Istituto Tecnico Commerciale per
Geometri e per il Turismo
Progetto – Comunicazione
ovvero
“La comunicazione come
interazione dell’ecosistema”
1° Ai
2002/03
L’ideatrice e coordinatrice del progetto è la prof.ssa Nanda Anibaldi
Anno 2002/03
Partecipano al progetto gli insegnanti:
Anibaldi Nanda …………………………….…….Italiano – Storia
Amadio Roberta ………………...…..……Scienza della Materia
Cambio Assunta ……………………...………………Matematica
Cisbani Maria Grazia …………………...………………Francese
Gherardi Silvano ………………………..………….…...Religione
Luciani Maria ……………………………………….…..….Inglese
Marcaccio Fiorella …………………..…..….Diritto ed Economia
Marota M.Giuseppina …..…..……...………….Tratt. Testi e Dati
Mignacca Angela ………………...………...Economia Aziendale
Sollini Ecle ……………………………….....Scienze della Natura
Il nostro è un progetto modulare in
quanto in se stesso definito,
autonomo ma nello stesso tempo
flessibile, cioè disponibile ad ogni
apertura, ad ogni possibile
contatto,ad ogni possibile incontro.
Abbiamo scelto come tematica
di fondo “LA COMUNICAZIONE
COME INTERAZIONE
DELL’ECOSISTEMA”
perché è la vita stessa.
Abbiamo scelto la poesia
“Correspondances” di
Charles Baudelaire come
logo del nostro Progetto
perché ci è sembrata
caratterizzante in quanto…
…il poeta dice che la
natura è un tempio dove
tutto si corrisponde.
Correspondances
La nature est un temple où vivants piliers
Laissent parfois sortir de confuses paroles;
L’homme y passe à travers des forêts de
symboles
Qui l’observent avec des regards familiers.
Comme des longs échos qui de loin se confondent
Dans une ténébreuse et profonde unité,
Vaste comme la nuit et comme la clarté,
Les parfums, les couleurs et les sons se
répondent.
Il est des parfums frais comme des chairs
d’enfants,
Doux comme des hautbois, verts comme des
prairies,
-Et d’autres corrompus, riches et triomphants.
Ayant l’expansion des choses infinies,
Comme l’ambre, le musc, le benjoin et l’encens,
Qui chantent les transports de l’esprit et des
sens.
Charles Baudelaire
Interazione del tutto
Alla parola
Dalla natura
Al testo
FOTOSINTESI
Fotosintesi clorofilliana
La fotosintesi clorofilliana è un processo che
consiste nella trasformazione dell’energia
luminosa in energia chimica e nell’utilizzazione
di tale energia per la sintesi di idrati di carboni e
di altre sostanze organiche. Questo processo
avviene negli organismi contenenti clorofilla e
pertanto prende il nome di Fotosintesi
clorofilliana. Il processo fotosintetico che avviene
in presenza di luce, clorofilla, anidride (CO2) e
acqua può ricondursi in modo molto schematico
alla seguente equazione:
CO2 + H2O luce\clorofilla sostanze organiche
+ O2
FASE LUMINOSA: durante
la quale, per mezzo dei
pigmenti, di cui il più
importante è la clorofilla,
organizzati nelle strutture
membranose
fotoassorbenti, si ha la
conversione
dell’energia
luminosa
in
energia
chimica.
La
clorofilla
assorbe
le
lunghezze
d’onda
dello
spettro
luminoso, corrispondenti al
rosso e al violetto e con una
serie di reazioni trasforma
tali radiazioni in energia
chimica.
FASE OSCURA: in cui
l’energia chimica prodotta
nella fase luminosa viene
utilizzata per la formazione
di zuccheri.
I moti e le fasi lunari
I principali moti che caratterizzano l’andamento della Luna attorno alla Terra sono la
rivoluzione, la rotazione e la librazione.
La luna compie un moto di rivoluzione intorno alla Terra su un’orbita leggermente
ellittica della quale la Terra occupa uno dei fuochi, seguendo le tre leggi di Keplero.
Oltre che dal moto di rivoluzione, la Luna è animata da un moto di rotazione. Poiché il
moto di rivoluzione coincide con quello di rotazione, la Luna ci mostra sempre la stessa
faccia, facendo un giro su se stessa esattamente nel tempi in cui compie un giro attorno
alla Terra.
