale. Siamo quindi ottimisti, giacché
riteniamo di essere alla vigilia del superamento di un tale
stadio e della costituzione di una autorità federale che non
sarà organo comune degli Stati membri, bensì portatrice di
interessi supernazionali e dotata dei relativi poteri…
1. Cos'è l'UE?
Discorso di Joschka Fischer
Università Humboldt, 12 maggio 2000
…L'allargamento renderà indispensabile un'approfondita
riforma delle istituzioni europee. Come ci si immagina un
Consiglio europeo con 30 Capi di Stato e Governo?… come
verranno prese le decisioni e come si potrà, poi, ancora
agire? Come si vuole evitare che la UE diventi
definitivamente imperscrutabile (…)?
…In primo luogo, il potenziamento di una cooperazione
rafforzata tra quegli Stati che vogliono collaborare più
strettamente di altri, come già avvenuto nel caso dell'Unione
economica e Monetaria e per Schengen.
…Un possibile passo intermedio sulla via del completamento
dell'Unione politica potrebbe, poi, essere la formazione di un
centro di gravità. Tale gruppo di Stati concluderebbe un
nuovo trattato istitutivo europeo, il nucleo per una
Costituzione della Federazione.
1. Cos'è l'UE?
Discorso di David Cameron
Bloomberg, 23 gennaio 2013
…A causa di questo modo di sentire, ci poniamo nei
confronti dell’Unione Europea con un atteggiamento
mentale che è più pratico che emotivo. Per noi,
l’Unione europea è un mezzo per raggiungere un fine
– prosperità, stabilità, l’ancora di libertà e democrazia
sia dentro l’Europa che oltre i suoi confini – più che
un fine in se stessa.
…Abbiamo ottenuto la fine dell’obbligo del Regno
Unito di finanziare il salvataggio dei membri
dell’Eurozona. Abbiamo tenuto fuori il Regno Unito
dal fiscal compact, iniziato un processo per far
tornare agli stati membri alcuni poteri nella giustizia e
negli affari interni, assicurato protezioni sull’unione
bancaria e riformato le politiche sulla pesca.
…agli Stati deve essere lasciata l’opzione di tornare
ad avere in seno alcuni poteri, quando lo richiedano e
ne abbiano bisogno.
2. Allargamento e approfondimento
Work in progress
2. Allargamento e approfondimento
2. Allargamento e approfondimento
2. Allargamento e approfondimento
2. Allargamento e approfondimento
2. Allargamento e approfondimento
2. Allargamento e approfondimento
2. Allargamento e approfondimento
2. Allargamento e approfondimento
2. Allargamento e approfondimento
2. Allargamento e approfondimento
Prossimi
allargamenti?
Situazione
2013
2. Allargamento e approfondimento
Ai sensi dell’articolo 49 del Trattato UE, uno stato europeo che rispetti i principi
sanciti nell’articolo 6, paragrafo 1, può domandare di diventare membro dell’Unione.
Tali principi, condivisi dagli Stati membri, sono sanciti dall’articolo 6, paragrafo 1:
libertà, democrazia, rispetto dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, e stato
di diritto.
I criteri di Copenaghen (1993)
• criterio "politico": presenza di istituzioni stabili che garantiscano la democrazia, lo
stato di diritto, i diritti dell'uomo, il rispetto delle minoranze e la loro tutela;
• criterio "economico": esistenza di un'economia di mercato affidabile e capacità di
far fronte alle forze del mercato e alla pressione concorrenziale all'interno
dell'Unione europea;
• adesione all'"acquis comunitario": accettare gli obblighi derivanti dall'adesione e,
in particolare, gli obiettivi dell'unione politica, economica e monetaria.
2. Allargamento e approfondimento
Turkey
Association Agreement
Macedonia
Montenegro
Serbia
Bosnia H.
