FILOLOGIA
DELLA LETTERATURA ITALIANA
3
Filologia d’autore
Non mi è molto gradito il pensiero che a chicchessia (se ci si occuperà
ancora dei miei libri) sarà consentito di compulsare i miei manoscritti,
di confrontarli con il testo definitivo e di trarne ipotesi sempre sbagliate
sulla mia maniera di lavorare, sull’evoluzione del mio pensiero ecc..
M. Proust
Ironia della sorte volle che, quando Proust morì, nel 1922, della
Recherche fossero stati pubblicati solo 4 volumi
Dalla Parte di Swann (Du côté de chez Swann, 1913)
All’ombra delle fanciulle in fiore
(À l'ombre des jeunes filles en fleurs, 1919)
I Guermantes (Le côté de Guermantes, 1920)
Sodoma e Gomorra (Sodome et Gomorrhe, 1921-22)
Gli ultimi tre furono pubblicati dai familiari di Proust, con criteri molto
discutibili
La prigioniera (La prisonnière, 1923)
La fuggitiva (La fugitive ossia Albertine disparue, 1925)
Il tempo ritrovato (Le temps retrouvé, 1927)
Nel 1962 i quaderni dell’autore furono depositati alla
Biblioteca Nazionale di Parigi
Nel 1984 vennero alla luce altri 13 quaderni appartenuti ad un
collezionista privato
Nel 1986 (anno della morte della nipote) è stato trovato,
nell’archivio dell’autore, un ulteriore dattiloscritto
Ed. Critica: À la recherche du temps perdu, a cura di J.Y. Tadiè,
Paris, Gallimard, 1987-89
La filologia d’autore prende in esame le varianti introdotte
dall’autore stesso sul manoscritto o su una stampa, e che
testimoniano una sua diversa volontà, un cambiamento di
prospettiva rispetto ad un determinato testo.
Scopo dell’edizione critica non sarà, dunque, avvicinarsi
quanto più possibile all’originale perduto, ma:
- decidere la lezione da mettere a testo
- ricostruire, attraverso opportuni sistemi di
rappresentazione, le correzioni intervenute durante la
gestazione o la revisione dell’opera.
È lecito pubblicare materiali non divulgati dagli autori?
Manoscritti volontariamente distrutti (Novelle per un anno)
Manoscritti gelosamente custoditi (Odi Barbare)
Testi privati e Lettere (Zibaldone, Quaderni dal carcere)
Testi detti e trascritti da ascoltatori (De Sancis)
Quali dati può fornire la ricostruzione del processo genetico
dell’opera, visto che l’ultima volontà d’autore è a noi nota e
potremmo basare il nostro studio solo su quella?
FILOLOGIA D’AUTORE
E
CRITICA DELLE VARIANTI
La filologia d’autore è lo studio dell’iter elaborativo di un
testo, la critica delle varianti è l’applicazione critica dei dati
risultati dallo studio filologico
L’una si occupa di rappresentare un testo con le sue
correzioni e varianti; l’altra di interpretarne i dati.
La critica delle varianti considera il testo nel suo
sviluppo dinamico,
come
organismo in evoluzione,
espressione di una ricerca il cui prodotto è il risultato delle
progressive ‘approssimazioni a un valore’, dipendente dal
rapporto con i testi precedenti
Che significato hanno per il critico i manoscritti corretti degli
autori? Vi sono essenzialmente due modi di considerare un'opera
di poesia: vi è un modo, per dir così, statico, che vi ragiona attorno
come su un oggetto o risultato, e in definitiva riesce a una
descrizione caratterizzante; e vi è un modo dinamico, che la vede
quale opera umana o lavoro in fieri, e tende a rappresentarne
drammaticamente la vita dialettica. Il primo stima l'opera poetica
un “valore”; il secondo, una perenne approssimazione al “valore”;
e potrebbe definirsi, rispetto a quel primo e assoluto, un modo, in
senso altissimo,“pedagogico”. È a questa considerazione
pedagogica dell’arte che spetta l’interesse delle redazioni successive
e delle varianti d’autore […] i n quanto esse sostituiscono ai miti
della rappresentazione dialettica degli elementi storici più letterali,
documentariamente accertati.
