Presentazione del Seminario sul
Sistema Statistico Europeo:
dati ed indicatori per l'integrazione
economica nell'UE
Jacopo Di Cocco
Scuola di Economia, Management e Statistica
Università degli Studi di Bologna
14 aprile 2014
Conoscere per valutare e
decidere, … per il meglio
• Lo vuole l’Europa, … a chi serve? A tutti o più ad alcuni
paesi?... L’interesse nazionale qual’è e come si difende?
…..La crisi dipende dall’euro?
• Rispondere per sentito dire e trovare un colpevole unico
di tutti i problemi in modo da sanare tutto rimuovendo il
“maligno”. O osservando criticamente la realtà sulla
base di schemi razionali confortati da dati di qualità per
una valutazione verificata.
• Tra le varie opzioni decidere (anche come elettori) per il
meglio (contemperando bene e male) con scienza,
esperienza, saggezza e se ne siamo capaci con sapienza.
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Un esempio: euro, opinioni
diffuse e falsi dati dichiarati
• Si afferma: “I paesi che non hanno adottato l’euro si
trovano meglio di fronte alla crisi e nel cercare la
crescita” … Possono fare i deficit utili a saziare con
la domanda l’offerta potenziale e svalutare anche
per acquisire competitività
• I dati mostrano che la realtà europea è diversa,
variegata e che i problemi italiani o sono minori o
sono essenzialmente di origine nazionale; ad es.
guardiamo su Eurostat i dati del reddito pro capite
in PPA e sulla BCE quelli sui cambi.
• Bastano
alcuni confronti per smentire le
affermazioni iniziali (foglio elettronico allegato)
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Argomenti e collaborazioni
• Il Sistema Statistico Europeo (ESS): perché è nato, per che fare,
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cosa deve fare, quali risultati.
L’economia reale: articolazioni, congiuntura, struttura, evoluzione,
protagonisti, obiettivi, transizione.
La finanza: moneta, debiti e crediti, finanziamenti, speculazioni,
regole per il mercato finanziario e costi, nuovi dati per misurare
l’interdipendenza con l’economia reale.
L’integrazione economica: obiettivi, strumenti effetti e sviluppi,
indicatori di quanto generato, delle differenze e convergenze.
L’economia sociale di mercato, benessere, ben vivere,
sostenibilità, nuovi indicatori dei risultati conseguiti.
Lezioni e supporto a cura di:
• Prof. Jacopo Di Cocco
• Ing. Francesco Bergamaschi
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Unione europea
tra politica ed integrazione economica
• L’idea di unità europea partì da obiettivi politici, tra cui
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preminente quello di un assetto stabilmente pacifico del
continente, il primo organismo fu il Consiglio d’Europa fondato nel
1949, oggi con 47 stati membri è dedicato alla difesa dei diritti
umani, ma non ha altre funzioni politiche rilevanti.
Successivamente sono nate le Comunità europee con fini
prevalentemente economici: CECA (trattato di Parigi 1951), CEEA
o Euratom e CEE (trattati di Roma 1957) successivamente fuse
nella Comunità europea (1992 trattato di Maastricht) e infine
Unione europea (2009 trattato di Lisbona) che ha anche primi
elementi di unione politica.
I tentativi di unione politica non hanno avuto successo: CED
(1953), Costituzione europea (2003)
I passi in avanti, sempre parziali, si sono fatti sotto la pressione di
eventi che hanno mostrato i limiti di quanto già realizzato.
Oggi euro e Ucraina suggeriscono altri passi in avanti.
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Il funzionalismo: un metodo
per l’integrazione europea,
• L’approccio funzionalista è tipicamente intergovernativo: gli Stati
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definiscono una collaborazione irrevocabile su obiettivi precisi
d’integrazione dando mandato ad un’alta struttura tecnocratica di
realizzarli rispettando parametri precisi, ogni ampliamento del
mandato deve essere concesso dai governi dei paesi firmatari, se
incluso nei trattati o sottoscrivendone dei nuovi, da ratificarsi
secondo le norme costituzionali vigenti in ciascun paese.
I nuovi trattati possono risultare firmati da un sottoinsieme di stati.
è la struttura tipica della CECA, dell’Euratom e dell’UEM con
rispettivamente l’Alta autorità, la Commissione (ora confluite nella
Commissione europea) e la BCE.
I parametri sono basati su statistiche concordate ad es. per l’euro
3% deficit, 60% debito, max. 2% per l’inflazione.
L’affidabilità delle statistiche nazionali risulta essenziale (vedi caso
greco). Per questo si è deciso di istituire il Sistema Statistico
Europeo che coordini gli istituti nazionali così come la avviene tra
Banche centrali europea e nazionali nel SEBC.