Stabilisation and Association Agreement
Schengen
Switzerland
Norway
Iceland
EEA
EU-28 Sweden Denmark Czech Republic
Hungary
Poland
Lithuania Bulgaria
Romania
Croatia
United Kingdom
EUROZONE -18
Austria
Finland
Germany
Spain
Italy
Luxembourg
Belgium
France
Netherland
Portugal
Greece
Slovakia
Slovenia
Malta
Estonia
Latvia
Ireland
Cyprus
3. Le crisi nell'UE
• Crisi non significa piccola emergenza ma
“un punto di svolta in un periodo instabile e
pericoloso quando occorre con urgenza un
decisivo e incerto cambiamento”.
• L’UE ha conosciuto molte crisi.
3. Le crisi nell'UE
• 4 tipi di crisi nell’UE:
1. “Crisi di progetto”: aspetti istituzionali
2. “Crisi di allargamento”: ripensamento e
riconfigurazione dell’UE ad ogni
allargamento
3. “Crisi per ritiro di uno stato”: quando uno o
più stati membri non aderiscono a un
trattato o chiedono un opt-out.
4. “Crisi di adattamento economico”: come
l’UE si adatta a dinamiche e cambiamenti
globali
"Sii gentile, Charly, ritorna. Trasformiamo la
nostra macchina, ok?"
3. Le crisi nell'UE
• Crisi di progetto
Tutto ruota attorno al concetto di sovranità
nazionale:
• Dove deve risiedere oggi la sovranità?
• Intergovernativismo vs.
sovranazionalismo
• Cos’è l’UE? qual è il suo “approdo”
finale?
Esempi di crisi:
• 1954: European Defense Community
• Anni '60: De Gaulle non vuole la Gran
Bretagna nella CEE
• 1965: crisi della sedia vuota
• 2005: crisi costituzionale
3. Le crisi nell'UE
Crisi di allargamento
• L’UE come un’organizzazione
desiderabile per molti paesi, ma non
mancano i problemi: adattamento
istituzionale, un maggior numero di
attori e interessi nazionali, riforma delle
politiche comunitarie…
• Esempi di crisi:
• Entrata della Gran Bretagna e Francia
• Giugno 1984: Consiglio europeo di
Fontainbleau: Gran Bretagna e
“rebate”. Thatcher: “I want my money
back!”; Grecia e i Programmi integrati
mediterranei per evitare il veto
sull’entrata di Spagna e Portogallo
3. Le crisi nell'UE
Crisi per ritiro di uno stato
Minore entusiasmo per l’UE da parte dei
paesi, punti di vista diversi sull’UE e sulle
politiche da adottare, Gran Bretagna vs. Club
Med vs. Germania e paesi nordici…
Esempi di crisi:
• Rifiuto dei danesi di ratificare il Trattato di
Maastricht
• Difficoltà del referendum francese sul
Trattato di Maastricht
• I referendum francese e olandese per la
Costituzione europea
• I referendum irlandesi sul Trattato di
Lisbona
• Opt-out sempre più frequenti
3. Le crisi nell'UE
Crisi di adattamento economico
L’UE come un attore economico
rilevante nel mondo, ma per questo
anche esposto alle dinamiche
internazionali
Esempi di crisi:
• Anni '70: crisi economica e risposte
competitive dei governi europei
(svalutazione delle monete
nazionali)
• Difficoltà nella creazione dello SME
4. L'UE e la crisi attuale
Le 4 crisi si intersecano tra di loro qualche volta rafforzandosi vicendevolmente,
come nel caso della crisi attuale.
Crisi
finanziaria
Crisi
economica
Crisi
politica
4. L'UE e la crisi attuale
• Questa è la prima crisi dopo la fine del “permissive consensus” su cui si è retta
l’UE.
Fonte: Pew Research Center, European Unity on the Rocks, mai 2012.
4. L'UE e la crisi attuale
• Il "progetto europeo" è in crisi?
