Varese, 23 Marzo 2010
Valerie Moretti
La sessualità oggi è oggi troppo spesso confusa
con genitalità, che focalizza l’attenzione solo
sugli organi genitali, quasi fossero enti estranei al
corpo.
I numerosi messaggi sessualizzati cui sono
sottoposti i bambini rendono necessario un forte
intervento educativo che proponga una controcultura, che oltre ad informare correttamente,
arricchisca di valori un aspetto tanto delicato e
profondo della vita di ciascuno di noi.
Sessualità: linee guida OMS
“La sessualità è un bene dell’individuo,
che si può vivere anche in coppia, nel
rispetto di sé e dell’altro, all’interno di
un progetto di vita”
Organizzazione Mondiale della Sanità, 1972
La sessualità non deve essere concepita come atto
sessuale o autoerotismo, ma anche come capacità
di avere un corpo ed una sensorialità attraverso
cui sperimentare il piacere, entrare in relazione
con l’altro e con il mondo esterno.
Giommi/Perrotta, Guida all’educazione sessuale, Mi
morale
altro
culturale
Norma
sociale
statistico
legale
biologico
La sessualità: frutto di una norma sociale
L’abuso sessuale infantile
“Qualsiasi interazione con
connotazione sessuale tra una
persona e un minore, finalizzato alla
gratificazione sessuale e/o economica
del primo”
A. Pellai (2004), Le parole non dette, Franco Angeli Ed
Ma è veramente possibile prevenire l’abuso sessuale?
In coloro che hanno partecipato ad un programma di
prevenzione all’abuso in età scolare:
 La possibilità di essere abusati è la metà rispetto a chi non ha
mai usufruito di tali programmi;
 Coloro che hanno subito abuso pur avendo seguito un corso
di prevenzione, riferiscono prima ad adulti, l’abuso subito;
 Coloro che hanno subito abuso pur avendo seguito un corso
di prevenzione, subiscono un numero di episodi di abuso
inferiore (circa il 50%) rispetto a chi non ha mai usufruito di tali
programmi.
“Child sexual abuse prevention programs: do they decrease the occurence of child sexual abuse?”
L.E. Gibson and G. Leitenberg
Child Abuse & Neglect, Vol. 24, No. 9, pp1115-1125, 2000
La parola agli abusanti…
In uno studio pubblicato nel 1995 da Child Abuse and
Neglect, Elliot, Browse e Klicoynes hanno chiesto ad un
gruppo di 91 abusanti con sentenze che variavano da 9
mesi a carcere a vita, cosa i genitori dovrebbero fare per
prevenire vittimizzazione dei loro figli:
•Parlare ai loro figli delle diverse parti del corpo e di
argomenti che coinvolgono la sfera sessuale.
“Questa incompetenza l’ho usata a mio vantaggio
insegnando io al bambino” .
“Quando le bambine si trasformano in donne, possono
essere curiose della sessualità: ho utilizzato quella
curiosità per invischiarle in atti sessuali con me”.
• Parlare in famiglia di prevenzione all’ abuso sessuale:
“è difficile circuire un bambino che sa cosa vuoi fare,
dove vuoi arrivare!”
Presentare ai più piccoli una
cultura della sessualità, che
ponga al centro l’individuo, il
rispetto di sé e dell’altro, il
piacere nelle sue mille
sfumature, diventa così uno
strumento indispensabile
nella prevenzione all’abuso
sessuale, fornendo ai più
piccoli gli strumenti
necessari per ascoltare il
proprio corpo e le proprie
emozioni. Per riconoscere
situazioni di rischio e il
linguaggio per raccontare a
un adulto di riferimento
quanto è accaduto.
Aumentare la stima di sè
Ricerche su abusanti fanno emergere che un una
serie di caratteristiche come la passività,
mancanza di confidenza in sé stessi, e bassa
autostima, possono giocare un ruolo critico
nella scelta di abusare un bambino in
particolare. Molti abusanti sembrano confidare
sulla loro distorsione cognitiva riguardante il
consenso e la mancanza di danno, per
razionalizzare il loro comportamento.
Imparare ad
ascoltare le
proprie
emozioni, per
riconoscere
situazioni di agio
e di disagio.
Sviluppare capacità critiche affinché sia in grado
di riconoscere le situazioni di rischio ed eviti di
restarne vittima.
Insegnare al bambino l’importanza di richiedere
l’aiuto dei genitori o di adulti di cui si fida.
Varese, 23 Marzo 2010
Valerie Moretti
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