DI ROMANO ALESSIA E FALCO MARIA
Etimologia del nome
L'etimologia del nome «Omero» è dubbia, e ve ne sono varie definizioni:
viene solitamente associato al termine ὅμηρος (homeros), «ostaggio»,
«pegno», «cauzione». Lo stesso termine ha preso poi anche il significato
di «cieco», perché infatti il conosciuto e semi-leggendario poeta
greco Omero, autore dell'Iliade e dell'Odissea, è secondo la tradizione
considerato cieco.
Biografia
L’autore dell’Iliade e dell’Odissea per gli antichi era un poeta di nome Omero, a cui attibuivano anche una serie di altre
opere. Secondo la biografia pseudoerodotea, Omero sarebbe nato intorno alla metà del IX a.C. presso Smirne (in Asia
Minore), allo sbocco del fiume Meles ( e perciò fu chiamato Melesigene), da una donna modesta, domestica presso un
maestro di scuola, Femio, che la istruì e ne fece il suo successore. A Smirne avrebbe composto l’Iliade. Seguì poi un
mercante nei suoi viaggi del Mediterraneo e vide molti paesi, ma si ammalò agl’occhi e divenne cieco. Continuò a
ideare canti peregrinando di città in città; fermatosi a Chio, vi eresse una scuola nella quale recitava l’Iliade, mentre si
riservava alla composizione dell’Odissea. Riprese a viaggiare in età antica per visitare i luoghi descritti nei suoi poemi,
ma durante una sosta dell’isola di Ios si ammalò e morì. Al di là dei dati biografici, che sono leggendari, l’epoca della
sua vita si può collocare presumibilmente intorno all’ VIII a.C. Molte città si gareggiarono l’onore di aver dato i nativi al
poeta; la nascita a Smirne, colonia prima eolica e poi ionica, sarebbe avvalorata dal dialetto dei poemi, ionico con fondo
eolico, mentre a Chio sussisteva una associazione di rapsodi che si facevano chiamare «Omeridi».
Immagine:http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/6/63/Homer_by_Philippe-Laurent_Roland_(Louvre_2004_134_cor).jpg
Tratto dal libro «Trame»
di Vincenzo Jacomazzi,
Mariarosaria Miliani e
Francesca Romana Sauro
Odissea
Immagine:http://2.bp.blogspot.com/OVLik_01MhI/UWZrnrUiY4I/AAAAAAAAAJQ/m47qtlpZsmQ/s1600/Odissea.jpg
Immagine:http://scuole.provincia.terni.it/ls_galilei/studentzone/n
ummagmem/images/AkhilleusVsHektor.jpg
Iliade
L’ILIADE
L‘Iliade è un poema epico tradizionalmente attribuito ad Omero, composto da ventiquattro libri o canti. Opera ciclopica e
complessa, narra le vicende di un breve periodo della storia della guerra di Troia, di cui l'ira di Achille è l'argomento portante
del poema.
Il mito pone al centro degli avvenimenti una donna di incomparabile bellezza - la greca Elena, moglie del re di Sparta
Menelao-, rapita per amore da Paride, figlio di Priamo re di Troia. Per lei si scatena una lunga guerra nella quale combattono
guerrieri provenienti dai più lontani e diversi paesi.
Il merito di Omero è di aver estratto dal materiale tramandato, gli eventi più significativi per la tradizione storica della
Grecia e di averli accentrati intorno a due figure di eroi destinati a diventate gli emblemi dello spirito ellenico: Achille, ovvero
colui che con il suo valore portò gli Achei al limite della vittoria e colui che, dopo la morte di Achille, ne completò l’opera con
ideologia e metodi diversi, ovvero Odisseo, anche noto con il nome di Ulisse.
L’ODISSEA
L'Odissea è l’altro grande poema epico greco (composto da 24 libri ) attribuito all'opera del poeta Omero. Narra delle
vicende riguardanti l'eroe Odisseo (o Ulisse, con il nome latino), dalla fine della Guerra di Troia (narrata nell'Iliade) al
ritorno ad Itaca.
I primi quattro libri, la cosiddetta Telemachia, non vedono Ulisse
diretto protagonista, ma narrano come il figlio dell'eroe, Telemaco,
cerchi di avere notizie del padre, ormai da tanto tempo lontano da
casa, interrogando gli altri comandanti greci, che già avevano fatto
ritorno dalla guerra di Troia.
Dal quinto libro in poi è Ulisse il personaggio principale.
L'avverso volere degli dei costrinse infatti Ulisse a vagare per dieci
lunghi anni prima di poter raggiungere l'amata terra e riabbracciare i
suoi cari.
LA QUESTIONE OMERICA
• La questione omerica, che riguarda non solo il problema dell'esistenza di Omero, ma anche
quello della appartenenza dell'Iliade e dell'Odissea, fu posta fin dai tempi antichi e il dibattito
sull'argomento dura tuttora. Alcuni studiosi, esaminate le affinità ma anche le effettive
differenze tra i due poemi, sostennero che Omero (o, comunque, il poeta a cui la storia dà
questo nome) fosse l'autore delle due opere. L'Iliade, in cui prevale uno spirito più giovanile e
agguerrito, sarebbe stata composta nella giovinezza, mentre l'Odissea, per la maggior
conoscenza del mondo e degli uomini che rivela, sarebbe stata scritta nelle maturità.
Altri critici assegnarono le due opere ad autori diversi, vissuti in epoche diverse; altri ancora
videro in Omero il collezionista di canti composti da diversi aedi (poeti cantori) in epoche
precedenti.
LA FORMULAZIONE MODERNA DELLA
QUESTIONE
La formulazione moderna della Questione omerica ha inizio con Wolf perché egli ha dedotto con
chiarezza il centro del problema: se Omero non conosceva la scrittura, come possono i suoi poemi
essersi conservati in forma scritta? Partendo dalla tesi, come fanno in molti, che Omero sia vissuto intorno al 950
a.C., quando in Grecia non vi era alcuna forma di scrittura (un' altra ipotesi), lo studioso tedesco presunse che i
poemi omerici dovessero essersi conservati sotto forma di canti abbastanza brevi da essere ricordati a memoria
con facilità, senza l'aiuto della scrittura. In questa «forma orale» - pensava Wolf - essi sarebbero stati tramandati
fino a quando, più tardi, furono fissati in forma scritta. Nel VI sec. a.C., secondo Wolf, esperti editori unirono i
testi scritti, limitatamente brevi, e diedero forma ai poemi (ma, ovviamente, imperfetti) dell’Iliade e dell’Odissea.
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