Green Public Procurement
Diffondere e monitorare
Massa, 21 febbraio 2007
Gli aspetti tecnici e gli strumenti
per l'attuazione del GPP
Simone Ricotta
ARPAT – AF Educazione Ambientale
Sommario
Il quadro normativo
I sistemi di ecoetichettatura
I sistemi di gestione ambientale
L’esperienza di ARPAT
Il quadro normativo
Il contesto normativo italiano
D.Lgs 22/97: il 40% del totale dei consumi di carta riciclata
D.M. 27.03.98: il 50% di veicoli a carburanti alternativi entro
l’anno 2003
L. 448/01 (legge finanziaria 2002): 20% dei pneumatici
ricostruiti
DM 203/2003: almeno il 30% del fabbisogno annuale di
manufatti e beni coperto con prodotti ottenuti da
materiale riciclato
D.Lgs. 163/06, “Codice appalti”
Legge Finanziaria 2007 (L. 296/06)
Il quadro normativo
Il contesto normativo toscano
● L.R. 25/98 (art 4, come modificato dalla LR 29/02):
c.2: la Regione, le Province, i Comuni e gli altri enti, istituti e
aziende soggette alla vigilanza degli stessi, sono tenuti a
impiegare, per la proprie necessità e in misura non inferiore al
40% del fabbisogno, carta e cartoni prodotti utilizzando,
integralmente o prevalentemente, residui recuperabili. Essi
sono altresì tenuti a utilizzare, nell’identica misura del 40% del
fabbisogno annuale relativo, manufatti in plastica
riciclata.
c.3: ai soggetti di cui al comma 2 è fatto divieto di utilizzare,
nelle proprie mense per la somministrazione degli alimenti o
delle bevande, contenitori e stoviglie a perdere. I medesimi
soggetti hanno altresì l’obbligo di provvedere alla raccolta
differenziata di carta e cartone, cartucce di inchiostro e
toner per fotocopiatrici e stampanti, o nastri per macchine da
scrivere.
Il quadro normativo
● L.R. 38/07 Norme in materia di contratti pubblici e
relative disposizioni sulla sicurezza e regolarità del
lavoro.
Art. 33 Clausole ambientali
1. Le stazioni appaltanti, in attuazione delle disposizioni
comunitarie e nazionali vigenti in materia, prevedono nei
bandi di gara e nei capitolati specifiche disposizioni finalizzate
a valorizzare gli aspetti ambientali. A tale fine, configurano
la prestazione tenendo conto, in particolare, dei seguenti
elementi:
a) minore impatto ambientale dei prodotti e servizi utilizzati;
b) minore consumo di risorse naturali non rinnovabili;
c) minore produzione di rifiuti;
d) utilizzo di materiali recuperati e riciclati;
e) utilizzo di tecnologie e tecniche ecocompatibili e di sistemi di
produzione a ridotto impatto ambientale;
f) utilizzo di prodotti ecocompatibili e di facile smaltimento.
2. Restano fermi gli obblighi vigenti in materia di acquisti di beni
realizzati con materiali riciclati.
Il quadro normativo
Art. 34 Requisiti di capacità delle imprese
1. Le stazioni appaltanti, sulla base dei capitolati tipo, definiscono e
verificano i requisiti necessari a dimostrare la capacità tecnicoorganizzativa ed economico-finanziaria delle imprese, tenendo
conto anche:
a) nel caso di appalti di servizi, delle specifiche esperienze
dell’impresa in campo ambientale, nonché delle misure di
gestione ambientale che saranno applicate durante
l’esecuzione dell’appalto;
b) del possesso di certificazioni di qualità, responsabilità sociale
e gestione ambientale conformi a norme comunitarie e
internazionali;
c) degli indici di congruità determinati ai sensi dell’articolo 1, commi
1173 e 1174, della legge 27 dicembre 2006, n. 296
(Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e
pluriennale dello Stato “legge finanziaria 2007”) e successive
modifiche.
Il quadro normativo
Art. 36 Criterio di aggiudicazione
1. Le stazioni appaltanti utilizzano per l’aggiudicazione il criterio
dell’offerta economicamente più vantaggiosa, ad
esclusione dei casi nei quali la natura dell’appalto non lo
consente, individuati e motivati in relazione alle caratteristiche
ed alle condizioni della prestazione, con particolare riferimento
all’assenza di impiego diretto di lavoratori e sulla base di
specifiche linee guida approvate ai sensi dell’articolo 30.
