Università degli Studi di Milano – Bicocca
Scienze dell’organizzazione
Anno scolastico 2013-2014
“LA DEMOCRAZIA”
Docente: Roberto Biorcio
Studenti: Nicole Rocca
Cristina Trivigno
Giulia Casiraghi
INTRODUZIONE
COS’È LA DEMOCRAZIA?
La democrazia (dal greco δῆμος (démos): popolo e κράτος
(cràtos): potere) significa "governo dal popolo, del popolo e per il
popolo", ovvero sistema di governo in cui la sovranità è
esercitata, direttamente o indirettamente, dall'insieme dei
cittadini.
La democrazia non accetta auto-investiture, e tantomeno accetta
che il potere derivi dalla forza. Nelle democrazie il potere è
legittimato da libere e ricorrenti elezioni.
Benché all'idea di democrazia si associ in genere una forma di
Stato, la democrazia può riguardare qualsiasi comunità di
persone (come ad esempio una associazione) e il modo in cui
vengono prese le decisioni al suo interno.
CONDIZIONI PER LA DEMOCRAZIA
a) l’esistenza di regole consensualmente accettate e valide per tutti;
b) l’esistenza di elezioni libere, periodiche e corrette, attraverso le quali
sia data a tutti i cittadini la possibilità di concorrere alla formazione della
volontà collettiva;
c) l’esistenza di una pluralità di gruppi politici organizzati;
d) l’esistenza di adeguati mezzi di tutela delle minoranze;
e) l’esistenza di meccanismi di controllo e di informazione.
SEGUE >>
• Suffragio universale maschile e femminile  principio secondo il quale tutti i
cittadini con la maggiore età, senza restrizioni di ceto, istruzione e sesso,
possono partecipare alle elezioni, come i referendum, garantendosi il diritto di
voto come unica espressione di democrazia diretta.
• Pluralismo partitico  cioè la libertà per i cittadini di esprimere liberamente
le proprie idee e di organizzarsi ed associarsi liberamente in gruppi (i partiti),
dando vita agli indirizzi politici generali del Paese.
La democrazia esige il pluralismo dei partiti, proprio perché è il regime che
garantisce queste libertà ed in particolare la libertà di opporsi attraverso metodi
e forme democratiche tra cui la maggioranza.
• Diverse e alternative fonti di informazione e libertà di espressione.
CARATTERISTICHE
Il bilanciamento di principi diversi:
• Accordo e dissenso
• Maggioranza e minoranza
• Rappresentanza ed efficacia decisionale
FORME DI DEMOCRAZIA
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DEMOCRAZIA POLITICA: si fonda sul principio dell’uguaglianza giuridico-politica.
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DEMOCRAZIA SOCIALE: si basa sull’eguaglianza tra gli status sociali.
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DEMOCRAZIA ECONOMICA: si basa sul pareggiamento degli estremi tra ricchezza
e povertà e quindi ridistribuire il benessere.
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DEMOCRAZIA DIRETTA: o partecipativa il potere sovrano è esercitato
direttamente dal popolo , come avveniva nell'antica Grecia , dove i cittadini
(esclusi schiavi , donne e cittadini stranieri) si riunivano nell'agorà (oggi la piazza)
per discutere attivamente di leggi o posizioni politiche da prendere.
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DEMOCRAZIA INDIRETTA: o rappresentativa il potere sovrano è esercitato da
rappresentanti eletti dal popolo (il Parlamento).
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DEMOCRAZIA GOVERNANTE: prima forma della democrazia rappresentativa, è
un regime in cui il popolo è incontestabilmente sovrano infatti i governanti
dipendono da esso. Solo che la maniera in cui viene chiamato a costituirsi mediante il suffragio; fanno sì che il popolo sia il supporto di un insieme di valori
oggettivamente determinati e indifferenti agli impulsi della folla.