Fonte: Pew Research Center, The New Sick Man of Europe: The European Union, mai 2013.
4. L'UE e la crisi attuale
Timo Soini, Veri finlandesi, Finlandia
Beppe Grillo, Movimento 5 Stelle, Italia
Nikolaos Michaloliakos, Alba
dorata, Grecia
Bernd Lucke, Alternativa per la
Germania, Germania
Geert Wilders, Partito per la libertà,
Olanda
Nigel Farage, UK Independence
Party, GB
4. L'UE e la crisi attuale
L'Euro dopo 10 anni: un esempio di “political culture of total optimism” (Majone
2011)
"Ad alcuni l'UEM sembrava irrealizzabile. Ma si è rivelata un successo e
dovremmo esserne fieri".
Jean-Claude Junker, Brussels Economic Forum, 15 maggio 2008
"Quello che abbiamo fatto è un pezzo di storia, o perlomeno un pezzo di storia
economica. Ora l’euro è qui e funziona. Il successo è davanti agli occhi di tutti"
Dominique Strauss-Kahn, Brussels Economic Forum, 15 maggio 2008
"La creazione dell’euro è stata un successo. Questo non mi ha sorpreso.
Eravamo in diversi a pensare, esaminando il lungo periodo (intendo dieci anni o
più), che le fondamenta su cui la valuta europea si basava fossero solide"
Valéry Giscard d'Estaing, Brussels Economic Forum, 15 maggio 2008
4. L'UE e la crisi attuale
Le radici della crisi:
• Mercato USA dei mutui subprime
• Ma la crisi colpisce seriamente l’UE perché l’UEM è un
progetto politico prima che economico.
Per questo non può essere abbandonato.
• Es.1: Merkel 2010: “Se cade l’Euro, cade l’Europa”.
• Es.2: Schäuble 2010: “Dobbiamo difendere la moneta
comune. Difendendola, difendiamo allo stesso tempo il
progetto europeo”.
4. L'UE e la crisi attuale
L’origine politica dell’UEM spiega:
• la mancanza di strumenti per fare fronte a shock esterni:
non era previsto potesse fallire
• la politicità di alcune decisioni (entrata della Grecia
nell’UEM, la mancata assegnazione di compiti di controllo
a Eurostat, la riforma del Patto di stabilità nel 2005)
4. L'UE e la crisi attuale
• Per 10 anni, ottimismo.
• Oggi, le conseguenze delle decisioni prese a Bruxelles (o
Francoforte) hanno un impatto molto più evidente.
• Paradosso: l’UEM ha reso i cittadini UE molto più attenti
ai vantaggi posti dall’UE, ma ha reso molto più evidenti
anche i costi.
4. L'UE e la crisi attuale
• Ciò ha messo in discussione la legittimità stessa dell’UE
• Martin Lipset (1963): “After a new social structure is
established, if the new system is unable to sustain the
expectations of major groups (on the ground of
“effectiveness”) for a long enough period to develop
legitimacy upon the new basis, a new crisis may develop.
On the other hand, a breakdown of effectiveness,
repeatedly or for a long period, will endanger even a
legitimate systems stability”
Efficacia
Legittimità
4. L'UE e la crisi attuale
4. L'UE e la crisi attuale
Le lezioni della crisi
1. Stretto legame che esiste tra le finanze pubbliche e lo stato
dell'economia nel suo complesso (es. Spagna e Irlanda, la bolla
immobiliare, l'aumento del credito da parte delle banche, la
debolezza del sistema bancario e la necessità di investire risorse
pubbliche nel loro salvataggio)
2. Stretta connessione tra la fragilità della finanza privata e le
condizioni della finanza pubblica (mancanza di regolazione e
controllo pubblico sul sistema finanziario, venire meno della fiducia
nei mercati)
3. Stretta connessione tra politica monetaria (BCE) e politica fiscale
(paesi membri) (es. Grecia, Portogallo e Italia, difficoltà di adottare
politiche procicliche)
4. Necessità di avere strumenti che permettano l'adozione di politiche
anticicliche
5. Necessità di meccanismi di solidarietà finanziaria tra gli stati UE
4. L'UE e la crisi attuale
6. Ma soprattutto, la fine del modello “one-size-fits-all”, e quindi la
necessità di maggiore flessibilità.