2. Le stazioni appaltanti, nella definizione degli elementi di
valutazione dell’offerta, tengono conto anche di elementi di
sostenibilità ambientale, quali, in particolare, il risparmio
energetico, l’utilizzo di tecniche innovative ed
ecocompatibili per l’approvvigionamento e lo smaltimento
dei materiali, l’utilizzo di materiali riciclati, l’introduzione
di elementi di bioedilizia e di tecniche di ingegneria
naturalistica. Nei casi in cui è previsto l’impiego diretto di
lavoratori, le stazioni appaltanti tengono conto, compatibilmente
con la natura del contratto, di misure per l’inserimento
lavorativo di persone disabili, di disoccupati di lungo periodo e di
lavoratori in cassa integrazione.
Il quadro normativo
Il PAN GPP
La Legge 27 dicembre 2006, n. 296 "Disposizioni per
la formazione del bilancio annuale e pluriennale
dello Stato (legge finanziaria 2007)“ prevede il
finanziamento per la elaborazione di un "Piano
d’azione per la sostenibilità ambientale dei
consumi nel settore della pubblica
amministrazione", detto Piano d’Azione Nazionale
GPP – PAN GPP (art. 1, commi 1126, 1127 e
1128).
Il quadro normativo
1126. "Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei
consumi nel settore della pubblica amministrazione",
predisposto dal Ministero dell’ambiente di concerto con i
Ministri dell’economia e delle finanze e dello sviluppo
economico, d’intesa con le regioni e le province autonome di
Trento e di Bolzano, e sottoposto alla approvazione dalla
CONSIP Spa
Criteri del Piano:
a) riduzione dell’uso delle risorse naturali;
b) sostituzione delle fonti energetiche non rinnovabili con fonti
rinnovabili;
c) riduzione della produzione di rifiuti;
d) riduzione delle emissioni inquinanti;
e) riduzione dei rischi ambientali.
Il quadro normativo
1127. Il Piano indica gli obiettivi di sostenibilità ambientale da
raggiungere per gli acquisti nelle seguenti categorie
merceologiche:
a) arredi;
b) materiali da costruzione;
c) manutenzione delle strade;
d) gestione del verde pubblico;
e) illuminazione e riscaldamento;
f)
elettronica;
g) tessile;
h) cancelleria;
i)
ristorazione;
l)
materiali per l’igiene;
m) trasporti.
Il quadro normativo
1128. Per il monitoraggio degli obiettivi è istituito un apposito
Comitato composto dal Ministro dell’ambiente e della tutela
del territorio e del mare, dal Ministro dell’economia e delle
finanze, dal Ministro dello sviluppo economico nonché dai
presidenti delle regioni interessate.
Il quadro normativo
Stato dell’arte del PAN GPP
La parte generale:
• E’ stata discussa e condivisa all’interno di un tavolo di lavoro
informale coordinato dal Ministero (APAT, ANCI, UPI, Coordinamento
A21L, rappresentanze di EE.LL.) – testo licenziato ad ottobre 2006
• Sottoposta al CESPA (parti economiche e sociali) in data 14/12/2006
• Concertata con il Ministero dell’Economia e delle Finanze anche
tramite CONSIP e con il Ministero dello Sviluppo Economico
• Positivamente valutata durante riunioni tecniche preliminari alla
Conferenza Stato Regioni
• Approvata dalla Conferenza Stato Regioni del 12 luglio u.s. da parte
di una delle istituzioni proponenti
• Firmata dal Ministro dell’Ambiente, in attesa delle firme del
Ministro dell’Economia e Finanze e del Ministro dello Sviluppo
Economico
Sito web: www.dsa.minambiente.it/gpp
Il quadro normativo
Il Codice appalti e il GPP
Il principale riferimento normativo italiano per gli appalti
pubblici è il D.Lgs. 163/06, “Codice appalti”,
recepimento delle Direttive 17/2004/CE e 18/2004/CE.
La “tutela dell’ambiente” è integrata tra i principi degli appalti
pubblici:
Art 2 - Principi
2. Il principio di economicità può essere subordinato,
entro i limiti in cui sia espressamente consentito dalle
norme vigenti e dal presente codice, ai criteri, previsti dal
bando, ispirati a esigenze sociali, nonché alla tutela
della salute e dell’ambiente e alla promozione dello
sviluppo sostenibile.
