Una tremenda siccità aveva
ghermito la regione.
L'erba era prima ingiallita e
poi appassita.
Erano morti i cespugli e gli
alberi più fragili.
Neppure una goccia d'acqua pioveva dal cielo
e le mattine si presentavano alla terra
senza la fugace frescura della rugiada.
A migliaia gli animali piccoli
e grandi stavano morendo.
Pochissimi avevano la forza
per sfuggire al deserto che
ingoiava ogni cosa.
La siccità si faceva ogni
giorno più dura. Persino i
forti, vecchi alberi, che
affondavano le radici nelle
profondità della terra,
persero le foglie. Tutte le
fontane e le sorgenti erano
esaurite. Ruscelli e fiumi
erano inariditi.
Solo un piccolo fiore
era rimasto in vita,
perché una piccolissima sorgente
dava ancora un paio di gocce d'acqua.
Ma la sorgente si disperava:
"Tutto è arido e assetato e muore.
E io non posso farci nulla.
Che senso hanno
le mie due gocce d'acqua?".
Lì vicino c'era un vecchio, robusto albero.
Udì il lamento e, prima di morire, disse alla
sorgente: "Nessuno si aspetta da te che tu
faccia rinverdire tutto il deserto. Il tuo
compito è tenere in vita quel fiorellino.
Niente di più".
Siamo tutti responsabili di un fiorellino. Ma ce ne
dimentichiamo spesso per lamentarci di tutto quello
che non riusciamo a fare.
Un professore concluse la sua lezione
con le parole di rito: "Ci sono
domande?".
Uno studente gli chiese: "Professore,
qual è il significato della vita?".
Qualcuno, tra i presenti che si
apprestavano a uscire, rise. Il
professore guardò a lungo lo
studente, chiedendo con lo sguardo
se era una domanda seria. Comprese
che lo era.
"Le risponderò".
Estrasse il portafoglio dalla tasca dei
pantaloni, ne tirò fuori uno
specchietto rotondo, non più grande
di una moneta.
Poi disse:
Ero bambino durante la guerra. Un giorno, sulla
strada, vidi uno specchio andato in frantumi. Ne
conservai il frammento più grande. Eccolo.
Cominciai a giocarci e mi lasciai incantare dalla
possibilità di dirigere la luce riflessa negli angoli bui
dove il sole non brillava mai: buche profonde,
crepacci, ripostigli. Conservai il piccolo specchio.
Diventando uomo finii per capire che non era
soltanto il gioco di un bambino, ma la metafora di
quello che avrei potuto fare nella vita.”
Anch'io sono il
frammento di uno
specchio che non
conosco nella sua
interezza. Con quello che
ho, però, posso mandare
la luce, la verità,
la comprensione,
la conoscenza, la bontà,
la tenerezza nei bui
recessi del cuore degli
uomini e cambiare
qualcosa in qualcuno.
Forse altre persone
vedranno e faranno
altrettanto.
In questo per me sta
il significato della vita!
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E` sufficiente - ANSPI Ascoli Satriano