G. Contini, Come lavorava l’Ariosto (1939), ora in Esercizi di lettura sopra
autori contemporanei, Torino, Einaudi, 1982.
Come lavorava l’Ariosto nasce come recensione a
Santorre Debenedetti, Frammenti autografi dell’ Orlando
Furioso, Torino, Chiantore, 1937
e costituisce l’atto di fondazione della critica delle varianti.
Nelle varianti dell’OF Contini rintraccia alcune costanti che
permettono di riconoscere l’armonia come il principio
fondante della poetica ariostesca →Benedetto Croce,
Ariosto, Bari, Laterza, 1919.
‘Poesia’ per Croce è ‘intuizione lirica’
e la sua genesi è ideale.
Dunque l’opera d’arte è un oggetto statico, concepito
come ideale nella forma ultima che esso ha assunto, e tale
per cui ogni riflessione sugli stadi anteriori era ritenuta
puro esercizio documentario, linguistico , inutile ai fini
della critica del testo.
Contini ribalta tale prospettiva dimostrando come si
potesse giungere alle medesime conclusioni partendo da
assunti critici diversi.
La filologia d’autore si confronta con opere la cui storia
testuale è molto diversa, e dunque l’edizione dovrà partire
dall’analisi critica delle situazioni specifiche.
Redazioni antecedenti e precedenti testimoniate da ms
autografi, una prima stampa in rivista, il ms inviato in
tipografia, la stampa in volume, le ristampe in cui sono state
introdotte varianti d’autore, bozze corrette, idiografi, ecc…
Diverse competenze:
Filologia della copia
Filologia dei testi a stampa
Conoscenze di metrica e retorica
storia della lingua
paleografia
codicologia e archivistica
Un filologo è anche uno storico della letteratura
Problemi critici con cui confrontarsi saranno:
- Definizione del testo base
- Distinzione tra fasi redazionali
- Criteri di rappresentazioni delle varianti
- Rapporto tra singolo testo e organismo
In alcuni casi (molti, nell’epoca moderna), abbiamo
testimonianze diverse e disomogenee: elenchi di personaggi,
liste di parole e proverbi, schemi, abbozzi, disegni, taccuini
d’appunti, citazioni, ecc…
È bene dunque fare distinzione tra:
MATERIALI PREPARATORI
TESTI
AVANTESTO
avant-texte = insieme dei materiali preparatori raccolti,
decifrati, classificati: da semplici liste di parole, ad appunti, a
disegni, ai primi abbozzi, fino a vere e proprie stesure
Nella filologia italiana l’accezione del termine è più ristretta
AVANTESTO
Si potrebbe arrivare a sostenere che le opere precedenti di
un certo autore siano avantesti delle opere successive, ma è
necessario restringere il campo ad un insieme funzionale
senza, però, perdere dati.
(per esempio i Taccuini di D’Annunzio in funzione delle
Laudi → Edizione Gibellini)
Nell’edizione genetica italiana, l’avantesto è ben presente,
ma è in posizione subordinata rispetto al testo.
In quella francese la differenza tra testo e avantesto arriva a
coincidere con quella tra manoscritto e stampa
EDIZIONE GENETICA FRANCESE
(édition génétique)
Edizione integrale di tutto l’avantesto
Le diverse redazioni sono concepite come testi autonomi,
perché le varianti (quale che ne sia la portata) determinano
l’esistenza di un diverso testo.
SINCRONIA/DIACRONIA
EDIZIONE GENETICA FRANCESE
L’avantesto è diverso rispetto all’opera, ma anche diverso
rispetto al ruolo di appendice che l’edizione critica assegna
alle varianti, separandole del loro terreno genetico,
respingendole nell’apparato critico finale
A. Gresillon
Ragioni di:
- opportunità rispetto i diversi tipi di testo e avantesto
(una cosa è una riassunto, un’altra una stesura stratificata e
complessa)
- leggibilità
- economicità editoriale
(rese meno pregnanti dai recenti mezzi informatici)
L’EDIZIONE GENETICA ITALIANA
Edizione basata sul rapporto tra testo e varianti
Edizione separata dell’avantesto
Si pubblica integralmente il testo risultante dal processo
correttorio, segnalando in apparato le varianti. Viene così
ricostruita la trafila che dalla lezione iniziale porta a quella
finale, o viceversa.