Il quadro normativo
Il Codice appalti, le fasi di un appalto pubblico e il GPP
Oggetto: libertà della stazione appaltante
Selezione dei candidati (artt. 40, 42 e 44): solo negli appalti di
servizi o lavori, unicamente nei casi appropriati, stabiliti dal
regolamento (2008), possibile riferimento ai sistemi di gestione
ambientale (es.: EMAS/ISO 14001) come mezzo di prova (non
esclusivo) della capacità tecnica degli operatori ad applicare misure
di gestione ambientale durante la realizzazione dell’appalto
Specifiche tecniche (art. 68 c. 9): possibile riferimento alle specifiche
definite dalle eco-etichettature europee (multi)nazionali
Aggiudicazione (art. 83): caratteristiche ambientali tra i criteri di
valutazione delle offerte
Esecuzione: misure di gestione ambientale (gestione imballaggi, rifiuti,
mezzi di trasporto, ecc.)
Il quadro normativo
In sostanza,
i sistemi di etichettatura ambientale …
• come supporto nella redazione delle specifiche tecniche per definire
le caratteristiche delle forniture o dei servizi da acquistare;
• come supporto per la valutazione delle offerte nella fase di
aggiudicazione (cioè nella fase di attribuzione dei punteggi); altri
idonei mezzi di prova dovranno comunque essere accettati;
• nella fase di controllo della conformità ai requisiti richiesti, l’etichetta
può essere accettata come prova di conformità (non unica);
i sistemi di gestione ambientale …
• nel caso di servizi e lavori, e solo in casi appropriati, la
certificazione/registrazione dei sistemi di gestione ambientale
(EMAS/ISO 14001) come mezzo di prova della capacità tecnica di
un candidato a implementare determinate misure di gestione
ambientale
Il quadro normativo
La ratio del quadro normativo degli appalti
pubblici rispetto alle certificazioni ambientali
Forniture (beni)
Alcune certificazioni ambientali di prodotto (eco-etichettature) come
mezzi di prova delle prestazioni ambientali dei beni
Lavori e servizi
Le certificazioni dei sistemi di gestione ambientale come mezzi di
prova delle capacità tecnica dei soggetti economici ad
implementare misure di gestione ambientale (possibile utilizzo
della registrazione EMAS/certificazione ISO 14001)
Il quadro normativo
Per approfondimenti:
Documenti di Posizionamento Tecnico (DPT) del Gruppo di
lavoro “Acquisti verdi” del Coord. Agende 21 Locali
Italiane
I riferimenti ai sistemi di gestione ambientale negli appalti
pubblici (DPT 1/2006)
P.De Lazzer (ARPA Veneto)
A.Mascioli (Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare)
S.Ricotta (ARPA Toscana)
I riferimenti ai sistemi di etichettatura ecologica negli appalti
pubblici (DPT 2/2007)
M.Glisoni (ARPA Piemonte)
R.Mirulla (Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare)
I riferimenti alle Dichiarazioni Ambientali di Prodotto (DAP o
EPD) negli appalti pubblici (DPT 4/2008)
Maurizio Fieschi (Studio Fieschi)
Simone Ricotta (ARPAT)
Emanuela Venturini (ARPA Emilia Romagna)
Il quadro normativo
Recenti orientamenti istituzionali confermano la ratio del
quadro normativo degli appalti pubblici rispetto alle
certificazioni ambientali
•
Circolare del Ministro per le Politiche Comunitarie 1 marzo
2007 “Principi da applicare, da parte delle stazioni appaltanti, nella
scelta dei criteri di selezione e di aggiudicazione di un appalto
pubblico di servizi.”
•
Deliberazione n. 197 del 14.06.2007 dell’Autorità per la
vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture
I sistemi di ecoetichettatura
I sistemi di eco-etichettatura
Per rendere effettiva la capacità dei consumatori (pubblici e
privati) di orientamento del mercato verso prodotti dalle migliori
prestazioni ambientali, l’informazione sulle caratteristiche
dei prodotti assume un ruolo fondamentale.
Dai primi anni ‘80 sono proliferati programmi di etichettatura
ambientale.