Anche perché con gli allargamenti (e la crisi) è cresciuta l’eterogeneità
all’interno dell’UE.
Nuovo paradosso (Majone 2012):
Since <1995> the number of member states has almost doubled, the range of EU
competences greatly expanded, and socioeconomic diversity increased exponentially. In
spite of all these changes, the boldest experiment in total harmonization was launched on
1 January 1999, when the final stage of monetary union entered into force with the
irrevocable fixing of the exchange rates of the currencies of 11 (soon to become 12, and
eventually 17) members of the euro zone, and the pre-emption of national action in the
monetary area. What is most striking about this somewhat paradoxical return to total
harmonization is the contradiction between the centralization required by monetary union
and the mutation of the fairly homogeneous EU-15 into a highly heterogeneous bloc of 27
states - a contradiction which, in itself, tends to reduce the benefits of a common monetary
policy.
4. L'UE e la crisi attuale
L’UEM stessa è una
forma di flessibilità:
• Eurozona (2014)
• Paesi che devono
entrare nell’UEM
• Paesi de jure (UK e
DK) o de facto (SE)
fuori dall’Eurozona
5. Le misure per risolvere la crisi
Le misure adottate: diritto UE vs diritto internazionale
Tuori & Tuori (2014, 90): "Legal experimentalism is a distinctive feature of European
responses to the crisis".
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
European Financial Stabilisation Mechanism (EFSM)
European Financial Stability Facility (EFSF)
European Semester
Patto Euro Plus
Modifica dell’art. 136 TFUE
Six Pack
Fiscal Compact
European Stability Mechanism (ESM)
In rosso sono riportate le misure assunte nell'ambito del diritto internazionale
5. Le misure per risolvere la crisi
- nel mese di gennaio, la Commissione elabora l’analisi annuale sulla
crescita in cui fornisce l’indagine sulle prospettive macroeconomiche e
formula le proposte strategiche per l’economia europea;
- nel mese di marzo, la Commissione predispone un rapporto sulla base
del quale il Consiglio europeo indica i principali obiettivi di politica
economica per l’UE e l’Area euro e le possibili strategie di riforma per
conseguire tali obiettivi (c.d. linee guida);
- nel mese di aprile, gli stati membri, tenuto conto delle indicazioni
fornite, comunicano alla Commissione i propri obiettivi di medio termine e
le principali azioni di riforma che intende adottare con l’aggiornamento
del Piano di stabilità e convergenza (PSC) e il Piano nazionale di riforma
(PNR);
- nei mesi di giugno e luglio, il Consiglio europeo e il Consiglio ECOFIN,
sulla base della
valutazione dei Programmi di stabilità, forniscono indicazioni specifiche
per ciascun Paese. Il Consiglio, nel caso in cui ritenga necessaria una
modifica degli obiettivi di medio termine e le misure indicate per il loro
conseguimento, inviterà lo stato membro a rivedere il programma
presentato;
- nei mesi successivi, ciascuno stato membro, tenuto conto delle
raccomandazioni e delle decisioni del Consiglio e della Commissione,
predispone il bilancio e le misure di politica economica finalizzate al loro
conseguimento.