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Confederalismo e federalismo
Un patto federale crea uno stato (spesso denominata unione) a cui è
demandata la sovranità in alcuni campi esercitando su questi i poteri
politici (esecutivi e legislativi) e il controllo giudiziario del rispetto
delle norme. Gli Stati membri conservano la sovranità su tutte le
competenze non delegate al livello federale. Anche la fiscalità è
conseguentemente articolata. Ogni livello può ridefinire gli strumenti
per raggiungere i propri obiettivi istituzionali. La federazione è un
obiettivo attualmente perseguito dai federalisti europei per l’UEM.
La confederazione non realizza uno Stato centrale, a cui sono
delegate specifiche sovranità, ma un’alleanza permanente (ma
fragile) tra gli Stati membri che decidono via via come procedere sui
diversi punti inclusi nella collaborazione.
L’Unione europea è oggi di fatto un misto tra un’organizzazione
confederale con istituzioni comuni a competenza economica ampia,
che opera su mandati del Consiglio europeo (composti dai
responsabili dei governi e ministeri) e con competenze delegate in
modo esclusivo e gestite funzionalmente.
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• La CEE e l’integrazione
europea
• La CECA e la CEEA erano comunità specializzate e funzionaliste
nell’organizzazione. La Comunità Economica Europea aveva
obiettivi molteplici per perseguire l’integrazione economica tra gli
stati europei aderenti (6 i fondatori). Alcune competenze, in
particolare quella per l’unione doganale, il mercato comune e la
politica agricola, erano precise e delegate essenzialmente alla
Commissione che con un potere d’iniziativa esclusivo della
Commissione, il potere legislativo era essenzialmente assegnato al
Consiglio dei ministri, mentre al PE era riservato un ruolo
consultivo.
• Oltre all’unione doganale ed al mercato unico, vi era anche la libera
circolazione dei fattori produttivi e il diritto di stabilimento o di
svolgere attività economica dove si vuole nell’ambito della
Comunità. Oggi tutto questo è raccolto sotto il temine di mercato
unico; ossia un mercato pienamente integrato.
• Per la politica sociale: sanità, istruzione, cultura e previdenza sociale
(pensioni, ee.) le competenze sono nazionali, ma i modelli sono
prossimi e a mano pubblica prevalente; costituiscono la differenza
europea da USA e altre potenze emergenti (Cina inclusa).
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I parametri per le decisioni e
la valutazione dei risultati
• Un’economia integrata mira ad avere non solo un mercato unico,
ma anche la convergenza dello sviluppo delle diverse regioni degli
Stati aderenti.
• Diversi indicatori definiti a priori servono per facilitare la misura
dei parametri obiettivo e quelli strumentali, facilitando così le
decisioni da assumere.
• I dati servono anche a politici, amministratori, parti sociali,
operatori economici, studiosi e cittadini a valutare i risultati
conseguiti e eventualmente a proporre azioni conservative,
correttive o innovative.
• Alcuni parametri sono definiti ufficialmente altri sono liberamente
individuati dagli esperti delle diverse categorie.
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Progetto e dati del SSE
• Eurostat (che è un servizio della Commissione) e la BCE
raccolgono dati e dalle corrispondenti istituti nazionali, li
promuovono, li armonizzano per quanto possibile, li elaborano e li
pubblicano. La garanzia di aver dati tempestivi e comparabili e
l’indipendenza degli istituti nazionali da governi e altri poteri
potenzialmente interessati a controllare le statistiche risultanti ha
indotto a definire un Sistema Statistico Europeo (ESS).
• L’ESS comprende tutti i paesi UE e la BCE, partecipano anche i 4
EFTA, e i 4 candidati, collabora anche la Commissione statistica
per l’Europa delle NU (UNECE).
• Gli obiettivi dell’ESS sono fissati da un programma poliennale
(2013-2017) dettagliato annualmente per il 2014. la lista degli
argomenti occupa 89 pagine! Lista ove viene anche precisato voce
per voce l’andamento delle risorse necessarie.
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La contabilità nazionale europea:
Il SEC 2010, operativo dal 2014
• SNA 2008 (UN, FMI, BM, OECD, Eurostat) è la sigla del Sistema
di Contabilità Nazionale l’ultima versione è datata 2008, anche se
diverrà operativa a livello mondiale ed europeo nel 2014.
• Il SEC 2010 (ESA) è la versione europea del SNA 2008, adottata
con regolamento comunitario; il SEC è quindi obbligatorio per tutti
i paesi membri e rientra negli obiettivi dell’ESS e diverrà
ugualmente operativo nel 4° trimestre 2014. SEC è applicato
dall’ISTAT.
• La Contabilità nazionale definisce coerentemente i dati macroeconomici, è lo schema di riferimento di tutte le statistiche
economiche.
• Come noto i principali aggregati sono: PIL, Reddito nazionale,
Patrimonio o ricchezza, Consumi, Investimenti, Risparmio,
Importazioni, Esportazioni, Trasferimenti, Debiti e Crediti, Moneta.