Le norme tecniche ISO distinguono tre tipologie di etichettature
ambientali volontarie:
- etichettatura ambientale di Tipo I (UNI EN ISO 14024);
- asserzioni ambientali auto-dichiarate (etichettatura
ambientale di Tipo II, UNI EN ISO 14021);
- dichiarazioni ambientali di Tipo III (UNI ISO 14025).
I sistemi di ecoetichettatura
Le tipologie delle etichette ambientali
I sistemi di ecoetichettatura
Le etichette ambientali Tipo I - caratteristiche
- sono volontarie e di “parte terza” (necessaria la verifica a
cura di un organismo pubblico o privato, di carattere nazionale,
regionale o internazionale, indipendente dal fornitore, che
certifica la conformità a determinati criteri);
- vengono assegnate a prodotti che rispondono a determinati
criteri ambientali e prestazionali;
- i criteri sono predeterminati per ogni categoria di prodotto e
sono di dominio pubblico;
- i criteri vengono definiti considerando gli aspetti ambientali
lungo tutto il ciclo di vita del prodotto, a cura di un forum di
parti interessate mediante un processo di consultazione
aperta;
I programmi di etichettatura ambientale di Tipo I hanno il compito di
identificare e promuovere prodotti di avanguardia ambientale, per cui i
criteri sono stabiliti su prestazioni superiori al livello medio (prodotti “di
eccellenza”).
I sistemi di ecoetichettatura
Etichettature ambientali di Tipo I
Esempi:
Blauer Angel (Germania)
Nordic Swan (Danimarca, Islanda,
Finlandia, Svezia e Norvegia)
NF Environnement (Francia)
Ecolabel (Unione Europea)
I sistemi di ecoetichettatura
Asserzioni ambientali auto-dichiarate
(etichette ambientali di Tipo II)
- non sono certificabili da una parte terza;
- non si basano su criteri predefiniti e riconosciuti;
- fanno riferimento solo a singoli aspetti del prodotto
Non devono essere utilizzate asserzioni ambientali vaghe
o non specifiche, come “sicuro per l’ambiente”, “amico
dell’ambiente”, “amico della terra”, “non inquinante”, “verde”,
“amico della natura” e “amico dell’ozono”. Neppure asserzioni
con riferimenti alla “sostenibilità”.
La norma UNI EN ISO 14021 tratta solo dell’uso di un simbolo
(ciclo di Mobius)
I sistemi di ecoetichettatura
- riciclabile
se un simbolo è utilizzato per asserzioni di riciclabilità, deve
essere il ciclo di Mobius (senza valore percentuale)
- contenuto riciclato
se è utilizzato un simbolo per un’asserzione di “contenuto
riciclato”, deve essere il ciclo di Mobius accompagnato da un
valore percentuale indicato come “X%” dove X esprime il
rapporto tra la massa di materiale riciclato e la massa del
prodotto.
I sistemi di ecoetichettatura
Dichiarazioni ambientali di Tipo III
Dichiarazioni Ambientali di Prodotto – DAP
Environmental Product Declaration – EPD
-
forniscono dati standardizzati sugli impatti ambientali del
ciclo di vita del prodotto/servizio
verificate da un organismo di terza parte
si applicano a tutti i prodotti, indipendentemente dalla
posizione nella filiera produttiva
Caratteristiche:
credibili
permettono il confronto tra le prestazioni ambientali dei
prodotti della stesso gruppo
destinate al consumatore professionale (B2B o PA)
I sistemi di ecoetichettatura
Dichiarazioni ambientali di Tipo III
Esempio:
I sistemi di ecoetichettatura
Marchi di settore
Esempi:
Energy Star (USA e EU)
TCO (Svezia)
Forest Stewardship Council (internazionale)
Pan European Forest Certification
(internazionale)
I sistemi di ecoetichettatura
Licenze Ecolabel - per Stato Membro
EUROPA - Numero licenze Ecolabel europeo per Paese - 31.05.2007
100
92
90
77
80
N° di licenze
70
60
52
50
40
30
32
25
24
17
16
20
10
25
11
5
6
1
0
4
1
8
0
0
0
3
0
1
6
3
10
6
0
0
AT BE CY CZ DE DK EE EL ES
FI