Il piano dell’orbita lunare forma in media un angolo di circa 5°con il piano dell’orbita
terrestre; di conseguenza l’orbita della Luna e quella della Terra si intersecano in due
punti, detti nodi lunari; la linea che li congiunge è detta linea dei nodi.
Le maree
La causa principale delle maree è l’attrazione gravitazionale esercitata dalla Luna, il
corpo celeste più vicino alla Terra. Le maree interessano l’intera massa oceanica e
hanno andamento periodico: la bassa marea si alterna all’alta marea. Durante la bassa
marea l’acqua si ritrae il fondo marino può addirittura emergere per larghi tratti. Nel
periodo di alta marea il livello del mare si innalza.
Il tema di fondo del nostro progetto è rappresentato dalla
comunicazione, la quale si presenta i nostri occhi sotto molto
aspetti diversi.
La distinzione principale riguarda i linguaggi verbali e quelli
non verbali: prima che si sviluppasse la zona di Wernik, la
parte del cervello che presiede il linguaggio, la comunicazione
era, infatti, solo di tipo olfattivo, gustativo e tattile.
Molto importante fu la scoperta della scrittura e quindi della lettura:
inizialmente le storie vennero tramandate oralmente poi comparvero i
primi amanuensi che, molto pazientemente, copiarono numerosissimi
testi per evitarne la distruzione.
La comunicazione, così ampia nell’ecosistema, unisce ogni cosa al
tutto il resto e le interazioni riguardano molteplici elementi.
la lettura e la coscienza del lettore, poiché egli non si limita solo
a leggere il libro ma fa anche delle considerazioni personali;
Qui di seguito alcuni esempi di interazioni:
gli animali domestici e i loro padroni, tra i quali, col passare del
tempo, si instaura un rapporto affettuoso;
la meteorologia e la vita dell’uomo, il cui legame è studiato
dalla biometeorologia. Gli organi dell’uomo risentono, infatti,
delle variazioni che avvengono nell’atmosfera;
Dio e l’uomo, indipendentemente dal
tipo di Dio adorato;
l’uomo e le piante, le quali, secondo recenti
studi, hanno un’anima;
le associazioni e i vari enti, come ad esempio la scuola e il
mondo del lavoro o la scuola e la chiesa;
l’uomo e gli oggetti che lo circondano, come ad esempio il bambino
che riesce per le prime volte ad afferrare degli oggetti e cerca,
attraverso queste azioni, di scoprire il mondo;
l’adulto e la casa da lui arredata, scelta secondo i propri
gusti e le proprie possibilità economiche;
due persone diverse in quanto il tipo di rapporto dipende
soprattutto dal grado di innamoramento, anche se si tratta solo di
semplici amici;
l’acqua piovana e i bacini,
il cambio delle stagioni e il ciclo vitale;
il fiume, il limo, la terra e il prodotto.
La relazione fra due elementi
dipende anche dal grado di
conoscenza: se l’uomo è più
istruito teme meno il contatto
con altri elementi e si apre
all’interazione.
Attualmente, con la globalizzazione in atto, la
nostra interazione deve essere sia europea
che mondiale. Gli altri popoli non devono però
invadere la nostra cultura, come sta invece
avvenendo per la lingua inglese, la quale sta
entrando sempre più nelle nostre vite. È
necessario difendere la nostra cultura senza
però divenire nazionalisti, senza chiuderci nel
guscio della nostra individualità.
In tutte le circostanze e le attività gli uomini hanno
necessità di entrare in contatto tra loro, di
trasmettere e ricevere informazioni, in altre parole,
hanno bisogno di comunicare.
Tale bisogno è strettamente collegato alla
complessità della vita sociale ma, da
numerose ricerche emerge che tutti gli
animali comunicano, posseggono veri e
proprio linguaggi grazie ai quali
scambiano delle informazioni.