5. Le misure per risolvere la crisi
Modifica dell'art. 136 TFUE
Il Consiglio europeo del 19-20 dicembre 2010 e quello del 24-25 marzo 2011 hanno
introdotto una modifica all’articolo 136 del TFUE, aggiungendo il paragrafo C al precedente
articolo approvato a Lisbona
Articolo 136
1. Per contribuire al buon funzionamento dell'unione economica e monetaria e in
conformità delle pertinenti disposizioni dei trattati, il Consiglio adotta, secondo la procedura
pertinente tra quelle di cui agli articoli 121 e 126, con l'eccezione della procedura di cui
all'articolo 126, paragrafo 14, misure concernenti gli Stati membri la cui moneta è l'euro, al
fine di:
a) rafforzare il coordinamento e la sorveglianza della disciplina di bilancio;
b) elaborare, per quanto li riguarda, gli orientamenti di politica economica vigilando
affinché siano compatibili con quelli adottati per l'insieme dell'Unione, e garantirne la
sorveglianza.
c) Gli Stati membri la cui moneta è l'euro possono istituire un meccanismo di
stabilità da attivare ove indispensabile per salvaguardare la stabilità della zona euro
nel suo insieme. La concessione di qualsiasi assistenza finanziaria necessaria
nell'ambito del meccanismo sarà soggetta a una rigorosa condizionalità.
5. Le misure per risolvere la crisi
European Stability Mechanism
Il Consiglio europeo del 9 dicembre 2011 ha auspicato una accelerazione dell’entrata in
vigore della modifica dell’art.136 del TUE e, di conseguenza, del trattato che istituisce
l'ESM, bloccata nel lungo processo delle ratifiche nazionali.
Inoltre, ha stabilito che il Trattato che istituisce l'ESM entra in vigore non appena i paesi
che rappresentano il 90% degli impegni di capitale dell'ESM lo avranno ratificato
I paesi membri dell'ESM
5. Le misure per risolvere la crisi
European Stability Mechanism: i contributi
5. Le misure per risolvere la crisi
Il Fiscal Compact
1-2 marzo 2012: 25 paesi su 27 firmano il Trattato sulla stabilità, il
coordinamento e la governance nell’Unione economica e monetaria (Fiscal
Compact)
Art.1.1.1. Con il presente trattato le parti contraenti, in qualità di Stati membri
dell'Unione europea, convengono di rafforzare il pilastro economico dell'unione
economica e monetaria adottando una serie di regole intese a rinsaldare la
disciplina di bilancio attraverso un patto di bilancio (fiscal compact, ndr), a
potenziare il coordinamento delle loro politiche economiche e a migliorare la
governance della zona euro, sostenendo in tal modo il conseguimento degli
obiettivi dell'Unione europea in materia di crescita sostenibile, occupazione,
competitività e coesione sociale.
Entrato in vigore alla ratifica del 12° paese.
5. Le misure per risolvere la crisi
Il Fiscal Compact
L’articolo 3 impegna le Parti contraenti ad applicare e ad introdurre, entro un anno dall’entrata in vigore del
trattato, con norme vincolanti e a carattere permanente, preferibilmente di tipo costituzionale, o di altro tipo
purché ne garantiscano l’osservanza nella procedura di bilancio nazionale, le seguenti regole:
a) il bilancio dello Stato dovrà essere in pareggio o in attivo;
b) la regola di cui al punto a) si considera rispettata se il disavanzo strutturale dello Stato (cioè al netto delle
misure temporanee di correzione) è pari all’obiettivo a medio termine specifico per Paese come stabilito
nel Patto di stabilità (modificato nel 2011) con un deficit che non ecceda lo 0,5% del PIL;
c) gli stati contraenti potranno temporaneamente deviare dall’obiettivo a medio termine o dal percorso di
aggiustamento solo nel caso di circostanze eccezionali, ovvero eventi inusuali che sfuggono al controllo
dello Stato interessato e che abbiano rilevanti ripercussioni sulla situazione finanziaria della pubblica
amministrazione, oppure in periodi di grave recessione, a patto che tale disavanzo non infici la sostenibilità
di bilancio a medio termine;
d) qualora il rapporto debito pubblico/Pil risulti significativamente al di sotto della soglia del 60%, e qualora i
rischi per la sostenibilità a medio termine delle finanze pubbliche siano bassi, il valore di riferimento di cui
al punto b) può essere superiore allo 0,5%, ma in ogni caso non può eccedere il limite dell’1% del PIL;
e) nel caso di deviazioni significative dal valore di riferimento o dal percorso di aggiustamento verso di esso,
le parti contraenti dovranno attivare un meccanismo di correzione automatica, che includa l’obbligo per la
parte contraente interessata di attuare le misure per correggere la deviazione entro un determinato
termine temporale. Tale meccanismo di correzione verrà definito sulla base di principi comuni proposti
dalla Commissione europea, pur nel rispetto delle responsabilità dei parlamenti nazionali.