FR HU ICE IE
IT LIE LT LV LX MT NL NO PL PT SE
Paese
Sito APAT, 31 ottobre 2007
SI SK UK
I sistemi di ecoetichettatura
Licenze Ecolabel - per gruppo di prodotti
Sito APAT, 31 dicembre 2007
I sistemi di ecoetichettatura
Evoluzione Ecolabel in Italia 1998-2007
Sito APAT, 31 dicembre 2007
I sistemi di ecoetichettatura
Ecolabel in Italia, per Regione, 2007
Sito APAT, 31 dicembre 2007
I sistemi di ecoetichettatura
Ecolabel in Italia, per Regione, 2007
Sito APAT, 31 dicembre 2007
I sistemi di ecoetichettatura
Ecolabel in Italia, l’anno 2007
Nel 2007, aumento del 111% delle licenze rispetto all’anno
precedente:
31/12/2006: 86 licenze, 1.384 prodotti/servizi
31/12/2007: 174 licenze, 2474 prodotti/servizi
I sistemi di ecoetichettatura
Il trend delle certificazioni FSC
Ecomondo, 8 novembre 2007
I sistemi di ecoetichettatura
Il trend delle certificazioni PEFC
Ecomondo, 8 novembre 2007
I sistemi di gestione ambientale
• I Sistemi di Gestione Ambientale
I Sistemi di Gestione Ambientale rappresentano strumenti innovativi
per favorire l’impegno consapevole e continuativo delle
organizzazioni al rispetto della normativa in campo ambientale in
un’ottica di miglioramento continuo delle prestazioni
ambientali.
Sono basati sull'adesione volontaria delle organizzazioni alla norma
internazionale ISO 14001 e al Regolamento Comunitario 761/2001
“EMAS” (Enviromental Management and Audit Scheme) che
disciplinano un metodo per la gestione e controllo degli aspetti
ambientali.
• Si tratta di vere e proprie tecniche di gestione che, con approccio
analogo a quello della certificazione di Qualità (ISO 9000-Vision
2000), tendono a portare all’interno dell’organizzazione la
tematica ambientale, intesa come parte integrante della
produzione/servizio, favorendo atteggiamenti “pro-attivi” basati sulla
prevenzione dei problemi e sulla partecipazione di tutti i soggetti
che con diversi ruoli intervengono nelle varie attività.
I sistemi di gestione ambientale
Elementi comuni ad ISO 14001/EMAS
- principio del miglioramento continuo della gestione
ambientale su base volontaria, mediante regole di
comportamento e autocontrollo (la volontarietà consiste nella
scelta di aderire/non aderire allo schema; alla scelta di aderirvi
conseguono gli obblighi prescritti dallo schema);
- stessa struttura metodica: il ciclo di Deming
P
A
D
C
PLAN: pianifica
DO: attua
Check: controlla
ACT: agisci (riesamina)
I sistemi di gestione ambientale
Sito APAT, 31 dicembre 2007
I sistemi di gestione ambientale
Sito APAT, 31 dicembre 2007
L’esperienza di ARPAT
L’assistenza di ARPAT per il GPP
Servizio di supporto tecnico e informativo per via
telematica post formazione di assistenza ed informazione
sulla “Spesa Verde” in attuazione della Azione B.15.2 P.R.A.A. 2004-2006 - Diffusione degli “Acquisti pubblici
sostenibili” negli Enti locali. Formazione specializzata
promossa dalla Regione Toscana e organizzata da ARPAT.
Possibilità richiedere pareri tecnici (sugli aspetti normativi e sulle
criticità ambientali delle categorie di prodotti/servizi acquistabili)
e sottoporre alla supervisione di i documenti di gara, redatti
dalle Amministrazioni (es. lettere di invito, capitolati speciali,
ecc.).
Attraverso l’invio di e-mail al seguente indirizzo dedicato
[email protected], telefonicamente al numero
055/3206054, ogni mercoledì dalle 9.00 alle 12.00.
Dal 3 ottobre 2007, per 6 mesi
Contatti:
Simone Ricotta
ARPAT
A.F. Educazione Ambientale
Via N. Porpora, 22
50144 Firenze
Tel.: 055 - 3206336
e-mail: [email protected]
www.arpat.toscana.it
Mercoledì dalle 9.00 alle 12.00
Tel.: 055/3206054
[email protected]
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