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Le statistiche della BCE per
l’UEM , l’UE e la finanza mondiale
•
Il SNA 2008 è un manuale di 635 pagine e più capitoli sono dedicati ai fenomeni
finanziari e monetari, ugualmente il SEC 2010 che nelle sue più di 650 pagine segue
sostanzialmente lo schema SNA, ma UNSD e BCE hanno sentito la necessità di
collaborare per definire un manuale aggiuntivo del SNA (pubblicato nel 2014) Financial
Production, Flows and Stocks in the System of National Accounts, un manuale di ben 587
pagine:
http://www.ecb.europa.eu/pub/pdf/otherhandbookofnationalaccounting2014en.pdf?9711099
b7228424a2fedbab00d5264b4
• Il manuale serve anche le specifiche esigenze europee sotto la generale etichetta del
Chapter 10: Compilation of financial accounts and balance sheets within monetary and
economic unions
• La BCE, come tutte le banche centrali, produce diverse statistiche: finanziarie, bilancia
dei pagamenti e cambi, finanza pubblica, indagini particolari. In Italia la B.d’I. non fa
parte del SISTAN (e questo appare contraddittorio); a livello europeo finalmente la BCE
collabora con il SSE, anche se non è inserita nell’Eurostat.
• Il fatto che il manuale sia stato pubblicato nel quadro SNA e con la collaborazione diretta
dell’UNSD e della BCE e non con il FMI (che ha partecipato con un esperto) segnala i
bisogni di chi deve gestire i rapporti con le economie reali e le unioni monetarie.
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L’organizzazione del seminario
• Il seminario è organizzato su conferenze in aula nel corso
delle quali è prevista la presentazione anche di dati; il
dibattito fa parte delle conferenze seminariali.
• Il seminario oltre ad una presenza minima (70%) prevede
la redazione di una tesina con ricerca, elaborazione,
esame e commento di dati dell’ESS; la tesina può essere
arricchita in modo da essere usata come prova finale.
• Per aiutare la predisposizione della tesina sono previste
delle esercitazioni di laboratorio.
• I crediti del seminario sono 4 e viene verbalizzato
dopo la discussione della scheda.
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La redazione della tesina finale
• Le tesine finali sono individuali, ma un gruppo
può dividersi con titoli collegati un argomento
generale concordato.
• Esse si compongono di: una copertina, un foglio
elettronico con i dati, i calcoli degli indicatori e i
grafici, alcune pagine con i propri ragionamenti,
una presentazione di sintesi dei risultati ottenuti.
• La tesina è preparata con l’assistenza dei relatori
e viene discussa dopo essere stata trasmessa ai
docenti via e-mail.
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Materiali, siti e bibliografia
• I materiali presentati a lezione sono resi disponibili o con
l’inserimento in http://campus.unibo.it o fornendo i loro link in
rete.
• I principali siti da consultare sono:
• ESS: http://epp.eurostat.ec.europa.eu/portal/page/portal/pgp_ess/about_ess
• EUROSTAT: http://epp.eurostat.ec.europa.eu/portal/page/portal/eurostat/home/
• BCE: http://www.ecb.europa.eu/home/html/index.en.html e
http://www.ecb.europa.eu/stats/html/index.en.html
• Commissione europea: http://ec.europa.eu/index_it.htm
• Parlamento europeo: http://www.europarl.europa.eu/portal/it
• Nuovi indicatori: www.wikiprogress.org
• Il mondo della statistica: http://www.worldofstatistics.org/
• La bibliografia viene comunicato a margine dei lucidi delle singole
lezioni.
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Euro e crescita
• La convergenza delle economie nell’UE e nell’UEM è un obiettivo
dell’integrazione europea.
• Sì ha convergenza quando cresce di più chi è sotto la media e meno
chi è sopra in modo da ridurre le differenze relative sino al limite
annullarle. Facciamo un esercizio utilizzando dati Eurostat. (cfr. file
Excel. S-ESS-Esercizio 1).
• Un parametro di convergenza significativo perché misura sia la
capacità produttiva sia il potere d’acquisto medio è il PIL pro-capite
in parità di potere d’acquisto (sigle: PPA, PPP o PPS).
• Quello pubblicato da Eurostat è un indice territoriale con UE = 100
• Procederemo a confronti tra alcune economie nazionali.
appartenenti o meno all’UEM e a un calcolo della differenza della
variabilità nell’UE e nell’UEM tra tre periodi, inizio, 2007 (prima
della crisi) e anno finale, se si converge la variabilità si riduce.
Naturalmente i paesi recentemente entrati, più poveri dovrebbero
avere un più rapido percorso di convergenza. Dati alla URL:
http://epp.eurostat.ec.europa.eu/tgm/table.do?tab=table&init=1&plugin=1&language=en&pcode=tec00114
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