5. Le misure per risolvere la crisi
Il Fiscal Compact
5. Le misure per risolvere la crisi
Il Fiscal Compact: la regola del debito in Italia
6. Le conseguenze istituzionali
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
Ruolo importante del Consiglio europeo
Creazione di meccanismi decisionali per i paesi dell'Eurozona
Ruolo limitato della Commissione europea
Ruolo limitato del Parlamento europeo
Ruolo significativo dei Parlamenti nazionali
Ruolo importante della BCE
Maggiore differenziazione nell'UE
7. Verso una maggiore flessibilità?
17 paesi
EFSF*
Six Pack (Reg. 1173/2011;
Reg. 1174/2011)
23 paesi UE
Patto Euro Plus*
25 paesi UE
ESM*
Fiscal Compact*
Tutti i paesi UE
Riforma art. 136 TFUE
EFSM
Six Pack (Reg. 1175/2011; Reg. 1176/2011; Reg. 1177/2011; Dir. 85/2011)
* Fuori dal diritto dell’UE, accordi di diritto internazionale. In particolare, EFSF è società di diritto lussemburghese e deve
essere approvato da tutti i paesi euro; ESM è ente di diritto internazionale, deve essere ratificati dai paesi che rappresentano
almeno il 90% del capitale sottoscritto; il Fiscal compact entra in vigore se ratificato da almeno 12 paesi dell’Eurozona.
7. Verso una maggiore flessibilità?
IV
I
Variable
geometry
Withdrawal
by single MS
Treaty-base
flexibility
Status quo
Directoire
III
Federal
Community
Strategy
Europe à la
carte
28 TEU
Lisbon
Intergouvernmental
approach
II
7. Verso una maggiore flessibilità?
I dilemmi
Sul breve-medio periodo:
1. Quali strumenti regolativi adottare nel settore finanziario?
2. Chi dovrà coordinare le politiche economiche nazionali, vigilare sui nuovi vincoli di
bilancio ecc.? i tecnici (la Commissione) o i politici (il Consiglio)?
3. Quale posizione deve assumere l'UE nelle sedi internazionali in cui si discutere di crisi
economica?
Sul medio periodo
1. Come conciliare rigore finanziario e crescita economica? È possibile senza un bilancio
comunitario "federale"?
2. Se l'Euro sopravvivrà, si andrà verso più o meno Europa? Quali poteri di bilancio
resteranno agli Stati membri?
3. I tanti strumenti adottati per risolvere la crisi economica accresceranno il deficit
democratico, rendendo l'UE meno comprensibile e meno chiaro dove vengono prese le
decisioni?
4. Quali ripercussioni hanno le decisioni europee sulla politica nazionale (populismo,
estremismo, antieuropeismo…)?
7. Verso una maggiore flessibilità?
I dilemmi
Ma soprattutto:
1. Verso un'Europa a più velocità?
2. Verso un'Europa che ruota attorno alla Germania?
3. Può continuare a esistere un'Europa dell'economia senza un'Europa della politica?
4. Conservare l'euro o abbandonarlo? Salvare l'euro per salvare l'Europa o salvare o l'euro
o l'Europa?
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