Tale sistema di edizione comporta ipotesi sui modi e tempi
dell’elaborazione, al fine di ricostruire il movimento che ha
prodotto il testo e di identificare i diversi strati e le
molteplici fasi dell’elaborazione
- prima fase elaborativa
- introduzione di un primo stadio di varianti
- introduzione di un secondo stadio di varianti
- seconda fase elaborativa e inserimento di uno o più
stadi di varianti
TIPI DI VARINTI MANOSCRITTE
Varianti alternative
vs
Varianti
VARIANTI
(aggiunta, sostituzione, permutazione, soppressione)
Varianti immediate
Varianti tardive
Varianti sincrone
Varianti implicate
Varianti sostanziali
Varianti formali
VARIANTI
in rigo
soprascritte
sottoscritte
ascritte (margine sx o dx)
ricalcato su
Bernardo Tasso, codice oliveriano 1399, c. 109 r
(slide successiva, c. 109v)
L
STRATI DI VARIANTI
E
FASI ELABORATIVE
Non è sempre possibile stabilire con certezza la cronologia
delle varianti
Importante è comunque tentare di stabilire i rapporti
sistematici tra le varianti, per comprendere il programma
che le ha ispirate e i rapporti che intercorrono tra loro.
Solitamente si ha un solo strato di varianti ma più fasi elaborative
(N.B. Le varianti immediate non costituiscono una seconda fase)
Nel distinguere le diverse fasi molta attenzione bisogna prestare
alla localizzazione delle varianti,
che però non sempre ha valore univoco
Vanno, poi, considerate le varianti sincrone
(Vd. Leopardi, A Silvia,
dolci, vaghi, v. 4 e v. 12,
ma anche sovvienti, legato a sovviemmi del v. 32, secondo l’ipotesi di
Contini-De Robertis → “compensazione a distanza”)
Apparato verticale (in colonna)/orizzontale (lineare)
Apparato parlante/simbolico
Apparato genetico/evolutivo
Apparato diacronico e sistemico
L’
Apparato parlante (diacronico e sistemico)
su quella selva] 1Asopra quel bosco, da cui 2A sopra quel
prato,(con prato riscr. su bosco) 3A su quella selva, (as. 2A) da cui
T
Canti Giacomo Leopardi
Canzoni (1818, 1820), Bologna, 1824
con Annotazioni ai testi (B24)
Versi, Bologna, 1826 (B26)
Canti, Firenze, 1831(F31)
Canti, Napoli, 1835 (N35)
Starita corretta (N35c)
Singoli componimenti in rivista
Manoscritti
MANOSCRITTI
Varia lectio
“varianti genetiche, alternative, glosse, catene di sinonimi in
funzione di certificazione linguistica”, postille, note funzionali
o propedeutiche al testo, rimandi alle fonti, commenti
dell’autore
EDIZIONI
Moroncini, Cappelli, Bologna, 1927
A testo è N35c
Apparto verticale
Varia lectio separata dall’apparato, in riquadro e corpo minore,
Separazione tra varianti sostanziali e interpuntive
Ed. Peruzzi, Milano, Rizzoli, 1981
N35c
Apparato verticale
Riproduzione in fac-simile degli autografi
Non vi è distinzione tra varianti interpuntive e sostanziali
Rappresentazione unitaria della tradizione manoscritta e a stampa
L’
Ed. De Robertis, Milano, Il Ponfilo, 1984
Edizione critica delle stampe e manoscritti
A testo è la prima edizione di ogni componimento
Apparato evolutivo e verticale
Apparato di conguaglio tra l’ultima lezione manoscritta e la
prima stampa successiva
L’
Ed. Gavazzeni, Firenze, Accademia della Crusca, 2006
N35c
Apparato orizzontale, parlato, sistemico
Distinzione tra manoscritto e stampa
Varia lectio manoscritta in riquadro
Indicazione di conguaglio tra ms e stampa
)
)
)
)
)
Vittorio Alfieri, Scritti politici e morali, Asti, Casa D’alfieri,
1984
Santorre Debenedetti,
Frammenti autografi dell’ Orlando Furioso,
Torino, Chiantore, 1937
Orlando Furioso secondo l’edizione del 1532,
con le varianti delle
edizioni del 1516 e del
1521, a cura di
S. Debenedetti e
C. Segre, Bologna,
Commissione per i
testi in lingua, 1960.
