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Lettera 98
Al nome
di Gesù Cristo crocifisso e di Maria
dolce
Carissimo padre in Cristo dolce Gesù.
Io Catarina, serva e schiava dei servi di Gesù Cristo
scrivo a voi nel prezioso sangue suo;
con desiderio di vedervi spogliato di voi
pienamente,
acciocché perfettamente vi troviate vestito di Cristo
crocifisso.
E pensate, padre mio dolce, che tanto ci manca di
lui, quanto ci riserviamo di noi.
Quanto dobbiamo dunque sradicare da noi ogni
propria volontà, e ucciderla e annegarla,
poiché ella è cagione di privarci di tanto ricco
vestimento!
Il quale illumina l'anima,
la infiamma e la tonifica.
Illuminandola della verità eterna,
gli mostra che ciò che ci avviene in questa vita,
è per nostra santificazione,
e per farci venire a virtù:
la infiamma di desiderio affocato nel fare grandi
fatti per Dio,
e di dare la vita per onore di Dio e salute
dell'anime;
e la tonifica, perché non è lume né fuoco senza
fortezza.
Perché il lume e l'amore portano ogni grande peso: la
guerra, la pace, la tempesta, la bonaccia;
e tanto gli pesa la mano ritta quanto la manca, tanto
l'avversità quanto la prosperità,
perché da una medesima fonte vede procedere l'una
e l'altra, e per un medesimo fine.
Oh quanto virilmente naviga questa anima, che
sì bene si spogliò, onde fu rivestita!
Ella non può volere né desiderare se non la
gloria e lode del nome di Dio,
la quale cerca nella salute dell'anime.
Di queste si fa un suo cibo;
e non lo vuole mangiare altrove, che in su la
mensa della Croce,
cioè con pena, scherni e rimproveri quanto a Dio
piace di concedergli.
Tanto gode quanto si vede portare senza colpa.
Non dico più.
Avemmo addì XIII di giugno la vostra...
Gesù dolce
Gesù amore
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