Tali linguaggi sono tanto più ricchi e
articolati quanto più è complessa
l’organizzazione della specie.
sonori (canto degli uccelli, verso di mammiferi);
visivi (illuminescenza delle lucciole, danza
di corteggiamento degli uccelli, cambiamento
di colore di certi pesci);
olfattivi (tracce lasciate dalle formiche, secrezioni
con cui le marmotte segnano il territorio);
tattili (contatto fisico, carezze, pacche, abbracci
come forma di pacificazione o saluto tra le scimmie,
pulizia reciproca diffusa tra molti uccelli e mammiferi).
L’esigenza di mantenere rapporti con i
propri simili, di scambiare informazioni, di
trasmettere conoscenze, per l’uomo esiste
in misura maggiore: egli, infatti, è inserito in
una fitta rete di relazioni che investono ogni
aspetto della propria vita.
A casa, a scuola, nel
lavoro, tra amici o con
estranei, comunicare per
noi è fondamentale.
La comunicazione è un’AZIONE
COMUNE tra due o più interlocutori.
Senza la comunicazione nel mondo
ci sarebbe una morte totale,
un’ecatombe.
Comunicando possiamo avvertire di un
pericolo (evitare la morte), condividere
emozioni (gioia, dolore) e dare aiuto
psicologico (evitare la morte dell’anima).
Tutto l’universo comunica con i propri linguaggi e codici.
L’uomo ha sviluppato molteplici sistemi
di comunicazione, cioè linguaggi che gli
permettono di far partecipi gli altri dei
suoi pensieri, delle sue esperienze, dei
suoi sentimenti, dei suoi progetti.
I codici che l’uomo usa sono molti e principalmente
divisi in verbali (verbum = parola) e non verbali (tattili,
visivi, olfattivi, sonori).
Il linguaggio verbale è senza dubbio il più importante e più
usato perché può dirigersi in ogni direzione e raggiungere
un’infinità di risultati (dal concreto all’astratto e viceversa).
Il linguaggio non verbale permette una rapida comunicazione e
per questo si possono trasmettere solo messaggi brevi e prevedibili.
Il linguaggio gestuale si usa quando parliamo e sottolineiamo
le nostre parole con gesti e con espressioni.
Il linguaggio sonoro è tenuto per mezzo di strumenti, che
emettono suoni e rumori (suono delle campane, delle trombe).
Il linguaggio tattile, come strette di mano, pacche, abbracci,
si basa sul contatto fisico grazie al quale possiamo salutare ed
esprimere la nostra partecipazione.
Il linguaggio visivo viene utilizzato grazie ai
segnali grafici (fotografie, immagini e disegni).
Più codici si conoscono, più si può comunicare.
Per comunicare servono almeno quattro elementi fondamentali:
ma al di sopra di tutto occorre conoscere la cultura
dell’interlocutore, ossia la sua diversità anche se si tratta di
persona della stessa lingua, stessa religione, stessa razza, a
maggior ragione se è di nazionalità diversa. Non basta quindi che
si abbia la voglia di comunicare o che si abbia qualcosa da dire
se, infatti, non si conosce la cultura dell’interlocutore può
accadere, sin dal primo approccio, che il rapporto non funzioni.
Gli arabi respirano in faccia all’altro e a distanza molto ravvicinata
perché diversamente sarebbe segno che hanno qualcosa da
nascondere, all’opposto degli inglesi. Per la donna americana un
sistema di più mogli per lo stesso marito è aberrante.
donna Koryok della Siberia troverebbe difficile capire come
una donna possa essere talmente egoista e poco
desiderosa della compagnia di altre donne in casa da voler
imporre al proprio marito una sola compagna.
A volte le incomprensioni tra membri di gruppi diversi sono dovute al
diverso significa che, in base alla propria cultura, ciascuno attribuisce
all’uso dello spazio pubblico e privato.
A proposito degli schemi spaziali, nella cultura inglese, è piuttosto
raro che una persona tocchi l’altra durante una conversazione,
mentre in quella africana e araba il contatto è più frequente e più
diretto.
Cosa può succedere quindi se un
inglese parla con un africano?
Assolutamente niente se l’uno conosce la cultura dell’altro e cerca
di immedesimarsi sulla volontà o sulla necessità o sulla curiosità
di voler trasmettere qualcosa.
