La mente nel corpo
II
Giacomo Romano
Dipartimento di Filosofia e Scienze Sociali
Università degli Studi di Siena, a. a. 2008/2009
Corso di Filosofia della Mente, II parte
19/01/09
La conferma delle
neuroscienze*

Molti modelli neuroscientifici avvalorano le
ipotesi relative a processi cognitivi che
insistono sulla frammentazione e
parcellizzazione rappresentazionale, sulla
necessità di riferirsi ad attività sensomotorie e sul decentramento delle unità di
supervisione e di controllo di queste
attività; gli esempi sono molti
2
I casi delle neuroscienze*



Modelli neuro-cognitivi sul funzionamento
del coordinamento senso-motorio delle
dita della mano
Ipotesi sull’organizzazione della visione
La spiegazione delle strutture del controllo
neurale (strutture neurali che governano
l’attività di altre strutture neurali)
3
Architetture neurali
di alto livello*


Occorre una organizzazione delle strutture
neurali deputate all’elaborazione di
informazione direttamente funzionale:
meccanismi attentivi, coordinazioni varie ..
Neuroni di controllo (Van Essen), circuiti
rientranti (Edelman), zone di convergenza
(Damasio) sono le ipotesi correlate
4
Un’alchimia
neurale/rappresentazionale*


Tutte le ipotesi neuroscientifiche relative al
controllo neurale si fondano su
un’architettura neurale complessa,
decentrata e non rappresentazionale
Nondimeno alle unità rilevanti identificate
da queste ipotesi neuroscientifiche è
assegnato un compito di tipo
rappresentazionale
5
I significati di
“rappresentazione”


Che tipo di rappresentazione può
implementare un’architettura cognitiva
neurale decentrata, connessionista,
incorporata ed emergente?
Sia il cognitivismo classico sia il
connessionismo adottano il concetto di
“rappresentazione interna ad un sistema”
nell’ambito del loro quadro teorico
6
Un concetto di
“rappresentazione”




Per Haugeland una rappresentazione :
deve interagire con fattori ambientali non
chiaramente presenti nel sistema*
con essa si impiega un sostituto di uno
stimolo ambientale esterno diretto
l’elemento sostitutivo deve essere
utilizzato in modo sistematicamente
rappresentazionale (cfr. 126)
7
Caratterizzare una
“rappresentazione” (interna)


Quali sono i criteri che caratterizzano una
rappresentazione interna?
“E’ … importante che il sistema utilizzi le
correlazioni in un modo che suggerisce
che il sistema degli stati interni ha la
funzione di portare specifici tipi di
informazione” (128)
8
La natura funzionale
della rappresentazione


“Ciò che fa di uno stato interno una
rappresentazione dipende … non tanto
dalla sua particolare natura …. Quanto dal
ruolo che ricopre all’interno del sistema.”
(128)
Tale ruolo si deve presumere che sia
quello di portare una determinata
informazione utile al sistema neuronale
integrato
9
Una definizione approssimata


“… definiamo una storia di elaborazione
‘rappresentazionalista’ se descrive interi
sistemi di stati interni identificabili (locali o
distribuiti) o processi (sequenze temporali
di simili stati) come aventi la funzione di
portare specifici tipi di informazione sugli
stati di cose esterni o corporei.” (128)
Occorre qualche precisazione … (cfr. 129!)
10
Il codice degli stati interni
rappresentazionali



… soprattutto l’organizzazione degli stati
interni deve essere qualcosa in più rispetto
a semplici interazioni di natura causale
La coordinazione degli stati interni,
funzionale alla direzione dell’azione
nell’ambiente, CONVIENE che sia
concepita come un codice SISTEMATICO
La chiave di elaborazione di questo codice per
rappresentazioni schematiche generalizzate può risultare
assai utile*
11
Dall’interazione con l’ambiente
alla rappresentazione dell’ambiente



Quando un sistema cognitivo interagisce
direttamente con l’ambiente non ha molto
senso parlare di rappresentazioni …
… ma mano a mano che l’interazione
diventa complessa pur mantenendo una
presa diretta con l’ambiente …
… conviene pensare ad un rapporto di
controllo che ha natura rappresentazionale
12
Rappresentazioni e astrazioni


Una volta che il rapporto di interazione
con l’ambiente non è più al livello della
immediatezza è sempre più plausibile
parlare di rappresentazioni interne
Si tratta di rappresentazioni interne che
non necessariamente dovranno essere
utilizzate ogni volta per affrontare
problemi cognitivi
13
Rappresentazioni interne
e stati interni




Si identificano le rappresentazioni come
stati interni; ma come si caratterizzano?
Le opinioni sono divergenti: se ne può
postulare il valore euristico (Dennett), o
… se ne può enfatizzare il (potenziale)
effetto fuorviante (VTR), oppure
… se ne può riconoscere la funzione
esplicativa (ad un altro livello – Clark)
14
Idiosincrasia
delle rappresentazioni


A prescindere dalla caratterizzazione di
una “rappresentazione”, quel che ne
determina in larga parta il significato è il
suo alto grado di particolarizzazione
E’ di questa forma di idiosincrasia che
rende meglio conto la concezione
incarnata, a scapito della generalità
simbolica e in favore di una liberalità
nell’interpretazione della rappresentazione15
Idiosincrasia e funzionalità



Quello che rende più idiosincratica una
“rappresentazione” è anche la sua
specializzazione nello svolgere certe azioni
Automaticamente il ridotto livello di
generalità definisce una capacità simbolica
più limitata
Nondimeno, che sia più o meno
generalizzata, una rappresentazione ha
sempre un ruolo esplicativo
16
Plasticità della rappresentazione


Anche se una “rappresentazione” è
definita da un coacervo di fattori
ambientali, corporali e interattivi, non per
questo risulta inutile
Una “rappresentazione”, se caratterizzata
in modo tale da riflettere il fatto di essere
situata e incarnata, può apparire riveduta,
ma computazionalmente concepibile
17
La revisione della
“rappresentazione”


Il concetto di “rappresentazione” rivisto
differisce da quello di entità discreta, che
dà corpo ad un programma dettagliato e
strutturato in termini di inferenze logiche..
è incompatibile con un computazionalismo
quasi linguistico, ma è compatibile con
l’idea di programmi interni e con
l’assegnazione di processi computazionali
alle radici neurali di attività cognitive
18
Una concezione moderata


“ … io critico sia l’implicito passaggio da
‘nessuna ricetta comprensiva’ a ‘nessun
programma interno’ sia quello da ‘nessun
programma interno’ a ‘nessuna
computazione’.” (137)
Forse una “rappresentazione” si può
interpretare come una ricetta, come un
insieme di istruzioni in senso letterale
19
Un manuale di istruzioni è
scritto in un linguaggio


Se la rappresentazione è un insieme di
istruzioni deve essere formulato in una
qualche forma di codice (a differenza di
una semplice forza)
… inoltre le istruzioni contenute in una
rappresentazione devono esprimere
parametri abbastanza specifici nei
confronti di determinate situazioni
20
Stati interni rappresentazionali
come programmi parziali



Le rappresentazioni si possono concepire
come programmi parziali: non specificati
nei dettagli
I dettagli possono essere determinati dalla
esecuzione dei comandi generici impartiti
con l’implementazione dei programmi
E’ il livello di specificazione dei dettagli che
definisce se considerare uno stato interno
come una rappresentazione oppure no 21
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