.
Viaggio tra i capolavori della letteratura italiana
Francesco De Sanctis e l’Unità d’Italia
Roma, Palazzo del Quirinale, Sala delle bandiere,
22 febbraio-10 aprile 2011
http://www.capolavoridellaletteratura.com/Archivio_
Manoscritti.html#all
Francesco Petrarca, Rerum volgarium fragmenta
Vaticano Latino 3195 – idiografo (Malpighi) e autografo, anche
per la presenza di interventi di Petrarca operati sul codice, che
testimoniano tracce di redazioni precedenti
(E’ il codice utilizzato da Bembo per la princeps del Canzoniere, Venezia,
Manunzio, 1501)
Vaticano Latino 3196 (Codice degli abbozzi)- autografoCopie:
Chigiano L V 176, autografo di Boccaccio
Laurenziano XLI 17
Queriniano D II 21
Tali codici rappresentano fasi intermedie dell’elaboraz.
Attraverso testimonianze di vario genere (lettere,
manoscritti discendenti) è stata, poi, ricostruita in
maniera indiziaria la ‘conformazione’ del Canzoniere
“pre-Chigi”
Ernst Hatch Wilkins, The making of the “Canzoniere” and Other
Petrarchan Studies, Roma, Edizioni di storia e letteratura, 1951
→ 9 fasi elaborative
Il maggior problema che presenta la costituzione di un
apparato critico del Canzoniere è rappresentata dalla
diversa posizione (e funzione) che ogni singolo testo
acquisisce nelle differenti redazioni.
→ indagini relative alla costituzione del Canzoniere
(vd.Vita del Petrarca e la formazione del Canzoniere, a cura di R.
Ceserani, Milano, Feltrinelli, 1964)
→ Edizione, fotografica e critica, dei principali
testimoni
Vaticano latino 3196
Codice degli abbozzi
Codice composito
20 cc., in origine sciolte e rilegate nel ‘500
1336-1374
- cinquantasette poesie (alcune lacunose) confluite nel
Canzoniere,
- dodici poesie (alcune lacunose) rimaste escluse,
- quattro poesie di altri autori indirizzate a Petrarca,
- due capitoli (uno non intero) dei Trionfi
- un frammento di Familiares XVI 6
Alcuni testi sono veri e propri abbozzi, altri si
presentano ad uno stato avanzato di elaborazione
L’ordinamento e le lezioni degli abbozzi testimoniano
diverse fasi redazionali, alcune delle quali successive
allo stadio ‘intermedio’ rappresentato dai codici in
nostro possesso
Correzioni per rasatura
Codice degli abbozzi
Codice composito
Federico Ubaldini, 1652
Edizione diplomatica Appel 1891
Francesco Petrarca, Il codice degli abbozzi: edizione e storia
del manoscritto Vaticano Latino 3196, a cura di L. Paolino,
Milano, Ricciardi, 2000
seriazione cronologica delle carte, che permette di
isolare i nuclei significativi di elaborazione (dal 1336 in
poi)
Si tratta di testi composti in vari periodi (dal 1336 al
1374) e portati a diversi gradi di elaborazione: alcuni
sono veri e propri abbozzi, altri sono pronti per la
trascrizione in bella copia. Trattandosi di carte private,
esse non vennero incluse nel lascito
della bibliotecapetrarchesca a Francesco I da Carrara e
rimasero al genero di Petrarca, Francescuolo da
Brossano.
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STORIA DELLA LINGUA ITALIANA