Diversamente l’inglese si sentirà infastidito dall’atteggiamento
dell’arabo che gli sputa addosso, e l’arabo dall’atteggiamento
freddo e distaccato dell’inglese che prende sempre le distanze
dall’interlocutore.
Conoscere quindi per accettare le diversità in un rapporto
biunivoco senza sbilanciamenti, si ritornerebbe altrimenti al
concetto di superiorità per l’uno o per l’altro; ma perché ci sia un
dialogo occorre che da parte degli interlocutori ci sia la volontà di
spingerlo avanti, indipendentemente dalle conclusioni. È quindi un
fatto etico-morale.
In natura quindi tutto è legato e “non si può toccare un
fiore senza toccare una stella”.
Tutto nel mondo interagisce e comunica ma il
contatto dell’uomo con la natura oggi è meno
stretto rispetto al passato perché a prevalere è
l’attività tecnologica che molto spesso ha
disturbato e distrutto la natura stessa.
Le prime forme di comunicazione sono
stati i graffiti e le pitture rupestri.
Gli ominidi ci hanno comunicato il loro modo di
vivere disegnando scene di vita comune e per
loro non erano delle forme d’arte ma avevano una
funzione religiosa e di comunicazione pratica.
Gradatamente, con lo sviluppo della neocorteccia, gli ominidi
impararono a parlare sviluppando sia l’apparato fonico sia il mentale
che presiede la parola; è appunto la neocorteccia che differenziò
l’uomo dagli altri antropomorfi.
Essa permette all’uomo di estrarre dal concreto concetti astratti.
Non sappiamo come veramente si sia evoluto il
linguaggio, ma è sicuro che l’uomo primitivo si
sia ispirato ai suoni della natura tanto che oggi
sono rimaste le parole onomatopeiche.
Dai semplici disarticolati si passò alla
parola fino alla frase completa e al periodo.
Dopo la costituzione di una lingua parlata si ebbe il
bisogno di una lingua scritta che arrivò con i
Sumeri che inventarono la scrittura cuneiforme
usata per i commerci e che è già un’evoluzione
rispetto alla lingua pittografica e ideografica.
Gli Egiziani inventarono la geroglifica
mentre i Fenici inventarono la scrittura
alfabetica che è arrivata fino a noi
attraverso gli alfabeti greco e latino e
che consente una grande potenzialità di
investimenti con un grande risparmio.
La lingua è una struttura, un organismo modificabile e
flessibile, un’organizzazione di parole e frasi più o meno
complesse. Si può paragonare la lingua a un edificio le cui
strutture portanti sono i periodi principali che sono arricchiti da
molte strutture secondarie che sono i periodi subordinati.
La lingua è una struttura molto flessibile e aperta a soddisfare le
nuove esigenze comunicative (ad es. per nominare oggetti nuovi
si introducono nuove parole, ossia i neologismi, o si modificano
quelle in disuso, ossia gli arcaismi) perché si modifica nel tempo
con l’introduzione e la sostituzione di termini ma anche tramite
prestiti linguistici (nella lingua italiana sono entrati molti termini
stranieri, specialmente inglesi a causa del grande sviluppo
dell’informatica che usa la lingua inglese nei comandi, tanto che
si è temuta una modificazione sostanziale della nostra lingua).
Come la lingua si modifica nel contesto storico-sociale lo si
può notare anche nel moderno linguaggio degli sms che si
avvale del massimo della semplificazione (es.: comunque =
cmq; ci sei = c 6; per = x; ti voglio bene = tvb).
La lingua è quindi in continua evoluzione. Dal primo documento
della lingua italiana (Carta di Capua del 1960) “Sao ko kelle terre
per kelli fini que ki contene trenta anni le possette parte Sancti
Benedicti” so che quelle terre entro quei confini che qui sono
descritti le possedette per trent’anni la parte (monastero) di San
Benedetto, moltissimi sono stati i cambiamenti dovuti alle
situazioni storiche dei quali bisogna prendere atto.
Ogni epoca ha avuto il proprio sviluppo tecnologico e
scientifico e perciò ha avuto bisogno di un proprio linguaggio.
Ogni popolo ha una propria lingua e perciò una propria struttura
e l’italiano ha assunto quella della lingua madre da cui deriva
direttamente per evoluzione.