DEMOCRAZIA GOVERNATA: tutto ciò che viene fatto dai governi e quindi le leggi
che poi vengono «rimandate» alla «voce del popolo».
LA DEMOCRAZIA NEL CORSO
DEGLI ANNI
ANTICA
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La democrazia greca, così come
veniva praticata in Atene,
rispecchia al più possibile il
significato letterale del termine: il
popolo ateniese ebbe allora più
potere di quanto ne abbia mai
avuto qualsiasi altro popolo.
Nell'agorà, nella piazza, i cittadini
ascoltavano e poi decidevano per
acclamazione. Nella polis era
presente un'assemblea cittadina
(ekklesia). Questa assemblea,
simbolo dell'autogoverno diretto
dei cittadini, si occupava della
gestione della città.
MODERNA
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Un importante caratteristica
della democrazia moderna è la
separazione tra Stato e Chiesa,
cioè l'indipendenza da tutte le
religioni. In seguito si è diffuso il
concetto che una democrazia
moderna debba avere anche
una stampa libera, evidenziando
così un quarto potere. Per molti
oggi ai poteri esistenti
(giudiziario, legislativo ed
esecutivo) bisogna aggiungere
delle authority, come quella che
garantisce la concorrenza e
quella che si occupa della
privacy (riservatezza) dei
cittadini e dei loro dati SEGUE >>
personali.
ANTICA

Esisteva anche una bulè, un
consiglio di 500 membri; la
sostanza risiedeva, secondo
Aristotele, nel fatto che "tutti
comandavano a ciascuno, e
ciascuno comandava a sua
volta a tutti”, e quindi un
esercizio del potere distribuito
mediante una rapida rotazione
nelle cariche pubbliche, cioè
tutti si autogovernavano a
turno.
MODERNA
 Mentre la democrazia antica
funzionava col sistema della
partecipazione dei cittadini
(esclusi gli schiavi, gli stranieri
e le donne) tramite il sorteggio
e della rotazione, le
democrazie moderne si
fondano sulla competizione
tra candidati e sul meccanismo
della delega tramite elezioni.
DIRITTI DI CITTADINANZA E LIBERTÀ
E’ l'insieme dei diritti civili, politici, sociali ed etici che sono alla base
della democrazia.
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Diritti civili: libertà di autodeterminazione, libertà di parola, diritto alla
sicurezza personale, libertà di culto, libera stampa e informazione,
libertà di espressione, libertà di associazione, diritto di sciopero, diritto
di manifestazione pubblica;
Diritti politici: diritto di elezione, diritto di candidatura politica, diritto
di associazione partitica;
Diritti economici: diritto di proprietà privata, libertà di fondare capitali
propri, diritto di concludere contratti, libero mercato, libertà di fondare
imprese economiche personali;
Diritti sociali: solidarietà sociale (welfare state), assistenza sanitaria
universale, pari opportunità di lavoro (per le differenze religiose,
etniche, culturali e/o sessuali), diritto di voto per gli immigrati, diritto
universale a un'istruzione paritaria;
Diritti etici: diritto di decidere sul proprio corpo, libertà
dell'orientamento sessuale, uso garantito di sostanze psicoattive
(alcool, stupefacenti), libertà della ricerca scientifica, accesso garantito
alla fecondazione artificiale, diritto di aborto, diritto di eutanasia,
diritto del testamento biologico, diritto al suicidio assistito;
UGUAGLIANZA SOCIALE
Si applica ai diritti e dei doveri dell'uomo considerati in termini
di giustizia. Ci sono diverse forme di uguaglianza relative alle
persone e alle situazioni sociali. Per esempio, si può considerare
la parità tra i sessi per quanto riguarda l'accesso al lavoro; allo
stesso modo, la parità di opportunità, in senso generale, implica
l'idea che le persone dovrebbero essere nelle stesse condizioni
di partenza nella vita, ovvero che tutti dovrebbero avere pari
opportunità indipendentemente dalla loro nascita e successione.
L'uguaglianza sociale è quindi una situazione per cui tutti gli
individui all'interno di società o gruppi specifici isolati debbano
avere lo stesso stato di rispettabilità sociale. E quindi la parità di
diritti umani e individuali secondo la legge.
Alcuni esempi tra cui la sicurezza, il diritto di voto, la libertà di
parola e di riunione, e dei diritti di proprietà.
IL VOTO
Il voto, secondo quanto previsto dallo stesso articolo 48, ha le seguenti
caratteristiche:
-è
personale: l’unico modo per votare è quello di recarsi personalmente al
seggio e di segnare sul la scheda la propria scelta;
- è eguale: non ci sono voti che valgano più di altri, ogni voto ha lo stesso
valore e concorre nello stesso modo alla formazione della volontà
popolare, da chiunque sia espresso;
- è libero: ad ogni elettore deve essere concessa la facoltà di attribuire il
proprio voto a chi ritenga più meritevole della sua fiducia, senza alcuna
imposizione da parte di altri;
- è segreto: proprio per tutelare la libertà del voto e per proteggere
l’elettore da possibili pressioni esterne.
La Costituzione italiana, ancora all’articolo 48, stabilisce che l’esercizio del
diritto di voto costituisce l’adempimento di un “dovere civico” che
favorisce lo sviluppo della comunità, ma non è anche un obbligo: ciò vuol
dire che nessuno può essere costretto a recarsi alle urne per votare.
IL PRINCIPIO DI MAGGIORANZA
In base a questo principio, nell'assunzione di una decisione da parte di un
gruppo, prevale l'opzione che ha raccolto la maggioranza di consensi.
Esso si distingue tra:
- Maggioranza relativa: se un’opzione ottiene un numero di voti superiore
a quelli ottenuti da ciascun'altra opzione nella stessa votazione.
– Maggioranza semplice: se un’opzione ottiene un numero di voti
superiore alla metà del numero totale di votanti. Per cui la maggioranza
semplice è conseguita dall'opzione che raggiunge un quorum funzionale
fissato in più della metà dei votanti.
– Maggioranza assoluta: se un’opzione ottiene un numero di voti
superiore alla metà del numero totale degli aventi diritto al voto. Quindi la
maggioranza assoluta è conseguita dall'opzione che raggiunge un quorum
funzionale fissato in più della metà degli aventi diritto al voto.
– Maggioranza qualificata: avviene se un’opzione ottiene un numero di
voti non inferiore ad un quorum funzionale fissato in una frazione, che
deve essere superiore alla metà del numero totale dei votanti o degli
aventi diritto al voto.
LE “NON” DEMOCRAZIE
La democrazia è stata definita dalla presenza di istituzioni politiche
responsabili di fronte ai cittadini e di diritti di cittadinanza, perciò l’assenza di
queste condizioni implica il fatto di trovarsi in regimi non democratici.
Le variabili rilevanti per definire le diverse tipologie di non democrazie sono:
1) la coalizione dominante: riferendosi al grado di accentramento del potere,
al ruolo dei militari e all’esistenza di un partito unico;
2) la base sociale del regime: cioè i gruppi sociali che lo sostengono;
3) il livello di repressione: dei diritti fondamentali, individuando in
particolare regimi che instaurano terrore nei confronti degli avversari politici;
4) grado di mobilitazione: della popolazione, distinguendo tra regimi che
impongono forti livelli di partecipazione e regimi che invece preferiscono
mobilitare le masse;
5) l’elaborazione ideologica: distinguendo tra regimi dotati di ideologie
articolate e quelli invece a bassa elaborazione ideologica.
Il più ampio tipo di regimi non democratici è quello dei regimi autoritari
caratterizzati da un pluralismo politico limitato, da un leader che esercita il
potere e senza mobilitazione politica.
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LA DEMOCRAZIA - Dipartimento di Sociologia