Con la conquista romana, il latino si diffuse prima in Italia poi in tutta la
parte occidentale dell’Impero dove finì per soppiantare le lingue locali,
mentre prima era solo parlato a Roma e in parte del Lazio. La lingua
latina si parlò anche nella parte orientale dell’Impero insieme al greco
che però in alcune parti era prevalente.
Il contatto del latino con le altre lingue dei territori conquistati modificò
la struttura delle lingue esistenti e nacquero le lingue neolatine o
romanze (processo di volgarizzazione dal latino “VULGARIS”). Anche
l’italiano fa parte di questa famiglia ed anche della famiglia delle lingue
INDOEUROPEE cioè di quelle lingue tra Asia ed Europa che sono nate da
una stessa famiglia linguistica come possiamo notare da diverse
analogie.
È chiaro che queste analogie sono dovute alla comunicazione che ha
trasmesso un patrimonio specifico di conoscenze e di nozioni che un
popolo possiede, che un individuo possiede e che contribuisce in modo
sostanziale alla formazione della sua personalità.
I diversi gruppi di ominidi, ognuno diverso per ragioni fisiche,
geografiche e di sviluppo, sentirono il bisogno di conoscersi,
incontrarsi nonostante le diversità; si conobbero con le migrazioni tra
continenti, i quali erano uniti dalle lingue di ghiaccio (periodi
interglaciali). Non possiamo conoscere con precisione dove nacque
l’uomo habilis dato che i suoi resti sono stati trovati in tutte le aree
geografiche poiché gli uomini si spostavano in cerca di condizioni
migliori e di nuova gente.
Dapprima l’homo habilis viveva solo, ma in seguito sentì il bisogno di
comunicare con altra gente e fu per questo che si unì prima in
famiglie, poi in bande (gruppi di parentela), tribù (insiemi di famiglie) e
villaggi (insiemi di tribù). Unendosi in un gruppo vide che la sua vita si
semplificò, diminuirono i rischi e aumentarono la sicurezza e il cibo. In
questo modo in ogni villaggio si arrivò alla suddivisione dei compiti e
quindi, in qualche modo, alla formazione di classi sociali con delle
norme anche di carattere religioso.
Tale rapporto nella Comunione è
possibile attraverso il Corpo di
Cristo cioè il mezzo con cui si compie
tale comunione.
Abbiamo fatto una ricerca
capillare sulla parola
partendo da quelle più vicine
alla natura fino ad arrivare
a quelle costruite
dall’uomo
in base alle sue esigenze e
alla sua esperienza
L
a
p
a
r
o
l
a
Nella comunicazione la parola è primaria.
Ha una funzione comunicativa e, mentre nasce dalla
realtà, finisce poi per inciderla.
La parola ha una definizione o più di una.
Ha una denotazione e una connotazione.
Ha sangue, vene, carne.
Denuncia una realtà.
Perché abbia un valore deve essere
parola piena.
Deve avere la consistenza del reale.
Deve incidere.
Deve imprimere.
Con essa possiamo esprimere quello che
vogliamo secondo l’esigenza del momento.
La parola crea anche la struttura più o meno complessa.
Una struttura relazionale che mette in relazione la struttura del
reale con la struttura del pensiero.
La struttura cioè concettuale, legata all’esigenza di ciascuno di noi.
La poesia perché…
per ridarle il posto che le spetta
perché le si riconosca una sua realtà
per ricondurla alla sua specificità
perché possa continuare a veicolare le
più forti emozioni
per parlarne
per darle un’opportunità di
confronto
per toglierla dall’esilio
perché non sia derisa
perché abbia una credibilità
perché non si dica che batte le ali
perché possa continuare a cercare le
parole e a condurle a destinazione
perché il pensiero pos\sa essere
tradotto con una forte esplosione
perché possa alleggerire il peso della
vita
perché possa essere un riferimento
perché possa vincere il limite del tempo
prof.ssa Nanda Anibaldi
La poesia perché…
2^AI
perché è un ponte che lega la fantasia alla realtà
perché è una forma di comunicazione
perché è magia in quanto trasforma
le sensazioni in parole
perché ti trascina
perché è liberazione dell’anima
perché è estensione di noi stessi
perché apre nuovi orizzonti ricchi di emozioni e di vita
perché è viaggio nel mondo dei pensieri dove
tutto è lecito; la vista e il pensiero nuotano liberi
da divieti
perché mi apre al mondo senza paura
perché è un momento di ritrovo e
di raccolta del proprio pensiero
perché è immagine, verità,
mistero, concentrato di vita
perché è un non so che di parole quasi inventate da noi
perché è tesoro che non può essere rubato
perché in essa riesco ad esprimermi
per conoscere nuovi modi di scrivere
e acquisire nuovi vocaboli
perché è un passaggio tra il mondo
interno e quello esterno
perché si avvale di parole magiche
perché si possano rivalutare gli aspett
della poesia
perché sono le parole del cuore
Che cos’è la poesia?
La poesia si avvale di parole, cioè il pensiero della poesia è tradotto dalle
parole che nascono dalle cose (albero, pietra, tavolo, bambino,…) in
quanto esistono prima della parola stessa: basta pensare al linguaggio
dell’uomo che si sviluppa e si articola molto tardi nella scala evolutiva,
mentre la natura, l’intero ecosistema, esisteva già.
La parola, la lingua è una realtà artificiale, benché legata alla cosa, ed è
costruita dall’uomo con l’esperienza.
La poesia è un interscambio tra la realtà e la fantasia che ha la capacità di
trasformarla tra la realtà penetrata da un occhio che vede oltre il visibile
comune e la capacità del soggetto vedente (il poeta) di rendere in parte
visibile quello che gli altri non vedono.
sostanze diverse che vanno a combinarsi tra di loro fino a dare un
prodotto in cui non si vedono più i singoli elementi, ma ci sono.
Chi è il poeta?
Il poeta è un uomo concreto, un uomo di azione ce vive nel mondo
e quando può cerca anche di trasformarlo (Dante - Foscolo). È un
uomo ancorato alla realtà da cui trae la sua esperienza.
Del poeta sono state date molte definizioni di cui ne
riportiamo alcune:
il poeta è colui che rivela agli altri il segreto del mondo e del rapporto fra le
cose (Saba) il poeta è un esploratore degli abissi. È un sommozzatore che
lascia sul fondo i suoi segreti e quando torna in superficie racconta agli altri
poche cose, nascondendo quell’ inesauribile segreto che ci lascia sulla soglia
della verità (Ungaretti) il poeta è un giocoliere, un saltimbanco che ride
piangendo (Palazzeschi) il poeta è un uomo dall’occhio bionico perché vede
quello che gli altri non vedono; penetra nelle cose, va oltre la realtà, la supera
per poi ritornare alla realtà stessa traducendola agli altri che vedono solo
attraverso i suoi occhi (Anibaldi)
Ora ve ne leggeremo un esempio.
MON PÈRE, QUAND J’AVAIS...
4 ans: Mon papa peut tout faire
5 ans: Mon papa sait beaucoup de choses
6 ans: Mon papa est plus intelligent que ton papa
8 ans: Mon papa ne sait pas tout à fait tout
10 ans: Dans l’ancien temps, quand mon père était jeune, les choses étaient sans
aucun doute très différentes
12 ans: Oh! Bien, naturellement, mon père ne connaît rien a ce sujet! Il est trop
vieux pour se souvenir de son enfance
14 ans: Ne portez pas attention à mon père. Il est tellement vieux jeu!
21 ans: Lui ? Mon Dieu, il est désespérément démodé
25 ans: Papa en connaît un peu à ce sujet; c’est normal, il y a tellement longtemps
qu’il roule sa bosse
30 ans: Peut-être devrions-nous demander à papa ce qu’il en pense. Après tout, il a
tant d’expérience
35 ans: Je ne ferais rien tant que je n’aurai pas parlé a papa
40 ans: Je me demande comment papa s’y serait pris. Il était si sage et
avait énormément expérience
50 ans: Je donnerais n’importe quoi pour que papa soit ici pour discuter de cela
avec lui.
(Auter inconnu)
Dommage que je n’aie pas reconnu son intelligence.
Il aurait pu m’en apprendre beaucoup.
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La Comunicazione come interazioni dell - GB Carducci